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COLLABORAZIONI
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."
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LA PESTE NERA
INTRODUZIONE
Le popolazioni europee del XIV secolo vivevano un periodo
molto particolare e turbolento della loro storia, a causa
di un fermo dell’espansione demografica ed economica
iniziata nell’XI secolo e della scarsa fertilità
delle nuove terre che erano state coltivate; ciò provocò
la scomparsa di moltissimi centri abitati ed un susseguirsi
di carestie che si ripetevano con frequenza allarmante.
Gravissima fu quella del 1315 che si abbattè sull’Inghilterra,
la Francia, l’Olanda, la Germania, la Russia e la Scandinavia.
Carestie ed epidemie spesso formavano un tragico binomio perchè
le malattie trovavano terreno fertile e si diffondevano velocemente
tra le popolazioni indebolite dalla fame.
La situazione si
aggravò ulteriormente anche a causa dell’inasprimento
del clima: inverni freddi e piovosi gelavano i raccolti e
trasformavano i campi in acquitrini.
La manifestazione più evidente di tutto ciò
fu l’abbandono di molti insediamenti; interi villaggi
scomparirono, lasciando posto al pascolo ed alla foresta.
Si può affermare che all’inizio del XIV
secolo l’Europa era sovrappopolata e che le carestie
furono conseguenza di uno squilibrio tra il numero degli uomini
e la produttività agricola scarsa.
Come se tutto ciò non bastasse le popolazioni europee
furono vittime di altri flagelli, quali le diatribe dinastiche
fra famiglie regnanti ma soprattutto di quello più
terribile: la guerra.
Tra Francia ed Inghilterra nel 1337 ne era iniziata una terribile
che passò alla storia come “La guerra
dei cento anni“ e che causò specie
in Francia immani stragi e rivoluzioni; mentre i cristiani
si uccidevano tra loro, i Turchi avanzavano numerosi e con
estrema ferocia alla conquista di quello che rimaneva dell’impero
di Bisanzio, avendo nel frattempo già conquistato tutta
l’Asia Minore.
Anche la Chiesa era indebolita dalla “cattività
babilonese“ dei papi ad Avignone (1309 - 1378)
ed all’orizzonte già si profilava “il
Grande Scisma" che si abbattè sulla Chiesa
tra il 1378 ed il 1417.
E proprio in questa Europa dilaniata da guerre, miseria e
carestie, fece la comparsa nel 1347 - quasi una punizione
divina - un’epidemia di peste che passò alla
storia come “ La peste Nera“.
Essa durò quasi 5 anni dal 1347 al 1351 e secondo calcoli
abbastanza attendibili uccise circa un terzo della popolazione
europea.
Successore di Pietro in questo periodo fu CLEMENTE
VI ( 1342 -1352 ).
ORIGINE DELLA PESTE
La peste nera arrivò dall’Asia e sembra che abbia
avuto origine precisamente in una regione ai piedi dell’Himalaya,
fra l’India la Cina e la Birmania; qui il bacillo trovò
condizioni climatiche e biologiche ideali per impiantarsi
stabilmente nelle colonie di roditori che popolavano quella
zona.
Dall’Himalaya la peste si propagò in Cina, dove
documentazioni dell’epoca attestano che il contagio
iniziò nel 1331.
Dalla Cina il morbo impiegò
circa 15 anni per raggiungere la colonia genovese di Caffa
in Crimea
(1346), allora centro di commercio dove avveniva
lo scambio di merci con i tartari, russi e le altre popolazioni
asiatiche.
Essa fu la prima città europea ad essere
raggiunta dalla peste ed ancora una volta fu il commercio
a favorire la diffusione dell’epidemia.
Da Caffa, attraverso le navi genovesi, il bacillo si sparse
per tutto il Mediterraneo: Costantinopoli, Messina, Genova,
Ragusa, Marsiglia Spalato. Nel 1348 dilagò con velocità
impressionante in Africa del Nord, in Egitto, in Palestina
in Siria ed anche in Italia, Francia, Spagna, Germania, Ungheria
e Scandinavia.
Per cinque lunghissimi anni, la morte proiettò la sua
sinistra ombra su quasi tutte le popolazioni del mondo allora
conosciuto.
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LE CAUSE DELLA PESTE
La malattia è provocata dal bacillo della peste, il
Pasteurella Pestis, scoperto da Alexandre
Yersin nel 1894 durante un epidemia ad Hong Kong. L’agente
patogeno si annida principalmente nei piccoli roditori infettati
dalle loro pulci.
Se la pulce colpisce il ratto delle chiaviche,
la peste rimane con una certa probabilità endemica,
cioè compare soltanto qua e là ad intervalli
irregolari senza sviluppare una vera epidemia. Se invece la
pulce infetta il ratto comune, l’agente patogeno arriva
moltiplicato nei luoghi di insediamento urbano: nelle case,
nelle stalle, nei magazzini, nelle cantine ma anche nelle
stive delle navi.
La pulce del ratto, avendo il potere di far ammalare non solo
il ratto stesso ma anche l’uomo, è la causa principale
dell’epidemia che si diffonde per lo più partendo
dalle città dai porti e dai villaggi più grandi.
Si conoscono due vie di trasmissione del contagio: attraverso
la pelle e attraverso i polmoni.
L’infezione contratta attraverso il morso della pulce
porta la peste bubbonica, così detta
perché si manifesta con comparsa di rigonfiamenti dei
linfonodi e febbre altissima. I colpiti da questo tipo di
peste muoiono normalmente entro una settimana dal contagio.
Ma la forma più pericolosa è la cosiddetta peste
polmonare che viene trasmessa come il raffreddore
per via aerea. Essa conduce quasi sempre alla morte entro
uno o due giorni tra atroci sofferenze.
Tutti e due i tipi di peste colpirono le popolazioni europee.
Epidemia della peste - Albert Durer
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TEORIE SULLA PESTE NEL MEDIOEVO
La medicina del tempo non aveva gli strumenti per spiegare
e quindi debellare la malattia.
Nella lotta contro la peste i dottori del Medioevo si affidarono
ai grandi medici del mondo antico, come Galeno, Ippocrate
ed altri autori e sulla causa ed evoluzione delle malattie
seguivano la corrente umoralpatologica.
I disturbi della salute
erano causati da una cattiva mescolanza dei quattro umori:
sangue, flemma, bile gialla e bile nera. Il mancato equilibrio
di questi umori causava la malattia.
Quindi, secondo questa teoria, la peste era causata da un’eccedenza
di sangue che indicava un processo di putrefazione degli organi
interni; si riteneva che ciò che causava la putrefazione
entrasse nell’organismo attraverso l’aria o il
cibo ingerito.
Per tentare di arginare il male e curare il corpo malato si
raccomandavano salassi e clisteri, rimedi fondamentali per
eliminare sia una parte di sangue infetto che i gas della
putrefazione e i resti marci del cibo.
Il famoso medico dei Papi, Guido di Chauliac, portò
avanti la teoria che la causa della peste era dovuta alla
congiunzione astrale di Giove, Marte e Saturno nel segno dell’Acquario.
Ovviamente, questo fa intuire quanto i medici di allora fossero
lontani dal comprendere la vera origine del morbo e quanto
dovettero soffrire i pazienti che si sottoposero alle loro”cure”.
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LE REAZIONE ALLA PESTE - I FLAGELLANTI E I MASSACRI DEGLI EBREI
Di fronte all’avanzare rapidissimo ed inesorabile del
morbo gli uomini si sentirono senza difesa e come spesso
avviene in queste circostanze, l’impotenza ed il terrore
provocarono tra la gente dei comportamenti isterici che portarono
alla nascita di fenomeni irrazionali come quello dei flagellanti
e cosa peggiore, quello del massacro degli ebrei.
Analizziamo brevemente i due fenomeni.
I Flagellanti - Goya
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I Flagellanti
Una delle manifestazioni di questo isterismo
collettivo fu rappresentato da bande di penitenti che andavano
di città in città, mortificandosi per cercare
di placare l’ira divina, predicando la prossima fine
del mondo e con essa, la realizzazione delle profezie dell’Apocalisse.
Col tempo essi si diffusero in quasi tutti i paesi e Regni
europei, quali l’Italia, la Francia, la Germania, ecc..
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I partecipanti s’impegnavano per 33 giorni e mezzo
lo stesso numero degli anni di Cristo), a durissime penitenze:
coperti da un cappuccio e con una croce sulle spalle, essi
compivano pellegrinaggi di città in città, cantando
salmi, intonando preghiere ed invitando la gente che li osservava
a praticare penitenze come riparazione ai peccati commessi,
così da placare l’ira divina e far cessare la
peste.
Le loro pubbliche esibizioni si concludevano spesso con uccisioni
di ebrei ritenuti la maggior causa della diffusione della
peste.
Se nei primi tempi i flagellanti furono venerati come santi
uomini da imitare, col tempo la gerarchia cattolica non li
tollerò più, poichè essi erano portatori
di una forma di religiosità troppo ascetica e spontanea,
che si poneva al di fuori del quadro istituzionale ecclesiastico.
Il Papa stesso vietò addirittura gli atti di penitenza
pubblici e il proseguimento delle processioni e nel giro di
qualche anno tale fenomeno diminuì di molto, restando
circoscritto solo a piccole minoranze locali.
La persecuzione degli ebrei
La difficoltà di dare una spiegazione
al meccanismo del contagio ed il timore che derivava da questo
fenomeno misterioso, portò tale paura a livelli insostenibili
tanto che, per placare l’angoscia, si pensò bene
di individuare un colpevole, qualcuno da identificare come
causa del male.
Questo qualcuno non poteva che essere un individuo”
diverso” rispetto alla grande maggioranza della popolazione
sia per usi che per costumi e il diverso per eccellenza nella
storia d’Europa era sempre stato l’ebreo.
Non bisogna tacere anche le colpe della Chiesa che contribuì
alla loro persecuzione; infatti a partire dal IV Concilio
Lateranense del 1215, gli ebrei erano stati bollati come stranieri
e nei loro confronti era stato promulgato l’obbligo
di portare il tipico cappello a punta e una toppa rotonda
gialla sul vestito.
Le accuse nei loro confronti, la loro persecuzione ed uccisione
rappresentarono in questo periodo del Medioevo uno dei più
terribili fenomeni di antisemitismo, superato solo dal genocidio
compiuto da Hitler nel XX secolo.
I pogrom degli anni 1348 – 1351, frutto dell’ignoranza
e dell’odio compiuti in Europa nei confronti della
popolazione
ebraica, causarono la morte di decine di migliaia di persone
(il numero esatto non si saprà mai) e la scomparsa
di molte comunità nell’Europa centrale.
Bisogna
tuttavia riconoscere anche che molti cristiani sia laici che
religiosi, non si macchiarono di tali nefandezze ed anzi aiutarono
in molti casi, con rischio della propria vita, gli ebrei a
mettersi in salvo.
La Nazione che attuò con maggiore
crudeltà la persecuzione fu la Germania, dove praticamente
in tutte le grandi città ed anche nei piccoli centri
avvennero spaventosi pogrom.
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I Santi Medici Cosma e Damiano e san Rocco, erano
molto invocati per la protezione contro la peste
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Concludendo questa breve analisi sul terribile
flagello, bisogna comunque tener presente un altro aspetto
importante e cioè che questa immane tragedia scosse
sin dalle fondamenta la cultura, la morale e soprattutto la
storia economica dell’Europa; infatti il 1348 segnò
l’inizio di una crisi che perdurò fino al XV
secolo.
Decisivo fu il crollo demografico causato dall’epidemia;
infatti la gente scampata al morbo ma impaurita dalla possibilità
di esserne colpita, fuggiva in posti più sicuri, lasciando
abbandonati e non seminati i campi e spesso anche il raccolto
restava anch’esso nei campi, non essendoci nessuno che
mietesse.
La popolazione europea, quindi, subì gli effetti negativi
derivanti dall'epidemia di peste nera per almeno cento anni.
La Peste a Milano
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