Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2005 è di euro 25,00 per le persone fisiche e di euro 37,00 per le Associazioni, Enti, Confraternite.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
– Tel/fax 06-7049.1619 - Ccp.39389069
http://www.cartantica.it/
Segreteria: R.Manfè–A.I.C.I.S.–Via Merulana,137–00185 ROMA RM
CONSIGLIO DIRETTIVO- Presidente: Gian Lodovico Masetti Zannini,
Vice-Presidente: Renzo Manfè, Segretario: Saverio Vitagliano,
Tesoriere: Silvia Lancellotti, Consigliere: Gianni Zucco.
Assistente Ecclesiastico: Padre Vito Paglialonga, O.M.D.
COLLEGIO DEI REVISORI: Giacomo Barberi, Agostino Cerini, Giuliana Faraglia.
COLLEGIO DEI PROBIVIRI: Carluccio Frison, Luigi Zanot, Ugo Amici.

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ANNIVERSARI





28.2.1836-2006 - 70° ANNIVERSARIO DEL BEATO PADRE DANIELE A. BROTTIER


Al P. Daniele non mancarono critiche e contrarietà per l'audacia dei suoi progetti, ma egli diceva: "Non bisogna dubitare della Provvidenza, ma pregare e agire. Con questi due mezzi si abbassano le montagne".
Quando giungeva la sera, era raro che non fosse stanco morto. Si udiva allora sovente mormorare: "Ho fatto tutto quello che ho potuto, Dio deve fare il resto".
Un giorno confidò al P. Pichon: "Si è detto che io sono fortunato! È vero, ho avuto della fortuna, Dio mi ha benedetto. Egli mi ha concesso di condurre a termine grandi opere... Posso però anche aggiungere... che la mia fortuna è stata di levarmi alle cinque del mattino e di andare a dormire alle undici di sera, se non a mezzanotte. La mia fortuna è stata di lavorare quanto ho potuto, di scrivere migliaia di lettere, di tentare incessantemente nuove iniziative, di essere ogni giorno sulla breccia, a tempo pieno, quasi a spianare ogni occasione".
A volte il Signore rende così ardua la strada intrapresa da alcune anime, convinte di fare la Sua volontà, che esse sono costrette a lasciarla, nonostante la propria predisposizione e diventare poi un gigante in altri campi. […]

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19 MAGGIO: SAN FELICE DA CANTALICE, laico cappuccino

Santo subito, “il somarello de’ frati”! Santo subito, e per ‘motu proprio’ del Papa. Appena Sisto V seppe che la sera del 18 maggio 1587 era morto a Roma, nel convento francescano di San Bonaventura (ora Santa Croce dei Lucchesi), il suo confratello cercatore, mandò il Cardinale Vicegerente Giulio Ricci a ordinare al Guardiano di presentare istanza per l’apertura del processo di beatificazione; al rifiuto del Guardia no, che non si sentiva autorizzato a farlo, s’arrabbiò, dichiarò che bastava l’autorità del Papa e rispedì il Ricci al convento a raccogliere le deposizioni dei frati. Il Guardiano P.Sante da Priverno non aveva però aspettato l’intervento papale: la sera stessa della morte aveva cominciato a interrogare i confratelli su vita, morte e miracoli di fra Felice, e aveva continuato per tre notti e tre giorni, interrompendosi solo per le esequie.
Il 25 maggio il card. Ricci dichiarò aperto il processo e ricominciò l’interrogatorio dei frati che durò dal 10 giugno al 10 ottobre. Queste deposizioni e quelle raccolte dal Guardiano formarono un complesso unico detto ‘processo sistino’.
Sisto V conosceva bene Felice da Cantalice e dimostrava apertamente verso di lui rispetto e stima. Da cardinale, quando lo incontrava gli chiedeva una pagnotta per amor di Dio; lo fece anche da papa, un giorno, vicino a Trinità dei Monti, e siccome fra Felice cercava una pagnotta ben riuscita gli disse di dargli la prima che gli veniva in mano. Questa risultò nera e malcotta, e il cercatore esortò il papa: “Abbiate pazienza, Padre santo, che siete frate anche voi”.
Lo incontrò anche mentre andava al conclave e gli chiese di pregare per lui; e fra Felice: “Vorreste esser papa, nè? Sarete, ma fate che siate buono”.
L’urgenza di papa Sisto non era solo un suo sentimento personale, ma il desiderio di dare riconoscimento ufficiale a quello che il popolo romano già pensava e diceva da anni.
Tutti conoscevano il frate cercatore che per quarant’anni ogni giorno era uscito a chiedere aiuto per i frati e gli indigenti, e che dava tanto aiuto spirituale a chi lo avvicinava, visitava e confortava i malati, consigliava i dubbiosi, “era amato da tutti e tutti correvano baciarli la mano”; lo chiamavano ‘fra Deo Gratias’ perché con questa formula salutava e ringraziava tutti, anche chi non gli dava niente. Nato a Cantalice (Rieti) nel 1515 come Francesco Porro era stato contadino a Cittaducale; nel 1544, scampato a un brutto incidente sul lavoro, aveva deciso di entrare nello stato che desiderava da tempo, quello di penitenza a imitazione dei Padri del deserto di cui - analfabeta - si faceva leggere la vita. Dopo il noviziato nel convento di Anticoli in Campagna (Fiuggi) aveva pronunciato i voti il 18 maggio 1545; destinato al convento di Palanzana (Viterbo) era poi passato a Tivoli e nel 1547 a Roma, dove gli era stato affidato l’incarico di questuante.
Diceva scherzando, alludendo al suo vecchio desiderio di vita ascetica: “Vedete che ha fatto questo magno Iddio! io mi pensavo di non mangiare mai pane, né bere vino, et esso m’ha fatto padrone di tutto il pane e il vino di Roma, facendomi sempre andar carico di pane e vino” e chiedeva strada dicendo: “Lasciate passare il somarello de’ frati!”
Analfabeta e illetterato, ma profondo nella conoscenza e nell’interpretazione delle Scritture, come testimoniano i suoi confratelli. Modesto ed esemplare, “sempre parlava delle cose di Dio ed era amatore della povertà”; osservante della Regola (“P.Felice faceva tutte le cose esattamente” depose Alessio da Sezze), ma esonerato, per il suo incarico, dal seguire l’orario del convento, pregava intensamente di notte: i confratelli, che lo spiavano ammirati, deposero su fenomeni di levitazione e anche di aver visto due volte la Madonna che gli metteva in braccio il Bambino Gesù.
Rustico ma affabile, cortese e sempre allegro: “Cuor contento e bisaccia in spalla!” era uno dei suoi motti. Si metteva briciole di pane in testa e nella barba per attirare gli uccelli e insegnava ai bambini che lo seguivano in frotta canzoncine devote composte da lui stesso. Il lato giocoso del suo carattere era affine a quello di s.Filippo Neri che gli era molto amico e spesso scherzavano insieme e si burlavano a vicenda. Ma quando il Cardinale Carlo Borromeo fece salire in carrozza l’Oratoriano per discutere con lui la Regola degli Oblati di S.Ambrogio che intendeva fondare, questi ordinò al cocchiere di andare a S. Bonaventura e, con stupore del cardinale che non lo conosceva, girò l’incarico a fra Felice. Il questuante si schermiva adducendo il suo analfabetismo e Filippo Neri replicò che se la facesse leggere. Fra Felice obbedì e conquistò nell’arcivescovo di Milano un fervente ammiratore.
La notizia della morte del cercatore attrasse al convento tanta gente che i frati non potevano entrare né uscire ed erano obbli-gati a scavalcare il muro dell’orto dalla parte del Quirinale; in attesa che il papa desse il permesso di seppellirlo a un certo punto lo nascosero in una cella e sparsero la falsa notizia della sua inumazione. Anche Sisto V si recò a pregare sulla sua bara.
Con la morte di Sisto V (1590) il processo ‘extra ordinem’ si fermò e riprese in forma canonica nel 1613 su istanza di Caterina di Lorena, badessa di Saint-Pierre de Rémiremont, miracolata per intercessione del frate, e di tutta la casa ducale di Lorena.
Fu proclamato beato da Urbano VIII il 1° ottobre 1625 con il breve “In specula militantis Ecclesiae” e canonizzato da Clemente XI il 22 maggio 1712.
San Felice è venerato come patrono dai sericoltori per un intervento che la sua destinataria definì “un miracolo fatto da Dio per merito di Fra Felice”. Il frate passò un giorno da Maddalena Fanucci a prendere la solita elemosina di vino, e la trovò disperata perché pioveva e non poteva dare ai suoi “vermi da seta” le foglie bagnate; le disse di riempire le fiasche come al solito e uscì in fretta. Tornando dalla dispensa la donna trovò fra Felice che copriva i graticci dei bachi con le foglie bagnate invocando sottovoce san Francesco. Naturalmente la sua disperazione aumentò, e la povera donna andò a dormire convinta che l’indomani avrebbe trovato i bachi morti. Invece alzandosi vide che “erano andati a la seta et haveveno fatto il boccio, tanto li grossi quanto li piccoli… attaccati per tutta la camera… perché non vi erano ancora fronde alcune, perché non era ancora il tempo di andare alla frasca.” Persino le sue pianelle ne erano piene.
Attributo di san Felice è la sporta del cercatore, e a volte è rappresentato con il Bambino in braccio. Cantiamo con lui: “Gesù, mio dolce sposo, vera bontà d’amore,scrivetemi nel cor quanto m’amaste. Gesù, tu mi creaste perché io ti debba amare.”
Fonti: Atti del processo sistino (1587), ordinario e apostolico (1613-1712)


EMILIA BAGNASCO

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23 maggio: SAN GIOVANNI BATTISTA DE ROSSI


Il 23 maggio 1764 moriva a Roma nell’ospizio della SS. ma Trinità dei Pellegrini e Convalescenti, dove si era ritirato da qualche anno per motivi di salute, don Giovanni Battista De Rossi.
Era nato a Voltaggio (ora provincia di Alessandria, allora terrItorio dell’Oltregiogo genovese) il 22 febbraio 1698, ed era venuto a Roma - affidato a uno zio cappuccino e a un cugino canonIco - per studiare, prima nel Collegio Romano dei Gesuiti poi nello Studio dei Domenicani alla Minerva.
Ordinato sacerdote l’8 marzo 1721, aveva celebrato la prima messa sull’altare di san Luigi Gonzaga.
Nel 1735 era succeduto al cugino nel canonicato a S. Maria in Cosmedin e vi aveva rinunciato nel 1747 mantenendo lo stallo in coro per devozione alla Madonna.
Cagionevole di salute, non aveva mai avuto un incarico nella gerarchia, ma aveva svolto un intenso apostolato personale fin dal tempo degli studi: “era continuamente impegnato nel far del bene né Prossimi, specialmente per il vantaggio spirituale de medesimi”, “tutti a lui ricorrevano ed egli a tutti si prestava”, “a favore delle persone tutte d’ogni condizione, e ceto, e specialmente di quelli, che più bisognosi sono di aiuto, e più degli altri sono abbandonati, e schivati”: poveri, malati, carcerati, birri e illetterati.
“Egli tutto faceva per amor di Dio, e quanto praticava al Prossimo era a Dio riferito… non aveva Egli alcun riguardo ai propri incomodi, né conoscevasi in lui alcun rispetto umano,” “Il continuo esercizio di catechismi, missioni, prediche, confessioni, visite di spedali e tant’altre opere di pietà avevano fatto acquistare, al ca-nonico suddetto per la città di Roma il concetto d’un vero imitatore e seguace” di s. Filippo Neri, che egli venerava e sulla cui tomba andava a pregare quando sentiva il bisogno di “consultare il buon vecchio” in qualche caso spinoso.
La sua preoccupazione per la salute delle anime lo portò a esercitare due ministeri: quello della confessione e quello della catechesi.
Non gli piaceva scrivere - diceva di non avere tempo - ma era disposto a dettare. Sono stati pubblicati, in tempi diversi,una “Memoria utilissima ai vescovi, parrochi e confessori di monache”, la “Spiegazione delle cose più necessarie da sapersi da ogni cristiano”, (catechismo a domande e risposte) un “Metodo facile per le confessioni generali”, e si conservano i “Discorsi morali”, riassunto di omelie tenute nella chiesa di S. Tommaso ai Cenci ai chierici e sacerdoti della Pia Unione di S. Galla. A questa associazione, fondata nel 1702 da don Girolamo Vaselli per l’insegnamento della dottrina cristiana, il canonico De Rossi aveva aderito nel 1715, e ne aveva esteso l’opera ai bambini e ai birri; nel 1755 propose a Benedetto XIV i catechismi pasquali.
Nel multiforme apostolato del santo risalta la cura che ebbe per la formazione del clero e dei religiosi con particolare riguardo ai confessori - che riteneva importantissima perché ad essi “appartiene essere di quelle cose, che sono per la salute dell’anima del nostro Prossimo”.
Raccomandava prima di tutto l’orazione mentale, “uno delli mezzi che vi sono per attendere seriamente alla nostra eterna salute” così “potremo santificarci noi come dobbiamo, e santificar gli altri”; tuttavia “non ci dobbiamo far trascinare dalla troppa devozione… Le lunghe orazioni sono buone e sante, quando sono fatte a tempo debito, perché dopo un tempo sufficiente dobbiamo attendere al nostro prossimo. Facciamo adunque di non trascurare la santificazione de prossimi per attendere alla propria, e di non trascurare la propria per cercare l’altrui”.
Raccomandava di parlare “con verità, cioè con semplicità, senza equivoci, ma con candidezza, perciò non facciamo che una cosa diciamo con la bocca e un’altra ne sentiamo nel cuore”, e di tener presente che le parole “saranno sempre senza frutto se non saranno animate da un’operativa carità, in cui consiste il tutto, e se questo manca, si parla invano… tanti poveretti, tornati a casa, hanno appena un tozzo di pane per sdigiunarsi, onde dicono, e dicono bene: ha un bel dire il nostro prete che trova il pranzo fatto, e noi frattanto ci moriamo di fame. Quanti peccati si commettono per mancanza di pane, e quanti per mancanza di letto”.
Questa “operativa carità” - che lui stesso praticava ad personam e partecipando e promovendo opere come l’ospizio per le donne sole intitolato a S. Luigi Gonzaga e quello di S. Michele per i ragazzi - la raccomandava anche ai vescovi e ai parroci verso i loro coadiutori, perché considerassero sia il loro profitto spirituale che il benessere materiale col “dargli il dovuto provvedimento e che piuttosto sia abbondante “ed evitando un carico eccessivo di lavoro e di spese. Per questo suo impegno pastorale il clero di Londra lo proclamò proprio patrono.
Operativo e pratico si dimostrò il canonico De Rossi anche nel campo della catechesi.
I parroci e gli altri sacerdoti incaricati - e sarebbe stato “espediente”, secondo lui, che lo facessero anche i Vescovi, “non solo ammaestrino nelle cose spettanti alla fede, ma anche nelle obbligazioni dello stato di ciascheduna persona; finché tutti sappiano e ciò che devono credere; e ciò che devono operare per vivere da veri cristiani”.
Su istanza della Pia Unione di S.Galla e dell’Arciconfraternita della SS.ma Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti iniziò nel 1772 il processo informativo ordinario.
Il can. De Rossi fu proclamato beato il 13 maggio 1860 e santo l’8 dicembre 1882.
E’ generalmente raffigurato con la mozzetta da canonico; suoi attributi sono: l’icona della Odigitria Madre di Dio sempre Vergine, venerata nella basilica di S.Maria in Cosmedin dove fu portata nell’VIII-IX secolo da monaci bizantini;e un libro aperto con il versetto “Ero malato e mi avete visitato” (Matteo, 25,36) allusivo alla sua “operativa carità”.

Fonti: atti del Processo ordinario e apostolico, altri documenti e scritti depositati nell’Archivio Segreto Vaticano (Congregazione dei Riti), Archivio delle Cause dei Santi, Archivio Storico del Vicariato di Roma e Biblioteca Apostolica Vaticana.

EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO

 

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I DIVERSI TITOLI A MARIA SANTISSIMA


24 maggio - Festa di Maria Ausiliatrice


Auxilium Christianorum, ora pro nobis (Aiuto dei cristiani, prega per noi), proclamiamo a conclusione del S.Rosario, recitando le litanie lauretane.
Il papa Pio VII nel giorno 24 maggio 1815 istituì la festa della B. V. Maria Ausiliatrice, proprio per ringraziarLa della sua liberazione dalla ormai quinquennale prigionia napoleonica.
S. Giovanni Bosco (1815-1888), fondatore della congregazione dei Salesiani, riprese questa devozione e fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice. Il grande educatore ed innovatore torinese, pose la sua opera di sacerdote e fondatore sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe e s’ingarbugliavano; a Lei diceva: “E allora incominciamo a fare qualcosa?”.
Lo stesso Don Bosco confidò un giorno ad uno dei suoi primi Salesiani, Don Cagliero, grande missionario in America Latina e futuro Cardinale: “La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine Santa ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana”.
È proprio grazie a Don Bosco e alla costruzione del Santuario di Maria Ausilitrice, voluto dalla stessa Madonna, che il titolo di Ausiliatrice tornò attuale nella Chiesa. Basilica-Santuario “capo e madre” di tutte le Chiese dei Salesiani sparse nel mondo, il Tempio dedicato a “Maria Ausiliatrice” sorge al centro del grande complesso dell’Istituto al Valdocco, in Torino. Fu solennemente consacrato il 9 giugno 1868, dopo cinque anni di lavori. Tra l’altro, vi sono conservati i corpi di San Giovanni Bo-sco e di Santa Maria Domenica Mazzarello, confondatrice delle “Figlie di Maria Ausiliatrice”.
In sogno, erano risuonate all’orecchio di don Bosco le consolanti parole: “Haec Domus mea: hinc gloria mea! Questa è la mia casa, di qui la mia gloria”, ed Egli ce le ha poi ripetute più volte con sempre crescente commozione, quasi ad instillarci nell’animo che qui siamo veramente nella Casa della Madonna e che, perciò, dobbiamo con la parola e con le opere, far sì che la gloria di Lei s’irradi ininterrottamente fino alle estremità della terra, a salvezza delle anime. Il pittore Tommaso Lorenzone ricette la commissione di comporre il maestoso quadro della Madonna Ausiliatrice e l’ha rappresentata non solo con il Bambino in braccio, ma anche con lo scettro del comando, sospesa su una nuvola con lo sfondo della terra.
La Beata Vergine Maria sta a guida della Chiesa, proteggendo il papa ed i vescovi, così come nel Cenacolo in Gerusalemme, dopo la Pentecoste, proteggeva gli apostoli. Oggi si parla di Maria Ausilitrice come della Madonna di Don Bosco! Bisogna ricordare che nel 1980 Giovanni Paolo II fece la sua prima visita a Torino.
Venne a Valdocco ben due volte. Indimenticabile il suo incontro con i giovani sulla Piazza Maria Ausiliatrice.
Maria Ausiliatrice viene invocata come celeste Patrona di interi Continenti e Nazioni. Infatti fin dal 1800 è patrona della Polonia; dal 1844 dell’Australia; dal 1924 della Cina, dal 1949 dell’Argentina.

ATTILIO GARDINI


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30 MAGGIO: SANTA GIOVANNA D'ARCO


Giovanna nacque a Domrémy in Francia. intorno al 1412.
Contadina analfabeta, dall'età di tredici anni sentì voci di santi che la esortavano a liberare la Francia, allora impegnata nella guerra dei Cent'anni (1339 - 1453).
Combatté quindi contro l'esercito della Corona inglese che, in virtù dei propri possedimenti in terra francese, accampava diritti sul trono e riuscì a far incoronare Carlo VII a Reims. Tradita e processata come eretica, fu mandata al rogo nel 1431.
Callisto III ordinò la revisione del processo nel 1455, fu pienamente riabilitata e infine canonizzata nel 1920.
Viene rappresentata con l'armatura e con un vessillo in mano.
PROTETTRICE: di telegrafisti e di operatori radiofonici
PATRONA: di Francia
NOME: di origine ebraica, significa "Dio ha avuto misericordia", "dono del Signore".


PAOLO MONCIOTTI



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MOSTRE


ROMA, 6-7 maggio 2006 – Mostra di santini: “LA DEVOZIONE POPOLARE MARIANA NELLE IMMAGINETTE SACRE-”


Il 6 e 7 maggio p.v., presso la Parrocchia San Gregorio VII Papa, affidata ai Frati Minori, in Via Gregorio VII, nrr.6-10 in Roma, ubicata nei pressi della Città del Vaticano, nell’ambito delle iniziative filateliche dell’A.F.I.- Associazione Filatelica Italiana, l’A.I.C.I.S. allestirà una mostra di santini devozionali sul tema “La devozione popolare mariana nelle immaginette sacre” con la cortese collaborazione dell’A.F.I. stessa.
I soci che hanno finora aderito all’iniziativa di esporre le proprie collezioni mariane sono: EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO, AGOSTINO CERINI, GIULIANA FARAGLIA, GIANCARLO GUALTIERI, SILVIA LANCELLOTTI, RENZO MANFE’, MARIA ROSA PANISI, RITA SCIUTTO, SAVERIO VITAGLIANO e LUIGI ZANOT.

http://web.tiscali.it/sangregoriovii/1parroc/Parr01a.jpg

 

 

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TARQUINIA (VT), 18-21 maggio 2006 – Mostra di immaginette: “SANTA LUCIA FILIPPINI”


I soci EDMONDO BARCAROLI e GINO ARESTIVO di Tarquinia in coincidenza con i solenni i Festeggiamenti parrocchiali in onore di SANTA LUCIA FILIPPINI, tra le altre iniziative sono stati invitati dal parroco Don Alberto ad esporre all'interno della Chiesa, dedicata alla Santa tarquinien-se, le collezioni di "SANTINI" sulla Filippini.
Pertanto nei giorni dal 18 al 21 maggio 2006 sarà allestita una mini mostra di sei quadri, che conterranno ben 36 fogli, formato A/4, per un numero di circa 200 immaginette, che coprono un arco di tempo che và dal 1926 (anno della beatificazione) a tutto il 2005.
Si prevede la stampa di una nuova immaginetta di Santa Lucia Filippini, che sarà distribuita, durante le manifestazioni religiose che si svolgeranno sempre nei suddetti giorni, a tutte le persone che vi interverranno.
Invitiamo i soci di Roma e dell’Alto Lazio ad essere presenti alla manifestazione tenuto conto anche delle bellezze del luogo e dell’ospitalità e gentilezza dei suoi abitanti.

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MOZZATE (CO), 7 e 14 maggio 2006 – Mostra: “LA DEVOZIONE POPOLARE NELLE IMMAGINETTE SACRE - XIX/XX SECOLO”


Il socio LUCIANO GALBUSERA di Cislago tramite il Gruppo Artistico Culturale locale “IL GRAPPOLO” organizza una mostra di santini devozionali sul tema: “La devozione popolare nelle immaginette sacre”, presso il Castello del Seprio di Mozzate (CO) (http://digilander.libero.it/matteofedeli/_private/adress.htm) durante la Rassegna “Musicainvilla 2006” dell’Associazione ”Accademia Con-certante d’Archi” di Milano che ha qui la sua sede.
All’esposizione, che sarà aperta al pubblico nelle domeniche 7 e 14 di maggio 2006 con orario 10.00 -18.00, partecipano, oltre ai sigg.SERGIO AGLIETTI di Busto Arsizio, e OLGA e CARLO MAZZELLA, i soci LUCIANO GALBUSERA di Cislago e ROBERTO DE SANTIS di Alessandria.
Il 7 maggio (Recital di Andrea Carcano-Musiche di J. S. Bach, W.A.Mozart, R.Schumann, D. Schostakovich, C.Nielse, N. Medtner) e il 14 maggio (Recital del Duo violino e pianoforte Elia Leon Mariani, Valentina Divitini W.A.Mozart Sonata in mi minore; L.v.Beethoven Sonata in la minore op. 23; E.Grieg Sonata in fa maggiore op.8), subito dopo l’orario di chiusura della Mostra si terrà il concerto dell’Accademia Concertante d’Archi diretto dal Maestro MAURO IVANO BATTAGLIA. Con l’occasione ringraziamo sia il Maestro che l’Associazione per la squisita cortesia e disponibilità.
I soci che avessero possibilità di recarsi in visita alla Mostra possono fin d’ora pianificare uno o entrambi i pome-riggi di maggio (7, 14) per godere oltre che dell’esposizione di immaginette devozionali, anche del Concerto del la sopra citata Accademia http://digilander.libero.it/accademiaconcertante/.
Per arrivare a Mozzate si prenda l’autostrada Milano-Como, poi Uscita: Saronno, quindi a sinistra prendere la Sta tale Varesina (indicazione Gerenzano-Varese e a 8 Km si trova Mozzate; quindi, sul lato destro c’è il Castello del Seprio.

 

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RAVENNA, maggio 2006 – Mostra: ImmaginAzione – Carte sacre e profane europee figurate e decorate tra manifattura e serialità – Secoli XVII-XX”


La socia Prof.ssa ELISABETTA GULLI GRIGIONI di Ravenna ci ha preannunciato una sua Mostra che verrà allestita nel maggio p.v. nella loca le prestigiosa Biblioteca Classense sul tema indicato nel titolo.
L’esposizione propone materiali cartacei di interesse figurativo, di contenuto sacro e profano, prodotti in Europa dal Seicento alla prima metà del Novecento con varie tecniche di stampa (xilografia, incisione su rame e metallo, litografia e cromolitografia, fotografia e tecniche fotomeccaniche) e di manifattura (miniatura, intaglio e ritaglio della carta, silhouette, collage) considerate dalla prospettiva delle operazioni che possono essere fatte sull’immagine una volta che essa sia stata prodotta, modificandola in vari modi.
La nostra socia, ideatrice e curatrice dell’esposizione, dedicherà particolare attenzione ai “santini” realizzati a stampa o manufatti nell’elaborazione ornamentale dell’immagine di base e nei fenomeni di amplificazione che possono essere anche molto ampi.


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FOLLINA (TV), 15 MAGGIO 2006 – Mostra: “Santini –Ricordo della Prima Comunione, da fine ‘800 agli anni Cinquanta”


Il 15 maggio a Follina, Via Roma 18, il socio MARIO TASCA replicherà l’esposizione di immaginette sui Santini-Ricordo della Prima Comunione, in occasione della seconda edizione del mercatino “Colori di Primavera”.
Domenica 23 aprile u.s. è terminata l’esposizione a Caorle (foto a sinistra: vista parziale della mostra nel Centro Pastorale) sempre sul tema dei “Santini-Ricordo di 1^ Comunione.
Ci scrive in merito il socio Tasca di Follina: “Essa è risultata un po’ deludente sotto l’aspetto della partecipazione; infatti, i turisti della Pasqua, numerosi nelle strade e nelle piazzette di Caorle, lo sono stati meno nel visitare la mia mostra!
Comunque ho avuto la costruttiva visita di alcuni collezionisti, tra cui il socio Lorenzo Cimenti, e un altro di S. Donà di Piave, non iscritto ma intenzionato a farlo, che colleziona santini da 30 anni e che ha incentrato la propria collezione su pezzi più ricercati e antichi fino al ‘900. Per curiosità degli associati, aggiungo che mentre questi mi magnificava alcuni dei suoi canivet e pergamene dipinti a mano, si è sovrapposta al nostro discorrere un’altra signora collezionista che ha commentato: “in questa sala i miei santini non ci starebbero tutti!” Ha quindi illustrato i suoi santini: molti dati da una signora che gira il mondo per il volontariato, altri da una suora missionaria. Preso il portafoglio,ci ha mostrato tre santini da lei dichiarati “tra i suoi più preziosi”: comunissime immaginette di facile reperibilità. [...]


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ALESSANDRIA, 13 maggio-26 giugno 2006 – Mostra: “LE APPARIZIONI E IL MESSAGGIO DI FATIMA ATTRAVERSO LE IMMAGINETTE DEVOZIONALI”


Il socio ROBERTO DE SANTIS di Alessandria in occasione della visita della Madonna Pellegrina di Fatima (28 maggio-3 giugno p.v.), presso la Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” di Alessandria, con la collaborazione di AQUERO – Organizzazione di volontariato ed il patrocinio dell’AICIS- Ass.Italiana Cultori Immaginette Sacre e dell’OFTAL, Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes sta allestendo una mostra sul tema “La Madonna di Fatima”.
L’esposizione sarà inaugurato il 13 maggio e rimarrà aperta al pubblico fino al 26 giugno con orario: tutti i giorni dalle 16,30 alle 19,00 e le
domeniche anche al mattino dalle 9.00 alle 12.00.
Partecipano come espositori con le loro collezioni i soci ROSA MARIA PANISI, SILVIA LANCELLOTTI, RENZO MANFE’ e ROBERTO DE SANTIS.
Le Sezioni della Mostra comprendono:
1-Le apparizioni di Fatima;
2-Fatima in Italia e nel mondo;
3-il Cuore Immacolato di Maria;
4-Santità e spiritualità dei successori di Pietro;
5-Fatima nel ministero del successore di Pietro e nel cuore di Giovanni Paolo II.

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MILANO, 27-29 maggio 2006 – Mostra di SANTINI: “SANTUARI MARIANI D’ITALIA…ATTRAVERSO LE IMMAGINETTE SACRE”


Il socio GIUSEPPE GOTTI di Milano terrà nella sua città una mostra di santini della propria collezione nel Salone della Parrocchia “Madonna Divina Provvidenza” in Via Arpino 11 nei giorni di sabato 27, domenica 28 e lunedì 29 maggio.
L’ esposizione sul tema “I Santuari mariani d’Italia” rappresenterà tutte le regioni italiane con cenni di storia per ogni Santuario (foto a sinistra: Santuario Madonna dell’Arco a Napoli; foto a destra: Santuario della Madonna di Bonaria a Cagliari).
La parrocchia è situata nella zona “Quinto Romano”, che si trova a 1 chilometro dallo Stadio di San Siro.

 

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MISILMERI (PA), 30 aprile-31 maggio 2006 – Mostra di immaginette: “IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA”


Il socio ANTONINO COTTONE di Misilmeri ha inaugurato il 30 aprile 2006 una mostra di immaginette devozionali sul tema “Il Cuore Immacolato di Maria”.
Ha completato, quindi, l’esposizione con al tre immaginette sempre di tematica mariana. L’allestimento della mostra, grazie alla gentile disponibilità del parroco Don VINCENZO CATALANO, è avvenuto presso i locali della Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” di Misilmeri.
Le visite possono essere effettuate nei giorni festivi e prefestivi dalle ore 17.00 alle 21.00. Nei giorni 18, 19 e 20 maggio l’esposizione rimarrà aperta in occasione del triduo al Cuore Immacolato di Maria.

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CISTERNA DI LATINA (LT), 13-14 maggio 2006 – Mostra: “1945°
ANNIVERSARIO DEL VIAGGIO DI S.PAOLO APOSTOLO VERSO ROMA”


Il socio MAURIZIO PROSPERI di Cisterna di Latina, sulla scia del grande successo di pubblico che sta riscuotendo la mostra in corso a Piana delle Orme (LT) sulla medesima tematica, (cfr.Circolare 275, pag.19), la cui chiusura è prevista per il 1 maggio, presenterà una buona parte dello stesso materiale a Cisterna di Latina nel prestigioso cinquecentesco Palazzo Caetani per il prossimo 13-14 maggio.
Inoltre, alle ore 17.00 di sabato 13 maggio il Dr. ALFONSO SAPIA, Presidente dell’Accademia Culturale Europea di Roma, amico del defunto fondatore della nostra Associazione Comm.Gennaro Angiolino, terrà una conferenza nei locali di Palazzo Caetani sulla figura di San Paolo Apostolo per il 1945° anniversario del suo viaggio verso Roma.

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RAVENNA, 18 aprile-31 maggio 2006 – Mostra: “MARIA, MADRE DI DIO, NELLE IMMAGINI DEVOZIONALI TRA SEICENTO E PRIMO NOVECENTO"


Il socio FILIPPO BRICCOLI, in occasione della Festa della Madonna Greca, ha allestito un’originale e pregevole esposizione di immagini devozionali, in onore della Patrona di Ravenna che è stata inaugurata e benedetta il 23 aprile da Mons. Giuseppe Verucchi, Arcivescovo di Ravenna-Cervia. (Nelle due foto a sinistra e a destra vediamo da sinistra il Parroco-Rettore Padre Jarek Adamski, monaco di S. Paolo eremita, il socio Briccoli e Sua Ecc.Mons.Verucchi).
Ho strutturato la mostra dividendo le immagini devozionali, che appartengono a un arco cronologico compreso fra il XVII secolo e i primi decenni del XX secolo, in quadri tematici riguardanti la vita di Maria, i luoghi di culto e gli appellativi onorifici, con titoli esplicativi ricavati anche da enunciazioni evangeliche
O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO; ECCO LA SERVA DEL SIGNORE, Lc 2,38; EGLI SARA’ GRANDE E SARA’CHIAMATO FIGLIO DELL’ALTISSIMO, Lc, 1,32; MA-RIA MADRE DI DIO; UNA SPADA TRAFIGGERA’ LA TUA ANIMA, Lc 2,35; TOTA PULCHRA ES, MARIA; LA REGINA DEGLI ANGELI; FIORI DI TERRA SANTA; HONORIFICENTIA POPULI NOSTRI, MARIA; SANTINI A SORPRESA O TESORETTI.
Per arricchire e variare la mostra, oltre alle immagini tradizionali (pergamene, stampe, canivet, cromolitografie, ecc.), sono state aggiunte un’oggettistica abbastanza insolita e particolare: cere, reliquie, Agnus Dei, targhe ceramica, altarini e simili.
I prelati che si stanno avvicendano nelle funzioni religiose elogiano la mostra lasciando scritto anche parole di ammirazione per queste immagini che testimoniano la fede e la devozione a Maria, Madre di Dio.
Si ha sempre la sensazione di trovarsi di fronte a preziosi esemplari che la devozione privata ha salvato dal tempo, forse dimenti-cati ma “riscoperti” da un cultore che vuole offrire ai fedeli alcuni piccoli gioielli della sua raccolta, creata in trent’anni di ricerca.

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COLLEZIONANDO



I SANTINI: UN MONDO AFFASCINANTE
V - PICCOLE ESPERIENZE DI UN COLLEZIONISTA


Amiamo i Santi, rispettiamoli e la loro immagine indichi in noi la loro presenza viva e reale. Essi acquisiscono da Dio la capacità di proteggerci; sono maestri e guide per noi e mezzo di comunicazione tra cielo e terra.
Alcuni nel ricercare il volto dei santi raccolgono una sola immagine, altri per ognuno ricercano infinità di rappresentazioni diverse, impostando la loro attenzione solamente su uno.
C’è chi trascura i Servi di Dio per la loro vastità e perché, in pratica, chiunque battezzato, muore in concetto di santità è considerato già un Servo di Dio. E’ invece istruttivo e stimolante conoscere tutti coloro che sono in cammino verso la santità.
Personalmente, ritengo molto utile e appagante avere di un Santo la rappresentazione sequenziale dei vari passaggi del suo percorso, da Servo di Dio, a Venerabile, poi Beato, quindi Santo.
Suggerirei ai collezionisti di approfondire, meditare la vita di quel Santo più rappresentato nella propria collezione o di quel modello di santità che maggiormente lo ha attratto per capire il segreto di di quella caparbia volontà di essere ad ogni costo eroico nella virtù.
Per gli studiosi, essi rappresentano la parte più viva della raccolta, perché sempre in continua evoluzione, con le incessanti ristampe delle iconografie e con le nuove beatificazioni e canonizzazioni.
Per la loro vastità consiglio, a puro titolo di praticità, di destinare ai SANTI degli album differenti per etichettatura o colore da quelli delle SANTE.
In tal modo si suddividerà l’innumerevole schiera di immaginette con un ottimo risultato.
Catalogarli sarà facile, rispettando rigorosamente l’ordine alfabetico; ma se noi volessimo dare loro amore e studio esistono altre strade, che sconsiglio ai più, ma di grande soddisfazione e destinate ai più preparati e più tecnici.
Di queste offro uno spunto per la catalogazione e divisione: periodi storici – Fondatori di Ordini Religiosi e Congregazioni – Fondatori di scuole cattoliche – Santi Religiosi – Santi laici – Patroni di città – Protettori di mestieri e Patroni delle categorie di lavoratori – Santi venerati a … - Santi militari – Santi combattenti – Santi Vescovi – Santi medici – Santi missionari – Santi raffigurati con Gesù Bambino – Corpi Santi – Santi che schiacciano il “male” (drago – serpente – corvo) – Grandi Predicotori – Dottori della Chiesa – Santi divisi per regione, ecc.

GIANNI ZUCCO

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LE IMMAGINETTE DI EPINAL


Il Segretario AICIS, SAVERIO VITAGLIANO, che ha parlato il 4 aprile u.s. in sede sulle immaginette di Epinal, ci ha inviato un breve sunto ed alcune immagini di Epinal.
Nel periodo della restaurazione francese, primi decenni dell’800, scritti ed immagini prendono forma e sostanze nuove.
La chiesa diventa fonte di ispirazione e modello da seguire.
Nella rivoluzione industriale in atto, la raffigurazione dell’arte religiosa trova un filone nuovo, per la grande diffusione delle stampe popolari.
La varietà di produzione favoriva ogni tipo di necessità.
Alle immaginette sacre, propriamente dette, venivano accoppiate diversi altri tipi di carta decorata: calendari, paraventi, ventagli, etichette per liquori, partecipazioni di nozze, morte e nascita, biglietti da visita, materiale didattico quali fiori, animali, soldatini etc.
Se a Parigi spopolano industrialmente i Turgis, i Boumard, i Bonamy, etc., in altri piccoli centri si ricorre ancora ad una produzione artigianale, in cui vengono coinvolti interi nuclei familiari.
Tra questi centri spicca la città di EPINAL – oggi conta oltre 50.000 abitanti – in Lorena, a 60 km. da Nancy che a quei tempi si diede ad un impiego artigianale di massa attraverso la produzione di stampe popolari di ogni tipo - che ancora oggi resiste, adeguandosi ai moderni procedimenti - con la tecnica calcografica a mezzo xilografia (in cisione su legno).
La caratteristica di queste stampe consisteva, per ragioni di economia nell’impiego di carta povera, colorate con tinte forti, escluso l’oro, realizzate a mano con l’uso di sagome di cartone pressato o di zinco. Grandi fogli contenevano una serie di santini, diversi, che dopo la coloritura venivano tagliati e destinati ai venditori.
Le dimensioni dei santini erano varie, spesso erano accompagnati, quelli di dimensioni maggiori, da cantiche e preghiere particolari (come nel caso della tavola pubblicata nel precedente numero, sia pure di ridotte dimensioni).
Altra caratteristica che distinguevano questa produzione era rappresentata dalla didascalia alla base, su molte immaginette, in lingue diverse in genere francese, spagnola, inglese, tedesca, italiano, al fine di favorire la vendita nei paesi di area cattolica.
La famiglia Pellerin è quella più nota nella produzione delle stampe di Epinal.
Anche questa tavola, qui riprodotta e recante il N.2154 relativa ad una serie di immaginette varie poi da ritagliare è dell’editore Pellerin.


SAVERIO VITAGLIANO


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EX LIBRIS – IL TEMA RELIGIOSO



SAVERIO VITAGLIANO
di Roma ci ha inviato il seguente articolo:


Non si sa con precisione chi sia stato il primo ad adottare gli ex libris. Si sa però con certezza che già in epoca medioevale molti bibliografi personalizzavano i volumi di loro proprietà con un sigillo, con un segno distintivo che non era solo esclusivamente la propria firma quale segno inconfutabile di appartenenza.
Gli ex libris sono dei bigliettini di carta che riportano un disegno più o meno gradevole, con il nome del proprietario ed incollati sulle prime pagine dei libri, in genere sull’antiporta.
Il disegno può raffigurare un motto, uno stemma, un simbolo od una allegoria, che in qualche modo è attinente o si richiama al collezionista proprietario per fatti storici o avvenimenti, professione o passione, che in qualche modo ha rapporto o riguardo con la propria vita e con la propria attività.
Alcuni di questi ex libris sono opere di grandi maestri incisori, altri di artisti più o meno noti, che in seno ad una collezione il proprietario può vantare esemplari interessanti sotto molto punti di vista: appartenenza, grafica, soggetto raffigurato, autore, etc.
Altri ex libris, invece, mancano del disegno, in compenso però riportano frasi celebri, motti, proverbi, brani di poesie famose, passi del Vangelo, per non parlare poi di quelli più libertini con figure e frasi a carattere…licenzioso.
Ma non pochi bibliografi scelgono di personalizzare i propri libri con temi a carattere religioso: il Santo patrono della propria arte o mestiere, del proprio paese, un soggetto a cui si è particolarmente devoto preso a protezione da pericoli e tentazioni, per riconoscenza, insomma per una …confidenziale amicizia ed infinita fiducia.
Tutte cause o ragioni che possono determinare la scelta, un’idea simpatica ed originale che è sempre un segno di stima nei confronti di qualche soggetto meritevole di testimonianza e che nel contempo è uno specchio della personalità dell’uomo che l’ha scelto come proprio distintivo.
Molti sono i collezionisti e gli studiosi di ex libris, ma anche molti collezionisti di immaginette sacre collezionano l’icono-grafia religiosa sull’ex libris.
Infatti su questi “bigliettini”, appositamente disegnati, si accoppia al gusto della composizione grafica, anche la particolare predilezione per la immagine sacra rappresentata che nella maggior parte dei casi è costituita da Santi e non sempre quelli di maggior spessore, da Madonne e da Angeli.
A tal proposito, si ricorda una esposizione di ex libris polacchi a soggetto religioso, di gran pregio artistico, proveniente dall’Università di Lublino, da parte di Padre LUCIO MIGLIACCIO, già nostro assistente ecclesiastico, nell’ambito della mostra AICIS tenuta a Roma nel 1995 adiacente alla propria sede, nella prestigiosa Sala Baldini.


SAVERIO VITAGLIANO

 

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VITTORIO PRANZINI: conferenza su "STORIA DELL'IMMAGINE SACRA"


Il C.E.I.S. comunica che sabato 27 maggio, alle ore 15.30, il Prof. VITTORIO PRANZINI di Ravenna terrà una conferenza sul tema “STORIA DELL’IMMAGINE SACRA” presso il teatro “San Salvatore” in Via Volto Santo 1 a Bologna.
Invitiamo tutti i soci che possono fin d’ora progettare una visita a Bologna ed essere presenti alla conferenza del prof.Pranzini, noto a tutti gli associati AICIS per i suoi libri ed ultimamente per i due album di santini: il primo uscito per Natale 2005 ,“L’ALBUM DEI SANTINI”, e il secondo uscito nella scorsa Santa Pasqua con il titolo “SANTI – I CAMPIONI DELLA FEDE”.

 

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UN MUSEO DEI CUORI A RAVENNA?
LA COLLEZIONE DI ELISABETTA GULLI GRIGIONI


Riportiamo qui appresso l’articolo della giornalista Francesca Marcarino, pubblicato sul nr. 5 del 14 marzo u.s. del quindicinale di informazione ravennate “LA PIAZZA - Avvenimenti”.
Un sentito grazie alla gentile Redazione del quindicinale.
La socia ELISABETTA GULLI GRIGIONI di Ravenna possiede una raccolta, unica in Italia, di immaginette sacre, immagini, lettere ed oggettistica avente per tema il “cuore”, che ancora pochi italiani hanno potuto ammirare e soprattutto apprezzare.
L’augurio del Consiglio Direttivo AICIS è quello che tale stupen-da collezione non emigri, né si disperda, ma trovi una meritevole collocazione in Ravenna.

COLLEZIONI - 1.800 PEZZI COMPONGONO LA COLLEZIONE, FRUTTO DI UN ATTENTO LAVORO DI RICERCA ANTROPOLOGICA E ANTIQUARIA, DI ELISABETTA GULLI GRIGIONI: SONO DATABILI FRA IL ‘600 E LA PRIMA METÀ DEL ‘900 E LEGATI AL TEMA DEL ‘CUORE’… INNUMEREVOLI I CUORI ‘CONTEMPORANEI’
Il ‘Museo dei Cuori’ resterà a Ravenna?
L’articolo apparso sullo scorso numero di ‘La Piazza-Avvenimenti’ e intitolato 'A Ravenna c'è un Museo dei Cuori' ha suscitato non poco interesse e curiosità fra i nostri lettori.
Tra i quesiti ricorrenti l’eventuale destinazione della Collezione di Elisabetta Gulli Grigioni dedicata al tema del ‘cuore’. Abbiamo rivolto a politici, artisti, giornalisti e intellettuali la domanda: «Come vedrebbe, a Ravenna, la creazione di un 'Museo dei Cuori'?»
di Francesca Marcarino
«Un ‘Museo dei Cuori’? Mi fa piacere che Ravenna sia una delle poche città italiana che può vantare una raccolta ‘sentimentalmente’ così importante e di interesse culturale e artistico così incisivo», dice il Vicesindaco reggente Giannantonio Mingozzi. «L’esperienza di Elisabetta Gulli – aggiunge - è già molto conosciuta a Ravenna per la sua completezza e affidabilità, documentata anche dalle numerose pubblicazioni e mostre. A mio avviso, si potrebbe dedicare questo Museo alle pubblicazioni scolastiche. Se potessimo fare attecchire questa raccolta all’universo delle scuole (medie e superiori), creandone un uso sul territorio, si raggiungerebbe una fascia di utenza che può arricchire e alimentare la raccolta.
Così facendo, diventerebbe [...]

 

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NELL’ERA DELLA MULTIMEDIALITA’ IL SANTINO SVOLGE ANCORA LA SUA FUNZIONE?


Nei giorni scorsi leggendo le news che ricevo sulla mia e-mail da parte di un’Agenzia internazionale ( pagina web: www.zenit.org) ho appreso la seguente notizia: ”I Cubani riscoprono il cristianesimo con un’immagine di Gesù Bambino”.
“La distribuzione massiccia di immagini in plastica fluorescente di 9 cm. che rappresentano Gesù Bambino sta facendo rinascere l’interesse per il cattolicesimo. Nell’isola caraibica sono state distribuite circa 350.000 immagini in appena un mese” […]
Leggendo poi tutto l’articolo, oltre alla gioia provata come cristiano, ho avuto un’ulteriore conferma del merito pedagogico e della funzione divulgativa della devozione popolare e/o di sostegno alla fede che le Immaginette sacre familiarmente chiamate “Santini” hanno avuto e continuano ad avere nella storia della Chiesa.
Questo fatto deve far riflettere non solo noi “cultori” di immaginette sacre che le collezioniamo, ma anche chi le produce o le fa stampare.
Infatti, a mio giudizio, si deve sempre ricordare che le Immaginette non sono dei pezzi di carta finalizzati a se stessi, ma rappresentano la “quasi presenza dell’invisibile”; perciò, questo semplicissimo, a volte umile ma efficace , mezzo d’informazione serve a far conoscere al popolo al quale è destinato, le verità della fede, una realtà dogmatica, un avvenimento o la figura di un personaggio del quale la Chiesa ne suggerisce la devozione.
Perciò, il Santino deve essere un oggetto che coniuga la bellezza artistica ed il messaggio cristiano che va diritto alla mente ed al cuore della gente per portare gioia, luce, pace e dolcezza ed, inoltre, divenire una realtà presente e viva: “quel personaggio è qui con me, perciò mi ama e mi protegge e mi sento liberamente legato a lui in forma più o meno grande”.
I colleghi soci AICIS che mi conoscono, ormai, avranno rilevato che i Santini che più mi aggradano sono quelli stampati, con la tecnica della cromolitografia, del periodo che va dalla fine del 1800 al primo ventennio del 1900 quando le maggiori case editrici, italiane e francesi, avevano ingaggiato i migliori artisti disegnatori del tempo per produrre immaginette sacre a colori con una bellezza estetica e ricche di elementi iconografici relativi al soggetto riprodotto, destinate appunto ad essere divulgate in tutto il mondo cattolico (di queste, in un mio viaggio a Cuba di qualche anno fa, ne ho comprate parecchie in un mercatino dell’Avana ).
In tale produzione, infatti io rilevo, oltre alla nitidezza dell’immagine, i valori della delicatezza, del garbo, dell’arte, dell’armonia, della devozione ed il top, secondo me, viene raggiunto quando tali stampe sono riportate su carta merlettata, incollate su canivet meccanico o semplice-mente fustellate.
Invece, nella produzione moderna di Santini, ( periodo dagli anni ’70 a tutt’oggi), a parte qualche serie da collezione, mi sembra che, spesso, si notino alcuni difetti dell’uomo moderno quali la fretta, la superficialità e il consumismo che, conseguenzialmente, portano a non tener conto dei suddetti elementi estetici ed iconografici.
Pertanto, faccio un appello alle Congregazioni, alle Parrocchie, ai Santuari, alle Case editrici che, attualmente, si accingono a stampare o diffondere “Santini” di effettuare una produ-zione di qualità che tenga conto dei suddetti elementi considerati e verificando preventivamente che il messaggio che si intende dare con gli stessi susciti nell’interlocutore esattamente quei sentimenti positivi che si vogliono stimolare e trasmettano le informazioni essenziali che riguardano il personaggio raffigurato.
Per fare alcuni esempi su quello che intendo dire - e su questo mi piacerebbe sentire il pen-siero degli altri soci AICIS - io eviterei di produrre immaginette che:
-raffigurano le bare o le teche contenenti le salme o gli scheletri dei Santi perché se le vedono i bambini si spaventano, anche se potrebbero avere lo scopo di far meditare sulla caduci-tà della vita terrena in chi è avanti con la fede;
-riproducano foto di statue di Santi che hanno un brutto aspetto estetico;
-riportino la sola fotografia del Santo/a che può destare immediatamente antipatia, repulsione o altre emozioni negative; io preferirei che la stessa, in generale, fosse arricchita da disegni raffiguranti le attività della sua vita , della sua professione ecc. e perché no da qualche elemento floreale se può essere indicato.
Abbiano un formato non standard; il Santino tradizionale , intendendosi per tale quello prodotto in tutto il secolo scorso, aveva, per lo più, una dimensione minima di cm. 5,6 x10.1 ed una massima di cm. 6,6 x11,8, ciò allo scopo di essere custodito come segnalibro nei libretti delle preghiere oppure nel proprio borsellino o portafoglio.
-Sia stampato su carta troppo leggera che si maltratta facilmente;
-Sia prodotto con stampa monocromatica e non a colori; (con i macchinari moderni che utilizzano la tecnica dell’off-set si possono fare stampe meravigliose a colori ).
-Siano prive di preghiera nel retro.
Infine, al termine di questo mio articolo, mi si è accesa una lampadina in testa che mi ha fatto intravedere un progetto che dovrò approfondire e valutare e se i risultati mi convinceranno, lo presenterò come proposta al direttivo della nostra benemerita Associazione.

LORENZO PERRONE

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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"

 



11 MAGGIO: festa di SAN FRANCESCO DE GERONIMO


Il socio PINTO COSIMO di Grottaglie ci ha trasmesso l’unita immaginette per la campagna “Un santino per ogni socio” e alcune notizie che riportiamo.
Francesco nacque a Grottaglie (TA) il 17.XII.1642, da famiglia benestante e di profonda fede cristiana. Ordinato sacerdote nel 1666 entrò tra i Gesuiti nel 1670. Dal 1671 al 1674 fu addetto ai ministeri apostolici in Puglia, particolarmente nella diocesi di Lecce. Una volta ritornato a Napoli per completare gli studi di teologia, vi rimase poi per tutta la vita addetto alle missioni popolari che lo fecero apostolo di Napoli e che sostituirono le missioni dell'India o dell'Oriente da lui insistentemente chieste. Anche se la città di Napoli fu per circa quarant'anni il suo campo missionario, pure non si esaurì in essa il suo zelo di apostolo giacché si sa che egli prese parte tante volte a missioni in altre regioni del regno di Napoli quali l'Abruzzo, le Puglie, il Sannio.
Un'altra attività apostolica del de Geronimo va ricordata, cioè quella degli esercizi spirituali alle diverse classi di persone: monasteri di religiosi/e, conservatori per la gioventù, carcerati, e "galeotti" delle navi. Dappertutto egli portava una parola calda di fede e di amore, infiammato com'era di ardente carità specie verso Gesù eucaristico e la sua Ss.ma Madre. [...]

 

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VENERABILE TECLA MERLO




Il socio AGOSTINO SANGIORGIO ci ha inviato l’unita immaginetta della Ven.T.Merlo per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e l’unito articolo che pubblichiamo.
Teresa Merlo nasce il 20.2.1894 a Castagneto d’Alba, piccolo paese agricolo della provincia di Cuneo. Figlia di agricoltori, frequenta con profitto le lezioni di una maestra locale apprendendo i primi elementi del sapere profano e una prima conoscenza della vita spirituale.
E’ questo il periodo in cui inizia ad avvertire il desiderio di donarsi al Signore attraverso la vita religiosa. Ma, date le sue precarie condizioni di salute, gli stessi genitori la spingono ad intraprendere il mestiere di sarta, che esercita a Torino e ad Alba. Ad Alba, il sacerdote Giacomo Alberione, aveva fondato nel 1914 la sua Congregazione per l’apostolato della buona stampa, prevedendo la collaborazione di un ramo femminile. E ad Alba, Teresa portava avanti con poche compagne una piccola sartoria ove si cucivano indumenti per i soldati ( siamo agli inizi della Grande Guerra) e si pregava.
Il 15 giugno 1915 Teresa conobbe don Giacomo e pochi giorni dopo, il 27 giugno, si aggrega al piccolo gruppo di “figlie” radunato ad Alba.
Come dirigente del piccolo gruppo fino al 1922, c’è Angela Maria Boffi († 1926), le prime giovani, compresa Teresa Merlo fanno una prima esperienza nell’apostolato stampa a Susa (Torino) dal 1918 al 1922 e il 22.7.1922 sono chiamate ad Alba dove emettono i voti, secondo la loro consuetudine in privato, costituendo così l’Istituto delle “Figlie di s. Paolo” e nello stesso giorno la Boffi viene sostituita come superiora da Teresa Merlo che prende il nome di Tecla, ricevendo, come nel ramo maschile, il titolo di ‘Prima maestra’. [...]

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CORREGGIO (RE) - Santa CLEMENTINA, vergine e martire


Il Gruppo “VERONICA 6”, organizzato da Don DAMIANO MARCO GRENCI e composto da diversi associati (Balini, Bello, Bordi, Cimenti, Diani, Frison, Grenci, Gualtieri, Guerci, Maroscia, Macchiaverna, Micheletti, Panzica, Perotti, Spadini) ha stampato e fatto dono ai soci AICIS dell’unita immaginetta che rappresenta un corpo santo: Santa Clementina, vergine e martire.
E’ venerata a Correggio (Reggio Emilia), nella Parrocchia dei Santi Quirino e Michele Arcangelo, dono di frà Quirino da Correggio nel 1792.

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LA MADONNA DI CZESTOCHOWA


Il socio GIACOMO ANASTASI di Catania per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” ha trasmesso l’unita immaginetta della Madonna di Czestochowa.
Czestochowa è uno dei più importanti centri di culto nell'intero mondo cristiano, e i suoi pellegrinaggi hanno tradizioni che risalgono al trecento. Ogni anno qui giungono 4-5 milioni di persone, di cui circa 100 mila dall'estero.
Solo a Lourdes e a Fatima si notano frequenze più elevate.
Indicativo del ruolo di Jasna Góra, con il suo quadro miracoloso della Madonna di Czestochowa, nella storia polacca è il titolo comunenemente assegnatole di Capitale della Corona di Polonia.
I re polacchi hanno sempre indirizzato a Jasna Góra una grande venerazione.Cominciando da Ladislao Jagiello, fondatore della chiesa, e da sua moglie Edvige. Nel corso degli anni ad incorona zione avventura usavano recarsi a Czestochowa per rendere omaggio alla Madonna Nera. [...]

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MARIA SANTISSIMA ROSA MISTICA




Il socio Dr.GIACOMO BUSILACCHIO di Cormons ha trasmesso le immaginette di Maria SS.ma Rosa Mistica per la campagna sociale “Un santino per ogni socio” e l’articolo che pubblichiamo.
“Rosa Mistica” è il nome dato a una piccola statua in legno e cartapesta realizzata verso il 1710 da Francesco regola, scultore dilettante e non molto esperto, su commissione della nobile signorina cormonese Orsola de Grotta, che per la non perfetta riuscita dell’opera ebbe anche a recriminare, ma si sentì candidamente rispondere “Si quieti signorina, vedrà che la mia statua con tutti i suoi difetti non passerà molto tempo che farà miracoli”. E così avvenne.
E’ il 15 gennaio 1737 e la statuina trasuda gocce come di sudore, tanto che ne restano vistosamente bagnati l velo e il vestito, e così per quindici giorni consecutivi sotto gli occhi stupefatti di moltissimi fedeli e dell’Arcidiacono di Gorizia, massima autorità religiosa in quei tempi della zona sottoposta alla giurisdizione ecclesiastica del Patriarcato di Aquileia.
Alla sera di quello stesso giorno Leonardo Cochar di 79 anni lascia ai piedi della statua le sue grucce completamente risanato. I miracoli si susseguono e diventano innumerevoli.
Nel 1739 viene consacrata una cappella ed ivi collocata con grande devozione la piccola prodigiosa statua, che tiene in mano una bellissima rosa d’oro ricavata dalla fusione di ori offerti dai fedeli. Fin da quei lontanissimi anni, le cronache dicono che furono stampate migliaia di immagini della miracolosa statua e diffuse in tutte le case. Le due corone d’argento che ornano il capo della Vergine e del Santo Bambino che le sta in grembo sono state donate dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria.
La piccola cappella nel 1779 si trasforma in una bella e più grande Chiesa, ma le leggi anticlericali napoleoniche del 1812 sopprimono l’Ordine delle Sorelle della Dottrina Cristiana fondato da Orsola de Grotta e alla soppressione segue la confisca dei beni e il furto sacrilego delle corone e dei gioielli.
Ma la statua rimane a Cormòns ed è sempre oggetto di forte venerazione da parte della popolazione.
Arriva il 1866. Da Udine giunge, cacciato all’indomani dell’ingresso in questa città delle truppe italiane avanguardia dell’anticlericalismo massone ottocentesco, Padre Luigi Scrosoppi (canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2001), fondatore delle “Suore della Provvidenza” , che acquista il vecchio e malridotto convento, apre una scuola popolare per le fanciulle e riceve in dono dall’Imperatore Francesco Giuseppe la Chiesa attigua al Convento dedicata a Santa Caterina, dove è custodita la miracolosa statua.
La Chiesa viene restaurata e la statua viene abbellita anche da una splendida rosa con brillante donata da una donna riconoscente per aver ricevuto una grazia nel 1898.
Il Santuario è visitato il 15 settembre 1899 dal Patriarca di Venezia Card.Giuseppe Sarto (foto a sinistra) e il 20 settembre 1931 il Capitolo Vaticano autorizza la solenne incoronazione della Vergine.
La dolce statuina continua ad essere oggetto di ininterrotta e profonda venerazione e mai si è cessato di pregarla quale “Rosa Mistica tesoriera delle grazie divine e Madre pietosa verso i figlio”.


GIACOMO BUSILACCHIO

 

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S. CATERINA VILLARMOSA-31 maggio: FESTA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE


Il socio GIUSEPPE MILAZZO di Santa Caterina Villarmosa ha trasmesso le immaginette della locale patrona principale per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Santa Caterina Villarmosa è un centro agricolo con 8000 abitanti, 19 Km a Nord dal capoluogo (Caltanissetta) e a 606 metri s.l.m. Il primo documento ufficiale in cui si cita il feudo Santa Caterina risale al 1299 quando Federico Il d’Aragona sconfisse, nei pressi di una rocca fortificata, Filippo di Taranto.
Il borgo di nuova fondazione, e sorto nel 1601 ad opera di Giulio Grimaldi, signore di Risicalli. Permane ancora oggi l'impianto urbanistico seicentesco definito da comparti a stecca molto allungati con case a spina.
Espansioni si sono verificate fra il secolo XVIII e il secolo XIX.
Tra i beni monumentali di Santa Caterina Villarmosa in ordine di importanza: la Chiesa Madre, la Chiesa Maria SS.ma delle Grazie nella quale è venerato il simulacro rappresentato nell’allegata immaginetta.
La Madonna delle Grazie, oltre essere festeggiata il 31 maggio, viene anche festeggiata il 20 di agosto. Ci sono inoltre la Chiesa del SS. Crocifisso, la Chiesa del Purgatorio, la Chiesa di S. Anna, la Chiesa di S. Francesco di Paola, e la Chiesa del Crocifisso.


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22 maggio - VERONA, VENERAZIONE DI SANTA RITA DA CASCIA


Il socio ALDO STELLA di Verona ha inviato le immaginette del simulacro di santa Rita da Cascia,venerata a Verona nella Chiesa di Santa Maria Antica, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Santa Rita, la cui festa liturgica ricorre ogni anno il 22 maggio, è particolarmente venerata qui a Verona nella Chiesa di “S.Maria Antica alle Arche Scaligere”, oggi Rettorìa officiata da sacerdoti diocesani.
La chiesa di Santa Maria Antica - assunta poi a notorietà per aver custodito entro e accanto a sé le tombe dei Signori scaligeri - nacque in pieno centro storico di Verona nell'anno 744 o 745, cioè verso la fine della dominazione longobarda, come chiesa annessa ad un monastero femminile. Il monastero - fondato da Autconda e Natalia sorelle, con Nazario, rispettivamente cognato e marito, e dotato di tutti i possessi di costoro - era stato messo sotto la protezione dell'abate di Santa Maria in Organo. Il documento relativo - una pagina ordinacionis dettata il 13 maggio - non c’è pervenuto in originale ma in co-pia del secolo IX, in bella scrittura calligrafica veronese, con correzioni dei secoli X e XI.

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IL SANTUARIO DELLA MADONNA NERA: N.S. DI OROPA


La socia LUCINA FRANZAN di Pratrivero ha inviato l’immaginetta della “Regina Montis Oropae” in un quantitativo limitato. E’ stata pertanto inserita nel fondo sociale di “maggio 06” (cfr. nr. 26). I soci interessati possono richiederla con il modulo allegato alla Circolare).
Il Santuario, uno tra i primi in Europa per importanza, è situato in una suggestiva conca. Il luogo sacro è legato al culto della Madonna Nera, detta appunto Santa Vergine d'Oropa. La tradizione popolare vuole che iniziatore del culto cristiano ad Oropa fosse Sant'Eusebio, Vescovo di Vercelli, nel IV sec. d.C. Il Santo avrebbe recato con sè la statua di legno della Vergine, scolpita da San Luca, trovandola in Gerusalemme e portandola ad Oropa.
La costruzione di una vera e propria chiesa è documentata nel 1200.
Da allora il Santuario si è espanso per ospitare i sempre più numerosi fedeli, fino a trovare l'aspetto attuale. L'insieme monumentale è composto ora dal Chiostro con la Basilica Antica, dalla Basilica Nuova e dai corpi laterali, dove sono state ricavate più di 300 moderne stanze per il soggiorno dei pellegrini.
La visita al Santuario di Oropa è ben più di una gita in un posto famoso. Restano nella memoria i suoi silenzi, il suo cielo limpido, il crepitio dell'acqua che sgorga dalla centrale fontana del "Burnell", i suoi verdi prati, dove è possibile sostare anche per un picnic. Da visitare, nelle gallerie che percorrono gli edifici, la raccolta degli ex-voto, l'esposizione di flora e fauna della Valle Oropa; il Sacro Monte e, su richiesta, l'Osservatorio Meteorosismico, la Biblioteca, il Museo del Santuario, il Padiglione Reale e il giardino botanico.


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18 MARZO 1606-2006: 400° ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DI NS. SIGNORA DELLA MISERICORDIA DI SAVONA


La socia LILIANA PASTORINO di Olba San Pietro (Savona), che ringraziamo vivamente, ci ha trasmesso le immaginette di N.S. della Misericordia per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
La sig.ra Pastorino avendo letto l’interessante articolo della socia onoraria Prof.ssa Emilia Bagnasco Angiolino sulla Madonna della Misericordia, (cfr.Circolare Informativa di Marzo u.s.) si è interessata personalmente presso il Santuario per ottene re 500 immaginette per gli associati dell’AICIS.
Ricordiamo che la mattina del 18 marzo del 1536 un anziano e pio contadino della valle, Antonio Botta,dopo aver ascoltato la messa, si diresse verso un suo campo posto nella Valle di San Bernardo. Strada facendo recitava il rosario con la corona in mano, come era solito fare. Giunto ad un piccolo ruscello che si trovava presso la confluenza di un ruscello col torrente Lavagnola (ora Letimbro), si inginocchiò, forse per bere, quando udì una voce soavissima chiamarlo per nome più volte.
Alzati gli occhi vide davanti a sé una luce abbagliante, mentre la voce continuava a chiamarlo. In mezzo a tale luce riuscì a scorgere una Donna di bellezza splendente, vestita di bianco, che poggiava i piedi su una pie-tra del torrente, ed era circondata da creature celesti,.
La Madonna apparve di nuovo, esattamente 400 anni fa, il 18 marzo 1606 a padre Agostino da Genova, instancabile predicatore contro gli eretici, nell'atto di benedire i savonesi. Tale manifestazione avvenne sul luogo in cui la Madonna era apparsa ad Antonio Botta nel 1536.

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CATANIA: SANTA MARIA DELL'ELEMOSINA


Il Prof. ANTONINO BLANDINI di Catania ci ha inviato l’unito articolo e l’immaginetta relativa, che i soci interessati possono richiedere attraverso il Fondo Sociale di maggio con il nr.31 (Tab.A).

"A Catania la venerazione verso la Vergine Maria sotto il titolo dell'Elemosina è antichissima e risalirebbe ai primi secoli del cristianesimo; tale devozione d'identifica con il luogo sacro a Lei dedicato e conosciuto con il nome di Collegiata. Si tratta della basilica parrocchiale, sita nel cuore del centro storico, in via Etnea, intitolata a S. M. dell'Elemosina e sede del capitolo collegiale.
Il collegio dei canonici secolari fu istituito da Eugenio IV il 31 marzo 1446 per intervento del beato Pietro Geremia, insigne frate domenicano palermitano con radici pure catanesi, riformatore dell'ordine dei Frati Predicatori per l'Italia meridionale e la Sicilia e visitatore apostolico del clero secolare e regolare. Egli era pure stimato da re Alfonso V il Magnanimo.
Il papa conosceva bene il dotto religioso e lo aveva apprezzato al Concilio ecumenico di Firenze come predicatore dei padri sinodali che avevano decretato la storica, ma effimera, Unione della Chiesa latina con la Chiesa greca, ponendo fine allo scisma, alla presenza dell'imperatore romano d'oriente e del patriarca ecumenico di Costantinopoli.
Nel 1382, le cronache riportano che la chiesa di S. M. dell'Elemosina sulla cui esistenza rimane traccia in un carteggio tra papa San Gregorio Magno e il vescovo San Leone I (+ 604) - sorgesse a ridosso di una piccola edicola devozionale contenente un affresco della Madonna e che era stata costruita sulle rovine del tempio di Proserpina, presso l'Achillein o Terme di Achille. Undici anni dopo, re Martino I d'Aragona, con rescritto del 1 novembre 1393, l'insignì dell'onore di regia cappella avente gli stessi privilegi della regia cappella normanna di S. Pietro in Palermo, la celeberrima Cappella Palatina. Si ha notizia che la chiesa disponesse del fonte battesimale, segno questo della probabilità che essa sia stata cattedrale prima della dominazione araba. Dal vescovo la chiesa ebbe affidata la cura delle anime, diventando pratica mente parrocchia.
Eugenio IV con la citata bolla affidò tale cura al Preposito del Capitolo. Il vescovo romano Innocenzo Massimo, nel 1630, decretò che il prevosto amministrasse la parrocchia tramite un canonico secondario che fungesse da cappellano curato.
La Corte, che per (quasi) un secolo dimorò a Catania nello svevo Castello Ursino - reggia munita opposta alla ecclesia munita (il Duomo) - si recava solennemente nella regia cappella aragonese di S. M. dell'Elemosina (il nome greco sta ad indicare l'origine paleocristiana del culto mariano a Catania) per partecipare ai riti liturgici.
Mentre la cappella palatina privata del Castello-reggia era intitolata a S. Giorgio, antico patrono bizantino-normanno della città - dopo S. Agata - governata dal feudatario vescovo-abate-conte, come aveva voluto Ruggero d'Altavilla all'atto di rifondazione della diocesi latina, alla fine dell'XI secolo, con approvazione del papa, il beato Urbano II.
Il tempio reale godeva di una congrua rendita annua di 15 tarì per le spese relative alla festa del titolare, che si celebrava il 2 febbraio.
Esso fu sede di una delle più antiche confraternite siciliane, quella intitolata a Santa Maria Purificata o della Candelora (si tratta della festa della Presentazione del Signore). Il sodalizio laicale fu aggregato, nel 1540, con bolla papale di Paolo III, alla Primaria presso la basilica romana domenicana di S. Maria sopra Minerva.
L'architetto della ricostruzione settecentesca della città, l'abate palermitano G. B. Vaccarini, studente a Roma presso l'Accademia S. Luca, tenne presente il monumento berniniano dell'elefante di piazza della Minerva per sistemare genialmente il nero elefante lavico simbolo civico di Catania, in piazza Duomo. Ma c'è un'altra sorprendente analogia con la città eterna: la chiesa conventuale "S. Francesco all'Immacolata" sorse sulle rovine del tempio di Minerva (del resto è risaputo che Catania è la città più romana dopo la caput mundi).
Al posto del sodalizio della Candelora è subentrata, nel 1874, il Circolo cittadino S. Agata, voluto dal beato G. B. Dusmet, abate benedettino, rifondatore del S. Anselmo in Roma e cardinale arcivescovo di Catania.
La chiesa di S. M. dell'Elemosina, prima del terremoto del Val di Noto del 1693, aveva il prospetto principale sulla strada della Luminaria di S. Agata e 'affacciava sul Piano della Fera Vecchia (l'antico mercato cittadino).
Dopo il sisma, fu ricostruita dall'architetto Antonio Amato su progetto del gesuita Angelo Italia per l'interno e dell'architetto Stefano Ittar per la facciata barocca. Fu solennemente dedicata il 29 maggio 1794, solennità di Pentecoste, dal vescovo netino Corrado Maria Deodato de Moncada. Il tempio è a tre navate, con un presbiterio profondo sulle cui pareti sono poste due tele del pittore siciliano Giuseppe Sciuti, eseguite a Roma nel 1898. A sinistra è rappresentato il papa agostiano Eugenio IV che consegna la bolla d'erezione della Collegiata al beato Geremia, priore del convento di S. Domenico in Catania. A destra è raffigurata l'edicola votiva della venerata immagine di S. Maria dell'Elemosina o della Misericordia. Sulla volta della navata principale lo Sciuti ha simboleggiato la Luce di Dio che sconfigge le tenebre ed esalta la salvezza eterna, grazie al patrocinio materno di Santa Maria Misericordiosa.
Pale d'altare che impreziosiscono la basilica sono degli artisti locali, come Olivio Sozzi, Francesco Gramignani e Matteo Deodati.
La regia cappella aragonese, il 31 marzo 1946, con la bolla "Quinto jam exeunte seculo" di Pio XII, divenne basilica pontificia, nella ricorrenza del 5° centenario dell'istituzione della collegiata, istituzione che aveva rappresentato nel sec. XV un evento importantissimo, anche dal punto di vista economico, per la città e l'immensa diocesi di Catania, in quanto l'unico capitolo canonicale funzionante era quello metropolitano della Cattedrale, monopolio esclusivo dei monaci benedettini di S. agata che erano, appunto, i canonici della Cattedrale S. Agata.
Il capitolo regolare di S. Agata godeva d'ogni privilegio, mentre i prelati secolari del clero diocesano, appartenenti alle più nobili famiglie del patriziato cittadino, erano esclusi dai ricchi benefici annessi alle dignità canonicali.
Il 26 settembre 1949, l'arcivescovo giarrese Carmelo Patanè, fino a qualche anno prima unico parroco del capoluogo etneo (!), eresse canonicamente la parrocchia e restituì al prevosto il titolo, i diritti e le mansioni di parroco. Infatti, la Collegiata è l'unica chiesa urbana ad avere avuto per molti secoli i registri parrocchiali. In basilica si zela il culto della patrona S. Agata (si conserva la candelora o cereo votivo agatino del Circolo), dei santi martiri compatroni Euplio e Apollonia. della Madonna di Fatima e, da 15 anni, del beato Dusmet.
Nel 1982, i canonici vollero che fosse sistemata sull'altare maggiore una nuova icona della Madonna titolare, dipinta da suor Irene Hintz del monastero russo, in Roma, "Sipestiy".
La venerata immagine fu benedetta in piazza S. Pietro, il 1 settembre 1982, da papa Giovanni Paolo II durante l'udienza generale e fu intronizzata con rito cattolico greco-bizantino dell'eparca di Piana degli Albanesi (Palermo), papas E. Lupinacci.
La congregazione romana per il culto divino con decreto del 31.7.1981 n.446 stabilì la solennità liturgica della titolare della Basilica, istituendo la messa e l'ufficio divino proprio da celebrarsi in onore di Maria Madre della Divina Misericordia il 10 ottobre d'ogni anno. Il programma dei festeggiamenti non trascura mai l'adorazione eucaristica con l'ora santa alla quale partecipano le suore della città nonché il raduno diocesano dei Frates delle Misericordie, di cui è patrona la Madonna della Misericordia. Il superbo monumento barocco, attualmente in restauro, è stato definito la reggia di Maria, acclamata cinquant'anni fa la castella della città.
L'inno dedicato alla Madonna dell’Elemosina è stato scritto da un devoto, il cav. Agostino Valenti, e musicato dal prevosto emerito, mons. Lucio Rapicavoli, e fa riferimento alle sue venerande origini: "D'un tempio vetusto/ è stella Maria, di Katana greca/ fu luce e via/ dell'urbe moderna/ è faro splendente/ a Dio ci guida/ con mano potente".

ANTONINO BLANDINI

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L'ANGOLO DELLA PREGHIERA


Il mese di Maggio si apre con la Festa del Lavoro: il 1° Maggio i Lavoratori si ritrovano nelle piazze per affermare i propri di ritti e ricordare le proprie conquiste. La Chiesa festeggia in questo giorno S. Giuseppe Artigliano Santo patrono dei falegnami e di tutti i Lavoratori, festa istituita da Pio XII nel 1955.

Orazione a S. Giuseppe, Patrono dei Lavoratori

" Glorioso S. Giuseppe, che, pur essendo il Padre putativo di Gesù e lo Sposo della Madre di Dio, esercitasti la pesante professione del falegname nell’oscura bottega di Nazaret, insegnaci ad accettare serenamente dalle mani di Dio la nostra condizione di lavoratori. Noi ti onoriamo come esemplare perfetto di tutte le virtù, e come protettore pietoso di tutti coloro che guadagnano il pane col sudore della loro fronte.
Ottieni a noi la grazia di imitare i tuoi mirabili esempi di umiltà, di sacrificio, di fiducioso abbandono al volere di Dio, nostro Padre amoroso e provvido. Fa che anche noi, come te, possiamo elevare e santificare il nostro quotidiano lavoro, offrendolo a Dio come un atto incessante di amore, di espiazione e di santificazione. Fa che nell’odierna società, lacerata da tante lotte di classe, trionfino i principi di carità, di giustizia e di pace,, insegnati da Colui, che ti fu Discepolo nella bottega di Nazaret. Illumina i nostri compagni di lavoro, che si sono allontanati da Cristo nella speranza fallace di trovare altrove un migliore avvenire; e fa che essi, ritornando sui loro passi, ritrovino nella fede e nella pratica cristiana l’unica garanzia di ogni vero bene, per la terra e per il cielo. Così sia.

La seconda domenica di Maggio si festeggia la “Festa della Mamma” e i bambini e le bambine di tutto il mondo fanno omaggio di una rosa e di una poesia in segno d’affetto e di amore verso colei che li ha messi al mondo. Ma la “Mamma” di tutti è la Madonna ed è a Lei che la Chiesa dedica il mese delle rose, detto appunto "Mese Mariano" e in tutte le parrocchie si svolgono celebrazioni in Suo onore.

Preghiera - A Maria SS. Rosa Mistica

Vergine Immacolata Madre di Grazia, Rosa Mistica, a onore del Tuo Divin Figlio, ci prostriamo davanti a Te per implorare da Dio misericordia: non per i nostri meriti ma per la bontà del Tuo Cuore materno, chiediamo aiuti e grazie, sicuri che ci esaudirai! Ave Maria, ecc.
Madre di Gesù, Regina del S. Rosario, e Madre della Chiesa, Corpo mistico di Cristo, impetriamo per il mondo arso dalle discordie il dono dell’unità e della pace e tutte quelle grazie che possono convertire i cuori di tanti tuoi figli! Ave Maria, ecc.
Rosa Mistica, Regina degli Apostoli, fa fiorire attorno agli Altari Eucaristici numerose vocazioni religiose e sacerdotali che, con la santità della vita e lo zelo ardente per le anime, possano estendere il Regno del Tuo Gesù in tutto il Mondo! Ricolma pure noi dei tuoi favori celesti! Salve o Regina, ecc. -Rosa Mistica, Madre della Chiesa, prega per noi!



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NOTIZIE DAL VATICANO

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI E CERIMONIE DI BEATIFICAZIONE

 

MESSAGGIO DEL PAPA ALLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI





Mentre chiudiamo la nostra Circolare per andare in stampa, ci giunge un comunicato (VIS) contenente un Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI diretto al Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Lo pubblichiamo per porlo all’attenzione degli associati.

CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2006.

Oggi è stato pubblicato un Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI al Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in occasione della chiusura della Sessione Plenaria di questo Dicastero.
"La Chiesa, fin dall'inizio" - si legge nel Documento - ha dedicato "nel corso dei secoli, un'attenzione sempre più vigile alle procedure che conducono i Servi di Dio agli onori degli altari.
Le Cause dei Santi, infatti, sono considerate 'cause maggiori' sia per la nobiltà della materia tratta sia per la loro incidenza nella vita del popolo di Dio".
Successivamente il Papa ricorda gli interventi dei Pontefici per migliorare la celebrazione e lo studio delle cause, citando, fra gli altri, i provvedimenti di Giovanni Paolo II che, nel 1983, promulgò la Costituzione Apostolica "Divinus perfectionis Magister" e le "Normae servan-dae in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in Causis Sanctorum".
"L'esperienza di oltre vent'anni da quel testo ha suggerito a codesta Congregazione di pre-disporre un'opportuna 'Istruzione per lo svolgimento dell'inchiesta diocesana nelle Cause dei Santi'" che "si rivolge prevalentemente ai Vescovi diocesani" e costituisce il primo tema esaminato dalla Congregazione.
Tale Istruzione "intende agevolare la fedele applicazione delle citate 'Normae servandae' al fine di salvaguardare la serietà delle investigazioni che si svolgono nelle inchieste diocesane sulle virtù dei Servi di Dio oppure sui casi di asserito martirio o sugli eventuali miracoli".
"È chiaro che non si potrà iniziare una Causa di beatificazione e canonizzazione se manca una comprovata fama di santità, anche se ci si trova in presenza di persone che si sono di-stinte per coerenza evangelica e per particolari benemerenze ecclesiali e sociali".
Riferendosi al secondo tema esaminato dalla Plenaria "il miracolo nelle Cause dei Santi", Papa Benedetto XVI ricorda che "Oltre a rassicurarci che il Servo di Dio vive in cielo in comunione con Dio, i miracoli costituiscono la divina conferma del giudizio espresso dall'autorità ecclesiastica sulla sua vita virtuosa.
Auspico che la Plenaria possa approfondire questo argomento alla luce della tradizione della Chiesa, dell'odierna teologia e delle più accreditate acquisizioni della scienza.
Non va dimenticato che nell'esame degli asseriti eventi mi racolosi confluisce la competenza degli scienziati e dei teologi, sebbene la parola decisiva spetti alla teologia, la sola in grado
di dare del miracolo un'interpretazione di fede. (...) È poi da tenere presente chiaramente che la prassi ininterrotta della Chiesa stabilisce la necessità di un miracolo fisico, non bastando un miracolo morale".
Del terzo tema "Il martirio", il Papa scrive:
"Se il motivo che spinge al martirio resta invariato, avendo in Cristo la fonte e il modello, sono invece mutati i contesti culturali del martirio e le strategie 'ex parte persecutoris', che sempre meno cerca di evidenziare in modo esplicito la sua avversione alla fede cristiana (...) ma simula differenti ragioni, per esempio di natura politica o sociale. È certo necessario reperire prove inconfutabili sulla disponibilità al martirio, come effusione del sangue, e sulla sua accettazione da parte della vittima, ma è altrettanto necessario che affiori direttamente o indirettamente, pur sempre in modo moralmente certo, l'odium Fidei' del persecutore. Se difetta questo elemento, non si avrà un vero martirio secondo la perenne dottrina teologica e giuridica della Chiesa".
Infine Papa Benedetto XVI, riferendosi agli obiettivi indicati da Giovanni Paolo II nella Costituzione apostolica "Divinus perfectionis Magister", relativi alla convenienza di maggiormente associare i Vescovi alla Sede Apostolica nel trattare le Cause dei Santi, afferma che, coerentemente con tali indicazioni, eletto alla Cattedra di Pietro ha "dato esecuzione al diffuso auspicio che venisse maggiormente sottolineata, nelle modalità celebrative, la differenza sostanziale tra la beatificazione e la canonizzazione e che nei riti di beatificazione venissero coinvolte più visibilmente le Chiese particolari, fermo restando che solo al Romano Pontefice compete concedere il culto ad un Servo di Dio". (Fonte: VIS)

 

 

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28 APRILE 2006: nuovi decreti della Congregazione delle Cause dei Santi


Mentre andiamo in stampa è giunto il seguente comunicato vaticano che illustreremo meglio e con riproduzioni iconografiche nel prossimo Notiziario AICIS:

CITTA' DEL VATICANO, 28 APR. 2006 (VIS).

Oggi, nel corso di una udienza privata al Card. Josè Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti Decreti:

MIRACOLI


- Beato Filippo Smaldone, italiano, Sacerdote Diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori (1848-1923).
- Beato Raffaele Guìzar Valencia, messicano, Vescovo di Vercruz (1878-1938).
- Beata Rosa Venerini, Fondatrice della Congreg.delle Maestre Pie Venerini, (1656-1728).
- Beata Teodora Guérin, francese, (al secolo Anna Teresa), Fondatrice della Congregazione delle Suore della Provvidenza di Saint Mary of the Woods (1798-1856).
- Venerabile Servo di Dio Basile Antonio Maria Moreau, francese, Sacerdote e Fondatore della congregazione della Santa Croce, (1799-1873).
- Venerabile Servo di Dio Mariano De La Mata Aparicio, spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine di Sant'Agostino, (1905-1983).
- Venerabile Serva di Dio Margarita Maria Lopez De Maturana, spagnola, Fondatrice dell'Istituto delle Suore Mercedarie Missionarie (1884-1934).

MARTIRIO


- Venerabili Servi di Dio Cruz Laplana y Laguna, spagnolo, Vescovo di Cuenca, (1875-1936) e Fernando Espanol Berdié, spagnolo, Sacerdote Diocesano (1875-1936).
- Venerabili Servi di Dio Narciso Esténaga Echevarrìa, spagnolo, Vescovo di Ciudad Real, (1882-1936) e 10 Compagni.
- Venerabili Servi di Dio Liberio Gonzalez Nombela, spagnolo, Sacerdote Diocesano (1896-1936) e 12 Compagni del clero diocesano.
- Venerabili Servi di Dio Eusebio del Nino Jesus (al secolo: Ovidio Fernàndez Arenillas), spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi (1888-1936) e 15 Compagni dello stesso Ordine Carmelitano.
- Venerabili Servi di Dio Felix Echevarrìa Gorostiaga, spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori (1893-1936) e 6 Compagni dello stesso Ordine Francescano.
- Venerabili Servi di Dio Teodosio Rafael (al secolo: Diodoro Lòpez Hernàndez), spagnolo, Religioso professo dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane (1898-1936) e 3 Compagni dello stesso Istituto.
- Ven.Serva di Dio Sara Salkahazì, ungherese, dell'Ist.Suore dell'Assistenza, (1899-1944).

VIRTU' EROICHE


- Ven.Servo di Dio Ciriaco Maria Sancha y Hervas, spagnolo, Cardinale di S.R.C., Arcivesc. di Toledo, Fondatore della Congreg.Suore della Carità del Cardinale Sancha (1833-1909).
- Venerabile Serva di Dio Vincenza Maria Poloni, italiana, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Misericordia di Verona (1802-1855).
- Venerabile Serva di Dio Maria Bucchi (al secolo: Maria Matilde), italiana, Fondatrice della Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue di Monza (1812-1882).
- Venerabile Serva di Dio Speranza Gonzàles Puig, spagnola, Fondatrice della Congregazione delle Missionarie Ancelle del cuore immacolato di maria (1823-1885).
- Venerabile Serva di Dio Caterina Coromina Agustì, spagnola, Fondatrice dell'Istituto delle Suore Giuseppine della Carità (1824-1893).
- Venerabile Serva di Dio Maria Dolores Màrquez Romero De Onoro, spagnola, Fondatrice della Congregazione delle Filippesi Figlie di Maria Addolorata (1817-1904).
- Venerabile Serva di Dio Maria Rosa Flesch (al secolo: Margherita), tedesca, Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli (1826-1906).
- Ven.Serva di Dio Giuseppina Nicoli, della Società delle Figlie della Carità (1863-1924).

 

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13 MAGGIO: BEATIFICAZIONE DI ANNA MARIA TAUSCHER VAN DEN BOSCH


Maria Teresa di San Giuseppe (al secolo, Anna Maria Tauscher van den Bosch) è nata a Sandow, Germania, il 19 giugno 1855 ed è morta a Sittard, Olanda, il 20 settembre 1938.
Ha fondato la Congregazione delle Suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù.
E’ stata dichiarata “venerabile” il 20 dicembre 2002.
Il miracolo per la sua beatificazione è stato riconosciuto il 19 dicembre 2005.

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14 MAGGIO: BEATIFICAZIONE DI MARIA GRAZIA TARALLO


Maria Grazia Tarallo nacque a Barra allora Comune autonomo, poi divenuto un quartiere della zona orientale di Napoli, il 23 settembre 1866 da famiglia benestante, seconda di sette figli.
Trascorse l’infanzia e l’adolescenza formandosi ad una vita di pietà e manifestando già una precoce primavera dello spirito; a 25 anni, superata l’accanita opposizione dei genitori Leopoldo e Concetta Borriello, entrò nel 1891 nel monastero delle Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia in S. Giorgio a Cremano, accolta dalla fondatrice Maria Pia della Croce - Notari, che appena un anno prima aveva fondato la nuova Congregazione, il cui principio ispiratore era la riparazione dei peccati del mondo, in un‘epoca in cui imperava la massoneria e la religione era contrastata in ogni modo.

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28 MAGGIO: BEATIFICAZIONE DI RITA AMADA DE JESUS


Rita Amada de Jesus, nacque il 5 marzo 1848 a Ribafeita, Diocesi di Viseu, in Portogallo e le fu dato il nome di Rita Lopes de Almeida.
Crebbe in un ambiente familiare molto religioso dove alla sera si faceva la lettura spirituale, e, fin da ragazzina, manifestò una speciale devozione per l’Eucaristia, per la Madonna e per San Giuseppe.
Nacque presto in lei la vocazione ad essere missionaria per sottrarre la gioventù al pericolo dell’indifferentismo religioso e dell’immoralità, e prodigarsi a favore della famiglia tanto minacciata. Il suo zelo la portò ad andare per i villaggi a pregare con la gente. Insegnava a recitare il Rosario ed esortava ad imitare le virtù della Madonna.
Procurava di avvicinare le persone di vita meno esemplare e faceva tutti gli sforzi che poteva per ricondurle sul retto cammino della pratica cristiana. Per questo motivo le vennero addosso minacce di morte e, in realtà, si cercò di ucciderla.
Con l’aiuto del suo Confessore, ben presto cominciò a rendersi conto che il Signore la chiamava alla vita consacrata. Sentendosi interiormente già “consacrata”, rifiutò sempre con deci-sione qualsiasi offerta di matrimonio, anche di persone ricche.
Gli stessi genitori di Rita, presi dagli stessi sentimenti, arrivarono a dar alloggio nella loro casa a donne di facili costumi ma desiderose di cambiar vita.
Con circa 29 anni riuscì finalmente ad entrare in un convento di Religiose, unica Congregazione permessa in Portogallo [...]

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AD LIMINA PETRI
NEL V CENT.RIO DELLA BASILICA VATICANA


La Via Francigena, via della fede in Cristo e nella Chiesa


In questi ultimi anni, sulla scorta dell'anno giubilare, è cresciuta da più parti l'attenzione alla Via Francigena, che interessa il territorio di molte diocesi italiane ed ha nella Basilica Vaticana il suo punto di arrivo.
L'esperienza del pellegrinaggio, inoltre, esercita sul mondo giovanile una crescente attrattiva, non solo per l'accento ad essa conferito dalle Giornate Mondiale della Gioventù, ma perché essa appare indicativa della modalità che le nuove generazioni hanno di accostarsi alla fede e della loro "spiritualità in movimento".
La Via Francigena, inoltre, con il suo ricchissimo patrimonio di storia, arte e santità legato alla fede cattolica, è come una grande risorsa per l'educazione dei giovani alla fede: essa, infatti, viene sperimentata lungo il cammino come radicata nella storia, nella cultura e nell'arte di una nazione; viene percepita nella sua concretezza attraverso la testimonianza di numerose figure di santità; viene colta nella sua ecclesialità mediante l'incontro con comunità vive ed il ministero petrino dell'unità; viene approfondita nei suoi contenuti.
L’iniziativa partirà il 19 maggio e si concluderà il 28 giugno. Oltre al pellegrinaggio da Susa alla contrada La Storta di Roma sono previsti convegni di studio e seminari.
L’iniziativa è promossa in collaborazione con la Basilica Vaticana e la Fabbrica di San Pietro e l’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport.

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SANTI E BEATI PELLEGRINI SULLA VIA FRANCIGENA


La Via Francigena è stata percorsa anche da figure di santi e beati che hanno praticato il pellegrinaggio. Alcuni di essi sono sepolti o venerati lungo l'itinerario.
Le storie di alcuni di essi (proposte in ordine alfabetico) possono essere un riferimento signIficativo per coloro che ne seguono le orme, nel cammino come nella vita.

Ss. AMICO E AMELIO - cavalieri (sec. IX) - 12 ottobre
S. BENEDETTO G. LABRE-pellegrino(1758-1783) - 16 aprile
S.BERNARDO - pellegrino (sec. XII) - 13 settembre
S. BONA - pellegrina (1155 - 1207) - 29 maggio
S. BOVO - cavaliere (sec. X) - 22 maggio
S. BRIGIDA DI SVEZIA - religiosa (1303-1373) - 23 luglio
S. CONTARDO D'ESTE - pellegrino (1216-1249) - 16 aprile
S.ELDRADO DI NOVALESA - abate (IX sec.) - 13 marzo
S.GERARDO - pellegrino (sec. XI/XII) - 11 agosto
S.GEROLDO DI COLONIA - pellegrino (sec. XIII) -7 ottobre
S.GUALTIERO DA LODI - ospitaliere (1184-1224) - 22 luglio
S.GUGLIELMO DA VERCELLI - monaco (XII sec.)–25 giugno
S. MODERANNO - vescovo (VIII sec.) - 22 ottobre
S.PELLEGRINO IN ALPE - (VII sec.)- 1 agosto
S.PROSPERO - vescovo (sec. V) -2 settembre
S.RAIMONDO - detto Palmerio - laico (XII sec.) - 27 luglio
S.RANIERI DI PISA - pellegrino (1118-1161) - 17 giugno
SAN ROCCO - pellegrino (XIV sec.) - 16 agosto (Fonte: www.adlimina.it)

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CIRCOLARI PRECEDENTI

 

Circolare di Aprile 2006


Circolare di Marzo 2006

 

Circolare di Febbraio 2006

Circolare di Gennaio 2006

Circolare di Dicembre 2005


Circolare di Novembre 2005


Circolare di Ottobre 2005

 

Circolare di Agosto-Settembre 2005

Circolare di Luglio 2005

Circolare di Giugno 2005

Circolare di Maggio 2005

Circolare di Aprile-Maggio 2005

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