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A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
CULTORI IMMAGINETTE SACRE
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CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la forza.
Per essere informati, attraverso la Circolare mensile,
di quanto interessa il settore e poter effettuare lo
scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle
mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette.
Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni
specialistiche, per avere le nuove immaginette, per
conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere
altri ragguagli su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e
richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo
da versare sul conto corrente postale nr. 39389069
dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la
sola iscrizione all’Associazione, mentre la
quota annuale 2005 è di euro 25,00 per le persone
fisiche e di euro 37,00 per le Associazioni, Enti,
Confraternite.
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al
31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in
P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di
volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
– Tel/fax 06-7049.1619 - Ccp.39389069
http://www.cartantica.it/
Segreteria: R.Manfè–A.I.C.I.S.–Via
Merulana,137–00185 ROMA RM
CONSIGLIO DIRETTIVO- Presidente:
Gian Lodovico Masetti Zannini,
Vice-Presidente: Renzo Manfè,
Segretario: Saverio Vitagliano,
Tesoriere: Silvia Lancellotti, Consigliere:
Gianni Zucco.
Assistente Ecclesiastico: Padre Vito
Paglialonga, O.M.D.
COLLEGIO DEI REVISORI: Giacomo Barberi,
Agostino Cerini, Giuliana Faraglia.
COLLEGIO DEI PROBIVIRI: Carluccio
Frison, Luigi Zanot, Ugo Amici.
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MOSTRE
VEROLENGO (TO), 10-14 settembre 2006 – Mostra di santini:
“IMMAGINI SACRE: FEDE, STORIA, CULTURA”
La socia ANTONELLA BORDONARO SANLORENZI di
Borgo Revel (TO) organizza una mostra di Santini sul tema:
“Immagini sacre: fede, storia, cultura” DAL 10
AL 13 settembre 2006 a Verolengo, in provincia di Torino.
La mostra sarà allestita nei pressi della bella Chiesa
della Santissima Trinità (di stile barocco, progettata
dall’arch.Carlo Cerrone), durante la festa della “Madonnina”,
patrona del paese. Tale festa è documentata fin dal
1604.
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Località VILLA FALCHINI, frazione di Teramo, 13 giugno
-17 settembre 2006
Mostra “I SANTINI DAL 1900 AD OGGI”
La Dr.ssa LILIANA ROSATI dal 13 giugno segue
una interessante esposizione di immaginette sacre, da lei
stessa allestita, il cui materiale è stato donato da
un devoto locale al Museo Privato “TO KE”. Il
Museo, “un itinerario suggestivo e stimolante tra oli
e mosaici” è situato a 5 Km. da Teramo, nella
frazioncina denominata Villa Falchini”. Il Museo espone
pittura contemporanea e mosaici fatti a mano.
Qui sono presenti 3.000 immaginette, inserite in appositi
albums, a disposizione dell’interesse visivo dei visitatori.
Le visite in Via Villa Falchini nr.52 sono possibili dal martedì
alla domenica dalle 17.00 alle 21.00.
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SAN BENEDETTO PO (MN) 8-16 OTTOBRE 2006 –
MOSTRA DI “SANTINI”
Da sabato 8 a domenica 16 ottobre sono in programma a San
Benedetto Po (MN) due week-end ricchi di eventi, che vanni
ad ampliare la già nutrita proposta turistica offerta
dalla cittadina. Infatti, insieme con le visite alla basilica
giuliesca, al complesso dei chiostri ed al Museo Civico, nella
prestigiosa cornice del Refettorio monastico sarà possibile
ammirare una serie di mostre a carattere filatelico, documentale
e culturale, che danno rilievo anche agli aspetti più
divulgativi e popolari, costituiti dalle immaginette sacre,
“I Santini”, scelti in relazione alle devozioni
locali.
Le mostre saranno aperte tutti i giorni dall’8 al 16
ottobre nel seguente orario: mattino 9-12 e pomeriggio 14-18.
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TARQUINIA (VT), 7-8 e 14-15 OTTOBRE 2006
– MOSTRA DI SANTINI - “IL CARD.MARCANTONIO BARBARIGO:
IL VOLTO E I LUOGHI”
Nell’ambito delle manifestazioni di Tarquinia: “Tarquinia
a porte aperte – Un museo nella città”,
il Circolo Filatelico Numismatico di Tarquinia e l’AICIS,
tramite il sempre attivo EDMONDO BARCAROLI,
organizzano una mostra su il Cardinale Marcantonio Barbarigo,
fondatore delle Maestre Pie Filippini, nel III centenario
della morte. Questi, della nobile famiglia dei Dogi, era nato
a Venezia, il 6 marzo 1640.
Per seguire la vocazione al sacerdozio, aveva rinunciato ad
una brillante carriera diplomatica. Nel 1686 fu nominato Vescovo
di Montefiascone (VT).
Maestro e Pastore del suo popolo, investì per la causa
del Regno il ricco capitale delle sue doti umane e spirituali,
dilatando oltremisura gli spazi della sua carità.
Sostenne Rosa Venerini (1656-1728) che egli volle a Montefiascone,
affinché avviasse scuole nella sua diocesi e che fondò
l'Istituto religioso delle Maestre Pie Venerini, le quali,
portano oggi l'istruzione e l'evangelizzazione in molti paesi
del mondo. Rosa Venerini verrà canonizzata da Benedetto
XVI il 15 ottobre 2006.
Lucia Filippini, anch'essa di nobile famiglia, nacque a Corneto
Tarquinia il 13 gennaio 1672. A lei, ancora ventenne, il Barbarigo
affidava l'opera delle scuole da lui istituite in Montefiascone
per l'educazione cristiana delle fanciulle del popolo.
Fondò, insieme a Lucia Filippini, un’Istituto
di Maestre Pie (1692) che in seguito presero nome da Lei.
Il Pastore vigile e la Maestra Santa intuirono che, per risanare
la famiglia e quindi la società, era necessario aprire
le intelligenze al sapere e formare le coscienze. Ebbero quindi
un ruolo di spicco nel processo di riforma morale e religiosa
dei costumi del loro tempo.
Lucia, in particolare, si dedicò alla promozione della
donna.
Lucia Filippini, morta nel 1732, è stata elevata nel
1930 all'onore degli altari.
Il Card.Barbarigo è morto a Montefiascone all’età
di 66 anni il 26 maggio 1706: ricorre pertanto nel corrente
anno il 300° anniversario della sua nascita al cielo.
Le celebrazioni per il III centenario della morte del Barbarico
fanno parte delle manifestazioni dell'antica Corneto, attuale
Tarquinia.
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BORGO TOSSIGNANO (BO), 12-16 OTTOBRE 2006 – MOSTRA DI
IMMAGINETTE
“MADRE DI DIO, SPERANZA NOSTRA”
Il socio FILIPPO BRICCOLI allestisce una
mostra di santini nella parrocchia di S. Bartolomeo Apostolo
di Borgo Tossignano (diocesi di Imola, provincia di Bologna)
in occasione della Festa della terza domenica di ottobre,
celebrata in onore della Beata Vergine del Buon Consiglio.
Il tema della mostra sarà: Madre di Dio, speranza nostra.
Il materiale e l’oggettistica mariana, compatibilmente
con lo spazio e le bacheche disponibili, sarà quello
già esposto alla mostra ravennate di aprile/maggio
scorso.
L’esposizione sarà visitabile da giovedì
12 a lunedì 16 ottobre con il seguente orario: Giovedì
12 e venerdi 13: ore 17-19 e 21-23. Sabato 14: ore 15-19 e
21-23.Domenica 15: ore 16-22. Lunedì 16: ore 17-19
e 21-23.
Per eventuali informazioni ci si può rivolgere alla
parrocchia di San Bartolomeo ap. (telefono 0542 91235).
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VITA ASSOCIATIVA
IN WWW.CARTANTICA.IT AGGIORNAMENTO MENSILE DELLE MOSTRE
Con la bimestralità della Circolare Informativa, assicuriamo
(e già nel luglio scorso lo abbiamo concretizzato)
l’informazione mensile delle esposizioni di immaginette
sacre in internet nel sito http://www.cartantica.it al fine
di permettere di partecipare con una visita in tempo utile
a tali interessanti manifestazioni.
Ringraziamo il bel sito di www.cartantica.it che ci ospita
e che si è reso immediatamente disponibile a collaborare
per tali aggiornamenti.
Mentre sono favoriti coloro che possiedono il pc a domicilio,
sappiamo che la maggioranza dei soci accordandosi con un familiare
in possesso di computer, può venire a conoscenza con
celerità di tali aggiornamenti.
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12 LUGLIO 1941-2006: 65° DI ORDINAZIONE
DI PADRE LUCIO MIGLIACCIO
Il 12 luglio u.s. Padre LUCIO MIGLIACCIO, OMD, socio onorario
ed ex-assistente Ecclesiastico dell'AICIS (dal 1983 al 2005),
ha festeggiato il 65° anniversario della sua ordinazione
sacerdotale.
Tutta l’associazione si stringe con affetto e riconoscenza
attorno a Padre Lucio ed assicura preghiere secondo le sue
intenzioni.
Il 17 luglio 1941 Padre Lucio ha celebrato la prima Santa
Messa solenne in Santa Maria in Portico con l’assistenza
del cardinale diacono Massimo Massimi, titolare della Chiesa
stessa.
Nel febbraio del 1939, dopo la morte di S.S.Pio XI, Padre
Lucio, allora studente di teologia, in qualità di caudatario,
ha accompagnato il Card.Massimi nel Conclave che ha visto
l’elezione a Pontefice del Servo di Dio PIO XII.
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17 LUGLIO: IL CARD.ANDREA CORDERO LANZA DI
MONTEZEMOLO PRENDE POSSESSO DELLA DIACONIA DI S.MARIA IN PORTICO
IN CAMPITELLI
Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, lo scorso
17 luglio, ha preso possesso della diaconia di Santa Maria
in Portico, in Piazza Campitelli a Roma. La cerimonia è
iniziata alle 18,30 con l’accoglienza alle porte della
Chiesa, uno tra i più antichi e prestigiosi santuari
mariani in Roma, da parte del Rettore Generale dell’Ordine
della Madre di Dio con il Consiglio, del parroco padre Tommaso
Galasso, OMD, padre Vito Paglialonga, OMD, vicario parrocchiale
e attuale Assistente Ecclesiastico AICIS, e dei vicari parrocchiali
p.Rafael Pereira Barbato e p.Tommaso Petrongelli.
Sua Eminenza ha, quindi, celebrato l’Eucaristia dell’ann.rio
dell’apparizione della Madonna a Santa Galla, alla presenza
di autorità civili (il Comune di Roma era rappresentato
dal Vice sindaco Dr.ssa Mariapia Garavaglia che ha offerto
a Sua Eminenza un calice d’oro), di autorità
religiose e dei numerosi fedeli della parrocchia. All’inizio
della santa Messa è stata data lettura della Bolla
di assegnazione della Diaconia.
L’AICIS era presente con P.Vito Paglialonga, OMD, che
ha concelebrato con il cardinale, Padre Lucio Migliaccio,
OMD, con il Presidente dr.Gian Lodovico Masetti Zannini, con
il Vice Presidente Renzo Manfè, con Ugo Amici del collegio
dei Probiviri.
Il vice Presidente Manfè è stato invitato dal
parroco padre Tommaso a leggere la Prima Lettura e il Salmo
della santa Messa.
Al termine del rito il cardinale ha sostato in preghiera presso
la tomba del card.Massimo Massimi (1877-1954), uno dei suoi
predecessori, quale titolare della Chiesa di S.Maria in Portico
in Campitelli dal 16.XII.1935 al 6.3.1954.
Ricordiamo anche che il Papa ha affidato al card.Andrea Cordero
Lanza di Montezemolo il compito di arciprete della Basilica
Pontificia di San Paolo fuori le Mura. Ed è la prima
volta che anche S.Paolo ha un cardinale arciprete come le
altre Basiliche papali di San Pietro, S.Giovanni in Laterano
e S.Maria Maggiore.
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IMPEGNO IN AICIS A TITOLO COMPLETAMENTE GRATUITO
L’impegno dei membri del Consiglio Direttivo, del Collegio
dei Revisori e dei Probiviri è stato sempre e resta
a titolo gratuito nella nostra associazione.
Con l’occasione, il Presidente Masetti Zannini ringrazia
tutti coloro che donano il proprio tempo per la vita dell’associazione,
per la Circolare Informativa, per l’attività
di Segreteria. Un “grazie” a quei soci che con
articoli. contributi in immaginette o anche in denaro, permettono
un Notiziario bimestrale più ricco e qualificato.
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FONDO SOCIALE SETTEMBRE: II OFFERTA 2006 DI IMMAGINETTE AI
SOCI
Con questo numero di Circolare settembre/ottobre vengono offerte
gratuitamente ai soci alcune immaginette, che costituiscono
il Fondo Sociale. Nel richiederle, si raccomanda di allegare
la busta per la rispedizione dei santini debitamente affrancata
come prioritaria con euro 1,50: da maggio non esiste più
l’affrancatura ordinaria.
La Redazione, con l’occasione,ringrazia i soci che hanno
rifornito il Fondo Sociale.
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ROMA, 9 OTTOBRE 1950-2006: 56° ANNIVERSARIO
DI SACERDOZIO DI PADRE VITO PAGLIALONGA, OMD
Presentiamo gli auguri e l’assicurazione della preghiera
dei nostri associati per il 9 ottobre prossimo a Padre Vito
Paglialonga, che con entusiasmo ha accettato l’incarico
di Assistente Ecclesiastico della nostra associazione, per
celebrare il 56° anniveresario di sacerdozio. Padre Vito
è stato infatti ordinato a Roma il 9 ottobre (festa
di San Giovanni Leonardi) dell’Anno Santo 1950.
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ART.4 DEL NUOVO REGOLAMENTO: RECESSO DEL
SOCIO
Riteniamo opportuno richiamare l’art.4 del nuovo Regolamento
sul recesso dei soci: “Il socio deve comunicare per
iscritto al Consiglio Direttivo, almeno due mesi prima della
fine dell’anno sociale, il proposito di recedere dall’Associazione;
egli è tenuto, comunque, al pagamento della quota sociale
per l’anno in corso”.
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1609-2009: GIUBILEO LEONARDINO
IV CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN GIOVANNI LEONARDI
La Commissione Speciale istituita dall’Ordine della
Madre di Dio per celebrare il quarto centenario della morte
di San Giovanni Leonardi ha definito le linee portanti e tematiche
che accompagneranno questi tre anni di preparazione al Giubileo
leonardino.
Seguendo tre criteri: pastorale, culturale e organizzativo,
la Commissione ha scelto tre tematiche che guideranno la nostra
preparazione all’evento giubilare.
La prima tematica riguarda il primo anno che va a cominciare
il 9 ottobre p.v. festa liturgica del santo fondatore dei
“Leonardini”.
L’AICIS desidera essere presente in questa preparazione,
proprio perché la fondazione della nostra Associazione
è avvenuta a pochi metri di distanza da dove riposa
San Giovanni Leonardi e, inoltre, dal 1983 vive lo spirito
leonardino.
9 Ottobre 2006-2007: A SERVIZIO DELLA CHIESA,
CORPO DI CRISTO
Il titolo svilupperà, durante il corso dell’anno,
le caratteristiche della spiritualità leonardina che
nella compagine corporale e nel servizio hanno alimentato
la santità di Giovanni Leonardi e hanno accresciuto
la passione per la Chiesa nei Chierici Regolari da lui fondati.
Si concentra qui la visione profetica del Leonardi che anticipò
le indicazioni del Vaticano II indicando la Chiesa quale mistero
e sacramento di Comunione a servizio dell’uomo, testimone
di Cristo e bisognosa di riforma.
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RETTIFICHE ALLA CIRCOLARE INFORMATIVA NR.
278 DI LUGLIO/AGOSTO 2006
Con la presente desideriamo rettificare due notizie diramate
con la Circolare Informativa nr.278 di luglio scorso.
1- Pagina 19, articolo su San Giovanni Gualberto,
abate (995-1073), sacerdote, fondatore dei Monaci
Vallombrosani (1038), patrono dei forestali (1951). È
stato citato erroneamente come Dottore della Chiesa.
- Pagina 37, nel titolo è stato scritto:”Roma,
giugno: Card.Pappalardo alla festa di Maria Odigitria”.
A presiediere la cerimonia nella Chiesa dei Siciliani a Roma,
in Via del Tritone, è stato effettivamente il Vescovo
di Nicosia Sua Ecc.Mons.Salvatore Pappalardo, omonimo dell’ex-cardinale
di Palermo.
Il card.Salvatore Pappalardo è arcivescovo emerito
di Palermo dopo la rinuncia all’Arcidiocesi palermitana
del 4 aprile 1996 per raggiunti limiti di età.
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NOTIZIE DAL VATICANO
26 GIUGNO 2006 – NUOVI DECRETI DELLA
CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI
Come preannunciato nella Circolare Informativa n.278 di luglio/agosto,
quale ultima notizia prima di andare in stampa, il 26 giugno
u.s., nel corso di una udienza privata al Cardinale José
Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause
dei Santi, il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la
Congregazione a promulgare i seguenti Decreti:
A1- Prossimamente BEATI
Sono stati promulgati i decreti riguardanti un miracolo attribuito
all’intercessione dei seguenti Venerabili per i quali,
pertanto, verrà fissata quanto prima la data e il luogo
della Cerimonia di Beatificazione:
- Venerabile Servo di Dio Paolo Giuseppe Nardini,
tedesco, Sacerdote Diocesano e Fondatore delle Suore Francescane
della Sacra Famiglia (1821-1862).
- Venerabile Serva di Dio Maria del Monte Carmelo
del Niño Jesús González Ramos García
Prieto (al secolo: Maria Carmela), spagnola, Fondatrice
della Congregazione delle Terziarie Francescane dei Sacri
Cuori di Gesù e Maria (1834-1899).
- Venerabile Serva di Dio Maddalena della Passione
Starace (al secolo: Costanza), italiana, Fondatrice
delle Suore Compassioniste Serve di Maria (1845-1921).
- Venerabile Serva di Dio Eufrasia del Sacro Cuore
di Gesù Eluvathingal (al secolo Rosa), indiana,
Suora professa della Congregazione delle Suore della Madre
del Carmelo, (1877-1952).
- Venerabile Serva di Dio Maria Rosa Pellesi (al secolo:
Bruna), italiana, Suora professa della Congregazione
delle Suore Francescane Missionarie di Cristo, (1917-1972).
A2- Prossimamente BEATI
Sono stati promulgati i decreti a seguito del riconoscimento
del martirio dei seguenti Servi di Dio per i quali, pertanto,
verrà fissata quanto prima la data e il luogo della
Cerimonia di Beatificazione:
- Servi di Dio Buenaventura García Paredes,
spagnolo, Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Predicatori,
(1866-1936); Miguel Léibar Garay, spagnolo, Sacerdote professo della Società di Maria,
(1885-1936) e 40 compagni uccisi nel 1936.
- Servi di Dio Simón Reynés Solivellas,
spagnolo, (1901-1936) e 5 Compagni, della
Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù
e Maria e della Congregazione delle Suore Francescane Figlie
della Misericordia, nonché Prudencia Canyelles
i Ginestá, Laica, uccisi nel 1936.
- Servi di Dio Celestino José Alonso Villar,
spagnolo, (1862-1936) e 9 Compagni, dell'Ordine
dei Frati Predicatori uccisi nel 1936.
- Servi di Dio Angelo Maria Prat Hostench,
spagnolo, (1896-1936) e 16 Compagni dell'Ordine
dei Frati della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo uccisi
nel 1936.
- Servi di Dio Enrique Saiz Aparicio, spagnolo,
(1889-1936) e 62 Compagni, della Società
di San Giovanni Bosco, uccisi nel 1936 e 1937.
- Servi di Dio Mariano de San José Altolaguirre
y Altolaguirre (al secolo Santiago) spagnolo, (1857-1936)
e 9 Compagni, dell'Ordine della Santissima
Trinità, uccisi nel 1936 e 1937.
- Servo di Dio Francesco Spoto, italiano,
Sacerdote professo della Congregazione dei Missionari Servi
dei Poveri, (1924-1964).
B- Nuovi VENERABILI
Sono riconosciute le virtù eroiche dei seguenti
Servi di Dio:
1- Servo di Dio MARCO MORELLI (1834-1912),
italiano, Sacerdote Diocesano e Fondatore della Congre-gazione
delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante.
Marco Morelli nacque a Lugo il 3 marzo 1834 e il 3 aprile
1858 venne ordinato Sacerdote. Manifestò nel corso
dell’intera esistenza una viva partecipazione a tutte
le vicende della Chiesa e una obbedienza appassionata al Papa.
Tra le molte iniziative, promosse una associazione per il
felice esito del Concilio Vaticano I e scrisse, per farlo
conoscere, un Catechismo popolare.
Fu direttore spirituale delle Adoratrici Perpetue del Sacro
Cuore e poi confessore di religiose di vari istituti, nonché
di numerose associazioni laicali.
2- Servo di Dio FRANCESCO PIANZOLA (1881-1943,
italiano, Sacerdote Diocesano e Fondatore della Congregazione
delle Suore Missionarie dell'Immacolata Regina della Pace.
Francesco nasce a Sartirana Lomellina (PV) il 5.X.1881.
Fin da ragazzo sente nascere in sé la vocazione sacerdotale.
Entra nel Seminario di Vigevano e il 16 marzo 1907 è
ordinato sacerdote. sceglie la missionarietà nella
sua terra: “decide di farsi oblato missionario del vescovo”,
servo di Maria Immacolata. “Oblato vuol dire povero
strumento delle meraviglie di dio, e tale sarò, se
mi studierò di essere un Don Niente. Un Don Niente
nelle mani di Gesù Onnipotente”: a Vigevano nascono
prima i padri Oblati, con la missione di predicare a operai,
mendicanti e artigiani.
Don Francesco fonda nel 1919 la congregazione delle Suore
Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace,ormai
note come Pianzoline:“Vi voglio povere, ubbidienti,
pure… Vi voglio mandare in missione nei cascinali…
Per amare il Signore, salvare le anime, strapparle alle unghie
di Satana, ricondurle a Dio”.Caratteristica del suo
apostolato, dunque, l'attenzione ai diritti delle classi sociali
più deboli, come i contadini e le mondine.
Gli ordini fondati da Padre Pianzola condividono le stesse
condizioni di povertà della gente della risaia, bisogna
uscire dalla chiesa (di mattoni) per incontrare la gente e
far incontrare il Signore.
Un’innovazione che all’inizio ha suscitato critiche
per la sua radicalità. Don Pianzola, circondato da
grande affetto e fama di santità, consumato dalle fatiche
e dalla carità, muore nella casa generalizia delle
sue suore a Mortara il 4.6.1943, dove oggi riposa.
E' stato definito: " l'apostolo della Lomellina"
dalle autorità ecclesiali, e semplicemente della gente:
"al pref sant di mundini", il prete santo delle
mondine.
3- Servo di Dio ANTONIO ROSMINI, italiano.
Sacerdote e Fondatore dell'Istituto della Carità e
delle Suore della Provvidenza, (1797-1855). Antonio Rosmini
nasce a Rovereto (Trento) il 24 marzo 1797. Sui 17-18 anni
si palesa in lui la vocazione sacerdotale e viene poi ordinato
nel 1821. Iddio lo chiama, attraverso segni ben precisi, alla
fondazione nel 1828 dell’Istituto della Carità,
che ha per fine la salvezza e la perfezione delle anime dei
suoi membri.
Nel 1839 (20 settembre) il papa Gregorio XVI approverà
l’Istituto della Carità, e nelle Lettere apostoliche
di approvazione aggiungerà di sua mano questo elogio
di Rosmini, chiamandolo “persona fornita di elevato
ed eminente ingegno, adorna di egregie qualità d’animo,
sommamente illustre per la scienza delle cose divine ed umane,
chiaro per la sua esimia pietà, religione, virtù
probità, prudenza e integrità, e splendente
di meraviglioso amore e attaccamento alla cattolica religione
e all’Apostolica Sede”. Nella sua opera di pensatore
e di scrittore, che veniva man mano compiendosi con la pubblicazione
di diverse opere che investivano tutti i campi del sapere,
filosofico, teologico, ascetico, pedagogico, giuridico e politico,
ad un certo momento trova grave opposizione da parte di un
ristretto gruppo di avversari, i quali semplicemente “accusano”
le sue dottrine, filosofiche e teologiche, come devianti dall’ortodossia.
Insorgono fervidissimi difensori e, a por fine alla polemica,
interviene Gregorio XVI con un decreto di “silenzio”
ad ambe le parti, che solo Rosmini diligentemente rispettò.
Spirò il 1 luglio 1855. Sul letto di morte, aveva lasciato
all’amico Alessandro Manzoni, il testamento spirituale: ADORARE, TACERE, GODERE.
4- Serva di Dio LUISA MARGHERITA CLARET DE LA TOUCHE
(al secolo Maria Luisa), francese, Fondatrice dell'Istituto
delle Suore di Betania e del Sacro Cuore di Gesù, (1868-1915).
Gesù, rivela a madre Luisa Margherita Claret de la Touche,
"mi ha fatto conoscere quanto gli piacesse trovare le
anime libere dalle agitazioni, dai timori, dalle tristezze
umane.
" Ama le anime trasparenti come un'acqua ben limpida
e nulla gli dà tanto piacere quanto il poter bagnare
ed immergere i raggi del suo Amore Infinito nella loro limpidezza,
come il sole immerge i suoi raggi in un lago dalle acque limpide
e trasparenti".
5- Serva di Dio ISABEL LETE LANDA (al secolo Regina),
spagnola, Religiosa professa della Congregazione delle Suore
Mercedarie della Carità, (1913-1941).
Regina nacque in Osintxu – Bergara - il 7 settembre
del 1913. Orfana di padre fin da bambina e con sua madre inferma,
trascorse alcuni anni della fanciullezza ad Azpeitia con uno
zio; poi si recò a Osintxu, quindi a Placencia de las
Armas. Qui conobbe le Suore Mercedarie della Carità
e nel 1931 pronunciò i primi voti.
La sua prima destinazione fu il sanatorio antituberculare
di Tablada (Madrid).
Dopo aver girato altre comunità, fu incorporata il
15 novembre 1937 nella comunità del sanatorio antituberculare
di Eibar. Qui contrasse il male che poi la portò alla
morte, dopo un doloroso percorso di infermità. Era
il 13 di Ottobre de 1941.
Aveva solo 28 anni, ma fu sempre un modello di vita cristiana
e religiosa.
6- Serva di Dio WANDA JUSTYNA NEPOMUCENA MALCZEWSKA, laica dell’archidiocesi di Lódz, nata il 15 Maggio
1822 in Radom, Mazowieckie (Polonia) e morta il 26 Settembre
1896 in Parzno, Lódzkie (Polonia);
7-Servo di Dio GIROLAMO JAEGEN, tedesco,
Laico, (1841-1919) della diocesi di Trier, nato il 23 Agosto
1841 in Trier, Rhineland Palatinate (Germania) e morto verso
il 26 gennaio 1919.
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CERIMONIE DI BEATIFICAZIONE NEL MONDO
BUDAPEST, 17 settembre: 17 SETTEMBRE - XXIV Domenica "per
annum"
Budapest, Piazza della Basilica di Santo Stefano, ore 11.00
Beatificazione della Serva di Dio Sára Salkaházi
E’ una religiosa ungherese che ha dato la vita per difendere
gli ebrei. Benedetto XVI ha approvato il rito di beatificazione
per questa umile religiosa ungherese assassinata perché
difese gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu uccisa
il 27 dicembre 1944 perché nascondeva un centinaio
di ebrei perseguitati dagli invasori nazisti.
Il Pontefice Benedetto XVI aveva ricevuto, il 28 aprile u.s.,
in visita privata il Cardinale Prefetto della Congregazione
per le Cause dei Santi, José Saraiva Martins.
Nel corso dell’udienza, il Papa ha autorizzato la Congregazione
a promulgare, tra gli altri, il decreto relativo al “martirio
della Serva di Dio Sára Salkaházi, dell’Istituto
delle Suore dell’Assistenza, nata l’11 maggio
1899 a Kassa (Košice, attualmente in Slovacchia e morta
nel dicembre 1944 a Budapest (Ungheria)”.
Il suo processo
di beatificazione era stato introdotto nel 1997. Il Cardinale
Peter Erdö, Primate d’Ungheria, ha accolto la decisione
affermando:
“Credo che nell’anno di rinnovamento spirituale
della Nazione il Santo Padre non poteva fare un regalo più
bello alla Chiesa, e anche a tutta la società ungherese”.
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17 SETTEMBRE - XXIV Domenica "per annum"
Brescia, Cattedrale, ore 16.00 Beatificazione di Mosè
TOVINI
Mosè Tovini è una delle figure che hanno fatto
la storia del movimento cattolico bresciano. Era nato a Cividate
Camuno, il 27 dicembre 1877, primo di otto fratelli. Suo padre
è il ragionier Eugenio e, sua madre, la maestra Domenica
Malaguzzi di Breno. Padrino di battesimo è il fratello
del papà, l'avv.Giuseppe Tovini che è stato
proclamato Beato da Giovanni Paolo II il 20 settembre 1998
.
A cinque anni, essendo d'intelligenza precoce, con l'aiuto
della mamma, inizia il primo biennio di scuola elementare.
Completerà il corso di 4 anni a Breno. A 9 anni, Mosè
lascia la casa paterna per frequentare l'Istituto ginnasiale
"Ven. Luzzago" di Brescia ed è ospite in
casa dello zio, l'avv. Giuseppe Tovini. Il 14 novembre 1886,
Mosè riceve la prima Comunione. Maturata la vocazione
sacerdotale entra in seminario. Viene ordinato sacerdote a
soli 22 anni (fu richiesta la dispensa dalla Congregazione
del Concilio) il 9 giugno del 1900.
Iniziato il ministero pastorale ad Astrio di Breno, dopo quattro
mesi è inviato a Roma per completare gli studi. Nella
capitale viene a contatto con situazioni di grande povertà
e svolge un fervente apostolato fra i poveri dell'Agro romano.
Nel luglio 1904 consegue la laurea in matematica, filosofia
e teologia, a conferma di un'intelligenza vivida e poliedrica.
In ottobre Don Mosè fa ritorno a Brescia ed è
uno dei primi tre sacerdoti Oblati di Brescia, una Congregazione
istituita nel 1900 dal vescovo Giacomo Maria Corna-Pellegrini
che riunisce sacerdoti disposti a mettersi a completa disposizione
del vescovo per g li uffici che il vescovo avrebbe creduto
di affidare loro. Una sorta di «volante» sacerdotale
a servizio delle necessità della vasta diocesi bresciana.
Mosè Tovini è superiore per vari trienni degli
Oblati.
Contemporaneamente è professore nel seminario, alternandosi
in diverse discipline; ricordiamo fra i suoi alunni il giovane
Giovambattista Montini, futuro Papa Paolo VI, oggi Servo di
Dio; assolve poi a compiti pastorali a Provaglio d'Iseo,Torbole
e in Azione cattolica.
Collabora anche all'opera catechistica diocesana e assume
incarichi di fiducia in Curia: vice Officiale del tribunale
diocesano, Esaminatore sinodale, Censore dei libri. Nel 1923
è nominato canonico del Capitolo della Cattedrale e
nel ‘26 diviene rettore del Seminario diocesano, incarico
che giunge a coronamento di una vita dedicata alla formazione
del giovane clero.
La morte lo coglie il 28 gennaio del 1930, dopo una breve
malattia, presso la clinica cittadina Fatebenefratelli.
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FIESOLE - Domenica 8 ottobre 2006
ore 16,00 - CERIMONIA di BEATIFICAZIONE di Madre MARIA TERESA
SCRILLI nel TEATRO ROMANO
Maria Scrilli, questo il suo nome all’anagrafe, nasce
a Montevarchi (AR) e diocesi di Fiesole, il 15 maggio 1825.
Sin dalla giovinezza aderisce alla spiritualità carmelitana,
che incarna nell'attività apostolica. Si consacra all'educazione
della gioventù femminile e alla carità verso
i bisognosi.
Con alcune compagne il 15 ottobre 1854 fonda a Montevarchi
(Arezzo) un nuovo istituto religioso, oggi chiamato Congregazione
delle Suore di Nostra Signora del Carmelo.
Le vicende di quest’opera sono state molto travagliate,
soprattutto a causa delle vicende politiche dell’unità
d'Italia.
Il buon seme gettato dalla fondatrice si è sviluppato
dopo la sua morte estendendo i suoi rami in USA, Canada, India
Brasile, Filippine e oltre.
L’ "amore puro" per Dio la spinse all’offerta
sempre più generosa per gli altri, "lasciare Dio
per Dio", fino a farne un quarto voto: "prestarsi
a utilità del prossimo per mezzo dell’istruzione
morale, cristiana e civile" delle fanciulle del popolo.
Grandissima fin dalla fanciullezza è stata in Madre
Maria Teresa la devozione alla Madonna e la familiarità
con lei che chiamerà "mia cara Mamma".
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BILBAO in Spagna - Domenica 22 ottobre 2006
CERIMONIA di BEATIFICAZIONE dI MARGHERITA MARIA LOPEZ DE MATURANA
ORTIZ DE ZARATE
Margarita Maria nasce a Bilbao (Spagna) il 25 luglio 1884.
E’ la fondatrice dell’Istituto delle Suore Missionarie
della Beata Vergine Maria della Mercede (Mercedarie Missionarie).
Muore il 23 luglio 1934 a San Sebastián (Spagna).
La sua causa di canonizzazione ha portato sinora al riconoscimento
delle sue virtù eroiche il 16 marzo 1987 ed al riconoscimento
di un miracolo avvenuto per sua intercessione il 28 aprile
2006.
Nella sua città natale, Bilbao, viene prossimamente
(22 ottobre) elevata agli onori degli altari.
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CERIMONIE DI CANONIZZAZIONE
DOMENICA 15 OTTOBRE - CERIMONIA DI CANONIZZAZIONE PRESIEDUTA
IN PIAZZA SAN PIETRO DAL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
La Chiesa avrà quattro nuovi Santi, quattro luminosi
testimoni del Vangelo che hanno dedicato la propria vita al
servizio dei più deboli. Si tratta di:
1-RAFAEL GUIZAR VALENCIA (1878-1938)
vescovo di Veracruz, grande evangelizzatore del Messico, nel
secolo scorso. Un apostolato, il suo, svolto in anni difficili,
durante il periodo della persecuzione religiosa. Il suo ministero
episcopale fu caratterizzato dall’impegno in favore
di feconde missioni popolari.
2-FILIPPO SMALDONE (1848-1923)
Vicina agli ultimi, in particolare agli ammalati, fu la vita
di don Filippo Smaldone, sacerdote napoletano, fondatore dell’Istituto
delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori e noto anche come “apostolo
dei sordomuti”. Operò durante gli anni in cui
nasceva la nazione italiana, non mancava mai di portare una
parola di conforto agli ammalati negli ospedali.
3-ROSA VENERINI (1656-1728)
Rosa Venerini, fondatrice della Congregazione delle Maestre
Pie diede impulso all’educazione degli indigenti.
A lei si deve, nel 1685, l’apertura della prima scuola
gratuita per bambine a Viterbo. Papa Clemente XI fu un grande
estimatore delle sue opere caritative. Oggi le Maestre Pie,
fondate dalla futura santa, sono diffuse in tutto il mondo.
4-TEODORA GUERIN (1798-1856)
Straordinaria anche la figura di Teodora Guérin, fondatrice
della Congregazione delle Suore della Provvidenza di Santa
Maria “ad Nemus”. Già da bambina amava
pregare e a soli 10 anni confidò al parroco la propria
vocazione a consacrare la propria vita a Dio.
Con la Congregazione da lei fondata si fece promotrice di
iniziative di assistenza ai poveri. La sua missione fu particolarmente
fruttuosa negli Stati Uniti. Quest’anno ricorre il 150°
ann.rio della sua morte.
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13 AGOSTO 2006: INTERVISTA A BENEDETTO XVI
“BEATIFICAZIONI: rendere visibili le figure che sono
attuali e che ci ispirano”
Il 13 agosto le televisioni tedesche ARD-Bayerischer Rundfunk,
ZDF, Deutsche Welle hanno trasmesso l'intervista televisiva
con Benedetto XVI, registrata in lingua tedesca il 5 agosto
precedente in preparazione al viaggio che il papa compirà
in Baviera, sua terra natale, dal 9 al 14 settembre. Estrapoliamo
il punto sulle Beatificazioni e canonizzazioni.
Domanda: Santo Padre, il Suo Predecessore ha dichiarato beati
e santi un grandissimo numero di cristiani. Alcuni pensano,
perfino un po' troppi. Qui la mia domanda: le beatificazioni
e le canonizzazioni sono di vantaggio per la Chiesa solo se
queste persone possono essere considerate come veri modelli.
La Germania produce relativamente pochi santi e beati in confronto
ad altri paesi. Si può fare qualcosa perché
questa dimensione pastorale si sviluppi, e perché il
bisogno di beatificazioni e canonizzazioni dia un vero frutto
pastorale?
Papa Benedetto XVI: “All'inizio avevo anch'io un poco
l'idea che la grande quantità delle beatificazioni
quasi ci schiacciasse e che forse bisognava scegliere di più:
delle figure che entrassero più chiaramente nella nostra
coscienza. Nel frattempo ho decentralizzato le beatificazioni,
per rendere ogni volta più visibili queste figure nei
luoghi specifici a cui esse appartengono. Forse un santo del
Guatemala interessa meno noi in Germania e viceversa uno di
Altötting forse non trova tanto interesse a Los Angeles
e così via. In questo senso credo che questa decentralizzazione,
che corrisponde anche alla collegialità dell'episcopato,
alle sue strutture collegiali, sia una cosa opportuna proprio
in questo punto.
I diversi Paesi hanno le loro proprie figure che lì
possono svolgere la loro efficacia. Ho anche osservato che
queste beatificazioni nei diversi luoghi toccano innumerevoli
persone e che la gente dice: "Finalmente, questo è
uno di noi!" e va a lui e ne viene ispirata. Il beato
appartiene a loro,e noi siamo contenti che lì ce ne
siano molti. E se gradualmente, con lo sviluppo della società
mondiale, anche noi li conosceremo meglio, sarà bello.
Ma anzitutto è importante che anche in questo campo
vi sia la molteplicità. E in questo senso è
importante che anche noi in Germania impariamo a conoscere
le nostre proprie figure e a rallegrarci di esse.
Parallelamente ci sono poi le canonizzazioni delle figure
più grandi, che sono di rilievo per la Chiesa intera.
Io direi che le singole Conferenze Episcopali dovrebbero scegliere,
dovrebbero vedere chi è adatto per noi, chi ci dice
veramente qualcosa, e poi dovrebbero rendere visibili queste
figure più significative, imprimendole nella coscienza
mediante la catechesi, la predicazione; forse si potrebbero
anche presentare con un film.
Potrei immaginarmi dei film molto belli. Io naturalmente conosco
bene solo i Padri della Chiesa: fare un film su Agostino,
anche uno su Gregorio di Nazianzo e la sua figura molto particolare
(il suo fuggire ripetutamente perché ne aveva abbastanza,
e così via) e dimostrare che non ci sono sempre solo
le brutte situazioni attorno a cui girano tanti nostri film,
ma ci sono figure meravigliose della storia, che non sono
affatto noiose, ma sono molto attuali.
Insomma bisogna cercare di non caricare eccessivamente la
gente, ma di rendere visibili per molti le figure che sono
attuali e che ci ispirano”.
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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"
Serva di Dio Sr. ANNA CANTALUPO… UNA VITA DIVENTATA
DONO!
Il socio Prof. ANTONINO BLANDINI ci ha trasmesso
l’ immaginetta di Sr. Anna per l’iniziativa “Un
santino per ogni socio” e il seguente articolo.
La sera del 27 ottobre 1997 nella chiesa della Madonna della
Medaglia Miracolosa, annessa alla Casa della Carità,
di via S. Pietro in Catania, dove opera da 80 anni una comunità
di Suore Figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli
e di S. Luisa de Marillac, ho avuto la gioia d'assistere,
per la prima volta in vita mia, alla seduta pubblica d'apertura
di un'inchiesta diocesana sulla vita e le virtù eroiche
di un servo di Dio, preludio della causa di canonizzazione.
Si tratta di una personalità molto amata dai catanesi
e vanto delle Chiese di Sicilia: Anna Cantalupo, la cui tomba
venerata si trova nella cappella delle Figlie della Carità,
le quali con il carisma del "dare a Dio in comunità
per il servizio dei Poveri" svolgono nella metropolìa
catanese una feconda attività apostolica, che si esplica
nell'opera di soccorso infermi a domicilio, nell'attività
didattica, nel volontariato vincenziano e nel servizio negli
ospedali.
L'arcivescovo diocesano Luigi Bommarito nell'allocuzione introduttiva
del processo ebbe a sottolineare che suor Anna è stata
una donna eccezionale, di vivida intelligenza, dalla spiccata
personalità, dal carattere indomabile e di sentimenti
profondissimi d'amore ... La vita di suor Anna, apostola e
testimone della carità, è prova convincente
che questa santa figlia di S. Vincenzo ha avuto coraggio e
amore... Afferma Simon Weil: "solo la grazia può
dare il coraggio, lasciando intatta le tenerezza e dare la
tenerezza, lasciando intatto il coraggio"
.
E' il caso di suor Anna che amò tutti con tenerezza
e coraggio. Alla scuola di S. Vincenzo suor Anna teneva presente
che i poveri sono nostri padroni. E li amò con amore
insonne e travolgente sino agli ultimi palpiti del suo grande
cuore.
La serva di Dio, al secolo Pia, era nata a Napoli, quinta
di sei sorelle, da Egidio avvocato e da Checchina, il 3 settembre
1888.
Fu subito battezzata dallo zio sacerdote, Ernesto.
Crebbe vivacissima, esuberante e salutiva; le piaceva ballare,
cantare, girare. Padre Mariani, confessore del nonno paterno,
ebbe a dire che tale "terremoto" si sarebbe fatta
santa.
Frequentò volentieri la sua parrocchia ed appena adolescente
fece il voto di verginità: era l'ultimo giorno del
mese di maggio 1902.
Postulante bussò alla porta delle Vincenziane di Monte
calvario, concludendo il Postulato nella cappella delle Apparizioni
a S.Caterina Labouré, a Parigi, in via du Bac.
Trascorse il noviziato, assumendo il nome di Caterina dopo
la vestizione, nella scuola elementare di Casa Centrale (Mater
Dei) dimostrando un carattere turbolento come quello degli
alunni. Indi, passò all'Albergo dei Poveri al servizio
delle anziane e all'Istituto Hesler per la rieducazione degli
invalidi e mutilati della Grande Guerra.
Il 4.XII.1918 fu
mandata a Catania presso il Collegio della Madonna della Provvidenza,
in Montevergine. Io ho avuto la ventura di nascere ed abitare
in una casa dirimpetto alla residenza della Figlie della Carità
e di trasferirmi a 18 anni in un'altra abitazione assai vicina
alla Casa della Carità in via San Pietro. Nel capoluogo
etneo la religiosa sarebbe rimasta fino alla morte, avvenuta
all'età di 95 anni.
Vi è l'uso per le Figlie della Carità di cambiare
nome ad ogni trasferimento, per cui la nostra assunse il nome
di Anna, a Catania, per volontà della baronessa Anna
Zappalà, nipote del cardinale arcivescovo G.Francica
Nava e presidente dell'Opera di soccorso infermi a domicilio.
Suor Anna fu assegnata a sostenere quest'opera che era stata
fondata,nel 1889,dal beato G.B. Dusmet ed affidata alle suore
sotto la protezione della madonna del Perpetuo Soccorso, che
si venerava nella chiesa di S.M. d'Ogninella.
La sede era nella Casa della Provvidenza poi divenuta Collegio
"Pio IX".
Suor Anna diede un grande impulso alle opere già avviate,
come le colonie estive marine per bambini, l'oratorio festivo,
il catechismo, la sartoria, la distribuzione dei medicinali,
l'ambulatorio, ecc. Fu Suor Servente (superiora) solo per
quattro anni, assumendo secondo l'uso della Congregazione
vincenziana il nome di battesimo.
Ritornata nei ranghi, le fu assegnata una collaboratrice fissa,
suor Luisa, potendo usufruire per se stessa e per le consorelle
della tessera tranviaria gratuita, per i continui spostamenti
in città.
Suor Anna ricevette la cittadinanza onoraria nella Casa della
carità in modo solenne e la medaglia d'oro da Papa
Giovanni. Fu nominata cavaliere e commendatore per gli eccezionali
meriti in campo sociale. Nella parrocchia di Montevergine
dedicata all'Immacolata, in Quaresima, organizzò gli
esercizi Spirituali per il Precetto Pasquale degli assistiti.
In seguito, riuscì a raccogliere in chiesa tante categorie:
spazzini, pompieri, tassisti, questurini, bancari, ecc...
Ogni mattina si recava nella casa rurale di via S.Pietro per
servire gli orfani.
Lì sbocciarono ben otto vocazioni al sacerdozio: i
neo presbiteri solevano celebrare la prima messa nella cappella
della Casa di Suor Anna.
Il suo nome s'identificava con la carità! Anche tra
le ragazze, le Figlie di Maria e le oratoriane nacquero molte
vocazioni per la vita consacrata.
L'11 aprile 1923, suor Anna con tre consorelle ebbe il permesso
di trasferirsi nella Casa di via S.Pietro fatta costruire
dalla baronessa Zappalà su proprio terreno. L'11.2.1925,
la Serva di Dio si consacrò al Sacratissimo Cuore
di Gesù nel sodalizio parigino delle Ancelle della
Riparazione Sacerdotale.
Suor Anna fu l'angelo della carità durante la seconda
guerra mondiale: a lei era affidata la cura spirituale dei
militari in partenza per il fronte e la visita delle loro
famiglie. L'intrepida donna con un gruppo di sacerdoti diocesiani,
di suore e di giovani d'A. C., sotto la direzione di don Francesco
Ricceri, futuro vescovo di Trapani, provvide a assicurare
ad ogni soldato i conforti religiosi. Lei soffrì molto
quando la sua comunità religiosa fu costretta a sfollare
nel paese etneo di Viagrande, che divenne per il grande cuore
di Sr.Anna il centro dell'attività caritativa delle
suore, che sfruttavano tutte le occasioni per scendere a Catania
semideserta ed assistere gli abbandonati. La s.d.Dio fu l'anima
del comitato arcivescovile che s'occupava degli sfollati che
rientravano e che avevano bisogno di tutto. L'infaticabile
apostola attuò il programma di S.Paolo, fatto proprio
dalla sua Congregazione: "Charitas Cristi urget nos",
senza trascurare la vita spirituale e sacra- mentale, l'adorazione
eucaristica e la preghiera liturgica, accompagnata da canti
di cui era maestra.
Allorché avanzò l'età, lavorò
con il cuore e la mente a tavolino per i suoi poveri e i benefattori.
La sua giornata iniziava alle quattro e mezza in cappella
e finiva molto tardi, zelando incessantemente la devozione
alla medaglia miracolosa.
Sr.Anna divenne confortatrice degli afflitti e consigliera
di tante persone che si convertirono o ritornarono alla Fede.
Era proverbiale l'uso dei bigliettini per annotare i tanti
casi da risolvere: li portava sempre con sé per farne
tesoro quando c'erano condizioni favorevoli. Ebbe la gioia
di avere assegnato dall'arcivescovo un giovane e bravo cappellano:
don Francesco Pennisi, futuro vescovo di Ragusa. Con lui suor
Anna portò a-vanti tante iniziative intelligenti ed
utili: rappresentazioni teatrali, ritiri spirituali, gite,
ecc...
"La Madre dei Poveri" di Catania trovava il tempo
per fare tante cose, senza mancare ai suoi doveri di stato
e di serva della carità. Non volle mai riposarsi, non
ascoltava le maldicenze, non s'abbatteva nei fallimenti, dava
solo spazio ai fatti, perché era una donna concreta
e ottimista.
La sua fantasia non aveva limiti: fondò con un gruppo
di bambini le Damine e Piccoli Amici, organizzò la
distribuzione di minestre a cinquecento poveri ogni giorno.
Ebbe l'onore e l'onere di organizzare le Missioni in preparazione
al XVI congresso eucaristico nazionale di Catania (settembre
1959).
Suor Anna ebbe la grande gioia d'incontrare a Catania il 25.4.1977
Madre Teresa di Calcutta,in occasione di una riunione di tutte
le religiose della città presso l'Istituto Maria Ausiliatrice.
Il servo di Dio Marcello Inguscio, che ebbe la consolazione
di lavorare a fianco di Suor Anna con la moglie Anna Maria,
anch'ella serva di Dio, presentò pubblicamente a Madre
Teresa Suor Anna definendola la "Madre Teresa di Catania”.
La Cantalupo rese l'anima a Dio in fama di santità,
all'alba del 17 marzo 1983, subito dopo la celebrazione della
S.Messa nella sua camera.
L'ultima parola che lei pronunciò, prima d'addormentarsi
nel Signore, fu l'Amen della comunione eucaristica.
I soci che lo desiderano possono richiedere il libro contenente
la biografia di Sr.Anna Cantalupo, dal titolo “Quando
una vita diventa dono” alle Figlie della Carità
in Via San Pietro 49 – 95128 CATANIA CT. – Fax.094455.917
ANTONINO BLANDINI
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7 Luglio: ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELLA
SERVA DI DIO CONCETTA LOMBARDO
Il socio Don DAMIANO MARCO GRENCI ha trasmesso
un'immaginetta per l’iniziativa “Un santino per
ogni socio” ed il seguente articolo:
"Hai speranza e fidi ca Ddiu ti guarda e vidi":
così dice un proverbio calabrese con il quale vogliamo
introdurre alcuni dati anagrafici sul Giglio di Stalettì:
la serva di Dio Concetta Lombardo, da annoverarsi nella lista
delle martiri per la difesa della purezza e per il valore
del matrimonio cristiano come Sacramento.
Recentemente si è parlato di lei nel programma domenicale
di cultura religiosa “A sua immagine” su Rai 1
(domenica 30 luglio 2006); e in alcune riviste cattoliche
in quanto fa parte dei 16 testimoni del Vangelo proposti dalle
diocesi italiane al Convegno di Verona: ma chi è Concetta?
Concetta Lombardo nacque a Staletti in provincia di Catanzaro,
il 7.7.1924, dopo solo sette mesi il padre morì e la
madre con grandi sacrifici, dovette crescere da sola, le due
figlie Concetta e Angela.
Divenuta adolescente veniva ammirata per la sua avvenenza,
ma ancor più stimata per la sua fervida pietà,
per il candore del cuore, lo spirito di sacrificio; la sua
fede semplice e sincera le dava la forza di dedicarsi con
amore alle fatiche domestiche, ai lavori stagionali nei campi
e agli impegni di apprezzata sartina.
Partecipava con entusiasmo alle iniziative pastorali della
parrocchia, membro attivo dell’Azione Cattolica, svolgeva
con zelo il compito di catechista, inoltre aveva professato
la Regola del Terz’Ordine Francescano.
Disposta ad una proposta di matrimonio che le era stata fatta,
sognava di realizzare la sua femminilità con un amore
benedetto dal Sacramento del matrimonio; ma i suoi sogni non
si poterono realizzare, a causa della passione di un uomo
sposato e con figli, che prese a circuirla in tutti i modi,
con la pretesa di portarla a vivere con lui.
Concetta per due anni dovette difendersi con energia da queste
insane profferte, finché il 22.8.1948, mentre era al
lavoro nei campi con una zia, sul colle di Copanello, il pretendente,
travolto dalla passione, la raggiunse rinnovandole l’impossibile
proposta; al suo fermissimo rifiuto, le sparò un colpo
di pistola mortale; poi rivolta l’arma contro sé
stesso, si tolse la vita.
Il fatto suscitò grande scalpore e molti considerarono
la morte di Concetta, come un vero martirio; il Terz’Ordine
Francescano, fece sua l’istanza di valorizzare l’eroico
comportamento di questa ragazza di 24 anni, vero modello di
fermezza cristiana e di fedeltà evangelica, da additare
come esempio luminoso al mondo di oggi.
Con l’assistenza dei Frati Minori Conventuali, fu avviata
la causa per la sua beatificazione, poi introdotta dall’arcivescovo
di Catanzaro – Squillace, il 30 gennaio 1990, ora gli
incartamenti della causa sono presso la Santa Sede.
Don DAMIANO MARCO GRENCI
8 Settembre: MARSURE di AVIANO (PN) – SANTUARIO DELLA
MADONNA DEL MONTE
Il socio MAURICE TASSAN TOFFOLA di Marsure
ha trasmesso un'immaginetta a pieghevole del Santuario della
Madonna del Monte di Marsure di Aviano per l’iniziativa
“Un santino per ogni socio” e il seguente articolo
di Don GIOVANNI TASSAN, coautore del libro
“Dient e Claps” (da cui è tratto l’articolo)
e di cui alla Circolare Informativa nr.274 pag.19 (Marzo 2006).
Antiche sono le origini di questo Santuario friulano, di certo
prima del 1300 in quanto storicamente si ha conoscenza che
nel 1399 la Cappella di Santa Maria del Monte sopra Aviano
era officiata in determinate feste e venivano celebrati riti
per i defunti da un sacerdote che godeva anche di un beneficio
terriero.
Questa Cappella nel secolo XV in più riprese ebbe donazioni
di terreni per ufficiature, come si trova scritto nel “Catapan”,
complesso di fogli di agenda, membranaceo, scritto a mano
a più riprese a partire dal 1300 e che riporta notizie
anche di precedenti scritti andati perduti, ora conservato
nell’archivio della parrocchia di S.Lorenzo di Marsure,
che ha giurisdizione in zona di Santa Maria nella terra di
Aviano, allora diocesi di Concordia ora Concordia-Pordenone:
1440 – li camerari di santa Maria in monte sono obligadi
a far ogni ano uno aniversario per l’anema de Daniel
De Baràt cum tre frisecheri e doi dopieri per i campi
avuti.
I frisecheri erano soldi dell’epoca, mentre i dopieri
erano delle grosse candele.
Il Santuario è posto su un poggio della Pedemontana
Pordenonese sui contrafforti del Monte Cavallo nelle Prealpi
Carniche, che dividono il Friuli dal Cadore verso le vallate
austriache.
La sua posizione gode di un panorama infinito che va dall’immensa
pianura friulveneta al golfo di Trieste e Venezia, dalle Alpi
Carniche di confine a quelle Giulie italoslave.
Il poggio della chiesa per secoli attivo di pascoli è
oggi coperto di boschi ed è solcato, ai lati, da due
torrenti: l’Ossena ed il Cocca.
Non ci sono fonti storiche che parlino di una apparizione
della Madonna o motivi particolari per cui poi nacque il Santuario,
ma esiste una pia tradizione del 1700 che raccoglie i dati
di 200 anni prima su una presunta visione della Madonna avuta
da un contadino locale nel 1510.
Pare che la prima costruzione del 1300 sia andata in gran
parte distrutta dai Turchi di Bosnia, nelle scorrerie del
1499 proprio nell’alto pordenonese che videro la distruzione
di diversi paesi locali e in cui furono trucidati o fatti
prigionieri oltre 2000 avianesi.
Restaurata ed ingrandita
nel 1517, fu consacrata dal Vescovo di Condordia e nel 1584
il Vescovo di Parenzo Mons. Nores, visitatore pontificio dopo
il concilio di Trento nella Diocesi concordiese, ci fa sapere
con le note storiche lasciateci, che la chiesa aveva già
quattro altari, era frequentatissima nelle festività
di Maria ed era adornata di tele preziose e di paramenti dorati.
Nel 1600 ricevette anche da diversi Cardinali molte indulgenze
e facoltà speciali e ciò denota che il Tempio
era molto conosciuto anche nelle regioni vicine e sino a Roma.
Nel Friuli è uno dei più antichi Santuari dopo
Castelmonte di Cividale, Sant’Antonio di Gemona, le
Grazie di Udine, la Madonna di Barbana di Grado nel Goriziano
e quella di Fanna nel pordenonese
Da sempre raccolse genti
provenienti non solo dall’avianese, ma da gran parte
del Friuli Occidentale, dalle montagne Cadorine, Carniche
e dal Veneto, specie dal trevigiano.
I fedeli arrivavano a piedi o con carri trainati da Asini
e Cavalli, poi con l’arrivo dei mezzi moderni, il raggio
di afflusso di fedeli si è allargato sino a Trieste,
Venezia ed oltre.
La chiesa fu ingrandita nel 1600 e riconsacrata nel 1615 dall’ausiliare
del Vescovo di Concordia Mons. Sanudo.
La Cappella centrale o presbiterio, fu all’epoca affrescata
e inglobata nel Santuario attuale dove ora è adoperata
come Sacristia.
Nel XVI secolo i famosi scultori Carnici detti “i Tolmezzini”,
lasciarono con la loro scuola, un magnifico altare ligneo
dorato con l’immagine di Maria, di Sant’Antonio
Abate e di San Rocco (primi del 1500).
Le statue ora vengono esposte solo l’8 di settembre,
mentre per il resto dell’anno sono sostituite da perfette
copie, eseguite proprio da un altro Carnico: Renato Puntel
che per il Santuario ha realizzato ultimamente anche due opere
di pregio: l’Ambone in legno dorato e il “Cristo
Re dei secoli” posto nell’altro altare pure questo
in legno dorato ma realizzato nel XVII secolo, di scuola
Cenetense, (Vittorio Veneto).
L’attuale Santuario è stato costruito dal 1908
al 1926 su disegno dell’architetto Rinaldi di Venezia,
valentissimo artista del secolo passato.
A croce greca, con grande cupola centrale coperta di allumino
è perfetto nello stile, luminoso, accogliente.
Sulla cupola, all’interno, risaltano le statue dei quattro
Evangelisti (1930), sull’altare invece, quella di Maria
del 1938 è opera di artisti di Ortisei-Bolzano.
E’ una Madonna dolcissima nell’espressione e soavissimo
è il bambino posto tra le braccia, fu benedetta in
Vaticano durante un esposizione Sacra da Papa Pio XI.
L’altare maggiore attuale è in marmo bianco di
Carrara e venne posto nel Tempio ai primi del 1900.
Alle pareti sono poste alcune pregevoli moderne tele di pittori
Veneto-friulani, ci sono pure tele del 1800 che adornano la
Sacristia.
Il campanile è del XVII secolo, merlato con all’apice
la croce a tre braccia dell’antico Patriarcato di Aquileia.
Le due argentee campane del 1600 e del 1700, salvate dalle
razzie dell’esercito austriaco che aveva occupato queste
zone fino al Piave dopo la disfatta italiana di Caporetto,
sono preziose in quanto uniche e storiche.
Il Santuario è anche centro di attività e convegni
della Diocesi di Concordia-Pordenone ed è punto di
preghiera, di ritiri, di ritrovo e di turismo sereno, anche
per la bellezza del panorama che si può godere da lassù;
è una vera oasi di pace necessaria ai nostri tempi.
DON GIOVANNI TASSAN
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AGOSTO: FESTA DELLA MADONNA DELLA CATENA
Il socio GIUSEPPE TESTA di Campofranco (CL),
giornalista e storiografo ci ha trasmesso le unite notizie
sulla festa e il culto della Madonna della Catena:
"Regnava in Sicilia re Martino I d’Aragona quando
tre giovani palermitani furono condannati a morte: non sappiamo
il motivo. Erano già avviati verso la piazza della
Marina, dove si svolgevano le esecuzioni capitali, quando
scoppiò un temporale spaventoso. Guardie e condannati
furono costretti a rifugiarsi nella chiesetta di Santa Maria
del Porto per passarvi la notte. Ed in quella notte del 23
(qualcuno parla del 18) agosto 1392 le guardie, cadute nel
sonno, dimenticarono i tre sventurati che, a quanto pare,
erano proprio innocenti. Questi si portarono davanti al simulacro
della Madonna che teneva in braccio il bambino e la supplicarono
di venir loro in aiuto. A questo punto avvenne il miracolo:
le catene che li tenevano avvinti caddero a terra, le porte
della chiesa si spalancarono, l’uragano cessò
e i tre giovani poterono uscire fuori. Nella mattinata le
guardie diedero l’allarme, i tre fuggitivi furono ripresi,
ma intanto nella città si era sparsa la voce del prodigio.
Lo stesso re Martino si recò con la moglie Maria nella
piccola chiesa per veder le catene ancora vicino all’altare.
Diede poi l’ordine che i pionieri fossero graziati e
abbellì subito la chiesetta per farne un santuario,
che da allora prese il nome di Santa Maria della Catena.
Con il tempo sorgerà il nuovo Tempio, opera quattrocentesca
forse di Matteo Carnalivari, mettendo in risalto l’attuale
seconda cappella a destra, che fa parte dell’originaria
chiesetta del 1300. Lo sfondo è occupato dall’antico
affresco che rappresenta la Madonna con il Bambino, adorna
di pitture e di statue in marmo, opere del Gagini, di Santa
Barbara, Santa Margherita, santa Ninfa e di sant’Oliva.
Lavori di livellamento del piano stradale di Via Corso Vittorio
Emanuele hanno creato il dislivello che si vede oggi e che
rese necessaria la creazione della scalinata così scenografica.
Ho preferito aggiungere qualche particolare sulla chiesa per
gli Amici dell’AICIS che volessero accogliere l’invito
a venire a Palermo e visitare, vicino al porto, uno dei santuari
più suggestivi del mondo.
Aggiungo che sono disponibile per ogni informazione sotto
l’aspetto storico, culturale, turistico…
Nel corso dei secoli la notizia del miracolo e della liberazione
dei tre giovani si estese in Sicilia, nel meridione d’Italia
e nel Napoletano. Furono innalzate chiese ed altari alla Madonna
della Catena e molti comuni la elessero a loro patrona.
A Riesi (CL) da allora, anche se l’istituzione del Comune
era ancora da venire, fedeli dei paesi e delle terre vicine,
la notte della seconda domenica di settembre, di buon mattino,
con le prime luci dell’alba, dalla fine del 1300, inizi
del 1400, a piedi scalzi s’incamminano verso la chiesa
di Riesi, per venerare la Madonna della Catena, chiedere grazie,
offrire doni, offerte e ceri.
Da decenni ho raccolto documenti e ricerche storiche e religiose
di grande rilievo e mi riprometto, agli inizi del 2007, in
occasione del 260° anniversario della consacrazione dell’attuale
chiesa-santuario da parte del vescovo di Siracusa, di poter
offrire agli amici, a studiosi, a religiosi o semplici fedeli,
un volume ricco di illustrazioni, notizie, con un cofanetto
di 150 (circa) riproduzioni di santini della Madonna della
Catena, venerata in centinaia di luoghi, chiese, santuari.
Racconterò i fatti storici di Palermo del 1392, la
storia del culto di Riesi, quindi specificamente (notizie
storiche e riproduzioni di santini) di comuni della Sicilia,
Calabria, Puglia, fino a Toronto in Canadà.
Ringrazio intanto quegli amici che mi hanno offerto la loro
collaborazione e prometto che invierò un santino della
Madonna della Catena di Riesia tutti coloro che, anche telefonicamente,
me lo chiederanno.
GIUSEPPE TESTA
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SENIGALLIA 1966-2006: 40° ANN.RIO DELL’INCORONAZIONE
DELLA B.VERGINE DELLA NEVE
La socia IVANA RINALDI di Senigallia ha trasmesso
l’ immaginetta della Madonna della Neve per l’iniziativa
“Un santino per ogni socio”.
Lo scorso agosto con solenni festeggiamenti, la Parrocchia
“Madonna della Neve” del Portone di Senigallia
ha celebrato la Beata Vergine della Neve la cui immagine è
ivi venerata.
Grande è stata la partecipazione soprattutto di gruppi
di giovani, come d’altronde ogni anno.
Molto gradito questo santino della B.V. della Neve offerto
dall’ex Parroco, Mons. EUGENIO GIULIANELLI.
Tale immagine è stata incoronata dal rev.mo Capitolo
Vaticano il 19 maggio 1966.
Ora nel 40° anniveresario di tale incoronazione, l’immaginetta
farà la gioia di quei soci appassionati di santini
mariani e in particolare della tematica della Madonna della
Neve.
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RUFFANO (LE) – FESTA DI SAN FRANCESCO
D’ASSISI
I soci IPPAZIO MASTRIA di Tricase e FABIO
CIULLO di Ruffano hanno trasmesso l’immaginetta
del simulacro del santo di Assisi venerato in Ruffano offerta
dal sig.Parroco Don ROCCO MAGLIE che ringraziamo
sentitamente.
L’immaginetta rappresenta la statua di San Francesco,
patrono d’Italia, che era venerato nella Parrocchia
“S.Francesco d’Assisi” di Ruffano.
Infatti, proprio da quest’anno detta statua è
stata sostituita con un’altra della quale, appena sarà
possibile, i succitati soci provvederanno a trasmettere le
nuove immaginette. Grazie fin d’ora.
Il convento dei Padri Cappuccini, fondato nel 1621 da P.Ludovico
da Camiano, con la contigua chiesa, furono voluti dalla pietà
popolare e dal barone del tempo, Francesco Filomarino.
Oggi la chiesa e l’ex-convento (soppresso nel 1861),
che si trovano alla fine del Corso Margherita di Savoia di
Ruffano, sono custoditi dalla Parrocchia S. Francesco d’Assisi,
fondata il 19 aprile 1980, su decreto di S.E.Mons.Michele
Mincuzzi e, insieme danno forma ad uno dei più pregevoli
edifici sacri esistenti nella cittadina.
L’ingresso della chiesa ad arco a sesto abbassato, è
caricato della cantoria (foto sotto), seguono la navata centrale,
sfondata sulla destra dalla navata laterale. La navata centrale
è percorsa dall’alto da magnifiche volte ornate
di stucchi dove si alternano finestroni ed angeli, richiami
floreali e foglie d’acanto, rifinite, sull’arco
del trionfo, dallo stemma dell’Ordine Serafico e terminate
dalla sede presbiteriale dominata dall’altare maggiore,
onde fa sfondo la grande tela dell’Immacolata di notevole
pregio artistico.
Sulla parete sinistra del presbiterio si ammira la tela con
San Michele Arcangelo che sconfigge il demonio (degna copia
del Guido Reni) ed a destra la tela di S.Raffaele Arcangelo
e Tobiolo. Ai lati del presbiterio le due statue dei santi
Apostoli Pietro e Paolo.
L’altare di San Francesco con il simulacro del Santo
è il primo a sinistra subito accanto all’ingresso
della Chiesa. (IM-FC)
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2 Ottobre 1936-2006: 70° ANNIVERSARIO
DELLA MORTE DI MARIA GUADALUPE RICART OLMOS
Don DAMIANO MARCO GRENCI ci ha inviato 500
immaginette della Beata M.Guadalupe per il 70° anniversario
del suo martirio nell’ambito dell’iniziativa “Un
santino per ogni socio”.
Beatificata in piazza San Pietro a Roma da Giovanni Paolo
II l’11 marzo 2001, è la prima martire della
Famiglia dei Servi e delle Serve di Maria.
Maria Guadalupe Ricart Olmos fu infatti trucidata, nel corso
della guerra civile spagnola, a Silla (Valencia), il 2 ottobre
1936.
Nata ad Albal, a nove chilometri da Valencia, il 23.2.1881,
a quindici anni entrò nel monastero delle claustrali
Serve di Maria Pie de la Cruz in Mislata (Valencia) e prese
il nome di Maria Guadalupe. Monaca professa, ricoprì
anche l’ufficio di Maestra delle novizie e di Priora
del monastero.
Rimase nel Monastero fino a quando le Monache furono costrette,
nel 1936, ad abbandonarlo a causa della persecuzione religiosa.
L’arresto di sr.Maria Guadalupe avvenne pertanto nella
casa della sorella Filomena dove era riparata nel momento
più aspro della guerra civile spagnola.
Fu prelevata da casa verso le due di notte del 2 ottobre 1936
e venne assassinata circa due ore dopo in un luogo chiamato
Sario, al confine tra Picasent e Silla, sulla strada provinciale
per Madrid. Capo d´accusa per il martirio di lei, fu
l´essersi consacrata a Dio nella verginità.
La sua festa si celebra il 3 ottobre.
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VARIE
16 TESTIMONI DEL ‘900 PER IL 4°
CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE DI VERONA
Oltre alla Serva di Dio CONCETTA LOMBARDO
(Calabria), per rigor di completezza, citiamo gli altri esempi
proposti dalle diocesi italiane radunate in regioni al 4°
Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona.
L’elenco va
dall’ammalata che offre le sofferenze per l’unità
dei cristiani al deputato alla Costituente, dalla giovane
catechista al giudice ucciso dalla mafia, dal padre che apre
la sua famiglia a bambini soli all’imprenditore che
lascia tutto per diventare missionario laico, dal questore
che salva migliaia di ebrei alla giovane martire per la purezza:
è una variegata galleria di modi di vivere il Vangelo
nel mondo contemporaneo quella che emerge dai testimoni scelti
dalle diocesi italiane perché le rappresentino al Convegno
che si svolgerà a Verona, dal 16 al 20 ottobre, sul
tema «Testimoni di Gesù Risorto, speranza del
mondo».
Sedici volti di cristiani esemplari proposti al Paese. Eccoli:
GESUALDO NOSENGO (Piemonte-Valle d’Aosta).
Grande umanista e laico impegnato a infondere il lievito del
Vangelo tra la gioventù studentesca. E’ stato
fondatore dell’UCIIM - Unione Cattolica Insegnanti Medi,
che ha guidato fino alla morte per 24 anni. (20 luglio 1906
- 13 maggio 1968).
MARCELLO CANDIA (Lombardia). L’eredità
spirituale di Marcello Candia è scritta su una parete
della sua casa in Brasile: «Non si può condividere
il Pane del cielo, se non si condivide il pane della terra»
(Portici (NA), 27 luglio 1916 - 31 agosto 1983).
E’ stato un industriale di successo che, consacrando
tutta la sua vita e i suoi soldi ai poveri e alla missione
ha dimostrato con i fatti che anche un ricco può diventare
un modello riconosciuto di vita cristiana autentica ed eroica.
Naturalmente usando il capitale, il profitto, le tecniche
manageriali non per servire il proprio egoismo, ma il prossimo
più povero e abbandonato.
FLAVIO e GEDEONE CORRA’ (Triveneto).
L’entusiasmo cristiano, sorretto dalla partecipazione
quotidiana all’eucaristia, fa di Flavio e Gedeone Corrà
un esempio luminoso di una gioventù pronta anche al
sacrificio estremo per la
santa causa di Cristo. (Flavio:
7 aprile 1917 – 1 aprile 1945; Gedeone 8 settembre 1920
- 18 marzo 1945).
I fratelli Flavio e Gedeone Corrà nacquero Salizzole
(VR), poi si trasferirono e vissero Isola della Scala (VR).
Entrarono nell’azione Azione Cattolica e si adoperarono
con gioia in parrocchia in opere di sostegno ai più
bisognosi.
Con motivazioni profondamente cristiane decisero di arruolarsi
nella lotta di Liberazione, che li portò a morire nel
campo di concentramento tedesco di Flossembürg. Ai due
fratelli è stata conferita la laurea honoris causa
in loro memoria. Nel 2003 si è conclusa la fase diocesana
del loro processo di canonizzazione, promosso dall’“Associazione
Amici dei fratelli Corrà”.
ITALA MELA (Liguria).Una mistica dedita
alla contemplazione del mondo e all’approfondimento
della dimensione trinitaria della vita cristiana (28 agosto
1904 - 29 aprile 1957). La carità, per essere vivificatrice,
deve non solo considerare la sofferenza altrui, ma farla propria:
deve diventare compaziente. Allora solo saprà trovare
mezzi e parole adatte per confortare. Ciascuno di noi ha un
compito preciso nella vita e deve attenderci con perfetto
amore.
ANNALENA TONELLI (Emilia Romagna). «Scelsi
di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati,
i non amati, che ero bambina e così sono stata e confido
di continuare fino alla fine della mia vita. Volevo seguire
solo Gesù Cristo.
Null’altro mi interessava così fortemente: Lui
e i poveri in Lui.
Per Lui feci una scelta di povertà radicale»
(1943 – 2003).
GIORGIO LA PIRA (Toscana). Il «sindaco
santo» (9 gennaio 1904 - 5 novembre 1977). Scrive La
Pira ne Le città sono vive: "Quando Cristo mi
giudicherà, io so di certo che Egli mi farà
questa domanda: Come hai moltiplicato, a favore dei tuoi fratelli,
i talenti privati e pubblici che ti ho affidato? Cosa hai
fatto per sradicare dalla società la miseria dei tuoi
fratelli e, quindi, la disoccupazione che ne è la causa
fondamentale? Né potrò addurre, a scusa della
mia inazione o della mia inefficace azione, le ragioni "scientifiche"
del sistema economico. Abbiamo una missione trasformante da
compiere: dobbiamo mutare - quanto è possibile - le
strutture di questo mondo per renderle al massimo adeguate
alla vocazione di Dio.
ENRICO MEDI (Marche). Testimone del Vangelo
nel mondo del-la scienza e nella società (26 aprile
1911 - 26 maggio 1974).
Scienziato credente, offrì tutte le sue energie per
l'avvento di una umanità migliore. Rivolse la sua opera
soprattutto ai giovani, visti nella luce di un superiore modello:
il Cristo.
VITTORIO TRANCANELLI (Umbria). Medico amorevolmente
sollecito verso i malati, padre dal cuore aperto all’accoglienza
di bambini in difficoltà, uomo animato da profonda
fede (26 aprile 1944 - 24 giugno 1998).
Ha detto di lui Mons.Chiaretti, arcivescovo di Perugia: "Un
testimone della tenerezza di Dio. Tale è senza dubbio,
Vittorio Trancanelli, un chirurgo che s'è interessato
più degli altri che di se stesso, che per amore di
Dio ha aperto il cuore e la casa a tanti figli, suoi e di
altri, senza distinzioni: e sempre per amore di Dio, con generosità,
con mitezza, con gioia.
Sul letto di morte ha voluto attorno a sé tutti i figli
dell'amore, e, guardandoli, diceva alla sua Lia: 'Per questi
valeva la pena di vivere!'".
LORENA D’ALESSANDRO (Lazio). «Nel
dolore ho capito che la cosa più importante è
vivere l’amore, l’amore per il Signore e per i
fratelli» (20 novembre 1964 - 3 aprile 1981).
Diceva Lorena: Ti ringrazio, Signore, per tutto ciò
che di bello e di buono mi hai dato in questo giorno... Ho
capito che la mia felicità è e sarà sempre
nel servire la felicità degli altri; io potrò
aiutare il mondo se agisco con amore, a forza di amore, a
colpi di amore; sento fortissimo in me il desiderio di darmi
agli altri; voglio bene a tutto il mondo. Sono tanto provata,
ma ho Gesù con me e vicino a me, colui che non mi tradirà
mai... perciò perché avere paura?
GIUSEPPE CAPOGRASSI (Abruzzo-Molise). Giurista,
studioso del personalismo cattolico, e testimone dell’amore
cristiano (15 marzo 1889 - 23 aprile 1956). Chi leggesse i
7 volumi delle sue opere, tra le quali “Introduzione
alla vita etica”, “Analisi dell'esperienza comune”
e “Il problema della scienza del diritto”, conoscerebbe
il meno di lui, se contemporaneamente ignorasse la sua interiorità,
il suo continuo anelito all'unione con Cristo vissuta nei
Sacramenti, nutrita di Scrittura, sostenuta dai prediletti
Dante e Manzoni".
GIOVANNI PALATUCCI (Campania). Giovanni
Paolo II lo ha annoverato tra i martiri del XX secolo (31
maggio 1909 - febbraio del 1945 nel lager di Dachau) Nel 1990
lo Yad Vashem lo insignisce del titolo di «Giusto tra
le nazioni».
"Ho la possibilità di fare un po' di bene, e i
beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro
molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare".
È quanto scriveva l'8 dicembre 1941 Giovanni Palatucci
in una lettera inviata ai genitori. Niente di speciale davvero,
se non fosse che quel "po' di bene", compiuto nel
più totale sprezzo del pericolo e in tempi difficili,
significò la salvezza di migliaia di ebrei.
GIOVANNI MODUGNO (Puglia). Educatore e padre
di famiglia, Giovanni Modugno è stato punto di riferimento
per una generazione di studenti di Bari ai quali ha trasmesso
la passione per quella che è stata definita la «scienza
della vita» (21 febbraio 1880 - 18 marzo 1957).
Riferendosi agli operai disse dopo una conferenza: "Poveri
e cari operai quanto vi sento più vicini al mio cuore,
ora che la mia anima è illuminata da Cristo"
MARIA MARCHETTA (Basilicata). «Mio
Dio, il mio cuore è colmo di infinita riconoscenza
per avermi fatto capire la necessità e la bellezza
della sofferenza» (16 febbraio 1939 - il 7 aprile 1966).
Il letto, dove rimase bloccata per 14 anni, si trasformò,
per la sua volontà tenace e l'amore appassionato a
Gesù e alla Chiesa, in un luogo di preghiera e di missione
per la conversione del mondo al Vangelo.
ROSARIO LIVATINO (Sicilia). Denominato «il
giudice ragazzino», Rosario Livatino, martire della
violenza mafiosa, è un esempio di rettitudine professionale
animata da profonda fede (3 ottobre 1952 - 21 settembre 1990).
Aveva dichiarato: "Cristo non ha mai detto che soprattutto
bisogna essere 'giusti', anche se in molteplici occasioni
ha esaltato la virtù della giustizia. Egli ha, invece,
elevato il comandamento della carità a norma obbligatoria
di condotta perché è proprio questo salto di
qualità che connota il cristiano".
ANTONIA MESINA (Sardegna). È Armida
Barelli a presentare a Papa Pio XI la sedicenne Antonia Mesina
di Orgosolo come «il primo fiore reciso della gioventù
femminile dell’Azione cattolica, il primo giglio reciso
dal martirio» (21 giugno 1919 - 17 maggio 1935).
Antonia è stata beatificata il 4 ottobre 1987 da Giovanni
Paolo II.
Don DAMIANO MARCO GRENCI
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31 Luglio: 450° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI SANT’IGNAZIO
DI LOYOLA - ANNO SAVERIANO
Con la copertina di aprile u.s.(nr.275) il nostro notiziario
ha voluto celebrare l’ “Anno Saveriano”,
particolarmente importante perché il 2006 vede l’anniversario
dei tre principali fondatori della Compagnia di Gesù:
s.Ignazio di Loyola nel 450° anniversario della morte,
s.Francesco Saverio nel 500° della nascita e il Beato
Pierre Favre, uno dei primi compagni e segretario del Lodola,
parimenti, nel 500° anniversario della nascita.
Il 31 luglio u.s., pertanto, sono stati ricordati e celebrati
in tutto il mondo i 450 anni dalla morte (31 luglio 1556)
del santo di Loyola – fondatore della Compagnia di Gesù
e autore dei celebri «Esercizi spirituali».
Alle ore 19.00 del 31, Padre Peter-Hans Kolvenbach, Preposito
Generale dell’Ordine, ha presieduto una solenne Concelebrazione
Eucaristica nella chiesa romana del Gesù, dove è
venerato il corpo del grande fondatore, dichiarato santo da
Gregorio XV nel 1622.
Durante il sacro rito è stato esposto il reliquiario
che contiene l’unica reliquia esistente del santo spagnolo:
alcune ossa del suo cranio. Nonostante il tempo Sant’Ignazio
resta una figura attualissima ed un modello di santità
del tutto valido.
Nato nel 1491 nel castello di Loyola, vicino ad Azpeitia (Spagna),
Ignazio vide all’età di 30 anni la svolta:costretto
a letto per una ferita riportata nella difesa di Pamplona,
leggendo le vita dei santi fu preso dal desiderio di seguire
le orme di Cristo.
Ritiratosi a Manresa, in Catalogna, visse un’intensa
esperienza spirituale sintetizzata poi negli «Esercizi».
Ordinato sacerdote a Venezia nel 1537, trasferitosi a Roma
fondò la Compagnia tre anni dopo e fu eletto nel 1541
Preposito Generale.
Inviò i suoi compagni come missionari in giro per tutta
l'Europa per creare scuole, istituti, collegi e seminari.
Sempre nel 1548, Sant'Ignazio fondò a Messina il primo
Collegio dei Gesuiti al mondo, il famoso Primum ac Prototypum
Collegium ovvero Messanense Collegium Prototypum Societatis,
primo e, quindi, prototipo di tutti gli altri collegi di insegnamento
che i Gesuiti fonderanno con successo nel mondo facendo dell'insegnamento
la marca distintiva dell'Ordine.
Nel 1548 vennero stampati per la prima volta gli Esercizi
Spirituali, per i quali venne condotto davanti al tribunale
dell'Inquisizione, per poi essere rilasciato.
La Regola di Ignazio diventò il motto non ufficiale
dei Gesuiti: Ad Maiorem Dei Gloriam.
Morì a Roma il 31 luglio 1556.
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CURIOSANDO TRA I LIBRI E I SANTINI
STAFFELSTEIN (Baviera): la Basilica VIERZENNHEILIGEN
(15 Santi)
Della Basilica di Vierzehnheiligen ( quattordici Santi), situata
a 4 km da Bad Staffelstein, un paesino a circa 20 km dalla
cittadina di Bamberga in Baviera, sono venuta a conoscenza
studiando il santino svizzero “I Santi ausiliatori”
a suo tempo inviato in fotocopia dal socio Paolo Monciotti
di Torino, che i soci hanno potuto ammirare nell’articolo
ad esso dedicato, pubblicato nel bollettino di giugno 2006.
Il santuario, con annesso convento francescano, è un
gioiello dell’architettura barocca, famoso in Germania,
meta di pellegrinaggi e sede di funzioni religiose molto frequentate.
La facciata, movimentata da concavità e convessità,
con le due caratteristiche torri-campapanili, fu progettata
dall’architetto B. Neumann nel 1741 ed è riportata
nella prima figura, tratta dal sito www.GreatBuildings.com.
In occasione di un recente viaggio in Baviera la scrivente
ha avuto l’opportunità e la gioia di poter visitare
la Basilica. E’ stato facile raggiungere Bad Staffelstein
in treno da Bamberga: tuttavia il sabato e la domenica, a
differenza dei giorni feriali, non ci sono collegamenti tra
Bad Staffelstein e il santuario.
Per percorrere gli ultimi
4-5 km, si può andare in taxi pagando una cifra intorno
a 12 euro per tratta, oppure in pullman turistici preventivamente
organizzati; infine l’alternativa, seguita da folti
gruppi di pellegrini, è andare a piedi in processione,
al seguito di uno stendardo con la croce e la figura dei 14
santi, che secondo la tradizione locale sono prodighi di miracoli
e grazie.
La processione è accolta ai piedi della scalinata da
un maestro di cerimonia in abito scuro e dal sacerdote celebrante
con indosso i paramenti sacri, che accompagnano i fedeli all’interno
della Basilica.
L’interno è un’esplosione di luce che entra
da numerose, ampie finestrature disposte su tre piani ed è
esaltata dal bianco e oro delle pareti e delle decorazioni
in stucco; al centro della navata, a metà della basilica
si erge, sul luogo dell’apparizione del 1445, un grandioso
monumento intorno al quale sono distribuite a vari livelli
le 14 statue, bianche e dorate, degli ausiliatori, con i loro
attributi iconografici tradizionali: dalla piantina della
seconda figura possiamo intendere la disposizione delle statue,
mentre nella terza figura ne ammiriamo la movimentata decorazione
in una visuale laterale.
Si può distinguere al centro la statua di S.Barbara
con al fianco in piccolo la torre dorata che ricorda la sua
prigionia.
Con soddisfazione ho riconosciuto gli elementi
iconografici individuati nel santino svizzero della casa editrice
svizzera Benziger & Co. S.A. di Einsiedeln.
In un apposito ambiente accessibile dalla chiesa sono esposti
alle pareti innumerevoli ex-voto antichi e recenti, attribuiti
singolarmente ai diversi santi secondo la loro particolare
protezione, testimonianza di un culto e di una devozione secolare
molto sentita in Germania.
E’ stato emozionante seguire la S.Messa, anche se ovviamente
celebrata in lingua tedesca, nella chiesa affollatissima,
che è durata quasi due ore, con una lunghissima predica
recitata dal pulpito, come non si usa quasi più in
Italia, ed un cerimoniale molto articolato e scenografico.
I santini raffiguranti i 14 santi sono purtroppo solo in vendita,
in varie versioni, essenzialmente con le fotografie delle
statue e riportano sul verso la data della ricorrenza, gli
attributi e i patronati (per i quali si rinvia all’articolo
di giugno), insieme a una preghiera personalizzata per ciascun
santo, in tedesco.
Le immaginette, insieme ad una vasta gamma di pieghevoli,
opuscoli, libri, medagliette e ricordini, sono vendute sia
nel negozio all’interno del convento, che all’esterno,
su pittoresche e turistiche “bancarelle”, come
ormai è costume nei luoghi di culto molto frequentati
anche dai turisti. Nella ultima figura sono rappresentate
tutte le 14 fotografie delle statue, con i rispettivi nomi.
MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI
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