Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

 

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

 

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2005 è di euro 25,00 per le persone fisiche e di euro 37,00 per le Associazioni, Enti, Confraternite.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre


DIRITTI DEI SOCI:

 

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

 

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
– Tel/fax 06-7049.1619 - Ccp.39389069
http://www.cartantica.it/
Segreteria: R.Manfè–A.I.C.I.S.–Via Merulana,137–00185 ROMA RM
CONSIGLIO DIRETTIVO- Presidente: Gian Lodovico Masetti Zannini,
Vice-Presidente: Renzo Manfè, Segretario: Saverio Vitagliano,
Tesoriere: Silvia Lancellotti, Consigliere: Gianni Zucco.
Assistente Ecclesiastico: Padre Vito Paglialonga, O.M.D.
COLLEGIO DEI REVISORI: Giacomo Barberi, Agostino Cerini, Giuliana Faraglia.
COLLEGIO DEI PROBIVIRI: Carluccio Frison, Luigi Zanot, Ugo Amici.

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VITA ASSOCIATIVA


1averio Sesti.”.
Mi piace qui riprodurla e renderla pubblica, sia pur con una punta di bonaria gelosia.
Invito a leggerla, a saperla leggere come si suol dire “tra le righe” per comprendere la sua passione, l’amore e la cura che aveva per i suoi Santini e la famiglia che aveva cresciuta ed educata con sani principi morali.
Aveva passato gran parte della sua vita come Segretario Comunale ed il fatto di aver avuto contatti e rapporti personali con una massa eterogenea di gente per la risoluzione dei problemi più impensati in un piccolo centro, nei tempi in cui il “diabolico computer“ non esisteva, lo aveva arricchito, sentendosi sempre partecipe e coinvolto.
Ma la sua poesia, datata gennaio 2005, tra le righe nasconde anche un triste presagio che di lì a poco si sarebbe compiuto. Riaffiorano dei ricordi, una vita trascorsa, serena e tranquilla, senza rimpianti, senza malinconia, nella certezza di aver ben operato e seminato in un solco che produrrà solo frutti positivi e maturi, e intanto….passa il tempo a ricercare e ammirare preziosi Santini, ma uno squillo del telefono interrompe la sua commozione…
A Saverio da queste pagine, un semplice e caloroso ringraziamento terreno.


SAVERIO VITAGLIANO



I MIEI SANTINI


Son solo in casa, i miei son tutti al mare
ed io men sto pensoso a meditare.

Quanti ricordi riaffiorano in mente
e un po’ di nostalgia il cuore sente
dei tempi allegri, spensierati e belli
che, son volati, ed or non son più quelli.

Nessun rimpianto, nessuna malinconia
serena è trascorsa la vita mia.
I figli adulti, i nipoti cresciuti
sembra sia stato ieri quando son nati. […]

 

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I DIVERSI TITOLI A MARIA SANTISSIMA

 

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria


Quest’anno cade al 24 Giugno, cioè nel sabato successivo alla seconda domenica dopo Pentecoste, la data in cui andremo a celebrare la memoria del CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA, proprio il giorno seguente la solennità del SACRO CUORE DI GESÙ.
In modo tutto particolare “l’Immacolata” viene ricordata presso la Congregazione dei Missionari Figli del Cuore Immacolato della B. Vergine Maria.
Noi, mentre osserviamo le immaginette, che in modo a volte simbolico, a volte realistico raffigurano il cuore Immacolato di Maria: coronato di spine, trafitto da spada, sormontato da una croce, dobbiamo ricordare che l’espressione “Cuore della Vergine” va interpretata in senso biblico, per cui designa la persona stessa della Madonna; il suo “essere” intimo e irripetibile; il centro e la sorgente della vita interiore; della mente e del cuore, del-la volontà e dell’affettività; l’animo indiviso, con il quale ella amò Dio e i fratelli e si dedicò completamente all’opera di salvezza del Figlio.
Come nell’immaginetta del Sacro Cuore di Gesù noi andiamo a contemplare l’amore misericordioso di Dio per la Chiesa, così osservando quella del Cuore di Maria ammiriamo la sollecitudine materna della Vergine. Dai nostri santini può emergere il modello del “cuore nuovo” dono e segno della Nuova Alleanza, quello della beata Vergine che, piena di fede e di amore, accolse il Verbo di Dio.
Siccome Maria Ss.ma portò in seno Gesù, essa diventa “dimora del Verbo” e “tempio dello Spirito Santo”, il suo cuore è quindi immacolato, cioè immune da macchia di peccato e anche sapiente perché Maria, interpretando gli eventi alla luce delle profezie, serbava nel suo cuore la memoria delle parole e dei fatti riguardanti il mistero della salvezza.
Inoltre il suo cuore è docile perché Maria ha aderito gioiosamente ai comandi del Signore ed è nuovo, secondo la profezia di Ezechiele (cfr Ez 18, 31; 36, 26) rivestito della novità della grazia ottenuta da Cristo. Il cuore di Maria è mi te in conformità al Cuore di Cristo che ammonisce: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11, 29)”; semplice, cioè alieno da ogni doppiezza e tutto ricolmo dello Spirito di verità; puro, ossia, secondo la beatitudine proclamata dal Signore, capace di vedere Dio; forte nell’abbracciare la volontà di Dio quando, secondo la profezia di Simeone, o incombeva la persecuzione contro il Figlio o ne era imminente la morte.
Infine, il cuore di Maria è vigilante perché mentre Cristo dormiva nel sepolcro, il cuore di Maria, come il cuore della sposa del Cantico (cfr Ct 5, 2), vegliava in attesa della risurrezione di Cristo.


 

 

ATTILIO GARDINI

 

 

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CAMPAGNA UN SANTINO PER OGNI SOCIO

CATANIA: LA CHIESETTA DI “SAN GIOVANNUZZU”


Il Prof. ANTONINO BLANDINI ha trasmesso 500 immaginette del simulacro di San Giovanni Battista venerato a Catania per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e il seguente articolo:

"E' poco nota a Catania la devozione a S.Giovanni Battista che si riscontra in un quartiere popolare ai margini del centro storico, ai Cappuccini Nuovi in Grotta Magna e che è alimentata dalla confraternita di S. Giovanni Battista minore, la più giovane della città, essendo stata eretta nel 1946.

 

Cuore del culto al Battezzatore è la deliziosa chiesetta di "San Giovannuzzu", un'autentica bomboniera quasi nascosta dai fabbricati e che si trova incastonata in fondo alla stretta e piccola via intitolata al patriota Francesco Rancore.

 

Un oratorio pubblico fu voluto dagli abitanti del rione "della Catena" (lì vicino, al n. 643 di via Plebiscito, sorgeva la piccola cappella di santa Maria della Catena); essi s'impegnarono a costruirlo a loro spese. L'ingegnere Concetto Caruso Costantino, per devozione, nel 1906, volle donare un terreno sciaroso ed incolto, formato dalle lave del 1669, e progettare la costruzione di un tempietto intitolato a San Giovanni (non lontano da quel sito si notano ancora i ruderi del baluardo e del bastioncello di San Giovanni, che prendevano il nome dall'eponima chiesa a ridosso delle mura cinquecentesche).

 

Una lapide, con busto a bassorilievo del benefattore, scolpito da Tullio Aceto nel 1992, è stata posta in sagrestia nel 90° di fondazione della chiesetta, per la cui costruzione s'impegnarono, in modo particolare, i componenti di un apposito comitato, di cui facevano parte Pietro Floresta, padre dell'attuale dirigente della confraternita, Giuseppe Blandini, i fratelli Garozzo, Salvatore Lanza, Giuseppe Costantino e Giuseppa Adorna con il compito di tesoriere.

 

L'ubicazione della chiesetta votiva insiste su di un'area che prima del 1492 era occupata dal cimitero ebraico delle due Giudecche cittadine, era attraversata dagli archi dell'acquedotto romano di Valcorrente (da cui il nome di Arcora dato al baluardo e alla relativa porta) e dove, fino all'eruzione di oltre tre secoli fa, sorgevano le chiese medievali di Santa Maria del Tindari o Tunnaro e di Santa Maria di Monserrato dei Catalani. Le colate che urtarono contro la cortina muraria del vallazzo di ponente formarono la Grotta Magna su cui oggi sorge gran parte del rione.

 

I lavori di edificazione durarono due anni: nel 1908, fu inaugurata la chiesetta, che i fedeli non hanno mai cessato d'abbellire e di mantenere accogliente e pulitissima.

 

L'esterno è sobrio ed elegante: sul timpano della porta d'ingresso (ora sostituita da una lignea di castagno Siciliano) spicca un bustino del santo, dono dello scultore Aceto. Sopra, l'originario medaglione contiene un orologio che suona l'Angelus tre volte al dì, come vuole la pietà cristiana. L'interno forma una raccolta aula liturgica con cantoria sopra la bussola d'ingresso e con due gruppi statuari ai lati, che ornavano altrettanti altari laterali, uno del SS. Crocifisso e l'altro di Maria Ausiliatrice. A sinistra, si venera il simulacro del SS. Crocifisso in vetro resina (il precedente in cartapesta, si trova in sagrestia), con ai piedi una statuetta dell'Addolorata. Sul soffitto spicca l'affresco del Battesimo del Signore dipinto, nel 1925, dal celebre pittore catanese Alessandro Abate, autore di tre pale d'altare al Sacro Cuore ai Cappuccini. La chiesa, totalmente restaurata nel 1994, nei primi mesi di quest'anno ha avuto altri miglioramenti in seguito a piccoli interventi di restauro.

 

L'area del presbiterio contiene l'altare maggiore in marmo bianco, consacrato nel 1927 dal vescovo coadiutore Emilio Ferrais, che l'anno dopo avrebbe dedicato la chiesa del Sacro Cuore ai Cappuccini.
Al centro spicca il tabernacolo chiuso da una porticina in argento massiccio e sormontato da un cupolino dorato. Due formelle in bassorilievo ai lati della custodia eucaristica contengono la raffigura-zione della decapitazione del Battista e della predicazione del grande profeta.

 

La parte bassa della mensa rappresenta il Battesimo del Signore. Tutto è opera di T. Aceto.
Sul lato sinistro, si trova la recente tela di Anna Bonomo di Mascalucia che rappresenta la decollazione del Battista: Sopra l'altare è custodito il vene rato simulacro processionale di san Giovanni, che risale al tempo dell'inaugurazione della chiesa; una scala elettrica fa da ascensore per la traslazione della statua nel suo fercolo.

 

Esso è stato restaurato nel 1994 e misura 1 metro e settanta. Sul soffitto aleggia una colomba, so-pra una raggiera dorata, simbolo dello Spirito Santo; lo stesso vale per l' "agnusdei" che troneggia, sopra la nicchia del patrono.
Cartigli con scritte in latino, tratte dai vangeli secondo san Giovanni e san Matteo, si trovano rispettivamente sul prospetto della cantoria e sulla cornice del presbiterio: "Non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista" e "Ci fu un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni". Sul lato "in cornu evangeli", si trova la croce astile con il Crocifisso scolpito, nel 1994, dal prete-scultore Michelangelo Scarpinato, frate minore cappuccino, rettore della chiesa e cappellano della confraternita. Il Cristo, in legno di tiglio verniciato, è modellato sull'Uomo della Sindone.

 

In sagrestia si conserva, dentro una bacheca in legno dorato, la testa lignea del Battista posta su un piatto d'argento. Su una parete un quadro contiene una copia ridotta della pala d'altare del martirio di San Giovanni che si trova nel tempio di San Nicolò l'Arena ed è opera del romano Tofanelli. La chiesa appartiene alla confraternita di S. Giovanni Battista minore, che è proprietaria della cappella cimiteriale omonima costruita nel 1986 -‘87.

 

Nei locali attigui c'è la casa del fercolo. La prima vara, con base con bocce e nel 1950 portata a spalla e sormontata da un baldacchino rosso, non esiste più. Però, il baiardo è stato inserito nel nuovo fercolo ligneo, che compie dieci anni dalla costruzione ed è opera dello scultore Orazio Scuto. Si presenta come un tempietto quadrato a 4 colonne corinzie. Le 4 giardiniere sono di Giovanni Selsi.

 

Nel grande Giubileo del Duemila il fercolo è stato arricchito di tre vasi argentei pendenti porta fiori, della ditta Freni. Mastro della vara (che è servita anche per la processione della Madonna degli Ammalati, al Piano dei Malati), anima infaticabile della festa e custode dell'Oratorio giovanneo è il quarantenne signor Paolo Comis.


ANTONINO BLANDINI


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IL SANTUARIO DELLA VERGINE DELL’AVVOCATA


GIUSEPPE MELONE di Cava de’Tirreni (SA) ha trasmesso le immaginette per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Il Santuario dell'Avvocata è ubicata sul ripiano del Monte Mirteto ai piedi del Monte Falerzio (1024 metri) a circa 900 metri sul mare, al vertice di una lunga parete rocciosa. Vi si accede da Maiori dalla contada Lama (il percorso è fatto di una lunga e ripida scalinata), oppure anche dal versante di Cava de'Tirreni a mezzo di mulattiera, che dalla Badia della S.S. Trinità di Cava, porta al Santuario.
Questo Santuario trae le sue origini da un portentoso avvenimento del 1470. Infatti in un pomeriggio del novembre 1470 un pastore di Ponteprimario, villaggio del Comune di Maiori, di nome Gabriele Cinnamo, 35 anni, insieme a Dattilo Parito, giovane di sette anni di Salerno, mentre erano intenti a pascolare il gregge, notano un colombo selvatico che entra ed esce da un folto cespuglio di edera cresciuto ad una certa altezza della rupe. Gabriele, tenta di arrampicarsi e con il suo bastone da pastore cerca di aprire un varco, ma non vi riesce. Il mattino successivo, munito di scala e scure, ritenta e fatto un passaggio riesce a far entrare nella grotta il giovane Dattilo con una lanterna, per constatare solamente l’esistenza di una bella e ampia grotta.
La notte seguente però, mentre dorme, Gabriele vede in sogno la Madonna, che gli dice:
«Gabriele, lascia ad altri la cura delle capre; edificami in quella grotta una cappella, ed io sarò sempre la tua Avvocata».
Colpito dal sogno della notte, il mattino seguente Gabriele decide di ispezionare la grotta. E’ un po’ umida, ma conveniente per costruirvi una cappella. Dopo qualche giorno, mentre il suo gregge pascola ed egli è intento ad intrecciare vimini, vede nella grotta una luce misteriosa e contemporaneamente sente le medesime parole che la Madonna gli aveva detto in sogno. Sbalordito da questo evidente e categorico comando, decide di abbandonare il gregge, indossa un rozzo saio, e inizia una nuova vita, facendosi chiamare Fra' Gabriele.
Ottenuta poi l’autorizzazione dell’Abate benedettino di Santa Maria de Olearia in Maiori, sotto la cui giurisdizione spirituale è il territorio, edifica nella grotta del miracolo un altare dedicandolo alla Vergine Santissima sotto il titolo di «Avvocata».
La notizia del prodigioso avvenimento in breve tempo si sparge e subito, con il concorso del popolo, viene eretta alla sommità della rupe una chiesa con annesso campanile ed alcune stanze per comodità dei pellegrini.
Queste stanze nel 1508 sono ampliate ed accresciute dallo stesso Fra’ Gabriele, per soddisfare il desiderio di sette suoi compaesani che vogliono darsi come lui a vita eremitica. […]


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SAN VITALIANO, martire

Il socio Don DAMIANO MARCO GRENCI di Sesto San Giovanni ha rasmesso l’immaginetta da lui fatta stampare appositamente per la campagna “Un santino per ogni socio” e le notizie.
Il culto delle reliquie, derivante dalle onoranze per i defunti, è oggi raccomandato ma non imposto dalla Chiesa.
Il Concilio di Trento nella sua venticinquesi-ma sessione lo emendò dagli eccessi e il Concilio Vaticano II così si espresse: "La Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i Santi, le loro reliquie autentiche e le loro immagini".
Un avvenimento segnò un’epoca. Dalle catacombe a partire dal XVI secolo, grazie anche all'interesse suscitato da S. Filippo Neri e nell’enfasi controriformista, vennero riprese le ricerche di reliquie. Si riesumarono "corpi santi", che venivano trasferiti nelle chiese dell’Urbe e dell’Orbe.
La devozione verso queste s.reliquie, faceva diventare tutti questi “santi”, martiri delle persecuzioni antiche, soprattutto parte di quella schiera dei protomartiri romani che la liturgia celebra nel mese di Giugno.
L’esperienza romana fu poi applicata anche in altri luoghi dove esi-stevano catacombe o sepolture romane (e non solo).
Tra questi “santi”, c’è il piccolo Vitaliano. Il corpo del Santo martire, con ampolla di sangue, venne donato nel 1833 alla Parrocchia dei Santi Ambrogio e Theodulo di Stresa (VB).
Il piccolo martire, bimbo di 10 mesi e 28 giorni, proviene dalla catacomba di Callisto.
La dolcezza dell’opera artistica, che contiene le sacre ossa, è mistica. Il santo fanciullo ha tra le mani i segni della sua innocenza – il giglio – e della sua fede – la palma. Il “corpo santo” è tuttora venerato e l’urna, che lo contiene, è posta sotto l’altare della Madonna del Rosario.

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10 GIUGNO SAN PANTALEONE, CULTO E PATROCINIO A CREMA
L’immaginetta della celebrazione nel XVII CENTENARIO DEL MARTIRIO

I soci SEBASTIANO GUERINI e Don PIER LUIGI FERRARI di Crema hanno trasmesso le unite notizie e le immaginette di San Pantaleone, patrono di Crema e della diocesi di Crema, ideata e realizzata dai citati soci e stampata a cura della diocesi per il 10 giugno 2005, in occasione del celebrazione del XVII centenario del martirio del grande Santo.
Pantaleone, medico pagano, vivente al tempo dell’imperatore Dio-cleziano, convertitosi alla religione cristiana, unì alla professione sa-nitaria la pratica delle virtù evangeliche. Subì il martirio a Nicomedia di Bitinia l’anno 305. In Occidente la sua festa è presente nel calendario ambrosiano il 10 giugno fin dal secolo IX (Sacramentarium Bergomense) e nel calendario romano, a partire dal sec.XII, il 27 luglio.
A Crema vi sono tracce di un culto speciale a San Pantaleone già dall’inizio del secolo XIV, ma il tramite di questa devozione per un santo orientale era stata probabilmente la venuta dei Monaci Benedettini a Crema il 1° dicembre 1097.
Il patrocinio di San Pantaleone sulla città iniziò nell’anno 1361, quando il Santo, invocato durante una pestilenza, il 10 giugno, apparve visibilmente sulla città in atto di protezione, e fece cessare il flagello; Il 10 giugno era per Crema il giorno liturgico del Santo perché la città, soggetta al dominio dei Visconti di Milano (1335-1449), in quel giorno festeggiava il martirio del santo, come nella diocesi ambrosiana.
L’invocazione del popolo cremasco fu, dunque, un gesto di supplica indirizzato a un santo familiare, conosciuto per la sua santità e la professione medica.
Alla tradizione danno autenticità le ordinanze che ne seguirono: gli statuti della città, approvati nel mese di luglio di quell’anno, proclamarono san Pantaleone nuovo patrono di Crema; il 10 giugno fu proclamato festa solenne per tutto il turritorio; tutte le comunità, le vicinie, le corporazioni furono tassate di certe somme da versare per il culto del santo; fu indetta una grande processione annuale cui dovevano intervenire tutte le categorie di persone religiose e laiche, dalle autorità, alle fraglie e alle discipline; il Municipio di Crema coniò il suo sigillo con l’immagine di San Pantaleone in atto di proteggere la città.
Del Santo la diocesi conserva e venera due insigni reliquie: il cranio, rinvenuto nel 1485 in una cassetta d’avorio sotto l’antico altare della Cattedrale, conservato oggi in un reliquiario a forma di busto portato in processione nella festa del 10 giugno e un braccio, portato a Crema nel 1493 da frà Agostino Cazzuli, Superiore del convento di s.Agostino in Crema, conservato in un reliquiario a forma di braccio.
L'11 aprile 1580 il Papa Gregorio XIII eresse la sede vescovile di Crema e San Pantaleone divenne il patrono della nuova diocesi.

S.GUERINI - P.L.FERRARI

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A 110 ANNI DALLA MORTE DI MARIA ANGELICA MASTROTI


Don DAMIANO MARCO GRENCI ha trasmesso l'immaginetta di Maria Angelica Mastroti (Concetta Filomena)(1851-1896) nell’ambito dell’iniziativa “Un santino per ogni socio” e le seguenti notizie:
“Come potrò parlare degnamente della bellezza del luogo e della dolcezza e salubrità dell’aria, o della pianura ampia e ridente che si allunga tra i monti, dove si trovano prati verdeggianti e floridi pascoli?”: così san Bruno il certosino descrive la terra dei Bruzii. Ma la fede e la santità in Calabria precede l’avvento del santo francese. Infatti vede le sue origini nell'apostolo Paolo e con il suo primo discepolo Stefano di Nicea, protovescovo di Reggio e di tutti i Bruzii. Nei secoli lo Spirito ha conquistato molte anime e le ha plasmate ad immagine di Cristo, vero uomo e vero Dio.
Tra costoro ricordiamo la grande schiera dei martiri di Calabria: dai martiri locresi a Daniele di Belvedere; lo splendore dei monaci italo-greci; e le glorie di terra calabra: Francesco di Paola, Gaetano Catanoso e Umile da Bisignano. Molti altri hanno reso gloria al Padre che è nei cieli, rimanendo sconosciuti ai molti. Tra costoro “la beata” Angelica.
Maria Angelica (Concetta Filomena) Mastroti, nacque a Papasidero (CS) il 4 febbraio 1851; visse vita penitente e verginale alla sequela di Cristo, suo mistico sposo. Si racconta che alcune volte ebbe la S. Comunione somministrata dal San Giovanni Giuseppe della Croce e dalla Beata Vergine Maria. Muore nel 1896 a Castelluccio Superiore (PZ), dove viene sepolta nella cappella, costruita dal nipote sacerdote, del cimitero locale. Ancor oggi dalla Calabria e dalla Basilicata il 26 maggio, giorno della sua morte, molti pellegrini si recano sulla sua tomba.
La fama della sua santità è tale che viene detta “beata Angelica”.

 

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CACCAMO (PA): 1^DOMENICA DI MAGGIO, MADONNA DEL BUON CONSIGLIO

Il socio GIOVANNI LA ROSA di Caccamo ha trasmesso l’immaginetta per “Un santino per ogni socio” e le unite notizie.

" Fortissima è la devozione del popolo di Caccamo verso la Madonna del Buon Consiglio, venerata nella Chiesa di Sant’Isidoro. Il culto è stato qui portato dai Padri Agostiniani che hanno vissuto nel Convento della Chiesa fino al 1866, anno in cui con la soppressione degli Ordini religiosi essi hanno dovuto lasciare il convento, poi adibito a carcere ed ora a sede della ASL. La cura della Chiesa è passata ai sacerdoti della diocesi, che zelano il culto alla Vergine facendo tra l’altro celebrare ogni 25 del mese una Santa messa per gli iscritti alla Pia Unione e la prima domenica di maggio celebrando in forma solenne la festa preceduta da una novena, che si conclude con la processione con l’immagine della Madonna per le vie della città.
Il quadro che si venera a Caccamo, è una copia dell’originale che si trova nel Santuario di Genazzano (RM) ma non se ne conosce l’autore e non si hanno notizie certe circa l’arrivo del quadro a Caccamo.
Tutto ebbe inizio il 25 aprile 1467 quando all’ora del vespro tutte le campane del piccolo paese di Genazzano iniziano a suonare, ed ecco che dal cielo, avvolta in una nuvola, e sorretta dagli angeli arriva l’immagine della Madonna scappata da Scutari (Albania), per non essere oltraggiata dai Turchi, si va ad appoggiare alla parete del campanile della Chiesa. Ancora oggi, a distanza di secoli, l’immagine è lì nel suo santuario pronta ad accogliere i suoi figli."


GIOVANNI LA ROSA

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MASERNO, 24 Giugno: FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA


La socia ELISA BERNARDI ha inviato le immaginette del patrono di Maserno per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e le unite notizie.
La Chiesa di Maserno, dedicata a S.Giovanni Battista, ha origini molto antiche ed è citata nel diploma di Federico I del 1159. Don. E.Bernardi, parroco e gran-de studioso, autore di un apprezzato volume “Cenni storici intorno alla plebana di Maserno”, ristampato nel 2005, afferma che come risulta da un’iscrizione gotica posta sulla facciata, la Chiesa fu del tutto rifatta nel 1252.
Un catalogo delle chiese modenesi del 1291 cita che dalla Chiesa di Maserno dipendevano le chiese di s.Michele di Montespecchio, s.Cristoforo di Zumignago, s.Antonino di Monteforte e s.Marcellino di Dismano: ciò dimostra l’antichità dell’istituzione e la floridezza di quel periodo. Essa era “Pieve”, cui le altre Chiese dovevano fare riferimento per il battesimo dei loro nati. Al plebano (parroco) inoltre era riservato il diritto di presentare al vescovo i giovani che riteneva idonei agli ordini Sacri e quello di vigilare sul clero relazionandone annualmente il vescovo.
Nel 1655 si ebbe un rifacimento della Chiesa utilizzando i materiali di recupero della Chiesa di San Marcellino di Dismano, distrutta da un terremoto. Nel 1905 il parroco Don Franceschi sistemò la cappella maggiore, la sacrestia e gli ambienti adibiti a scuola elementare. Nel 1909 fu inaugurato un grandioso organo della Ditta Bottani di Frassinoro, che con la II Guerra Mondiale andò fuori uso. Con il restauro da parte di Pellini e Giacobazzi di Modena l’organo è ritornato all’antico splendo re il 19 agosto 2004.
Il campanile (38 metri), innalzato nel 1910 sotto la direzione dell’ing.Carlo Mazzetti, fu restaurato nel 2000.
Patrono di Maserno è san Giovanni Battista che viene festeggiato nella domenica più vicina al 24 giugno. Nel 2005, la festa ha avuto una solennità del tutto singolare perché si sono celeebrati i cento anni dall’ultimo grande restauro della Chiesa. In tale occasione è stato stampato il santino che viene offerto agli associati.


ELISA BERNARDI

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AFRAGOLA: VENERAZIONE DI SANT’ANTONIO DI PADOVA


Padre MICHELE GIULIANO, ofm, ha qui inviato le immaginette del simulacro venerato nel Santuario di Afragola, per l’iniziativa sociale “Un santino per ogni socio”.
Sant'Antonio di Padova, al secolo Fernando Bulhão (Lisbona, 15 agosto 1195(?) - Padova, 13 giugno 1231) è stato un frate francescano, ed è santo della Chiesa cattolica, che gli tributa da secoli una fortissima devozione.
Prima Agostiniano a Coimbra (1210), poi (1220) francescano, viaggiò molto vivendo prima in Portogallo quindi in Italia. Nel 1221 incontrò, alla Porziuncola, San Francesco d'Assisi, che lo inviò all'eremo di Montepaolo, presso Forlì, dove iniziò la sua attività di predicatore. Professore di teologia e nello stesso tempo predicatore, combatté l'eresia catara, specialmente in Francia, con estremo vigore e con una eccezionale forza di convinzione.
Fu trasferito poi a Bologna e quindi a Padova, città di cui è patrono.
Morì all'età di 36 anni in concetto di santità. Per la mole di miracoli attribuitegli venne cano-nizzato a un anno dalla morte da papa Gregorio IX. Pio XII, che nel 1946 ha annoverato Sant'Antonio tra i dottori della Chiesa cattolica, gli ha dato il titolo di dottore evangelico, tanto era solito sostenere le sue affermazioni con citazioni del Vangelo.

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3 GIUGNO 2006: FESTA NEL SANTUARIO di ORTA DI ATELLA

Padre MICHELE GIULIANO, ofm, ha inviato l’immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e la seguente documentazione.

V ann.rio dell’Elezione della Chiesa a SANTUARIO DIOCESANO
Alla diletta Comunità Ecclesiale in Orta di Atella

Prot.N.18/01

Fin dall’inizio del nostro servizio pastorale in questa diocesi di Aversa, affidataci dalla fiducia del Santo Padre Giovanni Paolo II, abbiamo notato una grande devozione nella comunità ecclesiale di Orta di Atella verso S.Salvatore da Horta, venerato nella Chiesa di San Donato, officiata dai Frati Francescani minori della Provincia napoletana.
Lo stesso tempio, nelle due ricorrenze festive dell’umile frate spagnolo, insigne Taumaturgo, il 18 marzo e il martedì di Pen-tecoste, è meta di innumerevole moltitudine di devoti del Santo, provenienti anche dalle circostanti comunità ecclesiali dentro e fuori i confini della nostra diocesi.
Accogliendo pertanto ben volentieri la richiesta della Comunità francescana locale e quella della Comunità provinciale, con la nostra autorità ordinaria eleviamo la medesima Chiesa a

Santuario Diocesano
A norma del C.D.C.
Fin da adesso poniamo sotto lo speciale patrocinio di S.Salvatore tutti i fedeli che accorreranno al Santuario diocesano in Atella e di cuore impartiamo la nostra pastorale benedizione ai devoti del Santo.

Aversa – dalla residenza episcopale – Solennità di Pentecoste 2001
Il Cancelliere Vescovile Mario Milano
Mons.Francesco Sparaco Arcivescovo-Vescovo


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29 giugno: festa di SAN PIETRO


I soci Padre MICHELE GIULIANO, ofm, e LUIGI LEONE hanno trasmesso l’mmaginetta nell’ambito della campagna “Un santino per ogni socio”.
Essi hanno gentilmente inviato per tutti gli associati questo santino che rappresenta il simulacro di San Pietro, primo Pontefice della Chiesa, venerato nella basilica di San Pietro ad Aram, a Napoli, in Corso Umberto I.
San Pietro è l’apostolo investito della dignità di primo papa da Gesù stesso: “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”.
Pur non essendo stato il primo a portare la fede a Roma, ne divenne insieme a s. Paolo, fondatore della Roma cristiana, stabilizzando e coordinando la prima Comunità, confermandola nella Fede e testimoniando con il martirio la sua fedeltà a Cristo.

 

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CURIOSANDO TRA LIBRI, SANTI E SANTINI

 

RAVENNA: un museo dei cuori?
LA COLLEZIONE DI ELISABETTA GULLI GRIGIONI

Riportiamo qui appresso l’articolo della giornalista Francesca Marcarino, pubblicato sul nr.5 del 14 marzo u.s. del quindicinale di informazione ravennate “LA PIAZZA - Avvenimenti”.
Un sentito grazie alla gentile Redazione del quindicinale.
La socia ELISABETTA GULLI GRIGIONI di Ravenna possiede una raccolta, unica in Italia, di immaginette sacre, immagini, lettere ed oggettistica avente per tema “il cuore”, che ancora pochi italiani hanno potuto ammirare e soprattutto apprezzare.
L’augurio del Consiglio Direttivo AICIS è che tale stupenda collezione non emigri, né si disperda, ma trovi una meritevole collocazione nel territorio di Ravenna.

MUSEO DEI CUORI’: 1.800 PEZZI, DATABILI FRA IL ‘600 E LA PRIMA METÀ DEL ‘900 E LEGATI AL TEMA DEL ‘CUORE’, COMPONGONO LA COLLEZIONE DI ELISABETTA GULLI GRIGIONI. MOLTISSIMI, I CUORI ‘CONTEMPORANEI’.
ABBIAMO CHIESTO A POLITICI, ARTISTI, FUMETTISTI, ATTORI, GIORNALISTI QUALE FUTURO POTREBBE AVERE QUESTA PRESTIGIOSA COLLEZIONE, FRUTTO DI 30 ANNI DI RICERCA ANTROPOLOGICA E ANTIQUARIA.
Ravenna si interroga sui ‘cuori’: si farà il Museo?
Cosa pensano i ravennati della Collezione di Elisabetta Gulli Grigioni dedicata al tema del ‘cuore’?
Dopo gli interventi di Giannantonio Mingozzi, Marcello Landi, Uber Dondini e Ermanna Montanari, apparsi sullo scorso numero di ‘La Piazza - Avvenimenti’, nuovi punti di vista arricchiscono il progetto ipotetico di un ‘Museo dei Cuori’ a Ravenna. (di Francesca Marcarino)
“C’è abbastanza ‘cuore’ per un ‘Museo dei Cuori’?”, azzarda Uber Dondini; oppure “Ravenna sputa fuori i musei” come dice Marcello Landi?
“Museo dei Cuori’, quale sede privilegiata di laboratori giovanili e di scrittura? È la proposta di Giannantonio Mingozzi.
Infine, “museo ambulante in giro per l’Italia”, o “isoletta all’interno di Mirabilandia”, come racconta Ermanna Montanari? A questi quattro interessanti punti di vista si aggiungono i nuovi e stimolanti ipotesi.
Emanuela Giangrandi ~ Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Sanitarie e dell'Immigrazione.
«Mi piacerebbe pensare alla Collezione creata da Elisabetta Gulli Grigioni con il suo consistente tesoro di ‘cuori’ come a una presenza all’interno dei tre presidi ospedalieri della nostra provincia. Una presenza importante che sicuramente avrebbe la fondamentale funzione di abbellirli, e impreziosirli con un tocco di colore, calore, creatività e infondendo, a chi si ferma a osservare, gioia. Chiaramente il tema del cuore non andrebbe letto, seppur all’interno di un contesto di cura, come simbolo ‘cardiologico’ ma, invece, come simbolo di solidarietà e di vicinanza, che si carica ancora di più di queste fondamentali valenze dal momento che lo troviamo in un luogo dove non ce lo aspettiamo. È un cuore che pulsa, simbolo di vita, che parla di vita».
Daniele Panebarco ~ Fumettista
«Considero questa Collezione un tesoro nascosto che esiste in Città, è una raccolta preziosa, non solo di ‘cuori’. Ricordo che per una ricerca iconografica mi sono rivolto a Elisabetta, adesso, la considero una specie di istituzione! Sono pienamente d’accordo: si dovrebbe aprire un museo per consentire agli studiosi la consultazione di tutto questo prezioso materiale. […]

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ERRORI E VARIETA’ NELLE IMMAGINETTE SACRE


Dal nostro Socio e Segretario SAVERIO VITAGLIANO di Roma riceviamo e pubblichiamo:

"La collezione dei Santini, come del resto ogni altro hobby, non assume solo l’aspetto passatempo e per molti anche e solo fisionomia economica. Sono certamente elementi di considerazione a cui però vanno accoppiati studi e ricerche per aumentare le conoscenze e l’interesse culturale del Santino al fine di capirne la capacità e la validità a cui sono destinati, per giungere poi alla stima del loro valore diretto e/o indiretto.
Il fenomeno collezionistico del Santino è sempre più attuale: cultori e studiosi si danno da fare per scovare ogni forma di stampa e tipologia, per svelare ogni piega segreta e far luce su talune iconografie per interpretare segni e simboli dando così un contributo sul piano informativo, specie al collezionista principiante.
Nel maneggiare le immaginette, capita, sia pure di rado, di trovarsi di fronte ad errori e varietà, che non sfuggono all’occhio vigile dello studioso e del collezionista.
Mentre l’errore è quello che si verifica casualmente e differenzia nel Santino l’immaginetta sbagliata da quella tipo, la varietà invece può definirsi un errore di stampa, determinato da un difetto della tavola.
Nel nostro caso non stiamo a sottilizzare su alcune caratteristiche quali il colore o il formato,la carta o la scritta, anche perché manca il modello tipo con cui confrontarsi, così come avviene con il francobollo in filatelia, ove un dentello in più o in meno, un colore sbiadito o sbavato, diventa uno straordinario caso commerciale-speculativo.
Qui parliamo solo di errori clamorosi come quello che si nota nella foto ove la identica immagine degli anni ’40 vera, che raffigura S. Elisabetta (sopra) è scambiata nientemeno per S. Vincenzo.
Ma a cosa è dovuto questo errore?
Quello più probabile, come riteneva il nostro esperto ex-Presidente Gennaro Angiolino, (deceduto il 23 dicembre 2002), era dovuto […]


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SCHERZA COI FANTI NON CON I SANTINI
di Emanuele Cazzolla


Fu l'invenzione della stampa a rendere fattibile la circolazione delle immagini sacre all'esterno di chiese e santuari, custodi dell'iconografia sacra pittorica e scultorea.
Il santino, nel propagare la devozione fuori dei luoghi di culto, trova ben presto appropriata collocazione non solo a far da segnalibro nel proprio libro di preghiere, ma anche sulla porta d'ingresso delle case, ovvero nella bottega di lavoro, nonché sulle porte di stalle, ovili, fienili, o ancora nelle imbarcazioni e negli altri mezzi di trasporto.
Ad ogni attività presto verrà associato il relativo santo protettore: dentro la custodia di uno strumento musicale quasi sempre tra spartiti e accessori è riposta una immaginetta di Santa Cecilia.
Nelle abitazioni, oltre all'ingresso, ogni luogo si fa adatto per accogliere un santino, dalla dispensa al letto (comune l'usanza di riporlo fra la lana dei materassi), oppure nella culla a vegliare su una nuova vita, o nella bara a salvaguardare l'anima di un trapassato.
Particolare devozione si riserva al santo di cui si porta il nome di battesimo o al patrono della propria città. E ognuno venera un "proprio" Gesù o una "propria" Madonna che, a seconda di titoli e miracoli, assume le denominazioni più diverse.
Il santino esplode nel 1700. È in questo secolo che nascono i famosi "canivets", inizialmente confezionati a mano nei conventi di clausura. I loro minutissimi intagli a contorno di miniature acquerellate, ne fanno pezzi unici, oggi rarità da museo.
Nella seconda metà dell'800, il canivet diviene un prodotto industriale con i contorni finemente fustellati e i pizzi perforati a macchina. È l'epoca d'oro dei famosi stampatori francesi quali Bouasse, Turgis, Letaille.
Questi santini "merlettati" finiscono col rappresentare la produzione per i ricchi, parallela a quella delle immaginette cromolitografate, variante più popolare e accessibile.
Ma oggi anche queste ultime, con i loro morbidi colori frutto di numerosi passaggi su pietre litografiche, sono esemplari ambiti dai collezionisti.
Prima del definitivo declino, il santino conosce l'ultima stagione di dignitoso decoro con l'affermazione del Liberty e la gradevolezza dei suoi ornamenti floreali.
Fra le due guerre compaiono le immaginette a un solo colore, grigio o seppia, e con l'avvento della stampa offset alla produzione artistica subentra quella essenzialmente divulgativa.
Se in tutti questi anni si è assistito a un sempre più accresciuto interesse collezionistico verso i santini d'epoca, oggi si registra un passo più in là. I santini sono diventati figurine in bustine vendute in edicola con l'album per la raccolta; come le mitiche figure Panini dei calciatori. Ed è stato subito un boom editoriale, già replicato dopo pochi mesi.
Infatti, dopo la prima raccolta uscita all'inizio del 2006, comprendente 438 immagini diverse, da alcuni giorni è in distribuzione la nuova serie "Santi, i campioni della Fede" edizioni Pubblicazioni srl, di 504 figurine.
Il nuovo album (euro 4,00), oltre che più elegante dal punto di vista grafico, è anche meglio confezionato per essere non più spillato col punto metallico com'era il primo (dal quale facilmente si staccavano le pagine centrali), ma cucito a filo e con la copertina brossurata.
I santini, ad opera dello studioso Vittorio Pranzini, riproducono esemplari che abbracciano pressoché tutta la storia della stampa, dal 1500 ai giorni nostri, nonché tutta la storia della santità.
Sono sempre formato 6,8x11, autoadesivi, con il nuovo accorgimento del distacco dalla carta retrostante facilitato su uno dei quattro angoli. Così come le bustine, che costano sempre 60 centesimi cadauna e contengono 6 esemplari.
E dopo il patrocinio della Curia di Ravenna per la prima raccolta con la presentazione del cardinale Ersilio Tonini, adesso c'è quello della curia di Imola e la presentazione del cardinale Achille Silvestrini.
È una iniziativa molto affascinante, che piace in maniera trasversale, e per età e per status sociale. Dalle prime battute, pare che il successo si stia replicando con addirittura più forza.
Tutto fa supporre che l'operazione non si esaurirà con la seconda raccolta, talché è verosimile che a breve appaiano altre novità. E chissà che fra alcuni anni, come già accaduto per gli album dei calciatori, a qualcuno non venga l'idea di rieditare queste raccolte, con le immagini già stampate sui fogli (non come figurine da attaccare) e allegate magari a qualche quotidiano. Per le repliche degli album dei calciatori ci pensarono all'Unità. Si tengano pronti all'Osservatore Romano. Così sia. (Fonte: Dal quotidiano “BariSera” del 10 maggio 2006)


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I 14 SANTI AUSILIATORI
di MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI

Ho ricevuto alcuni mesi fa da parte del socio PAOLO MONCIOTTI di Torino, in occasione della preparazione del mio articolo sulle notizie storiche riguardanti i santini svizzeri del 1800, la fotocopia di una bellissima e interessante cromolitografia dai colori smaglianti della casa editrice svizzera Benziger & Co. S.A. di Einsiedeln, Svizzera, raffigurante “I santi ausiliatori”.
L’argomento poco conosciuto ha suscitato in me molto interesse, che mi ha indotto ad una appassionata ricerca nella identificazione dei 14 santi, attingendo alle loro biografie e alle tradizioni iconografiche, nonché alla natura delle loro particolari “protezioni”.
Ho trovato innanzi tutto su un sito Web l’elenco di seguito riportato integralmente, con aggiunte da parte mia in parentesi l’epoca e la regione in cui sono vissuti:

SANTI AUSILIATORI

Quello degli Ausiliatori è un gruppo di quattordici santi alla cui intercessione il popolo cristiano si rivolgeva per particolari necessità:
s. ACACIO (8 maggio), contro l'emicrania e i tormenti dell'agonia; (II sec. Armenia)
s. BARBARA (4 dicembre), contro il fulmine e la morte improvvisa; (IV sec., Turchia)
s. BIAGIO (3 febbraio), contro il mal di gola; (IV sec., Armenia)
s. CATERINA (25 novembre), contro le malattie della lingua; (IV sec., Egitto)
s. CIRIACO (8 agosto) contro le ossessioni diaboliche; (II-II sec., Roma)
s. CRISTOFORO (25 luglio), contro gli uragani e le pestilenze; (III sec.., Asia Minore)
s. DIONIGI (9 ottobre), contro i dolori di capo; (III sec.., Francia)
s. EGIDIO (1 settembre), contro la pazzia e il panico; (VII-VIII sec., Atene-Provenza)
s. ERASMO (2 giugno), contro le malattie intestinali; (III-IV sec., Siria, Formia)
s. EUSTACHIO (20 settembre), contro i pericolo del fuoco e l'inferno; (III sec., Roma)
s. GIORGIO (23 aprile), contro le malattie della pelle; (III-IV sec., Libia)
s. MARGHERITA (20 luglio), protettrice delle partorienti; (IV sec., Antiochia)
s. PANTALEONE (27 luglio), contro le infermità di consunzione; (III sec., Nicomedia)
s. VITO (15 giugno), contro la corea (chiamata anche "ballo di san Vito"), la letargia, il morso di animali velenosi e l'idrofobia. (IV sec., Lucania).
Il culto dei 14 santi è nato ed è particolarmente sentito nell’arcidiocesi di Bamberg (Bomberga in italiano), in Baviera, nella quale è situato un antico santuario: la Basilica di Vierzehneiligen a Bad Staffelstein, nelle vicinanze di Bamberg.
Ivi, secondo una tradizione leggendaria, il 24 settembre del 1445 un pastore, in prossimità della abbazia cistercense di Langheim, incontrò un bambino in lacrime, che presto scomparve.
L’episodio si ripetè una seconda volta e infine il bambino apparve una terza volta circondato da altri tredici bambini piccoli, illuminato da un crocifisso sul suo petto e da due candele accese che scendevano dal cielo. […]


MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI

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IL QUADRO DI MARIA AUSILIATRICE NEL SANTUARIO DI TORINO


Sulla Circolare n°.276 di maggio 2006 il socio Attilio Gardini, nell'articolo sui diversi Titoli a Maria Santissima - Auxilium Christianorum - festa 24 Maggio, cita il maestoso Quadro del Pittore Tommaso Lorenzone (1824-1902).
Il quadro recentemente restaurato, troneggia sull'Altare Maggiore del Santuario-Basilica (altare che il Sommo Pontefice Pio X con suo Augusto Autografo in data 7 ottobre 1908 dichiara Altare Gregoriano perpetuo). Ho trovato la spiegazione del quadro su un libricino del 1932, relativo al santuario, che di seguito riporto:

Il più prezioso ornamento - Il Quadro di Maria Ausiliatrice

Il più bel ornamento del Santuario, è senza dubbio il Quadro di Maria Ausiliatrice. Ideato da don Bosco e fatto preparare dal valente pittore Lorenzone, benedetto nel giorno stesso in cui fu consacrato il Santuario ed esposto subito alla pubblica venerazione, divenne in breve celebre, e l'Immagine fu venerata in tutto il mondo.

Spiegazione del quadro

La Beatissima Vergine, assisa sopra un trono di nubi che si elevano sopra il Santuario, campeggia maestosa, col Santo Bambino sul braccio sinistro e nella destra lo scettro regale, coronata di stelle, in un mare di luce che scende dall'alto, circondata da turbe di Angeli e dagli Apostoli e dagli Evangelisti, che le fanno devota corona. A basso, nel mezzo. S. Pietro e S. Paolo. Dietro di essi, coi noti simboli, gli Evangelisti: S. Marco con il leone, S. Giovanni con l'aquila, S. Luca con il bue e S. Matteo con l'Angelo.
Sopra S. Giovanni, S. Tommaso con la lancia, perché con essa fu trafitto; S. Bartolomeo con il coltello, perché scorticato vivo; S. Mattia con un sasso, perché lapidato; S. Simone con la sega perché segato a mezzo. Dall'altra parte, sopra S.Matteo: S.Giacomo il Maggiore con il noto bastone da pellegrino; S.Filippo con la croce, perché crocifisso; S. Andrea con la croce a x, perché in tal modo crocifisso; S. Giuda Taddeo con la scure, perché decapitato; S. Giacomo il Minore con una stanga, perché dopo essere stato precipitato dal tempio di Gerusalemme, fu ucciso con un bastone.

Due date memorabili

Il 17 maggio 1903 la Sacra Immagine in nome e per autorità di Papa Leone XIII, venne decorata di auree corone dall'Em.mo Card. Richelmy; e il 9 giugno 1918 nel 1° Cinquantenario della consacrazione del Santuario, venne dall'Eminentissimo Card.Cagliero, salesiano, fregiata di aureo scettro gemmato.
Tutti gli anni, la sera del 24 maggio, per le vie intorno al Santuario si svolge la solenne processione con la statua della Madonna.


Paolo Monciotti

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CURIOSANDO TRA I SANTI


Tra i vari blocchi di santini che ho avuto la fortuna di trovare sulle bancarelle di qualche rigattiere del mercato romano per eccellenza “Porta Portese” o in altri mercatini d’Europa, mi è spesso capitato di ritrovare alcune immagini a soggetto religioso che per la loro peculiarità considero delle vere e proprie “curiosità” .
Tra le tante ce ne è una che riproduce fedelmente addirittura l’impronta del Piede della Vergine Madre di Dio. Al cui interno oltre a l’immagine della Madonna con il Bambino in braccio e coronata da angioletti è riportata la seguente dicitura:

VIVA MARIA SANTISSIMA VERGINE MADRE DI DIO

Giusta misura del Piede della Beatissima Madre di Dio, cavata dalla sua vera Scarpa, che si conserva con somma devozione in un Monastero di Spagna. Il Pontefice Giovanni XXII concesse 300 anni d’Indulgenza a chi bacerà tre volte questa misura, e vi reciterà tre Ave Maria; lo che fu confermato da Papa Clemente VIII l’anno di nostra Redenzione 1603. Questa indulgenza non avendo prescrizione di numero si può acquistare quante volte si vorrà dai devoti di Maria Vergine Santissima. Si può applicare alle anime del Purgatorio.
E’ permesso per maggior gloria della Regina del Cielo di trarre da questa misura altre simili misure, le quali tutte avranno la medesima indulgenza.

MARIA MATER GRATIAE ORA PRO NOBIS

GIANCARLO GUALTIERI


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L’ANGOLO DELLA PREGHIERA

Il giorno 2 del mese di Giugno è la Festa della Repubblica Italiana e il gior-no 21 con il Solstizio d'Estate comincia la stagione estiva.
La Chiesa il 13 di Giugno festeggia il Santo più invocato dai fedeli per ottenere una grazia: Sant' Antonio di Padova, Sacerdote e dottore della Chiesa, detto appunto il Santo dei Miracoli. Nato a Lisbona, Portogallo, intorno al 1195, morì a Padova il 13 giugno 1231.
Le sue spoglie si conservano nell’omonima Basilica meta ininterrotta di pellegrinaggi di fedeli di tutto il mondo. S. Antonio è il Santo patrono dei poveri ed ha come emblema il giglio o il pesce.

PREGHIERA DEL DIVOTO DI S. ANTONIO


O potentissimo Taumaturgo S. Antonio, Tu che sei il Santo dei Miracoli, il consolatore degli afflitti, la speranza dei miseri, ottienimi da Dio la grazia di cui ho tanto bisogno (si manifesti la grazia), Se Tu me la impetri, io Ti offrirò il pane per le Tue povere Orfanelle.
O Taumaturgo di Padova, interponiti presso l’Altissimo in favor mio e consola questo afflitto cuore. Così sia.
Pater, Ave e Gloria.

PREGHIERA DEL GIGLIO BENEDETTO

O glorioso S. Antonio che siete invocato e benedetto da tutto il mondo, consolatore amoroso dei miseri e tribolati, anch’io oppresso da tante angustie di corpo e di spirito, ricorro a Voi con tutta la fiducia e invoco la taumaturga virtù della vostra intercessione presso Dio per ottenere la liberazione delle mie pene e la sospirata pace. E, se le mie miserie spirituali offendono il candore del vostro sguardo purissimo, Voi, Giglio immacolato, impetratemi grazia di pentimento e di risurrezione, acciò possa rendermi degno del vostro patrocinio. Così sia. Pater, Ave e Gloria. S Antonio, Consolatore dei miseri, prega per noi!


RESPONSORIO DI S. ANTONIO


Se vuoi aver miracoli ricorri a S. Antonio
per Lui i morbi fuggono la lebbra ed il demonio.
I venti, il mar si calmano di S. Antonio ai cenni.
Rendete, o vecchi, o giovani, onori a Lui solenni.
O grande eroe di Padova per te sorgono i morti:
in liete ognor si cangiano per te le avverse sorti.
D’Antonio il nome invocano smarriti i viandanti,
e salvi dai pericoli sciolgono devoti canti.
Chi vuol trovar sollecito il ben che avrà perduto
si volga a S. Antonio e cerchi a Lui aiuto.
Chi geme in duri vincoli, oppresso da disgrazie,
ricorra a S. Antonio e tutte avrà le grazie.
Prega per noi, o S. Antonio, acciocché siam fatti degni delle promesse di Gesù.


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CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI


28 aprile 2006: promulgazione dei nuovi decreti
Come già anticipato nel nostro Notiziario del mese di maggio u.s., il 28 aprile 2006, nel corso di una udienza privata al Cardinale Josè Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione di nuovi Decreti:

A) - Prossimamente SANTI
Sono stati promulgati i decreti riguardanti un miracolo attribuito all’intercessione dei seguenti Beati, per i quali verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Canonizzazione:

1- Beato FILIPPO SMALDONE (1848-1923), italiano, Sacerdote Diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori.
Il beato Filippo Smaldone è stato un apostolo dei sordomuti per i quali aprì un istituto a Lecce nel 1885. Era nato a Napoli 37 anni prima e aveva vissuto le difficoltà dell'apostolato nel periodo di costruzione della nazione italiana. Già da studente di teologia si era dedicato ai sordomuti partenopei. Poi era stato trasferito a Rossano Calabro.
Tornò poi a Napoli dove fu ordinato prete nel 1871. Visitava gli ammalati in ospedale, e durante un'epidemia si ammalò anche lui, ma fu guarito per intercessione della Madonna di Pompei. Andato a Lecce, fondò la Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori. L'opera si espanse anche a Bari e a Roma. Oltre ad aiutare le persone colpite nella voce e nell'udito per ciò che riguardava i loro bisogni materiali e spirituali, don Smaldone fu consigliere e confessore di molti sacerdoti e seminaristi. Morì a Lecce il 4 giugno del 1923 ed è beato dal 1996. (Avvenire)

2 - Beato RAFFAELE GUIZAR VALENCIA (1878-1938), messicano, Vescovo di Vercruz Il beato messicano Raffaele Guizar Valencia, nato a Cotija, Messico, 26 aprile 1878 e morto in Città del Messico, 6 giu gno 1938, fu ordinato sacerdote il 1° giugno 1901, solennità di Pentecoste; negli anni che seguirono fu impegnato nella predicazione delle ‘missioni popolari’ nella città di Zamora e in diverse regioni del Messico.
Il 3.6.1903 fondò la Congregazione di Nostra Signora della Speranza, diretta da suo fratello don Antonio Guízar Valencia, con lo scopo di offrire gratuitamente le missioni al popolo, nelle diocesi più povere di mezzi e di clero; la Congregazione comunque fu soppressa il 21 giugno 1910.
Nel 1905 fu nominato missionario apostolico, compito a cui si dedicò con zelo, propagando la devozione al Sacro Cuore. Divenuto Vescovo di Veracruz, durante la persecuzione religiosa esercitò il suo ufficio episcopale sia da esule sia da clandestino, equiparandosi quasi ai numerosi martiri di tale periodo. Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 29 gennaio 1995.

3 - Beata ROSA VENERINI, italiana, Fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie Venerini, (1656-1728). Rosa è nata a Viterbo il 9 febbraio 1656 ed è morta in Roma il 7 maggio 1728.
Rosa rinuncia al matrimonio, poiché il suo progetto vocazionale è farsi monaca. Prova, ma constata che non è in monastero che la vuole il Signore. Nel 1685, con due compagne con cui inizia la prima vita in comune, apre una scuola. Dopo la morte dei genitori, il vescovo di Montefiascone, il veneziano Marc’Antonio Barbarigo, la chiama nella sua diocesi per fondare delle scuole. E a Montefiascone lei trova al suo fianco una giovane e provvidenziale collaboratrice nativa di Corneto (oggi Tarquinia (VT): la futura santa Lucia Filippini, una che poi volerà alto con le sue ali. Una strada tutta in salita, con temporanei fallimenti, con permanenti problemi di mezzi... Ma arriva pure il giorno in cui Rosa Venerini si sentirà dire: "Lei fa quello che non possiamo fare noi": è papa Clemente XI Albani, nel 1716, durante la visita di una sua scuola fondata a Roma. È una spinta provvidenziale per lo sviluppo dell’insegnamento e per la vita delle Maestre Pie Venerini (così saranno chiama te) che non sono suore, ma praticano vita in comune, ubbidienza e povertà. E insegnano gratuitamente. Rosa Venerini è stata beatificata il 4.5.1952 da Pio XII. (D.Agasso)

4 - Beata TEODORA GUÉRIN, francese, (al secolo Anna Teresa),
Anna Teresa Guerin nacque a Etables in Bretagna il 2 settembre 1798, da genitori profondamente religiosi.
Un suo parente, giovane chierico, le insegnò scienze e lettere. Sentendosi chiamata allo stato religioso desiderò entrare nel Carmelo ma i disegni di Dio la vollero nell’Istituto delle Suore della Divina Provvidenza di Ruillé-sur-Loire con il nome di Teodora, questo avvenne nel 1823.
Dopo la professione religiosa, divenne superiora a Rennes e poi a Laulaines; nel 1840 fu inviata a Vincennes nello Stato dell’Indiana (USA) insieme a cinque suore per fondare nuove comunità; la prima scuola si aprì a S. Maria del Bosco (Saint Mary of the Woods). Si dedicò con grande prudenza negli affari di gestione e con ammirabile carità verso le sue suore ed i suoi collaboratori. Dovette sopportare incomprensioni, umiliazioni e sofferenze di ogni genere.
Morì a S. Maria del Bosco – Nemus il 14 maggio del 1856. E’ stata beatificata da Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1998 a Roma. (Fonte: www.santiebeati.it)

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B1) - Prossimamente BEATI
Sono stati promulgati i decreti riguardanti un miracolo attribuito all’intercessione dei seguenti Venerabili, per i quali, pertanto, verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Beatificazione:

1 - Ven.Servo di Dio BASILE ANTONIO MARIA MOREAU (1799-1873).
Nacque l’11 febbraio 1799 a Laigné-en-Belin (Francia) e morì il 27 gennaio 1873 a Le Mans (Francia). Sacerdote diocesano, fondò la Congregazione della Santa Croce. Egli ha saputo rispondere con generosità e saggezza alle esigenze dei tempi turbolenti nei quali ha vissuto, dedicando se stesso e i suoi figli spirituali al compito di rinnovare e rafforzare la società francese attraverso la predicazione del Vangelo, l'educazione e l'assistenza ai bisognosi. Incominciando da un luogo chiamato provvidenzialmente "Santa Croce", la Congregazione si è rapidamente estesa all'estero, fondando missioni e istituzioni educative in tutto il mondo. E’ stato dichiarato Venerabile il 12 aprile 2003.

2 - Ven.Servo di Dio MARIANO DE LA MATA APARICIO, spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine di Sant'Agostino, (1905-1983). Padre Mariano è nato il 31 dicembre 1905 nel Barrio de la Puebla, Palencia (Spagna). Entrò nell’Ordine Agostiniano il 10.9.1922 a Valladolid. Il 25 luglio 1930 fu ordinato sacerdote.
Fu inviato in missione in Brasile il 21.8.1931 dove svolse la sua mis-sione sacerdotale come professore del Collegio e come Vicario della Parrocchia di s.Agostino a San Paolo. Inoltre divenne Superiore della provincia degli Agostiniani. Dotato di bontà d’animo e di un carattere amabilissimo fu messaggero dell’Amore di Dio e angelo consolatore presso i malati spirituali e presso gli infermi. Uomo di preghiera aveva due grandi amori: la Santa Eucaristia e la Vergine della Consolazione. Morì di cancro il 5 aprile 1983 nell’Ospedale di San Paolo in concetto di santità.

3 - Ven.Serva di Dio MARGARITA MARIA LOPEZ DE MATURANA, spagnola, Fon-datrice dell'Istituto delle Suore Mercedarie Missionarie (1884-1934). grande figura di missionaria che agli inizi del XX secolo, trasforma il monastero mercedario di Vera Cruz de Bérriz (Vizcaya), fondato nel XVI secolo, in un istituto missiona rio. Pilar Maturana e sua sorella gemella Leonor nascono il 25 luglio 1884 a Bilbao, in una famiglia cristiana. A 19 anni, il 25.7.1903, entra nel monastero delle Mercedarias de Bérriz, fondato nel 1540, assumendo il nome di Margherita María. Per venti anni lavora nell’annesso collegio come insegnante e direttrice. Nella sua preghiera comprende che i veri schiavi da liberare sono coloro, che non hanno ricevuto l’annuncio di Cristo.
Per questo lo spirito missionario invade gli alunni del collegio e le consorelle del monastero. Autorizzata dalla Santa Sede dal 1926 al 1931 partono dal monastero di Bérriz molte spedizioni missionarie di sorelle che fondano comunità a Wuhu (China), Saipán (Islas Marianas), Tokio (Giappone) e Ponapé (Islas Carolinas).
Il 23 maggio 1930 la Congregazione dei Religiosi concede la trasformazione del monastero di clausura papale in Istituto Missionario. Il Primo Capitolo Generale, nel 1931, elegge Madre Margherita Superiora Generale. Lavora ancora molto, finchè due giorni prima dei suoi 50 anni, il 23 luglio 1934 muore a San Sebastiano in Spagna dopo un intervento chirurgico. Nel 1987 viene dichiarata Venerabile. Benedetto XVI ha già delegato il cardinale Josè Saraiva Martins a presiedere la cerimonia di beatificazione che si svolgerà il 22 ottobre prossimo nella Cattedrale di Santiago di Bilbao.

B2) - Prossimamente BEATI
Sono stati promulgati i decreti riguardanti a seguito del riconoscimento del martirio dei seguenti Venerabili, per i quali, pertanto, verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Beatificazione:

1 - Venerabili Servi di Dio CRUZ LAPLANA Y LAGUNA, spagnolo, Vescovo di Cuenca, (1875-1936), nato il 3 maggio 1875 in Plan de Aragòn e morto tra il 7 e l’8 agosto 1936 in Cuenca.
Con lui ha subìto il martirio nella stessa data: FERNANDO ESPAÑOL BERDIÉ (1875-1936), spagnolo, Sacerdote Diocesano, nato l’11.X.1875 in Anciles (Spagna) e che ha accompagnato il suo vescovo fino all’ultima gloria.

2 - Venerabili Servi di Dio NARCISO ESTÉNAGA ECHEVARRÍA (1882-1936), spagnolo, Vescovo di Ciudad Real, nato a Logroño il 29 ottobre 1882 e assassinato il 22 agosto 1936 in Ciudad Real.
E anche 10 Compagni martiri che furono assassinati “in odio alla fede” in questo stesso giorno.

3 - Venerabili Servi di Dio LIBERIO GONZALES NOMBELA (1896-1936). spagnolo, Sacerdote Diocesano, nato il 30 dicembre 1896 a Santa Ana de Pusa. E’ stato assassinato il 18 agosto 1936 a Cruz de Barcience. (fFoto a destra)
e 12 Compagni del clero diocesano, che hanno subito il martirio in “odium fidei” nello stesso giorno.

4 - Venerabili Servi di Dio EUSEBIO DEL NINO JESUS (1888-1936) (al secolo: Ovidio Fernàndez Arenillas), spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. Era nato il 21 febbraio 1888 a Castilfale (Spagna). E’ stato assassinato in “odio alla fede” il 22 luglio 1936.
Con lui sono stati martirizzati 15 Compagni dello stesso Ordine Carmelitano, nello stesso giorno.

5 - Venerabili Servi di Dio FÉLIX ECHEVARRÍA GOROSTIAGA (1893-1936), spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori. Era nato il 15.7.1893 a Ceánuri e fu assassinato il 21.9.36..
Con lui affrontarono la morte gloriosa del martirio altri 6 Compagni dello stesso Ordine Francescano.

6 - Venerabili Servi di Dio TEODOSIO RAFAEL(1898-1936), (al secolo: Diodoro Lòpez Hernàndez), spagnolo, Religioso professo dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Nacque il 27 ottobre 1898 a Salgüero de Jarros e morì tra il 6 e il 7 agosto 1936 a Boca del Congosto.
e 3 Compagni dello stesso Istituto, che sono:
I - EUSTAQUIO LUIS (Luis Villanueva Montoya). Egli nacque il 10.9.1888 a Cucho, Burgos. Assassina tra il 6 e il 7 1936, presso Los Yébenes.
II - CARLOS JORGE (1908-1936) (Dalmacio Bellota Pérez). Nacque il 22 novembre de 1908 a Capillas, Palencia (Spagna). Fu assassinato tra il 6 e il 7 agosto del 1936.
II - FELIPE JOSÉ (Pedro Álvarez Pérez), natural de Carmena (Toledo), nacque il 27 di giugno 1914. Fu assassinato il giorno successivo 8 agosto a Fuente del Fresno, Ciudad Real.

7 - Venerabile Serva di Dio SARA SALKAHAZI (1899-1944), ungherese, dell'Istituto delle Suore dell'Assistenza. Sara nacque l'11.5.1899 a Kassa-Kosice, in terra allora ungherese ed oggi in territorio slovacco, e fu uccisa perché cristiana il 27 dicembre 1944 a Budapest (Ungheria).
La rapidissima causa di canonizzazione sul suo conto, avviata con il nulla osta della Santa Sede in data 14 dicembre 1996, ha portato in soli dieci anni al riconoscimento del suo martirio 'in odium fidei' il 28 aprile 2006.

C) Nuovi VENERABILI:

1-Servo di Dio CIRIACO MARIA SANCHA Y HERVAS (1833-1909), spagnolo, Cardinale di S.R.C., Arcivescovo di Toledo, Fondatore della Congregazione delle Suore della Carità del Cardinale Sancha. E’ nato a Quintana del Pidio, Burgos, (Spagna) il 18.6.1833 e morì santamente a Toledo il 28.2.1909.

2 - Serva di Dio VINCENZA MARIA POLONI (1802-1855), italiana, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Misericordia di Verona. L'Istituto è stato fondato nel 1840, quando Luigia Poloni, poi suor Vincenza Maria, e tre compagne, sotto la guida spirituale di don Carlo Steeb, entrano nel Pio Ricovero di Verona, struttura sanitaria pubblica, dando vita alla prima comunità dell'Istituto. Le quattro giovani svolgevano l'attività di infermiere. Lo Steeb preparò loro le "Regole". Nel "1848" tredici sorelle, compresa la Poloni, emisero i voti di povertà, castità ed obbedienza nelle mani del vescovo di Verona.

3 - Serva di Dio MARIA BUCCHI (1812-1882), (al secolo: Maria Matilde), italiana, Fondatrice il 17.5.1876 della Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue di Monza. Maria Matilde era nata il 18.5.1812 ad Agrate (Milano) e la sua educazione si era sviluppata in famiglia e in parrocchia, con lo studio assiduo della Bibbia. Lavorò alla filanda Corti di Monza, occasione e strumento di crescita spirituale. Nel 1852 collaborò con le Canossiane. Nel 1874 il Vescovo di Milano Mons.Calabiana concretò il progetto della Congregazione. Madre Maria morì il 1.3.1882 in concetto di santità. Oggi le sue Figlie, le “Preziosine” sono circa 600.

4 - Serva di Dio SPERANZA GONZALES PUIG (1823-1885), spagnola, Fondatrice della Congregazione delle Missionarie Ancelle del cuore immacolato di Maria.

5 - Serva di Dio CATERINA COROMINA AGUSTI (1824-1893), spagnola, Fondatrice dell'Istituto delle Suore Giuseppine della Carità.

6 - Serva di Dio MARIA DOLORES MARQUEZ ROMERO DE ONORO (1817-1904), spagnola, Fondatrice della Congregazione delle Filippesi Figlie di Maria Addolorata (1817-1904).

7 -Serva di Dio MARIA ROSA FLESCH (1826-1906),(al secolo: Margherita), tedesca, Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli.

8 - Serva di Dio GIUSEPPINA NICOLI (1863-1924), italiana, della Società delle Figlie della Carità. E’ nata a Casatisma (Pavia) il 18.XI.1893 è morta il 31.XII.1924.

 

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MOSTRE ED ALTRI EVENTI

RAVENNA, 3 giugno-29 luglio 2006 – Mostra: “immaginAzione - Carte sacre e profane in Europa tra manifattura e serialità dal XVII al XX secolo”


La socia ELISABETTA GULLI GRIGIONI esporrà carte sacre e profane, immaginette comprese, nella prestigiosa Biblio teca Classense di Ravenna di Via Baccarini 3. a far luogo dal 3 giugno e fino al 29 luglio p.v. con orario solo pomeridiano di vista: 15.30 – 28.330, ad eccezione dei giorni di chiusura: sabato e festivi (Tel.0544-482.112; e-mail: informazioni@classense.ra.it). La visita è gratuita.
L’esposizione verrà inaugurata il 1° giugno alle ore 17.30 con interventi di Livia Molducci, Presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense, Donatino Domini, Direttore dell’Istituzione Biblioteca Classense e di Elisabetta Gulli Grigioni, curatrice della Mostra.
Verranno proposti materiali prevalentemente cartacei di interesse figurativo, di contenuto sacro e profano, prodotti in Europa dal Seicento alla prima metà del Novecento con tecniche varie, e sono considerati dal punto di vista delle azioni con cui è stato possibile modificarli.
L’immaginazione, infatti, attività intellettuale capace di inventare immagini e di realizzarle e, quindi, motore creativo di un universo figurativo sempre in movimento, alla luce di un’immaginaria etimologia che scompone la parola negli elementi Immagine e Azione, specifica il suo esercizio in multiformi azioni modificatrici, finalizzate a particolari obiettivi, compiute con perizia ma forse, spesso, anche da giovanissimi ‘apprendisti’.
La comprensione dei modi, dei meccanismi tecnici e mentali, della natura e delle conseguenze di tali azioni, che le immagini a loro volta potranno riverberare, è condizione indispensabile allo studio dei fenomeni di cultura visiva ed esige l’accesso a esemplificazioni concrete che la mostra ImmaginAzione in qualche misura, offrire.
Le azioni effettuate sulle immagini qui considerate possono essere sommariamente divise in azioni tecniche con finalità estetiche; azioni pratiche, azioni intellettuali e azioni dinamiche.
E’ però nota anche, - plurisecolare oggetto di utilizzazione religiosa, politica, psicologia – l’azione delle immagini sull’uomo: suggestione, divertimento, apprendimento, memoria e altro. Nella reciprocità del rapporto uomo-immagine, l’azione dell’uno sull’altro può essere un di segno positivo oppure, purtroppo, ma in questa sede il problema è solo parzialmente accennato di segno negativo.
Ci si augura, comunque, attirando l’attenzione su creazioni effimere ma insostituibili, che ne consegua assieme a un impegno nella conservazione/comprensione, la disposizione e guardarle come tracce gentili di condivisi costumi culturali europei. (Fonte: Biblioteca Classense - Pieghevole pubblicitario della mostra)


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CAVA DE’ TIRRENI (SA), 9-11 giugno 2006 – Mostra di immaginette sacre: “La Madonna nei secoli”


Il socio GIUSEPPE MELONE di Cava dè Tirreni, nell’ambito del la VII Rassegna delle Corali Parrocchiali sul tema “Siete Sale”, allestirà una esposizione di immaginette devozionali dal 9 all’11 giugno nella Parrocchia di Santa Lucia di Cava dè Tirreni. La tematica scelta è stata “La Madonna nei secoli” e le immaginette abbracceranno un periodo che va dal principio dell’Ottocento fino ai giorni nostri. La visita sarà il mattino dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 17 alle 21.00.



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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 26 giugno – 9 luglio 2006
XVI mostra sociale AICIS: “I PAPI NELLE IMMAGINETTE DEVOZIONALI”


L’AICIS, in collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Rosetano e con l’Amministrazione Comunale di Roseto, che mette a disposizione i locali, esporrà nella Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi, detta anche “Lido delle Rose”, nel periodo 26 giugno/9 luglio p.v. sulla tematica “I Papi nelle immaginette devozionali” le immaginette di quei soci che come ogni anno aderiranno a tale iniziativa con 20 santini.
I soci, pertanto, che sono desiderosi di essere presenti a tale manifestazione sociale, prendano immediatamente contatto con la nostra Redazione (Tel.06-7049.1619). Infatti, almeno fino al momento attuale le bacheche fronte-retro a disposizione sono 10, per un totale di 20 facciate e 400 immaginette da esporre. Grazie a quanti vorranno contattarci per esporre.



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ROMA, 6-7 MAGGIO 2006 - Mostra sociale AICIS: “LA DEVOZIONE POPOLARE MARIANA NELLE IMMAGINETTE SACRE”


Il 7 maggio scorso si è chiusa l’esposizione di santini su tema mariano “La devozione popolare mariana nelle immaginette sacre” che l’AICIS ha allestito in Roma presso la Parrocchia “San Gregorio VII Papa”, grazie anche alle strutture gentilmente messe a disposizione dall’A.F.I – Associazione Filatelica Italiana.
Sono stati circa 300 i pezzi esposti dai soci: EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO, AGOSTINO CERINI, GIULIANA FARAGLIA, GIANCARLO GUALTIERI, SILVIA LANCELLOTTI, RENZO MANFE’, MARIA ROSA PANISI, CARMEN RACCA, RITA SCIUTTO, SAVERIO VITAGLIANO e LUIGI ZANOT.
Tra i pezzi molto ammirati dai visitatori: alcuni santini di Litanie Lauretane esposti da Carmen Racca, dall’opera edita nel 1763 da Franciscus Xaverius Dorn presso Johann Baptist Burckhart ad Augusta, in Germania.


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MISILMERI (PA), 30 APRILE-31 MAGGIO 2006 – MOSTRA DI IMMAGINETTE:
“IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA”


Ha chiuso ieri i battenti la mostra su “Il Cuore Immacolato di Maria” che ANTONINO COTTONE di Misilmeri ha organizzato nella sua città dal 30 aprile u.s. Molti i visitatori che dal 30 aprile hanno affollato i locali della Parrocchia messi a disposizione dal parroco Don VINCENZO CATALANO.
Grande l’afflusso nei giorni intorno al 21 maggio, domenica in cui è stata anticipata la festa alla Vergine, dal momento che il 28 (ultima domenica del mese) coincide con le elezioni regionali. Il compianto Mons.Francesco Romano, storico Misilmerese, definiva questo paese molto legato alla Madonna: “Misilmeri, feudo di Maria”.
La novità nel 2006 è stato il ritorno in parrocchia del simulacro del Cuore Immacolato di Maria brillantemente restaurato dal prof.Gaetano Correnti. Nel 1872 la statua lignea fu voluta da don Valentino Baudo , dalla Confraternita del Cuore Immacolato di Maria e dalla Ven.le Madre Antonia La Lia, con l'intento di divulgate la devozione a Maria Santissima.
La realizzazione di questo simulacro venne commissionato allo Scultore palermitano Vincenzo Genovesi. Il volto e le mani della madonna furono dipinte dal pittore Padre Pasquale Sarullo da Ciminna. La bellissima statua fu quindi collocata nella Chiesa dell'Annunziata di Misilmeri dove vi si riuniva la confraternita “Cuore Immacolato di Maria”, ove rimase per trenta anni. Purtroppo. per i danni alla chiesa, causati dal terremoto, il simulacro fu spostato nella Chiesa dell'Oratorio. Nel 1919, rinnovata la "Chiesa Nuova", la statua ebbe qui collocazione definitiva, esattamente sull'altare maggiore in quanto titolare della nuova chiesa. Il simulacro, Cuore Immacolato di Maria, fu proprio in quel 1919 incoronato dall'Arcivescovo metropolita di Palermo, il Cardinale Ruffini.
Nel pomeriggio del 21 maggio scorso ha luogo la processione in onore della Vergine.
La Festa del Cuore Immacolato di Maria è molto particolare e molto sentita. La vergine l simulacro viene portata solennemente in processione in ogni strada del paese e la popolazione fa a gara per realizzare i “toselli”. Questi vengono realizzati fin dal 1878. Il nome locale “toselli“ deriva dallo spagnolo “dosel” (in italiano “dissello”) e sono una specie di sopracielo o baldacchino quadrato, ornato di stoffa bianca o celeste con merletti, sospeso da due corde dai balconi sulle strade). Nel suo passaggio processionale, la statua della Vergine compie una sosta in corrispondenza di ciascun “tosello” e durante quella sosta vengono recitate poesie in dialetto e in italiano, composte da poeti locali.
Molta folla accompagna per devozione la Vergine nel percorso finché non rientra nella Chiesa Nuova al grido di “W MARIA!”.

Antonino Cottone

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ALESSANDRIA, 13 maggio – 29 giugno 2006 – Mostra:
“ALLA FINE IL MIO CUORE TRIONFERA’ – LE APPARIZIONI E IL MESSAGGIO DI FATIMA ATTRAVERSO LE IMMAGINETTE DEVOZIONALI”


In preparazione dell’arrivo della Madonna Pellegrina di Fatima.
Inaspettato il successo della singolare esposizione di immaginette sacre in preparazione dell’arrivo della Madonna Pellegrina di Fatima nella Diocesi di Alessandria previsto per domenica 28 maggio.
La mostra, inaugurata sabato 13 maggio resterà aperta anche durante la settimana in cui la Bianca Signora sosterà alla Parrocchia Cuore Immacolato di Maria – Via Monteverde – Alessandria e fino al 26 giugno.
Essa è realizzata in collaborazione con l’associazione di volontariato AQUERO e con il Patrocinio dell’AICIS – Associazione Italiana cultori Immaginette Sacre e dell’OFTAL – Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes, sezione di Alessandria.
Essa è articolata nelle seguenti sezioni:
1-Le apparizioni di Fatima; 2-Fatima in Italia e nel mondo; 3-Il Cuore Immacolato di Maria; 4-Santità e spiritualità a Fatima: i tre pastorelli; 5-Fatima nel ministero dei successori di Pietro e nel cuore di Giovanni Paolo II.
Delle circa trecento immaginette esposte, quelle che colpiscono particolarmente l’attenzione dei visitatori, sono le siderografie con merletti, le immagini ricamate o colorate a mano e le variopinte cromolitografie provenienti dalle collezioni private di: Rosa Maria PANISI, Silvia LANCELLOTTI, Renzo MANFE’ di Roma e Roberto DE SANTIS di Alessandria.
Tanti i bambini che si commuovono nel vedere i santini raffiguranti il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che comunemente chiamano GP2, molto legato alla Vergine di Fatima, a partire dal tragico attentato del 13 maggio 1981.
La mostra, come scrive Mons. Rino Bianchi nella piccola guida, sarà “una occasione per con templare Maria Santissima, nelle apparizioni a Fatima, la storia, la devozione, ma sopratutto il grande dono di Dio, che si manifesta nelle apparizioni della nostra Madre. Prepariamoci quindi con amore a vivere intensamente e con gioia il nostro incontro con Maria.”
Soddisfatti i curatori, fra cui il nostro socio De Santis, il cui desiderio è che la mostra aiuti ad accogliere la Madonna Pellegrina di Fatima e a “venerare, non solo la statua, che è solo una raffigurazione, ma veramente Colei che a Fatima volle ribadire il messaggio del Vangelo: a Maria che ripete: Fate quello che Lui vi dirà!”.
Con l’occasione si comunica ai soci che è possibile richiedere la breve guida della mostra (ciclostilato rilegato, con copertina a colori di 45 pagine, € 3 ) inviando n. 10 francobolli da 0.45 € a: De Santis Roberto – Via CASALBAGLIANO 80 – 15100 ALESSANDRIA.
Per i soci che frequentano le riunioni in Roma la guida sarà disponibile dalla riunione di luglio.


ROBERTO DE SANTIS


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TARQUINIA (VT),18-21MAGGIO 2006 – MOSTRA DI SANTINI : “SANTA LUCIA FILIPPINI NELL’ 80° ANN.RIO DELLA BEATIFICAZIONE”


Il 20 maggio u.s. tre rappresentanti AICIS: RENZO MANFE’ per il Consiglio Direttivo, AGOSTINO CERINI per il Collegio dei Revisori, LUIGI ZANOT per il Collegio dei Probiviri hanno accolto l’invito dei soci di Tarquinia e si sono recati nell’antica città di Corneto (oggi Tarquinia) per rendere onore a Santa Lucia Filippini, fondatrice delle Maestre Pie Filippine nell’80° ann.rio della sua Beatificazione in San Pietro da parte di Pio XI.
Calorosa l’accoglienza da parte dei soci EDMONDO BARCAROLI e GINO ARESTIVO, cui poi si è unito anche il socio Cav Uff. FERRERO FERRARI.
Nella Chiesa dedicata a Santa Lucia Filippini abbiamo visitato l’interessante mostra di 200 immagini e immaginette sulla vita della Santa coprendo un arco che va dal 1926, anno della beatificazione a tutto il 2005, allestita dai soci Barcaroli ed Arestivo. Ci ha raggiunto qui Sr.ROSANNA, che ci ha parlato della vita della Santa Fondatrice. Ci siamo poi recati in vita alla Casa natale della Santa. Altre suore della comunità locale sono venute ad accoglierci. Suor Rosanna ci ha fatto da Cicerone nella visita delle varie stanze. I soci E.Barcaroli, G.Arestivo, L.Benedetti, F.Ferrari, C.De Carli, A.Natali e L.Martelli per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” hanno consegnato un congruo numero di stupende immaginette di s.Lucia Filippini stampate per l’80° anniversario della Beatificazione.
Riportiamo, con l’occasione, una breve biografia di questa grande santa educatrice. Ricordiamo che Lucia nasce in queste stanze dell’allora Corneto, il 13 gennaio 1672. Rimane orfana di madre ad appena undici mesi, e di padre pochi anni dopo.
A 16 anni ha il felicissimo incontro con il cardinale e Servo di Dio Marco Antonio Barbarigo e decide di entrare nel monastero di S. Chiara in Montefiascone. Il suo ideale è poter illuminare le intelligenze e sollevare i cuori: con l’aiuto del card.Barbarigo, dietro le norme della Beata Rosa Venerini e con la cooperazione di una piissima signora, realizza il suo piano apostolico dando origine al ministero educativo delle suore “Maestre Pie Filippine”. Venuta a mancare Rosa Venerini, Lucia continua l’opera da sola.
Apre parecchie scuole a Montefiascone, estende gli istituti a Roma e in altri centri d’Italia e ne costituisce parecchi anche all’estero, particolarmente nell’America del Nord, dove tuttora le suore lavorano con grande frutto. Arde dalla passione di evangelizzare, di far conoscere Gesù, di farlo amare, come è solita dire con parole ardenti: “Affinché Gesù sia conosciuto dai pagani e perfettamente creduto da tutti gli eretici e amato da tutti i peccatori, io non risparmierei fatica alcuna né dubitare di dare mille volte la mia vita”.
Percorre le contrade dell’alto Lazio con il Crocifisso in mano, invitando tutti a meditare la Passione e Morte del Signore, e a darsi totalmente a Lui. Consunta dalle fatiche, ricca di meriti, spira dolcemente a Tarquinia il 25.3.1732. Papa Pio VI nel 1779 ne conferma il culto e ne fissa la memoria al 7 novembre. Quindi Pio XI nel 1926 l’annovera tra i Beati e, il 22 giugno 1930, la iscrive nel catalogo delle Sante Vergini.



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RAVENNA, 18 APRILE - 31 MAGGIO 2006 – MOSTRA “MARIA MADRE DI DIO, NELLE IMMAGINI DEVOZIONALI TRA SEICENTO E PRIMO NOVECENTO”


Il 31 maggio ha chiuso la raffinata esposizione del socio FILIPPO BRICCOLI di Ravenna, (foto a sin. Con Padre Fernando GUIMARES, C. SS.R.) allestita in onore della Madonna Greca, Patrona della città , capitale del Mosaico in Italia e nel mondo inaugurata e benedetta il 23 aprile da Mons.GIUSEPPE VERUCCHI, arcivescovo di Ravenna-Cervia. La mostra ha presentato pregevolissime immagini devozionali che vanno dal 1600 al 1900 suddivise in quadri tematici riguardanti la vita della Vergine Santissima, i luoghi di culto e gli appellativi onorifici, con titoli esplicati ricavati anche da enunciazioni evangeliche: “O Maria, concepita senza peccato”; “Ecco la serva del Signore” (Luca 2, 38); “Egli sarà grande e sarà chiamato figlio dell’Altissimo” (Luca 1,32); “Maria, madre di Dio”; “Una spada trafiggerà la tua anima” (Luca 2, 35); “Tota puchra es, Maria”; “La regina degli Angeli” “Fiori di Terra Santa”; “Honorificentia populi nostri”; “Maria”; “Santini a sorpresa o tesoretti”.


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CISTERNA DI LATINA (LT), 13-14 MAGGIO 2006 – MOSTRA : “1045° ANNIVERSARIO DEL VIAGGIO DI SAN PAOLO APOSTOLO VERSO ROMA”


Il socio MAURIZIO PROSPERI, dopo il successo a Piana delle Orme (LT) della manifestazione sullo stesso tema che si è chiusa il 1° maggio con grosso successo di pubblico, ha voluto riproporre l’esposizione a Cisterna di Latina il 13 e 14 maggio u.s, nel prestigioso cinquecentesco Palazzo Caetani.
Alla manifestazione hanno partecipato il Vice Presidente RENZO MANFE’ che ha ritirato un attestato di partecipazione per conto dell’AICIS, e il probiviro LUIGI ZANOT.
E’ stata anche l’occasione per incontrare e conoscere un’altra socia di Cisterna di Latina, la sig.ra ADELAIDE VENTURA. Interessante la conferenza su S.Paolo tenuta dal Dr.CLAUDIO FERRAZZI, Vice Presidente dell’Accademia Culturale Europea di Roma.


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CIAMPINO (RM), 16-31 MAGGIO 2006 – MOSTRA “ SANTA GEMMA GALGANI E I PASSIONISTI NELLE IMMAGINETTE SACRE”


Il socio AGOSTINO CERINI di Roma dal 16 maggio, festa di Santa Gemma Galgani e fino al 31 maggio ha esposto la propria collezione di immaginette sacre sulla grande santa lucchese e sull’Ordine dei Passionisti nei locali delle Suore Passioniste di Ciampino, in Via San Paolo della Croce. Con la preziosa collaborazione di Suor ANTONELLA, Cerini ha tenuto una breve conferenza ad alunni delle classi elementari, rispondendo poi a domande sulla nostra Associazione e sul come si collezionano le immaginette sacre.
Grande è stato l’interesse dei ragazzi e delle ragazze ai quali Cerini ha poi donato un santino della santa mistica toscana.
Santa Gemma era infatti nata a Casigliano presso Lucca. Morta la mamma quando aveva solo sette anni ebbe una vita di traversìe domestiche e intense sofferenze fisiche e spirituali, conservando sempre la sua pace interiore. Ebbe vari fenomeni soprannaturali, in particolare le stimmate, che comparvero periodicamente tra il 1899 e il 1901. E’morta nel sabato santo 1903. Beatificata nel 1933, fu iscritta nell’Albo dei Santi nel 1940.

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30 GIUGNO: COMMEMORAZIONE PROTOMARTIRI ROMANI


La tradizionale solenne commemorazione dei Protomartiri Romani sul luogo del loro martirio nei Giardini Vaticani sarà presieduta quest’anno da S.E. mons. Angelo COMASTRI, Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano
h. 17,45: incontro nella Chiesa di S.Maria in Camposanto (ingresso da Piazza del Santo Ufficio a partire dalle 17,30).
h. 18,00: Concelebrazione Eucaristica.
h. 19,00: Processione con il Ss.mo Sacramento nell’interno della Città
del Vaticano con Benedizione Eucaristica.
Con questa bella funzione si fa memoria dei compagni di martirio degli Apostoli Pietro e Paolo, membri della comunità cristiana sorta in Roma da quella giudaica nei primi trent’anni dalla morte del Signore, e uccisi nel 64 o 67 d.C. perché “rei di odio al genere umano” (Tacito, ‘Annales’, XV, 44) e sospetti autori dell’incendio della città sotto Nerone.
Il loro numero è ignoto, ma dei terribili e diversi supplizi che subirono hanno lasciato testimonianza, oltre a Tacito, numerosi scrittori pagani e cristiani. Il luogo scelto per lo ‘spettacolo’ fu il circo di Caligola – detto anche ‘neroniano’ – gli ‘horti’ di Agrippina, ossia le pendici del colle Vaticano, dove poi fu edificata la basilica di San Pietro; negli scavi fatti per le fondamenta del baldacchino e in altri recenti si trovarono ossa bruciate miste a ceneri e carboni.
Nella piccola, ma importante necropoli lungo la via Cornelia (che partiva da Castel Sant’Angelo e, proseguendo sull’allineamento di via della Conciliazione, saliva poi sul colle Vaticano), addossata alle mura del circo, fu sepolto s.Pietro che, secondo la tradizione, era stato crocifisso sul Gianicolo, “in monte aureo”.


EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO

P.S.-Il 30 giugno dello scorso anno la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha arricchito questo evento celebrativo, aprendo ai visitatori alcune catacombe di Roma e d’Italia, normalmente chiuse al pubblico e, segnatamente, le catacombe romane dei Ss. Marcellino e Pietro sulla via Casilina e quelle di Commodilla sulla via Ostiense, quelle di S. Cristina a Bolsena (VT), quelle di S. Senatore ad Albano Laziale, quelle di S. Caterina a Chiusi, quelle di Villa S. Faustino a Massa Martana, quelle di S. Gaudioso a Napoli, quelle di Porta d’Ossuna a Palermo e quelle di Vigna Cassia a Siracusa. Ci si augura che, come lo scorso anno è avvenuta l’apertura straordinaria di 10 Catacombe cristiane (normalmente chiuse al pubblico), simile iniziativa venga ripetuta anche quest’anno.
L’evento celebrativo, infatti, intendeva collegare la memoria dei primi testimoni della fede con le sedi più antiche del Cristianesimo, ossia con quelle catacombe che, nella denominazione antica di “coemeteria”, ossia dormitori, vogliono esprimere il concetto significativo ed eloquente della fede, inteso come un abbraccio di tutta la comunità nel momento della morte, che rappresenta paradossalmente la promessa e l’antefatto della “vera vita”, della resurrezione, della salvezza finale. Ai Protomartiri Romani è dedicata la Cappella del Seminario Minore di Roma.


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1956-2006: 50° ANNIVERSARIO DELL’ENCICLICA DI PIO XII “HAURIETIS AQUAS”
GIUGNO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU’


Durante il sec. XVIII la devozione al cuore di Gesú, che nel passato era stata praticata soprattutto negli ambienti claustrali, diventa una «devozione popolare» che si diffonde in tutte le nazioni cattoliche e fra tutte le categorie di persone. Vi contribuirono particolarmente: il beato Claudio de la COLOMBIERE, Froment, Croisset, Gallifet e, più tardi, sant'Alfonso De' Liguori, con la sua celebre Novena del cuore di Gesù. A questi autori si devono anche le prime sintesi dottrinali. L'istituzione della festa (1765) contribuì a dissipare nume rose prevenzioni.
Il secolo XIX si apre con la pregevole Dissertazione sulla devozione al cuore di Gesú, dovuta al can. A. Muzzarelli (Roma 1806). Con straordinaria chiarezza, egli scrive che «sotto il nome del cuore simboleggiato, noi intendiamo comprendere e l'amore increato e l'amore creato di Gesti Cristo, perché di ambedue è simbolo il di lui cuore».
Con J. Perrone (1842), la dottrina sul cuore di Gesú viene inserita nei manuali di teologia. Contemporaneamente si sviluppano vasti movimenti che resero veramente popolare la pratica di questa devozione.
All'inizio del sec. XX, il Pourrat potrà infatti definirla come «la forma attuale della devozione cristiana alla persona del Redentore». Le principali pratiche (come l'adorazione riparatrice, l'ora santa, il primo venerdì del mese, le immagini e gli scapolari, la consacrazione degli individui, delle famiglie e delle nazioni, i pellegrinaggi ai santuari celebri) diventarono così comuni in seno al popolo cristiano, da caratterizzarne la vita religiosa in tutte le sue manifestazioni.
A questa diffusione contribuirono particolarmente: il padre Ramière (con l'apostolato della preghiera), il padre Leone Dehon (con l'apostolato della riparazione) e inoltre il padre M. Crawley-Boevey (con l'opera della intronizzazione).
L'azione di questi trovò facile e generosa collaborazione da parte di numerose Congregazioni religiose, maschili e femminili, e ancor più da parte di associazioni e confraternite, sorte appunto allo scopo di promuovere e diffondere la devozione.
Al fervore dei pastori d'anime si associò, nella prima metà del sec. XX, lo sforzo di ricerca e di chiarificazione di numerosi ed eminenti teologi, sostenuti e stimolati in questo da frequenti interventi del magistero ecclesiastico, cui dobbiamo, fra l'altro, le grandi encicliche Annum sacrum di Leone XIII (1899) e Miserentissimus Redemptor di Pio XI (1928).
La crisi di ripensamento e di rinnovamento, già in atto in ogni settore della vita della Chiesa, assunse proporzioni allarmanti anche nel settore della devozione al Sacro Cuore intorno al 1950. A renderla più acuta vi aveva contribuito, in campo speculativo, una concezione dell'oggetto piuttosto angusta e in campo pastorale una certa lentezza e difficoltà ad acquistare e assimilare i dati più positivi del rinnovamento biblico e liturgico in atto.
Contemporaneamente, però, già cominciano a manifestarsi i primi frutti di un profondo ripensamento che, mettendo in evidenza i fondamenti biblici e patristici della devozione al cuore di Gesti, portò i teologi a una rinnovata concezione della stessa natura del simbolo, e svelò a tutti la inesauribile fecondità pastorale, apostolica e spirituale, di questa spiritualità.
L'enciclica Haurietis aquas, promulgata il 15 maggio 1956 (compie quest’anno il 50° ann. rio) è l'espressione più autorevole e qualificata di questo travaglio, che portò a una concezione interamente rinnovata del simbolo in genere, e del mistero del cuore trafitto in specie.
L'attenzione non è più rivolta, prevalentemente, al cuore di Gesú inteso come «parte della sua santissima umanità», ma all'amore di Dio che in esso si esprime e si dona.
La devozione, afferma esplicitamente Pio XII, «è in sostanza il culto dell'amore che Dio ha per noi nel Cristo, e insieme la pratica del nostro amore verso Dio e verso gli altri uomini» (Haurietis aquas).
(Fonte: Dizionario Enciclopedico di Spiritualità a cura di Ermanno Ancilli e del Pontificio Istituto di Spiritualità del Teresianum, Città Nuova Editrice).


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III ANNIVERSARIO DELLA TRASLAZIONE MOMENTANEA DEL CORPO DI SAN SALVATORE DA HORTA DA CAGLIARI AD ORTA DI ATELLA


Il 3 giugno ricorre inoltre il 3° ann.rio della traslazione momentanea del corpo di San Salvatore da Horta dalla città di Cagliari ad Orta di Atella, dove il suo culto è fiorente fin dagli inizi del 1600 per la prodigiosa guarigione di una principessa di Belmonte, verificatasi presso un’edicola della Madonna degli Angeli, tuttora esistente nel chiostro del convento.
Nato nel 1520 a Santa Coloma de Farnés, in Catalogna, a 20 anni è frate di s.Francesco. Trasferito a Tolosa cominciò a essere conosciuto per i suoi poteri di taumatur-go. Nonostante la grande umiltà con cui fra' Salvatore lo viveva, questo dono gli causò incomprensione da parte dei confratelli.
Per anni peregrinò da un convento all'altro; e ovunque si ripeteva lo stesso copione: prodigi e nuove inimicizie. Un po' di pace la trovò finalmente presso il convento di Santa Maria di Gesù a Cagliari, dove giunse nel 1565.
Frà Salvatore da Horta morì il 18 marzo 1567.

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