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CHE COSA E’
L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la
forza. Per essere informati, attraverso la Circolare
mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare
lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare
alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre
di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per
avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per
avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi
Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli
su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619)
e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo
da versare sul conto corrente postale nr. 39389069
dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per
la sola iscrizione all’Associazione, mentre
la quota annuale 2005 è di euro 25,00 per
le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni
e gli Enti.
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio
al 31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne,
in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che
di volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
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AICIS - VITA ASSOCIATIVA
Mons. Antonio MASETTI ZANNINI (1930-2006)
Il 4 agosto 2006 è santamente spirato Mons.Antonio
MASETTI ZANNINI, Canonico e Penitenziere della Cattedrale
di Brescia, Cappellano Conventuale “ad honorem”
del Sovrano Ordine Militare di Malta e professore emerito
di Paleografia e Diplomatica nella Università Cattolica
del Sacro Cuore.
Il Consiglio Direttivo ha inviato una lettera di condoglianze
al nostro Presidente in agosto 2006 (cfr.Circolare nr.280,
pagg.6-7)
Nato a Brescia il 12 novembre 1930 da una antica famiglia
emiliana, Monsignor Masetti dopo il ginnasio intraprese
gli studi di agraria diplomandosi giovanissimo. Fece le
sue prime esperienze nell’Azione Cattolica, nello
Scoutismo e, ancora giovanissimo, nella assistenza postbellica
presso il Vescovato di Brescia.
La sua vocazione, diretto dall’allora Monsignor Giovanni
Battista Montini (di cui furono recentemente pubblicate
le lettere che il futuro Paolo VI gli diresse) perseverò
per tutta la vita compiendo atti di fede e di carità,
spendendo il suo patrimonio in tante opere e nell’aiuto,
sempre nascosto con umiltà, ai poveri.
Si occupò dell’Oratorio di San Filippo Neri,
fu Vicario cooperatore del cardinale Giulio Bevilacqua in
una parrocchia periferica, si prestò con la sua consueta
generosità e con sacrifici personali a favore del
clero, con la predicazione e l’Amministrazione dei
Sacramenti in tutta la diocesi.
Chiamato ad uffici di responsabilità, organizzò
e per decenni diresse l’Archivio Vescovile, non negando
mai il suo aiuto spirituale e scientifico agli studenti.
Fu assiduo nell’assistenza agli ammalati che accompagnò
per moltissimi anni a Lourdes ed a Loreto. Canonico della
Cattedrale ebbe le funzioni di Penitenziere, alle quali
si occupò assiduamente fino alla sua scomparsa.
Ancora quando non si prevedeva dai medici la repentina scomparsa,
volle ricevere l’Unzione degli Infermi.
Dettò le sue ultime volontà ordinando che
il suo corpo fosse sotterrato nel campo dei poveri.
Fu esempio di grandi virtù, di perseveranza e di
carità.
La famiglia, tra cui il fratello maggiore nostro Presidente,
ha voluto destinare alla nostra Associazione ed ai nostri
soci le immaginette (formato cartolina) che ne ricordano
l’opera e le virtù.
GMZ
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Nella riunione sociale di gennaio 2007,
l’Assistente spirituale AICIS, Padre VITO
PAGLIALONGA, OMD, ha tenuto una breve conferenza
su una tradizionale cerimonia che da oltre 4 secoli si ripete
ogni capodanno nell’Ordine di San Giovanni Leonardi:
la consegna (scegliendo tra vari santini, senza però
poterlo vedere) di un’immaginetta sacra.
Padre Vito mostrando il santino di San Mauro Abate afferma
che questa figura di vescovo, durante il 2007, verrà
da lui focalizzata, meditata, sarà il suo protettore
per tutto il 2007.
Padre DAVIDE CARBONARO, OMD, ci ha fatto pervenire l’unito
articolo su questa bella tradizione dell’Ordine alla
quale dal 2008 ci impegneremo come AICIS ad essere presenti.
SANTI PROTETTORI DELL’ANNO
Un’antica tradizione dei figli di S.Giovanni Leonardi
E’ inscritto nel cuore dell’uomo il desiderio
di aprirsi al divino e spesso questa necessità innata,
ha trovato espressioni in manifestazioni cultuali di carattere
privato o comunitario. Ora, la “pietà popolare”
è ritenuta dalla Chiesa un vero e proprio “tesoro”
da custodire e da distribuire a tempo opportuno.
Le diverse forme di pietà esprimono il modo con cui
il senso della vita e gli aspetti significativi della rivelazione
cristiana, entrano nel tessuto vitale dei singoli e dei
popoli.
La Chiesa nella sua bimillenaria sapienza si pone in ascolto
del grido che sale dal popolo orante e riconosce in quel
linguaggio il sensus fidei che suscitato dallo Spirito,
manifesta nella pluralità delle forme l’unità
della professione di fede.
Il Concilio Vaticano II, il Direttorio sulla Pietà
popolare e il luminoso magistero del Servo di Dio Giovanni
Paolo II, hanno più volte affrontato il rapporto
tra liturgia e pietà del popolo.
E, pur affermando la centralità del culto divino,
non hanno mai offuscato la via della religiosità
popolare che ha il suo naturale coronamento nella liturgia.
E’ antico il culto dei Santi e la Chiesa ne ha sempre
affermato il valore e la ricchezza perché, guardando
a questi modelli di vita evangelica, potesse il volto del
discepolo di Gesù risplendere con più efficacia
lungo il pellegrinaggio ter-reno. Ora, nella tradizione
dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio
fondati a Lucca da San Giovanni Leonardi(1541-1609), fra
i ricordi cari che segnarono le consuetudini devote dei
primi fratelli di comunità, si conserva un gesto
che i Chierici hanno da sempre condiviso con il popolo di
Dio.
Si tratta dell’affidamento al “Santo protettore”
con la consegna del santino nel primo giorno dell’anno.
Non è una novità questo gesto; probabilmente
il Leonardi lo mutuò dal vissuto spirituale dei Padri
domenicani e soprattutto dalla prassi e dagli esercizi di
pietà dell’associazione laicale dei Colombini
che s’ispiravano al movimento spirituale di Girolamo
Savonarola (1452- 1498). Ma ascoltiamo la testimonianza
di alcuni biografi del Leonardi per poter contestualizzare
questo gesto di pietà privata e popolare.
Il P. Giuseppe Bonafede (1605) nella prima biografia del
Santo conservata ancora manoscritta nel nostro Archivio
di Campitelli, parlando dell’orazione e della contemplazione
che il Leonardi con la testimonianza della sua vita santa
e timorata consegnava ai suoi discepoli, così riporta
come da memoria di testimoni l’uso del nostro esercizio
di pietà: “Esso (P. Giovanni) fu che introdusse
in Lucca o per dire meglio rinnovò quell’usanza
antica nella Santa Chiesa, di assegnare nel principio dell’anno
a ciascheduno dei fedeli un Santo per particolare Avvocato
e Protettore nel modo che oggi ad ognuno è noto”
(G.Bonafede, Vita del Venerabile Padre Giovanni Leonardi,
pag. 1082).
Si tratta quindi di un’usanza antica nella Chiesa
che il Santo restaurò con particolare zelo, sentendo
necessari in quel tempo di radicale riforma dei costumi,
l’intercessione e l’imitazione dei Santi.
Ancora il P. Ludovico Marracci (1612-1700), fratello di
Ippolito lo scrittore dell’Immacolata, nella prima
biografia edita del Leonardi riferisce:
“Si segnalò poi sempre nella veneratione de’
Santi, et egli fu, che introdusse in Lucca l’uso d’assegnare
a ciascheduno de’ fedeli nel primo giorno dell’anno
un Santo per particolare Avvocato; et a quelli della sua
Congregatione volle di più, che se n’assegnasse
un altro nel principio di ciaschedun Mese, facendone ordine
particola re nelle Regole communi con obligare ognuno a
confessarsi e comunicarsi, et a chiedere qualche mortificatione
al superiore in refettorio nel tempo della mensa in quel
giorno che ne correva la festa: il che pur anco alla giornata
si osserva” (L. Marracci, Vita del Venerabil Padre
Giovanni Leonardi lucchese, Roma, presso il Varese 1623,
pag. 363).
La consegna del santo protettore dunque, non era solo un
atto di devozione, ma coinvolgeva la vita sacramentale in
quanto la particolare memoria liturgica doveva ispirare
nell’animo una vicinanza ai sacramenti della grazia.
Il P. Domenico De Nobili (1688-1758) ci riferisce dell’amore
che il Leonardi porta-va verso i Santi e quanta venerazione
aveva per il pellegrinaggio verso le sacre reliquie nella
città di Roma imitando in questo San Filippo Neri
(1515-1595) suo fedele amico e compagno: “Si segnalò
ancora nella divozione de’ santi e molti se ne era
scelti per suoi avvocati, onorandoli ogni dì con
particolar culto, e raccomandandosi alla loro intercessione.
Egli introdusse in Lucca la divozione che fu poi praticata
da altri, di dare il primo giorno dell’anno a tutti
i fedeli un santo per particolare avvocato, acciò
i santi fossero da questi onorati e partecipar potessero
della loro protezione, ed aiuto in tutto l’anno. Era
sì grande la divozione che portava alle Reliquie
de’ santi, che stimavasi indegno di portarle indosso,
o tenerle presso di sé, dicendo, che un uomo peccatore
come lui non le poteva custodire con quella riverenza, che
pegni sì preziosi si meritavano. In tutto il tempo
che visse in Roma visitò spesso le Catacombe de’
Martiri, facendovi lunghe orazioni, e bagnando quel sacro
terreno di tenere lagrime. Visitò ancora quelle chiese
nelle quali si custodivano le reliquie de’ Santi Appostoli,
e de’ primi martiri della chiesa. Visitò frequentemente
le sette chiese, e nelli ultimi anni della sua vita, non
potendo per le indebolite forze visitarle tutte in un giorno,
le ripartiva in più giorni per non restar privo del
tesoro delle sacre indulgenze” (D. De Nobili, Vita
del Beato servo di Dio Giovanni Leonardi, Manoscritto, Ro
ma, Archivio Curia OMD, 1750, pag. 186).
La prassi della consegna del Santo protettore è tuttora
in uso presso le comunità dell’Ordine, generalmente
la sera di Capodanno dopo la celebrazione dell’Eucaristia
della Madre di Dio (nell’attuale liturgia solennità
del titolo del-l’Ordine) e il Canto del Veni creator
si benedicono e si distribuiscono ai fedeli le immaginette.
Si conservano ancora presso il nostro Archivio di Campitelli
le prime schede del XVII sec. senza immagine con il nome
del Santo protettore e la mortificazione che il fedele doveva
compiere in sua memoria.
Nel XX secolo furono stampati presso l’Editrice M.
D’Auria di Napoli una serie di santini con l’immagine
in bianco e nero una breve biografia del Santo protettore
e la mortificazione da compiere, mentre sul retro un’esortazione
invita a non sciupare l’anno che viene come dono del
Signore ed apprezzare il tempo come moneta per acquistare
l’eterna felicità.
DAVIDE CARBONARO
******
VUOI REGALARE DELLE IMMAGINETTE AI “MARITTIMI”
La socia onoraria prof.sa EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO
di Roma ci ha trasmesso il seguente invito pubblicato il
24 dicembre u.s. su “Il Cittadino” di Genova
con il titolo: SOSTENIAMO I NAVIGANTI.
“L’Associazione “Stella Maris” quotidianamente
visita le navi ormeggiate nel porto di Genova fornendo un’accoglienza
umana e cristiana dei Marittimi, di qualsiasi popolo, nazionalità
o religione essi siano. Queste attività sono finalizzate
a creare un legame tra la gente di mare e la gente di terra,
avvicinando quest’ultima a mondi lontani, a culture
dIverse in una prospettiva di arricchimento reciproco. Moltissimi
marittimi anche se non cattolici e non cristiani, gradiscono
e ci chiedono spesso rosari, immagini sacre, medagliette,
ecc.
Chi avesse (singoli, comunità, parrocchie) del materiale
da regalarci può contattarci […]direttamente
nella sede di Via Venezia, 1/a - GENOVA”.
E’ un invito per gli associati che avendo qualche
doppione desiderano cogliere una preziosa occasione per
fare del buon apostolato. Grazie. (NdR).
MOSTRE DI IMMAGINETTE SACRE
ALESSANDRIA, 13 gennaio - 28 febbraio 2007 –
“LOURDES NELLA DEVOZIONE POPOLARE – 150 ANNI
DI STORIA, MISTERO E CULTURA – Mostra di pubblicazioni,
immagini e oggetti d’epoca”
In occasione del settantacinquesimo anniversario della fondazione
dell’OFTAL - Opera federativa trasporto ammalati a
Lourdes, la sezione di Alessandria, insieme all’Associazione
AQUERO (Aquero significa "quella cosa", espressione
usata da Bernadette per designare la "Bianca Signora"
apparsale per 18 volte nell'incavo della "vecchia roccia"
di Massabielle, tra febbraio e luglio 1858), ha voluto l'esposizione
"Lourdes e la devozione popolare: 150 anni di storia,
mistero e cultura" fino al 28 febbraio al museo etnografico
di Alessandria.
Sono in mostra pubblicazioni, immagini ed oggetti devozionali
d'epoca, dal 13 febbraio, quando la rassegna è stata
inaugurata alla presenza del Sindaco Mara Scagni, del Vescovo
Monsignor Fernando Charrier e di molte altre personalità
alessandrine.
La mostra vuole far scoprire riscoprire un mondo, nella
sua realtà storico-sociale, che ha inciso nel XIX
e nel XX secolo, quello della devozione popolare, mediante
libri, stampe, pubblicazioni, cartoline, immagi-nette sacre,
foto, labari e altri oggetti, di diverse epoche, di vario
genere, di importanza e natura differenti.
Guardando ai fatti misteriosi e straordinari avvenuti nel
cuore dei Perinei 150 anni fa e proseguiti fino ad oggi,
si è organizzata una proposta culturale e artistica
importante, per tutti i cittadini, non solo per quanti hanno
vissuto l'esperienza di un viaggio in quella località.
[…]
******
BOLOGNA, 22 dic.2006 – 6 gen.2007
– Mostra di immaginette devozionali:
“IL SANTO BAMBINO E LA VERGINE MARIA”
Nel precedente Notiziario abbiamo sottolineato il successo
che stava riscuotendo la Mostra ancora in corso che l’Opera
Pia “Il Pane di Sant’Antonio” di Bologna,
diretta dalla Dr.sa Mara Andreotti, nostra socia, aveva
organizzato presso la Basilica di San Salvatore di Via Cesare
Battisti angolo Via Volto Santo.
Desidero però anche sottolineare la concreta collaborazione
del C.E.I.S. – Collezio nisti Emiliani di Immaginette
Sacre di Bologna, e in particolare del Dr.Gianni Galletti
che, tra l’altro, ha avuto l’intuizione di invitare
quale espositore il socio FILIPPO BRICCOLI,
che ha presentato alcuni rari “Bambini vestiti o manufatti”
che fanno par te della sua ampia raccolta, unica in Italia
per quantità e diversità di tipologie. Alcuni
visitatori che ci hanno contattato hanno sottolineato che
è stata una presenza preziosa, proprio per la qualità
del materiale presentato dal Briccoli.
Ci sono giunte anche alcune foto del giorno dell’inaugurazione,
che ben volentieri pubblichiamo, perché testimoniano
la presenza autorevolissima, fra tante altre presenze, della
Dr.sa Rosaria Campioni, Soprintendente per i Beni librari
e documentari della Regione Emilia-Romagna, e della sua
collaboratrice la dr.sa Zita Zanardi, che hanno seguito
con grande attenzione, accompagnati dallo stesso Briccoli
e dal dr.Galletti nostro socio e anche Segretario del C.E.I.S.,
tutto il percorso espositivo. I giudizi espressi poi sono
stati molto positivi e hanno qualificato questa esposizione
“un vero avvenimento di indiscutibile spessore documentario
e culturale, meritevole di attenta considerazione, di approfondimento
e di studio”.
Ci auguriamo che la mostra “Il Santo Bambino e la
Vergine Maria” venga riproposta, anche se in altro
luogo, nel prossimo settembre per dar modo di poter ammirare
tanti pezzi di particolare rarità.
RM
******
FOLLINA (TV), 1-25 aprile 2007 – Mostra PREGHIERE
E DEDICHE MANOSCRITTE SULLE IMMAGINETTE SACRE- I SANTINI
PERSONALIZZATI"
L'esposizione di immaginette sacre sul tema: "PREGHIERE
E DEDICHE MANOSCRITTE SULLE IMMAGI-NETTE SACRE - I SANTINI
PERSONALIZZATI", presentata a Follina nell’ambito
della manifestazione natalizia “Colori d’inverno,
il 2-3 dicembre u. s., sarà riproposta presso l'antico
Refettorio della millenaria Basilica S. Maria di Follina,
dal 1 al 25 aprile 2007, con orario: festivi 10-12 e 16-19
- prefestivi 16-19.
Inoltre a dicembre avevo presentato, come introduzione alla
mostra, fotocopia ingrandita dell'articolo sulla conferenza
del nostro presidente Gian Lodovico Masetti Zannini, "Santini
Personalizzati", e, per questa edizione, intenderei
riproporlo in edizione migliorativa.
“Uno degli aspetti che più mi affascina del
collezionare santini è il ritrovare su alcuni di
essi, vergate a mano in bella o incerta grafia, frasi di
preghiera, di ricordo, di dedizione o di augurio.
Sono parole per lo più semplici, a volte ricercate
o anche di delicata poesia, comunque testimonianze di una
fede talora ingenua, ma sempre autentica, e di un vissuto
e di un’epoca che non è più, ma che
merita ricordare”.
Mario Tasca
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TRIESTE, 3 febbraio-11 marzo 2007 – “L’ALTARE
DELL’ESODO – Santi ‘santini’ e santuari
delle genti istriane, fiumane e dalmate”
Il socio Roberto De Santis di Alessandria
ci ha segnalato che sabato 3 febbraio u.s., nell’ambito
delle manifestazioni inerenti il “Giorno del Ricordo”
(10 febbraio), a Trieste, nella Sala Leonardo del Palazzo
Gopcevich di Via Rossigni 4, è stata inaugurata una
Mostra dal titolo “L’altare dell’Esodo:
Santi, ‘santini e santuari delle genti istriane, fiumane
e dalmate.
L’esposizione è a cura dell’IRCI e con
il contributo del Circolo “Norma Cossetto” dell’Unione
degli Istriani.
Riportiamo il commento del pieghevole pubblicitario delle
manifestazioni: “Il sacro e la religiosità
popolare in Istria , a Fiume e in Dalmazia in un repertorio
di immaginette sacre frutto di un lavoro di catalogazione
di materiali dell’IRCI e di alcuni fondi privati.
“Santini” relativi a chiese e santuari, messe,
giubilei, settimane sante, cresime e prime comunioni si
intrecciano con l’iconografia sacra delle case dei
giuliano-dalmati.
Un fondo cospicuo di tale iconografia è stato dall’IRCI
recuperato tra le mas-serizie ancora depositate nel Magazzino
18 del Porto Vecchio di Trieste: quadri con oleografie di
Madonne, e Santi che ornavano le camere da letto e i tinelli
di Istriani, Giuliani e Dalmati tra la fine dell’Ottocento
e gli anni Quaranta e che gli esuli hanno portato con sé”.
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UN SANTINO PER OGNI SOCIO
5 febbraio: ANNIV.RIO DELLA MORTE DELLA Ven. TECLA MERLO
(1894-1964)
Il socio Prof. STEFANO IORI di Grottaferrata
ha trasmesso l’ immaginetta della Ven.Tecla Merlo
per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Il 5 febbraio u.s. le Figlie di San Paolo hanno commemorato
la morte della loro prima Superiora Sr.Tecla Merlo (1894-1964).
Le biografie della prima seguace di Don Alberione nell’opera
fondazionale dell’Istituto delle Suore "Figlie
di San Paolo" testimoniano tutta l’ansia e la
frenetica attività apostolica di questa donna di
Dio; ma dicono soprattutto della sua straordinaria vita
interiore e santa.
La ‘venerabilità’ già riconosciutale
dalla Chiesa (22 gennaio 1991) dice, del resto, dell’eroicità
delle sue virtù, come ci si e-sprime canonicamente.
E siamo in attesa di vederla presto elevata agli onori degli
altari.
E’ stata un’anima di Dio veramente grande, formata
alla scuola paolino-alberioniana che ha i cardini della
spiritualità dei suoi Istituti imperniati su Cristo
Maestro e su Maria ‘Regina degli Apostoli’:
un modello di santità alla portata di ogni cristiano.
[…]
******
SAN CORRADO DI BAVIERA, PATRONO DI MOLFETTA
Solenni festeggiamenti il 9 febbraio
Il socio CORRADO de GENNARIO di Molfetta
ha trasmesso un'immaginetta per la campagna “Un santino
per ogni socio” e il sottostante articolo firmato
anche da un altro nostro socio: VINCENZINO MONACO.
" San Corrado nacque tra il 1105 e il 1106 a Ravensburg,
nell'alta Svevia, da Enrico il Nero e da Wulfild sua moglie.
Da giovinetto la sua educazione fu affidata all'arcivescovo
di Colonia, suo parente, al fine di avviarlo a sicura carriera
ecclesiastica. Il giovane Corrado, invece, all'età
di 22 anni si ritirava nella Badia dei Cistercensi di Chiaravalle.
Dopo un ventennio di permanenza Corrado aspirava a visitare
i luoghi santi e, dopo tante suppliche al suo abate San
Bernardo, riuscì a partire per i luoghi santi.
Dopo un lungo pellegrinare, lungo tutti i luoghi sacri della
cristianità, sentendosi venir meno le forze, decise
di tornare in patria.
Lungo la via del ritorno soggiornò a lungo a Molfetta
nell'Ospedale dei Crociati ove ebbe modo di ristabilirsi
dalla malattia. Successivamente si ritirò presso
il Monastero di Santa Maria ad Criptam di Modugno.
I molfettesi erano molto legati a quel frate mite e buono
che avevano conosciuto nella loro città, per cui
ogni qualvolta i nostri commercianti di pesce passavano
di là erano soliti portare in dono un po' della loro
mercanzia.
Morì santamente nel 1154, all'età di 50 anni.
Quando nel 1303 Roberto d'Angiò soppresse la Badia
di Modugno il sepolcro di S.Corrado rimase incustodito;
per questo i molfettesi fecero richiesta, ed ottennero,
di trasportare le sue spoglie nella Chiesa Vecchia di Molfetta
(La Cattedrale della città).
Racconta la leggenda che le Sue spoglie furono poste su
un carro trainato da due buoi, un molfettese ed un modugnese,
i quali s'incamminarono autonomamente verso Molfetta. […]"
******
17 marzo: Anniversario della morte di Suor BARBARA MAIX
1818-1873)
Padre MICHELE GIULIANO, ofm, ha trasmesso
un pieghevole con le due immaginette di Madre Barbara e
del quadro del Cuore Immacolato di Maria, (ideato da Sr.
Barbara e dipinto da Josepf Kastner – Vienna 1848),
per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Madre Barbara nasce a Vienna il 27.6.1818.
Giovane, coraggiosa, incrollabile nella fede e nell’amore
di Dio, si impegna a favore del popolo, senza mai esitare.
Espulsa dalla sua terra a causa della situazione politica
regnante, si imbarca per il Brasile. Il 9.XI.1848 giunge
a Rio de Janeiro con 21 compagne, senza denaro, senza conoscere
nessuno, senza sapere la lingua, con molta fame, ma piena
di fiducia in Dio e nella Madonna.
La sua vita, dedicata a Dio, ai fratelli, specie ai più
bisognosi, è segnata da molte sofferenze, malattie,
povertà, lotte ed apparenti insuccessi.
Sull’esempio di Maria, abbandonata alla volontà
del Padre, Barbara risponde “Sì” alla
chiamata del Signore.
L’8 maggio 1849 fonda la Congregazione delle Suore
dell’Immacolato Cuore di Maria.
Muore il 17 marzo 1873, lasciando in eredità il “Perdono”.
I suoi resti mortali sono custoditi nella Cappella s.Rafaele
- Via Riachuelo 508 – Porto Alegre, R.S. – Brasile
******
19 MARZO: FESTA DI SAN GIUSEPPE
GIUSEPPE MILAZZO, già socio AICIS,
ha nel mese scorso trasmesso - nell’ambito dell’iniziativa
“Un santino per ogni socio” - un'immaginetta
che rappresenta San Giuseppe e Gesù Bambino, quale
gruppo ligneo venerato nella Parrocchia “Immacolata
Concezione” di Santa Caterina Villarmosa.
Desideriamo porgergli un sentito ringraziamento per l’attività
sociale svolta nel passato e che ha continuato a svolgere
anche recentemente con l’invio in Segreteria, oltre
dei 550 santini di San Giuseppe, anche di vari pacchetti
di immaginette per il “Fondo Sociale”. Grazie
sig.G.Milazzo.
La Redazione
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25 marzo: Festa della MADONNA DELLA
ROCCA
Il socio GIANNI SOLIGO di Covolo di Pederobba
(TV) ha trasmesso un'immaginetta per l’iniziativa
“Un santino per ogni socio”. Per le immaginette
ha collaborato la Superiora delle Suore Missionarie dell’Immacolata
del Santuario, alla quale va il nostro sentito ringraziamento.
L'esistenza della Rocca di Cornuda, come luogo fortificato,
risale a tempi assai remoti: è preromana ed in essa
o nelle sue immediate vicinanze sono stati effettuati ritrovamenti
che testimoniano le varie epoche.
Suggestiva è poi l'ipotesi, elaborata da G. Corso
e suggerita da reperti fatti risalire al Neolitico recente
(4000-3000 a.C.), secondo cui qui sorgeva un centro religioso
dedicato al culto della Dea Madre, "la forza soprannaturale
a cui gli uomini primitivi attribuivano le origini e il
rinnovarsi dell'universo".
Le prime notizie sicure risalgono però a cavallo
dell'anno 1000, riguardanti la famiglia dei Rocchesani o
Da Cornuta, vassalli del Vescovo di Treviso prima e del
Comune di Treviso poi. Nel 1230 della Rocca si impadronisce
il tristemente famoso Ezzelino da Romano, che muore trent'anni
dopo, mentre verso la fine del 1200 viene rasa al suolo
e poi riedificata nel corso delle lotte fra le famiglie
trevigiane dei Castelli e dei Da Camino: Ghibellini i primi,
Guelfi i secondi. Nel 1317 è nuovamente di strutta,
dopo tenace resistenza, dagli assalti del veronese Can Grande
della Scala, e si suppone che della Fortezza rimanesse in
piedi solo la cappella, in seguito ampliata e trasformata
in chiesetta (1404) dagli stessi scaligeri. Da allora quella
che fu una Rocca di guerra si mutò in Santuario di
pace, divenendo luogo ospite di religiosi.
Nel 1457 e nel 1498 furono fatti eseguire interventi di
restauro da parte di Caterina Coldettis e della Regina Cornaro,
mentre l'attuale chiesa, danneggiata nel 1917, risale al
1659 e fu ampliata nel 1898. Nel 1542 gli Scala cedettero
all'Arciprete di Cornuda i possedimenti della Rocca con
l'impegno di scegliere un prete che celebrasse tre volte
la settimana, ed ebbe così origine il rettorato della
Rocca. […]
******
13 Aprile: Festa di Sant’ALBERTINO
La socia ORIETTA SANTINELLI di Fano ha
trasmesso un' immaginetta per la campagna “Un santino
per ogni socio”.
Nato a Montone nell'Umbria verso la metà del sec.
XIII, si fece monaco nell'eremo di Fonte Avellana. Eletto
Priore, quasi contemporaneamente fu scelto dai suoi monaci
quale Priore Generale della Congregazione Avellanita che
servì con saggezza e santità di vita.
Fu uomo di pace. Intere popolazioni e comuni in discordia
ritrovarono la fratellanza per la sua paziente e genero-sa
mediazione. Eletto vescovo di Osimo, vi rinunciò
per umiltà e amore per la solitudine.
Morì a Fonte Avellana il 13 aprile 1294 dove il suo
sepolcro è meta continua di pellegrinaggi che ne
invocano l'intercessione.
******
FRATTAMAGGIORE (NA) – SAN VITTORE MARTIRE
I soci Padre MICHELE GIULIANO, o.f.m. di
Orta di Atella e LUIGI LEONE di Napoli
hanno fatto stampare e trasmesso per l’iniziativa
“Un santo per ogni socio” l’immaginetta
di San Vittore.
Il martire San Vittore è venerato a Frattamaggiore,
in provincia di Napoli, nella Chiesa dell’Immacolata.
Un sentito grazie per la collaborazione all’AICIS
da parte di padre Michele e di Luigi Leone.
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APRILE, TEMPO DI PRIME COMUNIONI
Il C.E.I.S. – Collezionisti Emiliani Immaginette Sacre
di Bologna ha trasmesso l’unita immaginetta per l’iniziativa
“Un santino per ogni socio”.
Santa Teresa di Gesù Bambino, ricordando il giorno
della sua Prima Comunione, scriveva: “Oh, come fu
dolce il primo bacio che Gesù diede alla mia anima!...
fu un bacio d’amore, io mi sentivo amata e dicevo
a mia volta: “Vi amo, mi dono a voi per sempre”...
Teresa era sparita come la goccia d’acqua che si perde
in seno all’oceano. Restava solo Gesù: il maestro,
il Re” (Teresa di Lisieux, Storia di un’anima,
Queriniana 1974, Man. A, cap. IV, p. 75). E si mise a piangere
di gioia e di consolazione, tra lo stupore delle compagne.
[…]
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MONTELEONE DI ORVIETO VENERA SAN TEODORO, MARTIRE ROMANO
Il Gruppo VERONICA, diretto da don
DAMIANO MARCO GRENCI, in gran parte composto da
soci AICIS ha inviato l’immaginetta di s. Teodoro
per “Un santino per ogni socio”. Il Gruppo finanzia
l’iniziativa al fine di donare un quantitativo all’Associazione.
Con l’occasione il Consiglio Direttivo AICIS desidera
ringraziare da queste pagine quei soci che anche in questo
2007 confermeranno l’iniziativa insieme al Gruppo
TADDEO, sostenendo tale lodevole attività.
La chiesa collegiata di Monteleone è spiritualmente
illuminata dalla presenza del corpo di un martire cristiano.
I resti di Teodoro, soldato romano vissuto tra la fine del
III e l'inizio del IV secolo dopo Cristo, sono conservati,
da oltre due secoli, all'interno di un'urna, attualmente
posta nella cripta a lui dedicata. Le spoglie del martire
furono esumate nel 1778 dalle catacombe di San Ponziano
situate lungo la via Portuense, nell'attuale quartiere di
Monte Verde a Roma. Ricomposte nella loro interezza fisiologica,
le ossa furono adornate con vestimenti e oggettistica varia,
trasportate fino a Monteleone, dove giunsero il 17 dicembre
del 1778, e collocate nella Chiesa principale del paese.
[…]
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CURIOSANDO TRA SANTI E SANTINI
LE VESTI DI NOSTRO SIGNORE GESU’
CRISTO
Il socio SAVERIO VITAGLIANO ha trasmesso
un interessante articolo con relative immagini tratte dalla
sua personale raccolta.
Ci avviciniamo alla S. Pasqua e il pensiero dei cristiani
corre immediatamente a Gesù risorto, riportandoci
alle patite sofferenze, ai supplizi e alle derisioni della
sua Passione e la conseguente morte.
Lo scorso anno, nel periodo pasquale, su questo stesso bollettino,
fu riportata un’insolita immagine raffigurante Gesù
crocifisso con tutti gli strumenti ed i simboli - oltre
30 - della sua Passione: iniziativa molto gradita dai lettori.
Tra gli strumenti ovviamente compaiono i dadi che alludono
al brutale gesto di scherno con cui i giudei, spogliato
Gesù, dopo essersi divise le sue vesti, le tirarono
a sorte (dal libro dei Salmi del Vecchio Testamento).
In particolare la tunica, una sottoveste usata a quei tempi,
a forma di camicia, che scendeva fino alle ginocchia, ma
con una cintura ai fianchi, rappresentava un capo desiderato
per le classi meno abbienti.
Prendendo spunto sempre dall’Imagerie d’Epinal
– tavola N. 1851, formato A3, incisione su carta povera,
colorata a mano col metodo “pochoir” seconda
metà dell’800, edita da Pellerin e C –
quest’anno proponiamo “La Robe di N.S. Jesus
Christ”.
La tavola, colorata con vivaci colori, di bello effetto,
raffigura in maniera identica a quella che è stata
riportata dalla Terra Santa nel 326 da S. Elena (che qui
compare con la croce dietro la tunica inconsuntile) con
splendida e festosa esposizione nella cattedrale di Treves
in Francia dal 18 agosto al 19 settembre dell’anno
1844.
Un’immaginetta più piccola,anch’essa
non comune, un cromolito edito da Bouasse - Lebel, ci mostra
invece la tunica di nostro Signore, in un’artistica
e preziosa edicola, vista da dietro, macchiata di sangue.
Saverio Vitagliano
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SANTUARI E IMMAGINI MARIANE IN ITALIA
Continua l’elenco per regione dei Santuari Mariani,
di Chiese e dei luoghi italiani di venerazione della Madonna,
stilata dal Prof. FRANCESCO BRACALETTI
di Roma.
6- -
ANGHIARI (AR) - MADONNA DEL CARMINE
ARCIDOSSO (GR) - MADONNA INCORONATA
AREZZO (AR) - MADONNA DEL CONFORTO
AREZZO (AR) - MADONNA DELLE GRAZIE
AREZZO (AR) - MADONNA DELLE LACRIME
AREZZO (AR) - MADONNA DELLA PIEVE
ARGEGNA (LU) - MADONNA DELLA GUARDIA
BIBBIENA (AR) - MADONNA DEL SASSO
BIBBONA (LI) - PIETA'
BROLIO IN CHIANTI (AR) - ANNUNCIAZIONE
CALCI (PI) - MADONNA DELLE GRAZIE
CALOMINI DI VERGEMOLI (LU) - MARTYRES
CAMAIORE (LU) - MADONNA DELLE GRAZIE
CAMAIORE (LU) - PIETA'
CAMPOGIALLI (AR) - CAMPO ARSICCIO
CAPANNORI (LU) - MADONNA DEL CARMINE
CAPRESE MICHELANGELO (AR) - MADONNA DELLE GRAZIE
CAPRESE MICHELANGELO (AR) - MADONNA DELLA SELVA
CAPRIGLIOLA (MS) - MADONNA DEGLI ANGELI ANGELI
CARDA (AR) - MADONNA DEL ROSARIO
CARPINELLI DI MINUCCIANO (MS) - MADONNA DELLA GUARDIA
CARRARA (MS) - MADONNA DEL CARMINE
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L’IMMAGINE SACRA NEL COSIDDETTO COLLEZIONE
MINORE
A tutti i nostri soci romani e soprattutto non romani consiglio
una passeggiata di mattina al mercato di Campo de' fiori
che si trova nel centro di Roma vicino a Piazza Navona.
E’ un piccolo e chiassoso mercato reso famoso più
dal cinema che dalla statua di Giordano Bruno, il filosofo
arso vivo qui per ordine del Tribunale dell'Inquisizione,
che si erge al centro della piazza e intorno alla a quale
si trovano molte bancarelle che vendono verdura e frutta
fresca, pesce e fiori.
Alcuni anni or sono mentre ero con la mia signora a fare
la spesa su una bancarella ricolma di arance a mo’
di piramide, notai che sulla velina di carta che avvolgeva
molte di queste succulenti “sanguinelle” vi
era raffigurata “Santa Barbara”. In seguito
sono riuscito a trovare altri incarti su cui sono raffigurati
altri santi che ho sistemato e catalogato nella mia collezione
di immagini sacre.
INCARTI D’AGRUMI
L'uso degli incarti degli agrumi, soprattutto delle arance,
risale alla prima metà del XX secolo, intorno agli
anni ‘40.
Gli incarti, di solito fogli di carta velina bianca a forma
quadrata al cui centro è situato un cerchio in cui
è raffigurato il marchio e il nome della ditta produttrice,
avevano una duplice funzione, una di protezione, per impedire
il contatto con eventuali frutti marci, l’altra pubblicitaria
in modo da far rimare impresso al cliente il luogo d’origine.
Il soggetto del marchio è molto variegato, di solito
con temi naturalistici, contadine col cesto degli agrumi
in testa, il sole, animali da fattoria o belve feroci, come
leoni o tigri; altre volte con personaggi famosi del mondo
dello spettacolo o del pallone,o addirittura con marchi
con riferimento politico come le introvabili cartine Littoria
o Balilla del periodo fascista. Insomma soggetti da rimanere
appunto ben impressi al consumatore.
Alcuni incarti, per quanto ci riguarda, hanno come marchio
l’immagine di un Santuario o di un Santo, che poteva
essere o il Santo protettore del produttore o il Santo patrono
del paese di produzione degli agrumi. Il loro uso era comunque
quello di colpire il cuore sensibile dell’acquirente
devoto, soprattutto di coloro che erano emigrati all’estero,
ricordando appunto il Santo o la Chiesetta del paese natio.
1 -“SANGUINELLE” – RANNO & SINATRA
- SANTA BARBARA -PATERNO’ (CT)- SICILIA
.
2 -“AGRUMI PREGIATI” - VALLONE MARIA –
SAN GIUSEPPE - RAMACCA (CT) - SICILIA
3 -“TAROCCO” – COOP. S. GIORGIO A R.L.
– SAN GIORGIO – FRANCOFONTE (CT) – SICI
LIA
4 -“LA PERLA BIANCA”, MATTEO MASTROPASQUA -
S. MICHELE – ZAPPONETA (FG) - PUGLIA
5 -“MORO-ARANCE DELLA COSTA IONICA” –
EDMONDO VERDIGLIONE - SS.COSMA E DAMIANO – STILO (RC)
– CALABRIA
6 -“AZIENDA AGRICOLA MARCIANO” – S. GIUSEPPE
– S. DEMETRIO CORONE (CS) - CALABRIA
7 -“AGRUMI PREGIATI” – CIOLLARO GIOVAN
NI– S.FRANCESCO DI PAOLA- CORIGLIANO C. (CS) –
CALABRIA
8 -“TAROCCO” – IANNO
SALVATORE - S. FRANCESCO DI PAOLA – ANGITOLA SCALO
(CZ)
9 -“IL MONASTERO” – SCALISI ALFIO –
ADRANO – PALAGONIA (CT)- SICILIA
10 -“LA CHIESETTA” – SALVATORE VENEZIANO
– SIRACUSA – SICILIA
GIANCARLO GUALTIERI
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CURIOSANDO IN LIBRERIA
IL SANTO COL PORCELLO
C. Fruttero. “DONNE INFORMATE SUI FATTI”, Romanzo,
Mondadori 2006
La volontaria – “E mi diceva che Semeraro ha
allungato le mani con anche con lei, il maiale. Maiale?
Ma il maiale, poveretto, c’è un santo che se
lo teneva sempre vicino, c’è in tutti i quadri,
com’è più la storia?
“Lei che è giornalista sa per caso perché
c’è un santo, forse san Rocco, che ha sempre
vicino un maiale?”
Non lo sapevo, giornalista ignorante.
…Ma il porco, il maiale di quel santo, perché
sta lì, cosa c’entra? Devo chiedere a don Traversa,
lui lo sa di sicuro”…
La carabiniera – “A venti passi da noi una vecchia
mendicante se ne stava accucciata con le spalle al muro…
Davanti a lei una scatola di latta scrostata aspettava le
offerte….
Siamo passati davanti alla vecchia e io ho tirato fuori
due euro (no, troppo, uno basta) e quando ho trovato la
moneta giusta ci ho di nuovo ripensato (no, due va bene)
e due euro ho euro ho lasciato cadere nella scatola di latta
dov’erano sparsi pochi spiccioli. Ho fatto qualche
passo con Gilardo e sono tornata indietro…
“Scusi, posso guardare una cosa un momento?”.
La vecchia non si è mossa, non ha difeso il suo meschino
tesoro…In fondo alla scatola c’era tra i centesimi
un’immaginetta sacra unta e sbiadita: santo con accanto
un porcello. L’ho tirata su: sant’Antonio abate
protettore degli animali da cortile.
“Ma cosa fai?” diceva arrivando Gilardo. “Cosa
controlli?”
“Niente” dicevo io. “Volevo solo sapere
una cosa”
E. M.
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NOTIZIE STORICHE SUI SANTINI
Con piacere comunico ai soci interessati di aver portato
a termine la revisione degli articoli “Curiosando
tra i libri: notizie storiche sui santini“, pubblicati
mensilmente sul Bollettino AICIS da settembre 2004 ad aprile
2006.
Durante il mio lavoro di revisione ho rivolto il mio grato
pensiero alla memoria di Dolores Sella, scomparsa a giugno
del 2006, l’autrice del volume “Santini e immagini
devozionali in Europa dal secolo XVI al secolo XX”,Maria
Pacini Fazzi editore, Lucca, 1997, eccezionale guida per
noi cultori sulla storia delle immaginette sacre e primo
tra tutti i numerosi testi da me consultati per la stesura
degli articoli.
L’autrice, durante il periodo di pubblicazione degli
articoli stessi, si compiaceva del risalto riservato al
suo libro e alla sua vasta collezione di immaginette nel
bollettino della nostra associazione: anche questo mi ha
spronato a completare l’opera rendendone più
agevole la lettura completa e la consultazione.
Ho integrato il testo già pubblicato con ulteriori
notizie acquisite recentemente.
Ho inserito la date e i luoghi d’origine di tutti
i santi raffigurati nelle illustrazioni e perfezionato alcuni
paragrafi.
Ho predisposto una bibliografia completa citando tutti i
libri, le riviste e i siti web consultati, alcuni in mio
possesso ed altri presso varie biblioteche (la Casanatense,
quella della Università Gregoriana e quella di Palazzo
Venezia a Roma, e quella di S.Scolastica a Subiaco). […]
MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI
CURIOSANDO TRA I LIBRI
“ BASILICATA MARIANA
– Itinerario storico-religioso nei luoghi di culto”
a cura di Mario MENNONNA e Antonio MENNONNA – Galatina,
Congedo Editore, 2007. Euro 50.00 in libreria. Prezzo del
volume ai tesserati AICIS: euro 35.00.
Il volume, che ammonta a circa 500 pagine e contiene oltre
1.100 immagini, in prevalenza dedicate ad aspetti religiosi
e agiografici, di cui circa 1.000 a colori, si articola
per ognuno dei 131 Comuni della Basilicata nel modo seguente:
1. Storia del comune: 2-Presentazione del santuario o santuari;
3-Elenco delle chiese.
Con l’occasione il socio Dr. ANTONIO MENNONNA ha inviato
per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”
due diverse immaginette delle quali se ne trasmette una
agli associati.
Queste due belle immaginette fanno ovviamente parte della
serie di 300 santini rappresentati nel volume e inviati
in allegato al libro solo a coloro che li ordinano con il
volume.
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Etty Hillesum –“PAGINE MISTICHE”
Volume tradottO e commentatO da Cristiana Dobner: è
una novità della casa editrice Ancora - www.ancoralibri.it,
158 pagine, 14 euro. Il volume sull’intellettuale
ebraica di origini olandesi Etty Hillesum (1914-1943), è
appena uscito nelle librerie, e rivela aspetti mai conosciuti
in Italia di questa donna considerata una mistica del secolo
XX.
Etty Hillesum ha lasciato pagine scritte dove traspare la
sua tensione mistica e la sua esistenza intessuta di poesia,
amicizia, grandi amori, persecuzioni e fiducia in Dio, ha
spiegato a ZENIT suor Dobner, che è traduttrice dal
tedesco, inglese, francese, spagnolo, ebraico e russo.
Nel suo saggio, Cristiana Dobner tenta non tanto di definire
Etty Hillesum, “perché potrebbe risultarne
una delimitazione e un impoverimento in una personalità
tanto attratta dal simbolo e tanto creatrice sotto questo
profilo, quanto di consentire al lettore di poter gustare
il contatto con una donna sensibile e capace di esprimere
il suo sentire profondo”. […]
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MOSTRE DI IMMAGINETTE
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NOTIZIE DAL VATICANO
CERIMONIE DI BEATIFICAZIONI
Torino, 14 aprile 2007: cerimonia di Beatificazione del
Venerabile LUIGI BOCCARDO
Sabato fra l’ottava di Pasqua, 14 aprile p.v., nella
Chiesa del Santo Volto si Torino, si svolgerà la
cerimonia di Beatificazione del venerabile Servo di Dio
Luigi Boccardo.
Luigi Boccardo, fratello di Giovanni che tredicenne gli
fece da padrino al santo Battesimo, era nato a Moncalieri
(TO) il 9 agosto 1861. Fu una gioia immensa per lui il 7
luglio 1884, giorno in cui venne ordinato prete; fu anche
l'inizio di una vita semplice, dedita alla applicazione
coscienziosa e giornaliera del suo "ministero".
Il 12 aprile 1886, il canonico Giuseppe Allamano, chiamò
don Luigi Boccardo come vicerettore e Direttore spirituale
dello storico Convitto Ecclesiastico della Consolata a Torino,
fondato nel 1817 dal teologo don Luigi Guala. Qui passerà
trent'anni ad ascoltare e a condurre i giovani sulla via
del sacerdozio.
Il 2 giugno 1909 fu nominato Canonico onorario della Collegiata
della SS. Trinità; fu pellegrino a Lourdes, Roma,
Napoli, Firenze, Lucca; nel 1913 diede alla stampa la sua
prima opera ascetica “Il figlio spirituale”;
parte prima della sua maggiore opera: “Confessione
e Direzione”, la seconda parte “Il padre spirituale”
e l’appendice “Le celesti vocazioni”,
furono edite negli anni dal 1913 al 1928 con numerose ristampe,
perché molto ricercate. Il 30 dicembre 1913, il fratello
Giovanni Maria, prevosto di Pancalieri, fondatore dell’Ospizio
e delle già citate Suore “Figlie di S. Gaetano”
morì, indicandolo come successore alla guida delle
opere da lui fondate. […]
Castellammare di Stabia, 15.4.2007:
cerimonia di Beatificazione della
Venerabile MARIA MADDALENA DELLA PASSIONE
Il 15 aprile 2007, Domenica II di Pasqua, nella Cattedrale
di Castellammare di Stabia, alle ore 10.30 avrà inizio
la cerimonia di Beatificazione della Venerabile Serva di
Dio Maria Maddalena della Passione (1845-1921)
Maria Maddalena, al secolo Costanza, Anna, Maria, nacque
a Castellammare di Stabia (NA), il 5.9.1845, da Francesco
Starace e Maria Rosa Cascone. Consacrata alla Vergine Addolorata
secondo un voto materno, a 4 anni fu mandata a scuola, dove
socializzò con bambine meno abbienti e sicuramente
le rimase impressa la loro povertà. Nel 1850, le
Figlie della Carità si stabilirono a Castellammare
per l’assistenza ai malati dell’Ospedale San
Leonardo. In seguito aprirono anche un orfanotrofio e un
convitto per ragazze di buona condotta. Costanza, ammessa
in tale convitto, cominciò a respirare un clima di
preghiera e di dedizione, a tal punto che si accese in lei
il desiderio di consacrarsi al Signore. Fu ammessa alla
Prima Comunione e, all’età di 10 anni, ricevette
il Sacramento della Cresima. Rientrata in famiglia per motivi
di salute, Costanza proseguì gli studi in casa e,
oltre allo studio, cominciò a coltivare con assiduità
la preghiera. Ella desiderava entrare in un convento di
clausura, ma i genitori si opposero. Il confessore, per
consolarla, le concesse dapprima la comunione quotidiana
e, a 15 anni, di consacrarsi al Signore con i tre voti perpetui,
consi-gliandole, poi, di farsi "monaca di casa".
[…]
Palermo, 21.4.2007: cerimonia di Beatificazione del
Venerabile FRANCESCO SPOTO
Il 21 aprile nella Cattedrale di Palermo, alle ore 10.30
avrà inizio la cerimonia di Beatificazione del Venerabile
Serva di Dio FARNCESCO SPOTO. Il rito sarà presieduto
dal Card.Josè Saraiwa Martins, segretario della Congregazione
dei Santi.
Rimini, 29.4.2007: cerimonia di Beatificazione della
Venerabile MARIA ROSA PELLESI
Il 29 aprile, Domenica IV di Pasqua, nella Basili ca Cattedrale
di Rimini, alle ore 10.30 avrà inizio la cerimonia
di Beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Rosa
Pellesi
Bruna Pellesi nacque a Morano di Prignano (MO) l'11 novembre
1917 ultima di nove fratelli. A ventitrè anni Bruna
lasciò il lavoro nei campi e il servizio a sei nipotini
rimasti orfani e partì per Rimini con l'intenzione
di consacrarsi al Signore.
Dopo aver trascorso a Rimini il postulandato e il noviziato
il 24 settembre 1941 vestì l'abito delle Suore Terziarie
Francescane di S. Onofrio, chiamate in seguito, su sua proposta,
Francescane Missionarie di Cristo.
Dopo aver servito per qualche anno i bambini dell'asilo
a Sassuolo e a Ferrara Sr. Maria Rosa si ammalò e
il 5 settembre 1945 fu ricoverata all’ospedale S.
Anna di Ferrara e due mesi dopo, il 15 novembre, entrò
nel sanatorio Pineta di Gavano (Modena) con la diagnosi
di una grave forma di tubercolosi polmonare; malattia che
so-prattutto durante la guerra e il dopoguerra, mieté
tante vittime specie tra i giovani.
Aveva 30 anni quando il 31 agosto 1947 emise i voti perpetui;
poi venne ricoverata nell’Istituto sanatoriale “C.A.
Pizzardi” di Bologna il 7 dicembre 1948.
Testimoniò la gioia di essere una sposa di Cristo,
che l’aveva fatta partecipe delle sofferenze della
Croce, con i suoi 27 anni di grave malattia, mai lamentandosi
della sua condizione e lei stessa scrisse: “Sia benedetto
il Signore che mi concede la grazia di un pochino della
Sua Santa Croce e mi dà la grande grazia di portarla
nella pa ce…come dono, non come peso”.
A Rimini il 4.X.1967 celebrò il 25° di vita consacrata
e il 1° settembre 1970 volle ricordare con gioia il
25° di malattia, scrivendo: “Grazie, Signore!
Sono stati anni di tanta grazia…Aiutami a dimenticarmi,
a donarmi a te e agli altri tutti nel mondo”.
E negli ultimi giorni della sua esistenza diceva alle consorelle:
"Offro le sofferenze della mia vita per il Papa e la
Chiesa, andateglielo a dire".
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CONCISTORO per la CANONIZZAZIONE di 5 Beati
Il 23 febbraio u.s. alla presenza del Papa, si è
tenuto nel palaz zo Apostolico del Vaticano il Concistoro
per la canonizzazione di 5 Beati, “umili e pazienti
costruttori del Regno di Dio” e testimoni del Vangelo.
A presentare le figure dei nuovi Santi al Papa è
stato il card. José Saraiva Martins, prefetto della
Con-gregazione delle Cause dei Santi.
“La Chiesa, madre dei Santi, gioisce sempre quando
nei suoi figli vede splendere l’immagine di Cristo,
esempio di perfezione divina”.
E’ quanto sottolineato dal cardinale José Saraiva
Martins, che, nell’illustrare la vita e l’opera
dei 5 nuovi Santi, ha messo l’accento sul loro essere
attratti dalla “verità e carità”
di Gesù: “Ognuno di loro – ha affermato
– nel suo tempo e nel suo ambito fu un umile e paziente
costruttore del Regno di Dio”.
L’AICIS desidera qui sottolineare queste cinque figure
di Beati che presto accederanno alla cerimonia di canonizzazione.
1-Beato GIORGIO PRECA
Tra i nuovi Santi, c’è il sacerdote maltese
Giorgio Preca, (presbitero, fondatore della Societas Doctrinæ
Christianæ (M.U.S.E. U.M.), vissuto nel secolo scorso,
autore di una vera rivoluzione nella Chiesa di Malta. Si
distinse, in particolare, nella promozione del ruolo dei
laici nell’apostolato.
Nella Messa per la sua Beatificazione, nel 2001, Papa Wojtyla
sottolineò che al centro della sua spiritualità
c’era l’Incarnazione. Nei suoi scritti sulla
mitezza, don Giorgio esortava i suoi amici cristiani “a
seguire l’esempio del Signore Crocifisso, perdonando
ogni offesa”. La cerimonia si terrà il 3 giugno.
2-Beato SIMONE DA LIPNICA
Verrà canonizzato anche il Frate minore polacco,
Simone da Lipnica, presbitero vissuto nel XV secolo e noto
come “predicatore ferventissimo”. Morì
di peste, male che contrasse proprio mentre, incurante del
pericolo, portava conforto agli appestati di Cracovia. La
cerimonia di canonizzazione verrà celebrata il 3
giugno.
3- Beato ANTONIO DI SANT’ANNA
Tra i nuovi Santi, il Frate minore alcantarino brasiliano
Antonio di Sant’Anna, Antonio Galvão de França),
presbitero, fondatore del Mo-nastero delle Concezioniste
"Recolhimento da Luz"; vissuto tra il 1700 e il
1800. è considerato uno degli eroi che hanno plasmato
la città di San Paolo, fra i secoli XVIII e XIX.
La sua tomba è tuttora meta di pellegrinaggi.
È stato beatificato a Roma da Giovanni Paolo II il
25 ottobre 1998.
La cerimonia di canonizzazione si celebrerà venerdì
11 maggio p.v. a San Paolo, nello Stadio Campo de Marte,
durante il Viaggio Apostolico di Benedetto XVI in Brasile.
E’ il primo santo brasiliano.
4- Beata MARIA EUGENIA DI GESU’
C’è anche una nuova Santa: si tratta della
francese Maria Euge nia di Gesù (Anna Eugenia Milleret
de Brou), fondatrice dell'Isti-tuto delle Suore dell'Assunzione
della Beata Maria Vergine, vis-suta nel 1800. Fu beatificata
da Paolo VI nel febbraio del 1975, la prima beatificazione
di quell’Anno Giubilare.
Papa Montini definì la sua figura e il suo messaggio
“di palpitante attualità”. La sua - sottolineò
- è “l'immagine suadente che la santità”
è “non solo possibile a umane forze, ma reale,
ma vera, ma presente in mezzo al mondo, nascosta, forte
e benefica”. La cerimonia di canonizzazione è
stabilita il 3 giugno.
5- Beato CARLO DI SANT’ANDREA
Infine, tra i nuovi Santi, il passionista olandese Carlo
di Sant’Andrea, (Giovanni Andrea Houben), presbitero
della Congregazione della Passione di Nostro Signore Gesù
Cristo. Egli nacque e crebbe nella bella terra del Limburgo,
in una regione veramente cattolica ed in una famiglia profondamente
credente, in cui la vocazione per la vita religiosa e il
sacerdozio poté sbocciare quasi spontaneamente. Infatti,
la famiglia è la terra più naturale e feconda
per la nascita di una tale vocazione. In questo senso padre
Houben è certamente un esempio e uno stimolo, affinché
le famiglie siano autenti-che “chiese domestiche”,
nelle quali i figli quasi da sé imparino a conoscere,
amare e vivere la fede.
Anch’egli vissuto nel 1800, particolarmente impegnato
sul fronte dell’ecumenismo e instancabile confessore.
“Il Beato Carlo – affermò Giovanni Paolo
II nella Messa per la sua beatificazione, il 16 ottobre
1988 - richiama tutti i cristiani ad essere una sola cosa
nell’unità per la quale Cristo ha pregato nell’Ultima
Cena”.
La cerimonia di canonizzazione è stabilita per il
3 giugno.
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PROCESSI di BEATIFICAZIONE e di CANONIZZAZIONE
10 Febbraio 2007 - CERRETO SANNITA: INIZIO PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
DI SUOR MARIA CONCETTA PANTUSA
Con una liturgia della Parola che si è
svolta nella Chiesa dell'Annunziata ad Ai rola (Benevento),
ieri il vescovo di Cerreto Sannita -Telese -Sant'Agata dei
Goti, mons.Michele De Rosa, ha aperto il processo di beatificazione
della Serva di Dio Maria Concetta Pantusa.
Il presule, inoltre, ha nominato il tribunale diocesano,
che si è già insediato.
Inoltre, postultatore della causa è padre Luca De
Rosa, moderatore è padre Vittorio Balzarano, entrambi
francescani. A sostenere l'iniziativa è l'Associazione
«Pia Unione del Santo Volto» di Airola.
Nata a Celico (Cosenza) il 3.2.1894, Maria Concetta aveva
sposato, nel 1914, Viito De Marco, dal quale, nel 1915 ebbe
una figlia, oggi clarissa nel Monastero «Regina Coeli»
di Airola, con il nome di suor Maria Carmela, ultranovantenne.
Rimasta vedova, a seguito della tragica morte in guerra
dello sposo, nel 1930 la Serva di Dio si stabilì
ad Airola, dopo una breve permanenza presso le Piccole Suo
re dei Sacri Cuori a Redipiano (Cosenza). Accolta tre le
suore passioniste, Maria Concetta moriva il 27 marzo 1953.
«Suor Concetta», come era conosciuta e chiamata
ad Airola, fu particolarmente vicina ai bambini e alle madri,
all'indomani della seconda guerra mondiale, quando la miseria,
la fame e la povertà erano ben visibili in tutte
le famiglie che avevano subito il trauma della guerra con
lutti e sofferenze.
È su questa particolarità della sua «santità»
che ruoterà il processo di beatificazione. L'editto
del vescovo De Rosa, emanato due mesi fa, invita a rappresentare
alle autorità religiosi competenti fatti e testimonianze
sulla Serva di Dio, utili a far avanzare la causa di beatificazione.
Molte, infatti, sono le persone, ancora in vita, che hanno
conosciuto di persona Maria Concetta Pantusa: una lunga
lista di testimoni dove il primo posto è occupato
dalla figlia, suor Maria Carmela.
Antonio Rungi
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22 FEB.2007-CORDOBA (SPAGNA): INIZIO DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
DI 123 MARTIRI
CÓRDOBA, giovedì, 22 febbraio 2007 (ZENIT.org)-
Il Vescovo di Córdoba (Spagna),
mons.Juan José Asenjo, ha firmato il decreto con
cui si apre il processo diocesano per le beatificazione
di 123 martiri della persecuzione religiosa nella provincia
di Córdoba, durante la Guerra Civile.
Il documento, che verrà letto dopo tutte le Messe
del prossimo fine settimana ed esposto nel pannello degli
annunci di tutte le chiese, chiede che venga inoltrata al
Vescovado “ogni informazione che possa essere utile
per questa causa”.
Il presule indica nel decreto che l’obiettivo del
processo non è altro che “sottolineare che
queste persone hanno donato la loro vita esclusivamente
per la loro condizione di cristiani, e che la morte, accettata
per fede e accompagnata sempre dal perdono, è stata
provocata solo per odio alla fede”. Prima della firma
del decreto, mons. Asenjo ha nominato Postulatore della
causa - meglio nota come la causa di Juan Elías Medina
e compagni martiri - il sacerdote Miguel Varona. Questi
ha presentato nel giugno scorso la richiesta di apertura
del processo sulla base del fatto che “le ricerche
fatte in varie comunità cristiane della nostra diocesi
hanno permesso di riunire nuove e abbondanti informazioni
sui 123 presunti martiri presentati”.
Dei 123 martiri della causa 87 sono sacerdoti, tre religiosi,
una religiosa e 32 laici (22 uomini e 10 donne). Tuttavia,
ci sono altre cause aperte per la beatificazione di altri
martiri della diocesi, come i frati francescani di Fuente
Obejuna.
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CASTELBUONO (PA), 12 MARZO 2006: NOMINA
E INSEDIAMENTO DEL TRIBUNALE ECCLESIASTICO PER IL PROCESSO
DI BEATIFICAZIONE DI MARIO GIUSEPPE RESTIVO (1963-1982)
Comunichiamo che domenica 12 marzo 2006, nella Matrice Vecchia
di Castelbuono (Pa), S. Ecc. Mons. Sgalambro, Vescovo di
Cefalù, e Mons. Formenti della Segreteria di Stato
del Vaticano hanno proceduto alla nomina ed insediamento
del Tribunale Ecclesiastico per il processo di beatificazione
del servo di Dio Mario Restivo (scout palermitano morto
a 19 anni nel 1982). Il procedimento è in corso.
Mario Giuseppe Restivo è nato a Palermo il 24 Gennaio
1963. Nel 1966 la famiglia si trasferisce a Castelbuono
(PA). A 9 anni egli compone la sua prima poesia che dedica
alla sua mamma. Ne seguono altre. Nel 1974 il papà
decide di dare alle stampe la prima raccolta intitolata:
"La mia aurora".
Nel 1975 ne pubblica una seconda con il titolo: "In
cammino". Giunge il successo: ne parlano giornali e
riviste specializzate; giungono lettere di compiacimento
da autorità locali e nazionali e anche dal Santo
Padre e dal Presidente della Repubblica. La RAI-TV dà
risalto al volumetto "In cammino”, presentandolo
il 5 Aprile ‘76 nella rubrica "Tuttilibri"
con un giudizio molto lusinghiero. Nel 1975, in 1^ Media,
riceve la borsa di Studio "Federico Motta Editore"
di Milano. A 15 anni, sceglie come modello di vita la figura
di San Francesco e ne incarna lo spirito di povertà.
Ama tanto la natura, a contatto della quale riesce a sentirsi
in contemplazione con Dio.
Lo scoutismo cattolico diviene il suo più forte ideale
nel quale esprime il proprio impegno di apostolato. Mario
muore il 19.8.1982 per incidente d’auto nei pressi
di Chambery (Francia), mentre si reca a Taizè con
altri due compagni scouts.
Il CENTRO STUDI “MARIO G.RESTIVO” (Casella Postale
145- 90100 PALERMO PA) costituito con Atto notarile del
21.X.1985, ha lo scopo di far conoscere sempre più
il luminoso esempio profuso dal giovane poeta e scout.
Lo stesso Comitato ha recentemente indetto la XXI Edizione
del Premio Letterario Int.le “Amicizia-Mario Giuseppe
Restivo”, articolato nelle seguenti sezioni: A) -Poesia
inedita in lingua italiana; B) -Poesia riservata ai giovani;
C) -Narrativa inedita. La scadenza è 31 marzo 2007.
Per informazioni: tel.091-6571.018
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BENEDETTO XVI: I SANTI NELLA CRESCITA DELLA NOSTRA FEDE
Proprio ieri, nell’incontro con i sacerdoti romani,
Benedetto XVI aveva sottolineato il ruolo dei Santi nella
crescita della nostra fede. Ascoltiamo:
“Naturalmente ci accompagnano i Santi.
Sono figure che hanno vissuto con tanti problemi, vere interpretazioni
vive della Sacra Scrittura e naturalmente ognuno ha il suo
Santo, dal quale può meglio imparare che cosa è
vivere da cristiano, soprattutto i Santi del nostro tempo.
Sempre e naturalmente Maria rimane la Madre della Parola.
Scoprire Maria ci aiuta ad andare a-vanti nella santità”.
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LA FAMA DI SANTITA’ DEVE ESSERE SPONTANEA,
NON PROCURATA AD ARTE
Ci sembra utile riportare in questo numero una intervista
al Card.Josè Saraiva Martins rilasciata lo scorso
anno al mensile cattolico “30 Giorni” (Giugno
2006) a commento del Messaggio del Papa dell’aprile
u.s.
Il cardinale Saraiva Martins, prefetto della Congregazione
delle cause dei santi, commenta il messaggio del Papa alla
riunione plenaria del suo dicastero in cui si è discusso
anche del miracolo e del martirio
di Gianni Cardinale
La predisposizione di un’Istruzione per lo svolgimento
dell’inchiesta diocesana nelle cause dei santi, “Il
miracolo nelle cause dei santi”, “Il martirio,
dono dello Spirito e patrimonio della Chiesa di ogni epoca”.
Sono questi i tre temi affrontati dalla riunione plenaria
della Congregazione delle cause dei santi che si è
tenuta in Vaticano dal 24 al 26 aprile scorso. Nell’occasione
il Papa ha inviato ai partecipanti un importante messaggio
autografo, datato 24 aprile. Sui contenuti di questo messaggio
e sulle conclusioni della plenaria 30Giorni ha posto alcune
domande al cardinale José Saraiva Martins, portoghese,
dal 1998 prefetto del dicastero. «Il santo padre Benedetto
XVI» ci dice il porporato «con tale messaggio
ha voluto rivolgersi ai cardinali e agli arcivescovi e vescovi
che hanno preso parte ai lavori, per salutarli e augurare
a essi un buono e fruttuoso lavoro.
Si tratta di un testo estremamente importante per il suo
ricco contenuto e, in particolare, per gli orientamenti
in esso offerti dal Santo Padre, che hanno illuminato le
riflessioni dei padri sui vari aspetti dei diversi argomenti
sottomessi al loro studio.
E si è trattato di argomenti della maggiore rilevanza,
poiché riguardano da vicino la vita e la complessa
attività della Congregazione delle cause dei santi,
nell’attuale contesto ecclesiale, sociale e culturale».
Nel suo messaggio il Papa si è innanzitutto compiaciuto
del lavoro compiuto dalla Congregazione…
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ANNIVERSARI
ANN.RIO DELLA MORTE DEL SERVO DI DIO DON VITTORIO SALMERI
Il socio ANTONINO COTTONE di Misilmeri
ci ha inviato l’unita scheda del Servo di Dio Don
Vittorio Salmeri (1921-1954).
In un paesino alle porte di Palermo il 5 febbraio di ogni
anno ricorre l’anniversario della dipartita del Servo
di Dio Padre Vittorio Salmeri del quale nel 2004 si è
conclusa la fase diocesana del processo di Beatificazione.
Ma andiamo a conoscere chi era Padre Vittorio. Nasce a Villabate
(Palermo), la notte di Natale del 1921, proprio mentre le
campane annunciano la nascita di Gesù Bambino. Viene
alla luce nella casa della nonna paterna, Rosalia Domino,
presso la quale la madre di Vittorio, Porcelli Maria, da
Belmonte Mezzagno, dove insegnava come maestra elementare,
si era temporaneamente recata per partorire.
I primissimi anni dell'infanzia Vittorio li trascorre a
Belmonte, ma ben presto, essendo stata la madre trasferita
a Villabate, può vivere, fino all'età di circa
sei anni, nel suo paese natale.
Nel 1927 la famiglia trasloca a Palermo dove Vittorio ha
così modo di frequentare le scuole elementari "Perez"
e, presso la Parrocchia Sant’Ippolito, l'Associazione
Cattolica, dove sotto la guida di Padre Faja, inizia la
sua formazione spirituale che matura la sua vocazione sacerdotale.
Nell'inverno del 1930 Vittorio si ammala gravemente di polmonite
tanto da sfiorare la soglia della morte, ma si salva miracolosamente
per intercessione di S. Rita e di S. Antonio, di cui la
madre è molto devota.
Avendo bisogno di aria salubre la mamma decide di tornare
ad abitare a Villabate. Qui Vittorio frequenta la parrocchia
in cui la madre insegna ora catechismo.
Agli inizi dell'anno scolastico 1933-34, con l'aiuto economico
del suo Parroco, P. Riela Antonino, può confermare
il suo “sì” al Signore entrando in Seminario.
La cerimonia della sua prima vestizione ha luogo l'8 dicembre
di quello stesso anno 1933. In Seminario ha come Padre Spirituale
il Servo di Dio P. Angelo Cantons.
Il 1° luglio 1945 Vittorio viene ordinato sacerdote,
insieme ad altri compagni, dall'allora Cardinale Luigi Lavitrano,
nella chiesa di S. Caterina sita a Palermo in Piazza Bellini.
Celebra la sua Prima Messa, in forma privata, nella Cappella
del Seminario, con la partecipazione dei familiari e degli
amici più intimi .
La prima Messa Solenne Padre Salmeri la celebra, invece,
la domenica seguente alla sua Ordinazione Sacerdotale, nel
suo paese natio, all'ingresso del quale egli trova una folla
di compaesani che lo attendono e che, dopo, averlo accolto
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1007-2007: MILLENARIO DELLA NASCITA DI
SAN PIER DAMIANI, CARDINALE E DOTTORE DELLA CHIESA
Festa liturgica: 21 febbraio
Ravenna, 1007 – Faenza, 22.2.1072
Uomo di aspra penitenza e di prolungata preghiera, uscì
dall’amata solitudine contemplativa di Fonte Avellana,
accettando d’essere vescovo e cardinale per meglio
promuovere la purificazione e il rinnovamento della Chiesa
afflitta da gravi abusi. E’ autore di importanti scritti
liturgici, teologici e morali. (Messale Romano)
Dante Alighieri, nel XXI canto del Paradiso, colloca S.
Pier Damiani nel cielo di Saturno, destinato nella sua Commedia
agli spiriti contemplativi.
Il poeta mette sulle labbra del santo un breve ed efficace
racconto autobiografico: la predilezione per i cibi frugali
e la vita contemplativa ("con cibi di liquor d'ulivi
- lievemente passava caldi e geli - contento ne' pensier
contemplativi") e l'abbandono della quieta vita di
convento per la carica vescovile e cardinalizia. […]
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CIRCOLARI PRECEDENTI
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