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COLLABORAZIONI
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IL GRANDE SCISMA D’OCCIDENTE
Contrariamente ai miei precedenti articoli
in cui ho affrontato avvenimenti di storia ecclesiastica
abbastanza noti alla grande maggioranza dei lettori, l’argomento
che sto per trattare è invece poco conosciuto, sia
perché privo di episodi clamorosi e sia perché
i suoi protagonisti non hanno lasciato una grande impronta
nella storia.
La Chiesa Romana del XIV secolo, tutta protesa ad accumulare
ricchezze ed aumentare il proprio potere temporale, somigliava
ormai più ad una corte imperiale di cui il Papa era
l’imperatore che alla chiesa voluta da Gesù
Cristo: una comunità di credenti tutta dedita alle
cose dello spirito, alle opere di carità e soprattutto
all’annuncio del Vangelo per la salvezza delle anime.
Fu questo materialismo imperante che rese possibile in occidente
la nascita di uno scisma che avrebbe potuto avere conseguenze
più tragiche di quelle della Riforma Protestante,
se la misericordia di Dio non fosse intervenuta, facendo
sì che il dramma si concludesse in modo positivo.
ANTEFATTO: LA CATTIVITA’ AVIGNONESE ( 1309 –
1377 )
Papa
Bonifacio VIII
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Beato Papa
Benedetto XI |
Filippo il Bello
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BONIFACIO VIII, Papa
corrotto ed ambizioso, nel 1301 pretese addirittura dal re
di Francia FILIPPO IL BELLO (quello che
sentenziò la fine dei templari) di scarcerare immediatamente
il vescovo di Pamiers, accusato di alto tradimento.
Con
la bolla “Ausculta Fili“
citò addirittura il re davanti ad un sinodo romano
per rendere conto del suo comportamento.
Filippo non solo
impedì la pubblicazione della bolla, ma la fece sostituire
con una falsificata che rese di dominio pubblico,
accompagnandola con una propria risposta al papa molto oltraggiosa.
Colpito nell’orgoglio, Bonifacio VIII emanò
il 18 novembre 1302 la famosa bolla “Unam Sanctam“ che divenne il documento classico del regime teocratico
del Papato, ribadendo con forza la supremazia del potere
spirituale su quello temporale e sentenziando che ogni uomo
per potersi salvare deve sottomettersi al vescovo di Roma.
Mentre si accingeva a scomunicare il re di Francia, questi
inviò delle truppe guidate da GUGLIELMO DI
NOGARET e dal vendicativo SCIARRA COLONNA che in Anagni aggredirono e catturarono il Pontefice (1303).
Liberato successivamente anche grazie al popolo di Anagni
che si era sollevato contro i francesi che lo tenevano prigioniero,
ritornò a Roma dove morì poco tempo dopo pieno
di livore per l’affronto subito.
Questa conflittualità con la Francia inflisse un
grave colpo al Papato e Filippo il Bello dopo essersi sbarazzato
di Bonifacio VIII e del suo successore Benedetto XI
(1303 – 1304), riuscì a far eleggere un Papa
francese che prese il nome di CLEMENTE V e che fu un docile strumento nelle sue mani.
Egli per far
piacere al re, dal 1309 trasferì la sua dimora ad
Avignone nel sud della Francia, allora appartenente agli
Angioini di Napoli, dando così inizio alla cosiddetta
“Cattività Avignonese od anche Cattività
Babilonese“.
Fino all’anno 1377 ben sette Papi (Clemente °,
Giovanni XXI°, Benedetto XI°, Clemente V°, Innocenzo VI, Urbano V, Gregorio
XI) risiedettero in Avignone, finchè nel gennaio
1377, convinto anche da S. CATERINA DA SIENA,
Papa GREGORIO XI ritornò solennemente
a Roma, accolto trionfalmente dal popolo romano e prendendo
dimora nel Palazzo del Vaticano e non più al Laterano
antica dimora dei pontefici: la cattività avignonese
era terminata.
Il clero ed il popolo romano a futura memoria
dell’evento fecero costruire un campanile, il più
alto di Roma, sulla Basilica di S. Maria Maggiore. Malauguratamente
dopo pochi mesi dal suo ritorno, Papa Gregorio XI, il
27 marzo 1378, rendeva l’anima a Dio, lasciando ancora
irrisolti molti problemi.
Considerazione: il Papato in Avignone fu una jattura perché
lo espose al sospetto di essere diventato uno strumento
nelle mani del potere temporale francese, come la chiesa
greco-ortodossa lo era nelle mani del potere temporale
di Bisanzio.
Santa Caterina da Siena
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Carlo d'Angiò
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Si corse il pericolo che s’instaurasse
in occidente un cesaro-papism, con un Papa ridotto
a cappellano del Re di Francia come il Patriarca di Costantinopoli
lo era nei confronti del suo imperatore.
Forse i successori
di Filippo il Bello a questo miravano e probabilmente ci
sarebbero riusciti se non si fossero imbarcati nella disastrosa
guerra dei Cento anni con l’Inghilterra.
IL GRANDE SCISMA
Morto Gregorio XI fu subito indetto
il Conclave che però si svolse in modo assai frenetico:
il popolo romano infatti al pensiero di una rielezione di
un Papa francese, scese nelle piazze affollandosi davanti
ai palazzi papali, ove si svolgeva il Conclave, gridando a
gran voce di volere un Papa italiano e minacciando anche
di morte i cardinali se non lo avessero fatto.
I cardinali erano sedici, di cui dodici stranieri in maggioranza
francesi.
L’elezione del nuovo pontefice fu lunga
e turbolenta, cardinali italiani e francesi si affrontarono
in conclave come in battaglia, ma stavolta diversamente
da settant’anni prima non si ripeterono gli errori
che portarono all’elezione di Clemente V ed allo
spostamento della sede papale ad Avignone; stavolta i cardinali
italiani ebbero il sopravvento ed il Conclave si concluse
con l’elezione di un napoletano: Bartolomeo Prignano,
già arcivescovo di Bari, che prese il nome di URBANO
VI.
Appena avvenuta l’elezione, la sala
dello scrutinio fu invasa dal popolo romano tutto festante
per aver ottenuto finalmente quanto richiesto con veemenza.
Incoronato il 18 aprile 1378, nelle successive settimane
egli mostrò il suo vero volto e cioè un temperamento
aspro ed impetuoso che gli fece intraprendere una politica
di riforme poco prudente, nominando consoli e senatori di
sua fiducia, annunziando una riforma della Chiesa affermando
che l’avrebbe iniziata dal vertice cioè dall’alto
clero - di cui spesso, in termini violenti, nelle omelie denunciava il malcostume ed una delle prime riforme riguardò
l’abolizione delle parcelle e delle bustarelle che
i prelati di Curia si facevano pagare per qualunque pratica.
Possiamo immaginare quanto questo provvedimento piacesse
ai monsignori di Curia che cominciarono a temere e a guardare
con sospetto il nuovo Papa.
Il suo carattere impetuoso e
violento diede il via spesso ad avvenimenti spiacevoli,
come ad esempio quello col cardinale di Limoges che avendolo
contraddetto in pubblico ricevette come risposta un sonoro
ceffone.
Nominò inoltre molti nuovi cardinali in modo da ridare
agli italiani ed a se stesso la maggioranza nel Conclave.
I cardinali francesi vista la mala parata e vedendo compromesso
il loro primato si riunirono ad Anagni ed il 9 agosto 1378
emanarono un proclama nel quale veniva dichiarata invalida
l’elezione di Urbano VI perché strappata
a forza dalla pressione popolare.
Molti altri prelati sottoscrissero
la dichiarazione, tanto che il 20 settembre 1378 in una riunione-conclave tenutasi a Fondi, in territorio napoletano
e sotto la protezione della regina GIOVANNA I,
elessero un nuovo Papa: Roberto di Ginevra cugino del re
di Francia, che prese il nome di CLEMENTE VII (1378 – 1394) il quale nel giugno 1379, dopo aver
tentato invano di occupare Roma con le truppe, riportò
di nuovo la sua sede ad Avignone ed ivi instaurò
una nuova Curia.
Clemente VII fu subito riconosciuto dal re di Francia
e da quelli di Napoli, Spagna e Scozia; il resto d’Europa
però rimase fedele ad Urbano VI.
Con Clemente VII ebbe inizio il Grande Scisma d’Occidente
che divise la Chiesa per circa quarant’anni e per
tutta questa durata si ebbero due Papi, due Sedi Pontificie
(Roma e Avignone) e purtroppo anche violente lotte, battaglie
ed una serie impressionante di scomuniche, prime fra tutte
quelle che i rispettivi Papi si scagliarono l’un l’altro.
Con l’andar del tempo Urbano VI diede sempre
maggiori segnali di squilibrio mentale, tanto che alcuni
cardinali appoggiati da CARLO re di Napoli, presero la decisione di imprigionarl , sottoporlo a cure
mediche ed indire un nuovo Conclave per sostituirlo.
Il
loro tentativo però fallì; re Carlo fu scomunicato
e tutti i cardinali cospiratori finirono miseramente strangolati
in prigione.
Papa Bonifacio IX
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Papa Benedetto XIII
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Nell’ottobre 1389 Urbano VI
morì ed a questo punto molti sperarono che i cardinali
di Roma non rieleggessero il successore e riconoscessero
il Papa di Avignone. Non fu così ed essi elessero
un
certo Pietro Tomacelli che prese il nome di BONIFACIO
IX.
Il neoeletto purtroppo fu vittima di uno
sfrenato nepotismo e manifestò una conduzione finanziaria
preoccupante. Durante il suo pontificato si instaurò
di nuovo il malvezzo delle bustarelle per accelerare od
ottenere favori e cose più gravi, la vendita delle
cariche curiali e l’indifferenza verso la composizione
dello scisma.
Intanto morì Clemente VII ed anche
in questo caso si sperò che i cardinali, per amore
dell’unità, non procedessero alla nomina del
successore, invece venne eletto un altro antipapa, un certo
Pietro di Luna che assunse il nome di BENEDETTO
XIII.
Nel frattempo l’Università di Parigi incominciò
ad occuparsi del problema della doppia elezione del Papa
e furono individuate tre soluzioni per risolvere l’annosa
questione:
- rinuncia di entrambi i Papi seguita dall’elezione
di un nuovo Papa da parte di entrambi i collegi
Cardinalizi.
- una decisione arbitrale (un compromess ).
- la decisione autoritaria di un Concilio generale.
Benedetto XIII però non volle
sentire ragioni tanto che il Re di Francia, la Castiglia
e la Navarra si sottrassero alla sua obbedienza ed il papa fu addirittura imprigionato nel suo Palazzo
di Avignone.
Ma nulla e nessuno riuscì a piegare
la volontà di Benedetto che, nel frattempo, era riuscito
a fuggire dalla sua prigione. Intanto, nel 1403, in Francia,
l’Assemblea Generale degli Stati, decise
di ritornare all’obbedienza avignonese di Benedetto
XIII.
Nel tentativo di far cessare lo scisma si riuscì
a convincere i due Papi ad incontrarsi per trovare un accordo
che accontentasse ambedue.
Ma mentre si allestivano i preparativi,
Bonifacio IX moriva e veniva eletto suo successore INNOCENZO VII che promise al momento
dell’incoronazione che avrebbe fatto di tutto per
risolvere lo scisma, ma essendo nel frattempo scoppiati
disordini a Roma e nell’impero Germanico, il tutto
fu rimandato a data da destinarsi.
Due anni dopo moriva
Innocenzo VII e veniva eletto Papa GREGORIO
XII che si dichiarò subito pronto ad
abdicare se altrettanto avesse fatto Benedetto XIII.
Con qualche difficoltà fu deciso un incontro fra
i due a Savona ma purtroppo ancora una volta non si ebbe
un esito positivo, in quanto all’ultimo momento Papa
Gregorio XII, mal consigliato dai suoi parenti, non
volle più incontrare Bonifacio.
Allora la maggioranza dei suoi cardinal, indignati per questo comportamento, decise di sottrarsi alla sua obbedienza
e propose un Concilio per eleggere un Papa che
nel suo nome ricomponesse tutta la Chiesa. Stavolta fu Benedetto XIII
a rifiutare. Ma fu abbandonato dal Re di Francia e da molti
suoi cardinali che si unirono a quelli che a loro volta
avevano abbandonato Gregorio. Tutti insieme indissero un
Concilio risolutore e ne fissarono il luogo e la data: a
PISA il 25 marzo 1409.
Al Concilio parteciparono 24 cardinali, numerosi vescovi
e valenti teologi, Generali di grandi ordini monastici e
delegati delle più grandi Università, oltre
a trecento dottori di diritto canonico.
Il Concilio si proclamò “canonico“
in quanto qualificato a promulgare leggi che sarebbero valse
per tutta la Chiesa ed “ecumenico“ cioè
interprete di tutta la cristianità.
Il 15 giugno
1409 i cardinali deposero i due Papi perché notoriamente
scismatici, eretici e spergiuri ed il 26 giugno elessero
un nuovo Papa: ALESSANDRO V.
Con questa
elezione il Concilio di Pisa non solo non riuscì
ad eliminare la confusione nei fedeli, ma la aggravò
ulteriormente. Come disse qualcuno da un “ambo scellerato“ si era passati ad una “triade maledetta“
, perché tanto Benedetto XIII che Gregorio XII
non accettarono la sentenza del Concilio e l’unico
risultato di questo fu che invece di due Papi ora la Chiesa
ne aveva tre!
Ma pochi mesi dopo la sua elezione, nel maggio
1410, Alessandro V morì e i cardinali
di “obbedienza Pisana“ prontamente elessero suo successore
Baldassarre Cossa, che prese il nome di GIOVANNI
XXIII.
Questo nuovo Papa dovette sottostare alle pressioni del
nuovo imperatore del Sacro Romano Impero SIGISMONDO
DI LUSSEMBURGO, il quale lo convinse a convocare
a COSTANZA, per la festa di Ognissanti del 1414, Un Concilio, per tentare nuovamente di rimediare allo scisma
che minava al Chiesa da troppo tempo.
Papa Innocenzo VII |
Papa Gregorio XII
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Papa Alessandro V
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IL CONCILIO DI COSTANZA
Il Concilio quindi si riunì, dunque, a Costanza
il 1° novembre 1414 e fu uno dei più grandi ed
imponenti concilii di tutti i tempi: vi parteciparono 29
cardinali, 3 Patriarchi, 33 Arcivescovi, più di 300
vescovi, numerosi teologi e gran parte dei principi tedeschi
e dignitari di tutti i Regni cristiani e lo
stesso imperatore Sigismondo.
Giovanni XXIII arrivò
nella città il 31 ottobre 1414 e gli vennero tributati tutti
gli onori dovuti ad un Papa legittimo; ciò lo convinse
che il Concilio fosse orientato a confermare la sua autorità
di Papa.
Ben presto però si accorse che le cose non
stavano andando nella direzione da lui sperata e che i Padri
Conciliari erano dell’avviso di destituirlo insieme
agli altri due.
Allora, preso dalla disperazione, la sera
del 20 marzo 1415 fuggì segretamente da Costanza
con l’intento di provocare il fallimento del Concilio.
La situazione fu veramente grave e solo l’imperatore
ed il card. Pietro d’Ailly riuscirono a tenere riunito
il Concilio.
Fu in questo frangente che furono emanati dei decreti, in
netta contraddizione con la costituzione fondamentale della
Chiesa ma giustificati con l’assoluta straordinarietà
e gravità del momento presente, che sanzionavano
come dottrina della Chiesa la teoria conciliarista della
superiorità del Concilio sul Papa.
Giovanni XXIII
fu catturato, messo sotto processo ed il 29 maggio 1415
fu dichiarato deposto per simonia, vita scandalosa e per
la fuga vergognosa. Imprigionato, dopo quattro anni fu liberato
dietro un ingente riscatto e morì a Firenze nel 1419.
Il Papa romano Gregorio XII, durante i lavori conciliari,
fece giungere all’Assemblea la sua abdicazione per
amore dell’unità della Chiesa e morì
poco dopo la conclusione del Concilio come cardinale-vescovo di Porto.
L’unico che non accettò di abdicare fu Benedetto
XIII; neppure l’imperatore Sigismondo riuscì
a indurlo a rinunciare al Papato.
Egli però riuscì
a convincere i sovrani spagnoli a sottrarsi all’obbedienza
di Benedetto e in forza di ciò anche la Spagna diede
il suo contributo alla positiva conclusione del Concilio
di Costanza.
Fu indetto un processo anche per Benedetto XIII che
fu dichiarato deposto per eresia e per aver favorito lo
scisma nella Chiesa. Vista la mala parata, egli si rifugiò
nel castello di Penisola presso Valencia, ove rimase fino
alla morte convinto di essere l’autentico ed unico
Papa.
Finalmente dopo aver superato notevoli difficoltà
di ordine giuridico-legale, l’11 novembre
1417 la Chiesa finalmente ebbe il nuovo capo, riconosciuto
da tutti, nella persona di Odo Colonna che
prese il nome di MARTINO V (1417 -
1431).
Dopo 39 anni di scisma la frattura si era finalmente
risanata.
Papa Giovanni XXIII
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Sigismondo di Lussemburgo |
Papa Martino V
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Foto fornite da Cartantica
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