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CHE COSA E’
L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la
forza. Per essere informati, attraverso la Circolare
mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare
lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare
alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre
di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per
avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per
avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi
Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli
su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619)
e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo
da versare sul conto corrente postale nr. 39389069
dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per
la sola iscrizione all’Associazione, mentre
la quota annuale 2005 è di euro 25,00 per
le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni
e gli Enti.
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio
al 31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne,
in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che
di volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
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AGGIORNAMENTI
CONFERENZA SUL TEMA: "IL SANTINO"
Si informa che sabato 24 febbraio 2007, alle ore 15.30,
presso il CENTRO CULTURALE SS.SALVATORE della
città di Bologna, (Via Volto Santo
1), il C.E.I.S. - Collezionisti Emiliani Immaginette
Sacre ha organizzato una conferenza sulla tematica
de "IL SANTINO".
Il Relatore sarà l'Ing.FERNANDO LANZI,
esperto cultore di storia dell'arte sacra e autore di diverse
pubblicazioni.
I soci AICIS che possono inserire questo
appuntamento nella loro agenda dell'ultimo fine settimana
di febbraio sono invitati a non mancare. Grazie.
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VITA ASSOCIATIVA
TESSERA 2007 – SAN FRANCESCO DI PAOLA (1507-2007)
Per celebrare questo grande Santo calabrese, del quale questo
anno ricorre il V centenario della morte e la cui devozione
è sparsa in tutto il mondo, il Consiglio Direttivo
ha stabilito, nella riunione di novembre 2006, di rappresentarlo
nella tessera sociale 2007.
L’iconografia è tratta dal quadro del santo
venerato nella Parrocchia S.Maria del Monte “Pignatelli”
a San Sostene (CZ).
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VERSAMENTO QUOTA SOCIALE 2007 (25,00 EURO) ENTRO I PRIMI
MESI
Con il presente Notiziario nr.281 viene allegato il bollettino
postale per il versamento della quota che è di 25,00
euro. L’importo, come espressamente richiesto da molti
soci, non è stato trascritto sul bollettino per lasciare
la libertà di aggiungere eventuali offerte, come
già operato nel passato.
Un ringraziamento anticipato a quanti vengono concretamente
in aiuto per arrotondare la quota che volutamente il Consiglio
ha lasciato inalterata per non creare difficoltà
ad alcuni iscritti. Si invita ad effettuare il versamento
in gennaio e si raccomanda di non scrivere dietro il bollettino
postale.
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CALENDARIETTO SATEC, IN PVC, DA PORTAFOGLIO
Anche quest’anno il socio PAOLO EMILIO CAMAIORA
della Satec ha voluto trasmettere per ogni socio un calendarietto
in pvc del 2007 con sulla parte frontale la Madonna di Oropa.
Un sentito grazie al consociato anche per aver predisposto
con professionalità la Tessera sociale.
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DATE PER RIUNIONI 2007 NELLA SEDE DI ROMA
Le riunioni per il 2007 saranno tenute a Piazza Campitelli
9 nel 1° martedì di ciascun mese, con eccezione
di gennaio che verrà tenuta nel secondo martedì,
cioè il giorno 9.
Seguiranno poi con il 6 di Febbraio: 6 di marzo; 3 di aprile:
(martedì santo); 8 di maggio; 5 di giugno; 3 di luglio.
Si sospende nel mese di agosto, che sarà chiuso per
ferie. Quindi il 4 di settembre; il 2 di ottobre; il 6 di
novembre e il 4 di dicembre.
******
2007: RINNOVO DELLE CARICHE SOCIALI - MODULO PER AUTOCANDIDATURA
Allegato al presente Notiziario gli associati troveranno
il modulo per l’autocan-didatura alle elezioni sociali
2007: Consiglio Direttivo, Collegio dei Revisori, Collegio
dei Probiviri. Ogni socio può dichiararsi disponibile
alla candidatura tenendo pre sente che le cariche sono a
titolo gratuito e che richiedono una presenza a Roma, sia
pure saltuaria, per procedere agli adempimenti connessi
alle cariche.
Il modulo è da rispedirsi in Segreteria non oltre
il 31 gennaio 2007.
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FONDO SOCIALE “GENNAIO 2007”
Un sentito ringraziamento agli associati che con la loro
offerta di immaginette sa cre permettono ad altri soci di
attingere al Fondo sociale “Gennaio 2007”.
Invitiamo coloro che avessero difficoltà a esser
presenti con 550 santini per l’iniziativa “Un
santino per ogni socio”, di partecipare, per quanto
possibile, al Fondo Sociale, con 50, 100, 170 immaginette
per ciascuna iconografia.
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COME RICHIEDERE FINO A 40 IMMAGINETTE DEL FONDO SOCIALE
I tesserati 2006 che desiderano richiedere fino a 40 immaginette
raffigurate nelle ultime pagine della presente Circolare
(nr.281 di genn/febbraio ‘07) debbono:
1-inviare il modulo allegato (con Tabelle A,B,C) ben compilato,
a:
(………………..- Roma)
2-Allegando una busta preindirizzata a se stessi, e preaffrancata:
con francobolli per euro 1,50, per la restituzione in via
prioritaria
3-Barrando:-nella Tabella A: 25 numeri; Tab.B: 10 numeri;
Tab. C: 5 numeri
4-Inscrivendo nella Tabella D il numero corrispettivo a
immaginette di proprio gradimento da aggiungere in sostituzione
di quelle richieste ma già esaurite. [….]
******
Auguri di “Buon Anno” con i santini
Il socio PAOLO MONCIOTTI di Torino ha trasmesso
i propri auguri a tutti gli associati con la riproduzione
di un santino francese.
“Prendo spunto dal santino (liberty ?) per augurare
a tutti, Consiglio Direttivo e soci A.I.C.I.S., un Felice
e Sereno Anno Nuovo!
Il santino francese, è una cromolitografia (n°
1374) edita da Bouasse - Lebel & Soufflot, 29 rue St.
Sulpice, Paris.
Riporta sul retro bianco una semplice dedica augurale (non
datata), scritta a mano con lapis, fatta da una certa Lorenzina
al fratello Antonio; mentre il pensiero stampato sul fronte
recita:
"Possa la tenerezza infinita di Dio diffondere la gioia
su voi e segnare tutti i vostri giorni con i suoi Favori
Paolo Monciott
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MOSTRE
ALESSANDRIA, 13 Gennaio - 28 Febbraio 2007 – “LOURDES
NE LA DEVOZIONE POPOLARE – 150 ANNI DI STORIA, MISTERO
E CULTURA –Mostra di pubblicazioni, immagini e oggetti
d’epoca”
L’OFTAL di Alessandria e l’Associazione
AQUERO organizzano, presso il Museo “C’era
una volta” in Piazza della Gambarina ad Alessandria,
una Mostra dal titolo: “LOURDES NELLA DEVOZIONE
POPOLARE - 150 ANNI DI STORIA, MISTERO E CULTURA - MOSTRA
DI PUBBLICAZIONI, IMMAGINI E OGGETTI DEVOZIONALI D’EPOCA”
Sarà inaugurata sabato 13 gennaio 2007 alle ore 17
alla presenza del Sig.Sindaco e di Mons.Vescovo e resterà
aperta fino al 28 febbraio.
Obiettivo della mostra è far scoprire o riscoprire
una realtà storica e sociale che ha segnato il XIX
e il XX secolo: quella della devozione popolare, attraverso
un’ampia esposizione di libri, pubblicazioni, stampe,
cartoline, immaginette sacre, foto, labari e oggetti di
varia importanza, epoca, genere, natura.
Il riferimento storico, geografico e religioso è
relativo agli eventi misteriosi e straor dinari avvenuti
a Lourdes dal 1858 ad oggi.
Si tratta di un’importante proposta culturale e artistica
offerta a tutti i cittadini e non esclusivamente rivolta
a chi tra essi vive l’esperienza della fede cristiana.
Questa mostra rappresenta una tappa dei festeggiamenti per
il 75° anniversario dell’OFTAL (Opera Federativa
Trasporto Ammalati a Lourdes) e l’avvio di quelli
per il 150° anniversario delle apparizioni di Lourdes
(11 febbraio 1858).
Organizzazioni promotrici: OFTAL e Aquero sezioni di Alessandria
Curatori: MARCELLO VENDEMMIATI, NICOLA SAVI e ROBERTO
DE SANTIS.
È disponibile il catalogo della Mostra. Per informazioni:
Nicola Savi
e-mail: nicola.savi@tiscali.it - OFTAL: Tel.0131-441080
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CASTEL BOLOGNESE (RA), 4 dicembre 2006
– 5 gennaio 2007 – Mostra “SANTI AUGURI:
IMMAGINETTE NATALIZIE D’EPOCA”
I soci PIER PAOLO SANGIORGI, MARIA LANDI e ANNA
PELVI, in occasione delle festività natalizie
hanno messo in comune le loro collezioni per realizzare
una mostra di 105 esemplari di immaginette a soggetto natalizio.
L’esposizione, già riportata nel nostro comunicato
internet www.cartantica.it, si è aperta il 4 dicembre
u.s. e presenta do cumenti informativi sull’AICIS
ricavati dal sito dell’Associazione (finalità,
circolare informativa, ecc) e continua con una breve storia
del “santino”.
La mostra vera e propria, ripercorre i passi del vangelo:
l’Annunciazione, la Visitazione e illustra in successione
i vari “quadri” della Natività: adorazione
degli angeli, dei pastori, dei magi, per finire con Gesù
Bambino. Un percorso spirituale ed artistico di grande suggestione.
La mostra, che chiuderà il 4 gennaio p.v., è
allestita presso la sala di lettura della biblioteca comunale
“Luigi Dal Pane” di Castel Bolognese in Piazzale
Poggi 6, osserva il seguente orario di apertura al pubblico:
mercoledì, venerdì e sabato 8.30-12.35 e dal
lunedì al venerdì 14.45-18.20. Info: referente
Pier Paolo Sangiorgi 0546.655827 (ore ufficio)
sito internet: http://www.comune.castelbolognese.ra.it/eventi/131.html
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ROMA, 16 dic.2006-7 gen.2006 –
Mostra di Presepi, Immaginette Sacre e Letterine di Natale
Il 16 dicembre u.s. nel Chiostro cinquecentesco della Chiesa
di S.Maria in Via, (Via del Mortaro 24), a pochi passi da
Via del Tritone, è stata inaugurata la Mostra dei
Presepi, nel cui ambito, oltre a letterine di Natale, spiccavano
le belle immaginette sacre sul tema del Natale esposte dalla
socia romana ORIETTA PALMUCCI.
Il pubblico con la propria presenza, sta confermando il
proprio gradimento per l’espo- sizione organizzata
dalla Sezione romana del l’Associazione Italiana Amici
del Presepe.
Fino al 7 gennaio sarà possibile ammirare anche un
centinaio di presepi che riproducono spaccati della Roma
di altri tempi.
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FOLLINA (TV), 2-3 dicembre 2006 – Mostra “PREGHIERE
E DEDICHE MANOSCRITTE SULLE IMMAGINETTE SACRE - I SANTINI
PERSONALIZZATI”
"Colori d'Inverno", il MercatIno di Natale a Follina,
è una manifestazione che, solo alla terza edizione,
è notevolmente cresciuta per dimensione e qualità
degli espositori.Dopo un sabato dal tempo incerto, il sole
e la mite temperatura della domenica, seconda giornata di
mercatino, hanno propiziato un'ottima affluenza di publico,
e reso questa edizione un vero successo.
Anche la mia esposizione ne ha tratto giovamento: molti
sono stati i visitatori, vivo l'interesse per l'originale
argomento della mostra, parecchie le gratificazioni che
hanno compensato il mio lungo ed impegnativo lavoro di preparazione
e allestimento!
Cito, tra quanti hanno visitato la mostra, Bru no Costella
e Natale De Biasio collezionisti della zona, Luciano Busatto
e Angelo Pava-nello collezionisti di Maerne (Ve) e Anna
Facchi giovane collezionista di Collebeato (BS).
Annunciati, hanno dovuto purtroppo da re forfait: per imprevisti
impegni Stefano Fasoli di Sommacampagna (VR), pre sente
su Internet col sito museodelsantino.it e per indisposizione
Lorenzo Cimenti di Tricesimo (UD).
In una delle due sale espositive erano presentati 2 pannelli
con 36 santini personalizzati dalle manoscritte iscrizioni
all'Associazione della Santa Infanzia, o alla Pia Opera
del Sacro Cuore, o alla Corona Vivente dell'Addolorata,
ecc., e tre bacheche contenenti 42 immaginette ritagliate,
scritte e dipinte a mano.
Erano inoltre esposti cartelli esplicativi dell'AICIS, del
sito Cartantica, delle Pubblicazioni srl (Album dei Santini)
e della Barbieri Editori con i cui santini merlettati erano
allestiti albero e presepe. Nella seconda saletta le 4 pareti
erano tappezzate da 143 "quadretti" su cui erano
esposti santini in originale con copia del loro retro ingrandito,
al fine di rendere leggibile le preghiere o dediche ivi
manulamente scritte.
Per esigenze di spazio le immaginette in copia inviate dai
consoci AICIS erano presentate, in numero limitato, su un
raccoglitore al tavolo.
Per la prossima edizione di Pasqua 2007, che sarà
più ampia di spazi, più mirata nella scelta
di preghiere e dediche, più preziosa per pezzi antichi
che ho da poco acquisito, sarà dato il risalto che
merita anche a questa fattiva collaborazione di quanti hanno
risposto al mio appello e che nuovamente qui ringrazio.
Concludo riportando, dal libro delle firme, il commento
più bello lasciatomi dalla ragazza di Brescia sopra
citata:"Complimenti per la buona riuscita dell'esposizione:
l'ambiente fresco acco gliente e famigliare, fa della mostra
un gioiello spirituale da ricordare nel tempo. Buon Natale
e.....alla prossima!"
MARIO TASCA
NB-Informo che sul sito: http//www.cartantica.it , alla
sezione "Collaborazioni varie" è visibile
la pagina: "LE MOSTRE DI SANTINI DI MARIO TASCA".
Un grazie alla socia Patrizia di Cartantica che ha voluto
ospitarmi sul suo bellissimo sito!
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TORRI DEL BENACO (VR), 17 dicembre 2006 – 6 gennaio
2007 –
Mostra di santini: “SAN GIUSEPPE E LA SACRA FAMIGLIA”
Il socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese
(VR) ha allestito a Torri del Bena-co (vedi foto sotto,
dal sito: http://www.comune.torridelbenaco.vr.it/
) una mostra di immaginette sacre dal titolo “San
Giuseppe e la Sacra Famiglia” che ha aperto i bat
tenti il 17 dicembre u.s. e chiuderà il 6 gennaio
2007.
La mostra rientra nell’ambito delle manifestazioni
organizzate dal Comune di Torri del Benaco per il concorso
a premi “Natale 2006” riservato alle Associazioni
locali, che per l’occasione hanno esposto nelle vie
del lungolago una serie di Presepi.
Ed è il Circolo dei Collezionisti del luogo che per
l’occasione ha organizzato l’esposizione nella
Chiesetta dei Caduti al Porto due collezioni sul tema in
concorso, e cioè “Il Natale nei francobolli”,
preparata dagli alunni della classe quin ta elementare e
la mostra di immaginette devozionali “San Giuseppe
e la Sacra Famiglia” del nostro socio G.Zeni di Caprino
Veronese.
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CISLAGO (VA), 9-10 dicembre 2006 – Mostra: “NON
SOLO NATALE”
Come annunciato a novembre sul nostro spazio di www.cartantica.it,
il socio LUCIANO GALBUSERA di Cislago nell’ambito
del Mercatino di Natale, che si è svolto in Cislago
nei giorni 8-9-10 dicembre, ha allestito presso le Scuole
Elementari una mostra di immaginette devozionali sulla tematica
“Non solo Natale”.
Egli ha presentato immaginette della sua collezione inerenti
al tema natalizio, ma ha anche spaziato su tematiche affini.
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MISILMERI (PA), 22 dic.2006 – 7 gennaio 2007 –
Mostra “IL SANTO NATALE”
“Natale tra le rive dell'Eleuterio”: questo
il titolo della mostra natalizia realizzata nel mio paese
e inaugurata dal Sindaco il 22 dicembre 2006 e che rimarrà
aperta ai visitatori fino al 7 Gennaio 2007.
In tale esposizione sono esposti: scarabattole dell'800,
bambinelli in ceroplasta, presepi napoletani, presepi in
ceramica siciliana.
E non potevano mancare i santini. Mi hanno chiesto di esporne
un congruo numero a tema natalizio. Ci sono: canivet francesi,
cromolito grafie, santini della Terra Santa, e immaginette
contemporanee.
La mostra ha avuto il patrocinio del comune di Misilmeri.
ANTONINO COTTONE
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In progettazione: Mostra itinerante nel Lazio di immaginette
sacre sul tema:
1917-2007: 90° ANN.RIO DELLE APPARIZIONI DI FATIMA
Il socio PROSPERI MAURIZIO di Cisterna
di Latina sta curando un progetto di una mostra itinerante
di immaginette sacre presso i Santuari della regione Lazio
in occasione del 90° anniversario delle apparizioni
della Madonna di Fatima.
Prosperi invita pertanto tutti i soci a parteciparvi anche
solo con 10 immaginette della Vergine di Fatima o dei pastorelli,
(ovviamente, molto meglio se in maggior numero) e attende
una celere conferma (e-mail: p.maurizio@email.it o cell.392-7164.024),
comunque entro il 31 gennaio 2007.
Sarebbe interessante una partecipazione rappresentativa
di soci da tutte le regioni italiane! Telefonate!
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VEROLENGO (TO), 8-10 dic.2006–Mostra “LE MISSIONI
E IL SANTO NATALE”
A Verolengo, in provincia di Torino, l’associazione
di cultura, società e tempo libero IL CONFRONTO
ha organizzato una manifestazione per raccogliere fondi
per le Missioni.
In tale ambito la socia ANTONELLA BORDONARO ZANLORENZI
ha allestito una mostra di immaginette devozionali con materiale
della propria collezione.
Ha partecipato all’esposizione anche il Vice
Presidente AICIS RENZO MANFE’ di Roma.
La mostra, sul tema “Le missioni e il Santo Natale”
è stata inaugurata l’8 dicembre in Via Casa
Parrocchiale a Verolengo, presso la sede dell’Associazione
“Il Confronto”, ed è rimasta aperta al
pubblico fino al giorno 10 successivo.
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BOLOGNA, 22Dicembre 2006–6 Gennaio.2007 –
Mostra di immaginette devozionali:
“IL SANTO BAMBINO E LA VERGINE MARIA”
L’Opera Pia “IL PANE DI SANT’ANTONIO”
di Bologna, diretta dalla Dr.sa MARA ANDREOTTI,
nostra socia, con la collaborazione del C.E. I.S.
– Collezionisti Emiliani di immaginette sacre
di Bol gna, e con il patrocinio dell’IBC,
Istituto pei i Beni Librari, il 22 dicembre, ha inaugurato
la tradizionale mostra di santini antichi che sempre tanto
successo di pubblico riscuote (3-5 mila persone ogni volta).
L’esposizione è stata allestita, come di consueto,
presso la Basilica di S.Salvatore, Via Cesare Battisti angolo
Via Volto Santo.
Gli organizzatori si sono avvalsi di diversi espositori,
ma tra tutti spicca il materiale del nostro socio FILIPPO
BRICCOLI di Ravenna. Egli infatti ha presentato
alcuni rari “Bambini vestiti o manufatti” che
fanno parte della sua ampia raccolta, unica in Italia per
quantità e diversità di tipologie. Il Consiglio
Direttivo AICIS ringrazia il socio Briccoli per questa preziosa
collaborazione e disponibilità offerta agli amici
del CEIS di Bologna
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CURIOSANDO TRA LIBRI E SANTINI
LE SERIE “ROSETUM” ED “SL”
Le Serie “Rosetum” (AR) e “S.L.”
(EVVV) disegnate da Johannita von Fritz
Ad integrazione degli articoli relativi alla Rubrica: “Le
principali ditte di santini” apparsi nelle
circolari informative 278-279, il socio Sergio Montanari
di Reggio Emilia ci comunica di aver raccolto l’intera
Serie denominata Rosetum (AR), eccetto il n. 50 che si aspetterebbe
di ottenere per scambio, o almeno in fotocopia da un socio
AICIS.
Dal nome dell’autrice il socio Attilio Gardini è
riuscito, contattando la casa provinciale dell’Ordine
di appartenenza, (Internet: http://www.kath.ch/kloster-menzingen/defaultit.htm;
www.institut-menzingech), a delineare la biografia di chi
dipinse queste straordinarie immaginette.
L’autrice della prestigiosa Serie Rosetum (AR) è
Suor Johannita von Fritz (al secolo Margarete) che nasce
in Austria a Innsbruck il 6 luglio 1908 per tornare alla
Casa del Padre il 15 febbraio 1981, da Besozzo (VA).
Tirolese d’Austria, figlia unica di agiata illustre
famiglia, da piccola la nostra pittrice risponde al familiare
nome di Gretel.
I suoi genitori pur riponendo ogni più bella speranza
sulla figlia, la vedono a 19 anni lasciare la casa e la
patria e ogni più allettante prospettiva del mondo,
per entrare come aspirante presso le Suore di Carità
della Santa Croce di Ingenbohl (Svizzera), sul lago dei
Quattro Cantoni, una Congregazione di ispirazione francescana,
fondata a metà dell’800 dal Padre Cappuccino
Teodosio Fiorentini (1808-1865) e da Madre Bernarda Heimgartner
(1822-1863).
La Svizzera la vede alunna interna nell’Istituto Theresianum
di Ingenbohl e studentessa alla Scuola d’arte di Lucerna
dove, ancora candidata, prosegue la frequenza per acquisire
l’abilitazione all’insegnamento del disegno.
Ma il Signore aveva prevenuto tutti i suoi maestri, per
averle donato uno squisito senso artistico e un gusto particolare
per il bello e per la natura, doti eccezionali che l’accompagneranno
e la sosterranno nella sua instancabile attività.
Il 30 marzo 1931 a Ingenbohl emette i primi voti religiosi,
per confermarli perpetui, nel 1937.
Suor Johannita passa da Ingenbohl alla Provincia Italiana
di Besozzo (VA) nel 1924, dove si inaugura un collegio femminile
con annessi Corsi di Lingue italiana e straniere per allieve
di diverse nazionalità. I filiconici faranno un sobbalzo
nel leggerne il nome: “Istituto Rosetum”.
Caro vecchio nome familiare dell’omonima serie, che
adesso acquista una profondità evocativa ancora maggiore,
abbinandolo all’immagine di Johannita: suora, artista
e docente! Proprio qui al Rosetum trascorre la sua vita,
tranne cinque anni a Varese.
Negli anni giovanili, tra il 1945 e il 1954, mentre la sua
esistenza scorre nell’insegnamento al Rosetum, va
a dar vita alla nostra cara collana: la serie “Rosetum”
della Ditta “AR” che consta di 251 dolci e armoniose
immaginette.
Dal n. 1 al 145 illustra soggetti vari; - dal n. 146 al
n. 200 dipinge le Litanie lauretane; - dal n. 201 al nr.
207 narra il Padre nostro, quindi dal nr. 208 al n. 236
riprende nuove tematiche religiose, per concludere dal n.
237 al n. 251 con i Misteri del Rosario.
Riproduzione a colori su cartoncino avorio; margine liscio
o leggermente frastagliato; Il colore oro è presente
come riempitivo di componenti ed emblemi; Pr. AR; R: “Immagine
simbolica con citazione evangelica in lingua latina”,
V: “Bianco per poter stampare anniversario o invito
a un evento celebrativo”, Serie ROSETUM, da 1 a 251,
Dep.; Milano, 1945-’54; 63x120 mm.
In quegli anni anche la ditta milanese “EVVV”
stampa le dolci raffigurazioni della nostra, producendo
santini marcati nel Recto, a destra, da una sigla costituita
da un cerchio diviso in quattro parti recanti le citate
lettere e a sinistra dalla numerazione della serie, chiamata
S.L.
Riproduzione a colori con decorazioni dorate, su cartoncino
bianco; margine liscio; Pr. EVVV; R: “Immagine simbolica
con citazione evangelica in lingua latina”, V: “Bianco
per poter stampare anniversario o invito a un evento celebrativo”,
Serie S.L., numerazione riscontrata da 1 a 48; Milano, 1945-’54;
68x118 mm.
Un progetto poderoso che Sr.Johannita realizza con umiltà,
sensibilità e buon gusto, nella scelta di simboli
rievocativi che rimandano facilmente alla Parola di Dio.
Dotata di un profondo senso liturgico sa ideare e preparare
i bozzetti in colore delle diverse immagini pronti per la
stampa. Non avendo possibilità di procedere alla
pubblicazione, l’Istituto commissiona la produzione
di santini ad alcuni stabilimenti grafici milanesi (AR,
EVVV, e forse altri).
Dotata di un carattere vivace e creativo, sa rendersi utile
in ogni condizione, qualità che la distingue, spingendo
talvolta all’incredibile la sua attività instancabile.
Sa esprimere con una particolare nota artistica ogni sua
iniziativa dal giardinaggio alle composizioni floreali,
dai lavori in vimini al macramé, fino alla ceramica
dove realizza vasi e statuette di creta modellati con gusto
e competenza. Nel 1965 il suo stato di salute consiglia
un trasferimento alla Casa Provincializia sempre a Besozzo,
dove resta fino al transito del 15 febbraio 1981. Le sue
spoglie riposano nella Cappella della Congregazione, nel
Cimitero di Besozzo (VA).
Attilio Gardini
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IL 70% DEGLI ITALIANI INVOCA I SANTI, PADRE PIO SU TUTTI
ROMA - E' Padre Pio il santo più invocato dagli italiani
e, di gran lunga, il più appiccicato sui vetri delle
auto e dei camion. Il frate di Pietrelcina stacca tutti,
compresi Gesù e la Madonna, nella "classifica"
degli esempi di santità a cui gli italiani si rivolgono
per chiedere aiuto, come emerge - in coincidenza con la
festa di Tutti i Santi - da un sondaggio sulla fede popolare
effettuato da Swg per Famiglia Cristiana, che col numero
in edicola questa settimana inizia la pubblicazione di una
serie di 13 volumi su "I Santi nella storia".
La ricerca telefonica su un campione nazionale di cattolici
praticanti ha stabilito che al 70% dei contattati è
capitato di invocare l'aiuto di un santo.
Di questi, il 31% si è rivolto a Padre Pio, il 25%
a Sant'Antonio, il 9% alla Madonna.
Seguono col 7% San Francesco, col 4% Santa Rita e San Giuseppe,
col 2% Gesù, con l'1% San Gennaro, San Rocco, Madre
Teresa di Calcutta, Sant'Agata e San Gerardo.
"Nessuna meraviglia", commenta don Tonino Lasconi,
parroco a Fabriano, autore di decine di volumi sul rinnovamento
della catechesi, secondo il quale "appare un'Italia
ancora radicata in una fede popolare".
"Ma il fatto che la Madonna e Gesù sono pochissimo
invocati - aggiunge -, che la preferenza va ai santi, che
non si capisce che i piani sono diversi, è il segno
che i nostri cristiani sono ignorantissimi, dopo anni di
catechesi e di ora di religione".
Il 71% degli intervistati - in particolare le donne e gli
abitanti delle isole - dichiara di avere in casa, in automobile
o di portare con sé immagini di santi: anche qui
è in testa Padre Pio (48%) davanti a Sant'Antonio
(18%) e alla Madonna (15%).
Seguono col 7% San Francesco , col 3% Santa Rita, col 2%
San Giuseppe e Gesù Crocefisso, con l'1% San Cristoforo,
San Michele, Madre Teresa e Santa Chiara.
Significative differenze emergono in relazione alla zona
di residenza: nel Nordovest prevalgono le immagini di San
Francesco, nel Nordest e nelle isole quelle della Madonna,
nelle regioni del Centro si predilige Santa Rita, mentre
nel Sud prevale Padre Pio (71%). Qualche sorpresa viene
fuori sulle figure dei santi patroni.
Se il 75% ricorda che è San Francesco il patrono
d'Italia, il 4% cita San Benedetto e, anche qui, Padre Pio
(il 16% 'non sa').
Riguardo alla patrona d'Italia, poi, solo il 37% sa che
è Santa Caterina da Siena, mentre il 24% cita Santa
Chiara, l'8% Santa Rita da Cascia, il 2% Santa Lucia e addirittura
la spagnola Santa Teresa d'Avila (mentre il 27% 'non sa').
I patroni di grandi città come San Marco per Venezia,
Sant'Ambrogio per Milano e San Gennaro per Napoli, sono
noti a oltre l'80% degli intervistati, con una punta del
96% nel caso del protettore dei partenopei. Meno conosciuti
risultano invece la patrona di Palermo (Santa Rosalia, nota
solo al 51%) e il protettore di Bologna (San Petronio, che
raggranella un misero 29%). E se il 56% del campione è
al corrente che San Biagio è il santo invocato contro
il mal di gola, parecchia confusione permane sul patrono
degli studenti: solo il 13% sa che si tratta di San Giuseppe
da Copertino, mentre quasi un quarto del campione 'vota'
per San Giovanni Bosco (23%) e un buon dieci per cento si
fa trarre in inganno dal nome di Santa Scolastica. Don Lasconi
si mostra preoccupato soprattutto da ciò che il sondaggio
dice sui giovani: "chi invoca un santo - spiega - è
avanti nell'età.
Ai bambini non parliamo più dell'Angelo custode o
del santo patrono.
Le processioni sono ormai roba da comitato parrocchiale.
I santi aiutano a testimoniare la fede nella storia. Non
si può pensare che tutto finisca con la Messa e i
convegni. Senza i santi - conclude - la fede svanisce".
(fonte ANSA 01/11/06).
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LE PRINCIPALI DITTE DI SANTINI - I SANTINI DELLA DITTA
“AR”
Il nostro socio Sig. Giuseppe Tamburini,
nel compiacersi di quanto descritto in merito, desidera
collaborare nel definire, in modo ancora più esaustivo,
le serie della ditta AR e comunica le seguenti informazioni
a completamento dei precedenti articoli di Monciotti-Gardini.
- Offset a colori con margine zigrinato e
bordo dorato, n. rilevati 2-30, Pr. AR Dep. Serie D XX,
R: “Gesù Bambino con angeli: Opere di Adelina
Zandrino”, V: “Bianco”, Milano fine anni
‘40, 59x102 mm.
- Offset a colori con margine liscio, n. rilevati
2-66, Pr. AR Dep. Serie Turris XX, R: “Sog-getti mariani”,
V: “Bianco”, Milano, anni ‘60, 60x104
mm.
- Stampa a colori su cartoncino, n. rilevati 21-71, Pr.
AR Dep. Serie CL XX, R: “Opere religiose famose”,
V: “Bianco con titolo dell’opera”, Milano,
fine anni ’50 inizio ’60; 68x105 mm.
- Stampa a colori su cartoncino, con margini
lisci, n. rilevati 2-24, Pr. AR Dep. Serie Missa, R: “Temi
eucaristici, con didascalia”, V: “Bianco”,
Milano, anni ’60; 65x110 mm.
- Pagellina, Stampa a colori su cartoncino,
con margini lisci, n. rilevati 2-30, Pr. AR Dep. Serie Alba
–Serie Oro, R: “Temi per Prima Comunione”,
V: “Bianco”, Milano, anni ’60-‘70,
70x120 mm.
- Pagellina, Stampa a colori su cartoncino
beige, con margini lisci, n. rilevati 1-25, Pr. AR Dep.
Serie P-12-C/XX – P-13-C/XX –Serie P-14-C/XX
– Serie P-16-C/XX, R: “Temi per Prima Comunione”,
V:“Bianco”, Milano, anni ’60 (84x117)(88x127)
mm.
- Luttini: Stampa a seppia (BN) su cartoncino
(anche a pagellina), con margini lisci e angoli retti, n.
rilevati 1500-2000, Pr. AR Dep.Serie XXXX, R: “Temi
per esequie, con didascalia”, V: “Bianco per
stampa”, Milano, anni ’18 –‘40,
71x116 mm.
- Mignon: - Offset a colori con margine liscio e angoli
retti, n. rilevati 6-168, Pr. AR Dep. Serie B XXX –Serie
LR XX, R:“Soggetti per l’infanzia”, V:
“Bianco”, Milano, anni ‘50, 40x80 mm.
Giuseppe Tamburini
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PERCHE’ I SANTI HANNO L’AUREOLA?
L'aureola significa la gloria accidentale dei beati che
deriva loro dalle particolari opere che fecero in vita e
dal modo in cui essi si sono santificati.
L'uso del termine aureola, per denominare questo tipo di
gloria, deriva da un'interpretazione allegorica di San Beda
(673-735) di Es 25,25, riportata nella Glossa ordinaria
(1).
Questo versetto contiene le indicazioni date da Dio a Mosè
su come costruire la tavola dei pani della presentazione
(2). Riporto qui il testo di Es 25, 24-25: "La rivestirai
d\'oro puro e le farai intorno un bordo d'oro. Le farai
attorno una cornice di un palmo e farai un bordo d\'oro
come sua cornice".
L'espressione bordo d'oro come sua cornice (ebr.: zêr
zahab lemis.gartô s.âbîb) viene tradotta
dalla vulgata con alteram coronam aureolam (= seconda corona
d'oro, attorno alla cornice della tavola, rispetto ad una
prima direttamente attorno al piano della stessa) (3).
San Beda scrisse, a proposito di questa aureola, che "in
questa corona rientra il cantico nuovo che solo i vergini
canteranno al cospetto dell'agnello"; san Tommaso commenta
affermando che "da ciò risulta che l'aureola
non è una corona comune a tutti, ma offerta ad alcuni
in particolare" (S. Th., Suppl., 96,1,s.c.). La beatitudine
essenziale comune a tutti e che consiste nella visione beatifica
di Dio sarebbe significata dalla prima corona d'oro posta
direttamente intorno al piano della tavola.
Non ripugna alla ragione che, in Paradiso, il ricordo del
bene fatto possa procurare gioia ai beati: tanto più
che questi comprendono tutto il valore delle loro opere
buone, perfettamente conformi alla volontà di Dio
e motivo particolare del premio eterno. È dunque
appropriata la definizione di San Tommaso, che definisce
l'aureola come una certa gioia per le opere compiute, che
hanno l'aspetto di eccellente vittoria (S. Th., Suppl.,
96,1,c.); certa gioia: certa perché non sarà
una gioia oltre la beatitudine, ma compresa nella beatitudine
derivante dalla visione di Dio; l'Aquinate chiama questa
gioia anche un certo premio accidentale (S. Th., Suppl.,
96,1, c.). […] (Fonte: Totus tuus.it)
Don Alfredo Morselli
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SCRITTORI, SANTI E SANTINI - I SANTINI DELLA MONACA DI MONZA
a cura di E.Emme
(A.Manzoni “I promessi sposi”, ediz.1840)
“Quando venne alla luce, il principe suo padre, volendo
darle un nome che risvegliasse immediatamente l’idea
del chiostro, e che fosse stato portato da una santa d’alti
natali, la chiamò Gertrude. Bambole vestite da monaca
furono i primi balocchi che le diedero in mano; poi santini
che rappresentavano monache, e que’ regali eran sempre
accompagnati con gran raccomandazioni di tenerli ben da
conto, come cosa preziosa con quell’interrogativo
affermativo: “bello eh?”.
Marianna de Leyva, è meglio conosciuta
come la Monaca di Monza resa famosa dal libro "I
promessi sposi" scritto da Alessandro Manzoni.
Nasce nel 1575. A 13 anni, su pressioni della famiglia entra
nel noviziato di Santa Margherita di Monza, che all'epoca
ospitava una ventina di monache. Il 26.8.1591, trascorso
il periodo di noviziato, l'arcivescovo autorizza la richiesta
delle novizie di ricevere la professione.
Il 12.9.1591 compie la Professione e diventa Suor Virginia
Maria.
Nel 1597 diviene responsabile dell'educande ed in quanto
"signora" di Monza esercita autorità feudale
sulla cittadina e gode di ampia libertà nel convento.
Muore il 7 gennaio1650.
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CON VIL GRANATA IN MANO CHE MAI FATE, O GESU’
La prof.sa ELISABETTA GULLI GRIGIONI ci ha fatto pervenire
l’unito suo articolo pubblicato sulla Rivista bimestrale
“CHARTA” NR. 85 DI NOVEMBRE-DICEMBRE 2006.
Il periodico bimestrale “CHARTA”,
che spesso riporta gli articoli della nostra socia Elisabetta
Gulli Grigioni, nato dal desiderio di colmare un vuoto nel
mondo delle pubblicazioni specialistiche italiane, è
indirizzato non solo ai dotti bibliofili e grandi collezionisti
della carta, ma anche al pubblico più vasto, e non
per questo meno interessato (e interessante), dei frequentatori
dei mercati, tappa oramai d'obbligo nella vita di ogni città
d'Europa che si rispetti.
L'orgoglio di questa rivista sta infatti nell'essere diventata
dal 1992 un prezioso referente per coloro che, senza la
pretesa di concorrere alle aste librarie internazionali
o di acquistare rari esemplari presso le grandi librerie
antiquarie, trovano nei servizi di CHARTA, curati sempre
da penne esperte e appassionate, un valido contributo alla
propria competenza, acquisendo quelle informazioni anche
di mercato necessarie ad ampliare i singoli orizzonti collezionistici.
"Anni fa, scrivendo sul collezionismo
di “santini”, mi capitò di fare cenno
ad alcuni luoghi, in vario modo ufficializzati, in cui sono
segnalati giacimenti cospicui di immaginette devozionali
conservati in regime musicale cioè dotati di catalogazione
di base, con più o meno facile possibilità
di accesso alla consultazione, stabilmente o almeno frequentemente
proposti al pubblico mediante mostre oppure attraverso opere
di studio e di riproduzione.
Tra questi, è utile ricordarlo a collezionisti e
studiosi poiché l’esistenza di tali centri
sembra essere spesso gravemente ignorata o dimenticata,
il Centro Studi Antoniani di Padova, la Civica Raccolta
delle Stampe “A.Bertarelli” di Milano, il Gabinetto
delle Stampe del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni
Popolari di Roma, l’Archivio Storico della Curia Vescovile
e della Biblioteca Capitolare di Verona, il Centro Studi
Storico Religiosi del Friuli Venezia Giulia di Triste, il
convento dei Cappuccini di Bassano del Grappa, il Centro
Francescano di Docenza, l’Archivio Storico della Santa
Casa di Loreto, il Museo del Paesaggio di Verbania Pallanza,
il Centro di documentazione storica e popolare mariana del
Santuario di Santa Maria Ausiliatrice di Torino.
Aggiungerò solo, come aggiornamento simbolico, poiché
questo non è né il momento, né il luogo
per più lunghi elenchi, il Museo dei Beni Culturali
Cappuccini di Milano, ospite di una ricca raccolta che nel
2004 acquistò visibilità attraverso una mostra
e un catalogo."
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L’IMMAGINE SACRA NEL COSIDDETTO “COLLEZIONISMO
MINORE”
In questi ultimi anni, grazie al moltiplicarsi in tutta
Italia di mercatini di collezionismo e di antiquariato e
alla pubblicazione di varie riviste e cataloghi specializzati,
si è andata sempre più diffondendo la moda
di collezionare di tutto. Per rimanere in tema alla mia
passione di collezionista-cultore di “santini”,
mi sono interessato a ricercare nei vari settori particolari
del cosiddetto “collezionismo minore” soggetti
e/o motivi che avessero in comune l’immagine sacra.
In questo secondo articolo vado a presentare le Etichette
di vini, liquori o bevande in genere.
Le etichette sono nate per contrassegnare la bevanda più
diffusa e antica del mondo: il vino.
Ogni qualità di vino è diversa dall’altra,
ciò è dovuto a diversi fattori quali le caratteristiche
del terreno dove sono i vigneti, la varietà dei vitigni,
le diverse pratiche di vinificazione e soprattutto le condizioni
climatiche; tutti questi fattori appunto influiscono e determinano
le proprietà organolettiche come l’odore, il
sapore ed il colore dell’uva e quindi del vino stesso.
Ogni vino si deve dunque contraddistinguere oltre che per
la cosiddetta “anna ta” anche per la sua origine
che può essere DOC (a Denominazione di Origine Controllata)
o DOCG (a Denominazione di Origine Controllata e Garantita),
da quì la necessità dell’uso dell’etichetta.
Il vino che viene prodotto in quasi tutto il mondo deriva
da un tipo di vite detto “Vitis vinifera” le
cui origini risalgono al IV millennio a.C. nell'antica Mesopotamia.
In seguito la cultura del vino si diffuse in tutto il Mediterraneo
ed ebbe un ruolo importante nei costumi della civiltà
greca prima e di quel la romana poi.
Dopo la caduta dell'impero romano la produzione di vino
diminuì ma sopravvisse grazie ai monaci in quanto
necessario per la celebrazione della Santa Messa.
Riprese il suo sviluppo soprattutto nel XVII secolo grazie
alla introduzione delle bottiglie di vetro e all’uso
del tappo di sughero che permise una migliore e duratura
conservazione di questa bevanda. Ad un monaco, Dom Pérignon,
cantiniere dell'abbazia di Hautvillers, si deve verso la
fine del XVII secolo l’invenzione dello “champa
gne” dal nome della regione di produzione, e sembra
appunto sua la più antica eti-chetta che si conosca.
.
Egli infatti etichettò le bottiglie con una pergamena,
che ve niva legata al collo della bottiglia con un pezzo
di spago, dove indicava l’annata e le vigne d’origine.
Nella seconda metà dell’800 un insetto, la
fillossera, mise in pericolo le viti europee e solo grazie
ad un innesto tra i vi-tigni americani resistenti alla fillossera
sulla Vitis vinifera europea si riuscì a scongiurane
la scomparsa.
Questo secolo vide la nascita gran di cantine in tutta Europa
e, quindi, il diffondersi delle varie etichette.
Per quanto ci riguarda Italia le etichette più antiche
sono di produttori piemontesi, fornitori della Casa Reale
Savoia. Ma si cono-scono anche etichette siciliane, e del
Granducato di Toscana. Tra le più antiche quelle
della ditta delle bottiglie di Vermouth della ditta “Francesco
Cinzano” di Torino.
Le prime etichette italiane riproducevano gli stemmi araldici
delle famiglie produt- trici o scene di vita contadina legate
per lo più alla vendemmia, poi i temi si sono allargati
toccando i tutti più svariati campi.
Lo stesso discorso vale per le etichette di liquore, birra,
acque minerali o altre bevande. Per quanto riguarda la tematica
religiosa esistono svariate etichette con raffigurazioni
a carattere religioso, Santi, Sante o Madonne venerati nella
terra di produzione o che hanno un legame col vino o la
vite.
-“FRANCESCO” - Rosso di Assisi – S. Francesco
d’Assisi – Tratto da un affresco di Simone Martini.
-“CHIARA” - Bianco di Assisi – S. Chiara
– Tratto da un affresco di Simone Martini.
-“FRASCATI” – SAN MATTEO – Raffigurazione
del Santo mentre vendemmia.
-“LIEBFRAUNNILERH” – Madonna con un grap
polo d’uva in mano e Bambino.
-“VALPOLICELLA” – S. AMBROGIO –
Il Santo Vescovo protettore di Milano.
-“VALE DO VOUGA” – POSADA DE SANTO ANTONIO
– S. Antonio col Bambino in braccio.
-“SALICE SALENTINO” – S. Mar-tino taglia
il suo mantello per darlo ad un povero.
-“PINOT BIANCO” – S. Osvaldo.
-“PROSECCO DI VALDOBBIADENE” – Santa Eurosia.
-“LIQUORE MADONNA DEL FRASSINO” – Apparizione
della Madonnina.
-“SINT LAURENT – BIRRA DOPPIO MALTO” –
Il Santo in procinto di bere un bicchiere di birra.
Giancarlo Gualtieri -Via G. Tomasi di Lampedusa, 9 - 00144
Roma
Tel. 065014343 Cell. 3476106758 e-mail. giancarlogualtieri@tin.it
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IL CALENDARIO SPIRITUALE
Negli ultimi anni del XIX secolo, prima che si diffondesse
l’abitudine di formulare gli Auguri di Buon Anno,
regalando un calendarietto tascabile con un’immaginetta
sacra sul fronte della copertina, così da portarlo
addosso contro ogni male o tentazione, in Francia era in
uso formulare gli auguri di Buon Natale e Buon Anno con
un calendarietto.
Esso era sempre a tema religioso. E pur non riportando giornalmente
il Santo ricordato nel Santorale, unitamente agli immancabili
auguri, in una cornice piacevolmente decorata con festoni
e simboli religiosi, il suo interno era dedicato a pensieri
e massime.
L’ultima pagina infine riportava il calendario spirituale,
che la Chiesa cattolica dedica a ciascun mese dell’anno.
Il calendario era così composto:
-Gennaio, dedicato alla S. Infanzia
-Febbraio, dedicato alla S. Famiglia
-Marzo, dedicato a S. Giuseppe
-Aprile, dedicato alla Passione di Cristo
-Maggio, dedicato alla SS. Vergine Maria
-Giugno, dedicato al S. Cuore di Gesù
-Luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue
-Agosto, dedicato al Sacro Cuore di Gesù
-Settembre, dedicato alla Santa Croce
-Ottobre, dedicato ai Santi Angeli
Novembre, dedicato alle Anime del Purgatorio
Dicembre, dedicato al Divino Salvatore.
I cultori ed i collezionisti di immaginette Sacre, ben conoscono
questa produzione, in cui, validi artigiani e specialisti,
sfruttando anche le tecniche innovative del tempo (litografia,
fotografia), crearono un particolare tipo di immagini, facendo
riferimento alle grandi passioni umane, quale punto di partenza
per il ciclo della vita, ricorrendo ai Santi ed ai fatti
biblici evocando le loro storie, opere, pensieri e miracoli,
per trasmettere agli uomini le loro virtù.
Nel contempo, con chiaro intento promozionale e didattico,
i monaci trappisti di Aiguebelle – di cui abbiamo
avuto modo già di occuparci in passato – distribuivano
immaginette con soggetti e temi dIversi (storia, religione,
scienze, etc.).
Quelle religiose avevano anche una funzione catechista,
posto che, serie prodotte in bello stile e splendidamente
raffigurate, evocavano la storia del Vecchio Testamento,
dei Profeti, del Nuovo Testamento, i Miracoli di Gesù,
gli Apostoli, ecc.
Insomma le Immaginette sacre prodotte dei monaci trappisti
non erano riferite al solo Santo raffigurato, ma all’intera
sua vita o ai fatti che aveva vissuto o ad episodi della
Cristianità (Miracoli, Misteri, Parabole, Martiri,
Patroni, Grandi Feste, Cerimonie cattoliche, etc.).
Una delle serie sopra accennata era dedicata proprio ai
Mesi religiosi, e ricalca nella ricorrenza quello già
innanzi descritto nel Calendario Spirituale.
Ogni mese, in chiave sacra, viene caratterizzato da un preciso
aspetto religioso e la serie è composta da 12 immaginette
in cromolito, con la raffigurazione del Santo, con emblema
ed attributi, mentre sul verso è riportata, oltre
alla preghiera, anche il consiglio di un libro di devozione
per la lettura relativo all’argomento o al personaggio
trattato.
La serie è così composta:
- Gennaio, mese di S Francesco di Sales
- Febbraio, mese della Santa Famiglia
- Marzo, mese di S. Giuseppe
- Aprile, mese della Passione
- Maggio, mese di Maria
- Giugno, mese del Sacro Cuore
- Luglio, mese di Maria Maddalena
- Agosto, mese di S. Pietro
- Settembre, mese del Pellegrino
- Ottobre, mese del S. Rosario
- Novembre, mese delle Anime del Purgatorio
- Dicembre, mese dei Pastori
Come si nota la differenza tra i due Calendari è
minima e ancora oggi la chiesa dedica queste ricorrenze
nel mese in cui solennemente vengono festeggiate o ricordate.
Saverio Vitagliano
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Sulla stessa tematica:
CALENDARIO SPIRITUALE DELL'ANNO
".Come oggi anche in passato andavano
di moda i calendari augurali (sicuramente meno illustrati)
per un Buono e Santo ANNO NUOVO.
A chi/cosa è dedicato il mese, con la pratica, è
riportato sulla quarta facciata del santino francese, a
pagellina, n° 469, cromolitografia edita da V.ve D.
Saudinos - Ritouret, 2, 4 & 6 Pl. St. Sulpice, Paris
(non datato).
Gennaio: mese della Santa Infanzia
Febbraio:mese della Santa Famiglia
Marzo: mese di San Giuseppe Aprile: mese della Passione
Maggio: mese di Maria Giugno: mese del Sacro Cuore
Luglio: “ del Preziosissimo Sangue
Agosto: mese del S.Cuore di Maria
Settembre: mese della Santa Croce Ottobre: mese dei Santi
Angeli
Novembre: mese delle Anime del Purgatorio
Dicembre: mese del Divin Salvatore
Superflua è l'illustrazione di ogni
mese del calendario perché nella nostra mente si
stampano chiare le immaginette, relative ai mesi, presenti
nella nostra raccolta. BUON 2007!
Paolo Monciotti
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“UN SANTO AL GIORNO” di Rino Camilleri –
Ediz.Piemme – Euro 18.00
Giorno per giorno, secondo il calendario, il breve profilo
di un santo o di un beato di cui si fa memoria in quella
data.
Ogni ritratto schizza con piacevole vivacità la vita,
le opere, gli aneddoti, la spiritualità. Una miniera
di notizie e curiosità sui personaggi più
illustri della storia del cristianesimo cari al la devozione
popolare. Sono eroi della fede e campioni di umanità,
che presentano al lettore una santità talvolta straordinaria
e sorprendente, ma più spesso quotidiana e concreta.
Una santità fatta sì di miracoli, ma anche
di pazienza, di fatica, di tragica sofferenza. I santi sono
gli amici di Dio, e in virtù di questa speciale amicizia
sono parole di Dio vivente rivolta ancora oggi a credenti
e non credenti.
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I “SANTARI”. VENDITORI ITINERANTI DI IMMAGINI
DEVOZIONALI A CAMPLI E NEL TERAMANO.
Libro di Marina Trifoni
La Ricerca Folklorica, No. 19, La piazza. Ambulanti vagabondi
malviventi fieranti (Apr., 1989), pp. 113-120 - doi:10.2307/1479139
Da una ricerca effettuata nell'area del Teramano, informazioni
significative sono venute a luce sull'attività del
"santari", venditori ambulanti di immagini devozionali
che si mossero dai loro paesi di origine verso l'Italia
settentrionale fino a giungere in Lombardia, Piemonte e
in Francia.
I "santari" si dividevano in "quadrari"
che vendevano stampe con vari soggetti, spesso completi
di decorazioni e cornici, e che entravano nella categoria
di commessi viaggiatori, ed in "puntisti" che
invece distribuivano i piccoli ritratti di "santi"
o santini negli ospedali, nelle piazze, nelle case, in cambio
di un'offerta.
Questa seconda categoria costituì una classe sociale
meno apprezzata nella comunità proprio a causa di
questo chiedere un’offerta, cosa che l’avvicinava
alla categoria dei medicanti.
(Fonte: http://links.jstor.org/sici?
******
LA PONTIFICIA OPERA DELLA SANTA INFANZIA
ATTRAVERSO LE IMMAGINETTE DEVOZIONALI
Nel Calendario spirituale della Chiesa Cattolica, il mese
di Gennaio è dedicato alla Santa Infanzia, nel nome
e nell’amore di Gesù Bambino la cui nascita
da poco è stata solennemente festeggiata.
Proprio con lo scopo di unificare l’educazione cristiana
di tutti i bambini, nati anche nei paesi avvolti dal paganesimo,
nel 1843 il Vescovo di Nancy, Forbin-Janson ha fondato l’Opera
della Santa Infanzia .
Essa si proponeva l’evangelizzazione, il battesimo
e l’educazione cristiana dei piccoli nati nel mondo
pagano. L’Opera nel tempo ha poi sollevato la vita
ad un gran numero di fanciulli, che i loro genitori avevano
abbandonato, e destinati quindi agli stenti e a morte sicura.
Di sovente l’Opera li ha riscattati anche a prezzo
di denaro, li ha nutriti, li ha allevati. Li ha educati
nelle scuole, al fine di inserirli nella società
o per farne in seguito utili ausiliari a loro volta per
la conversione dei loro fratelli del Paese di origine.
E proprio per la sua importanza, educativa, cristiana, missionaria,
unitamente all’opera della Propagazione della Fede
e a quella di San Pietro Apostolo, il Santo Padre le ha
dichiarate Pontificie, perché come Pastore Universale
ha a cuore il bene di tutta l’umanità. […]
Saverio Vitagliano
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I “SANTINI DEL NATALE” RIACCENDONO L’ATTENZIONE
SU GESU’ BAMBINO
ROMA, mercoledì, 6 dicembre 2006
(ZENIT.org).- “L’identità del Natale
non è quella delle renne, di Babbo Natale, delle
slitte o di Babbo gelo”, piuttosto “pensiamo
ai presepi, alla capanna, a Gesù Bambino, alle comete,
agli angeli, ai Re Magi, tutti segni che evocano un messaggio
dì amore di misericordia e di accoglienza”,
sostiene monsignor Mauro Piacenza. Così ha detto
il Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali
della Chiesa intervenendo martedì 5 dicembre alla
presentazione dell’album “Gloriae, le Miniature
dei Santi” e de “I Santini del Natale”.
Nel prendere la parola, l’Arcivescovo ha spiegato
che, di fronte ai tentativi di indebolire o addirittura
cancellare i simboli cristiani del Natale, “la Chiesa
non può rinunciare ai propri simboli”.
Esprimendo poi apprezzamento per iniziative come queste,
volte a far conoscere attraverso delle riproduzioni la qualità
artistica e il valore devozionale dei santini antichi, mons.Piacenza
ha osservato come nel disegno cristiano “tutto cospira
al bene, anche le piccole cose, anche le piccole immagini.
Sono come delle pennellate, moltiplicando le quali si può
contribuire all’unità dell’affresco”.
“Sono tanto convinto di questa iniziativa –
ha continuato monsignor Piacenza – che ho incoraggiato
gli editori a proseguire anche con la preghiera eventualmente
annessa ai santini” e “li ho invitati a produrre
carta da regalo con soggetti che siano specificatamente
espressivi delle identità di Natale e Pasqua”.
Il presule ha quindi affermato di credere che “la
fede senza fanatismi, ma con amo re per la propria identità
debba esprimersi e parlare anche attraverso i propri campioni
e i santi sono i campioni della fede” per questo “i
santini sono un modo di dare ragione della speranza che
è in noi”.
Alla domanda posta da ZENIT su quale rapporto intercorra
tra la devozione popolare e la grandezza della Chiesa, mons.Piacenza
ha risposto che “nella Chiesa non bisognerebbe fare
distinzioni tra intellettuali e meno intellettuali, la Chiesa
è sempre popolare perché è di tutto
il popolo, dentro a questo flusso ci sono tante componenti,
tutte nella logica del corpo mistico, tutte sono correlate
l’una all’altra e tutte inter-dipendenti, sussidiarie
l’una e l’altra”.
Pur ammettendo che negli anni recenti si è assistito
ad “un certo senso di snobismo del tutto deleterio”,
l’Arcivescovo ha quindi ricordato che nei momenti
di grandi cambiamenti “il sensus fidei è mantenuto
dai semplici e dai poveri in spirito”.
“Abbiamo moltissime cose da imparare – ha continuato
il presule – ci sarebbe da mettersi in ginocchio di
fronte a certi contadini, pensiamo a mamma Margherita, e
pensiamo alle storture intellettualoidi di molte persone
che credono di vivere una fede illuminata, ma che tutto
sommato forse vivono una sorta di gnosi e non la fede cristiana”.
Circa i tentativi di indebolire o addirittura cancellare
la figura di Cristo dal Natale, monsignor Piacenza ha spiegato
a ZENIT che “un certo buonismo e forme banali di dialogo”
sono state utilizzate per “livellare la fede cristiana”
prendendo solo quello che fa più comodo.
“C’è questa operazione di togliere i
simboli perché offenderebbero la sensibilità
non si sa di chi”, ha sottolineato il presule, il
quale ha poi ribadito che “non si capisce chi potrebbe
essere offeso dall’amore, dalla misericordia dall’accoglienza,
che è il messaggio che Nostro Signore Gesù
Cristo offre con il Natale”.
“Chi può essere offeso dal messaggio di una
capanna come quella di Betlemme dove c’è il
miracolo della vita e dell’amore supremo che si esprime
nel modo più pieno della parola?”, si è
chiesto il Presidente della Pontificia Commissione per i
Beni Culturali della Chiesa.
Graziano Toni, Amministratore delegato della editrice “Pubblicazioni
Collezionare Cultura” (http://www.pubblicazioni.biz
- e vedi Link in Home Page di Cartantica, a destra) ha raccontato
in breve l'origine della sua idea, sfociata nella realizzazione
del primo “Album dei Santini”, un anno fa, che
ha ottenuto un successo inaspettato: 200 mila album e 20
milioni di figurine vendute.
Oltre a raccontare delle centinaia di lettere di ringraziamento
che parlano di come “le raccolte diventino un momento
di aggregazione familiare, con i nonni e i genitori che
partecipano al compimento dell’opera”, Graziano
Toni ha poi sottolineato il ruolo catechetico che gli album
sui santini possono aiutare a svolgere.
Gioia Lanzi, Presidente del Centro Studi per la Cultura
Popolare e curatrice dell’album in distribuzione,
ha sottolineato il ruolo fondamentale delle immagini, capaci
di “andare dritte al cuore e alla mente, attraverso
la sottile e buona persuasione della bellezza”.
Claudio Ventrella, Direttore editoriale di Pubblicazioni
Collezionare Cultura,ha quindi sottolineato che “la
vera novità portata dalla nostra casa editrice”
è quella di “riscoprire i grandi valori attraverso
la bellezza”, e che “la sfida è quella
di coniugare l'aspetto ludico delle figurine con la bellezza
e la ricchezza della nostra tradizione”.
Insieme all'Album dei Santini del Natale, è in edicola
anche “Gloriae, le Miniature dei San-ti”, un
percorso di 600 miniature, raccolte in 10 eleganti cofanetti.
Ogni miniatura è accompagnata da una breve nota biografica
del santo, con il particolare cammino alla santità
di ognuno e soprattutto dai suoi segni particolari.
La collana è distribuita attraverso il canale del
le edicole e delle librerie e si avvale anche della preziosa
e importante collaborazione con “Famiglia Cristiana”,
grazie all'uscita settimanale di 12 miniature in allegato
alla rivista. [Le parrocchie possono riceve una copia dell’album
di figurine adesive “I Santini del Natale” chiamando
gratuitamente il numero verde 800-912 712].
Il Consiglio Direttivo dell’AICIS è stato presente
alla Conferenza Stampa del 5 dicembre scorso e si è
congratulato con il socio Toni Graziano per la quantità
e qualità delle varie iniziative, tutte di successo.
*****
I SANTINI RAFFIGURANO I NOSTRI MODELLI DI SANTITA’
Riportiamo qui appresso il comunicato vaticano (VIS del
1.1.2006) che sottolinea il discorso di Benedetto XVI tenuto
nella Basilica Vaticana nella solennità liturgica
del 1° novembre u.s., festa di tutti i Santi.
Nell'omelia il Santo Padre ha sottolineato che "i santi
non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza
numero, verso la quale la liturgia ci esorta oggi a levare
lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi
ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca
e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà
la volontà divina".
"Ma 'a che serve la nostra lode ai santi, a che il
nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità?'.
Con questa domanda" - ha ricordato il Papa - "comincia
una famosa omelia di San Bernardo per il giorno di Tutti
i Santi. È domanda che ci si potrebbe porre anche
oggi. E attuale è anche la risposta che il Santo
ci offre: 'I nostri santi - egli dice - non hanno bisogno
dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto.
(...) Ecco dunque il significato dell'odierna solennità:
guardando al luminoso esempio dei santi risvegliare in noi
il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere
vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli
amici di Dio. (...)
E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore
ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in
modo solenne alla nostra attenzione".
"Per essere santi" - ha spiegato il Pontefice
- "non occorre compiere azioni e opere straordinarie,
né possedere carismi eccezionali. (...) È
necessario innanzitutto a-scoltare Gesù e poi seguirlo
senza perdersi d'animo di fronte alle difficoltà".
"L'esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma
di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa
sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se
stesso.
Le biografie dei santi descrivono uomini e donne che, docili
ai disegni divini, hanno affrontato talvolta prove e sofferenze
indescrivibili, persecuzioni e martirio".
"L'esempio dei santi è per noi un incoraggiamento
a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi
si fida di Dio, perché l'unica vera causa di tristezza
e di infelicità per l'uomo è vivere lontano
da Lui". "La santità" - ha sottolineato
il Santo Padre - "esige uno sforzo costante, ma è
possibile a tutti perché, più che opera dell'uomo,
è anzitutto dono di Dio, tre volte Santo".
"Come non rispondere all'amore del Padre celeste con
una vita da figli riconoscenti? In Cristo" - ha concluso
Papa Benedetto XVI - "ci ha fatto dono di tutto se
stesso, e ci chiama a una relazione personale e profonda
con Lui.
Quanto più pertanto imitiamo Gesù e Gli restiamo
uniti, tanto più entriamo nel mistero della santità
divina. Scopriamo di essere amati da Lui in modo infinito,
e questo ci spinge, a nostra volta, ad amare i fratelli.
Amare implica sempre un atto di rinuncia a se stessi, il
'perdere se stessi', e proprio così ci rende felici".
******
S.ANTONIO ABATE, protettore delle campagne
17 gennaio
Fino a qualche decina d'anni fa non esisteva forse una sola
casa colonica nella quale non vi fosse appesa da qualche
parte un'immagine di Sant'Antonio.
Le famiglie più integerrime ne tenevano una anche
nella stalla; si trattava spesso di un semplice santino,
che il parroco offriva a chiunque ne facesse richiesta in
cambio di generi di consumo.
L'immagine veniva infilzata con un chiodo e, a contrasto
con la parete, si appendeva anche un ramoscello di ulivo
come ulteriore benedizione in quella parte della casa -
appunto la stalla - dove si conservavano i beni più
preziosi, le cosiddette "stime vive".
Quando l'elettricità divenne di uso comune, raggiungendo
anche le coloniche più periferiche, imperversò
la moda di applicare, sotto l'immagine del santo, un lumino
in ottone con una minuscola lampada che rimaneva accesa
giorno e notte.
Tanta devozione verso S.Antonio era pienamente giustificata
dal fatto che il grande abate ed eremita egiziano, vissuto
nel IV sec., dava - e dà tuttora - ampie garanzie
di protezione e salvaguardia da molti pericoli e minacce.
Perché il sant'uomo non solo è considerato
il protettore del bestiame domestico, ma a lui ci si dovrebbe
affidare ogni volta che siamo sul punto di cedere alle tentazioni.
Antonio stesso ne rimase vittima più volte nella
sua secolare esistenza (si dice che sia vissuto circa centoventi
anni), ma sempre, come è storicamente tramandato
negli scritti di Sant'Atanasio - il suo primo biografo -
seppe uscirne vittorioso. Alle sue qualità taumaturgiche
infine - ma questa è storia più recente -
viene attribuita anche la facoltà di guarire quel
fastidioso inconveniente chiamato herpes zoster, meglio
conosciuto proprio come "fuoco di Sant'Antonio".
Riccardo Matteschi
******
NEL 1947 ENRICO BERLINGUER HA ADDITATO MARIA GORETTI QUALE
ESEMPIO PER LE RAGAZZE COMUNISTE
A metà degli anni Ottanta, dopo la sua morte, fu
ricordato un celebre discorso nel quale un giovane Enrico
Berlinguer (1922-1984), nel 1947, additò come esempi
alle ragazze comuniste la staffetta partigiana Irma Bandiera
e Maria Goretti, che proprio in quei giorni veniva beatificata
da Pio XII.
Ed è significativo che quella citazione, come ha
ricordato Giglia Tedesco Tatò, "allora sembrò
abbastanza tranquilla". Segno che pur alla vigilia
del durissimo scontro elettorale del 1948 esistevano comunque
spazi di comunicazione e anche di riconoscimento dei valori
e degli ideali degli altri. E non solo prima di quella data,
ma anche dopo, come si può leggere nella "Storia
della Letteratura" di Giulio Ferroni, dalla quale ad
esempio si apprende (anche se egli stesso lo aveva rivelato
in una intervista ad Elkan) che Alberto Moravia "collaborò
a 'Il cielo sulla palude' di Augusto Genina, il film che
nel 1949 con il suo enorme successo preparò il clima
della canonizzazione della piccola santa di Nettuno. Una
personalità che poi non ha cessato di inquietare
la sinistra, come dimostrò il libro de "l'Unità"
scritto nel 1994 da Nadia Tarantini sulla santa e sul processo
al suo uccisore poi convertito, Alessandro Serenelli.
(Fonte: Avvenire 13 dic.2007. Da un articolo di Pio Cerocchi:
“Quando il giovane Enrico Berlinguer citò Maria
Goretti”).
******
SANTUARI E IMMAGINI MARIANE IN ITALIA
Continua l’elenco per regione dei Santuari Mariani,
di Chiese e dei luoghi italiani di venerazione della Madonna,
stilata dal Prof. FRANCESCO BRACALETTI.
15-SICILIA
ACICATENA CT - Madonna della CATENA
ACIREALE CT - GRAZIE
ACIREALE CT - LORETO
ACIREALE CT - PURITA'
ACQUAVIVA PLATANI CL - LUCE
ADRANO CT - AUSILIATRICE
AGRIGENTO AG - IMMACOLATA
AIDONE EN - CAVA
ALCAMO TP - MIRACOLI
ALCAMO TP - PASSAVIA
ALESSANDRIA DELLA ROCCAAG - ROCCA
ALIA PA - GRAZIE
ALTAVILLA MILICIA PA - MILICIA
ALTOFONTE PA - ALTOFONTE
ASPRA PA - -
ASSERO EN - LA MEDICA
AVOLA SR - GRAZIE
BALESTRATE PA - PONTE
BARCELLONA POZZO DI GOTTO ME - CARMINE
BIANCAVILLA CT - ELEMOSINA
BIANCAVILLA CT - S.PLACIDO
BISACQUINO PA - BALZO
BLUFI DI PETRALIA PA - OLIO
BORGETTO PA - ROMITELLO
BRONTE CT - ANNUNZIATA
BRUCOLI SR - ADONAI
BURGIO AG - RIFESI
BUSCEMI SR - BOSCO
CACCAMO PA - BUON CONSIGLIO
CALASCIBETTA EN - BUON RIPOSO […]
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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"
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Belluno - Chiusura fase diocesana processo
beatificazione Papa giovanni Paolo I
Il socio BENITO CADORE
di Sospirolo (BL), presente il 10 novembre u.s. nella cattedrale
di Belluno, alla cerimonia di chiusura della fase diocesana
del processo di beatificazione di Giovanni Paolo I, ci ha
trasmesso l’ immaginetta dell’amato Pontefice,
gentilmente concessa dal postulatore Mons.Giorgio Lise,
che ringraziamo, per l’iniziativa “Un santino
per ogni socio”.
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Orta di Atella (CE) – L’IMMACOLATA E L’ORDINE
FRANCESCANO
Il socio Padre MICHELE GIULIANO,ofm di
Orta di Atella ha trasmesso l’ immaginetta stampata
in occasione della Professione Solenne di Fra LUIGI CAPURSI
ofm fatta il 29.XI.2006 nel Santuario Diocesano di San Salvatore
da Horta a Orta di Atella (CE), per l’iniziativa “Un
santino per ogni socio”.
L’immaginetta rappresenta l’affresco della volta
del Santuario di Atella, dipinto nel 1734 dal pittore C.Malinconico,
con in alto la Vergine Immacolata, alla sua sinistra San
Francesco, a destra Santa Chiara e in basso santi e sante
del glorioso Ordine Francescano. Il santino risulterà
senza dubbio utile e gradito a quegli associati che collezionano
su tematiche quali l’Ordine Francescano, la Vergine
Maria, le Professioni religiose.
******
2 gennaio, Redù di Nonantola (MO):
SAN MACARIO e la “Festa delle fave”
Il GRUPPO “VERONICA” coordinato
dal socio Don DAMIANO MARCO GRENCI, per
l’iniziativa “Un santino per ogni socio”
ha trasmesso l’immaginetta di San Macario; il socio
Prof. CARLUCCIO FRISON ha inviato l’unito
articolo.
Ai primi giorni dell’anno, esattamente la mattina
del 2 gennaio, nella Chiesa parrocchiale di Redù,
piccola frazione del Comune di Nonantola (in prov. di Modena),
durante la Santa Messa, si assiste ad un’antica e
suggestiva cerimonia: la benedizione delle fave, che poi,
alla fine della funzione, vengono distribuite a tutti i
fedeli, come augurio di salute e felicità.
E’ la cosiddetta “Festa delle Fave”, legata
al culto di San Macario protettore della parrocchia reduese.
Legume tipicamente mediterraneo, che per secoli fu, per
il suo elevato potere calorico, un alimento fondamentale
per generazioni di povera gente, le fave si arricchiscono
qui di un ben altro potere simbolico e religioso, quello
di divenire, per tutti coloro che le avranno consumate a
digiuno, un potente mezzo per ottenere protezione dalle
malattie. E ogni anno,il 2 gennaio, prima del pranzo, con
devozione, tutti i parrocchiani di Redù consumano
le fave benedette, precedentemente cotte in acqua e condite
solo con olio, sale e un po’ di spezie. Il tutto,
si diceva sopra, viene fatto in onore di San Macario; ma,ci
viene subito da aggiungere, di quale San Macario si tratta,
fra i diversi santi che la Chiesa ricorda con questo nome…
Solo nella Biblioteca Sanctorum ben 22 sono, infatti, i
santi registrati sotto la voce Macario, i quali, sebbene
siano vissuti in epoche e località diverse, presentano
vicende biografiche alquanto simili. Anche tra la letteratura
locale (e ringrazio l’amico Loris Sighinolfi
di Nonantola per queste segnalazioni), si sono avute diverse
interpretazioni sul significato della festa e sull’identificazione
del Santo. Dapprima si pensava che il San Macario venerato
a Redù fosse San Macario il Giovane, originario di
Alessandria d’Egitto e morto in età avanzata
nel 394, dopo aver vissuto per anni nel deserto, in penitenza
e in contemplazione, nutrendosi esclusivamente con erbe
crude e qualche legume. Da qui forse il legame con le fave.
Ma si poteva, solo alla luce di ciò, legare il culto
di questo santo al territorio di Redù: qualcuno ipotizzò
che il culto sia stato portato in loco dai monaci benedettini
che a partire dall’VIII secolo si erano qui stabiliti
fondando il Monastero di Nonantola.
Allo stesso San Macario, forse, venne eretta “una
cappella intorno alla quale sorse poi il borgo di Redù”.
E anche la celebrazione della festa al 2 gennaio sembrava
essere un’ottima prova per validare l’identificazione
del San Macario reduese con l’anacoreta San Macario
Alessandrino che la Chiesa celebra appunto lo stesso giorno
(vd. Immaginetta).
Sulla figura del Santo venerato a Redù vennero poi
messe insieme altre piccole tessere.
A pochi km da Redù, sulla strada verso Bologna, vi
è un’altra località, Sacerno, la cui
chiesa risulta dedicata a S. Elena. All’interno della
Chiesa, sempre di fondazione nonantolana, è conservato
un altare del XIV secolo dedicato a San Macario (vedi foto)
e che riporta una sua raffigurazione con la scritta: “S.
MACARIO ABBAS” e la precisazione “IN
ROMANA CIVITATE NATUS”.
Il che ha fatto subito pensare che il nostro San Macario
non fosse un Santo orientale, bensì romano di origine.
Risulta poi che il sepolcro del Santo si troverebbe a Piacenza,
nella Chiesa abbaziale di S. Sisto.
Questo SAN MACARIO ABBAS sarebbe vissuto
nella seconda metà del IV secolo e, dopo essere stato
per anni vice prefetto a Roma, si ritirò a vita monastica,
fondando un monastero nel Piacentino intorno all’anno
394.
Altre notizie ci dicono che, alla fine della sua vita terrena,
si fosse portato nella campagna bolognese per predicare
e per fa re penitenza: qui morì e venne appunto sepolto
a Sacerno.
Qui, nel X secolo, il corpo del Santo uomo ancora si trovava,
quando venne richiesto dal Monastero di S. Sisto di Piacenza.
Durante il viaggio, le preziose reliquie fecero sosta a
Redù, e il fatto dovette es-sere così sentito
da tutta la comunità che ne restò una vivissima
memoria, forse anche, o soprattutto, per le molte grazie
ricevute. Memoria che venne perpetrata nel tempo con la
dedicazione a San Macario di un culto che ha attraversato
i secoli.
Già dal XVII secolo, ma forse anche prima, nella
Chiesa di Redù vi era un altare intitolato ai santi
Macario e Bernardo: e ancor oggi si conserva una bella Deposizione
con San Macario e San Bernardo, olio su tela, cm 225 x 130,
della seconda metà del XVII secolo, riferibile ad
un anonimo pittore di ambito bolognese.
Ma ovviamente è la Festa delle fave il momento più
tipico e significativo di questo antico culto. Come si vede,
molto scarne sono le notizie sulle vicende terrene del nostro
San Macario, ma ancor più difficile rimane stabilire
un legame fra il nostro Santo e la “Festa delle Fave”:
resta il fatto, comunque, che ogni 2 gennaio, a Redù
di Nonantola, viene celebrata alla presenza di tutta la
comunità una Messa Solenne dedicata a San Macario
durante la quale sono distribuite ai fedeli le fave benedette.
Anche il tentare di spiegare i motivi per cui ogni anno
questo rito venga ripetuto forse attualmente non è
più possibile per mancanze di testimonianze certe.
Si sa che anticamente la cottura era affidata a un capo
famiglia sorteggiato in canonica durante la festa di San
Antonio Abate (un ulteriore legame con il San Macario Anacoreta,
di cui era discepolo), dove ci si trovava per far festa:
“certamente (e concludo con le stesse parole riferitemi
dall’amico Sighinolfi) le fave, come altri legumi
e i cereali in genere, ebbero una grande importanza per
i popoli primitivi e furono presenti negli atti di culto
e nei servizi propiziatori ed è possibile che attorno
ad esse si sia consolidato un rito che affonda le sue radici
in antichissime tradizioni”.
(Per ulteriori informazioni si può utilmente consultare:
www.parrocchie.it/redu/
nativitamariass/Sanmacario.htm)
Carluccio Frison
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ROMA, 17 gennaio: anniversario della fondazione
del Convento di San Sisto Vecchio, culla della nuova Congregazione
Domenicana di Madre LALIA
Il socio ANTONINO COTTONE di Misilmeri
ha trasmesso l’immaginetta di Madre Lalia nell’ambito
dell’iniziativa sociale “Un santino per ogni
socio”e le seguenti notizie.
Il 17 gennaio 1893 è così descritto da Sr.M.Giacinta
Arena, O.P. nel libro “Madre Maria Antonia Lalia”:
“Roma quel giorno si era tutta ammantata di neve.
Un giorno piuttosto eccezionale quel 17 gennaio 1893! Nella
Città Eterna non è facile godere dello spettacolo
caratteristico di un paesaggio invernale.
Neve e neve,dunque, per le strade, sui tetti e nei giardini;
freddo e silenzio ovunque. Ma una fiamma ardente scaldava
dentro e sospingeva le tre Suore Domenicane [Madre Lalia
e due consorelle provenienti da Misilmeri (ndr)], che, nel
pomeriggio di quel giorno benedetto, circa le ore quindici,
recitando il Santo Rosario, da Via Merulana e Piazza San
Giovanni, scendevano, umili e felici, a San Sisto Vecchio.
Il calendario segnava la festa di S.Antonio Abate, giorno
onomastico di madre Lalia. La povertà più
desolante accolse le nuove ospiti, promettendo privazioni,
pene, fatiche di ogni sorta, ma il cuore ripeteva dolce:“Da
mihi animas, cetera tolle” [Dammi le anime, e prenditi
tutto il resto, ndr].
(…) E’ del 16 maggio 1900 una preziosa lettera
del Santo Vescovo Domenicano Mons.Pio Alberto Del Corona,
il quale, scrivendo alla veneranda Madre, così concludeva:
“La benedetta Maria parli al suo cuore di madre per
me e spanda luce e gioia di amore sopra la Comunità
di S. Sisto Vecchio. E la benedetta pianta fiorisca”
Queste parole furono un augurio e una profezia insieme.
La Congregazione di S.Sisto Vecchio fioriva infatti, lentamente,
ma fioriva, benedetta da Dio e dagli uomini”.
Ma chi era Madre Lalia? Maria Antonia nacque a Misilmeri
in provincia di Palermo il 17 maggio (1839–1914) da
una famiglia molto religiosa. Trascorse l’infanzia
a Palermo, ma a 15 anni a causa della sua malferma salute
fu affidata alle Suore Domenicane di Misilmeri.
A 17 anni vestì l’abito di S. Domenico nel
collegio di Maria a Misilmeri e dopo pochi anni ne divenne
Superiora.
Riedificò il Monastero, vi fondò la Suola
Elementare e curò la preparazione delle suore maestre.
Zelava la Gloria di Dio e con il beneplacito del le Autorità
ecclesiastiche si spinse fino a Roma, perché voleva
andare in Russia, dove fondare collegi per educare l’infanzia
povera, quindi dare inizio al movimento di ritorno all’unità
della Chiesa. Purtroppo i suoi piani, li stroncò
P. Alberto Lepidi che le dirà una frase che resterà
nella storia “In Russia andranno le tue figlie, non
tu, la tua Russia sarà Roma”.
Il 17.1.1893, come sopra richiamato, Madre Lalia entrava
giuliva nell’abbandonato convento di S.Sisto Vecchio
a Roma,e dava inizio alla nuova fondazione e all’opera
educativa.
La vita di Sr M.Antonia Lalia fu un continuo olocausto a
Dio che con il pensiero e l’amore abbracciava la Croce.
Fu assidua e fervente la sua preghiera, la sua attività
intensa, e tanto coraggiosa che spesso veniva ricambiata
dallo Spirito con interventi e doni straordinari. Da qui
la fortezza, la fiducia nella Provvidenza e la profonda
umiltà nell’accettare tutte le prove. In questo
stato di santo abbandono rese l’anima a Dio la notte
del Giovedì Santo del 9.4.1914, nell’istituto
del Sacro Cuore di Ceglie Messapico (BR).
Dal 1939 le sue spoglie mortali riposano nell’Aula
Capitolare del Convento di S.Sisto, dove S. Domenico aveva
posto le basi dell’ordine domenicano e Sr M.Antonia
Lalia quelle della propria congregazione.
Oggi le opere di Madre Lalia sono ben visibili in diverse
scuole e conventi sparsi in Italia e nell’America
Latina.
Scrive Sr.Maria Rosa Lo Proto O.P., nel libro dedicato a
Madre Lalia “Oggi noi sue figlie viviamo nel la luce
del suo ricordo e la sentiamo presente nelle nostre opere,
nella quotidianità della nostra vita, in tutte le
case della congregazione, dove siamo impegnate per attuare
il carisma missionario ed ecumenico, nelle varie regioni
d’Italia, in Messico, Guatemala, Honduras, Perù
e Russia”.
Antonino Cottone
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TIGGIANO (LE), 19 gennaio: festa di SANT’IPPAZIO,
vescovo
Il socio IPPAZIO MASTRIA di Tricase ha
trasmesso un'immaginetta per l’iniziativa sociale
“Un santino per ogni socio”.
Sant’ Ippazio rappresenta il protettore della virilità
maschile e dell’ernia inguinale.
Le terre antiche, come lo è la nostra, sono sempre
scrigni contenenti tradizioni che affondano le loro origini
in tempi immemorabili. Legate alla religione, alla coltura
della terra o alla gastronomia, queste tradizioni non accennano
ad abbandonare questi posti neanche in un'epoca "globale"
come quella attuale. Mille e poi mille sono gli stimoli
culturali, storici, religiosi, paesaggistici e gastronomici,
nelle innumerevoli sagre e feste popolari che si tengono
nel Salento e che testimoniano ed esprimono il nostro attaccamento
alle tradizioni ricche di folklore e coinvolgimento emotivo.
Di origini antiche, le feste religiose conservano ancora
riti particolari e tradizioni spettacolari.
Momento atteso da tutti i compaesani per incontrarsi e divertirsi
insieme. Ogni comune del Salento prepara con cura la propria
festa patronale anche con concerti di musica attuale o folcloristica
e spettacoli pirotecnici.
Alcune feste durano anche più di un giorno. E’
quello che avviene con la Festa di Sant’Ippazio, patrono
di Tiggiano di origine greca che viene festeggiato dal 4
al 6 agosto.
Sant’ Ippazio rappresenta il protettore della virilità
maschile e dell’ernia inguinale; questo perché,
a Nicea, durante un’accesa discussione con un oppositore,
il Santo ricevette un calcio nel basso ventre,che gli provocò
fortissimi dolori. La chiesa parrocchiale ha il suo fiore
all’occhiello che è il pulpito, da poco restaurato,
che rappresenta un pezzo raro nel Salento. (Fonte: http://www.ilgallo.org/)
Andrea Cimini
La chiesa parrocchiale ha il suo fiore all’occhiello
che è il pulpito, da poco restaurato, che rappresenta
un pezzo raro nel Salento.
I Sinassari bizantini affermano che Ippazio partecipò
al Concilio di Nicea (325) e il suo nome si trova anche
nella lista dei partecipanti al Concilio di Gangra (340).
In un anno imprecisato del secolo IV, ma dopo il 340, egli
fu aggredito e lapidato da eretici novaziani, imboscati
in una gola nei pressi di Luziana. (I novaziani erano i
seguaci della dottrina dell’antipapa scismatico Novaziano
del III secolo, che rappresentava una corrente di rigorismo
esagerato in materia disciplinare e penitenziale, specie
nei riguardi dei ‘lapsi’, cioè quei cristiani
che durante la persecuzione di Decio, avevano ceduto all’idolatria;
diffusi in tutto il vasto impero romano, costituirono Chiese
importanti, parallele a quelle cattoliche).
Questa tragica fine, riportata dal Martirologio Romano,
è in contrasto con quanto narrato nel ‘Martirio’,
che cita, torture, processi e decapitazione finale; ma come
già detto c’è molta incertezza e fantasia,
come del resto per quasi tutti gli antichi santi e martiri
dei primi secoli.
Il suo culto fu molto diffuso nella Chiesa bizantina, che
lo celebrava in date diverse, specie il 14 e 15 novembre,
il 18 e 19 gennaio e altri giorni dell’anno. Effettivamente
il suo culto giunse nell’Italia Meridionale al seguito
dei monaci che praticavano la Regola di s. Basilio il Grande
(329-379), perciò detti ‘Basiliani’.
******
28 gennaio: festa di SAN TOMMASO D’AQUINO
Il socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese
ha trasmesso le immaginette di San Tommaso d’Aquino
(FB-Serie 400-190) per l’iniziativa “Un santino
per ogni socio”.
Tommaso, (Aquino/Roccasecca, 1224/1225 – Fossa nova,
1274), filosofo scolastico e teologo, detto "Doctor
Angelicus" o "Doctor Universalis" dai contemporanei,
è uno dei principali pilastri teologici della Chiesa
cattolica, che lo venera come santo, lo considera Dottore
della Chiesa e lo festeggia il 28 gennaio.
Nasce nella famiglia dei conti di Aquino, la madre si chiama
Teodora e il padre Landolfo.
Da piccolo studia presso i monaci benedettini di Montecassino,
finché nel 1239, in seguito alla decisione presa
da Federico II di fare dell'abbazia una fortezza militare,
si iscrive all'Università di Napoli, frequentando
la facoltà delle arti dal 1239 al 1243. Nel 1244,
affascinato dall'ordine dei predicatori, decide di farsi
domenicano, nonostante la decisa opposizione della famiglia.
[…]
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LOURDES NELLA DEVOZIONE POPOLARE
150 anni di storia, mistero e cultura
L’OFTAL, Sezione di Alessandria,
per il 75° ann.rio di fondazione, ha stampato l’immaginetta
che il socio AICIS Roberto DE SANTIS, ha
trasmesso alla nostra Associazione che ha concesso il patrocinio
per la Mostra “Lourdes nella devozione popolare”
organizzata con l’Associazione AQUERO
dal 13 gennaio al 28 febbraio 2007.
Il Consiglio Direttivo ringrazia vivamente l’OFTAL
e gli organizzatori della promettente esposizione che a
giorni aprirà ad Ales sandria.
Riportiamo qui appresso l’articolo di NICOLA
SALVI inviato alla stampa ed alla nostra redazione.
La nostra città non è povera
di iniziative e stimoli culturali di vario genere: sono
il frutto della collaborazione tra il pubblico e il privato,
enti, associazioni e singoli che operano con preziosa continuità
in questo fondamentale settore.
Nell’ambito di queste si inserisce la proposta dell’OFTAL
che organizza una mo-stra sulla devozione popolare legata
a Lourdes, al suo mistero, alla sua storia.
Il titolo è significativo: “ LOURDES
NELLA DEVOZIONE POPOLARE, 150 ANNI DI STORIA, MISTERO E
CULTURA attraverso pubblicazioni, immagini e oggetti
devozionali d’epoca” e racchiude in sé
le intenzioni dei promotori e i contenuti oggettivi dell’esposizione.
Cuore di essa è la città di Lourdes, in Francia,
che nel 1858 fu teatro di un evento non solo religiosamente
ma storicamente e socialmente straordinario: le apparizioni
della Vergine Maria ad una povera ragazzina di nome Bernardetta.
Immediatamente dopo Lourdes è diventata meta di pellegrinaggi
e di turismo, reli-gioso e non, fino a diventare, dopo Parigi,
la città francese più visitata con oltre cin-que
milioni di presenze annue. Con altrettanta immediatezza
si è sviluppato l’inevitabile corollario dell'accoglienza
turistica col sorgere e il moltiplicarsi di alberghi e attività
commerciali.
Chi ha avuto la fortuna di vivere l’esperienza di
pellegrinaggio a Lourdes sa bene come il “dominio”
(la vasta area del Santuario) sia esente da questo fenomeno,
se si esclude la vendita di libri sulle apparizioni e l’offerta
di candele, e altrettanto bene conosce quel brulicare di
negozi e negozietti presenti al di fuori dei cancelli di
Porta S. Michele e Porta S. Giuseppe.
Già al tempo di Bernardetta nei pressi della Grotta,
le contadine avevano trovato il modo per arrotondare i magri
guadagni, vendendo prodotti dei loro campi e, successivamente,
i primi “oggetti religiosi” alle persone attratte
dalle visioni.
Successivamente furono presenti gli ambulanti che esibivano
sui loro carretti di legno “intrugli” a base
di erbe “efficaci per ogni malanno”: dai reumatismi
all’asma, dal mal di stomaco all’esaurimento
nervoso, al diabete.
Di questi venditori, che trovavano posto presso i cancelli
dell’ospedale Nostra Si-gnora dei Sette Dolori o Saint
Frai, luoghi strategicamente ottimali per la vendita, ne
è rimasto ai giorni nostri soltanto uno.
Oggi le vie principali di Lourdes sono piene di negozi di
oggetti di devozione e non: statue della Madonna di ogni
materiale e grandezza, cartoline, immaginette sacre, libri,
libretti e fascicoli sulla Vergine, Santa Bernardetta, le
apparizioni, la storia, la preghiera e poi ceri, rosari,
medagliette, fino alle biro, i coltellini, le caramelle
e quant’altro si possa immaginare.
Questa espressione del senso religioso del popolo cristiano,
come afferma il no-stro Vescovo nella presentazione del
catalogo della mostra, “ è una ricchezza da
promuovere e ben ordinare perché favorisca e aiuti
la fede e non si fermi al solo de vozionismo”.
Il ricco materiale esposto in mostra giunge da questa esperienza
che è fondamen talmente religiosa ma anche, o quindi,
sociale, storica e culturale, giunge da quella terra pirenaica,
giunge da quelle originarie bancarelle e da quel loro evolversi
nel tempo in negozi o “supermarket” del souvenir.
Di particolare interesse il settore relativo alle pubblicazioni:
tra gli altri (numerosi) è esposto il primo libro
scritto sulla storia di Lourdes (Lasserre 1864), il famoso
libro di E. Zola carico di invettve, l’opera di Werfel
(Bernardette, 1940) da cui la 20th Century Fox ha tratto
il noto film “Bernadette” di Henry King e, naturalmente,
volumi di Mons. Laurentin, il massimo studioso su Lourdes.
La quantità e la varietà degli oggetti esposti
dà luce alla comprensione del feno-meno devozionale,
al suo ruolo e alla sua evoluzione nella società
tra il XIX e XX secolo.
Il percorso espositivo delle cartoline (più di 300
tra cui una delle primissime –1899) consente non solo
di osservare la trasformazione urbanistica ed architettonica
di Lourdes e del Santuario ma l’evoluzione dei costumi
locali e dello svolgersi stesso dei pellegrinaggi. Dal suo
nascere sul finire dell’ottocento la cartolina è
di-ventata oggetto privilegiato dell’interesse del
pellegrino: interessante considerare che in centocinquant’anni
la produzione, la vendita e la spedizione di esse tocca
cifre a nove zeri!
L’immaginetta sacra è “sovrana”
nel regno della devozione popolare: il lettore può
immaginare quale possa esserne stata nel tempo la quantità
prodotta. Di questa universalità è visibile
in mostra un’ampia rappresentanza della sua varietà:
per epo ca, soggetto, materiale, caratteristiche tecniche,
origine tipografica e altro.
La mostra, che rientra nell’ambito dei festeggiamenti
per il 75° anniversario dell’OFTAL, sarà
inaugurata sabato 13 gennaio alle ore 17 presso il Museo
della Gambarina in Alessandria e resterà aperta per
tutto il mese di febbraio.
Grazie all’ampia e accogliente area espositiva il
visitatore potrà apprezzare l’origi-nalità
di essa per qualità e quantità del materiale
presentato e potrà scoprire o riscoprire Lourdes,
presente e rappresentato qui nelle sue diverse sfaccettature.
NICOLA SAVI
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NUOVE CERIMONIE DI BEATIFICAZIONE
BEATIFICAZIONE DI PADRE MARIANO DE LA MATA APARICIO
5 NOVEMBRE 2006 : P.Mariano de la Mata
Aparicio, sacerdote agostiniano, oggi proclamato beato in
Brasile
Il card. José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione
delle cause dei Santi ha presieduto il 5 novembre u.s.,
nella cattedrale di San Paolo, in Brasile, la Messa per
la Beatificazione di padre Mariano de la Mata Aparicio,
sacerdote di origine spagnola dell’Ordine di Sant’Agostino.
Nato in Spagna, a La Puebla de Valdavia, il 31 dicembre
1905, Mariano entra nel 1921 nell'Ordine agostiniano e nel
1930 diviene sacerdote.
Dopo aver esercitato il suo ministero in Spagna per due
anni, viene destinato in Brasile, dove vive 52 anni, diventando
un vero e proprio messaggero della carità: amico
dei bambini e degli anziani, assistente di malati e bisognosi,
conforto dei poveri. E’ conosciutissimo e popolare
in tutta la città, che gira in lungo e largo, per
lo più da solo, per prendersi cura delle persone.
Nel 1983 gli viene diagnosticato un tumore e nonostante
le cure muore il 5 aprile dello stesso anno.
La sua opera prosegue attraverso strutture educative e di
inserimento lavorativo come le «Officine di Santa
Rita» e con l'asilo «Casa do menor Padre Mariano»,
che è una scuola per i bambini poveri.
I suoi resti riposano nella chiesa di Sant’Agostino
a San Paolo e la sua opera continua grazie a numerose attività
che, seguendo i suoi insegnamenti, alleviano le sofferenze
dei bisognosi.
In particolare è sorto un asilo per bambini indigenti,
intitolato a padre Mariano,“protettore dei bambini
e dei poveri”.
Il suo messaggio per l’uomo di oggi è il seguente:
“Nell’esercizio delle virtù, praticate
con semplicità evangelica e in un continuo crescendo
di dedizione e di gioia, mosso soltanto dall’amore
di Dio che gli ardeva nel cuore, risulta un autentico modello
di vita.
Un esempio ben chiaro di come, con l’adempimento quotidiano
del proprio dovere, sia possibile a tutti raggiungere i
vertici dell’eroismo cristiano”.
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BEATIFICAZIONE DI EUFRASIA DEL SACRO CUORE DI GESU’
ELUVATHILGAL OLLUR (INDIA)
-3 DICEMBRE 2006 – CHIESA DI SANT’ANTONIO
FORANE
CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DI SR.EUFRASIA DEL S.CUORE DI
GESU’
Il 3 dicembre u.s., prima domenica d’Avvento, è
stata beatificata ad Ollur, nell’Arcidiocesi di Trichur
(Kerala,India), Eufrasia del Sacro Cuore di Gesù
Eluvathingal (al secolo Rosa), indiana, religiosa professa
della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo
(1877-1952) dal cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo
di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabares.
Rosa nasce il 17.X.1877 nel villaggio di Kattoor (India).
All'età di nove anni consacra a Dio la sua verginità.
Contro la volontà di suo padre, all'età di
dodici anni entra nel collegio delle religiose della Congregazione
della Madre della Carmen di Koonammavu, Il 24 maggio di
1900, Suor Eufrasia (nuovo nome da religiosa) emette i voti
perpetui. Nel 1904 è maestra di novizie, nel 1913
è nominata Superiora.
Per il suo profondo spirito di discorso la gente la chiama
"madre orante".
Raggiunge un'unione molto profonda col Signore, specialmente
nella sacra Eucaristia. Passa molte ore nella cappella del
convento, dimentica di sé stessa e di tutto quello
che la circonda. In una lettera al suo direttore spirituale
esprime la sete che sente di adorare, amare e consolare
Cristo nell'Eucaristia: "Dato che qui la maggiore ricchezza,
la sacra messa, non si celebra spesso, sperimento un gran
dolore interno e sento un gran desiderio di supplire a quell'assenza.
Ho una gran fame ed una gran sete di fare qualcosa al riguardo"
(3 Luglio di 1902).
Diviene un’apostola della Santa Eucaristia.
Ha anche una devozione speciale a Cristo crocifisso. Lo
bacia frequentemente e parla interiormente con lui, stringendolo
contro il suo petto. La sofferenza, la passione ed il dolore
di Cristo provocano un gran dolore nel suo cuore.
Professa poi una filiale devozione alla Madonna, che sente
come sua vera madre. Molto devota del santo rosario, recita
i quindici misteri, meditando la vita di nostro Signore
e della Madonna.
Conduce una vita semplice e austera, facendo atti di penitenza
e mortificazione. Mangia una volta al giorno, evitando carne,
pesce, uova e latte.
Coniuga nella sua vita l'azione e la contemplazione. Il
suo amore a Dio si traduce nell'amore alle persone che a
lei si rivolgono per difficoltà economiche o problemi
familiari, o per un consiglio per curare una malattia, ottenere
un impiego, superare un esame. Sono certe che ella intercederà
presso la Madre di Dio e che le sue preghiere verranno ascoltate.
E’ un modello esemplare di carità.
La madre Eufrasia che aveva offerto la sua vita come sacrificio
di amore a Dio, muore il 29 agosto 1952.
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CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI
15 novembre 2006: promulgazione di decreto
“Mamma Margherita”,
la madre di san Giovani Bosco, è stata dichiarata
venerabile.
Quindi quando sarà riconosciuto un miracolo attribuito
alla sua intercessione, potrà essere proclamata beata.
Il decreto della Congregazione delle cause dei santi che
riconosce le virtù eroiche di Margherita Occhiena
è del 23 ottobre ed è stato letto in forma
solenne durante un intenso momento di preghiera che si è
tenuto il 15 novembre, nella Cappella della Comunità
salesiana in Vaticano.
Alla cerimonia, presieduta dal cardinale José Saraiva
Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi,
hanno partecipato il Rettor Maggiore dei Salesiani, don
Pascual Chávez Villanueva, il prefetto della Biblioteca
Apostolica Vaticana, don Raffaele Farina (che proprio nello
stesso giorno è stato elevato alla dignità
episcopale), il direttore dell’Osservatore Romano,
Mario Agnes.
Alla cerimonia ha partecipato anche il segretario di Stato,
il cardinale - e salesiano - Tarcisio Bertone che ha concluso
la cerimonia intonando il canto salesiano per eccellenza,
Giù dai colli, e sottolineando come nel decreto super
virtutibus viene scritto che «la grazia di Dio e l'esercizio
delle virtù hanno fatto di Margherita Occhiena una
madre eroica, un'educatrice saggia e una buona consigliera
del nascente carisma salesiano».
Il cardinale Saraiva Martins da parte sua ha sottolineato
come «Mamma Margherita» con la sua vita ha testimoniato
che «la santità è davvero alla portata
di tutti».
La proclamazione delle virtù eroiche di Margherita
Occhiena cade proprio nel 150° anniversario della sua
morte, avvenuta nel 1856. La causa di beatificazione era
stata aperta a Torino nel 1995.
Margherita Occhiena (1788-1856), nata il 1.4.1788 a Capriglio
(AT). Ha accompagnato con particolare amore Giovanni Bosco
fino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta del
Colle, lo ha seguito nella sua missione tra i giovani poveri
e abbandonati di Torino. E’ la prima e principale
Cooperatrice di don Bosco; è colei che animò
l’ambiente educativo dell’Oratorio di Valdocco,
e quindi “è, senza saperlo, ‘confondatrice’
della Famiglia salesiana”, osserva la sua biografia.
“Illetterata, ma piena di quella sapienza che viene
dall'alto, è stata l'aiuto per tanti poveri ragazzi
della strada, figli di nessuno; ha messo Dio prima di tutto,
consumandosi per Lui in una vita di povertà, di preghiera
e di sacrificio”, continua la biografia.
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16 dicembre 2006: PROMULGAZIONE DEI NUOVI DECRETI
Il 16 dicembre 2006, il Santo Padre Benedetto
XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Rev.ma il
Sig. Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione
delle Cause dei Santi. Nel corso dell'Udienza il Santo Padre
ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:
A - Prossimamente “SANTI”
Sono stati promulgati i decreti riguardanti un miracolo
attribuito all’intercessione dei seguenti Beati, per
i quali verrà fissata quanto prima la data della
Cerimonia di Canonizzazione.
1 - Beato SIMONE DA LIPNICA,
Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori, nato attorno
al 1439 a Lipnica (Polonia) e morto il 18 luglio 1482 a
Cracovia (Polonia).
Studente presso l’università di Cracovia, viene
a contatto con San Giovanni da Capestrano, che ha appena
aperto nel 1453 il primo convento di francescani. Simone,
assai desideroso di entrarvi, viene persuaso a concludere
prima gli studi.
Diviene frate e riceve l’ordinazione sacerdotale nel
1465.
La sua devozione e la fama di predicatore gli meritano svariati
incarichi all’interno dell’ordine. E’
scelto quale predicatore ufficiale delle cattedrale di Wawel,
Diviene presto famoso per le sue omelie, per la chiarezza
nell’interpretazione delle Sacre Scritture, a tal
punto che parecchie conversioni sono ritenute frutto della
sua semplicità anche nel trattare difficili questioni
di fede.
A Cracovia nel 1482, mentre una terribile epidemia di peste
imperversa in città, Simone non manca con altri suoi
confratelli di prestarsi nel soccorso dei malati, contraendo
così l’infezione letale. Sul letto di morte
formula una richiesta: essere sepolto sotto l’ingresso
della chiesa, in modo tale da essere calpestato da tutti
i visitatori.
Muore presso Cracovia il 18 luglio 1482.
2 - Beato ANTONIO DI SANT'ANNA
(al secolo: ANTONIO GALVÃO DE FRANÇA),
Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori Alcantarini
o Scalzi e Fondatore del Monastero delle Suore Concezioniste,
nato nel 1739 a Guaratinguetá (Brasile) e morto il
23 dicembre 1822 a San Paolo (Brasile);
Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998 è divenuto
il primo Beato del Brasile.
Dopo aver studiato in un istituto dei Gesuiti nel 1760 entra
tra i Frati Minori Scalzi della Riforma di San Pietro d’Alcantara
e due anni dopo è ordinato sacerdote. La sua vita
è contrassegnata dalla sua fedeltà come ministro
di Dio e come religioso francescano e per una particolare
devozione all’Immacolata Concezione.
E’ stato fondatore e guida del “Recolhimento
de Nossa Senhora da Conceição”, meglio
conosciuto come “Monastero di Luce”,che ha dato
il via ad altri nove monasteri. Oltre che fondatore Fra
Galvao è stato progettista e costruttore del primo
Monastero che nel 1988 l’UNISCO ha dichiarato “patrimonio
dell’umanità”.
Durante la sua vita il Senato di San Paolo lo ha definito
“Uomo di pace e di carità” per la sua
opera nei confronti dei poveri e degli ammalati.
3 - Beato CARLO DI SANT'ANDREA
(al secolo: GIOVANNI ANDREA HOU-BEN), Sacerdote
professo della Congregazione della Passione di Nostro Signore
Gesù Cristo, nato l'11.XII.1821 a Munstergeleen (Olanda)
e morto il 5.1.1893 a Dublino (Irlanda).
Sin da bambino manifestò il desiderio di darsi al
sacerdozio, ma si decise solo verso i ventidue anni.
Chiese di essere ammesso nei Passionisti e, accolto dal
beato Domenico Barberi, prese il nome di Carlo di S. Andrea.
Professò i voti il 10.XII.1846. Terminati gli studi
superiori, venne ordinato sacerdote il 21.XII.1850.
Nel 1857 fu inviato nel convento di Mount Argus presso Dublino,
in Irlanda, dove trascorse quasi tutta la sua vita; la fama
delle sue virtù attirò un gran numero di fedeli
che affluivano per avere una sua benedizione, in particolare
gli ammalati, con guarigioni sorprendenti. Lo chiamavano
il ‘Santo di Mount Arges’ e di lui si può
dire quello che si dice di Gesù, “passò
facendo del bene”.
A causa della scarsa conoscenza della lingua irlandese non
fu un grande predicatore, né missionario tra il popolo,
ma si dedicò specialmente alla direzione spirituale
di quanti lo visitavano, attraverso il sacramento della
confessione.
Morì il 5.1.1893 a Dublino,nel convento di Mount
Arges. I funerali furono un’apoteosi per la partecipazione
della popolazione che le guardie stentarono ad arginare.
4 - Beata MARIA EUGENIA DI GESÙ
(al secolo: ANNA EUGENIA MILLERET DE BROU),
Fondatrice dell'Istituto delle Suore dell'Assunzione della
Beata Vergine Maria, nata il 26 agosto 1817 a Metz (Francia)
e morta il 10 marzo 1898 ad Auteuil (Francia). La famiglia
è di origine italiana.
Dopo la morte della madre nel 1832 Anna vive un periodo
di apatia dalla quale fu scossa grazie alla predicazione
di padre Lacordaire, nella Quaresima del 1836.
Spronata dal religioso, Anna incontra l'abate Maria Teodoro
Combalot che da tempo voleva fondare una comunità
di suore per l'educazione delle figlie della borghesia liberale.
Dopo un periodo di "noviziato" e di studio della
teologia, il 30 aprile 1839 da vita a Parigi, alla nuova
Congregazione "Istituto dell'Assunzione di Maria".
Nel 1844 prende il nome di Maria Eugenia di Gesù
e assume la conduzione dell'Opera fino alla morte, il 10
marzo 1898.
B1 - Prossimamente “BEATI”
Sono stati promulgati anche i decreti riguardanti un miracolo
attribuito all’intercessione dei seguenti Venerabili
Servi di Dio, per i quali, pertanto, verrà fissata
quanto prima la data e il luogo della Cerimonia di Beatificazione
di ciascuno.
1 - Venerabile Servo di Dio
CARLO LIVIERO, Vescovo di Città
di Castello e Fondatore della Congregazione delle Suore
Piccole Ancelle del Sacro Cuore, nato il 29 maggio 1866
a Vicenza (Italia) e morto il 7 luglio 1932 a Fano (Italia).
Viene consacrato sacerdote nel 1888. Parroco a Gallio (VI)
e ad Agna (PD), viene nominato vescovo di Città di
Castello il 6 gennaio 1910 dal Sommo Pontefice Pio X.
Due saranno i suoi obiettivi principali: 1- insegnare ad
amare Cristo; 2 - soccorrere ogni povertà.
A tale scopo predica, esorta con ogni mezzo con la parola,
con l'esempio, con la stampa, con le sue opere.
Carlo Liviero è nato povero, conosce la voce dei
poveri, voce sommessa che non si impone da sè: voce
che deve essere ascoltata nel silenzio, nella preghiera,
nella lotta faticosa per costruire il nuovo. Aperto a ogni
categoria di persone, soprattutto i poveri sono e saranno
i compagni di viaggio del Servo di Dio, oggi Venerabile.
2 - Venerabile
Servo di Dio STANISLAO DI GESÙ MARIA (al
secolo: GIOVANNI PAPCZYNSKI), Sacerdote
e Fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani sotto
il titolo dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine
Maria, nato il 18 maggio 1631 a Podegrodzie (Polonia) e
morto il 17 settembre 1701 Góra Kalwaria (Polonia).
Dichiarato “venerabile” il 13 giugno 1992, è
stato riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione
in data 16 dicembre 2006. Ha saputo diffondere e difendere
con coraggio la verità dell'Immacolata Concezione
prima ancora che fosse definita come dogma di fede.
3 - Venerabile Serva di Dio CELINA
CHLUDZINSKA v. BORZECKA, Fondatrice della Congregazione
delle Suore della Risurrezione di Nostro Signore Gesù
Cristo, nata il 29 ottobre 1833 ad Antowil (Polonia) e morta
il 26 ottobre 1913 a Cracovia (Polonia).
Dichiarata “venerabile” l’11 febbraio
1982, è stato riconosciuto un miracolo attribuito
alla sua intercessione in data 16 dicembre 2006.
4 - Venerabile Serva di Dio MARIA CELINA DELLA PRESENTAZIONE
(al secolo: GIOVANNA GERMANA CASTANG),
Monaca professa del Second'Ordine di San Francesco, nata
il 24 maggio 1878 a Nojals (Francia) e morta il 30 maggio
1897 a Bordeaux (Francia).
Dichiarata “venerabile” il 22 gennaio 1957,
è stato riconosciuto un miracolo attribuito alla
sua intercessione in data 16 dicembre 2006.
B2 - Prossimamente “BEATI”
Sono stati promulgati inoltre i decreti riguardanti il riconoscimento
del martirio dei seguenti Servi di Dio, per i quali, pertanto,
verrà fissata quanto prima la data e il luogo della
Cerimonia di Beatificazione.
1-il martirio dei Servi di Dio:
A - EMANUELE GÓMEZ GONZÁLEZ,
Sacerdote Diocesano, nato il 29 maggio 1877 a San José
de Ribarteme (Spagna).
Fu ordinato sacerdote il 24 maggio 1902. Nel 1904, dopo
aver esercitato il ministero sacerdotale nella sua terra
natale, passò all’Arcidiocesi di Braga, in
Portogallo, dove fu parroco delle parrocchie di Nossa Senhora
do Extremo (1905-1911) e di Santo André e São
Miguel de Taias e Barrocas (1911-1913).
Nel 1913, a causa della persecuzione religiosa nei confronti
della Chiesa cattolica portoghese, ottenne la licenza per
potersi recare in Brasile. Arrivando nel Paese, fu indirizzato
al Vescovo di Santa Maria, nel Rio Grande do Sul, che lo
nominò parroco di Soledade il 23 gennaio 1914. Il
29 dicembre 1915 venne nominato parroco della parrocchia
di Nonoai, a nord dello Stato. A Nonoai svolse la sua missione
evangelizzando il suo popolo con dedizione fino al 1924.
B-ADILIO DARONCH, Laico,
nato il 25 ottobre 1908 a Dona Francisca (Brasile).
Nel 1911 la famiglia si trasferì a Passo Fundo e
nel 1913 a Nonoai. Adilio faceva parte del gruppo di adolescenti
che accompagnava p. Manuel in visita alle comunità
dell’interno, tra cui quella degli indios Kaingang.
Oltre a fare il chierichetto, Adílio e altri compagni
erano alunni della scuola fondata dal sacerdote. P. Manuel
e Adílio vennero uccisi per odio alla fede il 24
maggio 1924.
Nella Pasqua di quell’anno si incamminarono verso
l’Alto Uruguay per la Pasqua dei militari. Si sarebbero
poi recati alla colonia Três Passos per assistere
i coloni di origine tedesca.
Quando arrivarono alla località “Feijão
Miúdo”, alcuni malviventi li attaccarono e
li uccisero a colpi di arma da fuoco.
Furono i primi sepolti a Três Passos. Quarant’anni
dopo, nel 1964, i loro resti mortali vennero dissotterrati
e le ossa furono portare a Nonoai.
Nel 1997 la diocesi aveva avviato il processo di beatificazione.
2 - il martirio della
Serva di Dio ALBERTINA BERKENBROCK, Laica,
nata l'11 aprile 1919 a São Luis (Brasile) ed ivi
uccisa in odio alla fede il 15 giugno 1931. Battezzata il
25.5.1919, cresimata il 9 marzo 1925, fece la prima Comunione
il 16 agosto1928.
Albertina crebbe nel caldo ambiente familiare, ricco di
serenità e fiducia in Dio, aiutando i propri genitori.
A 12 anni venne assalita da un impiegato dell’ufficio
del padre il 15 giugno 1931.
Difese la dignità del suo corpo e la sua verginità
e si mantenne pura, fino al limite della sua forza fisica.
Non riusciva nel proprio intento, l’impiegato la sgozzò
con un temperino. In una preghiera a lei dedicata, i fedeli
chiedono a Dio di concedere “che, per la sua testimonianza
di vita, diventiamo forti nella fede, coltiviamo i valori
del Vangelo e viviamo fedelmente gli impegni del nostro
Battesimo”. “Glorifica tua figlia Albertina,
che ad appena dodici anni versò il suo sangue per
non perdere la sua purezza”, pregano.
3 - il martirio del Servo
di Dio EUFRASIO DI GESÙ BAMBINO (al secolo:
EUFRASIO BARREDO FERNÁNDEZ), Sacerdote
professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, nato l'8 febbraio
1897 a Cancienes (Spagna) e ucciso in odio alla Fede durante
la persecuzione religiosa in Spagna nel 1934. Infatti nell’ottobre
del 1934 nelle Asturie, il padre Eufrasio, con i confratelli,
si vide costretto ad abbandonare il Convento per il pericolo
di vita.
Nel fuggire subì la lussazione di un'anca, che lo
obbligò a rifugiarsi in casa di amici. Il 12 ottobre,
per non essere di peso alla famiglia che lo aveva accolto,
chiese di essere trasferito all'Ospedale Provinciale, dove,
riconosciuto come religioso e come priore dei Carmelitani,
fu condannato subito a morte. Verso mezzogiorno del medesimo
giorno, fu fucilato nel mercato vecchio del rione di San
Lázar di Oviedo, come si afferma, in odio alla fede.
Le sue ultime parole furono "Vi perdono, figli miei.
Viva Cristo Re!"
4 - il martirio dei Servi
di Dio LORENZO, VIRGILIO e 44 COMPAGNI, dell'Istituto
dei Fratelli Maristi delle Scuole, uccisi in odio alla Fede
durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1936.
A - MARIANO ALONSO FUENTE
(in religione LORENZO), nato il 21 Novembre
1881 in Castrecías, Burgos (Spagna), e ucciso in
odium fidei l’8 Ottobre 1936 in Montcada, Barcellona
(Spagna).
B - TRIFÓN LACUNZA UNZU (in religione,
VIRGILIO), nato il 3 luglio 1891 in Ciriza,
Pamplona (Spagna), e ucciso in odium fidei l’8 Ottobre
1936 in Les Corts, Barcellona (Spagna)
C-e inoltre 44 COMPAGNI
Anche i Fratelli Maristi ebbero i loro martiri; la Congregazione
fu fondata il 2 gennaio 1817 a La Valle in Francia da san
Marcellino Champagnat (1789-1840), con lo scopo prima di
affiancare e poi autonomamente, nell’apostolato specie
a favore dei fanciulli delle campagne, i Padri Maristi della
Società di Maria, fondati dal servo di Dio Giovanni
Colin (1790-1875) e di cui padre Marcellino era uno dei
primi membri.
5 - il martirio dei Servi
di Dio ENRICO IZQUIERDO PALACIOS nato il 17 febbraio
1890 in Oviedo, Asturias (Spagna), and ucciso in odium fidei
il 23 dicembre 1936 in Santander, Cantabria (Spagna).
e 13 COMPAGNI, dell'Ordine dei Frati Predicatori,
uccisi in odio alla Fede durante la persecuzione religiosa
in Spagna nel 1936;
6 - il martirio dei Servi
di Dio OVIDIO BERTRANDO (al secolo: ESTEBAN
ANUNCIBAY LETONA), nato il 26 dicembre 1892 in
Mijancas, Vitoria (Spagna), e ucciso in odium fidei il 18
Novembre 1936 in Lorca, Cartagena (Spain).
con ERMENEGILDO LORENZO, LUCIANO PAOLO, STANISLAO
VITTORE e LORENZO GIACOMO, Membri dell'Istituto
dei Frati delle Scuole Cristiane, nonché GIUSEPPE
MARIA CÁNOVAS MARTÍNEZ, Coadiutore
Parrocchiale, uccisi in odio alla Fede durante la persecuzione
religiosa in Spagna nel 1936;
7- il martirio delle Serve di Dio
A - MARIA DEL MONTE CARMELO FRADERA FERRAGUTCASAS,
nata il 25 Ottobre 1895 in Riudarenas, Girona (Spagna).
Religiosa professa della Congregazione delle Figlie del
Santissimo e Immacolato Cuore di Maria.
B - ROSA FRADERA ERRAGUTCASAS,
nata il 20 Novembre 1900 in Riudarenas, Girona (Spagna).
Religiosa professa della Congregazione delle Figlie del
Sanissimo e Immacolato Cuore di Maria.
C - MADDALENA FRADERA FERRAGUTCASAS,
nata il 12 Decembre 1902 in Riudarenas, Girona (Spagna).
Religiose professe della Congregazione delle Figlie del
Santissimo e Immacolato Cuore di Maria.
Sono state tutte e tre uccise in odio alla Fede durante
la persecuzione religiosa il 27 Settembre 1936 in Lloret
de Mar, Girona (Spagna).
8- il martirio della Serva
di Dio LINDALVA JUSTO DE OLIVEIRA,
della Società delle Figlie della Carità di
San Vincenzo de Paul, nata il 20 ottobre 1953 nel Sitio
Malhada da Areia (Brasile) e uccisa in odio alla Fede il
9 aprile 1993 a Salvador do Bahia (Brasile). Quando si trasferì
nella città di Natal, studiava e lavorava per mantenersi
e aiutare la famiglia. Dopo aver concluso il secondo ciclo,
si prese cura del padre, anziano e malato, con affetto e
pazienza. Quando questi morì, Lindalva, di 33 anni,
entrò nella Società delle Figlie della Carità
di San Vincenzo de Pauli. Voleva servire Cristo nei poveri.
Terminato il periodo di noviziato, venne inviata all’internato
Dom Pedro II, a Salvador, Bahia, ricevendo il compito di
coordinare un’infermeria con 40 anziani del padiglione
maschile.
La mattina del 9 aprile 1993, Venerdì Santo, partecipò
alla Via Crucis con i fedeli della parrocchia di Boa Viagem,
in compagnia delle sorelle della Comunità dell’internato.
Di ritorno, mentre si avviava a servire la colazione agli
anziani, venne brutalmente assassinata con 44 coltellate
da Augusto Peixoto, di 46 anni, uno dei pazienti.
Mons.Lucas Moreira Neves ha scritto: “Era convinta
di aver indovinato la sua vocazione; era nata per dedicarsi
a Dio nella persona dei poveri e degli anziani, e non desiderava
altro se non vivere questa dedizione in modo totale e con
un grande amore”.
C-Nuovi “VENERABILI”
Infine, sono stati promulgati i decreti riguardanti l’eroicità
delle virtù dei seguenti Servi di Dio che, pertanto,
acquisiscono il titolo di “Venerabile”.
1 - le virtù eroiche
del Servo di Dio MAMERTO ESQUIÚ,
dell'Ordine dei Frati Minori, Vescovo di Cordoba in Argentina,
nato l'11 maggio 1826 a San José de Pedra Blanca
(Argentina) e morto il 10 gennaio 1883 a Posta del Suncho
(Ar-gentina). (Foto a destra).
2 - le virtù eroiche
del Servo di Dio SALVATORE MICALIZZI, Sacerdote
professo della Congregazione della Missione, nato il 5 novembre
1856 a Napoli (Italia) ed ivi morto il 14 ottobre 1937.
Nato a Napoli il 5 novembre 1856, ordinato sacerdote il
23 settembre 1882, per due anni fu impegnato nel ministero
sacerdotale nell’archidiocesi di Napoli. Poi nel 1884
entrò nella Congregazione della Missione, pronunciandovi
i voti religiosi il 25 maggio 1886.
Vero uomo di Dio, visse di preghiera, morì pregando
e fu trovato in ginocchio ai piedi del letto. Di ubbidienza
cieca, di castità angelica, si distinse soprattutto
per lo spirito di povertà e di perfetto distacco,
dalle cose terrene.
Il suo zelo non conobbe limiti, specialmente quando si trattò
di prodigarsi per la salvezza dei poveri e la santificazione
del Clero.
La sua parola semplice e piena di unzione, penetrava nei
cuori e li trasformava. Ornato delle più elette virtù,
favorito anche da carismi soprannaturali, seppe nascondere
tutto sotto il velo di una profonda umiltà.
Quanti lo conobbero, lo stimarono e proclamarono santo.
Morì santamente a 84 anni nella Casa dei Vergini,
in Napoli, il 14 ottobre 1937.
3 - le virtù eroiche
del Servo di Dio GIUSEPPE OLALLO
VALDÉS, Religioso professo dell'Ordine Ospedaliero
di San Giovanni di Dio dal 1836, era nato il 12 febbraio
1820 a L'Avana (Cuba) e morto il 7 marzo 1889 a Camagüey
(Cuba).
Fin dal 15 marzo 1820 fu affidato all’orfanotrofio
di san Josè. Ricevette una formazione religiosa.
Così ha iniziato colui che sarebbe stato poi conosciuto
come Padre Olallo, esempio di pietà, carità
e patriottismo.
Morì a Camaguey e grande è stato il cordoglio
di tutte le classi sociali. Sulla sua tomba, costruita con
il contributo pubblico, si può leggere: “Questo
monumento giungerebbe al cielo se lo firmassero i cuori
dei poveri grati che Padre Olallo assistette per 53 anni
nell’ospedale di San Giovanni di Dio di Porto Principe.
Rinunciare a se stessi per dedicarsi completamente a chi
geme nel letto del dolore e della miseria è perseguire
l’immortalità senza presentirlo né volerlo”.
Oggi Padre Olallo è oggetto di una profonda devozione
popolare. Gli vengono attribuiti molti favori e miracoli.
La sua fama di santità ha fatto sì che nel
1990 fosse avviata la sua causa di beatificazione.
4 - le virtù eroiche del Servo
di Dio STEFANO KASZAP ISTVÁN,
seminarista della Compagnia di Gesù, nato il 25 marzo
1916 a Székesfehérvár (Ungheria) ed
ivi morto il 17 dicembre 1935 in concetto di santità.
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PROCESSI DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
BELLUNO, 10 novembre 2006: chiusa la fase diocesana del
processo di Beatificazione di GIOVANNI PAOLO I
Il 10 novembre 2006, in coincidenza con i primi vespri di
san Martino, patrono della città, il vescovo di Belluno-Feltre
Giuseppe Andrich ha presieduto il rito di chiusura della
fase diocesana del processo di Beatificazione di Papa Luciani.
Mons.Andrich aveva accanto a sé il vicepostulatore
mons.Giorgio Lise, gran parte dei 190 testimoni ascoltati
tra Belluno, Vittorio Veneto, Venezia.
Un processo voluto nel 2003 dall'allora vescovo di Belluno-Feltre,
Vincenzo Savio, convinto che «l'avventura di santità
di Albino ci aiuterà a riscoprire le radici di una
santità presente anche nei nostri padri; ancor più:
sento che Papa Luciani ci prenderà per mano e inviterà
ciascuno di noi ad inoltrarci con coraggio in quell'itinerario
di santità a cui siamo tutti chiamati in Cristo Gesù».
Nato a Forno di Canale, (oggi Canale d'Agordo), ai piedi
del le Dolomiti bellunesi, il 17 ottobre 1912, ordinato
sacerdote il 7 luglio 1935, Luciani viene nominato vescovo
di Vittorio Veneto da Giovanni XXIII il 15 dicembre 1958
e 11 anni dopo, il 15.XII.1969, Paolo VI lo nomina Patriarca
di Venezia.
ll 26.VIII.1978 viene eletto al Soglio Pontificio assumendo
il nome di Giovanni Paolo I.
Muore 33 giorni dopo. Passa alla storia come «il Papa
del sorriso».
I primi a sollecitare l'apertura della causa di beatificazione
sono stati i vescovi brasiliani.
«Quando nel febbraio 2001 fece l'ingresso in diocesi
mons.Savio, nessuno pensava a questa possibilità
- ammette mons.Andrich, che tra l'altro è compaesano
di Luciani -. Lui stesso diceva a me, suo Vicario generale,
di temere il pericolo di mitizzare una persona sull'onda
della popolarità. Dopo un anno, colpito intimamente
dal sentire della gente e cogliendo le molte richieste anche
da fuori diocesi, mons. Savio promosse le necessarie consultazioni
per avviare la causa».
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BARCELLONA (Spagna), 3 dicembre 2006: introduzione della
causa di beatificazione di MAGDALENA i TAURINA (1897-1956)
(ZENIT.org).- L’Arcivescovo di Barcellona, monsignor
Lluís Martínez Sistach, ha presieduto l’atto
nel quale è stato introdotto il processo di beatificazione
della fondatrice dell’Istituto delle Operaie Parrocchiali
(http://www.magdalena-aulina.net/),
Magdalena Aulina i Taurina (1897-1956).
L’apertura del processo diocesano, che ha avuto luogo
venerdì scorso, 3.XII.2006, ha contato sulla presenza
della Vice-direttrice generale dell’Istituto religioso,
Manuela Esparza, in rappresentanza di Maria Concepció
Parra, la Direttrice Generale, che per motivi di salute
non ha potuto essere presente.
Com’è necessario in questi casi, hanno assistito
il giudice delegato dell’Arcivescovo, il promotore
di giustizia e la notaia-segretaria. Erano presenti anche
membri dell’Istituto religioso di varie parti del
mondo.
L’Arcivescovo di Barcellona ha detto che “Magdalena
ricevette dal Signore un carisma che seppe accogliere e
coltivare, ben consapevole che i carismi sono per il bene
del popolo di Dio”.
Mons.Martínez Sistach ha ricordato che la pratica
relativa a Magdalena, nata a Bañolas e morta a Barcellona
verrà ora inoltrata all’Arcidiocesi e in seguito
passerà alla Congregazione per le Cause dei Santi,
e ha chiesto che “questo lavoro che inizia ora metta
in rilievo le virtù cristiane di Magdalena Aulina”.
Magdalena iniziò un’opera parrocchiale e di
assistenza ai giovani nella sua località d’origine,
dove fondò un’istituzione chiamata “Casa
Nostra”.
Una delle caratteristiche delle Operaie sono proprio i centri-famiglia
“Casa Nostra”, in cui vivono non solo membri
dell’Istituto, ma anche i loro familiari, dando così
un senso di accoglienza desiderato dalla fondatrice.
Nel 1941 Magdalena inviò alcune collaboratrici in
Navarra, dove continuarono le attività apostoliche,
creando la Pia Unione di Operaie Parrocchiali (1945).
Roma accolse una comunità nel 1951, e nel 1962 la
Santa Sede approvò l’Istituto secolare, unendo
– come voleva la fondatrice – il carattere secolare
con la piena consacrazione a Gesù Cristo. L’Istituto
Secolare delle Operaie Parrocchiali è presente in
Europa, America e Africa.
Il motto di Magdalena era “Fare Chiesa” per
promuovere la vita cristiana nelle famiglie perché,
come lasciò scritto, solo da una rinnovata cristianizzazione
della famiglia può venire il miglioramento della
società.
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BOLOGNA, 25 febbraio 2006: introduzione della causa di beatificazione
di TOMAS TYN, OP (1950-1990)
Il 25 febbraio 2006, nella Basilica Patriarcale di San Domenico
in Bologna è stato avviato solennemente il processo
di beatificazione, alla presenza di Mons. Carlo Caffarra,
Arcivescovo di Bologna
Thomàs nacque a Brno il 3 maggio 1950. Dopo gli studi
superiori si trasferì a Warburg in Westfalia, dove
entrò nell’Ordine domenicano. Concluse i suoi
studi a Roma conseguendo il dottorato in teologia e fu ordinato
sacerdote da Paolo VI il 29 giugno 1975. Fu quindi assegnato
nel convento domenicano di Bologna.
Fu figlio fedele di San Domenico e discepolo di S. Tommaso
d’Aquino, eccellente studioso,filosofo e teologo,
religioso e sacerdote ardente,in particolare nella predicazione,
contribuì alla conversione di molte persone.
Non molto tempo dopo aver offerto la sua vita a Dio come
sacrificio di riconciliazione per la libertà della
Cecoslovacchia di allora, morì in concetto di santità,
dopo una breve e dolorosa malattia, il 1° gennaio 1990
a Nackarge mund, in Germania, dove è anche sepolto.
(Fonte: http://www.amicidomenicani.it)
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BRESCIA, settembre 2006: introdotta la
causa di beatificazione di Madre TERESA GABRIELI (1837-1908)
Il vescovo di Bergamo, monsignor Roberto Amadei, ha dato
il via lo scorso settembre al processo per la causa di beatificazione
di Madre Teresa Gabrieli (1837-1908), confondatrice delle
Suore delle Poverelle, insieme al Beato don Luigi Palazzolo.
La cerimonia si è svolta nella chiesa della Casa
Madre dell’Istituto Palazzolo, a Bergamo.
«In mezzo alle difficoltà della vita e della
storia – ha detto mons. Amadei - tu, madre Teresa
Gabrieli, hai saputo ascoltare la voce di Dio che ti indicava
strade nuove. Con fedeltà creativa hai raccolto e
continuato l’eredità carismatica del Beato
Luigi Palazzolo e hai testimoniato l’Amore Crocifisso
aprendo il tuo cuore di sorella e madre a chiunque avesse
bisogno di te, soprattutto ai piccoli e ai poveri».
Nata il 13 settembre nel 1837 da povera famiglia di contadini,
Madre Teresa Gabrieli, fu mandata a scuola dal papà
e così conseguì il diploma di maestra di grado
superiore. L'incontro, determinante, con Luigi Palazzolo
(1827-1886) avvenne intorno al 1860, attraverso un «dono
del Signore» che il sacerdote le fece: un'orfanella
storpia e piagata, che la giovane Teresa accolse nella sua
casa e curò amorevolmente. Così il 22 maggio
1869 prendeva vita la nuova Istituzione e nella stessa notte
la donna consacrò la sua vita al Signore.
Tante le attività delle Poverelle nei primi anni
di vita, tra cui l'accoglienza delle orfanelle e l'oratorio
femminile: due progetti che la Madre cofondatrice portò
avanti in mezzo a numerosissime difficoltà. La vita
di Teresa Gabrieli, innamorata di Cristo, si spense a Bergamo
nel 1908.
Per conoscere meglio la figura di Madre Teresa Gabrieli
e l'attività delle sue suore, oltre che quella del
fondatore Luigi Palazzolo, c'è la possibilità
di visitare il museo rinnovato di recente e che ha sede
a Bergamo.
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PALERMO, novembre 2006: chiusa la fase
diocesana della causa di Beatificazione di Don NUNZIO RUSSO
(1846-1906)
Credeva nel ruolo missionario che la parrocchia avrebbe
assunto nei decenni successivi, nell'importanza della donna
nell'opera di apostolato, nell'impegno che il cattolicesimo
doveva assumere sul piano sociale.
Don Nunzio Russo visse a Palermo nella seconda metà
dell'Ottocento, in uno dei momenti più difficili
della Chiesa siciliana, ma seppe vivere il suo ministero
in maniera profetica, puntando tutto sull'evangelizzazione
dei poveri, sulla presenza della Chiesa nella stampa, nella
scuola, nel mondo del lavoro.
Da oggi un altro palermitano comincia la sua scalata verso
gli altari.
Dopo trent'anni è giunta al termine la fase diocesana
del processo di beatificazione di don Nunzio Russo, nato
nel 1841 e morto esattamente cento anni fa, fondatore delle
Figlie della croce, che ne continuano l'impegno educativo
ed evangelizzatore in Italia e in America Latina. Determinante
è stato il lavoro svolto negli ultimi sei anni da
don Mario Torci via, postulatore della causa, che ha dovuto
passare ai raggi X gli archivi di don Russo, unica testimonianza
del suo operato. «Ne è venuto fuori un uomo
di Dio che seppe intuire in maniera profetica i bisogni
della Chiesa - spiega don Torcivia -. Si dedicò alle
missioni popolari nell'agro palermitano abbandonato, alla
promozione della parrocchia e del ruolo delle donne nella
vita parrocchiale».
Ieri pomeriggio, nella Cattedrale di Palermo, il cardinale
Salvatore De Giorgi ha presieduto una seduta straordinaria
del tribunale ecclesiastico, durante la quale sono stati
posti i sigilli alle scatole con tutti i documenti da inviare
in Vaticano. Un momento atteso da anni dalle 110 suore divise
in 17 comunità (di cui 11 in Italia, 6 in Messico
e una in Brasile), che hanno scelto di «seguire un
uomo dalle mille sfaccettature, che ha ancora tanto da dire
alla Chiesa e al clero» spiega suor Maria Inzinna,
madre generale delle Figlie della Croce.
Un carisma particolare al quale è stata dedicata
una giornata di studio, alla Facoltà teologica di
- , per ricostruire quella «figura di prete poliedrica
- afferma don Francesco Stabile, che ha pubblicato una biografia
e le lettere di don Russo - che deve essere riscoperta dal
nostro clero».
Alessandra Turrisi (Fonte: Avvenire: 13 nov.2006)
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VARIE NOTIZIE DAL MONDO
26 agosto 2006: DECEDUTO IL TEOLOGO DOMENICANO PADRE
MARIE-DOMINIQUE PHILIPPE (1912-2006)
Lo scorso 26 agosto è morto il noto teologo domenicano
Marie -Dominique Philippe, che aveva da poco festeggiato
i 70 anni di sacerdozio e stava per compiere 94 anni. Il
Segretario di Stato vaticano, cardinal Angelo Sodano, ha
inviato un telegramma nel quale, a nome del Papa Benedetto
XVI, ha espresso cordoglio per la scomparsa di un maestro
della dottrina e della spiritualità che, "nel
corso di molti anni, ha guidato e formato numerose persone
alla scuola di Cristo,radicandole in un amore profondo per
la Chiesa e nella fedeltà al Successore di Pietro".
Il padre Philippe nacque in Francia nel 1912; entrato nel
1930 nell'Ordine domenicano, negli anni Trenta e Quaranta
fu docente di teologia e filosofia all'istituto del Saulchoir,
costituendo con altri docenti una opposizione a quei teologi
del proprio Ordine - specie Chenu e Congar - che in quell'epoca
rilanciavano il modernismo elaborando una "nouvelle
théologie" che combatteva la Scolastica, relativizzava
il dogma e secolarizzava l'impegno cristiano.
Dal 1945 al 1962, Philippe fu docente nell'università
svizzera di Friburgo, restando fedele all'insegnamento di
san Tommaso e a quello di Aristotele, considerati come maestri
di saggezza, questo solo filosofica, quello anche teologica.
Influenzato dall'esperienza di Marthe Robin, il padre Philippe
concentrò i suoi interessi nella teologia ascetica
e mistica, diventando un direttore spirituale molto stimato
e ricercato, tenendo corsi formativi anche per le associazioni
professionali e per quelle in difesa della famiglia.
Nel 1975, sempre a Friburgo, fondò la Comunità
dei Fratelli di San Giovanni, alla quale si dedicò
completamente anche quando, nel 1982, tornò in Francia.
Col tempo la Comunità si dotò di un ramo religioso
e di uno laico, di un ramo contemplativo e di uno apostolico;
attualmente la Comunità ha 930 membri consacrati
e oltre 3.000 oblati laici, diffusi in 91 priorati, presenti
in 21 Paesi, la metà dei quali in Francia. (Fonte:
Corrispondenza Romana del 16/09/06)
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CATANIA, 6 settembre 2006: festa della NATIVITA’ di
MARIA
Il Prof. ANTONINO BLANDINI di Catania ci
ha proseguito l’unito Suo articolo pubblicato da L’Osservatore
Romano l’8 settembre u.s.
Nel “fondo sociale” di Gennaio inseriamo il
santino di S.Maria Ognina, qui trasmesso dal Prof.Blandini
per gli associati.
Viene celebrata con la consueta solennità a Catania
l’annuale ricorrenza liturgica della Natività
di Maria, presso il santuario parrocchiale diocesano di
Nostra Signora di Ognina. La celebrazione è presieduta
dall’Arcivescovo metropolita Salvatore Gristina e
vi partecipa l’intera comunità cittadina.
Il santuario presso il quale avviene la celebrazione ha
un significato storico: è stato ricostruito sui ruderi
di un vetusto tempio abbaziale basiliano, “extra moenia,
in litore maris”, distrutto dal terremoto del 1693
e che in epoca medievale, sorgeva sul sito del famoso tempio
di Athena Longatis, sulla spiaggia del Porto Ulyssis e sulle
rive del fiume Lontane, cantato da Omero, Plinio, Virgilio,
mentre Diodoro Siculo e Stefano di Bisanzio fanno riferimento
ad un fortilizio, chiamato “Italion”, nei pressi
del “Longon”, attaccato da Amilcare Barca durante
la I guerra punica.
L’animatore della più grande festa estiva mariana
della scogliera Etnea, della riviera dei Ciclopi e dell’intera
costa jonica della - Orientale è Mons. ANTONINO
FALLICO fondatore della Famiglia Ecclesiale di
Vita Consacrata “Missione Chiesa Mondo” e delle
C.E.B., vicario episcopale per la Pastorale e arciprete
del Borgo marino di Ognina, nella periferia Nord-Est, dove
s’estendeva il celebre porto naturale dell’antica
Catania, in gran parte coperto dalla lava nell’eruzione
del 1381 e di cui parla, ne “I Malavoglia”,
Giovanni Verga.
Catania bizantina, fin dal VI secolo, aveva conosciuto la
festa orientale del “Genetliaco della Madre di Dio”,
il felice anniversario della Nascita di Maria.
La venerata patrona dei pescatori del Golfo di Ognina, pertanto,
da molti seco li, è onorata con devozione filiale
e fraterna – la Madonna è considerata cavallerescamente
membro dell’equipaggio di ogni peschereccio e a Lei
va una quota del pescato - nella chiesa di Santa Maria,
che, nel 1308, si trovava inserita nelle “Rationes
decimarum Italiane” della Sede Apostolica e, nel 1390,
era un beneficio della mensa vescovile.
Qui la mattina dell’8 settembre avviene la commovente
cerimonia della “Svelata” del simulacro ottocentesco
della Vergine Maria, chiamata dal popolo affettuosamente
la “Bambina” alla presenza di un gran numero
di fedeli giunti da tutti i quartieri del capoluogo, mentre
le campane, le salve a cannone, la banda musicale, le sirene
delle imbarcazioni e delle navi, le acclamazioni della folla
annunciano il “ritorno” della Madonna nella
sua casa.
Dopo il pensiero introduttivo del parroco e le invocazioni
oranti per la riapparizione sulla nicchia dell’altare
della statua della Madonna, Patrona della gente del mare
di Catania, il vicario generale dell’Arcidiocesi,
Mons. Agatino Caruso, presiede la Santa Messa e tiene l’omelìa.
Per tutta la giornata, il santuario è meta di pellegrini
che s’accostano ai sacramenti della Riconcliazione
e dell’Eucarestìa.
Le celebrazioni sono precedute, la sera, da un triduo predicato
dal novello sacerdote Salvatore Cucè sul tema “Maria
speranza della Chiesa e del mondo” e da una veglia
celebrata al molo Piccolo e dedicata a “Maria stella
polare della comunità cristiana”. Nei giorni
di preparazione alla festa liturgica “In Nativitate”
e fino a domenica 10, animeranno il pittoresco Borgo costiero
diverse manifestazioni culturali, folkloristiche, sportive
e ricreative, come le tavole rotonde su “Sport e Salute”
e sulle “Feste, storia e cultura in Santa Maria in
Ognina”, la Sagra del Tonno Rosso, l’XI Regata
storica dei Borghi Marinari dell’Jonio, la VII Giornata
dedicata ai portatori di handicap “Portatevi un amico
a mare”, a cura del Comando generale delle Capitanerie
di Porto, rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali,
tornei di pallavolo, mostre di pitture lungo la via Marittima,
filmati sulla vita e il lavoro dei pescatori del Golfo di
Catania a cura del Museo del Mare, che sorge nei pressi
della Grotte di Ulisse, gare di barche, trofei velici, l’asta
dei doni con la barca addobbata a festa, la IX Traversata
a mare dell’Associazione di Vontariato “Giampi”
per persone disabili, la donazione di sangue a cura del
Centro Raccolta dei fratres di Santa Maria in Ognina.
Sabato 9, alle 16.30, l’Arcivescovo Mons. Salvatore
Gristina presiederà, sul sagrato del santuario di
fronte alla spiaggia del Porto di Ulisse, la concelebrazione
della s. Messa festiva, con la partecipazione del clero
del Vicariato e della Fraternità Sacerdotale della
Missione Chiesa-Mondo e la presenza delle massime Autorità
civili e militari della Città e della Provincia,
perché fin dal 1755 la Vergine Santissima, sotto
il titolo di Ognina “intra moenia” od Ogninella,
è compatrona di Catania. Il suggestivo rito segna
il resoconto del bilancio dell’attività ecclesiale
e l’inizio del nuovo anno pastorale.
Successivamente il simulacro di Nostra Signora sarà
collocato su un peschereccio che solcherà il mare
del Golfo e della Scogliera fino al porticciolo di San Giovanni
Li Cuti. L’<ammiraglia>, con a bordo anche il
metropolita e il vicario episcopale, sarà seguita
da un variopinto corteo di barche e scortata dai mezzi di
navigazione delle Forze dell’Ordine delle acque territoriali.
Al largo, sarà offerta una corona d’alloro
in memoria dei Caduti in mare.
Migliaia di lumini galleggianti si specchieranno sulle onde
rischiarate dalle fiaccole, dalle luminarie e dai fuochi
artificiali che saranno accesi lungo la costa dai proprietari,
dai bagnati, dai turisti e dai villeggianti dei lidi balneari,
dei solaria, dei ristoranti, degli alberghi della nera e
rocciosa riviera lavica del lungomare, l’elegante
arteria panoramica della costiera cittadina. Tanti fedeli
con i più svariati natanti sogliono avvicinarsi alla
Santa Maria per porgere fiori, offerte, doni, ex voto e
chiedere grazie ricambiati dai canti, dalle benedizioni,
dalle preghiere dell’equipaggio che pilota con fierezza
uno straordinario fercolo mariano solcante, al canto di
inni sacri, l’azzurro mare della riviera jonica.
Un fantastico spettacolo piromusicale concluderà
la traversata a mare della città di cui la Madre
di dio è la castellana.
Domenica 10, i festeggiamenti saranno conclusi in santuario
da affollate celebrazioni dell’Eucarestia, con la
consacrazione delle famiglie e l’omaggio floreale
dei bambini e, nelle strade del Borgo, dalla processione
del simulacro della Vergine col Bambino sul fercolo ricoperto
di rose e seguito da migliaia di fedeli, che partecipano
con fervida devozione alle varie soste del sacro corteo
nei luoghi più significativi della storica contrada:
i siti delle chiesette della Patrona, s.Agata alle Sciare
o della Traslazione, del Compatrono, s. Euplio in Ognina,
della Madonna della Lettera al Rotolo, dell’edicola
votiva della Bella Madre di Valverde e i punti di “confine”
con le altre parrocchie sorelle, San Giuseppe, Santa Lucia,
Santa Maria della Guardia, Stella Maris, Santa Maria delle
grazie a Carruba. al limite della diocesi suffraganea di
Acireale.
La conclusione della processione avviene sul luogo più
suggestivo del Golfo, nei pressi della garitta spagnola,
della torre sveva, e del Molo grande del Porto, da dove
vengono accesi, a mezzanotte, spettacolari giochi pirotecnici
che salutano il rientro del simulacro della Vergine nel
santuario a Lei dedicato.
Antonino Blandini
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Una Messa a 40 anni dalla morte del Servo di Dio ARNALDO
CANEPA (1892-1966)
Lo scorso 2 novembre, a 40 anni dalla scomparsa, presso
la chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, a Roma, è
stato ricordato il servo di Dio Arnaldo Canepa, fondatore
del Centro oratori romani (Cor). A presiedere l'Eucaristia
è stato monsignor Luigi Moretti, vicegerente della
diocesi di Roma.
Nato a Roma il 24 settembre 1892, Canepa si dedicò
sempre ai ragazzi e ai fanciulli. Per loro ha rinunziato
alle sue attività professionali si è privato
gradualmente di tutto il suo avere scegliendo di vivere
in francescana povertà. alla sua morte, nel 1966,
erano 64 gli oratori aperti grazie al suo impegno. La causa
di beatificazione si è aperta il 26 maggio 1993.
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MOZAMBICO, 6 Novembre 2006: uccisi Waldyr dos Santos,
gesuita, e Idalina Neto Gomes, volontaria portoghese.
Il Provinciale della Compagnia di Gesù del Portogallo
ha comunicato che il 6 novembre (h.1.30 a.m.) un gruppo
di uomini armati ha assalito la Residenza di Angone, nella
Provincia di Tete, in Mozambico, uccidendo il Padre Waldyr
dos Santos, di anni 69, brasiliano, e Idalina Neto Gomes,
di anno 30, missionaria portoghese dell’Associazione
Portoghese “Laici per lo Sviluppo”. Nell’attacco
sono rimasti feriti il Padre Mario J. de Almeida, portoghese
di anni 37, e il Fratello José Araújo de Andrade,
mozambicano di anni 76.
Gli assalitori sono poi fuggiti a bordo delle auto del la
comunità. Lo riferisce una nota dei Gesuiti inviata
dall’Agenzia Fides. La zona dove è avvenuto
il greve fatto di sangue si colloca al confine tra il Mozambico
Malawi, Zambia e Zimbabwe, e ha visto negli ultimi tempi
il sorgere di gravi for me di banditismo, che preso di mira
missioni cattoliche e residenze di religiosi.
(Fonte: Agenzia Fides 7/11/2006)
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9 NOVEMBRE 2006: TRE SERATE NEL CENTENARIO DELLA MORTE
DELLA BEATA ELISABETTA DELLA TRINITA’ (1880-1906)
Quando la giovane ragazza Elisabeth Catez abbandonò
la sua vita di musicista e di turista, d’amica elegante
e briosa, divenendo claustrale contemplativa al Carmelo
di Digione in Francia, alcuni rimasero molto meravigliati:
"Sarà senz’altro uno sbaglio..., ad Elisabetta
piace troppo ballare, la musica..., la vita!". E invece:
...un’altra breve esistenza bruciata nell’AMORE
DELLA SS. TRINITÀ.
Elisabetta, nata a Camp d'Avor (presso Bourges) nel 1880,
entra al Carmelo all’età di 21 anni, nel 1901,
e solo pochi anni dopo, il 9 novembre 1906, per una malattia
allora incurabile, termina la sua esistenza terrena.
Dalla sua morte, la diffusione della fama e del messaggio
di Elisabetta si è effettuata attraverso i suoi scritti
e soprattutto per la sua famosa preghiera: "O mio Dio,
Trinità che adoro". Mai più Elisabetta
pensava di presentare una sua dottrina personale e originale.
Ma quella che noi possiamo chiamare "dottrina spirituale",
lei la desunse dalla Scrittura, in particolare dal Vangelo
secondo Giovanni e dalle lettere del suo "caro San
Paolo". Elisabetta ha letto e riletto (ruminato) i
testi biblici. Si è fatta una "tutt’ascolto"
della Parola di Dio. Ed ora siamo noi che ascoltiamo ciò
che Elisabetta ha saputo estrarre dalle vive sorgenti della
Scrittura.
A cento anni dalla morte la beata Elisabetta della Trinità
è stata ricordata presso il monastero delle Carmelitane
Scalze «Santa Teresa di Gesù Bambino»
di Milano (via Marcantonio Colonna 30) con tre serate di
«lectio divina».
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10 Dicembre 2006: è deceduto il
card. SALVATORE PAPPALARDO
Il socio Antonino COTTONE di Misilmeri,
celerissimo come un’agenzia di stampa, ha comunicato
in redazione la scomparsa del cardinale Salvatore Pappalardo.
La sua tristezza per il decesso del presule ha contagiato
anche i presenti nella nostra redazione.
L’arcivescovo emerito di Palermo è morto domenica
10, in mattinata, all'età di 88 anni, nella casa
diocesana di Baida, la frazione palermitana divenuta la
sua residenza dopo essere andato in pensione.
Era nato a Villafranca Sicula il 23 settembre 1918. Il 17
ottobre 1970 era stato nominato da Papa Paolo VI Arcivescovo
di Palermo e dallo stesso Paolo VI creato Cardinale nel
Concistoro del 5 marzo 1973. Il 4 aprile 1996 Papa Giovanni
Paolo II ha accolto la rinuncia all'Arcidiocesi palermitana
per raggiunti limiti di età.
Pappalardo è stato Presidente della Conferenza Episcopale
- na, Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana
e ha partecipato ai Conclavi per l'elezione di Giovanni
Paolo I e Giovanni Paolo II. Per le sue benemerenze nell'impegno
sociale e nella lotta alla criminalità mafiosa,il
Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo aveva insignito
dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della
Repubblica Italiana.
Nei suoi 26 anni di episcopato a Palermo, aveva saputo portare
il vento di rinnovamento del Concilio in - , promuovere
il laicato, affrontare la sfida di una società in
trasformazione drammaticamente colpita dalla stagione delle
stragi di mafia.
Ebbe la forza di riconoscere esplicitamente l'esistenza
della criminalità organizzata e fece scalpore quando
durante l'omelia al funerale di Carlo Alberto Dalla Chiesa
pronunciò a frase di Tito Livio “Dum Romae
consulitur, Saguntum expugnatur” ("mentre a Roma
si discute, Sagunto viene espugnata"); duro atto d'accusa
contro lo Stato nella stagione degli omicidi eccellenti.
Il card.Pappalardo è stato un pastore «zelante
e generoso», ha affermato Benedetto XVI nel telegramma
di cordoglio inviato al card.Salvatore De Giorgi. «Ricordo
con ammirazione la sua feconda e molteplice attività
apostolica animata dal desiderio di annunciare Cristo e
di accompagnare con il suo illuminato magistero il cammino
di crescita morale e culturale della società palermitana»,
ha scritto il Pontefice all’arcivescovo di Palermo.
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15 Dicembre 1856-2006: Celebrazioni per
il 150° anniversario della nascita della Serva di Dio
Suor Veronica Barone, terziaria francescana (1856-1878).
Venerdì 15 dicembre alle 17,30, in occasione del
150° ann.rio della nascita di Suor Veronica Barone (1856
- 1878), per la quale è in atto la causa di beatificazione,
il Vescovo di Caltagirone, Mons. Vincenzo Manzella, ha celebrato
una Messa nella chiesa di San Giovanni Battista. Al termine
della funzione i fedeli in processione hanno raggiunto la
chiesa dei Cappuccini, dove sono custodite le spoglie della
religiosa.
Veronica nasce a Vizzini il 15.XII.1856. Il 3.X.1861, affetta
da una strana affezione cutanea, si trova istantaneamente
guarita dopo la visione di S. Veronica Giuliani che così
le aveva parlato: “Vieni a me, piccina mia”.
Da quel momento ha numerose visioni. Il 13.7.1868, dopo
la comunione nella Chiesa di S.Giovanni, vede uscire dal
Crocifisso un abbagliante splendore a forma di stella.
Un mese dopo, dalla stessa statua vede uscire dal cuore
trafitto una gran luce e distingue una voce che le dice
di prepararsi alla guerra. Di lì a poco giace su
un letto in un mare di dolori, ma promettendo di iscriversi
al Terzo ordine Francescano, guarisce perfettamente. Ma
altre prove non tardarono a venire: i demoni la torturarono
a loro piacere, ora la percuotono a loro piacere, ora la
percuotono, ora la lanciano per aria, or la buttano sul
letto e la legano fin quasi a soffocarla.
Una volta, essendo esposto il SS.mo Sacramento in San Giovanni
Battista, levitò per un’ora intera. Negli ultimi
anni della sua vita, adattandosi in certi periodi ad assaggiare
solo un po’ d’uva, si cibò soltanto della
Comunione che le veniva somministrata ogni giorno. Dio la
premiò con il dono della profezia, con la conoscenza
dei pensieri altrui e della rivelazione di quanto si cercava
di occultare.
Si spense dopo lunga malattia il 5 gennaio 1878. Due giorni
prima aveva detto con precisione: “Domani l’altro
mi troverò nella Chiesa dei Cappuccini”.
(Fonte: http://www.vizzinidascoprire.it/veronicabarone.htm)
Nel corso del 2007 sono previste diverse iniziative per
onorare questa donna, esempio di fede e di gioia fraterna
per le nuove generazioni.
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Palermo, PAOLO ROMEO è il nuovo arcivescovo
«Da adesso più niente di questa grande diocesi
mi sarà estraneo Il cardinale Pappalardo di cui ero
amico mi ha insegnato ad amarla».
Da Roma, Mimmo Muolo
Il primo a fargli gli auguri è stato il presidente
della Repubblica. Mancavano una manciata di minuti a mezzogiorno,
nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, dove era in corso
la cerimonia degli auguri di Natale e di fine anno con il
Corpo diplomatico. E Giorgio Napolitano, che aveva saputo
della nomina di monsignor Paolo Romeo ad arcivescovo di
Palermo, si è avvicinato al nunzio apostolico in
Italia - il quale poco prima, in qualità di decano,
gli aveva rivolto il suo saluto a nome degli ambasciatori
accreditati - per porgergli le sue felicitazioni.
«Sì, in pratica è stato il Capo dello
Stato il primo a farmi gli auguri - conferma il nuovo arcivescovo
del capoluogo - no, che Avvenire raggiunge telefonicamente
nel primo pomeriggio nella sede della Nunziatura -. Il presidente
era molto contento per la nomina, anche se un po' dispiaciuto
per il fatto che lascerò Roma. E anche il ministro
D'Alema, presente alla cerimonia, mi ha detto: "Perdiamo
un amico a Roma, ma quella che il Santo Padre le affida
è una grande missione"». (Avvenire 20
dic.06).
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L'annuncio al clero diocesano riunito a Baida
Da Palermo, Alessandra Turrisi (Fonte: Avvenire, 20.XII.2006)
A Palermo, ieri a mezzogiorno, in contemporanea con la Sala
stampa vaticana l'annuncio della nomina di mons. Paolo Romeo
è stato dato dal cardinale Salvatore De Giorgi, a
tutto il clero riunito per un ritiro nella casa diocesana
di Baida.
«Quasi alla vigilia del Santo Natale - ha detto con
voce commossa l'arcivescovo che lascia dopo dieci anni l'arcidiocesi
- na per raggiunti limiti di età - tocca a me dire
a voi con le parole dell'angelo di Bethlem: "Vi annunzio
una grande gioia".
Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato il mio successore
nella santa Chiesa di Palermo, mons.Paolo Romeo, che nelle
più significative celebrazioni della nostra Chiesa
è stato tante volte con noi: l'ultima, in occasione
delle esequie del compianto card. Pappalardo. Egli - ha
aggiunto - porta alla Chiesa di Palermo la ricchezza delle
sue doti di mente e di cuore e una molteplice esperienza
pastorale vissuta e maturata in vari continenti a servizio
diplomatico della Santa Sede e nel contatto diretto con
popoli di culture e di religioni diverse. A lui diciamo
con fede ed esultanza: "Benedetto colui che viene nel
nome del Signore", e lo salutiamo con affetto e devozione».
Un saluto a distanza scandito dall'applauso di centinaia
di sacerdoti e laici accorsi a Baida, un'altura che domina
Palermo, per ascoltare la notizia che riporta un - no al
vertice della Chiesa palermitana.
Mons.Romeo, infatti, è nato ad Acireale, il 20.2.1938.
Il 17.XII.1983 è stato nomi-nato arcivescovo di Vulturia
e Nunzio Apostolico in Haiti, ricevendo l'ordinazione episcopale
da Giovanni Paolo II il 6 gennaio 1984. Proprio in quell'isola,
a causa della grave situazione politica, la Chiesa locale
racconta che seppe portare avanti la sua missione con grande
coraggio senza esitare, in alcune circostanze, ad esporsi
al rischio e a mettere a repentaglio la sua stessa vita.
«Lì si è scoperto il grande cuore di
questo vescovo», commenta monsignor SALVATORE DI CRISTINA,
fino a poco tempo fa vescovo ausiliare di Palermo e oggi
arcivescovo eletto di Monreale (si insedierà in diocesi
sabato prossimo).
Dal 17.4.2001 mons.Romeo era nunzio apostolico in Italia.
L'occasione di ieri è stata colta dal card.De Giorgi,
anche per dire il suo grazie alla Chiesa che lo ha accolto
e amato. «Dell'apertura del cuore del popolo palermitano
- ricorda - ho fatto in questi anni una esperienza indimenticabile,
soprattutto in occasione della visita pastorale nelle parrocchie,
nelle scuole, negli ospedali.
Mi ha fatto conoscere e apprezzare più direttamente
l'amicizia fraterna degli amatissimi presbiteri che avrò
sempre in cima ai miei affetti sacerdotali, il servizio
gioioso dei diaconi, il prezioso carisma della vita consacrata,
la fioritura delle vocazioni nel Seminario, la generosa
dedizione degli operatori pastorali, la crescente vitalità
del laicato, l'attesa dei giovani ansiosi di certezze, la
vivacità dei ragazzi aperti al futuro, la sofferenza
degli ultimi, dei malati, dei senza casa, dei senza lavoro,
dei carcerati, degli immigrati, con i quali il Signore ha
voluto identificarsi, il calore e il cuore grande di un
popolo che ho imparato ogni giorno ad amare di più
e al quale ho dato tutto me stesso».
Spendersi totalmente per la Chiesa di Palermo è stata
la caratteristica di questo pastore, al quale monsignor
Di Cristina ha voluto rivolgere il grazie di tutta la diocesi.
«Grazie al Signore per avercelo dato - ha affermato
emozionato monsignor Di Cristina -, per averlo dato a questa
Chiesa. Siamo testimoni della sua donazione di se stesso.
Continuerà a esercitare il ministero della preghiera
per la Chiesa di Palermo». Il cardinale De Giorgi
saluterà la diocesi il 5 febbraio prossimo, mentre
il nuovo arcivescovo farà il suo ingresso nella diocesi
palermitana il 10 febbraio.
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26 Dicembre 2006- Le reliquie di santa Te resa di Lisieux
lasciano Rimini, ultima tappa della «peregrinatio»
italiana
La santa del Carmelo di Lisieux ha concluso il suo giro
d'Italia. È la terza volta che le reliquie di Teresa
Martin (più nota con il nome di santa Teresa di Lisieux
o di Gesù Bambino) attraversano la Penisola. Parte
del corpo della giovane patrona delle Missioni contenuta
nel reliquiario, il 17 dicembre è arrivato a Rimini,nella
parrocchia di S.Giustina dove era iniziata la «peregrinatio»
delle stesse reliquie. La citata parrocchia, che è
anche il centro italiano della Missione Teresiana, che vede
coinvolti giovani «under 18» e famiglie nella
preghiera per preti e religiosi, ha svolto un programma
di concerti e veglie di preghiere.
La partenza per Lisieux è avvenuta nel pomeriggio
del giorno di Santo Stefano.
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MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA DELLA PACE 2007
Città del Vaticano (Agenzia Fides) -
E’ stato pubblicato nel mese di dicembre il Messaggio
del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della
Pace, che si celebre il 1° gennaio 2007.
Il tema scelto dal Santo Padre è “Persona umana,
cuore della pace”. “Sono infatti convinto -
scrive il Papa - che rispettando la persona si promuove
la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per
un autentico umanesimo integrale. È così che
si prepara un futuro sereno per le nuove generazioni”.
Come ha sottolineato il Card. Renato Raffaele Martino, Presidente
del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace presentando
il testo ai giornalisti, “possiamo affermare che il
Messaggio di quest’anno va letto e interpretato come
una continuazione e un completamento del Messaggio precedente.
La persona e la pace si richiamano costantemente in una
feconda circolarità che costituisce la premessa e
il presupposto più solido per dare corpo ad un corretto
approccio culturale, sociale e politico alle complesse tematiche
relative alla realizzazione della pace nel nostro tempo”.
Il Messaggio è articolato in 3 parti, in ognuna delle
quali il tema della persona umana viene trattato in relazione
ai vari aspetti della promozione della pace.
Come ha sottolineato il Card. Martino, “nella prima
parte si evidenzia il senso e il valore della connessione
tra persona umana e pace intese e proposte attraverso le
categorie teologico-spirituali del dono e del compito; nella
seconda, la verità della persona umana è messa
in relazione con il concetto nuovo e innovativo di ecologia
della pace; nella terza, la verità della persona
umana è considerata in riferimento alla complessa
realtà del rispetto dei suoi diritti fondamentali,
del diritto umanitario internazionale e di alcune responsabilità
inerenti all’azione delle Organizzazioni internazionali.
Il Messaggio si conclude con un invito ai cristiani a farsi
operatori di pace”. (Fonte: Agenzia Fides 12/12/2006)
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COLONIA, 6 GENNAIO: FESTA DEI RE MAGI
Le reliquie dei Magi “rubate” a Milano
“Il Barbarossa portò via con sé le spoglie
dei tre Re e in tutti i luoghi toccati nel viaggio sorsero
nomi come «alla stella».
Entrando nella basilica di Sant'Eustorgio si notano numerose
stelle a otto punte.
La stella polare è un simbolo alchemico che richiama
l'idea di centro, di polo, dell'origine spirituale del mondo;
fa parte della tradizione esoterica e oggi si usa per indicare
i punti cardinali (la cosiddetta «rosa dei venti»).
In realtà, è un rimando alla stella che guidò
i Re Magi verso Gesù Bambino ed è presente
in Sant'Eustorgio, poiché è lì che
i Magi furono sepolti.
Le prime notizie delle spoglie dei Magi risalgono a quando
l'imperatrice Elena, madre di Costantino, nel 326 si recò
a Gerusalemme dove, insieme alla reliquia della vera croce,
ritrovò anche i loro resti che decise di portare
a Costantinopoli.
La leggenda narra che il vescovo Eustorgio, tra il IV e
il VII secolo, spostò le spoglie a Milano (in realtà
le spoglie furono donate alla città dai crociati).
La data non è certa, poiché Milano ebbe due
vescovi con lo stesso nome; probabilmente, però,
si trattò del primo, un greco mandato come governatore
da Costantinopoli, che i milanesi vollero come loro nono
vescovo.
Sembra che Eustorgio abbia trasportato le reliquie su un
carro trainato da due vacche.
Durante il viaggio, un lupo ne assalì una, sbranandola,
ma il Vescovo riuscì ad ammansirlo e lo costrinse
a proseguire il viaggio trainando il carro al posto della
bestia morta.
Nei pressi di Milano il carro si fece sempre più
pesante, tanto che Eustorgio non riuscì a entrare
in città per Porta Ticinese; decise allora di fare
edificare una chiesa suburbana nel punto in cui il carro
si era fermato, per ospitare le spoglie di Gaspare,Melchiorre
e Baldassarre (poi ribattezzati dai milanesi Dionigi, Rustico
ed Eleuterio). Alla sua morte, nel 355, i milanesi lo fecero
seppellire in quella stessa chiesa che poi prenderà
il suo nome. (Sopra: Chiesa di S.Eustorgio)
Per un certo periodo di tempo, le reliquie vennero dimenticate
e riscoperte solo nel 1158, durante i lavori di potenziamento
delle difese cittadine. Per essere meglio protette all'interno
delle mura, vennero traslate in San Giorgio, chiesa fondata
nel 750 e rifatta in forme romaniche nel 1129, collocata
lungo l'attuale via Torino. […] (Fonte: www.corriere.it/vivimilano)
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IL LIBRO ROSSO DEI MARTIRI CINESI:
Testimonianze e resoconti autobiografici. Autore:Gerolano
Fazzini
Per la prima volta in Italia i documenti che dimostrano
la crudezza della persecuzione cristiana nel periodo maoista
in Cina. Attraverso le storie di alcuni sopravvissuti ai
campi di prigionia, il lettore si rende progressivamente
conto della sistematica persecuzione a causa della fede
e delle tecniche messe in campo dagli aguzzini per ottenere
confessio-ni, informazioni e l’abiura della fede cristiana.
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L’avanzata dell’islam: 600 moschee
La cifra esatta pare impossibile da ottenere. E grande è
la reticenza dei rappresentanti delle comunità islamiche
in Italia quando si rivolge loro la domanda. Ma tra mezze
ammissioni e silenzi imbarazzati, un dato finalmente emerge:
le moschee in Italia sono ben più di 600, oltre la
metà delle quali situate nel Nord. Il che significa
che i luoghi di culto riservati ai musulmani nel nostro
Paese sono più che triplicati nel giro di cinque
anni. (Fonte: Il Giornale, 24.XII.2006)
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MESSAGGI
RICCO’ ALFREDO – Via Folloni
7 – 42100 REGGIO EMILIA RE – Tel.0522-792189
– E-mail: cheru78@tin.it
“Cerco santini di Venerabili, Servi di Dio, Beati/e,
Santi/e con questi nominativi: ANDREA, ANNA, LUIGI (moderni
e vecchi d’epoca). Scambierò con altre raffigura
zioni richieste. Grazie.
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MARIO LEONARDI – Via Leonardo da Vinci 41
95029 VIAGRANDE (CT)CT)
Ciao a tutti. Vi informo che la scorsa estate a causa di
un virus nel pc ho dovuto resettare tutto. Ho perso quindi
tutto l'archivio. Di conseguenza non sono stato in grado
di rispon dere o corrispondere con nessuno: in pratica non
posseggo più alcun indirizzo. Chiedo scusa agli amici
ed ai miei corrispondenti e li invito caldamente a scrivermi.
Vi risponderò al più presto e rinnovo le mie
scuse per il suddetto incidente.
Cerco santini della Divina Pastora o Madre del Salvatore
o Mater Salvatoris, santini di N.S.del Rosario di Pompei.
Cerco anche santini di Maria Bambina, Annunziata, Immacolata,
Addolorata, del Carmelo, delle grazie, del rosario, della
mercede. Nella mia collezione FB 400 mi mancano i numeri:
182- 213-152-1511-532-327-319-325-1510-1509-1508-1507-1505-1504-1503-1501-1502-720-704-645-306-305-300-299-297-295-101
che non riesco a trovare. Se qualcuno mi aiuterà
gliene sarò infinitamente grato. Possiamo scambiare
i doppioni, oppure altro materiale: Vi ringrazio anticipatamente.
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CIRCOLARI PRECEDENTI
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