A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
CULTORI IMMAGINETTE SACRE
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CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
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di quanto interessa il settore e poter effettuare lo
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quota annuale 2005 è di euro 25,00 per le persone
fisiche e di euro 37,00 per le Associazioni, Enti,
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L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al
31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
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- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in
P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di
volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
– Tel/fax 06-7049.1619 - Ccp.39389069
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CONSIGLIO DIRETTIVO- Presidente:
Gian Lodovico Masetti Zannini,
Vice-Presidente: Renzo Manfè,
Segretario: Saverio Vitagliano,
Tesoriere: Silvia Lancellotti, Consigliere:
Gianni Zucco.
Assistente Ecclesiastico: Padre Vito
Paglialonga, O.M.D.
COLLEGIO DEI REVISORI: Giacomo Barberi,
Agostino Cerini, Giuliana Faraglia.
COLLEGIO DEI PROBIVIRI: Carluccio
Frison, Luigi Zanot, Ugo Amici.
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VITA ASSOCIATIVA
1averio Sesti.”.
Mi piace qui riprodurla e renderla pubblica, sia pur con una
punta di bonaria gelosia.
Invito a leggerla, a saperla leggere come si suol dire “tra
le righe” per comprendere la sua passione, l’amore
e la cura che aveva per i suoi Santini e la famiglia che aveva
cresciuta ed educata con sani principi morali.
Aveva passato gran parte della sua vita come Segretario Comunale
ed il fatto di aver avuto contatti e rapporti personali con
una massa eterogenea di gente per la risoluzione dei problemi
più impensati in un piccolo centro, nei tempi in cui
il “diabolico computer“ non esisteva, lo aveva
arricchito, sentendosi sempre partecipe e coinvolto.
Ma la sua poesia, datata gennaio 2005, tra le righe nasconde
anche un triste presagio che di lì a poco si sarebbe
compiuto. Riaffiorano dei ricordi, una vita trascorsa, serena
e tranquilla, senza rimpianti, senza malinconia, nella certezza
di aver ben operato e seminato in un solco che produrrà
solo frutti positivi e maturi, e intanto….passa il tempo
a ricercare e ammirare preziosi Santini, ma uno squillo del
telefono interrompe la sua commozione…
A Saverio da queste pagine, un semplice e caloroso ringraziamento
terreno.
SAVERIO VITAGLIANO
I MIEI SANTINI
Son solo in casa, i miei son tutti al mare
ed io men sto pensoso a meditare.
Quanti ricordi riaffiorano in mente
e un po’ di nostalgia il cuore sente
dei tempi allegri, spensierati e belli
che, son volati, ed or non son più quelli.
Nessun rimpianto, nessuna malinconia
serena è trascorsa la vita mia.
I figli adulti, i nipoti cresciuti
sembra sia stato ieri quando son nati. […]
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I DIVERSI TITOLI A MARIA SANTISSIMA
Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
Quest’anno cade al 24 Giugno, cioè nel sabato
successivo alla seconda domenica dopo Pentecoste, la data
in cui andremo a celebrare la memoria del CUORE IMMACOLATO
DELLA BEATA VERGINE MARIA, proprio il giorno seguente
la solennità del SACRO CUORE DI GESÙ.
In modo tutto particolare “l’Immacolata”
viene ricordata presso la Congregazione dei Missionari Figli
del Cuore Immacolato della B. Vergine Maria.
Noi, mentre osserviamo le immaginette, che in modo a volte
simbolico, a volte realistico raffigurano il cuore Immacolato
di Maria: coronato di spine, trafitto da spada, sormontato
da una croce, dobbiamo ricordare che l’espressione “Cuore
della Vergine” va interpretata in senso biblico, per
cui designa la persona stessa della Madonna; il suo “essere”
intimo e irripetibile; il centro e la sorgente della vita
interiore; della mente e del cuore, del-la volontà
e dell’affettività; l’animo indiviso, con
il quale ella amò Dio e i fratelli e si dedicò
completamente all’opera di salvezza del Figlio.
Come nell’immaginetta del Sacro Cuore di Gesù
noi andiamo a contemplare l’amore misericordioso di
Dio per la Chiesa, così osservando quella del Cuore
di Maria ammiriamo la sollecitudine materna della Vergine.
Dai nostri santini può emergere il modello del “cuore
nuovo” dono e segno della Nuova Alleanza, quello della
beata Vergine che, piena di fede e di amore, accolse il Verbo
di Dio.
Siccome Maria Ss.ma portò in seno Gesù, essa
diventa “dimora del Verbo” e “tempio dello
Spirito Santo”, il suo cuore è quindi immacolato,
cioè immune da macchia di peccato e anche sapiente
perché Maria, interpretando gli eventi alla luce delle
profezie, serbava nel suo cuore la memoria delle parole e
dei fatti riguardanti il mistero della salvezza.
Inoltre il suo cuore è docile perché Maria ha
aderito gioiosamente ai comandi del Signore ed è nuovo,
secondo la profezia di Ezechiele (cfr Ez 18, 31; 36, 26) rivestito
della novità della grazia ottenuta da Cristo. Il cuore
di Maria è mi te in conformità al Cuore di Cristo
che ammonisce: “Imparate da me, che sono mite e umile
di cuore (Mt 11, 29)”; semplice, cioè alieno
da ogni doppiezza e tutto ricolmo dello Spirito di verità;
puro, ossia, secondo la beatitudine proclamata dal Signore,
capace di vedere Dio; forte nell’abbracciare la volontà
di Dio quando, secondo la profezia di Simeone, o incombeva
la persecuzione contro il Figlio o ne era imminente la morte.
Infine, il cuore di Maria è vigilante perché
mentre Cristo dormiva nel sepolcro, il cuore di Maria, come
il cuore della sposa del Cantico (cfr Ct 5, 2), vegliava in
attesa della risurrezione di Cristo.
ATTILIO GARDINI
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CAMPAGNA UN SANTINO PER OGNI SOCIO
CATANIA: LA CHIESETTA DI “SAN GIOVANNUZZU”
Il Prof. ANTONINO BLANDINI ha trasmesso 500
immaginette del simulacro di San Giovanni Battista venerato
a Catania per l’iniziativa “Un santino per ogni
socio” e il seguente articolo:
"E' poco nota a Catania la devozione a S.Giovanni Battista
che si riscontra in un quartiere popolare ai margini del centro
storico, ai Cappuccini Nuovi in Grotta Magna e che è
alimentata dalla confraternita di S. Giovanni Battista minore,
la più giovane della città, essendo stata eretta
nel 1946.
Cuore del culto al Battezzatore è la deliziosa chiesetta
di "San Giovannuzzu", un'autentica bomboniera quasi
nascosta dai fabbricati e che si trova incastonata in fondo
alla stretta e piccola via intitolata al patriota Francesco
Rancore.
Un oratorio pubblico fu voluto dagli abitanti del rione "della
Catena" (lì vicino, al n. 643 di via Plebiscito,
sorgeva la piccola cappella di santa Maria della Catena);
essi s'impegnarono a costruirlo a loro spese. L'ingegnere
Concetto Caruso Costantino, per devozione, nel 1906, volle
donare un terreno sciaroso ed incolto, formato dalle lave
del 1669, e progettare la costruzione di un tempietto intitolato
a San Giovanni (non lontano da quel sito si notano ancora
i ruderi del baluardo e del bastioncello di San Giovanni,
che prendevano il nome dall'eponima chiesa a ridosso delle
mura cinquecentesche).
Una lapide, con busto a bassorilievo del benefattore, scolpito
da Tullio Aceto nel 1992, è stata posta in sagrestia
nel 90° di fondazione della chiesetta, per la cui costruzione
s'impegnarono, in modo particolare, i componenti di un apposito
comitato, di cui facevano parte Pietro Floresta, padre dell'attuale
dirigente della confraternita, Giuseppe Blandini, i fratelli
Garozzo, Salvatore Lanza, Giuseppe Costantino e Giuseppa Adorna
con il compito di tesoriere.
L'ubicazione della chiesetta votiva insiste su di un'area
che prima del 1492 era occupata dal cimitero ebraico delle
due Giudecche cittadine, era attraversata dagli archi dell'acquedotto
romano di Valcorrente (da cui il nome di Arcora dato al baluardo
e alla relativa porta) e dove, fino all'eruzione di oltre
tre secoli fa, sorgevano le chiese medievali di Santa Maria
del Tindari o Tunnaro e di Santa Maria di Monserrato dei Catalani.
Le colate che urtarono contro la cortina muraria del vallazzo
di ponente formarono la Grotta Magna su cui oggi sorge gran
parte del rione.
I lavori di edificazione durarono due anni: nel 1908, fu inaugurata
la chiesetta, che i fedeli non hanno mai cessato d'abbellire
e di mantenere accogliente e pulitissima.
L'esterno è sobrio ed elegante: sul timpano della porta
d'ingresso (ora sostituita da una lignea di castagno Siciliano)
spicca un bustino del santo, dono dello scultore Aceto. Sopra,
l'originario medaglione contiene un orologio che suona l'Angelus
tre volte al dì, come vuole la pietà cristiana.
L'interno forma una raccolta aula liturgica con cantoria sopra
la bussola d'ingresso e con due gruppi statuari ai lati, che
ornavano altrettanti altari laterali, uno del SS. Crocifisso
e l'altro di Maria Ausiliatrice. A sinistra, si venera il
simulacro del SS. Crocifisso in vetro resina (il precedente
in cartapesta, si trova in sagrestia), con ai piedi una statuetta
dell'Addolorata. Sul soffitto spicca l'affresco del Battesimo
del Signore dipinto, nel 1925, dal celebre pittore catanese
Alessandro Abate, autore di tre pale d'altare al Sacro Cuore
ai Cappuccini. La chiesa, totalmente restaurata nel 1994,
nei primi mesi di quest'anno ha avuto altri miglioramenti
in seguito a piccoli interventi di restauro.
L'area del presbiterio contiene l'altare maggiore in marmo
bianco, consacrato nel 1927 dal vescovo coadiutore Emilio
Ferrais, che l'anno dopo avrebbe dedicato la chiesa del Sacro
Cuore ai Cappuccini.
Al centro spicca il tabernacolo chiuso da una porticina in
argento massiccio e sormontato da un cupolino dorato. Due
formelle in bassorilievo ai lati della custodia eucaristica
contengono la raffigura-zione della decapitazione del Battista
e della predicazione del grande profeta.
La parte bassa della mensa rappresenta il Battesimo del Signore.
Tutto è opera di T. Aceto.
Sul lato sinistro, si trova la recente tela di Anna Bonomo
di Mascalucia che rappresenta la decollazione del Battista:
Sopra l'altare è custodito il vene rato simulacro processionale
di san Giovanni, che risale al tempo dell'inaugurazione della
chiesa; una scala elettrica fa da ascensore per la traslazione
della statua nel suo fercolo.
Esso è stato restaurato nel 1994 e misura 1 metro e
settanta. Sul soffitto aleggia una colomba, so-pra una raggiera
dorata, simbolo dello Spirito Santo; lo stesso vale per l'
"agnusdei" che troneggia, sopra la nicchia del patrono.
Cartigli con scritte in latino, tratte dai vangeli secondo
san Giovanni e san Matteo, si trovano rispettivamente sul
prospetto della cantoria e sulla cornice del presbiterio:
"Non è sorto uno più grande di Giovanni
il Battista" e "Ci fu un uomo mandato da Dio: il
suo nome era Giovanni". Sul lato "in cornu evangeli",
si trova la croce astile con il Crocifisso scolpito, nel 1994,
dal prete-scultore Michelangelo Scarpinato, frate minore cappuccino,
rettore della chiesa e cappellano della confraternita. Il
Cristo, in legno di tiglio verniciato, è modellato
sull'Uomo della Sindone.
In sagrestia si conserva, dentro una bacheca in legno dorato,
la testa lignea del Battista posta su un piatto d'argento.
Su una parete un quadro contiene una copia ridotta della pala
d'altare del martirio di San Giovanni che si trova nel tempio
di San Nicolò l'Arena ed è opera del romano
Tofanelli. La chiesa appartiene alla confraternita di S. Giovanni
Battista minore, che è proprietaria della cappella
cimiteriale omonima costruita nel 1986 -‘87.
Nei locali attigui c'è la casa del fercolo. La prima
vara, con base con bocce e nel 1950 portata a spalla e sormontata
da un baldacchino rosso, non esiste più. Però,
il baiardo è stato inserito nel nuovo fercolo ligneo,
che compie dieci anni dalla costruzione ed è opera
dello scultore Orazio Scuto. Si presenta come un tempietto
quadrato a 4 colonne corinzie. Le 4 giardiniere sono di Giovanni
Selsi.
Nel grande Giubileo del Duemila il fercolo è stato
arricchito di tre vasi argentei pendenti porta fiori, della
ditta Freni. Mastro della vara (che è servita anche
per la processione della Madonna degli Ammalati, al Piano
dei Malati), anima infaticabile della festa e custode dell'Oratorio
giovanneo è il quarantenne signor Paolo Comis.
ANTONINO BLANDINI
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IL SANTUARIO DELLA VERGINE DELL’AVVOCATA
GIUSEPPE MELONE di Cava de’Tirreni
(SA) ha trasmesso le immaginette per l’iniziativa “Un
santino per ogni socio”.
Il Santuario dell'Avvocata è ubicata sul ripiano del
Monte Mirteto ai piedi del Monte Falerzio (1024 metri) a circa
900 metri sul mare, al vertice di una lunga parete rocciosa.
Vi si accede da Maiori dalla contada Lama (il percorso è
fatto di una lunga e ripida scalinata), oppure anche dal versante
di Cava de'Tirreni a mezzo di mulattiera, che dalla Badia
della S.S. Trinità di Cava, porta al Santuario.
Questo Santuario trae le sue origini da un portentoso avvenimento
del 1470. Infatti in un pomeriggio del novembre 1470 un pastore
di Ponteprimario, villaggio del Comune di Maiori, di nome
Gabriele Cinnamo, 35 anni, insieme a Dattilo Parito, giovane
di sette anni di Salerno, mentre erano intenti a pascolare
il gregge, notano un colombo selvatico che entra ed esce da
un folto cespuglio di edera cresciuto ad una certa altezza
della rupe. Gabriele, tenta di arrampicarsi e con il suo bastone
da pastore cerca di aprire un varco, ma non vi riesce. Il
mattino successivo, munito di scala e scure, ritenta e fatto
un passaggio riesce a far entrare nella grotta il giovane
Dattilo con una lanterna, per constatare solamente l’esistenza
di una bella e ampia grotta.
La notte seguente però, mentre dorme, Gabriele vede
in sogno la Madonna, che gli dice:
«Gabriele, lascia ad altri la cura delle capre; edificami
in quella grotta una cappella, ed io sarò sempre la
tua Avvocata».
Colpito dal sogno della notte, il mattino seguente Gabriele
decide di ispezionare la grotta. E’ un po’ umida,
ma conveniente per costruirvi una cappella. Dopo qualche giorno,
mentre il suo gregge pascola ed egli è intento ad intrecciare
vimini, vede nella grotta una luce misteriosa e contemporaneamente
sente le medesime parole che la Madonna gli aveva detto in
sogno. Sbalordito da questo evidente e categorico comando,
decide di abbandonare il gregge, indossa un rozzo saio, e
inizia una nuova vita, facendosi chiamare Fra' Gabriele.
Ottenuta poi l’autorizzazione dell’Abate benedettino
di Santa Maria de Olearia in Maiori, sotto la cui giurisdizione
spirituale è il territorio, edifica nella grotta del
miracolo un altare dedicandolo alla Vergine Santissima sotto
il titolo di «Avvocata».
La notizia del prodigioso avvenimento in breve tempo si sparge
e subito, con il concorso del popolo, viene eretta alla sommità
della rupe una chiesa con annesso campanile ed alcune stanze
per comodità dei pellegrini.
Queste stanze nel 1508 sono ampliate ed accresciute dallo
stesso Fra’ Gabriele, per soddisfare il desiderio di
sette suoi compaesani che vogliono darsi come lui a vita eremitica.
[…]
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SAN VITALIANO, martire
Il socio Don DAMIANO MARCO GRENCI
di Sesto San Giovanni ha rasmesso l’immaginetta da lui
fatta stampare appositamente per la campagna “Un santino
per ogni socio” e le notizie.
Il culto delle reliquie, derivante dalle onoranze per i defunti,
è oggi raccomandato ma non imposto dalla Chiesa.
Il Concilio di Trento nella sua venticinquesi-ma sessione
lo emendò dagli eccessi e il Concilio Vaticano II così
si espresse: "La Chiesa, secondo la sua tradizione, venera
i Santi, le loro reliquie autentiche e le loro immagini".
Un avvenimento segnò un’epoca. Dalle catacombe
a partire dal XVI secolo, grazie anche all'interesse suscitato
da S. Filippo Neri e nell’enfasi controriformista, vennero
riprese le ricerche di reliquie. Si riesumarono "corpi
santi", che venivano trasferiti nelle chiese dell’Urbe
e dell’Orbe.
La devozione verso queste s.reliquie, faceva diventare tutti
questi “santi”, martiri delle persecuzioni antiche,
soprattutto parte di quella schiera dei protomartiri romani
che la liturgia celebra nel mese di Giugno.
L’esperienza romana fu poi applicata anche in altri
luoghi dove esi-stevano catacombe o sepolture romane (e non
solo).
Tra questi “santi”, c’è il piccolo
Vitaliano. Il corpo del Santo martire, con ampolla di sangue,
venne donato nel 1833 alla Parrocchia dei Santi Ambrogio e
Theodulo di Stresa (VB).
Il piccolo martire, bimbo di 10 mesi e 28 giorni, proviene
dalla catacomba di Callisto.
La dolcezza dell’opera artistica, che contiene le sacre
ossa, è mistica. Il santo fanciullo ha tra le mani
i segni della sua innocenza – il giglio – e della
sua fede – la palma. Il “corpo santo” è
tuttora venerato e l’urna, che lo contiene, è
posta sotto l’altare della Madonna del Rosario.
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10 GIUGNO SAN PANTALEONE, CULTO E PATROCINIO A CREMA
L’immaginetta della celebrazione nel XVII CENTENARIO
DEL MARTIRIO
I soci SEBASTIANO GUERINI
e Don PIER LUIGI FERRARI di Crema hanno trasmesso
le unite notizie e le immaginette di San Pantaleone, patrono
di Crema e della diocesi di Crema, ideata e realizzata dai
citati soci e stampata a cura della diocesi per il 10 giugno
2005, in occasione del celebrazione del XVII centenario del
martirio del grande Santo.
Pantaleone, medico pagano, vivente al tempo dell’imperatore
Dio-cleziano, convertitosi alla religione cristiana, unì
alla professione sa-nitaria la pratica delle virtù
evangeliche. Subì il martirio a Nicomedia di Bitinia
l’anno 305. In Occidente la sua festa è presente
nel calendario ambrosiano il 10 giugno fin dal secolo IX (Sacramentarium
Bergomense) e nel calendario romano, a partire dal sec.XII,
il 27 luglio.
A Crema vi sono tracce di un culto speciale a San Pantaleone
già dall’inizio del secolo XIV, ma il tramite
di questa devozione per un santo orientale era stata probabilmente
la venuta dei Monaci Benedettini a Crema il 1° dicembre
1097.
Il patrocinio di San Pantaleone sulla città iniziò
nell’anno 1361, quando il Santo, invocato durante una
pestilenza, il 10 giugno, apparve visibilmente sulla città
in atto di protezione, e fece cessare il flagello; Il 10 giugno
era per Crema il giorno liturgico del Santo perché
la città, soggetta al dominio dei Visconti di Milano
(1335-1449), in quel giorno festeggiava il martirio del santo,
come nella diocesi ambrosiana.
L’invocazione del popolo cremasco fu, dunque, un gesto
di supplica indirizzato a un santo familiare, conosciuto per
la sua santità e la professione medica.
Alla tradizione danno autenticità le ordinanze che
ne seguirono: gli statuti della città, approvati nel
mese di luglio di quell’anno, proclamarono san Pantaleone
nuovo patrono di Crema; il 10 giugno fu proclamato festa solenne
per tutto il turritorio; tutte le comunità, le vicinie,
le corporazioni furono tassate di certe somme da versare per
il culto del santo; fu indetta una grande processione annuale
cui dovevano intervenire tutte le categorie di persone religiose
e laiche, dalle autorità, alle fraglie e alle discipline;
il Municipio di Crema coniò il suo sigillo con l’immagine
di San Pantaleone in atto di proteggere la città.
Del Santo la diocesi conserva e venera due insigni reliquie:
il cranio, rinvenuto nel 1485 in una cassetta d’avorio
sotto l’antico altare della Cattedrale, conservato oggi
in un reliquiario a forma di busto portato in processione
nella festa del 10 giugno e un braccio, portato a Crema nel
1493 da frà Agostino Cazzuli, Superiore del convento
di s.Agostino in Crema, conservato in un reliquiario a forma
di braccio.
L'11 aprile 1580 il Papa Gregorio XIII eresse la sede vescovile
di Crema e San Pantaleone divenne il patrono della nuova diocesi.
S.GUERINI - P.L.FERRARI
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A 110 ANNI DALLA MORTE DI MARIA ANGELICA
MASTROTI
Don DAMIANO MARCO GRENCI ha trasmesso l'immaginetta
di Maria Angelica Mastroti (Concetta Filomena)(1851-1896)
nell’ambito dell’iniziativa “Un santino
per ogni socio” e le seguenti notizie:
“Come potrò parlare degnamente della bellezza
del luogo e della dolcezza e salubrità dell’aria,
o della pianura ampia e ridente che si allunga tra i monti,
dove si trovano prati verdeggianti e floridi pascoli?”:
così san Bruno il certosino descrive la terra dei Bruzii.
Ma la fede e la santità in Calabria precede l’avvento
del santo francese. Infatti vede le sue origini nell'apostolo
Paolo e con il suo primo discepolo Stefano di Nicea, protovescovo
di Reggio e di tutti i Bruzii. Nei secoli lo Spirito ha conquistato
molte anime e le ha plasmate ad immagine di Cristo, vero uomo
e vero Dio.
Tra costoro ricordiamo la grande schiera dei martiri di Calabria:
dai martiri locresi a Daniele di Belvedere; lo splendore dei
monaci italo-greci; e le glorie di terra calabra: Francesco
di Paola, Gaetano Catanoso e Umile da Bisignano. Molti altri
hanno reso gloria al Padre che è nei cieli, rimanendo
sconosciuti ai molti. Tra costoro “la beata” Angelica.
Maria Angelica (Concetta Filomena) Mastroti, nacque a Papasidero
(CS) il 4 febbraio 1851; visse vita penitente e verginale
alla sequela di Cristo, suo mistico sposo. Si racconta che
alcune volte ebbe la S. Comunione somministrata dal San Giovanni
Giuseppe della Croce e dalla Beata Vergine Maria. Muore nel
1896 a Castelluccio Superiore (PZ), dove viene sepolta nella
cappella, costruita dal nipote sacerdote, del cimitero locale.
Ancor oggi dalla Calabria e dalla Basilicata il 26 maggio,
giorno della sua morte, molti pellegrini si recano sulla sua
tomba.
La fama della sua santità è tale che viene detta
“beata Angelica”.
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CACCAMO (PA): 1^DOMENICA DI MAGGIO, MADONNA
DEL BUON CONSIGLIO
Il socio GIOVANNI LA ROSA di Caccamo ha
trasmesso l’immaginetta per “Un santino per ogni
socio” e le unite notizie.
" Fortissima è la devozione del popolo di Caccamo
verso la Madonna del Buon Consiglio, venerata nella Chiesa
di Sant’Isidoro. Il culto è stato qui portato
dai Padri Agostiniani che hanno vissuto nel Convento della
Chiesa fino al 1866, anno in cui con la soppressione degli
Ordini religiosi essi hanno dovuto lasciare il convento, poi
adibito a carcere ed ora a sede della ASL. La cura della Chiesa
è passata ai sacerdoti della diocesi, che zelano il
culto alla Vergine facendo tra l’altro celebrare ogni
25 del mese una Santa messa per gli iscritti alla Pia Unione
e la prima domenica di maggio celebrando in forma solenne
la festa preceduta da una novena, che si conclude con la processione
con l’immagine della Madonna per le vie della città.
Il quadro che si venera a Caccamo, è una copia dell’originale
che si trova nel Santuario di Genazzano (RM) ma non se ne
conosce l’autore e non si hanno notizie certe circa
l’arrivo del quadro a Caccamo.
Tutto ebbe inizio il 25 aprile 1467 quando all’ora del
vespro tutte le campane del piccolo paese di Genazzano iniziano
a suonare, ed ecco che dal cielo, avvolta in una nuvola, e
sorretta dagli angeli arriva l’immagine della Madonna
scappata da Scutari (Albania), per non essere oltraggiata
dai Turchi, si va ad appoggiare alla parete del campanile
della Chiesa. Ancora oggi, a distanza di secoli, l’immagine
è lì nel suo santuario pronta ad accogliere
i suoi figli."
GIOVANNI LA ROSA
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MASERNO, 24 Giugno: FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
La socia ELISA BERNARDI ha inviato le immaginette
del patrono di Maserno per l’iniziativa “Un santino
per ogni socio” e le unite notizie.
La Chiesa di Maserno, dedicata a S.Giovanni Battista, ha origini
molto antiche ed è citata nel diploma di Federico I
del 1159. Don. E.Bernardi, parroco e gran-de studioso, autore
di un apprezzato volume “Cenni storici intorno alla
plebana di Maserno”, ristampato nel 2005, afferma che
come risulta da un’iscrizione gotica posta sulla facciata,
la Chiesa fu del tutto rifatta nel 1252.
Un catalogo delle chiese modenesi del 1291 cita che dalla
Chiesa di Maserno dipendevano le chiese di s.Michele di Montespecchio,
s.Cristoforo di Zumignago, s.Antonino di Monteforte e s.Marcellino
di Dismano: ciò dimostra l’antichità dell’istituzione
e la floridezza di quel periodo. Essa era “Pieve”,
cui le altre Chiese dovevano fare riferimento per il battesimo
dei loro nati. Al plebano (parroco) inoltre era riservato
il diritto di presentare al vescovo i giovani che riteneva
idonei agli ordini Sacri e quello di vigilare sul clero relazionandone
annualmente il vescovo.
Nel 1655 si ebbe un rifacimento della Chiesa utilizzando i
materiali di recupero della Chiesa di San Marcellino di Dismano,
distrutta da un terremoto. Nel 1905 il parroco Don Franceschi
sistemò la cappella maggiore, la sacrestia e gli ambienti
adibiti a scuola elementare. Nel 1909 fu inaugurato un grandioso
organo della Ditta Bottani di Frassinoro, che con la II Guerra
Mondiale andò fuori uso. Con il restauro da parte di
Pellini e Giacobazzi di Modena l’organo è ritornato
all’antico splendo re il 19 agosto 2004.
Il campanile (38 metri), innalzato nel 1910 sotto la direzione
dell’ing.Carlo Mazzetti, fu restaurato nel 2000.
Patrono di Maserno è san Giovanni Battista che viene
festeggiato nella domenica più vicina al 24 giugno.
Nel 2005, la festa ha avuto una solennità del tutto
singolare perché si sono celeebrati i cento anni dall’ultimo
grande restauro della Chiesa. In tale occasione è stato
stampato il santino che viene offerto agli associati.
ELISA BERNARDI
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AFRAGOLA: VENERAZIONE DI SANT’ANTONIO DI PADOVA
Padre MICHELE GIULIANO, ofm, ha qui inviato
le immaginette del simulacro venerato nel Santuario di Afragola,
per l’iniziativa sociale “Un santino per ogni
socio”.
Sant'Antonio di Padova, al secolo Fernando Bulhão (Lisbona,
15 agosto 1195(?) - Padova, 13 giugno 1231) è stato
un frate francescano, ed è santo della Chiesa cattolica,
che gli tributa da secoli una fortissima devozione.
Prima Agostiniano a Coimbra (1210), poi (1220) francescano,
viaggiò molto vivendo prima in Portogallo quindi in
Italia. Nel 1221 incontrò, alla Porziuncola, San Francesco
d'Assisi, che lo inviò all'eremo di Montepaolo, presso
Forlì, dove iniziò la sua attività di
predicatore. Professore di teologia e nello stesso tempo predicatore,
combatté l'eresia catara, specialmente in Francia,
con estremo vigore e con una eccezionale forza di convinzione.
Fu trasferito poi a Bologna e quindi a Padova, città
di cui è patrono.
Morì all'età di 36 anni in concetto di santità.
Per la mole di miracoli attribuitegli venne cano-nizzato a
un anno dalla morte da papa Gregorio IX. Pio XII, che nel
1946 ha annoverato Sant'Antonio tra i dottori della Chiesa
cattolica, gli ha dato il titolo di dottore evangelico, tanto
era solito sostenere le sue affermazioni con citazioni del
Vangelo.
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3 GIUGNO 2006: FESTA NEL SANTUARIO di ORTA DI ATELLA
Padre MICHELE GIULIANO, ofm, ha inviato
l’immaginetta per l’iniziativa “Un santino
per ogni socio” e la seguente documentazione.
V ann.rio dell’Elezione della Chiesa a SANTUARIO DIOCESANO
Alla diletta Comunità Ecclesiale in Orta di Atella
Prot.N.18/01
Fin dall’inizio del nostro servizio pastorale in questa
diocesi di Aversa, affidataci dalla fiducia del Santo Padre
Giovanni Paolo II, abbiamo notato una grande devozione nella
comunità ecclesiale di Orta di Atella verso S.Salvatore
da Horta, venerato nella Chiesa di San Donato, officiata dai
Frati Francescani minori della Provincia napoletana.
Lo stesso tempio, nelle due ricorrenze festive dell’umile
frate spagnolo, insigne Taumaturgo, il 18 marzo e il martedì
di Pen-tecoste, è meta di innumerevole moltitudine
di devoti del Santo, provenienti anche dalle circostanti comunità
ecclesiali dentro e fuori i confini della nostra diocesi.
Accogliendo pertanto ben volentieri la richiesta della Comunità
francescana locale e quella della Comunità provinciale,
con la nostra autorità ordinaria eleviamo la medesima
Chiesa a
Santuario Diocesano
A norma del C.D.C.
Fin da adesso poniamo sotto lo speciale patrocinio di S.Salvatore
tutti i fedeli che accorreranno al Santuario diocesano in
Atella e di cuore impartiamo la nostra pastorale benedizione
ai devoti del Santo.
Aversa – dalla residenza episcopale – Solennità
di Pentecoste 2001
Il Cancelliere Vescovile Mario Milano
Mons.Francesco Sparaco Arcivescovo-Vescovo
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29 giugno: festa di SAN PIETRO
I soci Padre MICHELE GIULIANO, ofm, e LUIGI
LEONE hanno trasmesso l’mmaginetta nell’ambito
della campagna “Un santino per ogni socio”.
Essi hanno gentilmente inviato per tutti gli associati questo
santino che rappresenta il simulacro di San Pietro, primo
Pontefice della Chiesa, venerato nella basilica di San Pietro
ad Aram, a Napoli, in Corso Umberto I.
San Pietro è l’apostolo investito della dignità
di primo papa da Gesù stesso: “Tu sei Pietro
e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”.
Pur non essendo stato il primo a portare la fede a Roma, ne
divenne insieme a s. Paolo, fondatore della Roma cristiana,
stabilizzando e coordinando la prima Comunità, confermandola
nella Fede e testimoniando con il martirio la sua fedeltà
a Cristo.
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CURIOSANDO TRA LIBRI, SANTI E SANTINI
RAVENNA: un museo dei cuori?
LA COLLEZIONE DI ELISABETTA GULLI GRIGIONI
Riportiamo qui appresso l’articolo della giornalista
Francesca Marcarino, pubblicato sul nr.5 del 14 marzo u.s.
del quindicinale di informazione ravennate “LA PIAZZA
- Avvenimenti”.
Un sentito grazie alla gentile Redazione del quindicinale.
La socia ELISABETTA GULLI GRIGIONI di Ravenna
possiede una raccolta, unica in Italia, di immaginette sacre,
immagini, lettere ed oggettistica avente per tema “il
cuore”, che ancora pochi italiani hanno potuto ammirare
e soprattutto apprezzare.
L’augurio del Consiglio Direttivo AICIS è che
tale stupenda collezione non emigri, né si disperda,
ma trovi una meritevole collocazione nel territorio di Ravenna.
‘MUSEO DEI CUORI’: 1.800 PEZZI,
DATABILI FRA IL ‘600 E LA PRIMA METÀ DEL ‘900
E LEGATI AL TEMA DEL ‘CUORE’, COMPONGONO LA COLLEZIONE
DI ELISABETTA GULLI GRIGIONI. MOLTISSIMI, I CUORI ‘CONTEMPORANEI’.
ABBIAMO CHIESTO A POLITICI, ARTISTI, FUMETTISTI, ATTORI, GIORNALISTI
QUALE FUTURO POTREBBE AVERE QUESTA PRESTIGIOSA COLLEZIONE,
FRUTTO DI 30 ANNI DI RICERCA ANTROPOLOGICA E ANTIQUARIA.
Ravenna si interroga sui ‘cuori’: si farà
il Museo?
Cosa pensano i ravennati della Collezione di Elisabetta Gulli
Grigioni dedicata al tema del ‘cuore’?
Dopo gli interventi di Giannantonio Mingozzi, Marcello Landi,
Uber Dondini e Ermanna Montanari, apparsi sullo scorso numero
di ‘La Piazza - Avvenimenti’, nuovi punti di vista
arricchiscono il progetto ipotetico di un ‘Museo dei
Cuori’ a Ravenna. (di Francesca Marcarino)
“C’è abbastanza ‘cuore’ per
un ‘Museo dei Cuori’?”, azzarda Uber Dondini;
oppure “Ravenna sputa fuori i musei” come dice
Marcello Landi?
“Museo dei Cuori’, quale sede privilegiata di
laboratori giovanili e di scrittura? È la proposta
di Giannantonio Mingozzi.
Infine, “museo ambulante in giro per l’Italia”,
o “isoletta all’interno di Mirabilandia”,
come racconta Ermanna Montanari? A questi quattro interessanti
punti di vista si aggiungono i nuovi e stimolanti ipotesi.
Emanuela Giangrandi ~ Assessore provinciale alle Politiche
Sociali, Sanitarie e dell'Immigrazione.
«Mi piacerebbe pensare alla Collezione creata da Elisabetta
Gulli Grigioni con il suo consistente tesoro di ‘cuori’
come a una presenza all’interno dei tre presidi ospedalieri
della nostra provincia. Una presenza importante che sicuramente
avrebbe la fondamentale funzione di abbellirli, e impreziosirli
con un tocco di colore, calore, creatività e infondendo,
a chi si ferma a osservare, gioia. Chiaramente il tema del
cuore non andrebbe letto, seppur all’interno di un contesto
di cura, come simbolo ‘cardiologico’ ma, invece,
come simbolo di solidarietà e di vicinanza, che si
carica ancora di più di queste fondamentali valenze
dal momento che lo troviamo in un luogo dove non ce lo aspettiamo.
È un cuore che pulsa, simbolo di vita, che parla di
vita».
Daniele Panebarco ~ Fumettista
«Considero questa Collezione un tesoro nascosto che
esiste in Città, è una raccolta preziosa, non
solo di ‘cuori’. Ricordo che per una ricerca iconografica
mi sono rivolto a Elisabetta, adesso, la considero una specie
di istituzione! Sono pienamente d’accordo: si dovrebbe
aprire un museo per consentire agli studiosi la consultazione
di tutto questo prezioso materiale. […]
******
ERRORI E VARIETA’ NELLE IMMAGINETTE SACRE
Dal nostro Socio e Segretario SAVERIO VITAGLIANO
di Roma riceviamo e pubblichiamo:
"La collezione dei Santini, come del resto ogni altro
hobby, non assume solo l’aspetto passatempo e per molti
anche e solo fisionomia economica. Sono certamente elementi
di considerazione a cui però vanno accoppiati studi
e ricerche per aumentare le conoscenze e l’interesse
culturale del Santino al fine di capirne la capacità
e la validità a cui sono destinati, per giungere poi
alla stima del loro valore diretto e/o indiretto.
Il fenomeno collezionistico del Santino è sempre più
attuale: cultori e studiosi si danno da fare per scovare ogni
forma di stampa e tipologia, per svelare ogni piega segreta
e far luce su talune iconografie per interpretare segni e
simboli dando così un contributo sul piano informativo,
specie al collezionista principiante.
Nel maneggiare le immaginette, capita, sia pure di rado, di
trovarsi di fronte ad errori e varietà, che non sfuggono
all’occhio vigile dello studioso e del collezionista.
Mentre l’errore è quello che si verifica casualmente
e differenzia nel Santino l’immaginetta sbagliata da
quella tipo, la varietà invece può definirsi
un errore di stampa, determinato da un difetto della tavola.
Nel nostro caso non stiamo a sottilizzare su alcune caratteristiche
quali il colore o il formato,la carta o la scritta, anche
perché manca il modello tipo con cui confrontarsi,
così come avviene con il francobollo in filatelia,
ove un dentello in più o in meno, un colore sbiadito
o sbavato, diventa uno straordinario caso commerciale-speculativo.
Qui parliamo solo di errori clamorosi come quello che si nota
nella foto ove la identica immagine degli anni ’40 vera,
che raffigura S. Elisabetta (sopra) è scambiata nientemeno
per S. Vincenzo.
Ma a cosa è dovuto questo errore?
Quello più probabile, come riteneva il nostro esperto
ex-Presidente Gennaro Angiolino, (deceduto il 23 dicembre
2002), era dovuto […]
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SCHERZA COI FANTI NON CON I SANTINI
di Emanuele Cazzolla
Fu l'invenzione della stampa a rendere fattibile la circolazione
delle immagini sacre all'esterno di chiese e santuari, custodi
dell'iconografia sacra pittorica e scultorea.
Il santino, nel propagare la devozione fuori dei luoghi di
culto, trova ben presto appropriata collocazione non solo
a far da segnalibro nel proprio libro di preghiere, ma anche
sulla porta d'ingresso delle case, ovvero nella bottega di
lavoro, nonché sulle porte di stalle, ovili, fienili,
o ancora nelle imbarcazioni e negli altri mezzi di trasporto.
Ad ogni attività presto verrà associato il relativo
santo protettore: dentro la custodia di uno strumento musicale
quasi sempre tra spartiti e accessori è riposta una
immaginetta di Santa Cecilia.
Nelle abitazioni, oltre all'ingresso, ogni luogo si fa adatto
per accogliere un santino, dalla dispensa al letto (comune
l'usanza di riporlo fra la lana dei materassi), oppure nella
culla a vegliare su una nuova vita, o nella bara a salvaguardare
l'anima di un trapassato.
Particolare devozione si riserva al santo di cui si porta
il nome di battesimo o al patrono della propria città.
E ognuno venera un "proprio" Gesù o una "propria"
Madonna che, a seconda di titoli e miracoli, assume le denominazioni
più diverse.
Il santino esplode nel 1700. È in questo secolo che
nascono i famosi "canivets", inizialmente confezionati
a mano nei conventi di clausura. I loro minutissimi intagli
a contorno di miniature acquerellate, ne fanno pezzi unici,
oggi rarità da museo.
Nella seconda metà dell'800, il canivet diviene un
prodotto industriale con i contorni finemente fustellati e
i pizzi perforati a macchina. È l'epoca d'oro dei famosi
stampatori francesi quali Bouasse, Turgis, Letaille.
Questi santini "merlettati" finiscono col rappresentare
la produzione per i ricchi, parallela a quella delle immaginette
cromolitografate, variante più popolare e accessibile.
Ma oggi anche queste ultime, con i loro morbidi colori frutto
di numerosi passaggi su pietre litografiche, sono esemplari
ambiti dai collezionisti.
Prima del definitivo declino, il santino conosce l'ultima
stagione di dignitoso decoro con l'affermazione del Liberty
e la gradevolezza dei suoi ornamenti floreali.
Fra le due guerre compaiono le immaginette a un solo colore,
grigio o seppia, e con l'avvento della stampa offset alla
produzione artistica subentra quella essenzialmente divulgativa.
Se in tutti questi anni si è assistito a un sempre
più accresciuto interesse collezionistico verso i santini
d'epoca, oggi si registra un passo più in là.
I santini sono diventati figurine in bustine vendute in edicola
con l'album per la raccolta; come le mitiche figure Panini
dei calciatori. Ed è stato subito un boom editoriale,
già replicato dopo pochi mesi.
Infatti, dopo la prima raccolta uscita all'inizio del 2006,
comprendente 438 immagini diverse, da alcuni giorni è
in distribuzione la nuova serie "Santi, i campioni della
Fede" edizioni Pubblicazioni srl, di 504 figurine.
Il nuovo album (euro 4,00), oltre che più elegante
dal punto di vista grafico, è anche meglio confezionato
per essere non più spillato col punto metallico com'era
il primo (dal quale facilmente si staccavano le pagine centrali),
ma cucito a filo e con la copertina brossurata.
I santini, ad opera dello studioso Vittorio Pranzini, riproducono
esemplari che abbracciano pressoché tutta la storia
della stampa, dal 1500 ai giorni nostri, nonché tutta
la storia della santità.
Sono sempre formato 6,8x11, autoadesivi, con il nuovo accorgimento
del distacco dalla carta retrostante facilitato su uno dei
quattro angoli. Così come le bustine, che costano sempre
60 centesimi cadauna e contengono 6 esemplari.
E dopo il patrocinio della Curia di Ravenna per la prima raccolta
con la presentazione del cardinale Ersilio Tonini, adesso
c'è quello della curia di Imola e la presentazione
del cardinale Achille Silvestrini.
È una iniziativa molto affascinante, che piace in maniera
trasversale, e per età e per status sociale. Dalle
prime battute, pare che il successo si stia replicando con
addirittura più forza.
Tutto fa supporre che l'operazione non si esaurirà
con la seconda raccolta, talché è verosimile
che a breve appaiano altre novità. E chissà
che fra alcuni anni, come già accaduto per gli album
dei calciatori, a qualcuno non venga l'idea di rieditare queste
raccolte, con le immagini già stampate sui fogli (non
come figurine da attaccare) e allegate magari a qualche quotidiano.
Per le repliche degli album dei calciatori ci pensarono all'Unità.
Si tengano pronti all'Osservatore Romano. Così sia.
(Fonte: Dal quotidiano “BariSera” del 10 maggio
2006)
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I 14 SANTI AUSILIATORI
di MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI
Ho ricevuto alcuni mesi fa da parte del socio PAOLO
MONCIOTTI di Torino, in occasione della preparazione
del mio articolo sulle notizie storiche riguardanti i santini
svizzeri del 1800, la fotocopia di una bellissima e interessante
cromolitografia dai colori smaglianti della casa editrice
svizzera Benziger & Co. S.A. di Einsiedeln, Svizzera,
raffigurante “I santi ausiliatori”.
L’argomento poco conosciuto ha suscitato in me molto
interesse, che mi ha indotto ad una appassionata ricerca nella
identificazione dei 14 santi, attingendo alle loro biografie
e alle tradizioni iconografiche, nonché alla natura
delle loro particolari “protezioni”.
Ho trovato innanzi tutto su un sito Web l’elenco di
seguito riportato integralmente, con aggiunte da parte mia
in parentesi l’epoca e la regione in cui sono vissuti:
SANTI AUSILIATORI
Quello degli Ausiliatori è un gruppo di quattordici
santi alla cui intercessione il popolo cristiano si rivolgeva
per particolari necessità:
s. ACACIO (8 maggio), contro l'emicrania
e i tormenti dell'agonia; (II sec. Armenia)
s. BARBARA (4 dicembre), contro il fulmine
e la morte improvvisa; (IV sec., Turchia)
s. BIAGIO (3 febbraio), contro il mal di
gola; (IV sec., Armenia)
s. CATERINA (25 novembre), contro le malattie
della lingua; (IV sec., Egitto)
s. CIRIACO (8 agosto) contro le ossessioni
diaboliche; (II-II sec., Roma)
s. CRISTOFORO (25 luglio), contro gli uragani
e le pestilenze; (III sec.., Asia Minore)
s. DIONIGI (9 ottobre), contro i dolori di
capo; (III sec.., Francia)
s. EGIDIO (1 settembre), contro la pazzia
e il panico; (VII-VIII sec., Atene-Provenza)
s. ERASMO (2 giugno), contro le malattie
intestinali; (III-IV sec., Siria, Formia)
s. EUSTACHIO (20 settembre), contro i pericolo
del fuoco e l'inferno; (III sec., Roma)
s. GIORGIO (23 aprile), contro le malattie
della pelle; (III-IV sec., Libia)
s. MARGHERITA (20 luglio), protettrice delle
partorienti; (IV sec., Antiochia)
s. PANTALEONE (27 luglio), contro le infermità
di consunzione; (III sec., Nicomedia)
s. VITO (15 giugno), contro la corea (chiamata
anche "ballo di san Vito"), la letargia, il morso
di animali velenosi e l'idrofobia. (IV sec., Lucania).
Il culto dei 14 santi è nato ed è particolarmente
sentito nell’arcidiocesi di Bamberg (Bomberga in italiano),
in Baviera, nella quale è situato un antico santuario:
la Basilica di Vierzehneiligen a Bad Staffelstein, nelle vicinanze
di Bamberg.
Ivi, secondo una tradizione leggendaria, il 24 settembre del
1445 un pastore, in prossimità della abbazia cistercense
di Langheim, incontrò un bambino in lacrime, che presto
scomparve.
L’episodio si ripetè una seconda volta e infine
il bambino apparve una terza volta circondato da altri tredici
bambini piccoli, illuminato da un crocifisso sul suo petto
e da due candele accese che scendevano dal cielo. […]
MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI
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IL QUADRO DI MARIA AUSILIATRICE NEL SANTUARIO
DI TORINO
Sulla Circolare n°.276 di maggio 2006 il socio Attilio
Gardini, nell'articolo sui diversi Titoli a Maria Santissima
- Auxilium Christianorum - festa 24 Maggio, cita il maestoso
Quadro del Pittore Tommaso Lorenzone (1824-1902).
Il quadro recentemente restaurato, troneggia sull'Altare Maggiore
del Santuario-Basilica (altare che il Sommo Pontefice Pio
X con suo Augusto Autografo in data 7 ottobre 1908 dichiara
Altare Gregoriano perpetuo). Ho trovato la spiegazione del
quadro su un libricino del 1932, relativo al santuario, che
di seguito riporto:
Il più prezioso ornamento - Il Quadro di Maria
Ausiliatrice
Il più bel ornamento del Santuario, è senza
dubbio il Quadro di Maria Ausiliatrice. Ideato da don Bosco
e fatto preparare dal valente pittore Lorenzone, benedetto
nel giorno stesso in cui fu consacrato il Santuario ed esposto
subito alla pubblica venerazione, divenne in breve celebre,
e l'Immagine fu venerata in tutto il mondo.
Spiegazione del quadro
La Beatissima Vergine, assisa sopra un trono di nubi che si
elevano sopra il Santuario, campeggia maestosa, col Santo
Bambino sul braccio sinistro e nella destra lo scettro regale,
coronata di stelle, in un mare di luce che scende dall'alto,
circondata da turbe di Angeli e dagli Apostoli e dagli Evangelisti,
che le fanno devota corona. A basso, nel mezzo. S. Pietro
e S. Paolo. Dietro di essi, coi noti simboli, gli Evangelisti:
S. Marco con il leone, S. Giovanni con l'aquila, S. Luca con
il bue e S. Matteo con l'Angelo.
Sopra S. Giovanni, S. Tommaso con la lancia, perché
con essa fu trafitto; S. Bartolomeo con il coltello, perché
scorticato vivo; S. Mattia con un sasso, perché lapidato;
S. Simone con la sega perché segato a mezzo. Dall'altra
parte, sopra S.Matteo: S.Giacomo il Maggiore con il noto bastone
da pellegrino; S.Filippo con la croce, perché crocifisso;
S. Andrea con la croce a x, perché in tal modo crocifisso;
S. Giuda Taddeo con la scure, perché decapitato; S.
Giacomo il Minore con una stanga, perché dopo essere
stato precipitato dal tempio di Gerusalemme, fu ucciso con
un bastone.
Due date memorabili
Il 17 maggio 1903 la Sacra Immagine in nome e per autorità
di Papa Leone XIII, venne decorata di auree corone dall'Em.mo
Card. Richelmy; e il 9 giugno 1918 nel 1° Cinquantenario
della consacrazione del Santuario, venne dall'Eminentissimo
Card.Cagliero, salesiano, fregiata di aureo scettro gemmato.
Tutti gli anni, la sera del 24 maggio, per le vie intorno
al Santuario si svolge la solenne processione con la statua
della Madonna.
Paolo Monciotti
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CURIOSANDO TRA I SANTI
Tra i vari blocchi di santini che ho avuto la fortuna di trovare
sulle bancarelle di qualche rigattiere del mercato romano
per eccellenza “Porta Portese” o in altri mercatini
d’Europa, mi è spesso capitato di ritrovare alcune
immagini a soggetto religioso che per la loro peculiarità
considero delle vere e proprie “curiosità”
.
Tra le tante ce ne è una che riproduce fedelmente addirittura
l’impronta del Piede della Vergine Madre di Dio. Al
cui interno oltre a l’immagine della Madonna con il
Bambino in braccio e coronata da angioletti è riportata
la seguente dicitura:
VIVA MARIA SANTISSIMA VERGINE MADRE DI DIO
Giusta misura del Piede della Beatissima Madre di Dio, cavata
dalla sua vera Scarpa, che si conserva con somma devozione
in un Monastero di Spagna. Il Pontefice Giovanni XXII concesse
300 anni d’Indulgenza a chi bacerà tre volte
questa misura, e vi reciterà tre Ave Maria; lo che
fu confermato da Papa Clemente VIII l’anno di nostra
Redenzione 1603. Questa indulgenza non avendo prescrizione
di numero si può acquistare quante volte si vorrà
dai devoti di Maria Vergine Santissima. Si può applicare
alle anime del Purgatorio.
E’ permesso per maggior gloria della Regina del Cielo
di trarre da questa misura altre simili misure, le quali tutte
avranno la medesima indulgenza.
MARIA MATER GRATIAE ORA PRO NOBIS
GIANCARLO GUALTIERI
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L’ANGOLO DELLA PREGHIERA
Il giorno 2 del mese di Giugno è la Festa della Repubblica
Italiana e il gior-no 21 con il Solstizio d'Estate comincia
la stagione estiva.
La Chiesa il 13 di Giugno festeggia il Santo più invocato
dai fedeli per ottenere una grazia: Sant' Antonio di Padova,
Sacerdote e dottore della Chiesa, detto appunto il Santo dei
Miracoli. Nato a Lisbona, Portogallo, intorno al 1195, morì
a Padova il 13 giugno 1231.
Le sue spoglie si conservano nell’omonima Basilica meta
ininterrotta di pellegrinaggi di fedeli di tutto il mondo.
S. Antonio è il Santo patrono dei poveri ed ha come
emblema il giglio o il pesce.
PREGHIERA DEL DIVOTO DI S. ANTONIO
O potentissimo Taumaturgo S. Antonio, Tu che sei il Santo
dei Miracoli, il consolatore degli afflitti, la speranza dei
miseri, ottienimi da Dio la grazia di cui ho tanto bisogno
(si manifesti la grazia), Se Tu me la impetri, io Ti offrirò
il pane per le Tue povere Orfanelle.
O Taumaturgo di Padova, interponiti presso l’Altissimo
in favor mio e consola questo afflitto cuore. Così
sia.
Pater, Ave e Gloria.
PREGHIERA DEL GIGLIO BENEDETTO
O glorioso S. Antonio che siete invocato e benedetto da tutto
il mondo, consolatore amoroso dei miseri e tribolati, anch’io
oppresso da tante angustie di corpo e di spirito, ricorro
a Voi con tutta la fiducia e invoco la taumaturga virtù
della vostra intercessione presso Dio per ottenere la liberazione
delle mie pene e la sospirata pace. E, se le mie miserie spirituali
offendono il candore del vostro sguardo purissimo, Voi, Giglio
immacolato, impetratemi grazia di pentimento e di risurrezione,
acciò possa rendermi degno del vostro patrocinio. Così
sia. Pater, Ave e Gloria. S Antonio, Consolatore dei miseri,
prega per noi!
RESPONSORIO DI S. ANTONIO
Se vuoi aver miracoli ricorri a S. Antonio
per Lui i morbi fuggono la lebbra ed il demonio.
I venti, il mar si calmano di S. Antonio ai cenni.
Rendete, o vecchi, o giovani, onori a Lui solenni.
O grande eroe di Padova per te sorgono i morti:
in liete ognor si cangiano per te le avverse sorti.
D’Antonio il nome invocano smarriti i viandanti,
e salvi dai pericoli sciolgono devoti canti.
Chi vuol trovar sollecito il ben che avrà perduto
si volga a S. Antonio e cerchi a Lui aiuto.
Chi geme in duri vincoli, oppresso da disgrazie,
ricorra a S. Antonio e tutte avrà le grazie.
Prega per noi, o S. Antonio, acciocché siam fatti degni
delle promesse di Gesù.
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CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI
28 aprile 2006: promulgazione dei nuovi decreti
Come già anticipato nel nostro Notiziario del mese
di maggio u.s., il 28 aprile 2006, nel corso di una udienza
privata al Cardinale Josè Saraiva Martins, Prefetto
della Congregazione delle Cause dei Santi, il Santo Padre
Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione di nuovi Decreti:
A) - Prossimamente SANTI
Sono stati promulgati i decreti riguardanti un miracolo attribuito
all’intercessione dei seguenti Beati, per i quali verrà
fissata quanto prima la data della Cerimonia di Canonizzazione:
1- Beato FILIPPO SMALDONE (1848-1923), italiano,
Sacerdote Diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore
Salesiane dei Sacri Cuori.
Il beato Filippo Smaldone è stato un apostolo dei sordomuti
per i quali aprì un istituto a Lecce nel 1885. Era
nato a Napoli 37 anni prima e aveva vissuto le difficoltà
dell'apostolato nel periodo di costruzione della nazione italiana.
Già da studente di teologia si era dedicato ai sordomuti
partenopei. Poi era stato trasferito a Rossano Calabro.
Tornò poi a Napoli dove fu ordinato prete nel 1871.
Visitava gli ammalati in ospedale, e durante un'epidemia si
ammalò anche lui, ma fu guarito per intercessione della
Madonna di Pompei. Andato a Lecce, fondò la Congregazione
delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori. L'opera si espanse
anche a Bari e a Roma. Oltre ad aiutare le persone colpite
nella voce e nell'udito per ciò che riguardava i loro
bisogni materiali e spirituali, don Smaldone fu consigliere
e confessore di molti sacerdoti e seminaristi. Morì
a Lecce il 4 giugno del 1923 ed è beato dal 1996. (Avvenire)
2 - Beato RAFFAELE GUIZAR VALENCIA (1878-1938),
messicano, Vescovo di Vercruz Il beato messicano Raffaele
Guizar Valencia, nato a Cotija, Messico, 26 aprile 1878 e
morto in Città del Messico, 6 giu gno 1938, fu ordinato
sacerdote il 1° giugno 1901, solennità di Pentecoste;
negli anni che seguirono fu impegnato nella predicazione delle
‘missioni popolari’ nella città di Zamora
e in diverse regioni del Messico.
Il 3.6.1903 fondò la Congregazione di Nostra Signora
della Speranza, diretta da suo fratello don Antonio Guízar
Valencia, con lo scopo di offrire gratuitamente le missioni
al popolo, nelle diocesi più povere di mezzi e di clero;
la Congregazione comunque fu soppressa il 21 giugno 1910.
Nel 1905 fu nominato missionario apostolico, compito a cui
si dedicò con zelo, propagando la devozione al Sacro
Cuore. Divenuto Vescovo di Veracruz, durante la persecuzione
religiosa esercitò il suo ufficio episcopale sia da
esule sia da clandestino, equiparandosi quasi ai numerosi
martiri di tale periodo. Giovanni Paolo II lo ha beatificato
il 29 gennaio 1995.
3 - Beata ROSA VENERINI, italiana, Fondatrice
della Congregazione delle Maestre Pie Venerini, (1656-1728).
Rosa è nata a Viterbo il 9 febbraio 1656 ed è
morta in Roma il 7 maggio 1728.
Rosa rinuncia al matrimonio, poiché il suo progetto
vocazionale è farsi monaca. Prova, ma constata che
non è in monastero che la vuole il Signore. Nel 1685,
con due compagne con cui inizia la prima vita in comune, apre
una scuola. Dopo la morte dei genitori, il vescovo di Montefiascone,
il veneziano Marc’Antonio Barbarigo, la chiama nella
sua diocesi per fondare delle scuole. E a Montefiascone lei
trova al suo fianco una giovane e provvidenziale collaboratrice
nativa di Corneto (oggi Tarquinia (VT): la futura santa Lucia
Filippini, una che poi volerà alto con le sue ali.
Una strada tutta in salita, con temporanei fallimenti, con
permanenti problemi di mezzi... Ma arriva pure il giorno in
cui Rosa Venerini si sentirà dire: "Lei fa quello
che non possiamo fare noi": è papa Clemente XI
Albani, nel 1716, durante la visita di una sua scuola fondata
a Roma. È una spinta provvidenziale per lo sviluppo
dell’insegnamento e per la vita delle Maestre Pie Venerini
(così saranno chiama te) che non sono suore, ma praticano
vita in comune, ubbidienza e povertà. E insegnano gratuitamente.
Rosa Venerini è stata beatificata il 4.5.1952 da Pio
XII. (D.Agasso)
4 - Beata TEODORA GUÉRIN, francese,
(al secolo Anna Teresa),
Anna Teresa Guerin nacque a Etables in Bretagna il 2 settembre
1798, da genitori profondamente religiosi.
Un suo parente, giovane chierico, le insegnò scienze
e lettere. Sentendosi chiamata allo stato religioso desiderò
entrare nel Carmelo ma i disegni di Dio la vollero nell’Istituto
delle Suore della Divina Provvidenza di Ruillé-sur-Loire
con il nome di Teodora, questo avvenne nel 1823.
Dopo la professione religiosa, divenne superiora a Rennes
e poi a Laulaines; nel 1840 fu inviata a Vincennes nello Stato
dell’Indiana (USA) insieme a cinque suore per fondare
nuove comunità; la prima scuola si aprì a S.
Maria del Bosco (Saint Mary of the Woods). Si dedicò
con grande prudenza negli affari di gestione e con ammirabile
carità verso le sue suore ed i suoi collaboratori.
Dovette sopportare incomprensioni, umiliazioni e sofferenze
di ogni genere.
Morì a S. Maria del Bosco – Nemus il 14 maggio
del 1856. E’ stata beatificata da Giovanni Paolo II
il 25 ottobre 1998 a Roma. (Fonte: www.santiebeati.it)
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B1) - Prossimamente BEATI
Sono stati promulgati i decreti riguardanti un miracolo attribuito
all’intercessione dei seguenti Venerabili, per i quali,
pertanto, verrà fissata quanto prima la data della
Cerimonia di Beatificazione:
1 - Ven.Servo di Dio BASILE ANTONIO MARIA MOREAU
(1799-1873).
Nacque l’11 febbraio 1799 a Laigné-en-Belin (Francia)
e morì il 27 gennaio 1873 a Le Mans (Francia). Sacerdote
diocesano, fondò la Congregazione della Santa Croce.
Egli ha saputo rispondere con generosità e saggezza
alle esigenze dei tempi turbolenti nei quali ha vissuto, dedicando
se stesso e i suoi figli spirituali al compito di rinnovare
e rafforzare la società francese attraverso la predicazione
del Vangelo, l'educazione e l'assistenza ai bisognosi. Incominciando
da un luogo chiamato provvidenzialmente "Santa Croce",
la Congregazione si è rapidamente estesa all'estero,
fondando missioni e istituzioni educative in tutto il mondo.
E’ stato dichiarato Venerabile il 12 aprile 2003.
2 - Ven.Servo di Dio MARIANO DE LA MATA APARICIO,
spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine di Sant'Agostino,
(1905-1983). Padre Mariano è nato il 31 dicembre 1905
nel Barrio de la Puebla, Palencia (Spagna). Entrò nell’Ordine
Agostiniano il 10.9.1922 a Valladolid. Il 25 luglio 1930 fu
ordinato sacerdote.
Fu inviato in missione in Brasile il 21.8.1931 dove svolse
la sua mis-sione sacerdotale come professore del Collegio
e come Vicario della Parrocchia di s.Agostino a San Paolo.
Inoltre divenne Superiore della provincia degli Agostiniani.
Dotato di bontà d’animo e di un carattere amabilissimo
fu messaggero dell’Amore di Dio e angelo consolatore
presso i malati spirituali e presso gli infermi. Uomo di preghiera
aveva due grandi amori: la Santa Eucaristia e la Vergine della
Consolazione. Morì di cancro il 5 aprile 1983 nell’Ospedale
di San Paolo in concetto di santità.
3 - Ven.Serva di Dio MARGARITA MARIA LOPEZ DE MATURANA,
spagnola, Fon-datrice dell'Istituto delle Suore Mercedarie
Missionarie (1884-1934). grande figura di missionaria che
agli inizi del XX secolo, trasforma il monastero mercedario
di Vera Cruz de Bérriz (Vizcaya), fondato nel XVI secolo,
in un istituto missiona rio. Pilar Maturana e sua sorella
gemella Leonor nascono il 25 luglio 1884 a Bilbao, in una
famiglia cristiana. A 19 anni, il 25.7.1903, entra nel monastero
delle Mercedarias de Bérriz, fondato nel 1540, assumendo
il nome di Margherita María. Per venti anni lavora
nell’annesso collegio come insegnante e direttrice.
Nella sua preghiera comprende che i veri schiavi da liberare
sono coloro, che non hanno ricevuto l’annuncio di Cristo.
Per questo lo spirito missionario invade gli alunni del collegio
e le consorelle del monastero. Autorizzata dalla Santa Sede
dal 1926 al 1931 partono dal monastero di Bérriz molte
spedizioni missionarie di sorelle che fondano comunità
a Wuhu (China), Saipán (Islas Marianas), Tokio (Giappone)
e Ponapé (Islas Carolinas).
Il 23 maggio 1930 la Congregazione dei Religiosi concede la
trasformazione del monastero di clausura papale in Istituto
Missionario. Il Primo Capitolo Generale, nel 1931, elegge
Madre Margherita Superiora Generale. Lavora ancora molto,
finchè due giorni prima dei suoi 50 anni, il 23 luglio
1934 muore a San Sebastiano in Spagna dopo un intervento chirurgico.
Nel 1987 viene dichiarata Venerabile. Benedetto XVI ha già
delegato il cardinale Josè Saraiva Martins a presiedere
la cerimonia di beatificazione che si svolgerà il 22
ottobre prossimo nella Cattedrale di Santiago di Bilbao.
B2) - Prossimamente BEATI
Sono stati promulgati i decreti riguardanti a seguito del
riconoscimento del martirio dei seguenti Venerabili, per i
quali, pertanto, verrà fissata quanto prima la data
della Cerimonia di Beatificazione:
1 - Venerabili Servi di Dio CRUZ LAPLANA Y LAGUNA,
spagnolo, Vescovo di Cuenca, (1875-1936), nato il 3 maggio
1875 in Plan de Aragòn e morto tra il 7 e l’8
agosto 1936 in Cuenca.
Con lui ha subìto il martirio nella stessa data: FERNANDO
ESPAÑOL BERDIÉ (1875-1936), spagnolo,
Sacerdote Diocesano, nato l’11.X.1875 in Anciles (Spagna)
e che ha accompagnato il suo vescovo fino all’ultima
gloria.
2 - Venerabili Servi di Dio NARCISO ESTÉNAGA
ECHEVARRÍA (1882-1936), spagnolo, Vescovo
di Ciudad Real, nato a Logroño il 29 ottobre 1882 e
assassinato il 22 agosto 1936 in Ciudad Real.
E anche 10 Compagni martiri che furono assassinati “in
odio alla fede” in questo stesso giorno.
3 - Venerabili Servi di Dio LIBERIO GONZALES NOMBELA
(1896-1936). spagnolo, Sacerdote Diocesano, nato il 30 dicembre
1896 a Santa Ana de Pusa. E’ stato assassinato il 18
agosto 1936 a Cruz de Barcience. (fFoto a destra)
e 12 Compagni del clero diocesano, che hanno
subito il martirio in “odium fidei” nello stesso
giorno.
4 - Venerabili Servi di Dio EUSEBIO DEL NINO JESUS
(1888-1936) (al secolo: Ovidio Fernàndez Arenillas),
spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi.
Era nato il 21 febbraio 1888 a Castilfale (Spagna). E’
stato assassinato in “odio alla fede” il 22 luglio
1936.
Con lui sono stati martirizzati 15 Compagni dello
stesso Ordine Carmelitano, nello stesso giorno.
5 - Venerabili Servi di Dio FÉLIX ECHEVARRÍA
GOROSTIAGA (1893-1936), spagnolo, Sacerdote professo
dell'Ordine dei Frati Minori. Era nato il 15.7.1893 a Ceánuri
e fu assassinato il 21.9.36..
Con lui affrontarono la morte gloriosa del martirio altri
6 Compagni dello stesso Ordine Francescano.
6 - Venerabili Servi di Dio TEODOSIO RAFAEL(1898-1936),
(al secolo: Diodoro Lòpez Hernàndez), spagnolo,
Religioso professo dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole
Cristiane. Nacque il 27 ottobre 1898 a Salgüero de Jarros
e morì tra il 6 e il 7 agosto 1936 a Boca del Congosto.
e 3 Compagni dello stesso Istituto, che sono:
I - EUSTAQUIO LUIS (Luis Villanueva Montoya).
Egli nacque il 10.9.1888 a Cucho, Burgos. Assassina tra il
6 e il 7 1936, presso Los Yébenes.
II - CARLOS JORGE (1908-1936) (Dalmacio Bellota
Pérez). Nacque il 22 novembre de 1908 a Capillas, Palencia
(Spagna). Fu assassinato tra il 6 e il 7 agosto del 1936.
II - FELIPE JOSÉ (Pedro Álvarez
Pérez), natural de Carmena (Toledo), nacque il 27 di
giugno 1914. Fu assassinato il giorno successivo 8 agosto
a Fuente del Fresno, Ciudad Real.
7 - Venerabile Serva di Dio SARA
SALKAHAZI (1899-1944), ungherese, dell'Istituto delle
Suore dell'Assistenza. Sara nacque l'11.5.1899 a Kassa-Kosice,
in terra allora ungherese ed oggi in territorio slovacco,
e fu uccisa perché cristiana il 27 dicembre 1944 a
Budapest (Ungheria).
La rapidissima causa di canonizzazione sul suo conto, avviata
con il nulla osta della Santa Sede in data 14 dicembre 1996,
ha portato in soli dieci anni al riconoscimento del suo martirio
'in odium fidei' il 28 aprile 2006.
C) Nuovi VENERABILI:
1-Servo di Dio CIRIACO MARIA SANCHA Y HERVAS
(1833-1909), spagnolo, Cardinale di S.R.C., Arcivescovo di
Toledo, Fondatore della Congregazione delle Suore della Carità
del Cardinale Sancha. E’ nato a Quintana del Pidio,
Burgos, (Spagna) il 18.6.1833 e morì santamente a Toledo
il 28.2.1909.
2 - Serva di Dio VINCENZA MARIA POLONI (1802-1855),
italiana, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Misericordia
di Verona. L'Istituto è stato fondato nel 1840, quando
Luigia Poloni, poi suor Vincenza Maria, e tre compagne, sotto
la guida spirituale di don Carlo Steeb, entrano nel Pio Ricovero
di Verona, struttura sanitaria pubblica, dando vita alla prima
comunità dell'Istituto. Le quattro giovani svolgevano
l'attività di infermiere. Lo Steeb preparò loro
le "Regole". Nel "1848" tredici sorelle,
compresa la Poloni, emisero i voti di povertà, castità
ed obbedienza nelle mani del vescovo di Verona.
3 - Serva di Dio MARIA BUCCHI (1812-1882),
(al secolo: Maria Matilde), italiana, Fondatrice il 17.5.1876
della Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue di
Monza. Maria Matilde era nata il 18.5.1812 ad Agrate (Milano)
e la sua educazione si era sviluppata in famiglia e in parrocchia,
con lo studio assiduo della Bibbia. Lavorò alla filanda
Corti di Monza, occasione e strumento di crescita spirituale.
Nel 1852 collaborò con le Canossiane. Nel 1874 il Vescovo
di Milano Mons.Calabiana concretò il progetto della
Congregazione. Madre Maria morì il 1.3.1882 in concetto
di santità. Oggi le sue Figlie, le “Preziosine”
sono circa 600.
4 - Serva di Dio SPERANZA GONZALES PUIG (1823-1885),
spagnola, Fondatrice della Congregazione delle Missionarie
Ancelle del cuore immacolato di Maria.
5 - Serva di Dio CATERINA COROMINA AGUSTI
(1824-1893), spagnola, Fondatrice dell'Istituto delle Suore
Giuseppine della Carità.
6 - Serva di Dio MARIA DOLORES MARQUEZ ROMERO DE ONORO
(1817-1904), spagnola, Fondatrice della Congregazione delle
Filippesi Figlie di Maria Addolorata (1817-1904).
7 -Serva di Dio MARIA ROSA FLESCH (1826-1906),(al
secolo: Margherita), tedesca, Fondatrice della Congregazione
delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli.
8 - Serva di Dio GIUSEPPINA NICOLI (1863-1924),
italiana, della Società delle Figlie della Carità.
E’ nata a Casatisma (Pavia) il 18.XI.1893 è morta
il 31.XII.1924.
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MOSTRE ED ALTRI EVENTI
RAVENNA, 3 giugno-29 luglio 2006 –
Mostra: “immaginAzione - Carte sacre e profane in Europa
tra manifattura e serialità dal XVII al XX secolo”
La socia ELISABETTA GULLI GRIGIONI esporrà
carte sacre e profane, immaginette comprese, nella prestigiosa
Biblio teca Classense di Ravenna di Via Baccarini 3. a far
luogo dal 3 giugno e fino al 29 luglio p.v. con orario solo
pomeridiano di vista: 15.30 – 28.330, ad eccezione dei
giorni di chiusura: sabato e festivi (Tel.0544-482.112; e-mail:
informazioni@classense.ra.it). La visita è gratuita.
L’esposizione verrà inaugurata il 1° giugno
alle ore 17.30 con interventi di Livia Molducci, Presidente
dell’Istituzione Biblioteca Classense, Donatino Domini,
Direttore dell’Istituzione Biblioteca Classense e di
Elisabetta Gulli Grigioni, curatrice della Mostra.
Verranno proposti materiali prevalentemente cartacei di interesse
figurativo, di contenuto sacro e profano, prodotti in Europa
dal Seicento alla prima metà del Novecento con tecniche
varie, e sono considerati dal punto di vista delle azioni
con cui è stato possibile modificarli.
L’immaginazione, infatti, attività intellettuale
capace di inventare immagini e di realizzarle e, quindi, motore
creativo di un universo figurativo sempre in movimento, alla
luce di un’immaginaria etimologia che scompone la parola
negli elementi Immagine e Azione, specifica il suo esercizio
in multiformi azioni modificatrici, finalizzate a particolari
obiettivi, compiute con perizia ma forse, spesso, anche da
giovanissimi ‘apprendisti’.
La comprensione dei modi, dei meccanismi tecnici e mentali,
della natura e delle conseguenze di tali azioni, che le immagini
a loro volta potranno riverberare, è condizione indispensabile
allo studio dei fenomeni di cultura visiva ed esige l’accesso
a esemplificazioni concrete che la mostra ImmaginAzione in
qualche misura, offrire.
Le azioni effettuate sulle immagini qui considerate possono
essere sommariamente divise in azioni tecniche con finalità
estetiche; azioni pratiche, azioni intellettuali e azioni
dinamiche.
E’ però nota anche, - plurisecolare oggetto di
utilizzazione religiosa, politica, psicologia – l’azione
delle immagini sull’uomo: suggestione, divertimento,
apprendimento, memoria e altro. Nella reciprocità del
rapporto uomo-immagine, l’azione dell’uno sull’altro
può essere un di segno positivo oppure, purtroppo,
ma in questa sede il problema è solo parzialmente accennato
di segno negativo.
Ci si augura, comunque, attirando l’attenzione su creazioni
effimere ma insostituibili, che ne consegua assieme a un impegno
nella conservazione/comprensione, la disposizione e guardarle
come tracce gentili di condivisi costumi culturali europei.
(Fonte: Biblioteca Classense - Pieghevole pubblicitario della
mostra)
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CAVA DE’ TIRRENI (SA), 9-11 giugno 2006 – Mostra
di immaginette sacre: “La Madonna nei secoli”
Il socio GIUSEPPE MELONE di Cava dè
Tirreni, nell’ambito del la VII Rassegna delle Corali
Parrocchiali sul tema “Siete Sale”, allestirà
una esposizione di immaginette devozionali dal 9 all’11
giugno nella Parrocchia di Santa Lucia di Cava dè Tirreni.
La tematica scelta è stata “La Madonna
nei secoli” e le immaginette abbracceranno
un periodo che va dal principio dell’Ottocento fino
ai giorni nostri. La visita sarà il mattino dalle 10
alle 13 e il pomeriggio dalle 17 alle 21.00.
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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 26 giugno –
9 luglio 2006
XVI mostra sociale AICIS: “I PAPI NELLE IMMAGINETTE
DEVOZIONALI”
L’AICIS, in collaborazione con il Circolo Filatelico
Numismatico Rosetano e con l’Amministrazione Comunale
di Roseto, che mette a disposizione i locali, esporrà
nella Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi, detta anche
“Lido delle Rose”, nel periodo 26 giugno/9 luglio
p.v. sulla tematica “I Papi nelle immaginette devozionali”
le immaginette di quei soci che come ogni anno aderiranno
a tale iniziativa con 20 santini.
I soci, pertanto, che sono desiderosi di essere presenti a
tale manifestazione sociale, prendano immediatamente contatto
con la nostra Redazione (Tel.06-7049.1619). Infatti, almeno
fino al momento attuale le bacheche fronte-retro a disposizione
sono 10, per un totale di 20 facciate e 400 immaginette da
esporre. Grazie a quanti vorranno contattarci per esporre.
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ROMA, 6-7 MAGGIO 2006 - Mostra sociale AICIS:
“LA DEVOZIONE POPOLARE MARIANA NELLE IMMAGINETTE SACRE”
Il 7 maggio scorso si è chiusa l’esposizione
di santini su tema mariano “La devozione popolare mariana
nelle immaginette sacre” che l’AICIS ha allestito
in Roma presso la Parrocchia “San Gregorio VII Papa”,
grazie anche alle strutture gentilmente messe a disposizione
dall’A.F.I – Associazione Filatelica Italiana.
Sono stati circa 300 i pezzi esposti dai soci: EMILIA
BAGNASCO ANGIOLINO, AGOSTINO CERINI, GIULIANA FARAGLIA, GIANCARLO
GUALTIERI, SILVIA LANCELLOTTI, RENZO MANFE’, MARIA ROSA
PANISI, CARMEN RACCA, RITA SCIUTTO, SAVERIO VITAGLIANO
e LUIGI ZANOT.
Tra i pezzi molto ammirati dai visitatori: alcuni santini
di Litanie Lauretane esposti da Carmen Racca, dall’opera
edita nel 1763 da Franciscus Xaverius Dorn presso Johann Baptist
Burckhart ad Augusta, in Germania.
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MISILMERI (PA), 30 APRILE-31 MAGGIO 2006 – MOSTRA DI
IMMAGINETTE:
“IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA”
Ha chiuso ieri i battenti la mostra su “Il Cuore Immacolato
di Maria” che ANTONINO COTTONE di Misilmeri
ha organizzato nella sua città dal 30 aprile u.s. Molti
i visitatori che dal 30 aprile hanno affollato i locali della
Parrocchia messi a disposizione dal parroco Don VINCENZO
CATALANO.
Grande l’afflusso nei giorni intorno al 21 maggio, domenica
in cui è stata anticipata la festa alla Vergine, dal
momento che il 28 (ultima domenica del mese) coincide con
le elezioni regionali. Il compianto Mons.Francesco Romano,
storico Misilmerese, definiva questo paese molto legato alla
Madonna: “Misilmeri, feudo di Maria”.
La novità nel 2006 è stato il ritorno in parrocchia
del simulacro del Cuore Immacolato di Maria brillantemente
restaurato dal prof.Gaetano Correnti. Nel 1872 la statua lignea
fu voluta da don Valentino Baudo , dalla Confraternita del
Cuore Immacolato di Maria e dalla Ven.le Madre Antonia La
Lia, con l'intento di divulgate la devozione a Maria Santissima.
La realizzazione di questo simulacro venne commissionato allo
Scultore palermitano Vincenzo Genovesi. Il volto e le mani
della madonna furono dipinte dal pittore Padre Pasquale Sarullo
da Ciminna. La bellissima statua fu quindi collocata nella
Chiesa dell'Annunziata di Misilmeri dove vi si riuniva la
confraternita “Cuore Immacolato di Maria”, ove
rimase per trenta anni. Purtroppo. per i danni alla chiesa,
causati dal terremoto, il simulacro fu spostato nella Chiesa
dell'Oratorio. Nel 1919, rinnovata la "Chiesa Nuova",
la statua ebbe qui collocazione definitiva, esattamente sull'altare
maggiore in quanto titolare della nuova chiesa. Il simulacro,
Cuore Immacolato di Maria, fu proprio in quel 1919 incoronato
dall'Arcivescovo metropolita di Palermo, il Cardinale Ruffini.
Nel pomeriggio del 21 maggio scorso ha luogo la processione
in onore della Vergine.
La Festa del Cuore Immacolato di Maria è molto particolare
e molto sentita. La vergine l simulacro viene portata solennemente
in processione in ogni strada del paese e la popolazione fa
a gara per realizzare i “toselli”. Questi vengono
realizzati fin dal 1878. Il nome locale “toselli“
deriva dallo spagnolo “dosel” (in italiano “dissello”)
e sono una specie di sopracielo o baldacchino quadrato, ornato
di stoffa bianca o celeste con merletti, sospeso da due corde
dai balconi sulle strade). Nel suo passaggio processionale,
la statua della Vergine compie una sosta in corrispondenza
di ciascun “tosello” e durante quella sosta vengono
recitate poesie in dialetto e in italiano, composte da poeti
locali.
Molta folla accompagna per devozione la Vergine nel percorso
finché non rientra nella Chiesa Nuova al grido di “W
MARIA!”.
Antonino Cottone
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ALESSANDRIA, 13 maggio – 29 giugno 2006 – Mostra:
“ALLA FINE IL MIO CUORE TRIONFERA’ – LE
APPARIZIONI E IL MESSAGGIO DI FATIMA ATTRAVERSO LE IMMAGINETTE
DEVOZIONALI”
In preparazione dell’arrivo della Madonna Pellegrina
di Fatima.
Inaspettato il successo della singolare esposizione di immaginette
sacre in preparazione dell’arrivo della Madonna Pellegrina
di Fatima nella Diocesi di Alessandria previsto per domenica
28 maggio.
La mostra, inaugurata sabato 13 maggio resterà aperta
anche durante la settimana in cui la Bianca Signora sosterà
alla Parrocchia Cuore Immacolato di Maria – Via Monteverde
– Alessandria e fino al 26 giugno.
Essa è realizzata in collaborazione con l’associazione
di volontariato AQUERO e con il Patrocinio
dell’AICIS – Associazione Italiana
cultori Immaginette Sacre e dell’OFTAL
– Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes, sezione
di Alessandria.
Essa è articolata nelle seguenti sezioni:
1-Le apparizioni di Fatima; 2-Fatima in Italia e nel mondo;
3-Il Cuore Immacolato di Maria; 4-Santità e spiritualità
a Fatima: i tre pastorelli; 5-Fatima nel ministero dei successori
di Pietro e nel cuore di Giovanni Paolo II.
Delle circa trecento immaginette esposte, quelle che colpiscono
particolarmente l’attenzione dei visitatori, sono le
siderografie con merletti, le immagini ricamate o colorate
a mano e le variopinte cromolitografie provenienti dalle collezioni
private di: Rosa Maria PANISI, Silvia LANCELLOTTI,
Renzo MANFE’ di Roma e Roberto DE SANTIS
di Alessandria.
Tanti i bambini che si commuovono nel vedere i santini raffiguranti
il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che comunemente chiamano
GP2, molto legato alla Vergine di Fatima, a partire dal tragico
attentato del 13 maggio 1981.
La mostra, come scrive Mons. Rino Bianchi nella piccola guida,
sarà “una occasione per con templare Maria Santissima,
nelle apparizioni a Fatima, la storia, la devozione, ma sopratutto
il grande dono di Dio, che si manifesta nelle apparizioni
della nostra Madre. Prepariamoci quindi con amore a vivere
intensamente e con gioia il nostro incontro con Maria.”
Soddisfatti i curatori, fra cui il nostro socio De Santis,
il cui desiderio è che la mostra aiuti ad accogliere
la Madonna Pellegrina di Fatima e a “venerare, non solo
la statua, che è solo una raffigurazione, ma veramente
Colei che a Fatima volle ribadire il messaggio del Vangelo:
a Maria che ripete: Fate quello che Lui vi dirà!”.
Con l’occasione si comunica ai soci che è possibile
richiedere la breve guida della mostra (ciclostilato rilegato,
con copertina a colori di 45 pagine, € 3 ) inviando n.
10 francobolli da 0.45 € a: De Santis Roberto –
Via CASALBAGLIANO 80 – 15100 ALESSANDRIA.
Per i soci che frequentano le riunioni in Roma la guida sarà
disponibile dalla riunione di luglio.
ROBERTO DE SANTIS
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TARQUINIA (VT),18-21MAGGIO 2006 – MOSTRA DI SANTINI
: “SANTA LUCIA FILIPPINI NELL’ 80° ANN.RIO
DELLA BEATIFICAZIONE”
Il 20 maggio u.s. tre rappresentanti AICIS: RENZO
MANFE’ per il Consiglio Direttivo, AGOSTINO
CERINI per il Collegio dei Revisori, LUIGI
ZANOT per il Collegio dei Probiviri hanno accolto
l’invito dei soci di Tarquinia e si sono recati nell’antica
città di Corneto (oggi Tarquinia) per rendere onore
a Santa Lucia Filippini, fondatrice delle Maestre Pie Filippine
nell’80° ann.rio della sua Beatificazione in San
Pietro da parte di Pio XI.
Calorosa l’accoglienza da parte dei soci EDMONDO
BARCAROLI e GINO ARESTIVO, cui poi
si è unito anche il socio Cav Uff. FERRERO
FERRARI.
Nella Chiesa dedicata a Santa Lucia Filippini abbiamo visitato
l’interessante mostra di 200 immagini e immaginette
sulla vita della Santa coprendo un arco che va dal 1926, anno
della beatificazione a tutto il 2005, allestita dai soci Barcaroli
ed Arestivo. Ci ha raggiunto qui Sr.ROSANNA, che ci ha parlato
della vita della Santa Fondatrice. Ci siamo poi recati in
vita alla Casa natale della Santa. Altre suore della comunità
locale sono venute ad accoglierci. Suor Rosanna ci ha fatto
da Cicerone nella visita delle varie stanze. I soci E.Barcaroli,
G.Arestivo, L.Benedetti, F.Ferrari, C.De Carli, A.Natali e
L.Martelli per l’iniziativa “Un santino per ogni
socio” hanno consegnato un congruo numero di stupende
immaginette di s.Lucia Filippini stampate per l’80°
anniversario della Beatificazione.
Riportiamo, con l’occasione, una breve biografia di
questa grande santa educatrice. Ricordiamo che Lucia nasce
in queste stanze dell’allora Corneto, il 13 gennaio
1672. Rimane orfana di madre ad appena undici mesi, e di padre
pochi anni dopo.
A 16 anni ha il felicissimo incontro con il cardinale e Servo
di Dio Marco Antonio Barbarigo e decide di entrare nel monastero
di S. Chiara in Montefiascone. Il suo ideale è poter
illuminare le intelligenze e sollevare i cuori: con l’aiuto
del card.Barbarigo, dietro le norme della Beata Rosa Venerini
e con la cooperazione di una piissima signora, realizza il
suo piano apostolico dando origine al ministero educativo
delle suore “Maestre Pie Filippine”. Venuta a
mancare Rosa Venerini, Lucia continua l’opera da sola.
Apre parecchie scuole a Montefiascone, estende gli istituti
a Roma e in altri centri d’Italia e ne costituisce parecchi
anche all’estero, particolarmente nell’America
del Nord, dove tuttora le suore lavorano con grande frutto.
Arde dalla passione di evangelizzare, di far conoscere Gesù,
di farlo amare, come è solita dire con parole ardenti:
“Affinché Gesù sia conosciuto dai pagani
e perfettamente creduto da tutti gli eretici e amato da tutti
i peccatori, io non risparmierei fatica alcuna né dubitare
di dare mille volte la mia vita”.
Percorre le contrade dell’alto Lazio con il Crocifisso
in mano, invitando tutti a meditare la Passione e Morte del
Signore, e a darsi totalmente a Lui. Consunta dalle fatiche,
ricca di meriti, spira dolcemente a Tarquinia il 25.3.1732.
Papa Pio VI nel 1779 ne conferma il culto e ne fissa la memoria
al 7 novembre. Quindi Pio XI nel 1926 l’annovera tra
i Beati e, il 22 giugno 1930, la iscrive nel catalogo delle
Sante Vergini.
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RAVENNA, 18 APRILE - 31 MAGGIO 2006 –
MOSTRA “MARIA MADRE DI DIO, NELLE IMMAGINI DEVOZIONALI
TRA SEICENTO E PRIMO NOVECENTO”
Il 31 maggio ha chiuso la raffinata esposizione del socio
FILIPPO BRICCOLI di Ravenna, (foto a sin.
Con Padre Fernando GUIMARES, C. SS.R.) allestita
in onore della Madonna Greca, Patrona della città ,
capitale del Mosaico in Italia e nel mondo inaugurata e benedetta
il 23 aprile da Mons.GIUSEPPE VERUCCHI, arcivescovo
di Ravenna-Cervia. La mostra ha presentato pregevolissime
immagini devozionali che vanno dal 1600 al 1900 suddivise
in quadri tematici riguardanti la vita della Vergine Santissima,
i luoghi di culto e gli appellativi onorifici, con titoli
esplicati ricavati anche da enunciazioni evangeliche: “O
Maria, concepita senza peccato”; “Ecco la serva
del Signore” (Luca 2, 38); “Egli sarà grande
e sarà chiamato figlio dell’Altissimo”
(Luca 1,32); “Maria, madre di Dio”; “Una
spada trafiggerà la tua anima” (Luca 2, 35);
“Tota puchra es, Maria”; “La regina degli
Angeli” “Fiori di Terra Santa”; “Honorificentia
populi nostri”; “Maria”; “Santini
a sorpresa o tesoretti”.
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CISTERNA DI LATINA (LT), 13-14 MAGGIO 2006 – MOSTRA
: “1045° ANNIVERSARIO DEL VIAGGIO DI SAN PAOLO APOSTOLO
VERSO ROMA”
Il socio MAURIZIO PROSPERI, dopo il successo
a Piana delle Orme (LT) della manifestazione sullo stesso
tema che si è chiusa il 1° maggio con grosso successo
di pubblico, ha voluto riproporre l’esposizione a Cisterna
di Latina il 13 e 14 maggio u.s, nel prestigioso cinquecentesco
Palazzo Caetani.
Alla manifestazione hanno partecipato il Vice Presidente RENZO
MANFE’ che ha ritirato un attestato di partecipazione
per conto dell’AICIS, e il probiviro LUIGI ZANOT.
E’ stata anche l’occasione per incontrare e conoscere
un’altra socia di Cisterna di Latina, la sig.ra ADELAIDE
VENTURA. Interessante la conferenza su S.Paolo tenuta
dal Dr.CLAUDIO FERRAZZI, Vice Presidente
dell’Accademia Culturale Europea di Roma.
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CIAMPINO (RM), 16-31 MAGGIO 2006 – MOSTRA “ SANTA
GEMMA GALGANI E I PASSIONISTI NELLE IMMAGINETTE SACRE”
Il socio AGOSTINO CERINI di Roma dal 16 maggio,
festa di Santa Gemma Galgani e fino al 31 maggio ha esposto
la propria collezione di immaginette sacre sulla grande santa
lucchese e sull’Ordine dei Passionisti nei locali delle
Suore Passioniste di Ciampino, in Via San Paolo della Croce.
Con la preziosa collaborazione di Suor ANTONELLA,
Cerini ha tenuto una breve conferenza ad alunni delle classi
elementari, rispondendo poi a domande sulla nostra Associazione
e sul come si collezionano le immaginette sacre.
Grande è stato l’interesse dei ragazzi e delle
ragazze ai quali Cerini ha poi donato un santino della santa
mistica toscana.
Santa Gemma era infatti nata a Casigliano presso Lucca. Morta
la mamma quando aveva solo sette anni ebbe una vita di traversìe
domestiche e intense sofferenze fisiche e spirituali, conservando
sempre la sua pace interiore. Ebbe vari fenomeni soprannaturali,
in particolare le stimmate, che comparvero periodicamente
tra il 1899 e il 1901. E’morta nel sabato santo 1903.
Beatificata nel 1933, fu iscritta nell’Albo dei Santi
nel 1940.
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30 GIUGNO: COMMEMORAZIONE PROTOMARTIRI ROMANI
La tradizionale solenne commemorazione dei Protomartiri Romani
sul luogo del loro martirio nei Giardini Vaticani sarà
presieduta quest’anno da S.E. mons. Angelo COMASTRI,
Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano
h. 17,45: incontro nella Chiesa di S.Maria in Camposanto (ingresso
da Piazza del Santo Ufficio a partire dalle 17,30).
h. 18,00: Concelebrazione Eucaristica.
h. 19,00: Processione con il Ss.mo Sacramento nell’interno
della Città
del Vaticano con Benedizione Eucaristica.
Con questa bella funzione si fa memoria dei compagni di martirio
degli Apostoli Pietro e Paolo, membri della comunità
cristiana sorta in Roma da quella giudaica nei primi trent’anni
dalla morte del Signore, e uccisi nel 64 o 67 d.C. perché
“rei di odio al genere umano” (Tacito, ‘Annales’,
XV, 44) e sospetti autori dell’incendio della città
sotto Nerone.
Il loro numero è ignoto, ma dei terribili e diversi
supplizi che subirono hanno lasciato testimonianza, oltre
a Tacito, numerosi scrittori pagani e cristiani. Il luogo
scelto per lo ‘spettacolo’ fu il circo di Caligola
– detto anche ‘neroniano’ – gli ‘horti’
di Agrippina, ossia le pendici del colle Vaticano, dove poi
fu edificata la basilica di San Pietro; negli scavi fatti
per le fondamenta del baldacchino e in altri recenti si trovarono
ossa bruciate miste a ceneri e carboni.
Nella piccola, ma importante necropoli lungo la via Cornelia
(che partiva da Castel Sant’Angelo e, proseguendo sull’allineamento
di via della Conciliazione, saliva poi sul colle Vaticano),
addossata alle mura del circo, fu sepolto s.Pietro che, secondo
la tradizione, era stato crocifisso sul Gianicolo, “in
monte aureo”.
EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO
P.S.-Il 30 giugno dello scorso anno la Pontificia Commissione
di Archeologia Sacra ha arricchito questo evento celebrativo,
aprendo ai visitatori alcune catacombe di Roma e d’Italia,
normalmente chiuse al pubblico e, segnatamente, le catacombe
romane dei Ss. Marcellino e Pietro sulla via Casilina e quelle
di Commodilla sulla via Ostiense, quelle di S. Cristina a
Bolsena (VT), quelle di S. Senatore ad Albano Laziale, quelle
di S. Caterina a Chiusi, quelle di Villa S. Faustino a Massa
Martana, quelle di S. Gaudioso a Napoli, quelle di Porta d’Ossuna
a Palermo e quelle di Vigna Cassia a Siracusa. Ci si augura
che, come lo scorso anno è avvenuta l’apertura
straordinaria di 10 Catacombe cristiane (normalmente chiuse
al pubblico), simile iniziativa venga ripetuta anche quest’anno.
L’evento celebrativo, infatti, intendeva collegare la
memoria dei primi testimoni della fede con le sedi più
antiche del Cristianesimo, ossia con quelle catacombe che,
nella denominazione antica di “coemeteria”, ossia
dormitori, vogliono esprimere il concetto significativo ed
eloquente della fede, inteso come un abbraccio di tutta la
comunità nel momento della morte, che rappresenta paradossalmente
la promessa e l’antefatto della “vera vita”,
della resurrezione, della salvezza finale. Ai Protomartiri
Romani è dedicata la Cappella del Seminario Minore
di Roma.
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1956-2006: 50° ANNIVERSARIO DELL’ENCICLICA DI PIO
XII “HAURIETIS AQUAS”
GIUGNO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU’
Durante il sec. XVIII la devozione al cuore di Gesú,
che nel passato era stata praticata soprattutto negli ambienti
claustrali, diventa una «devozione popolare» che
si diffonde in tutte le nazioni cattoliche e fra tutte le
categorie di persone. Vi contribuirono particolarmente: il
beato Claudio de la COLOMBIERE, Froment, Croisset, Gallifet
e, più tardi, sant'Alfonso De' Liguori, con la sua
celebre Novena del cuore di Gesù. A questi autori si
devono anche le prime sintesi dottrinali. L'istituzione della
festa (1765) contribuì a dissipare nume rose prevenzioni.
Il secolo XIX si apre con la pregevole Dissertazione sulla
devozione al cuore di Gesú, dovuta al can. A. Muzzarelli
(Roma 1806). Con straordinaria chiarezza, egli scrive che
«sotto il nome del cuore simboleggiato, noi intendiamo
comprendere e l'amore increato e l'amore creato di Gesti Cristo,
perché di ambedue è simbolo il di lui cuore».
Con J. Perrone (1842), la dottrina sul cuore di Gesú
viene inserita nei manuali di teologia. Contemporaneamente
si sviluppano vasti movimenti che resero veramente popolare
la pratica di questa devozione.
All'inizio del sec. XX, il Pourrat potrà infatti definirla
come «la forma attuale della devozione cristiana alla
persona del Redentore». Le principali pratiche (come
l'adorazione riparatrice, l'ora santa, il primo venerdì
del mese, le immagini e gli scapolari, la consacrazione degli
individui, delle famiglie e delle nazioni, i pellegrinaggi
ai santuari celebri) diventarono così comuni in seno
al popolo cristiano, da caratterizzarne la vita religiosa
in tutte le sue manifestazioni.
A questa diffusione contribuirono particolarmente: il padre
Ramière (con l'apostolato della preghiera), il padre
Leone Dehon (con l'apostolato della riparazione) e inoltre
il padre M. Crawley-Boevey (con l'opera della intronizzazione).
L'azione di questi trovò facile e generosa collaborazione
da parte di numerose Congregazioni religiose, maschili e femminili,
e ancor più da parte di associazioni e confraternite,
sorte appunto allo scopo di promuovere e diffondere la devozione.
Al fervore dei pastori d'anime si associò, nella prima
metà del sec. XX, lo sforzo di ricerca e di chiarificazione
di numerosi ed eminenti teologi, sostenuti e stimolati in
questo da frequenti interventi del magistero ecclesiastico,
cui dobbiamo, fra l'altro, le grandi encicliche Annum sacrum
di Leone XIII (1899) e Miserentissimus Redemptor di Pio XI
(1928).
La crisi di ripensamento e di rinnovamento, già in
atto in ogni settore della vita della Chiesa, assunse proporzioni
allarmanti anche nel settore della devozione al Sacro Cuore
intorno al 1950. A renderla più acuta vi aveva contribuito,
in campo speculativo, una concezione dell'oggetto piuttosto
angusta e in campo pastorale una certa lentezza e difficoltà
ad acquistare e assimilare i dati più positivi del
rinnovamento biblico e liturgico in atto.
Contemporaneamente, però, già cominciano a manifestarsi
i primi frutti di un profondo ripensamento che, mettendo in
evidenza i fondamenti biblici e patristici della devozione
al cuore di Gesti, portò i teologi a una rinnovata
concezione della stessa natura del simbolo, e svelò
a tutti la inesauribile fecondità pastorale, apostolica
e spirituale, di questa spiritualità.
L'enciclica Haurietis aquas, promulgata il 15 maggio 1956
(compie quest’anno il 50° ann. rio) è l'espressione
più autorevole e qualificata di questo travaglio, che
portò a una concezione interamente rinnovata del simbolo
in genere, e del mistero del cuore trafitto in specie.
L'attenzione non è più rivolta, prevalentemente,
al cuore di Gesú inteso come «parte della sua
santissima umanità», ma all'amore di Dio che
in esso si esprime e si dona.
La devozione, afferma esplicitamente Pio XII, «è
in sostanza il culto dell'amore che Dio ha per noi nel Cristo,
e insieme la pratica del nostro amore verso Dio e verso gli
altri uomini» (Haurietis aquas).
(Fonte: Dizionario Enciclopedico di Spiritualità a
cura di Ermanno Ancilli e del Pontificio Istituto di Spiritualità
del Teresianum, Città Nuova Editrice).
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III ANNIVERSARIO DELLA TRASLAZIONE MOMENTANEA DEL CORPO DI
SAN SALVATORE DA HORTA DA CAGLIARI AD ORTA DI ATELLA
Il 3 giugno ricorre inoltre il 3° ann.rio della traslazione
momentanea del corpo di San Salvatore da Horta dalla città
di Cagliari ad Orta di Atella, dove il suo culto è
fiorente fin dagli inizi del 1600 per la prodigiosa guarigione
di una principessa di Belmonte, verificatasi presso un’edicola
della Madonna degli Angeli, tuttora esistente nel chiostro
del convento.
Nato nel 1520 a Santa Coloma de Farnés, in Catalogna,
a 20 anni è frate di s.Francesco. Trasferito a Tolosa
cominciò a essere conosciuto per i suoi poteri di taumatur-go.
Nonostante la grande umiltà con cui fra' Salvatore
lo viveva, questo dono gli causò incomprensione da
parte dei confratelli.
Per anni peregrinò da un convento all'altro; e ovunque
si ripeteva lo stesso copione: prodigi e nuove inimicizie.
Un po' di pace la trovò finalmente presso il convento
di Santa Maria di Gesù a Cagliari, dove giunse nel
1565.
Frà Salvatore da Horta morì il 18 marzo 1567.
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