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COLLABORAZIONI
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LO SCISMA D’ORIENTE
(di Massimo Melli )
Introduzione
La mancanza di comunione fra i cristiani
fin dall’inizio è stata sempre considerata
uno scandalo non solo fra i credenti , ma soprattutto nei
confronti dei non cristiani, andando questo stato di cose
contro la volontà di Gesù che pregando il
Padre disse : ” che tutti siano una cosa sola cosicché
il mondo creda che Tu mi hai mandato ( Giov. 17,21 ) “.
Egli per diffondere ovunque fino alla fine dei tempi la
buona novella affidò ai Dodici l’ufficio di
insegnare, reggere e santificare attraverso il dono dello
Spirito Santo.
Tra loro scelse Pietro sopra il quale decise di edificare
la sua chiesa ed al quale affidò la cura di tutte
le sue pecore perché le confermasse nella fede. Il
vangelo fu predicato, i sacramenti amministrati e la Chiesa
fu governata dai Dodici e poi dai loro successori: i vescovi,
sempre in comunione col successore di Pietro, così
che la comunità dei credenti crebbe di numero, unita
nella confessione di una sola fede, nella concordia e nella
celebrazione della Santa Eucaristia.
San Pietro
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San Paolo
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In questa Chiesa una ed unica, sono sorte fin dai primissimi
tempi alcune scissioni condannate con parole di fuoco dall’apostolo
Paolo, ma nei secoli posteriori sono nati dissensi sempre
più ampi e comunità non piccole si staccarono
dalla piena comunione con la Chiesa cattolica, talvolta
senza colpa di uomini d’entrambi le parti.
Una delle
principali - se non la principale scissione - fu quella
che avvenne tra la Chiesa Cristiana d’Oriente e la
Chiesa Cristiana d’Occidente.
Sono trascorsi quasi mille anni da quel fatidico anno 1054
che ne segnò il drammatico inizio e tale separazione
perdura ancora oggi, nonostante i molteplici tentativi di
riunificazione, soprattutto da parte della Chiesa Cattolica
Romana, che addirittura proclamerà durante il Concilio
Vaticano II° che il ristabilimento dell’unità
doveva essere uno dei suoi principali obiettivi.
Comunque anche se gli storici della Chiesa indicano il 1054
come l’anno di inizio dello Scisma, esso fu il risultato
di un lungo periodo di progressivo distanziamento fra le
due Chiese, un lento processo di reciproca incomunicabilità
che portò poi alla tragica divisione.
Le cause principali di dissenso erano di natura teologica:
dispute circa l’autorità papale, l’inserimento
del Filioque nel Credo Niceno, la controversia sugli Azzimi
ed altre cause minori, ma ci furono anche quelle di natura
politica, come avremo occasione di approfondire più
avanti.
La Chiesa, dunque, riassumendo, si divise lungo linee dottrinali,
teologiche, politiche e a tutt’oggi la frattura non
si è ancora rinsaldata.
Si ebbero in realtà due tentativi di riunione, nel
1274 (II° Concilio di Lione) e nel 1439 (Concilio di
Basilea), ma in entrambi i casi l’Ortodossia non l’accettò
in quanto i capi spirituali che vi presero parte non avevano
l’autorità di stabilire l’unione.
Concilio di Lione
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Concilio di Basilea
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Come si arrivò al Grande Scisma.
Fin dal suo inizio la Chiesa ha sempre
riconosciuto una posizione predominante a tre vescovi, conosciuti
col nome di Patriarchi : il vescovo di Roma, il vescovo
di Alessandria ed il vescovo di Antiochia; ad essi col tempo
si aggiunsero quelli di Costantinopoli e di Gerusalemme;
cinque Patriarcati che avevano un autorità e una
precedenza su tutti gli altri vescovi della Chiesa e fra
essi il vescovo di Roma ( il Papa ) deteneva uno status
più elevato in virtù di essere il successore
di Pietro ed anche perché aveva sede nella capitale
dell’Impero Romano.
Anche dopo che Costantino il Grande spostò la capitale
dell’impero a Costantinopoli nel 330, il Papa mantenne
la sua posizione di “ primus inter pares “.
Ma fu con la divisione dell’impero in due tronconi:
Impero d’Occidente e Impero d’Oriente voluto
dall’imperatore TEODOSIO il GRANDE che
incominciarono a crearsi i primi dissapori e contrasti che
si accrebbero in modo notevole con la caduta dell’Impero
Romano d’Occidente nel 476 d
Teodosio il Grande
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Carlo Magno
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La frattura aumentò notevolmente
qualche secolo dopo quando i Papi appoggiarono in modo pieno
il Sacro Romano Impero d’Occidente a scapito dell’Impero
Bizantino, orientale, specie al tempo di CARLO MAGNO.
Altro fattore non secondario di disunione fu che dopo la
caduta dell’impero d’Occidente la lingua latina
perse pian piano d’importanza ed essa fu sostituita
dalla lingua greca, che divenne la più usata anche
in ambito culturale.
I libri e i documenti ufficiali venivano
scritti ormai in lingua greca e non più in latino
e questo portò a rendere le comunicazioni fra oriente
ed occidente più difficoltose.
Prima del Grande Scisma vi furono diverse divisioni che
però con qualche difficoltà vennero sanate,
tra queste la più grave fu quella che si ebbe tra
il 863 e l’867 con il Patriarca FOZIO.
Patriarca Fozio
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Monete del tempo di Michele III, con effige dell'Imperatore
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Costui fu nominato Patriarca di Costantinopoli dall’imperatore
MICHELE III° che aveva deposto il precedente
Patriarca IGNAZIO per aver rifiutato la
comunione ad un suo parente, notoriamente in stato di peccato.
Fozio era un uomo di vasta cultura ma al momento della nomina
era ancora allo stato laicale e ciononostante la notte di
Natale dell’ 857 fu nominato Patriarca di Costantinopoli.
Papa NICCOLO’ I° MAGNO in un
Sinodo da lui stesso indetto in Laterano, dichiaro’
che la deposizione di Ignazio era illegittima e minacciò
di scomunica Fozio se questi non si fosse dimesso. Fozio
pieno di superbia rispose a sua volta addirittura scomunicando
il Papa di Roma e come se ciò non bastasse, inviò
una lettera-enciclica a tutti i vescovi orientali ove spiegava
i motivi del suo gesto.
Ma nell’867 l’imperatore Michele III°, quello
che lo aveva nominato, venne assassinato ed il trono passò
a BASILIO I° che fece subito un’epurazione
dei sostenitori del suo predecessore, fra i quali anche
Fozio, reintegrando al suo posto il vecchio vescovo Ignazio
e questa decisione fu ratificata dal Concilio di Costantinopoli
nell’869 indetto da Papa ADRIANO II°.
Fozio fu costretto all’esilio in un monastero sul
Bosforo, ma alcuni anni dopo rientrò alla corte di
Costantinopoli con la carica di insegnante di uno dei figli
dell’imperatore.
San Niccolò I
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Papa Adriano II coi santi Cirillo e Metodio e
la salma di San Clemente
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Alla morte di Ignazio nell’877, Fozio fu rinominato
Patriarca di Costantinopoli per la sua grande popolarità
e questa volta con l’approvazione ufficiale di Papa
GIOVANNI VIII°.
Egli però decise di revocare le decisioni del Concilio
di Costantinopoli e reiterò i punti di disaccordo
con Roma. Papa Giovanni VIII° lo scomunicò prontamente
ma questo atto causò un altro scisma con la chiesa
orientale.
Nell’886 il nuovo imperatore LEONE
VI° depose Fozio e nominò il fratello STEFANO patriarca di Costantinopoli, ma
anche questa procedura fu bollata da una scomunica da parte
di Papa STEFANO V°.
Fozio morì
nell’897 in un monastero dell’Armenia e non
si sa esattamente se riconciliato con il Papa ( Egli comunque
fu poi proclamato Santo dalla Chiesa Ortodossa ). Questo
scisma rientrò con il Patriarca ANTONIO III°,
ma ormai nella Chiesa orientale si era radicato un forte
sentimento scismatico che esploderà in modo virulento
ed irreversibile un secolo più tardi.
Papa Giovanni VIII |
Papa Stefano V
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IL GRANDE SCISMA
Nel 1043 fu eletto Patriarca di Costantinopoli
MICHELE CERULARIO, uomo focoso e superbo
nel cui animo albergava fortemente un sentimento di ostilità
verso la Chiesa di Roma e soprattutto contro la figura e
l’autorità del successore di Pietro: il Papa.
Non desta meraviglia quindi che una delle prime cose che
fece da Patriarca fu di iniziare una violenta campagna contro
la Chiesa Latina, prendendo ancora una volta spunto dai
tre motivi che già da tempo erano oggetto di feroce
controversia fra teologi e che in passato erano stati causa
di scismi sanati con qualche difficoltà.
Il primo motivo era l’inserimento del termine FILIOQUE (processione dello Spirito Santo oltre che dal Padre anche
dal Figlio) nel Credo Niceno da parte della Chiesa Latina,
atto definito eretico dal Concilio di Costantinopoli convocato
nell’879 dal Patriarca Fozio.
Il termine fu inserito nel Credo Niceno-Costantinopolitano
nel 589 da un concilio tenutosi a Toledo e la Chiesa Spagnola
fu spinta a ciò al solo fine di rafforzare la sua
posizione minacciata dall’eresia Ariana.
Tale aggiunta
teologica fu esportata successivamente in Francia ed in
Germania dove Carlo Magno la utilizzò per sostenere
un’accusa di eresia che lui stesso aveva formulato
contro i Greci. Questi risposero con una contro-accusa dichiarando
eretica la posizione assunta dall’occidente.
Il secondo motivo quello più importante, riguardava
il PRIMATO DEL ROMANO PONTEFICE che doveva
essere considerato superiore a quello degli altri Patriarchi.
Come già accennato tutti i cinque Patriarchi della
Chiesa unita erano d’accordo sul fatto che il Patriarca
di Roma dovesse ricevere onori più elevati degli
altri (primato nella carità) ma ciò non significava
che egli avesse anche un’autorità giurisdizionale
sugli altri quattro ed anche su tutti i vescovi.
Questo mancato riconoscimento del supremo potere giurisdizionale
del Papa su tutta la Chiesa non solo nelle cose di fede
e di morale, ma anche in quelle concernenti la disciplina
ed il governo di essa, rimane ancora oggi il maggior ostacolo
all’unità.
Terzo motivo era la CONTROVERSIA DEGLI AZZIMI,
scontro tra due contrapposti codici di lettura simbolica
della medesima realtà sacramentale eucaristica. L’assenza
di lievito nel pane eucaristico esprimeva per l’occidente
latino l’assenza di qualsiasi fermento di male nella
materia sacrificale, mentre per l’Oriente il lievito,
parte integrante con il sale dell’offerta sacrificale,
esprimeva la presenza nel Cristo di un’anima umana
creata (Umanità di Cristo).
A questi tre motivi se ne potrebbero in realtà aggiungerne
altri (la negazione del Purgatorio, alcune differenze nell’amministrazione
dei sacramenti, la possibilità per i sacerdoti di
sposarsi ecc.) ma tali differenze furono sempre considerate
dalle due parti marginali e comunque non tali da poter causare
divisioni.
Papa Leone IX
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Papa LEONE IX° preoccupato da tutto ciò, inviò
a Costantinopoli il Card. UMBERTO DI MOYENMOUTIER,
Vescovo di Silva Candida per cercare di risolvere
questa critica situazione ma purtroppo con esito negativo.
Si arrivò quindi a quel fatidico 16 luglio
1054 quando il Card. Umberto di Silva Candida attraversando
l’ampia navata di S. Sofia e varcandone le porte
regali, depositò sull’altare maggiore
la Bolla di Scomunica contro il Patriarca Michele
Cerulario ed alcuni altri vescovi suoi stretti collaboratori,
(con questo atto si scomunicava anche tutta la Chiesa
Bizantina), a nome di Papa Leone IX° in quel momento
già defunto, e per questa ragione qualcuno
dubitò della validità della scomunica.
Una settimana dopo il Patriarca Michele Cerulario
convocato un Sinodo in Santa Sofia con tutti i Vescovi
residenti a Costantinopoli, pronunciò a sua
volta una sentenza di scomunica contro Papa Leone
IX° e con ciò intendendo scomunicare tutta
la Chiesa Occidentale.
Le varie Chiese inoltre, attraverso
i loro rappresentanti ufficiali si anatemizzarono
l’un l’altra rendendo la separazione tra
i due schieramenti definitiva. Si separarono così
la Chiesa Cattolica Romana e la Chiesa Ortodossa,
ognuna delle quali rivendicando a sé il titolo
di “ Chiesa una, santa, cattolica, apostolica
“; l’odio aveva sostituito l’amore
fraterno. |
L’ostilità fra le due Chiese
si accrebbe nel tempo anche a causa di drammatici eventi
politici il più grave dei quali fu l’assedio
ed il saccheggio nel 1204 di Costantinopoli da parte dei
crociati che si lasciarono andare a saccheggi empi ed a
notevoli atti di violenza contro la popolazione ortodossa
ed il ricordo di questo evento ancora oggi è un macigno
nelle relazioni tra le due Chiese.
Per secoli le due Chiese non ebbero rapporti , regnando
in ambedue gli schieramenti una diffidenza ostile e solo
grazie a quel grande evento che fu l’incontro fra
il Patriarca ATENAGORA I° e Papa
PAOLO VI° a Gerusalemme con l’abbraccio
di pace e la dichiarazione di riconciliazione con la rimozione
delle scomuniche, le relazioni fra le due Chiese ripresero
vigore e che ai nostri giorni fanno ben sperare in una rapida
conclusione di questo grande scandalo cristiano.
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