Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2008 è di euro 25,00 per le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

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NOTIZIARIO MAGGIO - GIUGNO 2008

 

 


 

 


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VITA ASSOCIATIVA

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25° DELL'A.I.C.I.S. - IL COMPIACIMENTO DEGLI ASSOCIATI PER IL DISTINTIVO


Il Consiglio Direttivo ringrazia quei soci che hanno telefonato in redazione o hanno scritto tramite e-mail per
esprimere compiacimento, soddisfazione e gioia per la bella sorpresa dell’invio del nuovo distintivo della nostra Associazione. Il Consiglio è lieto per questo apprezzamento generale. Accanto all’innovazione della Circolare Informativa, per la quale sono continuati a giungere consensi da soci e simpatizzanti dell’associazione, il dono del distintivo rientra nelle iniziative volte a celebrare il 25° Anniversario di fondazione dell’AICIS.

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TESSERA A.I.C.I.S. 2008 - 150° ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DELLA MADONNA DI LOURDES


PAOLO EMILIO CAMAIORA, nostro socio da tanti anni, tramite la SATEC Srl della quale è amministratore, anche quest’anno ha curato l’allestimento e la stampa della Tessera sociale 2008 (Satec – P140) della nostra Associazione.
Il Consiglio Direttivo lo ringrazia del bel lavoro effettuato.
Con il Notiziario nr.288 si è iniziato a trasmettere la tessera a tutti i soci dei quali è pervenuto il versamento della quota 2008, altre tessere sono allegate al presente nr.289.

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Un sentito ringraziamento agli associati che con l’offerta di immaginette permettono ad altri consoci di ttingere a questo Fondo Sociale di “Maggio 2008”.
Invitiamo tutti a partecipare a tale iniziativa, come attività sociale, con 50, 100 o 200 immaginette, tutte con la stessa iconografia.

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NOTIZIE DAL VATICANO

 

CONCISTORO SU CAUSE DI CANONIZZAZIONE

Lo ha stabilito il 1° Marzo il Papa durante il concistoro ordinario pubblico per il voto su alcune cause di canonizzazione


Benedetto XVI ha tenuto nella mattina di sabato 1° marzo, nella sala del Concistoro del palazzo Apostolico, il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei beati:

1- GAETANO ERRICO, presbitero, fondatore dei missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria;

2 - MARIA BERNARDA BUTLER (Verena), vergine, fondatrice della congregazione delle suore francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice;

3 - ALFONSA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE (Anna Muttathupadathu), vergine, della congregazione delle clarisse del terzo ordine di san Francesco;

4 - NARCISA DI GESU’ MARTILLO MORAN, laica.


Benedetto XVI è giunto poco dopo le ore 11 nella sala del Concistoro, dove erano riuniti 36 cardinali, e ha preso posto alla Cattedra. All'inizio della celebrazione dell'"Ora Sesta" il Papa ha introdotto brevemente gli argomenti da trattarsi. È seguito il canto dei Salmi 118 e 33, concluso con la proclamazione della "Lectio
brevis" tratta dal libro del profeta Isaia 44, 21-22.

È seguita la perorazione delle quattro cause di canonizzazione, compiuta dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il Papa ha chiesto quindi ai cardinali - fra i quali Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio -, ai 22 arcivescovi e vescovi presenti - tra i quali gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della segreteria di Stato, e Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati - il parere sulle quattro canonizzazioni proposte. Il Pontefice, durante la "Perpensio votorum de propositis Canonizationibus", ha rivolto ai presenti la domanda di rito: "Cum autem de re maximi momenti agatur, antequam consilium certum et definitivum capiatur et statuantur dies quibus iidem Beati in Sanctorum album adscribantur, si quis vestrum opportinum exsistimet aliquid addere, fidenter manifestare velit quid sentiat".
Al termine Benedetto XVI ha deciso di iscrivere all'Albo dei santi il beato Gaetano Errico, la beata Maria Bernarda Bütler (Verena), la beata Alfonsa dell'Immacolata Concezione, la beata Narcisa di Gesù Martillo Morán.
La data stabilita per la canonizzazione dei quattro beati è domenica 12 ottobre.

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NUOVI DECRETI CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI


15 MARZO 2008 - PROMULGAZIONE DEI NUOVI DECRETI -

Sabato 15 marzo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata il Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti i:

A- BEATI prossimamente SANTI

E’ stato approvato un miracolo attribuito all’intercessione della Beata Gertrude Comensoli, Fondatrice dell’Istituto delle Suore del Santissimo Sacramento, per la quale, quanto prima sarà fissata la data della cerimonia di canonizzazione.
Confondatrice delle Suore del SS.Sacramento con il Servo di Dio D.Giuseppe Spinelli(1853-1913), la Comensoli nasce a Bienne (Brescia)il 18.1.1847. Nella breve autobiografia che scrive per ordine del confessore, il P. Marino Rodolfi (+1904), confessa che il Signore, benché ancora bambina di cinque anni, le "faceva sentire in cuore un grande desiderio di amarlo tanto" e l'ammaestrava "in ciò che doveva fare per piacergli ed essere tutta sua".
E’ assidua e attiva frequentatrice della catechesi e dell’oratorio parrocchiale. In questa atmosfera di fede resta colpita dal racconto della Presenza di Gesù nell’Eucaristia, approfondisce questo mistero con l’aiuto di validi confessori, tanto da desiderare di adorare questo insondabile mistero.
Nel 1867 si consacra nella Compagnia di Sant’Angela Merici divenendo maestra delle novizie.
Ammalatosi il padre, per portare aiuto alla famiglia lascia Bienno per Chiari (BS) dove lavora come domestica nella rinomata famiglia di don Giovanni Battista Rota, ma l’anno dopo è chiamata a S. Gervasio dalla Contessa Ippolita Fè Vitali, cognata dei nobili Simoni di Bienno, nei ruoli di dama di compagnia e di assistenza al figlioletto nato nel marzo del 1871.
Rimane a S. Gervasio 12 anni circa. Fattasi ormai donna saggia, ricca di capacità umane e di sensibilità interiori, portata a una spiritualità profonda e a una crescente attenzione alle necessità educative delle “giovinette” e ai malati di S. Gervasio, matura sempre più in lei l’ideale di fondare un Istituto dedito all’Adorazione e all’Educazione, che si concretizza con l’incontro a Bergamo del sacerdote don Francesco Spinelli.
Nel secolo XIX è necessario un sacerdote Superiore a garanzia del buon funzionamento di un Istituto femminile, dato che le donne non sono ancora ritenute capaci di governare e di amministrare.
Dal 1879 al 1882 il progetto si precisa e, dopo essere stato sottoposto al vescovo di Bergamo mons.Gaetano Camillo Guindani, l’Istituto si fonda il 15 dicembre 1882.
In città e in diocesi l’iniziativa è ben accolta, perché è l’unica sul territorio bergamasco con lo scopo primario dell’Adorazione perpetua.
La Casa Madre si apre in Bergamo, ma altre case si aprono, vivente la Fondatrice, in Lombardia e nel Veneto.
Un crollo finanziario porta alla separazione dei due Fondatori e quindi alla divisione in due Istituti. Il 19 gennaio 1889 Madre Geltrude scrive: “Il giorno è questo della terribile catastrofe… Mio Gesù di qui a qualche minuto saranno [qui], vengono a metterci tutto sotto sigillo… Sostenetemi nella dura prova, aiutatemi per carità. Gli uomini sigillano le nostre cose. Voi sigillate il mio cuore, nel dolcissimo ed amabile vostro Cuore, non mi togliete più… tenetemi sempre Voi, mio diletto Gesù, Fiat voluntas tua. Amen”. “…il mio povero Istituto se a Voi piace lo sosterrete”. “Voi solo potete sollevarmi, Voi solo aiutarmi. Io sol confido in Voi. Dio solo!”. (Gli Scritti, p. 57, 59; Brescia 1981).
Il sinistro evento sembra portare tutto alla rovina, ma Madre Geltrude, dopo un fugace smarrimento, lo considera una prova richiesta dal Signore e reagisce con forte fede e tenacia, fiduciosa nella Divina Provvidenza, sebbene debba rifugiarsi a Lodi con le suore che le restano vicino nel dolore, nella pazienza e nella speranza della ricostruzione. Tuttavia si sottopone totalmente alla Volontà di Dio “Fate quello che piace a Voi mio Dio, purché restate glorificato eleggo di soffrire qualunque pena. La vostra volontà, non la mia, non cerco me, no, [cerco] la pura gloria del mio Dio;… Amen Fiat”. (Gli Scritti, p. 58, Brescia 1981)
Rinasce l’Istituto rigoglioso e vivo come un tenero albero che ha trovato le sue radici nel terreno ubertoso della preghiera, della sofferenza, della fede e dell’umiltà; rinasce grazie all’energia e all’equilibrio di Madre Geltrude, delle suore che hanno collaborato con tutte le forze e con tutto l’amore di cui erano capaci per la realizzazione di un sogno che ormai era diventato comune; rinasce grazie al concreto e premuroso sostegno del vescovo di Lodi mons. Giovanni Battista Rota, oriundo di Chiari, nella cui famiglia la Comensoli era stata domestica; rinasce grazie al vescovo di Bergamo che nel 1889 raccomanda con solerzia le Suore Sacramentine a mons. Rota, il quale viene alla determinazione di riconoscere, con il decreto dell’8 settembre 1891, l’Istituto delle Suore Sacramentine di Bergamo, canonicamente eretto in Lodi con Casa Madre temporanea in Lavagna di Comazzo.
La finalità dell’Istituto è duplice: adorare Gesù in Sacramento e attendere ad opere di carità verso il prossimo a seconda delle disposizioni della Divina Provvidenza, avendo di mira specialmente “l’educar la gioventù”. Nel 1892 Sr.Gertrude riconquista, sia pur in affitto, la prima casa di Bergamo e ritorna, dopo due anni, con le suore all’amata Casa Madre, culla della Congregazione alla quale dà un impulso decisivo e vitale.
Madre Geltrude apre 21 case prima della sua morte. Le suore, alla sua morte, sono 179, assistono: le operaie nei convitti e negli stabilimenti, le orfane, le ragazze coatte minorenni, le studenti nei pensionati, gli anziani nei ricoveri, i malati di pellagra e le cucine economiche. Inoltre operano nelle parrocchie e negli oratori, aprono scuole di studio e di lavoro, doposcuola, insegnano in diverse scuole comunali.
La Madre vede il primo riconoscimento pontificio dell’Istituto nel Decreto di Lode dell’11 aprile 1900 promulgato da Leone XIII. L’opera di Dio è compiuta!
Il 10 febbraio 1903 Madre Gertrude è colpita da polmonite doppia. Si prepara alla morte pregando e interessandosi ancora dell'Istituto e delle singole religiose. Un sacerdote le dice: "Se il Signore la volesse ancora qui, non sarebbe contenta?" Risponde: "Farò la volontà di Dio, non ricuso il lavoro". Morente vuole vedere per l'ultima volta le sue figlie. Dice alle professe: "Vi raccomando l'osservanza della regola, il silenzio, il sacrificio, la povertà, l'ubbidienza", e alle novizie: "Siate religiose di criterio per essere di aiuto e non di peso ai superiori.
Vi raccomando osservanza, osservanza, osservanza!". Avvertita che era mercoledì, giorno dedicato a S. Giuseppe, esclama: "Oh, come mi fa bene il nome di S. Giuseppe! Quando la mia barca stava per affondare, fu lui che la salvò e la condusse in porto!"
Muore il 18 febbraio. Dopo gl'imponenti funerali, Mons.Guindani dice alle Sacramentine:"La vostra fondatrice era una grande donna e una vera santa. Se sapeste quanto ha sofferto, capireste che solo una santa può superare sì terribili prove". Le sue reliquie sono venerate a Bergamo nella cappella di casa madre.
Giovanni XXIII ha riconosciuto l'eroicità delle virtù il 26 aprile 1961 e Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 1° ottobre 1989.
(Fonte: www.santiebeati.it)

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B - VENERABILI prossimamente BEATI


E’ stato approvato un miracolo attribuito all’intercessione del:

1- Venerabile Servo di Dio Francesco Pianzola, Sacerdote Diocesano e Fondatore della Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace.
2- Venerabile Servo di Dio Giuseppe Olallo Valdés, Religioso professo dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.
Per i due Venerabili, quanto prima, sarà fissata la data della cerimonia di beatificazione.

1- VENERABILE FRANCESCO PIANZOLA (1881 - 1943)
Padre Francesco Pianzola, fondatore delle Suore Missionarie dell'Immacolata Regina Pacis e degli Oblati diocesani dell'Immacolata, nacque in Sartirana Lomellina (PV) il 5/10/1881, fu ordinato sacerdote in Vigevano il 16/3/1907.
Morì il 4/6/1943 in Mortara (PV), ove fu sepolto nella cappella della Casa Madre delle Suore. La passione di essere annunciatore del Vangelo nella sua terra, prediligendo i poveri, gli umili, i dimenticati delle campagne e delle fabbriche,lo spinse alla predicazione itinerante rivolgendosi al popolo e ai giovani.
Dal contatto vivo e profondo con la sua gente, di cui conobbe la fame di Verità e dalla conoscenza sofferta della situazione della donna nei campi e nelle fabbriche, percepì la voce di Dio che lo chiamava a realizzare nuove iniziative apostoliche al fine di arrivare a tutti per spezzare a ciascuno il buon pane del Vangelo.
Fondò perciò una Congregazione femminile, le Suore Missionarie dell'Immacolata Regina Pacis, perché "piccoli e poveri Gesù, serve di anime povere" andassero a cercare i più lontani, nei cortili, nelle periferie, per ripetere "con semplicità e amore" la Parola che salva, collaborando al sacerdozio cattolico.


APPROVATO IL DECRETO DI BEATIFICAZIONE


“Oggi 15 marzo 2008, Sua Santità Benedetto XVI, ha approvato il Decreto di Beati ficazione, affidiamo all'intercessione del Venerabile i passi delle nostre Chiese Loca li che si prepareranno a vivere la Pasqua nella gioia, anche perchè questo "amato sacerdote" sarà presto elevato agli onori degli altari”.
La comunicazione viene dalla Congregazione delle Suore Pianzoline, per il tramite della postulatrice della causa di beatificazione, suor Tiziana Conterbia.
Intanto la Diocesi si sta preparando per la grande festa della beatificazione che si dovrebbe tenere a Vigevano nei prossimi mesi. Si tratta di un passo avanti decisivo per la causa di beatificazione del venerabile Padre Francesco Pianzola, fondatore della congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace: grazie all’intercessione del loro fondatore, ormai è assodato, si è compiuta una guarigione che, prima la Consulta medica, poi il Congresso Particolare dei Teologi ed ora il Congresso Ordinario dei Cardinali e Vescovi hanno riconosciuto come miracolosa. La guarigione è quella del giovane Giampietro Rigolone, allora adolescente, che il 31 dicembre del 1984 fu colpito alla testa da uncolpo accidentale partito da un fucile da caccia che stava mostrando al fratellino di 12 anni. Per lui poche o nulle le speranze di guarire, poi le preghiere e l’intercessione di padre Pianzola hanno davvero compiuto il miracolo.
Rigolone risiede, ancora oggi, in una cascina alla frazione Lista, tra il crocicchio di Buronzo e Formigliana, vicino a Vercelli, in piena zona delle risaie.
Al momento della tragedia, i genitori, dalla cascina, chiesero aiuto alle suore lì vicine. Il fatto colpì la piccola comunità che cominciò a pregare insieme alle Pianzoline, invocando Padre Pianzola ininterrottamente per nove giorni.
Il ragazzo si riprese, ed ora convive con 50 pallini di nichel in testa. Con sé porta sempre un’immagine del Padre sartiranese, a cui la famiglia è molto devota e grata.
Il riconoscimento del miracolo è l’ultimo passo prima di raggiungere un grande traguardo, la beatificazione di Padre Pianzola, la cui causa è stata iniziata negli anni ’80, ed ora si avvia alla sua migliore conclusione. Padre Pianzola più che mai appare come una figura di grande interesse anche per i giovani.
(Fonte: http://www.padrepianzola.it).

2 - VENERABILE GIUSEPPE OLALLO
Giuseppe nasce a L'Avana, Cuba, 12 febbraio 1820 e il 15 marzo successivo viene battezzato.
E’ ancora giovanissimo quando, spinto dal desiderio di donazione al Signore di tutto se stesso entra nell'Ordine (Fatebenefratelli) degli Ospedalieri di San Giovanni di Dio (1495-1550).
In occasione del colera del 1835 i suoi Superiori lo inviano a Camagüey per assistere i colpiti dall'epidemia.
Rimane poi qui nell’ospedale come infermiere. Come religioso, soffre moltissimo quando vengono emanate le leggi della soppressione degli Ordini religiosi in Spagna, leggi applicate anche a Cuba dalla massoneria. Il frate, tuttavia, resta fedele alla sua vocazione e non si allontana dall'ospedale e dai malati.
Questa sua dedizione, dispiegata nel nascondimento, opera molte conversioni.
La sua morte, il 7 marzo 1889, è veramente molto sentita da tutti gli abitanti del luogo, e quasi per dirgli il proprio “grazie” si accalcano numerosissimi al suo funerale: sentono che più che la morte di un familiare è venuto a mancare un santo.
Il 16 dicembre 2006 giunge il decreto di “Venerabile” ed il 15 marzo u,s, è riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione e si apre la beatificazione.
Benedetto XVI ha deciso che la cerimonia di beatificazione si terrà a Cuba nel Novembre 2008. "Sarà il secondo beato per la Chiesa cubana ed il primo ad essere beatificato a Cuba, un grande evento ecclesiale per la Chiesa cubana", ha affermato il postulatore padre Felix Lisazo Berrete.

Renzo Manfè

C - NUOVI VENERABILI

Sono state anche approvate le virtù eroiche dei seguenti Servi di

1- SERVO DI DIO AURELIO BACCIARINI (1873-1935) Dio, che pertanto acquisiscono il titolo di Venerabili:
Nasce ad Aquino, Lavertezzo l’8 novembre 1873. E’ ordinato sacerdote nella Chiesa di S. Maria degli Angeli a Lugano il 12.6.1897. Parroco ad Arzo per i primi sei anni, Direttore spirituale nel seminario di Pollegio dal 1903 al 1906, l’ 8 ottobre 1906 fa il suo ingresso a Como nella casa Divina Provvidenza per diventare Servo della Carità. Il 24 marzo del 1908 pronuncia con don Guanella, don Alippi e altri 14 confratelli i voti religiosi nel Santuario del Sacro Cuore. Diviene formatore dei primi chierici e dei sacerdoti che pian piano approdano alla Casa di Como e, poi, direttore spirituale di tutta la Casa. Nel 1911 "la fuga" di 15 giorni nella Trappa delle Tre Fontane in Roma; è accolto, secondo la regola di san Benedetto, solo dopo aver atteso fuori dal convento per tre giorni. Gli viene dato il nome di Fratel Martino. Ma don Guanella riesce a convincerlo a lasciare la Trappa e ad accogliere l’obbedienza a parroco di San Giuseppe al Trionfale, la “Basilichetta”. Insieme alla febbrile e vasta opera catechetica, assistenziale non si può dimenticare quanto Bacciarini insieme a don Guanella e alla comunità del Trionfale ha messo in campo a favore dei terremotati della Marsica nel rigido gennaio del 1915.
Nominato Vicario Generale del fondatore nel Capitolo del 22 maggio 1912, è proprio lui ad amministrare a don Guanella l’ultima Comunione il 22 ottobre 1915 e a raccomandarne a Dio l’anima benedetta.
Il 1° gennaio 1917 Benedetto XV lo nomina Amministratore Apostolico della Diocesi di Lugano, pur nella continuità del suo ruolo di Superiore Generale della Congregazione, sino al 1924. Un contemplativo che si trova catapultato a organizzare la pastorale di una Diocesi. Suo programma particolare: rinnovare la vita religiosa delle famiglie della Diocesi, educare con speciale attenzione i giovani. Gli anni dell’Episcopato sono ricchi dell’esperienza più sofferta, sia fisica che morale, ma nel contempo la Diocesi di Lugano conosce un salto di qualità esaltante.
Mons.Eugenio Coreco, suo successore, afferma: “Penso che Bacciarini sia stato il vescovo più determinante per la nostra Diocesi. Ha creato le strutture fondamentali che non hanno perso assolutamente di attualità: l’Organizzazione sindacale cristiano-sociale, “Il Giornale del Popolo”, l’Azione Cattolica e tante altre opere”.
Sono gli anni della malattia e delle prove più dolorose, gli anni di fervore inarrestabile e coinvolgente di amore verso il S.Cuore di Gesù e la Vergine Maria. La morte lo chiama alla Vita il 27 giugno 1935.
Prima di morire firma la pergamena che annuncia la consacrazione solenne della Diocesi e del Canton Ticino al Sacro Cuore di Gesù. Riconosciuta l'eroicità delle virtù, è stato dichiarato venerabile il 15 marzo 2008.
(Fonte: Paolo Paoli, www.santiebeati.it)

2- SERVO DI DIO MICHELE MCGIVNEY (1852-1890)

Michele, primo di tredici figli, nasce a Waterbury (USA) il 12 agosto 1852 da famiglia irlandese. Dopo la guerra civile, a 13 anni, lascia la scuola per cominciare a lavorare.
Nel 1868, seguendo la propria vocazione religiosa si reca in Quebec ove continua gli studi. Alla richiesta del Vescovo di Hartford egli entra nel Seminario di St.Mary in Baltimora (Maryland) ed è ordinato sacerdote il 22 dicembre 1877 e nel giorno di Natale comincia la sua missione pastorale come parroco della chiesa di St. Mary in New Haven. E’ la prima parrocchia della città. Una nuova chiesa in pietra era stata costruita, al posto della vecchia che era bruciata, in una delle più prestigiose strade residenziali di New Haven, l’Hillhouse Avenue. Contro questa edificazione vi è una reazione del quartiere, riportata dallo stesso New York Times nel 1879 sotto il titolo "Come una strada aristocratica può essere macchiata da una Chiesa Romana". Il ministero pastorale di Padre McGivney a New Haven inizia tra le tensioni e con la difesa delle famiglie Irlandesi appartenenti alla classe operaia da lui servite. Padre McGivney, uomo energico, e ricco di fede, è vicino ai giovani della Parrocchia di St.Mary, insegna catechismo, organizza una società di totale astinenza per combattere l’alcolismo, piaga del tempo.
Nel 1881 esplora con alcuni laici l’idea di una società cattolica di “fratelli” alla ricerca di una via per rafforzare la fede religiosa e allo stesso tempo provvedere ai bisogni finanziari delle famiglie sopraffatte dalle malattie o dalla morte.
Sorge l’Ordine dei Cavalieri di Colombo”, riconosciuto dallo Stato del Connecticut come una corporazione legale. I principi dell’Ordine sono, nel 1882, unità e carità, mentre i concetti della fraternità e del patriottismo vengono aggiunti successivamente.
Nel novembre 1884 padre McGivney è nominato parroco della Chiesa di St. Thomas in Thomaston, nel Connecticut, una parrocchia al servizio soprattutto della classe operaia con poche risorse, ma ricca di fede. Nei sei anni successivi riporta con la fiducia la serenità nella comunità oberata da debiti.
Mentre l’Ordine da lui fondato è sempre più rigoglioso, nel gennaio del 1890 Padre Michael viene improvvisamente colpito da un serio caso di pneunoma e il 14 agosto successivo, a soli 38 anni, raggiunge il Signore per il quale aveva lavorato con entusiasmo sulla terra. Nei suoi 13 intensi anni come prete, l’intenso pio fervore di Padre McGivney ottiene l’amore di coloro che ha servìto come parroco e pastore.
La sua ispirazione cristiana, la guida morale, l’attenta amministrazione gli avevano portato la lealtà e l’affetto di migliaia di persone che lo conoscevano come Fondatore dei Cavalieri di Colombo,una organizzazione che da allora fortifica i cattolici nella propria fede offrendo anche una via per garantire sicurezza finanziaria in un mondo ostile.
Egli ora riposa nella Chiesa di St. Mary, in New Haven dove l’Ordine è stato fondato, (a sinistra: il sarcofago di granito). La causa di canonizzazione, iniziata nel 1997 dall’Arcivescovo di Hartford, Daniel Cronin, lo vede venerabile il 15 marzo 2008.

(Fonte: www.kofc.it

3 - SERVO DI DIO GIOACCHINO ALVES BRAS (1899-1966)

Joaquim Alves Brás nasce a Casegas (Portogallo) il 20 marzo 1899 e viene battezzato lo stesso giorno.
Giovane pio e desideroso di donarsi al Signore entra in seminario e viene ordinato sacerdote il 19 marzo 1925, nella Diocesi della Guardia. Apostolo particolarmente sensibile verso i più poveri e verso gli emarginati, fonda l’ “Obra de Santa Zita” nel 1932 e il giornale "Voz das criadas” (Voce delle domestiche) oggi “Bem–Fazer” (la "Carità). Fonda l'Istituto Secolare delle Cooperatrici della Famiglia” nel 1933 e nel 1962 il “Movimento per un Focolare Cristiano” oltre che il Giornale della Famiglia. Per la sua vita di sacerdote esemplare e per l’Opera ecclesiale a favore della famiglia cristiana, ben merita di essere chiamato “l’apostolo della famiglia in Portogallo”.
Dotato di grande forza interiore, il suo desiderio costante è identificarsi con Cristo, mediante la pratica delle virtù e andando incontro ai fratelli bisognosi. L’Eucaristia è il centro e la radice del suo zelo per la gloria di Dio. Nutre una tenera e profonda devozione alla Santissima Vergine Maria. Nella preghiera e nella penitenza trova la gioia e la forza della sua straordinaria attività apostolica.Sempre devoto e ubbidiente al Santo Padre ed ai Vescovi, la sua vita è una continua testimonianza di amore alla Chiesa. Il motto delle sue Opere suona come invito a vivere secondo il Vangelo: “Mani al lavoro,cuore a Dio”. Muore santamente a Lisbona il 13.3.’66.

4- SERVO DI DIO GIOCONDO PIO LORGNA (1870-1928)

Giocondo Pio Lorgna, nasce a Popetto di Tresana (Massa Carrara) il 27 settembre 1870, da genitori piccoli agricoltori di specchiate virtù cristiane e di grande fede.
A 11 anni si trasferì presso lo zio don Luigi Lorgna, parroco di Torrile (Parma), dove frequenta le attuali scuole medie; a 13 anni entra nel seminario di Parma dove incontra belle figure di educatori e uomini di Chiesa santi ed illustri, come il rettore don Andrea Ferrari poi cardinale arcivescovo di Milano e il vicerettore don Guido Conforti poi vescovo di Parma e fondatore dei missionari Saveriani, oggi ambedue Beati.
A 19 anni entra fra i Domenicani nel convento di Bologna ed è ordinato sacerdote nel 1893 a 23 anni.
Dopo aver completato gli studi filosofici e teologici, è desti nato all’insegnamento della Sacra Scrittura, della Propedeutica e della Storia Sacra, presso lo “Studio Domenicano” di Bologna.
Dopo una parentesi di qualche anno nel Santuario della Madonna di Fontanellato, è nominato parroco della popolosa e difficile parrocchia dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia, dove rimane fino alla morte, avvenuta a 58 anni di età.
La sua spiritualità è incentrata nell’amore al SS. Sacramento, perché “in questo amore è riposta ogni perfezione”, cioè il programma della sua vita sin da novizio e la formazione teologica soprattutto tomistica, ricevuta a Bologna e l’ambiente spirirituale della città, vivificato dalla devozione alla beata Imelda Lambertini (1320- 1333), contribuiscono a far aumentare sempre più il suo amore per l’Eucaristia.
A Venezia costituisce la Confraternita della Beata Imelda, per favorire la Comunione frequente dei fanciulli, inoltre l’istituzione degli “Adoratori del SS. Sacramento”; consacra la parrocchia a Gesù Sacramentato.
Di indole contemplativa, ma con grandi capacità organizzative: per la formazione dei giovani è cofondatore del Patronato Divina Provvidenza; per i piccoli fonda l’Asilo degli Angeli Custodi e quello del Rosario con annesso l’orfanotrofio per gli orfani di guerra; la Charitas di S. Antonino per i poveri e la Charitas del beato Giacomo Salomoni (1231-1314) durante la Prima Guerra Mondiale. Promuove nella sua parrocchia anche la Pia Unione Missionaria per l’aiuto alle missioni; introduce i primi gruppi di uomini e giovani d’Azione Cattolica. Per facilitare l’afflusso in parrocchia dei bambini per il catechismo, forma un gruppo di 15 persone (Opera Santa Dorotea) per il prelievo a domicilio nei caratteristici rioni di Venezia e accompagnamento nelle
sedi di lezione. Promuove il Rosario vivente tra i piccoli e il Rosario perpetuo.
I suoi fedeli corrispondono fattivamente alle sue iniziative, collaborando alla loro realizzazione,specie i giovani radunati in gruppi, si dedicano all’educazione dei bam bini negli asili da lui fondati. Il suo grande fervore per l’Eucaristia, lo porta a fondare la Congregazione delle Suore Domenicane della Beata Imelda(bambina che visse e morì di desiderio dell’Eucaristia nel XIV sec. a Bologna), con lo scopo di annunciare dovunque, con la vita, con le parole e con le opere, il mistero eucaristico.
Padre Giocondo Pio Lorgna, muore a Venezia l’8 luglio 1928 e le sue spoglie riposano a Venezia nella Basilica dei SS. Giovanni e Paolo, dove è stato parroco attivo e indimenticabile per tanti anni.

(Fonte: Antonio Borrelli – www.santiebeati.it)

5 - SERVO DI DIO MICHELANGELO LONGO DA MARIGLIANO (1811-1886)

Michele nasce a Marigliano (NA) il 22 settembre 1811, da genitori nobili, il padre Fulvio dei marchesi di Vinchiaturo e la madre Felicia Gaetani dei conti di Messina. Ha educatori e professori privati per volere del padre. L’esempio di vita austera dei frati francescani del vicino convento di S.Vito lo spingono ad abbandonare l’agiatezza e la nobiltà della sua famiglia per entrare a 18 anni, il 26 aprile 1829, nel noviziato del convento di S. Angelo del Palco di Nola (NA).
Nel pronunciare i primi voti, cambia il nome in Michelangelo e si propone di diventare un osservante frate minore, imitando la povertà di san Francesco e il tipo di penitenza di san Pietro d’Alcantara. Il 25 marzo 1834 viene ordinato sacerdote.
Asceta e contemplativo, contribuisce alla ripresa del francescanesimo a Napoli, dopo la decadenza causata dalla soppressione napoleonica. Fu guardiano dei conventi di Miano, Lauro, della Palma a Napoli, di s. Angelo di Nola e nel 1871 è eletto Ministro Provinciale, compito che tiene fino al 1874; sotto la sua guida la Provincia, allora denominata di S. Pietro ad Aram, ha una mirabile ripresa.
E’ una ricercata guida spirituale ed instancabile confessore. Ha da sempre una particolare attenzione soprattutto per i poveri che assiste aiutandoli con le elemosine che gli offrivano coloro che avevano maggiori disponibilità.
Il Signore lo arricchisce di carismi soprannaturali come la scrutazione dei cuori, le profezie e le estasi.
Padre Michelangelo, chiude la sua giornata terrena il 10 luglio 1886, presso il convento della Palma in Napoli ed è sepolto nel cimitero di Miano da dove poi viene traslato, prima nella chiesa della Madonna dell’Arco di Miano e poi nel la chiesa francescana di S. Vito in Marigliano (NA).
Il 15 marzo u.s., riconosciuta l'eroicità delle virtù, è stato dichiarato venerabile.

6 - SERVO DI DIO MARIANO ROSAENDA DA TORINO (1906-1972)

Paolo Roasenda nasce a Torino il 22 maggio 1906. Fin da ragazzo fu iscritto all'Azione Cattolica e il Cardinale Vicario lo nominò Presidente della Gioventù Romana di Azione Cattolica.
Pubblicò libri ed articoli di cultura classica e di istruzione religiosa. Dopo essersi laureato in lettere all'Università di Torino nel 1927 ed aver insegnato, negli anni trenta, latino e greco nel liceo di Pinerolo e nel regio Liceo Ginnasio "Conti Gentili" di Alatri, nel 1940 entra nell'ordine dei Frati Minori Cappuccini, nel convento di Fiuggi, assumendo il nome di Padre Mariano, e nel 1945 riceve l'ordinazione presbiterale.
E’ cappellano negli ospedali romani di Santa Maria della Pietà, Santo Spirito in Sassia e nel carcere di Regina Coeli. Si laurea in teologia e vive i suoi giorni di fede operosa nel convento romano dell'Immacolata Concezione in via Vittorio Veneto, 27, dove sono stati trasportati i suoi resti mortali che sono diventi punto di riferimento di fede per tanti.
Dopo le sue prime trasmissioni radiofoniche, Il quarto d'ora della serenità, alla Radio vaticana e “Sorella radio”, per la Radio italiana, diviene popolare in televisione nel 1955, con “Sguardi sul mondo”, rubrica religiosa che in seguito cambia nome, per diventare, nel 1959, “La posta di Padre Mariano”, programma, che fa del frate il religioso più amato d'Italia, anche per il suo famoso saluto a inizio trasmissione:
"Pace e bene a tutti". Nello stesso periodo il cappuccino conduce altri due programmi, In famiglia e Chi è Gesù.
Muore nel 1972 ed è sepolto nella chiesa dei Padri Cappuccini a Roma in Via Veneto. Il Card. Ugo Poletti nel giorno dei funerali, 29 marzo 1972, nella basilica di S. Lorenzo fuori le mura, lo ricorda come l'amico degli umili i quali capiscono ciò che lui dice, l'amico degli afflitti che nelle sue parole trova consolazione e incoraggiamento, l'amico degli smarriti e degli incerti che ritrovano ancora la ragione di vivere, di lottare e vincere.

7 - SERVO DI DIO FRANCESCO DELLA PASSIONEGONDRA MURUAGA (1910-1974)

Vittoriano Gondra Muruaga,nasce a Líbano de Arrieta (Spagna) il 25 marzo 1910.
Ancora giovane è attratto dall’ideale religioso di San Paolo della Croce, per cui con entusiasmo entra nella Congregazione della Passione di Gesù Cristo e nel pronunciare i primi voti come Passionista, cambia il proprio nome Vittoriano in Francesco della Passione.
Terminati gli studi teologici viene ordinato sacerdote.
Svolge il suo ministero pastorale attraverso gli ideali della sua Congregazione. Francesco della Passione muore il 6 agosto 1974 a Basurto (Spagna).
La sua causa di canonizzazione giunge ora alla prima tappa importante con la dichiarazione a Venerabile, del 15 marzo u.s.

8 - SERVO DI DIO CLEMENTE VISMARA (1897-1988)

Clemente nasce nel 1897 ad Agrate Brianza (Milano). Aveva fatto la prima guerra mondiale meritandosi tre medaglie e il grado di sergente maggiore; ma ne era uscito con il disgusto di ogni violenza e diventa sacerdote missionario nel PIME il 26 maggio 1923.
Parte per la Birmania il 2 agosto dello stesso anno e muore il 15 giugno 1988 a Mong Ping, l'ultima delle sei parrocchie da lui fondate, con un solo ritorno in Italia alcuni mesi nel 1957. Cordiale e ottimista, sempre sorridente, è morto a 91 anni "senza invecchiare", dicevano i suoi confratelli perché, come scriveva lui stesso, "la vecchiaia incomincia quando ti accorgi che non sei più utile a nessuno; e lui è stato utile a tanti fino all'ultimo giorno, in un paese fra i più poveri e fra popolazioni tribali tormentate da guerre, dittatura, carestie, malattie, miseria.
Clemente viveva con 200-250 orfani e orfane. Li raccoglieva nei villaggi distrutti o abbandonati, con l'aiuto delle suore li educava e allevava fino al matrimonio, insegnando loro a leggere ed a scrivere e un mestiere. Ma Clemente era soprattutto un santo missionario, tutto dedicato al prossimo più povero. Pregava molto e si fidava della Provvidenza, spendeva bene le offerte che riceveva ma non teneva conti.
In un cassetto chiuso a chiave teneva una borsa in cui metteva il denaro che riceveva e ne prendeva quando era necessario. Le suore italiane che erano lui hanno testimoniato che, misteriosamente, di soldi ce n'erano sempre e nella misura giusta alle necessità! Clemente manteneva ogni giorno più di 300 persone fra orfani, vedove, handicappati, ammalati e poveri.
Tutte le sere dopo cena andava ad augurare la buona notte alle suore e chiedeva: "Oggi hanno mangiato tutti? Diceva ai visitatori: "A casa mia nessuno ha mai sofferto la fame". In quelle situazioni, era il massimo di cui potesse vantarsi.
(Fonte: Asia News)

9- SERVA DI DIO GEMMA GIANNINI (1884-1971)

Eufemia Giannini nasce a Lucca il 27 ottobre 1884, terza figlia del farmacista Matteo e di Giustina Bastiani.
Eufemia riceve tra le mura domestiche le basi della sua educazione alla fede. Frequenta le scuole presso le Suo re Dorotee come privatista e si presenta agli esami statali ottenendo il diploma di maestra. A 15 anni, viene ospitata in casa Gemma Galgani: è l'evento certamente più importante della sua vita. Eufemia ha la fortuna di assistere alle estasi di Gemma, spesso stenografando le parole che la mistica pronuncia nel suo dialogo con Gesù.
Esiste certamente un rapporto di particolare confidenza tra Eufemia e Gemma, che è riservatissima per tutto quello che concerne i fenomeni straordinari da cui è caratterizzata la sua vita spirituale, se Gemma arriva a dire ad Eufemia: «Di te non mi vergogno più», e se, udendo un giorno il dialogo tra Eufemia e padre Germano, dice: «Vieni qua che tanto le tue cose le so io più di te». Gemma muore l'11 aprile del 1903, assistita da tutta la famiglia Giannini e non vede realizzato il desiderio di essere monaca passionista.
Dice però ad Eufemia che ella avrebbe preso il suo posto sul Calvario, indicando con questo il monastero. Al momento della morte di s. Gemma a Lucca non esisteva nessun monastero passionista. Le prime monache passioniste, infatti, arrivarono nella città del Volto Santo il 16 marzo del 1905. Eufemia entra nel sacro recinto del monastero l'8 gennaio 1906. Inizia così per Eufemia una nuova vita della quale manifesta il programma il 25 marzo, in occasione della vestizione religiosa, in cui assunse il nome di Gemma Maddalena di Gesù. Gemma morendo le aveva detto: «Impara Eufemia come si ama Gesù», e padre Germano, assumendo la sua direzione spirituale, affermò: «Lei è l'erede di Gemma».
L'11 aprile 1907, anniversario della morte di Gemma Galgani, Gemma Maddalena di Gesù fa la sua professione religiosa fra le claustrali passioniste. La comunità le dà presto l'occasione di far fruttificare i talenti ricevuti, affidandole la formazione delle novizie. La salute precaria però, la costrinse a uscire dal monastero per periodi di cura.E’ un grosso problema la salute di madre Gemma Eufemia. La Sacra Congregazione dei Religiosi, interpellata, risponde consigliando alla Madre di tornare allo stato laicale mediante la dispensa dagli obblighi della vita monastica che aveva assunto con la professione.
M. Gemma Eufemia non ne vuole sapere, perché lo ritiene un tradimento della chiamata ricevuta dal Padre dall'eternità. Negli anni successivi, rendendosi necessarie continue uscite per cambiamento d'aria prescritto dai medici in vista della guarigione, accetta l’esclaustrazione, rimanendo legata alle Passioniste con il vincolo dei voti. In questo momento però la Serva di Dio riceve un’illuminazione particolare nella preghiera, che le permette di comprendere che il piano di Dio sulla sua vita era un altro. Ella appunta infatti nei suoi ricordi che risalgono al 1937: “Stando davanti a Gesù Sacramentato vidi, non con gli occhi del corpo, ma con lo spirito, in un attimo, come in un quadro, ciò che voleva il Signore: che i luoghi dove santa Gemma era nata, vissuta e morta, fossero custoditi da anime consacrate a Dio, sotto la diretta protezione di santa Gemma e dedicate ad opere di carità, sotto la sua tutela. Tutto ciò sarebbe avvenuto attraverso grandi difficoltà, umiliazioni, disprezzi.
Nell'aprile del 1939 prende in affitto due stanze nella villa Guerra a Camigliano, paese natale di s. Gemma, distante otto chilometri da Lucca. Considera la data d'inizio della nuova opera il 4 maggio 1939, quando arriva alla villa Guerra Dorotea Prelovsék, che è la sua prima compagna.
Nel giugno dello stesso anno si aggiunge Elisa Piazzi e così comincia a prendere forma la nuova comunità la quale si dedica, oltre che alla preghiera, ad accogliere i bambini per la scuola materna e il dopo scuola.
Il 2 maggio 1940 viene canonizzata Gemma Galgani. Madre Gemma partecipa alla cerimonia ed è ricevuta in udienza privata dal papa Pio XII. Alla sua domanda se doveva andare avanti nell'opera iniziata della fondazione delle Sorelle di s. Gemma o doveva rientrare in clausura, il Santo Padre risponde: «Vada avanti; dalle circostanze conoscerà la volontà di Dio».
Da quel momento, anche se sono molte le difficoltà da affrontare, non si ferma mai nel suo cammino, credendolo sinceramente voluto dal Signore per la sua gloria e l'onore della Chiesa, soprattutto per il bene di quelli che nella società sono i più poveri e bisognosi. Madre Gemma Eufemia, per mandare avanti l'opera nata in estrema povertà, si fa lei stessa mendicante e, ammalata e carica di anni, varca parecchie volte l'oceano per giungere fino in America a chiedere aiuto. Sono diverse le fondazioni nelle quali le Sorelle di s.Gemma, approvate come Pia Associazione, svolgono la loro opera a servizio dei poveri e dei bisognosi.
Nel 1960 è loro accordato dal Generale dei Passionisti il permesso di portare il segno caratteristico della Congregazione della Passione, con gioia intima della Madre, che uscendo dalla clausura aveva affermato: «Se non potrò essere passionista di nome e di abito lo sarò col cuore come la Beata Gemma».
Nel 1964 Mons. Pietro Zuccarino, Vescovo di Bobbio, già nominato assistente spirituale delle Sorelle di s. Gemma, aggiunge alle precedenti approvazioni quella di Congregazione di diritto diocesano. Nel 1966 la Congregazione allarga i propri orizzonti: 4 sorelle sono inviate in Zaire dove, collaborando con i padri Saveriani, iniziano la loro esperienza della missione ad gentes.
Da questo velocissimo scorrere dei passaggi che seguirono alla fondazione, emerge che l'attività di m. Gemma Eufemia, una volta lasciata la clausura, è come un'esplosione. Ma Colui che l'ha chiamata a uscire dalle quattro mura tra le quali ella voleva restare chiusa, attratta dal carisma passionista, la richiama paradossalmente a fermarsi e a rinchiudersi una volta avviata la nuova fondazione.
Nel 1960 inizia una paralisi progressiva dovuta ad artrosi deformante, di cui da tempo è affetta, che la costringe dapprima in carrozzella, poi a letto. In quel letto rimase inchiodata fino al 26 agosto 1971, quando, dopo essersi comunicata, spira santamente circondata dalle sue figlie.

(Fonte: www.santagemma.org)

10 - SERVO DI DIO FRANCESCO DELLA PASSIONE GONDRA MURIAGA (1866-1956)

Francisco Tomás nasce ad Alpandeire (Málaga) il 24.6.1866, da Diego e Jerónima Sánchez, umili e pii coltivatori della terra. Francesco fin dall’infanzia aiuta suo papà nei lavori dei campi e porta al pascolo le pecore e le capre di famiglia. Vive in un sereno clima di preghiera. A 33 anni entra nel convento di Siviglia ove prende l’abito dei cappuccini e con il nome di Leopoldo pronuncia i Voti. Trascorre i primi anni nei conventi di Siviglia, Granada e Antequera, svolgendo i lavori più faticosi ed umili, lieto di servire il Signore.
Nel 1914 viene destinato al convento di Granada come frate cercatore e come sacrestano. Rimane qui per il resto della sua vita. Con le bisacce sulle spalle, scalzo, sempre a piedi, "coi piedi al suolo - ripete - ed il cuore nel cielo", percorrerà la città di Granada ed i paesi dei paraggi, chiedendo per cinquanta anni di porta in porta, l'elemosina per i suoi fratelli e per i poveri. Tuttavia, è più quello che dà che quello che riceve.
Nel suo interminabile percorrere le strade insegna il catechismo ai bambini, esorta i peccatori alla conversione, rimprovera con energia i bestemmiatori.
E’ semplicemente un bellissimo esempio di umiltà.
Viene accolto nelle famiglie con venerazione e rispetto. Frequentemente lo chiamano nelle case dei malati, dove recitando le "tre Ave Maria", avvengono prodigi.
Un giorno, chiedendo l'elemosina per il centro di Granada, cade ruzzoloni per le scale e si frattura un femore. Deve rimanere immobile. Trascorre così tre anni fermo nel convento, dedito a Dio nella vita contemplativa, che è la vera passione della sua vita e sopporta con grande pazienza altre malattie.
Il 9 febbraio di 1956, nel cuore della notte, la sua vita si estingue a Granada.
Già alle prime luci dell'alba la notizia della morte di fra Leopoldo è sulla bocca di tutti e comincia un pellegrinaggio incessante per venerare i suoi resti. La funzione funebre si trasforma in un plebiscito di affetto, amore e venerazione. Obiettivamente parlando, è morto un anziano di novantanni, malato, che non gode fama di avere compiuto opere clamorose a beneficio della città, che non appartiene a dinastie locali di fama, che non ha mai parlato da una cattedra o dal pulpito, che non brilla per scienza, non è un sacerdote, né ha lasciato il suo convento per farsi missionario in terre lontane. E allora? E’ stato semplicemente un umile frate cappuccino che ha mendicato per 50 anni a Granada. Viveva la mistica del nascondimento seguita da Gesù. È la mistica delle persone che non si sopravvalutano umanamente, e proprio di esse si serve Dio per realizzare le sue opere.
I suoi resti sono venerati nella cripta della chiesa del convento cappuccino di Granada, magnificamente decorata con graffiti che raccolgono scene della sua vita, artisticamente realizzati dal cappuccino italiano padre Ugolino da Belluno.
La cripta, ancora oggi, è meta ininterrotta di pellegrinaggi. Il 15 marzo u.s. Padre Leopoldo è dichiarato Venerabile.

(Fonte: http://www.frayleopoldo.org/biografia.htm)

11 - SERVA DI DIO TARSILLA DEL ROCIFISSO OSTI (1895-1958)

Tarsilla nasce nella cittadina di Pola in Croazia il 9 dicembre 1895. Fin da bambina sente un vivo trasporto per la preghiera e le pratiche di pietà e della Passione di Gesù. Entra ancor giovane nella Congregazione delle Suore Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.
In essa al termine dell’anno di noviziato pronuncia i primi voti con il nome di Tarsilla del Crocifisso.Muore a Roma il 26 dicembre 1958.

12 - SERVO DI DIO SERAFINO RIMINUCCI DA PIETRARUBBIA (1875-1960)

Pietro Riminucci nasce a Pietrarubbia nel 1874 da Antonio e da Rosa Ubaldi, coniugi poveri ma onesti.
Suo padre gira ad aggiustare pentole e piatti chiedendo l'elemosina. Di questa missione il figlio ne farà un apostolato. Fin dalla sua prima fanciullezza, per sollevare le ristrettezze della famiglia, va a servizio come garzone ad un contadino, poi al convento dei cappuccini di Montefiore Conca come domestico.
Quivi sboccia la sua vocazione religiosa. Veste l'abito dei cappuccini il 9 maggio 1898. Emessi i voti religiosi, è destinato al convento di Jesi, dove vive per ben 54 anni, occupato nei servizi più umili, primo fra tutti quello di questuante, percorrendo sempre a piedi nudi con la bisaccia sulle spalle la Valle dell'Esino. Sempre paziente e gioviale, si trova tanto volentieri tra gli umili e i poveri. Ripara cocci casalinghi e confeziona corone per i benefattori.
Sofferente di asma bronchiale, che lo tormenta per 40 anni, viene ricoverato nell'infermeria del convento di Macerata, dove trascorre gli ultimi tre anni della vita, nella preghiera e nella sopportazione del male, edificando tutti i visitatori.
Muore il 17 marzo 1960. La sua causa di beatificazione ha inizio nel 1975: ottenuto poi il nulla osta della S. Congregazione per le Cause dei Santi il 24 febbraio 1979, nella curia di Jesi viene costruito negli anni 1980-82 il processo cognizionale sulle virtú. La “Positio super virtutibus” è consegnata il 29 maggio 1993.
Il 15 marzo ultimo scorso è dichiarato Venerabile.

(Fonte: http://www.fraticappuccini.it/personaggi/servi/serafino_pietrarubbia.shtml)

13 - SERVA DI DIO MARGHERITA AMENGUALCAMPANER (1888-1919)

Margherita nasce e viene battezzata a Costitx, nell’isola di Mallorca, il 2 settembre 1888. Vive l’intera sua vita nel paese natio, ma la sua fama di santità si diffonde per tutta Mallorca.
Una vita spesa nella preghiera diurna e notturna meditando la Passione di Cristo, a cui partecipa per dono divino anche fisicamente, facendo penitenza per i peccatori, e adorando Gesù Eucarestia.
Ha una forte devozione per l’Angelo Custode e rifulge per cieca obbedienza al suo direttore spirituale e ai suoi superiori; infine possiamo ricordare la sue estasi e le apparizioni della Vergine Maria.
Muore il 30 gennaio 1919. Il suo corpo è traslato nella parrocchia di Costitx.

14 - SERVA DI DIO LUIGIA MAZZOTTA (1900-1922)

Per una strana e fortuita coincidenza, la terra di Puglia, annovera nel secolo appena trascorso, alcune figure di donne che, colpite da misteriosi e lunghi mali invalidanti, seppero trasformare il loro letto di dolore, in un altare di espiazione, su cui si immolavano a Dio per la salvezza propria e degli altri. Donne non uomini, perché forse più adatte per loro natura, al dolore silenzioso e al dono di sapersi offrire in ogni situazione.
Per citarne alcune: la Serva di Dio Luisa Piccarreta (1865-1947) di Corato (Bari), che vissuta 81 anni, ne trascorse 65 con un misterioso fenomeno, si svegliava ogni mattina rigida come un cadavere e solo il segno della Croce impartito da un sacerdote, poteva sbloccarla e per 59 anni, stette rannicchiata seduta sul letto senza più alzarsi; la venerabile Genoveffa De Troia (1887-1949) di Foggia, che visse 62 anni quasi tutti a letto; la Serva di Dio Maria Marchetta (1939-1966) di Grassano, di 27 anni dei quali 15 trascorsi a letto, prona
appoggiata sui gomiti.
A loro si aggiunge la Serva di Dio Luigia Mazzotta, che nacque a Lecce il 9 luglio 1900; rivelando sin da piccola una spiccata devozione eucaristica.
Era di famiglia poverissima e fu ben presto colpita da una serie di gravi e debilitanti malattie, che le impedirono ogni attività, costringendola a letto, benché lei volesse dedicarsi tutta all’apostolato.
Sopportò con eccezionale amore, queste malattie che colpivano il suo corpo, ma soprattutto la sua esuberante gioventù, unendosi costantemente alla Passione di Cristo. Guidata nella vita della perfezione, da un valente direttore spirituale, offrì la sua giovane vita, con sofferenza riparatrice, purezza, pazienza; invitando parenti ed amici con l’esempio e la parola, all’amore salvifico di Gesù.
E come per i casi precedentemente elencati, anche Luigia nel suo letto, diventò punto di riferimento per tante persone in cerca di conforto e consiglio.
Morì in fama di santità a soli 22 anni, il 21 maggio 1922 a Lecce; ai suoi funerali parteciparono migliaia di persone, indice del bene che riusciva a fare, nonostante che stesse sprofondata nelle sue sofferenze.
Documenti agiografici raccontano che Luigia, quattro anni prima della sua morte, dopo aver piantato un bulbo di giglio bianco nel suo piccolo giardino avrebbe detto: "Questo è il giglio della mia purezza quando esso fiorirà, io morirò": in tutti quegli anni il bulbo non avrebbe dato segni di vita fino al giorno della sua morte, quando con la meraviglia della famiglia e di tutti i presenti la predizione si sarebbe avverata.
Il processo diocesano per la sua beatificazione, iniziò tre anni dopo la sua morte nel 1925, caso abbastanza eccezionale e dopo l’approvazione della Santa Sede arrivata nel 1977, gli Atti si spostarono a Roma, dove proseguono le necessarie istruttorie, presso la competente Congregazione. Riconosciuta l'eroicità delle virtù, è stata dichiarata venerabile il 15 marzo 2008.

(A.Borrelli –Fonte:www.santie beati.it)

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CERIMONIE DI BEATIFICAZIONE

 

- 1 - Beatificazione a Roma il 1° Maggio 2008 - MARIA MADDALENA DELL'INCARNAZIONE SORDINI

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha concesso che il rito di Beatificazione abbia luogo a Roma, sabato 3 maggio 2008, alle ore 16 nella Basilica Lateranense. Rappresentante del Santo Padre sarà il Card. J. Saraiva Martins
CATERINA SORDINI, nacque a Porto S. Stefano (Grosseto) il 16 aprile 1770 e deceduta nel 1824.

- 2 - Beatificazione a Trier (Germania), il 4 maggio 2008 della Venerabile - MARIA ROSA FLESCH (1826-1906)

La cerimonia di Beatificazione avverrà domenica 4 maggio nella Cattedrale di Trier in Germania e sarà presieduta dal Cardinal J. Saraiva Martins.


- 3 - Beatificazione a LVIV (Leopoli) in Ukraina, il 24 maggio 2008 - VENERABILE MARTA ANNA WIECKA (1874 - 1904)

La cerimonia di Beatificazione si terrà sabato 24 maggio 2008 al Bogdan Chmielnecki Park e sarà presieduta dal Cardinale Tarcisio Bertone.
Marta Anna Wiecka nacque il 12 gennaio 1874 a Nowy Wiec, in territorio polacco, nella zona occupata allora dalla Prussia. Morì a Sniatyn il 30 maggio 1904.


- 4 - Beatificazione a NAPOLI il 1° giugno 2008 - VENERABILE MARIA GIUSEPPINA CATANEA (1896-1948)


La cerimonia di Beatificazione si terrà domenica 1° giugno 2008 nella Cattedrale di San Gennaro a Napoli e sarà presieduta dal cardinal Josè Saraiva Martins.
Giuseppina Catanea, nacque a Napoli il 18 febbraio 1896 e morì il 14 marzo 1948 con il cuore rivolto a Dio ed alle anime; il suo corpo disfatto si conservò pienamente incorrotto fino al 27 marzo, data della sepoltura, per dare possibilità alle folle che in continuazione, venivano a dare l’ultimo saluto alla “monaca santa”.


- 5 - Beatificazione in LIBANO il 22 giugno 2008 - VENERABILE YA'QUB HADDAD FROM GHAZIR (1875- 1954(

La cerimonia di Beatificazione si terrà domenica 22 giugno 2008 nel Libano.
Nacque il 1 febbraio 1875 in Ghazir, Jabal Lubnan (Lebanon) e morì il 26 giugno 1954 in Beirut (Lebanon). E’ stato dichiarato Venerabile il 21 dicembre 1992.


- 6 - Beatificazione in Limburg (Olanda) il 29 giugno 2008 - VENERABILE HENDRINA STENNMANS (1852 -1903)

La Cerimonia di beatificazione si terrà il 29 giugno p.v. al Teatro Doolhof Open-air a Steyl-Tegelen, in imburg (Olanda), e sarà presieduta dal Cardinal José Saraiva Martins.
Cofondatrice della Congregazione Missionaria delle Serve dello Spirito Santo. E’ nata il 28 maggio 1852 a Issum, (Germania) ed è morta il 20 maggio 1903.


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CAUSE DI BEATIFICAZIONI IN CORSO

SUOR LUCIA, SUBITO IL VIA ALLA BEATIFICAZIONE

13 febbraio 2008 - Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede

Questa sera nella cattedrale di Coimbra, in Portogallo, il Cardinal JOSE’ SARIWA MARTINS, Prefetto della Congregazione dei Santi, al termine della Santa Messa, celebrata nel terzo anniversario della morte di suor Lucia dos Santos, ha dato l'annuncio che il Santo Padre Benedetto XVI , accogliendo benevolmente l'istanza presentata dal Vescovo di Coimbra, S. E, Rev.ma Albino Mamede Cleto, e condivisa da numerosi Vescovi e fedeli di ogni parte del mondo, ha concesso che, in deroga al quinquennio disposto dalla norma canonica (cfr. art. 9 delle Normae Seervandae), si possa avviare, a soli tre anni dalla morte, la fase diocesana della Causa di beatificazione della menzionata Carmelitana, nota nel mondo come una dei tre veggenti di Fatima.

Intervista al card.JOSE’ SARIWA MARTINS
Prefetto della Congregazione dei Santi

- D - Eminenza, perchè il Papa ha concesso questa dispensa? Perchè ha fatto questa eccezione?

- R - Fin dalla morte di suor Lucia è stato evidente quanto fosse diffusa in Portogallo, ma anche nel resto del mondo, la fama di santità di questa umile religiosa.
Il vescovo locale si è fatto subito interprete di tale moto popolare e ha chiesto la dispensa al Papa. Benedetto XVI l’ha benignamente concessa e, nell’udienza che mi ha concesso lo scorso 17 dicembre, ha disposto che fossi io, in quanto prefetto della Congregazione delle cause dei santi, a dare l’annuncio. Non nascondo che come capo-dicastero e come compatriota di suor Lucia sono stato particolarmente lieto di essere stato prescelto per dare questa bella notizia al popolo.

- D - La concessione della dispensa è collegata al fatto chesono stati già beatificati il fratellino e la sorellina di suor Lucia?

- R -Certamente, questo ha aumentato la fama di santità di suor Lucia, anche se formalmente non c’è legame tra i due fatti.

- D - La dispensa dai cinque anni è stata già concessa anche altre volte in passato?
 R- Negli ultimi dieci anni, da quando cioè sono prefetto della Congregazione delle cause dei santi, questa dispensa è stata concessa altre due volte. Nel caso di Madre Teresa di Calcutta, ora beata, e in quello di papa Giovanni Paolo II, per il quale è già iniziata il lavoro della compilazione della cosiddetta positio super virtutibus.

- D - Perchè concedere una dispensa di questo generedopo la pubblicazione dell'istruzione Sanctorum mater in cui invece traspare il desiderio che ci sia una maggiore accuratezza nel seguire le norme stabilite.
- R- Le leggi sono fatte per gli uomini e non gli uomini per le leggi. La Chiesa, la suprema autorità della Chiesa, è abbastanza saggia per capire che ci sono casi eccezionali – come quelli appena illustrati – che non possono essere irretiti da norme che invece sono opportune e necessarie nella prassi ordinaria.

- D - La figura di Suor Lucia è legata anche al cosiddetto Terzo segreto di Fatima che pure negli ultimi anni non ha mancato di suscitare dibattiti e polemiche. Qual è il suo pensiero a riguardo?
- R - La causa di beatificazione non riguarda direttamente né le apparizioni né il cosid detto segreto, ma la persona di suor Lucia. Riguardo alle polemiche passate e pre senti suscitate dalla pubblicazione del cosiddetto terzo segreto di Fatima, non han no, a mio avviso, fondamento. Il lavoro svolto al riguardo dalla Congregazione per la dottrina delle fede, presieduta dall’allora cardinale Ratzinger, su esplicito manda to del servo di Dio Giovanni Paolo II, è stato molto chiaro. Punto.

- D - Suor Lucia ha lasciato in eredità un Diario e altri scritti inediti. Verranno pubblicati? Quando?
- R - Speriamo che vengano presto pubblicati in modo. Sono un vero tesoro spirituale che, sono sicuro, farà molto bene alle anime di coloro che si allieteranno con la loro
lettura.

GIANNI CARDINALE

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SCELTO IL POSTULATORE PER LA BEATIFICAZIONE DI SUOR LUCIA


Mons.Albino Cleto, Vescovo di Coimbra, ha scelto come postulatore della causa di beatificazione di suor Lucia, padre Ildefonso Moriones, postulatore generale dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. Il Correio de Coimbra, organo informativo della Diocesi, informa che la scelta del Vescovo è stata presa in accordo con il
Carmelo di Coimbra ed è già stata confermata ufficialmente presso il Vaticano.
Per completare il Tribunale Ecclesiastico che valuterà tutte le questioni relative al processo di beatificazione verrà nominato a breve il vicepostulatore. In questo caso sarà un sacerdote di Coimbra, che dovrà eseguire una raccolta e una prima analisi di tutto il materiale.
L'inizio del processo di beatificazione è stato possibile perché Benedetto XVI ha accettato di anticipare la scadenza di cinque anni stabilita dal Diritto Canonico per iniziare la causa.
La dispensa dal periodo di cinque anni dopo la morte per l'inizio del processo di beatificazione era stata concessa solo per Madre Teresa di Calcutta e per Giovanni Paolo II.


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IL SERVO DI DIO ENZO BOSCHETTI (1929-1993)


"Se non ami la vita non la doni, se non la doni non puoi servire il fratello, se non servi non ti liberi. Lìberati per amore del Vangelo e dei fratelli in difficoltà".

Chiusa a Pavia la fase diocesana della causa di beatificazione di don Enzo Boschetti. A quindici anni dalla sua scomparsa (1993), si chiude la fase diocesana della causa di beatificazione del Servo di Dio don Enzo Boschetti. “Ciò che abbiamo iniziato con trepidazione e speranza lo compiamo oggi con gioia”, ha commentato mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, città natale del sacerdote, durante la solenne liturgia tenutasi ieri nella chiesa cittadina di Santa Maria del Carmine. “Dopo l’ascolto dei testimoni e la raccolta degli scritti – ha aggiunto - siamo persuasi che don Enzo ha percorso il tratto di vita che gli era stato assegnato con una straordinaria fedeltà al Vangelo”.
Enzo Boschetti nacque il 19.XI.1929 a Costa de’ Nobili (PV). Nell’adolescenza frequentò l’Azione Cattolica.Nel 1949 entrò nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi a Monza. Scelse la vocazione al sacerdozio ma fu orientato dai superiori a quella di consacrazione.
Per sette anni Enzo,con il nome di fra’ Giuliano, visse nel Carmelo come semplice frate. Nel ‘56 fu inviato nella missione carmelitana del Kuwait. Qui riemerse in lui la vocazione sacerdotale. Ma le regole dell’Ordine non permettevano di passare dalla vocazione religiosa a quella sacerdotale. Per rispondere a tale chiamata Enzo, a malincuore, uscì dall’amato ordine Carmelitano e iniziò la formazione al sacerdozio presso l’Opera Cappelli, dedita al sostegno delle vocazioni sacerdotali Adulte. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1962. Coadiutore parrocchiale a Chignolo Po prima e dal 1965 a Pavia, emerse subito una sensibilità per i problemi della gente e dei poveri: si occupava anche della pastorale degli operai e dei nomadi. Nel 1968 don Enzo avviò il cammino di servizio e condivisione con i giovani che vivevano situazioni di disagio e di emarginazione. Don Enzo accolse i problemi e le speranze dei primi ragazzi – emigrati dal sud - che bussavano alla sua porta. Dopo alcuni tentativi di accoglienza residenziale in un appartamento, costituendo tramite alcuni laici impegnati l’Associazione Piccola Opera S. Giuseppe, nel 1971, venne acquistata Casa Madre, la prima Comunità. Don Enzo vide crescere il numero delle persone coinvolte nell’”avventura Servizio”. La sua azione si inserì nel tessuto sociale di Pavia e delle province di Lodi, Lecco e Biella con alcune comunità.
Dal 1978 divenne guida spirituale per alcuni giovani e ragazze che, rispondendo alla chiamata di Dio, erano disposti a donare tutta la vita ai poveri sulle orme di Cristo Povero e Servo.Prese così vita la Fraternità di Vita della Casa del Giovane, umilmente radicata nella Chiesa locale e composta da persone con varie vocazioni: sacerdoti, consacrati e consacrate e alcune famiglie. Tutti chiamati a testimoniare e a diffondere l’amore di Cristo per i piccoli e gli esclusi scegliendo la condivisione come stile di vita e sostenuti da una preghiera che si fa contemplazione nel servizio.
Negli anni ’80 la comunità si sviluppò molto, parallelamente al diffondersi del problema della tossicodipendenza e del disagio giovanile. Vennero creati laboratori per favorire la crescita anche lavorativa dei giovani accolti, oltre ai corsi scolastici.
La sua preoccupazione era far crescere la cultura della solidarietà e dell’educazione,formando educatori e volontari alle cause del disagio e dell’ingiustizia sociale, con apertura ai problemi del mondo e agli orizzonti missionari. Nel 1987 venne operato allo stomaco. Iniziò così un periodo carico di sofferenze, con frequenti ricoveri per il vecchio esaurimento nervoso che ancora lo tormentava, assieme all’assillo per la crescita della Comunità e dei giovani. Dedicò gli ultimi anni al consolidamento dello stile educativo e delle vocazioni con tempi di preghiera intensi, studio della teologia, delle scienze educative, lavoro e condivisione di vita con i ragazzi accolti, vita comune. Ciò per maturare umanamente e spiritualmente nella sintesi da lui stesso vissuta: la contemplazione che si fa servizio sulle strade della città. L’11.2.1992 il vescovo di Pavia mons. Giovanni Volta riconobbe ufficialmente l’opera di don Enzo nell’ambito della Chiesa locale quale Associazione Privata di Fedeli. Don Enzo morì il 15.2.1993 a causa di un tumore al pancreas, lontano da Pavia, dalla sua comunità e dai ragazzi per i quali aveva donato tutto se stesso.

(Fonte: www.cdg.it)

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SANTA SEDE - TRATTATIVE PER LA COSTRUZIONE DI UNA CHIESA IN ARABIA SAUDITA


Il Vaticano sta discutendo con le autorita' dell'Arabia Saudita l'autorizzazione a costruire chiese cattoliche in quel paese musulmano, che vieta ai fedeli di altre religioni di professarle nel Regno Saudita. Lo ha dichiarato il Nunzio apostolico in Kuwait, Qatar, Yemen, Emirati Arabi Uniti e Bahrein a margine dell’inaugurazione della prima chiesa cattolica costruita in Qatar.
''Non possiamo anticipare i risultati della discussione'' tra Vaticano e Arabia Saudita circa la costruzione di Chiese, ha spiegato il diplomatico pontificio, che ha anche ricordato la visita del re Abdallah di Arabia al papa, lo scorso novembre, la prima di un sovrano saudita in Vaticano. (Fonte: ANSA)

 

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CURIOSANDO TRA LIBRI E SANTINI

VIAGGIO NEI SANTUARI D'ABRUZZO E MOLISE

Segnalo ai soci interessati un bel testo di storia, tradizioni e arte sacra sui Santuari abruzzesi e molisani, che ho conosciuto visitando la casa editrice TABULA di Lanciano, specializzata in “articoli al servizio del sacro” .
Il volumetto contiene la trattazione di 60 santuari, suddivisi secondo le Diocesi di appartenenza e segnalati in mappe stradali e geografiche a colori di ciascun territorio diocesano, che precedono la descrizione dettagliata dei singoli santuari.
A ognuno dei santuari sono dedicate due pagine.La prima pagina presenta all’inizio una immagine a colori del Santo o della Madonna emblematici del luogo sacro; in molti casi con lo stesso soggetto è stato realizzato anche un santino, peraltro pubblicato e stampato dalla stessa casa editrice.
Contiene inoltre una scheda turistico-culturale (per un “turismo dell’anima”, come definito nella prefazione del libro), con indicazione di itinerari, feste religiose, possibilità di studi in biblioteche o di ritiri spirituali. Infine un testo storico riporta la tradizione popolare legata alla nascita del Santuario e le locali celebrazioni sacre e folcloristiche nel corso dell’anno, descrivendo brevemente anche le più salienti opere d’arte presenti.
La seconda pagina illustra con varie fotografie a colori la chiesa e ne evidenzia i particolari più interessanti.
Come importante esemplificazione è riprodotta nelle due figure la trattazione dell’antico Santuario dedicato a Maria Santissima della Libera a Pratola Peligna (L’Aquila), costruito in seguito alla miracolosa apparizione della Madonna nel 1550, alla quale seguì la fine della epidemia di peste che all’epoca imperversava in quei luoghi. La chiesa è divenuta santuario nel secolo XIX. Per noi notevole è anche l’immaginetta sacra, che raffigura l’antico quadro della Madonna, rinvenuto seminascosto nel terreno all’epoca del miracolo, oggi conservato in una cappella all’interno del santuario.
La devozione richiama, nella prima domenica di maggio, pellegrini da tutto l’Abruzzo; in particolare la compagnia proveniente da Gioia dei Marsi giunge a piedi, dopo avere attraversato i paesi vicini. I fedeli si uniscono poi tutti in processione, percorrendo in ginocchio (lo “strascino”) la strada fino all’altare del santuario. La statua della Madonna della Libera, su di un piedistallo dorato, è rappresentata nel santino della quarta figura.
Alla Madonna della Libera sono dedicati anche altri santuari in Abruzzo e Molise, come quello di Filetto (CH) e quello di Cercemaggiore (CB), tutti descritti nel libro.
L’iconografia delle statue della Madonna, pur con lo stesso attributo distintivo “della Libera”, è diversa nei differenti luoghi di culto. Notevole è la statua di Cercemaggiore, con la sua colorazione vivace e decorazioni in oro, in stile bizantino e risalente ai sec. XII-XIII.
Quella di Filetto si presenta invece nei tradizionali colori bianco e azzurro dell’abbigliamento e si differenzia dalle altre per avere il Bambino in braccio.
La ricorrenza annuale è il 2 luglio, ma le feste religiose locali sono anche legate alle datazioni degli eventi miracolosi attribuiti alla Madonna.
Al momento il libro è disponibile presso la casa editrice. I santini invece, dopo stampati, sono stati tutti inviati nelle sedi dei santuari.
Viene poi presentata una selezione dei santini relativi ai santuari di Abruzzo e Molise, editi negli ultimi anni.

Viaggio nei Santuari d’Abruzzo e Molise,
CO.S.A.M., Coordinamento Santuari Abruzzo
e Molise,Tabula Edizioni,Lanciano (CH), 2007.
Prefazione di Mons. Andrea Gemma, Vescovo di Isernia-Venafro e Presidente del CO.S.A.M. e di Padre Francesco di Paolo, del Santuario di San Giovanni a Capestrano, Direttore del CO.S.A.M.
Dimensioni cm 16.5 x cm 24, 160 pagine, 400 immagini a colori.
Edizioni Tabula – Lanciano (Chieti). Tel/fax:0872 45208

Maria Gabriella Alessandroni

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UN NUOVO BLOG IN INTERNET


http://collezionaresantini.blogspot.com


Il socio Avv. Biagio GAMBA ha aperto nel decorso mese di aprile un nuovo blog esclusivamente sul collezionismo di santini. L'indirizzo per accedervi è il seguente:


http://collezionaresantini.blogspot.com

Al momento in cui andiamo in stampa il blog è alle fasi iniziali, ma visitandolo sipuò già capire qual è la sua struttura e la sua finalità.
Esso si rivolge particolarmente a tutti i cultori e collezionisti di immaginette sacre in senso stretto, ovvero a tutti coloro che amano collezionare anche in senso tecnico i santini. Tutti gli associati sono invitati a partecipare anche con contributi scritti.
Per un contatto diretto l’e-mail è: gbiagio69@gmail.com

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BLOG E SITI INTERNET DEGLI ASSOCIATI

I Soci che desiderano far conoscere tramite il nostro Notiziario il proprio BLOG o SITO INTERNET, possono darne comunicazione alla Segreteria A.I.C.I.S. tramite una e-mail.
Provvederemo ad inserire nella Circolare Informativa di luglio p.v. l'apposito Link con un eventuale vostro commento od invito ad effettuare una visita o a partecipare, collaboare od interagire con il vostro Blog o sito.

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SCRITTORI, SANTI E SANTINI

a cura di e. emme

1 - XVII SECOLO - I SANTINI DI FRA' CRISTOFORO

(Tratto da I PROMESSI SPOSI di A.Manzoni, ediz.1840)


“…Agnese andò a una casa vicina a cercar Menico, ch’era un ragazzetto di circa dodici anni, sveglio la sua parte, e che, per via di cugini e di cognati, veniva ad essere un po’ suo nipote.
Lo chiese ai parenti, come un prestito, per tutto quel giorno, “per un certo servizio”, diceva. Avutolo […] gli disse che andasse a Pescarenico, e si facesse vedere al Padre Cristoforo, il quale lo rimanderebbe poi, con una risposta. […]
“Il padre Cristoforo, quel bel vecchio, tu sai, con la barba bianca, quello che chiamano il santo…”.
“Ho capito” disse Menico; “quello che ci accarezza sempre noi altri ragazzi, e ci dà, ogni tanto, qualche santino”. […]

2 -XXI SECOLO - I SANTINI DI BERNARDO PROVENZANO

“ […] Quando il vicequestore Cortese e la sua squadra fanno irruzione nella masseria di Montagna dei Cavalli, vi trovano […] novantuno santini dei quali settantatré tutti uguali, raffiguranti Gesù in croce con la scritta: “Gesù confido in Te”.
Palazzolo e Prestipino ** suppongono che provengano li distribuisse o li inviasse agli amici. Ipotesi più che verosimile.
Del resto anche Totò Riina, quando venne arrestato, aveva in tasca un santino. E così molti altri: quasi sempre l’immagine di Padre Pio […]”.


(*) Capomafia arrestato nel 2006, dopo quarantatre anni di latitanza.
(**) S.Palazzolo e M.Prestipino, “Il codice Provenzano”, Laterza, Bari, 2007.


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ELIA PASSA LE CONSEGNE AD ELISEO


Paolo MONCIOTTI DI Torino ci ha trasmesso l’unito articolo inerente un momento di Storia Sacra attraverso i santini.
Come dice la stessa Chiesa, "l'immagine rende molto più reale l'insegnamento della catechesi, ha lo scopo di cogliere l'attenzione, di rende re più concreto e completo l'insegnamento." Il santino che presento, una bella cromolitografia (senza data) edita dall'importante stabilimento litografico DOYEN di Luigi Simondetti di Torino, (operante nelle seconda metà del 1800 e nei primi decenni del 1900) è molto eloquente.

In alto un carro infuocato guidato da un angelo trasporta Elia; in basso inginocchiato Eliseo; su una riva del corso d'acqua, figure vestite di bianco osservano; sull'altra riva un monte con un santuario (Probabilmente il monte Carmelo), in un angolo il logo dell'Ordine dei Carmelitani.
Riporta sul fronte due scritte; una in alto, "S. Elia proteggete gli aviatori", è la richiesta di protezione al santo titolare dell'immagine; l'altra in basso, "S. Elia profeta rapito al cielo" getta a S. Eliseo il suo manto in segno del dono del doppio suo spirito", è la descrizione dell'immagine stessa. Se il significato della prima scritta è facilmente intuibile lo è meno (per me) quello della seconda. Difficilmente sentirò la spiegazione in qualche omelia domenicale, quindi ricorro al catechismo "fai da te" e cerco sulla Bibbia.
I due personaggi. - Elia di Tisbe, nel Gàlaad, profeta non scrittore, la sua storia viene largamente narrata in 1 Re, muore in maniera misteriosa, è considerato come precursore del Messia, è presente nella trasfigurazione di Gesù.
Eliseo di Abel-Machola, discepolo di Elia, profeta non scrittore come il maestro, la sua storia è narrata ampiamente in 2 Re.
La loro attività si può collocare tra l' 876 e il 798 avanti Cristo.
Principale intento di Elia fu quello di eliminare ogni tipo di culto idolatro e quello di Eliseo di tenere tali culti lontani da Israele.
Le scritture con riferimento all'immagine:

"Elia....camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb... il Signore gli replicò: "Va, riprendi il cammino verso il deserto di Damasco. Andrai ad ungere Cazael...poi ungerai Ien; infine ungerai Eliseo figlio di Safat...come profeta al tuo posto ..."

Vocazione di Eliseo. Elia partì di là e trovò Eliseo, mentre arava con dodici coppie di buoi...gli passò accanto e gli gettò il suo mantello (il mantello rappresenta la persona e nascondeva qualcosa della sua potenza; con questo gesto diventava discepolo di Elia). Eliseo abbandonò i buoi e corse dietro Elia dicendo: "Permettimi di abbracciare mio padre e mia madre e poi ti seguirò." Gli rispose: "Va e torna perché sai bene che cosa ti ho fatto." .... Poi si levò seguì Elia e si pose al suo servizio. ...

Rapimento di Elia. Quando il Signore stava per sollevare Elia in cielo in un turbine, Elia ed Eliseo partirono da Gàlgala. Elia disse ad Eliseo: "Resta qui perché il Signore mi manda a Betel." Eliseo rispose: "Quant'è vero che il Signore vive e tu vivi non ti lascerò." Discesero a Betel…discesero a Gerico...si spinsero fino al Giordano.
Elia prese il suo mantello, l'arrotolò e percosse le acque, che si divisero in due parti e i due le attraversarono. Dopo che furono passati Elia disse a Eliseo : "Chiedi ciò che vuoi che faccia per te prima che sia sottratto a te.
Eliseo rispose: "Passino a me i due terzi del tuo spirito." (Era la parte di eredità spettante al primogenito.) Elia replicò: "Domandi una cosa difficile, ma l'otterrai se mi potrai vedere quando verrò tolto da te; altrimenti no."
Or mentre essi camminavano e parlavano, ecco che un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra di essi ed Elia salì al cielo in un turbine.

Eliseo succede ad Elia. Mentre stava guardando, Eliseo gridava: "Padre mio, padre mio! Carro d'Israele e sua pariglia!"
Quando non lo vide più afferrò i suoi vestiti e li stracciò in due pezzi. Poi raccolse il mantello di Elia, che gli era caduto di dosso, tornò indietro e si fermò sulle sponde del Giordano. Percosse le acque dicendo: "Dov'è mai il Signore, Dio di Elia ?" Quando ebbe percosse le acque, esse si divisero in due parti ed egli le attraversò. I discepoli dei profeti che si trovavano in Gerico e stavano di fronte lo videro ed esclamarono: "Lo spirito di Elia si è posato su Eliseo."
Gli andarono incontro, si prostrarono a terra .......

Ammirabile la capacità dell'artista nel riassumere con efficacia, su un piccolo rettangolo di carta (13.2 x 8.3 cm.), la complessa scena descritta nei libri dei Re.
Trovare santini con scene particolari come quella presentata è sempre una scoperta piacevole; anche perché non comuni; il fascino che sprigionano invoglia a continuare le ricerche, catechesi a parte.

PAOLO MONCIOTTI

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IL LINGUAGGIO DELLE ROSE MARIANE

Iconografia Figure e segni di protezione celeste

Continua la Rubrica “Iconografia. Figure e segni di protezione celeste”, della socia ELISABETTA GULLI GRIGIONI, già apparsi sul settimanale diocesano ravennate “Il Risveglio” e che qui pubblichiamo grazie alla concessione del Direttore Don Giovanni Desio che vivamente ringraziamo.
In altra rubrica si è accennato ai due importantissimi centri della devozione mariana e delle tradizioni legate alla corona del Rosario in Italia:
l’antico santuario di Loreto e il popolarissimo santuario di Pompei.

Si è inoltre fatto riferimento alla forza dei simboli rosariani, capaci di esercitare la propria influenza fin nell’ambito di architetture complesse come la Basilica della Madonna della Salute a Venezia. Su quest’ultimo punto gli esempi potrebbero multiplicarsi: si pensi, per esempio, all’architettura medievale tutta percorsa da rose, rosette, rosoni, ornamentazione legata anche al simbolismo della ruota, come bene esemplificano Gerd Heinz Mohr e Volker Sommer nel libro “La rosa. Storia di un simbolo”, pubblicato nel 1989 dall’Editore Rusconi di Milano.
Si vorrebbe concludere ora con un rapido cenno al linguaggio delle rose, che instaura nel cuore della religiosità mariana un vero e proprio dialogo visualizzato tra la Vergine Maria e i suoi devoti. Propongo per un breve esercizio iconografico su questa tradizionale comunicazione devozionale tre immaginette.
La prima immaginetta , francese, siderografia con bordo traforato a punzone prodotta a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento, intitolata (con titolo in francese, tedesco, inglese: si noti sempre, in questi casi, la destinazione a un comune mercato europeo delle piccole stampe) Imitazione del Sacro Cuore di Maria, si serve per la propria comunicazione di un linguaggio romantico e deduttivo: il Cuore di Maria, dalle sette spade confitte sulla sommità è replicato, per esprimere il concetto dell’imitazione, nel cuore identico ma di più piccole dimensioni della devota, avviluppata nei rami delle rose in un abbraccio protettivo tanto poetico quanto mistico.
La seconda immaginetta, realizzata a stampa cromolitografica dalla tipografia della Santa Lega Eucaristica di Milano negli ultimi anni dell’Ottocento, rappresenta il Bambino Gesù seduto al centro di una gigantesca rosa nascente in mezzo a una pianta di gigli. Ricordando che nella precedente rubrica ci si era soffermati sull’equivalenza Maria Vergine-Rosa Mistica, si potrebbe anche leggere l’immaginetta come una perfetta raffigurazione simbolica del Bambino Gesù tra le braccia della Madonna.
La terza immaginetta, identica alla precedente per tecnica di produzione, per epoca e per l’editore Bouasse-Lebel di Parigi, intitolata (questa volta il titolo è fornito solo in francese) Santissimo Cuore di Maria, è analoga alla prima per la presenza del Cuore di Maria isolato, tema iconografico riservato alla devozione privata, ma riconduce alla devozione del rosario.
Dal Cuore soprannaturale cade, infatti, una protettiva pioggia di rose sulle colombe, che simboleggiano le anime devote, andando a riempire un elegante cestino dal quale sporge la corona di un rosario.
Si noterà che nella prima immaginetta il rapporto Madonna-anima devota, proprio perché deve condurre all’imitazione di Maria, è intenso, esclusivo ed intimo, mentre nella seconda immaginetta, assente la finalità dell’imitazione mariana, il prevalente rapporto di protezione sembra stemperarsi in quanto diretto non più a un unico, bensì a diversi destinatari, cioè alle cinque colombe.
La pioggia di rose proveniente dal mondo soprannaturale, ricorda inoltre un tipo di messaggio comunicativo caratteristico come segno, in raffigurazioni anche importanti, del tema pittorico della cessazione miracolosa della peste, un tema, cioè, in cui la protezione celeste è diretta a un destinatario rappresentato da un’intera collettività.
La rosa dunque appare, anche da pochi esempi, elemento di un lessico figurativo devozionale caratterizzato da una straordinaria potenzialità espressiva e comunicativa.


ELISABETTA GULLI GRIGIONI

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MOSTRE DI IMMAGINETTE SACRE

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"GUARDA E' NATALE"
Piancastagnaio (Si) - 22 Dicembre 2007 - 6 Gennaio 2008

Il socio PIER ANTONIO FABBRINI di Abbadia San Salvatore (SI) con la collaborazione del Gruppo Amici del Presepio di Abbadia San Salvatore, ha organizzato una mostra di immaginette nel periodo natalizio che va dal 22 dic.07 al 6 gennaio ’08, allestendola a Piancastagnaio nei locali messi gentilmente a disposizione dal Comune, al quale il socio rinnova un sentito ringraziamento. Tema dell’esposizione è stato: “Guarda, è Natale. Il Natale nell’iconografia sacra e popolare”.
Oltre la prevalente presenza di immaginette religiose, sono stati presentati biglietti natalizi, letterine di Natale d’epoca, e altro materiale sempre di sapore natalizio.
Il nostro socio è rimasto soddisfatto del discreto successo di visitatori intervenuti.
Purtroppo ne diamo comunicazione solo ora, a causa di un ritardo postale.


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AGATA SANTA - STORIA, ARTE E DEVOZIONE - CATANIA 25 Gennaio - Mostra Internazionale


Il 25 gennaio scorso si è aperta a Catania, la Mostra internazionale “Agata Santa: storia, arte, devozione”. Oltre 250 opere d’arte tra dipinti, sculture, oggetti preziosi, documenti d’archivio, provenienti da 110 prestatori italiani e stranieri.
Un’imponente mosaico a disposizione dei catanesi in tre sedi espositive principali e quindici chiese.
Il percorso va da circa la metà del Duecento (quasi mille anni dopo il martirio della Santa) sino alla seconda metà dell’Ottocento, con reperti archeologici di età paleocristiana, a testimonianza di quanto, attraverso i secoli, sia sempre stato particolarmente vivo l’interesse nei confronti di sant’Agata, fonte di ispirazione per molti maestri.

Il socio Prof. ANTONINO BLANDINI ci ha trasmesso un suo articolo pubblicato dal quotidiano LA SICILIA:

“Memoria sanctae Agathae, virginis et martyris, quae Catanae, adhuc puella, saeviente persecuzione, corpus incontaminatum et fidem integram in martyrio servavit, testimonium praebens pro Cristo Domino”.
Con tali sobrie parole latine, facilmente comprensibili pur nella solennità <liturgica> del testo, l’<editio typica> del “Martyrologium Romanum” del 2001 riporta, al 5 febbraio, l’<elogio> di Agata tradotto fedelmente
dall’edizione italiana in: “Memoria di sant’Agata, vergine e martire, che a Catania, ancora fanciulla, nell’imperversare della persecuzione, conservò nel martirio illibato il corpo e integra la fede, offrendo la sua testimonianza per Cristo Signore”.
La fama della protomartire catanese si diffuse rapidamente nel mondo cristiano soprattutto grazie all’attenzione che ebbe per lei la Chiesa indivisa dei primi secoli, dal periodo delle persecuzioni fino all’articolazione ecclesiale, romana e costantinopolitana, in Occidente ed Oriente. L’agiografia agatina medievale raggiunse il suo apogeo con la “Legenda aurea” del beato Jacopo da Varagine, con cui i c.d. Atti del martirio, o meglio la “Passio S. Agathae”, diventano "leggenda", pur conservando tracce verosimili degli originali atti processuali andati perduti ma analogicamente "ricostruibili" anche attraverso i due frammenti genuini ed autentici ricavabili dagli Atti dell’altro martire catanese Euplo, giustiziato il 12 agosto del 304.
Così mille anni dopo il martirio di Agata, quando il suo culto era già universalmente diffuso, l’arte figurativa mostra un grande interesse per la vicenda martiriale della santa considerata protettrice e liberatrice non solo della patria d’origine ma anche delle altre non poche "patrie" d’adozione, legate dallastoria della propria identità civica al suo patrocinio e alle memorie tangibili della sua venerazione, anche se non bisogna trascurare le antiche splendide testimonianze tramandateci, per esempio, dai mosaici di Ravenna del VI secolo o da quelli siciliani d’epoca normanna.
Ad un secolo dalla memorabile Esposizione che ospitò anche un settore contemporaneo di arti figurative di carattere sacro, Catania è sede di un evento artistico e culturale che certamente passerà negli annali più significativi della sua storia ponendola all’attenzione degli esperti e nel circuito “turistico” legato alla millenaria devozione, non solo catanese, alla megalo e protomartire della metà del III secolo.
La mostra “Agata santa: storia, arte e devozione” è stata voluta dall’arcivescovo metropolita di Catania mons.Salvatore Gristina, grazie alla preziosa collaborazione del vicario episcopale per la Cultura mons.Gaetano Zito, il noto docente di Storia della Chiesa che ci ha fornito una chiave di lettura assai significativa ed esaustiva della rassegna agatina, aperta al pubblico nell’imminenza dei festeggiamenti patronali.
La mostra nasce all’interno di un percorso che da qualche anno l’arcidiocesi ha avviato per qualificare e purificare la devozione agatina e di riflesso la stessa festa di s. Agata. Basti pensare ai momenti di preghiera inseriti all’interno del programma ufficiale e costituenti elementi che la valorizzano dal punto di vista pastorale e della formazione cristiana e ne evidenziano la riappropriazione ecclesiale della festa fortemente auspicata da tutte le parti: l’inizio dei festeggiamenti con un’ora di adorazione nella chiesa S. Placido, il percorso dei giovani con “Agata in cammino”, la presenza orante degli Amici del Rosario durante i giri del fercolo, la veglia presso la chiesa monastica delle Benedettine dell’Adorazione perpetua, la sosta della vara davanti al loro monastero di via Crociferi che costituisce un momento di riflessione spirituale e di preghiera liturgica e si conclude con il canto dell’antifona tratta dagli Atti.

Chi segue gli interventi pastorali della Chiesa di Catania sullo svolgimento della festa si sarà accorto che negli ultimi anni sono state realizzate tavole rotonde in materia, compresa l’ultima curata in collaborazione con l’Università e lo Studio Teologico S. Paolo, dal tema “Sant’Agata e la città”. Proprio a conclusione di quell’incontro, tenutosi nell’aula magna dell’Ateneo, fu annunciata l’idea di varare una grande mostra internazionale su s. Agata con una marcata valenza sia culturale che pastorale.
Tutto ciò spiega le peculiarità di essa perché è stato messa insieme, per la prima volta a Catania e probabilmente in Sicilia e nel mondo, una tipologia completa di beni culturali, coniugata all’alta qualità dei materiali, tutti originali (infatti non ci sono riproduzioni) e per la prima volta esposti fuori del loro consueto sito, concernenti il tema “S. Agata” fonte di ispirazione per molti maestri: dipinti, sculture, coralli, argenti, libri, documenti archivistici, parati sacri, reperti archeologici.
Altri primati bisogna evidenziare:
l’esposizione della pianta più antica della città, del 1584, che si conserva nella Biblioteca Angelica di Roma; la presenza dei Musei Vaticani che hanno fornito un dipinto (inizi secolo XIV) opera di Puccio Capanna,il migliore dei discepoli di Giotto, che raffigura la Vergine Maria attorniata da santi, tra cui, in un angolo, s. Agata che ha le mani poste in posizione di offerta, coperte da un velo e su di esse i seni.
Sono presenti opere che provengono da larga parte d’Europa, oltre che, ovviamente, dall’Italia: la stessa immagine posta come logos è del Borgognone e proviene da Bergamo. Tra tutte queste opere spicca il reperto archeologico trovato a Catania nel 1730 e poi venduto ai francesi: si tratta della lapide sepolcrale di Julia Florentina, così chiamata dal nome della bambina “dolcissima ed innocentissima” di 18 mesi e sepolta "davanti alle porte dei martiri cristiani", databile ai primissimi del IV secolo che testimonia un cimitero dei martiri, tra i quali certamente Agata ed Euplo, oggi celato sotto alcuni palazzi e il manto stradale di via Dottor Consoli.
Per la prima volta esce dai Musei Vaticani il sarcofago della via Salaria che attesta il sorgere dell’arte paleocristiana coeva al martirio di Agata.
E’ doveroso ricordare le oltre 30 chiese che rimarranno prive per un lungo periodo delle proprie opere che riguardano l’iconografia agatina. Senza dubbio tante di queste opere presenti a Catania difficilmente usciranno ancora dai propri siti: questo sottolinea l’eccezionalità dell’evento. Nonostante lo sforzo organizzativo, grossi ostacoli hanno impedito all’ultimo momento la presenza di opere già annunciate e richieste quali il Caravaggio di Siracusa (il seppellimento di s. Lucia) e il Van Dyck di Palermo, che erano state già inserite nel catalogo della mostra. Impossibile è stato pure ottenere il “Martirio di s. Agata” del Tiepolo conservato a Berlino. In mostra è presente, inoltre, un’autorevole testimonianza dell’iconografia orientale rappresentata dalla Tavola doppia processionale di Firenze.
E’ possibile che in futuro si possa organizzare una mostra di icone anche per rispetto degli ortodossi che tanto venerano s. Agata e che ormai da anni svolgono il loro ministero a Catania.
Un cenno è dovuto al fior fiore delle arti decorative, alle rarità bibliografiche ed archivistiche, ai tesori delle argenterie e delle oreficerie isolane: dal paliotto che veniva apposto alla base dell’altare voluto dal cardinale Francica Nava al reliquario antropomorfo della cattedrale di Palermo, di cui fu arcivescovo un nobile catanese, Giovanni Paternò, fratello di don Alvaro, autore del “liber cerimoniarum” e fondatore della cappella di stile gotico-normanno, rivisitato con gusto rinascimentale, presso S. Maria di Gesù, dove s’ammira la tavola di Angelo d’Errico, del 1525, rappresentante l’Immacolata con ai lati in basso le martiri Agata e Caterina.
Dalla mostra si ricavano una dimensione culturale di altissimo spessore e un livello di carattere europeo, apprezzati dai critici dell’arte e dagli studiosi le cui ricerche sono rese facilmente possibili per la presenza contemporanea di opere di diverso genere e sparse in tante località. E’ un’operazione culturale che copre dal XIII secolo all’Ottocento (tranne che per la sezione dei libri e dei documenti dove sono presenti pezzi anche del Novecento) la feconda produzione iconografica su s. Agata, ne testimonia la venerazione diffusa ovunque.
C’è da augurarsi che Catania non perda quest’occasione unica ed inedita, perché soprattutto noi catanesi dobbiamo rivedere i tanti luoghi comuni della venerazione verso la Patrona per individuare gli autentici valori della devozione agatina: c’è, pertanto, un aspetto di carattere pastorale che la mostra obbliga ad attenzionare.
In questo senso l’arcivescovo sta per costituire un gruppo di lavoro per una lettura pastorale di tutto il materiale in mostra: realizzare cioè un testo, una guida di carattere pastorale e catechetico per la diocesi che resti per il futuro come strumento di pastorale sul tema della devozione a s. Agata, cioè dell’identità cristiana di Catania.
Punto di partenza di tale "rilettura" è il catalogo, acquistabile a costo ragionevolmente basso, già disponibile dal giorno dell’inaugurazione, dove sono pubblicati i testi ai quali attinge la tradizione di s. Agata: gli Atti del martirio del Mombrizio e il testo di Jacopo da Varagine, nonché gli studi istituzionali che non sono eccessivamente lunghi e specialistici. I saggi sono di carattere scientifico ma con linguaggio divulgativo ed aiutano a ragionare in merito alla tradizione sia del martirio sia della festa.
I visitatori potranno apprezzare non solo gli episodi salienti del martirio di s. Agata rappresentati dai grandi artisti ma anche la bellezza di queste raffigurazioni coinvolgendo altri e favorendo un’agorà culturale a tutti i livelli.
Catania presenta un bel biglietto d’invito a tutti coloro che desiderano visitare la mostra ospitata anche dal Museo diocesano, inizio dei tre percorsi del sacro sulle orme dell’iconografia agatina. Tra costoro dobbiamo annoverare il cardinale Sodano e il nuovo direttore dei Musei Vaticani, il prof. Paolucci, studioso di fama mondiale, alla sua prima uscita ufficiale fuori le mura leonine, e il prof. Sgarbi. Alzando gli occhi verso la vicina Porta Uzeda si può leggere, sopra lo stemma episcopale di mons. Salvatore Ventimiglia, il motto profetico “D.O.M. Sapientiae, et bonis artibus. 1780”, cioè l’augurio dedicatorio: “alla sapienza e alle belle arti”!
A proposito del costo del biglietto individuale d’ingresso, c’ è da precisare lo sconto concesso ai residenti in città e la possibilità di poter visitare i tre siti della mostra in giorni diversi, possibilmente dopo aver consultato il catalogo, fiore all’occhiello di raffinato gusto estetico, costituito da ben 431 pagine con illustrazioni e tavole di grande effetto figurativo e che rappresenta una testimonianza di civiltà per quanti hanno collaborato alla sua attuazione e un raro esempio di eleganza tipografica ed editoriale destinato, com’è augurabile, a diventare un punto di riferimento.
I curatori della mostra e del catalogo che ne costituisce un naturale prolungamento ed un’"integrazione" illustrativa di vero godimento intellettuale provengono dalla soprintendenza per i beni culturali di Catania, dal mondo scientifico universitario degli storici, degli storici dell’arte, dell’archeologia, ecc.
Da diverse parti la mostra è stata già definita un gigantesco ed armonico "mosaico", una "summa" agatina, un "museo" che oltre alle tre sedi espositive principali include quindici chiese del capoluogo etneo inserite nel circuito del barocco, un’accurata selezione delle opere più belle in materia, un’eccezionale mappa pluridisciplinare che sintetizza la sterminata messe di affreschi, mosaici, dipinti, pale d’altare, pezzi pregevolissimi delle "arti minori" a testimonianza dell’enorme materiale esistente.
E’ indubbio che la martire si può annoverare tra i santi della Chiesa universale che più hanno ispirato gli artisti di tutti i tempi, compresa l’iconografia bizantina che costituisce, nella storia delle raffigurazioni sacre, un aspetto teologico-liturgico fedele ai modelli originari.
Dopo una lunga peregrinatio delle reliquie del Velo e della Mammella della martire per essere venerate in vari luoghi di culto, di sofferenza e di reclusione, i catanesi, quasi al termine delle celebrazioni patrona li, sono richiamati ad onorare l’amata con cittadina nei siti della mostra dove è esposto l’unicum dei tesori di storia e di arte ivi raccolto e a "riscoprire" con occhi nuovi il messaggio di fede e di devozione che aleggia nelle chiese legate al culto della martire: tutta la città è diventata un museo che non vuole più celare i suoi tesori di memorie e di testimonianze, giunte fino a noi.

ANTONINO BLANDINI

 

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PASQUA IN SANTINI

Trepuzzi (Lc) - 15/30 marzo 2008


Il socio RENNA ALFREDO di Trepuzzi ha trasmesso il pieghevole informativo di una interessante mostra di santini nel proprio Comune, giunto mentre il nostro Notiziario era già in stampa.
La mostra, proposta da Michele Caldarola e stata curata da Mario Rossi, un esperto in materia, con la collaborazione del Coordinamento dei Servizi Bibliotecari dell’Università del Salento, dei Lions Clubs e dei collezionisti che hanno messo a disposizione i pezzi più pregiati della loro raccolta.
L’esposizione, inaugurata sabato 15 marzo u.s. con l’intervento di Vincenza Musardo Talo dell’Università del Salento, è stata allestita nel Salone della Chiesa Madre di Trepuzzi (Lecce), con orario al pubblico 10-12 e 17-20.
Nell’invito, padre Carmelo Turrisi suggeriva la visita a questa esposizione come una preparazione a celebrare più degnamente la Pasqua di risurrezione, perché “anche una Mostra di Santini può servire ad evidenziare interessanti aspetti socioculturali, ma specialmente religiosi.”

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DEVOZIONI POPOLARI - SANTI E SANTINI

Dumenza (Va) - 15 Marzo-30 Aprile 2008 -



Il 30 aprile si è chiusa a Dumenza, in provincia di Varese, la bella esposizione di immaginette sacre presentate da ANTONIO RIVA di Dumenza.
Ottocento santini della “collezione Riva”, a partire dal 1700 fino ai giorni nostri, sono stati l’attrazione per molti visitatori che in gran numero hanno affollato i locali della Chiesa di San Nazaro in Via San Nazaro.
L’esposizione che era stata inaugurata sabato 15 marzo u.s. si è chiusa con un bilancio di pubblico molto positivo e incoraggiante per altre iniziative simili.


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SANTI DEL MIO PAESE
Tarquinia (Vt) - 22 Marzo - 7 aprile 2008

Il socio EDMONDO BARCAROLI di Tarquinia ha allestito una mostra di immaginette Sacre della propria collezione nel Museo Diocesano di Tarquinia dal 22 marzo al 6 aprile, su richiesta della Diocesi di Civitavecchia.
L’esposizione dal titolo "SANTI DEL MIO PAESE" (come la poesia di Vincenzo Cardarelli) ha presentato tutti i modelli di santità nati nel territorio diocesano ed ha ottenuto un lusinghiero successo di pubblico, che ha apprezzato le numerose immaginette riproducenti:
Santa Lucia Filippini; la Venerabile Maria Crocifissa di Gesù (Costantini); le Serve di Dio Suor Maria Giuseppa (Campita) e Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino (Bruno), tutte nate a Tarquinia; San Vincenzo Maria Strambi, nato a Civitavecchia; la Venerabile Cecilia Eusepi, nata a Monte Romano.
Tanti modelli di santità che per la gloria di Dio hanno speso la loro vita per il prossimo.
Il socio Barcaroli ha allegato alcune immagini fotografiche della manifestazione che illustrano l’esposizione:
Targa marmorea all'ingresso del Museo - Manifesto della mostra situato nell'atrio del palazzo - salone d'ingresso - l'espositore con il Prof. Giovanni Insolera, Responsabile dei Beni Culturali della Diocesi, ed alcuni visitatori - vetrina con le prime pagine della collezione esposta.

EDMONDO BARCAROLI


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I PAPI DEL I, II E XX SECOLO
Alatri (Fr) - 29 Marzo/6 Aprile 1008 -


Il 6 aprile scorso ha chiuso i battenti la bella ed interessante esposizione di immaginette sacre allestita nella
centralissima Chiesa degli Scolopi, situata di fronte al maestoso Palazzo comunale, nella piazza principale dell’antica cittadina (circa 30.000 abitanti) di Alatri (Frosinone), organizzata dalla locale Venerabile Confraternita di San Sisto e dall’AICIS con il patrocinio del Comune.
Già il 3 aprile il quotidiano “Ciociaria Oggi” aveva confermato:“Una settimana di successo per la mostra delle immaginette sacre. Soddisfatto il Priore della Confraternita Aldo Fanfarillo che insieme al Comune e all’Associazione Aicis ha curato la caratteristica iniziativa.
In vista della chiusura, Fanfarillo dichiara: “Innanzitutto, grazie a tutti colori che hanno sostenuto questa mostra e un grazie ai visitatori. Approfitto per invitare la cittadinanza alla cerimonia per la consegna degli attestati di partecipazione alla Mostra”.
L’Aicis era presente con la “serie dei Papi” (relativamente al I-II e XX secolo) ideata alla fine degli anni Ottanta dall’allora segretario AICIS Renzo Manfè che la propose al fondatore AICIS e primo Presidente Gennaro Angiolino (venuto a mancare il 23 dicembre 2002) il quale la concretizzò con successo.
Infatti, tale serie composta da 266 santini, che va da San Pietro a Giovanni Paolo II, è ancora oggi molto ricercata dagli appassionati del settore
Il materiale della nostra Associazione e dei soci Edmondo Barcaroli, Roberto De Santis e Giancarlo Gualtieri era stato portato e montato ad Alatri lo scorso 27 marzo dal Segretario Giancarlo Gualtieri e dal Vice Presidente

La mostra, organizzata nell’ambito delle manifestazioni della festa patronale di San Sisto, è stata inaugurata con grande partecipazione di pubblico il 29 marzo.
Circa tremila pezzi (oltre i papi erano presenti alcuni santini a tematica generica) sono stati un forte richiamo per la popolazione del posto, ma anche per tanti turisti e popolazioni dei paesi confinanti Alatri. Questa è una
cittadina a 502 mt. sul livello del mare nell'alta valle del fiume Cosa, sui pendii meridionali dei monti Ernici, che costituiscono il confine naturale con l’Abruzzo. Si ritiene sia stata fondata verso il sesto secolo avanti Cristo dalla popolazione italica degli Ernici, che nel 380 prima e nel 362 a.c. poi, entrano in conflitto con Roma. Successivamente risulta sottomessa a Roma di cui fu e rimase sempre fedele alleata, ottenendone l'autonomia municipale, anzi nel 90 a.C. ottiene la piena cittadinanza romana.
Nel 543 Alatri è saccheggiata da Totila e rimane completamente distrutta; l'anno successivo viene inclusa nel Ducato romano, soggetto all'autorità papale.
E’ sede vescovile dal 547. Divenuta libero comune nel 1173, passò alla Santa Sede. Alatri vanta e giustamente la presenza di monumenti archeologici, tra cui la suggestiva ed imponente cinta di mura a perimetro trapezoidale dell’acropoli, risalenti al secolo IV a.C., a cinque porte, di cui restano la Porta Maggiore e la Minore coperte da architravi monolitici, rimaste quasi intatte. Un’altra cinta poligonale circonda la città bassa per circa 2 km, raggiungendo i tre metri d’altezza. Le mura furono costruite dai Romani con massicci blocchi poligonali di pietra non cementati.
Il centro storico si sviluppa all'interno della cinta muraria e ricalca essenzialmente l'assetto urbanistico di epoca romana, sviluppatosi attorno all'acropoli.
Tutto ciò è un importante richiamo turistico e inoltre, come scrive Gabriele Ritarossi in “Lazio Sette” del quotidiano cattolico “Avvenire” del 30 marzo 2008: “Il mercoledì dopo Pasqua, Alatri gode della possibilità di festeggiare San Sisto. Un evento questo più unico che raro, ma concesso dal codice di diritto canonico, (can. 5 libro 1) a fronte dell’antica consuetudine che permette alla nostra città di festeggiare il Santo Patrono nel pieno della settimana di pasqua che generalmente è esente da particolari venerazioni. Questa consuetudine fu istituita dopo l’assedio di Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa nel 1186, dopo che, grazie all’apparizione del Santo fu tolto l’assedio durato ben 9 giorni. Vescovo di Alatri era allora Leone III.
Le celebrazioni del Santo sono cominciate il Lunedì dell’Angelo con la S.Messa e l’esposizione della statua. Martedì è stato il giorno dei Vespri Pontificali, presieduti dal Vescovo Mons.Lorenzo Loppa e della suggestiva quanto antichissima processione penitenziale “degli ignudi” che percorre le vie di Alatri, così tradizionalmente chiamata per via del fatto che tuttora molte persone vi partecipano scalze.
Mercoledì, finalmente è giunto il gran giorno, ma la giornata di mercoledì, bagnata dalla pioggia ha impedito il regolare svolgimento della processione con la statua (di San Sisto,n.d.r.) che l’intera popolazione da un anno attendeva con trepidazione.
Si è avverato, così, l’antico detto popolare ‘Se non esce Cristo (con riferimento alla processione del Venerdì Santo che non si è svolta) non esce neanche San Sisto’. La processione è rimandata a Domenica 6 aprile, giorno del ‘bacio del piede’ (di San Sisto, n.d.r.)”.
L’esposizione, allestita nell’ampia Chiesa degli Scolopi in Piazza Santa Maria Maggiore, ha avuto come tema: “I Papi del I, II e XX secolo”.
Gli espositori, oltre all’Associazione AICIS ed ai soci Giancarlo Gualtieri di Roma, Roberto De Santis di Alessandria, Edmondo Barcaroli di Tarquinia, Vittorio e Fabrizio Pecci di Alatri, Rufini Anacleto di Alatri, sono stati: la Confraternita di San Sisto, il Centro Culturale “Paolo VI” – Sant’Ivo alla Sa pienza di Roma, il Gruppo Infioratori San Paolo di Alatri che ha esposto un meraviglioso quadro (cm.180 x 180 circa ) iconografico di San Sisto I Papa, realizzato con fiori essiccati, installato al centro della mostra di fronte alla porta di ingresso della Chiesa degli Scolopi.
Hanno inoltre esposto santini della propria collezione: Mario D’Alatri, Rita Culicelli, Arcangelo Lucchetti, Sistino Macciocca, Giuliana Magnante, Giovanni Pantano, Fernando Tagliaferri.
Sabato 5 aprile si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati ai partecipanti alla mostra di immaginette sacre inserite in un centinaio di pannelli esposti nella barocca Chiesa dei padri Scolopi.
Il quotidiano La Provincia, il 6 aprile, ne ha riportato la cronaca. Alla cerimonia erano presenti per il Comune, il sindaco Costantino Magliocca e l’assessore Giulio Rossi, per la Confraternita di S.Sisto il Priore Aldo Fanfarillo, per le Confraternite il Delegato Diocesano don Bruno Veglianti, parroco della Fiura e per l’AICIS era presente a nome del Presidente, conte Gian Lodovico Masetti Zannini, (che non è potuto intervenire perché a Bologna per improcrastinabili impegni di famiglia) il socio di Tarquinia Edmondo Barcaroli, insieme al socio Gino Arestivo.
Barcaroli, tra l’altro, era presente nella mostra alatrense con 7 interessanti pannelli (cm.70 x 100) tematici sui Papi.
Faceva da contorno alla premiazione degli espositori un foltissimo pubblico di visitatori.
Il socio Barcaroli, ha riferito alla Segreteria AICIS che prima di procedere alla consegna degli attestati agli espositori, si sono stati tenuti brevi discorsi da parte del Priore Fanfarillo, di Don Bruno Veglianti e del Sindaco Magliocca.
Anche Edmondo Barcaroli, quale rappresentante della nostra Associazione, è stato invitato a dire due parole; dopo aver ringraziato, ha parlato dell’Aicis, illustrandone le finalità e messo in risalto la ricerca e lo studio che gli associati dedicano ai "Santini" per approfondire la conoscenza biografica ed iconografica del personaggio raffigurato.
Al termine della cerimonia gli organizzatori hanno comunicato la decisione della proroga della chiusura della mostra fino a domenica 6 , per dar modo alla cittadinanza ed ai turisti che verranno per la processione di San Sisto di poter ammirare le pregevoli collezioni esposte.

RENZO MANFE’

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SAN GIUSEPPE ARTIGIANO ATTRAVERSO L'ARTE
Roma, Parrocchia di S. Giuseppe al Tiburtino - 19 aprile/5 Maggio 2008
Mostra di immaginette sacre sul tema:

"SAN GIUSEPPE ARTIGIANO ATTRAVERSO L'ARTE: UN PERCORSO IN IMMAGINI, DALLE INCISIONI ALLE STAMPE DEVOZIONALI"


Per commemorare il Cinquantenario dalla fondazione, la Parrocchia di San Giuseppe Artigiano in Via Tiburtina ha promosso una Giornata di studi, a cui si affianca una Mostra iconografica sul santo titolare, ideata e realizzata dalla socia Prof.ssa STEFANIA COLAFRANCESCHI in collaborazione con l’A.I.C.I.S. e il Comune di Piombino. Sita a Largo S.Giuseppe artigiano, in una traversa all’inizio della popolosa arteria romana, poco lontano dalla Stazione Tiburtina, la chiesa si presenta nella sua particolarità, dotata com’è di opere d’arte contemporanea, tra cui spicca una vetrata di notevoli dimensioni, e tele di vari autori.
Il socio GIANCARLO GUALTIERI di Roma ha messo a disposizione la propria collezione, così da poter articolare, insieme ad altro materiale tematico, un percorso espositivo storico-tipologico che si presenta così strutturato:

- San Giuseppe: incisioni, xilografie, stampe
- San Giuseppe padre: santini merlettati, e cromolitografie
- santini del ciclo giuseppino: Sposalizio, Visitazione, Sogno
- santini Natività, Adorazione del Bambino, dei pastori, dei Magi
- santini della Fuga in Egitto - santini della Sacra Famiglia
- santini della Vita a Nazareth - santini: San Giuseppe offerente
- santini: Il Transito - La Statuaria - I Patronati - Le Confraternite
- Libretti devozionali: novene, orazioni, preghiere.
- Frontespizi di opere a stampa del XVI-XVII-XVIII sec.
- Incisioni “Sette dolori et allegrezze di s.Giosefo”, XVII sec.
- Incisioni “Memorie della vita di S.Giuseppe… figurata”, XVIII sec.
- Stampe popolari e popolareggianti- Riproduzioni di arte popo
lare siciliana - Un ciclo pittorico: Pietro Ivaldi, il “Muto” di Toleto
- Riproduzioni artistiche inerenti san Giuseppe artigiano, padre,
patrono e intercessore.

La Mostra è stata inaugurata il 19 aprile alle ore 17,00, con un intervento di presentazione, e resterà aperta ai visitatori fino al 5 maggio con il seguente orario: 9-12, 16-19. Un santino commemorativo celebra l’evento, e sarà a disposizione dei visitatori.
L’interesse dell’iniziativa è legato all’articolazione per tipologie iconografiche, oltre alla particolarità del materiale, che spazia dal XVII sec. fino alla pubblicistica devozionale d’uso corrente, dato che alcune stampe e santini continuano a circolare, dimostrando la continuità di temi e motivi di antica derivazione, o anche la persistenza di modelli illustri: da Botticelli al Beato Angelico, da Raffaello a Guido Reni, al Barocci, a Murillo…l’arte colta e l’arte devozionale hanno espresso, nei loro diversi linguaggi, una narrazione dai tratti dolorosi e poetici, emblematici e rappresentativi, e sanno riproporsi, oggi, ai nostri occhi, col messaggio denso e significativo di un Dio Bambino, nato per riportare nel cuore degli uomini la luce del divino. La prima pagina del Notiziario riporta la riproduzione del canivet con la raffigurazione dipinta
nell’ovale di San Giuseppe, proprietà del socioGiancarlo Gualtieri.


Parrocchia di S.Giuseppe Artigiano
Lettera del Parroco Don Marco


Al tempo di Pio XII fu “inventata” per il 1° maggio la festa di San Giuseppe Artigiano, a rimorchio di una festa civile, sindacale... poi, per far piacere al Papa, intitolarono la nostra nascente parrocchia al patrono dei lavoratori. Da allora sono passati 50 anni e noi oggi ci ritroviamo a festeggiare il giubileo parrocchiale.Mi sembra doveroso prestare la nostra attenzione a san Giuseppe. Un uomo che iniziò pacificamente la rivoluzione operaia ed ebbe nella sua bottega, come apprendista, Gesù!
In quella bottega di Nazareth il giovane lavorante, l'erede figlio del fabbro, quando ebbe imparato l'arte del legno, ne chiuse l'esercizio con nostalgia per mettersi a ricostruire l'uomo annunciando imminente la venuta del Regno di Dio!
San Giuseppe è grande perché ha accettato di amare in maniera sempre più nuova; è grande per ché ha alimentato in sé un atteggiamento di ascolto obbediente, di attenzione ai segni di Dio.
I «sogni» narrati nel Vangelo sono espedienti stilistici per alludere alla voce di Dio che si faceva sentire ai tornanti cruciali della sua vita: e lui stava attento, per adeguarsi il più possibile alla volontà del Signore. II sogno evoca la notte: quante volte Giuseppe si è trovato nella notte della non comprensione, del la non visione, ma poi il Signore gli ha dato l'appiglio per venirne fuori. Guardare a Giuseppe, per noi in questo giubileo parrocchiale, vuol dire riscoprire i lineamenti costitutivi dell'esperienza cristiana con quel discernimento che permette di capire quali siano le scelte più importanti da attuare.
Giuseppe, uomo della notte, del silenzio e dei sogni, è maestro della vita interiore. Come lui bisogna conquistare spazi di silenzio per conoscere più chiaramente quello che Dio vuole da noi. Ciò che conta - potrebbe dirci Giuseppe - è vivere in comunione con il Signore così da offrirgli ogni giorno la propria vita per vedersela ridonata da lui. «Bisogna che egli [Gesù] cresca e io diminuisca », dirà il Battista. Queste parole possono rappresentare anche il motto di Giuseppe. «Gesù cresceva in sapienza, età e grazia» (Lc 2,52) e lui diminuiva fino a scivolare nell'ombra. Non una parola sua che sia stata conservata. Ma la sua grandezza è data dal fatto che si è consegnato a Gesù come Gesù si è consegnato ogni giorno al Padre fino al momento della donazione finale: «Nelle tue mani consegno la mia vita». Nel mistero dell’incarnazione Dio discende verso di noi perché noi ci consegniamo a lui.
Giuseppe è entrato con docilità in questo movimento. Qui sta la sua grandezza e la sua esemplarità.
Auguro a tutti in questa festa per il 50° della nostra comunità parrocchiale di vivere come san Giuseppe. Infatti, hanno colmato la sua vita la bottega, il lavoro, la sinagoga, l'affetto di Maria, i pellegrinaggi a Gerusalemme ma soprattutto la parola di Dio di cui Gesù era per lui un segno piccolo eppure straordinariamente luminoso, come quel piccolo lume che, dall'angolo più umile della casa di Nazaret, offriva il conforto della sua luce agli occhi e al cuore di tutti. Buona festa a tutti

DON MARCO

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MARIA, MADRE, MADONNA, MAGGIO NELLA DEVOZIONE POPOLARE
Dumenza (Va) - 3-25 Maggio - Santini... e non solo


Il socio ANTONIO RIVA di Dumenza (Varese) inaugurerà sabato 3 maggio presso i locali della Chiesa di San Nazaro, in Via San Nazaro, a Dumenza una mostra sul tema “Maria, Madre, Madonna, Maggio, nella devozione popolare”.
L’esposizione che verte sul tema mariano in questo 150° anniversario delle apparizioni della Vergine a Lourdes, vedrà in bella mostra alcune centinaia di santini dal 1700 ai giorni nostri, stampe ed altri oggetti relativi al tema stesso.
L’esposizione si prolungherà fino a domenica 25 maggio, ma sarà aperta al pubblico solo il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 18.00.
E oltre vedere la bella esposizione del nostro socio, è l’occasione per visitare anche questa cittadina che ha dato i natali al celebre Bernardino Luini (1481-1532), pittore il cui stile si rifà alla scuola lombarda, ma fortemente influenzato dalla pittura di Leonardo da Vinci, che reinterpretò in chiave più popolare e sentimentale.
Le prime testimonianze della sua attività risalgono al 1507, data dell'affresco della chiesa della Beata Vergine del Soccorso, a Geranzano, e la pala "Madonna con il Bambino e due santi" conservata a Parigi.


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APPARIZIONI DELLA MADONNA A LOURDES - 150° Anniversario
Borgo Faiti (Lt) - 10/11 Maggio 2008 -


Il socio MAURIZIO PROSPERI, con il Circolo “Tres Tabernae” di Cisterna di Latina (LT) e l’ULAC – Unione Laziale Associazioni Collezionisti, nell’ambito delle Giornate del Collezionismo Pontino presenterà, oltre a una Mostra di Filatelia Religiosa, anche una Mostra di immaginette sacre, entrambe sul tema della Vergine Maria in occasione de’ “Il 150° anniversario delle apparizioni della Madonna a Lourdes”.
L’allestimento è previsto nel Museo “Piana delle Orme” a Borgo Faiti (Latina) per i giorni 9-10-11 maggio p.v.
Con proprie collezioni saranno presenti alla manifestazione i soci: Mario CESARANO di Mariglianella, Stefano IORI di Grottaferrata, Giancarlo GUALTIERI e Renzo MANFE’ di Roma,Vincenzino MONACO di Molfetta, Fabrizio PECCI di Alatri.

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20 MAGGIO - SAN BERNARDINO DA SIENA -
Rodigo (Mn) - 18-25 Maggio 2008


Il socio FRANCO BISLENGHI di Canneto sull’Oglio, nell’ambito delle manifestazioni per la festa di San Bernardino da Siena, santo Patrono di Rodigo (Mantova), presenterà in questo Comune una mostra di immaginette sacre.
L’organizzazione della citata esposizione è a cura del Sen. CARLO GRAZIOLI, sindaco di Rodigo, e della signora FLORIANA ARRIGONI.
L'origine di Rodigo si situa nel secolo XI, tra il 1050 e il 1100. Il nome Rodigo deve probabilmente le sue origini al nome del fondatore 'Roto', ovvero 'del popolo dei Roti'.
In latino questa formula veniva scritta 'Rodingum', cioè 'Roti vicus', che per elisione e scambio di lettere si sarebbe mutato in Rodi igo, cioè 'Luogo di Roto'. (Fonte: Wikipedia).
La prof.ssa FRANCESCA CAMPOGALLIANI CANTARELLI parteciperà con la propria collezione a questa interessante esposizione che vedrà oltre 600 santini che spazieranno dal 1700 ai giorni nostri.
Il Martirologio Romano così ci presenta la figura di San Bernardino da Siena:“Bernardino da Siena, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che per i paesi e le città d’Italia evangelizzò le folle con la parola e con l’esempio e diffuse la devozione al santissimo nome di Gesù, esercitando instancabilmente il ministero della predicazione con grande frutto per le anime fino alla morte avvenuta all’Aquila in Abruzzo”.


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IL SACRO CUORE DI GESU'

Milano, 24-25 Maggio 2008 - 6° Mostra di santini


Il socio GIUSEPPE GOTTI di Milano inaugurerà sabato 24 maggio 2008 una mostra di santini della propria
collezione nel “Salone delle Rose” della Parrocchia Madonna della Divina Provvidenza in Milano – Via Arpino 11. (Zona: Quinto Romano).
La visita alla mostra sarà possibile fino a domenica sera 25 maggio. Il tema dell’esposizione è: “Il Sacro Cuore di Gesù”.

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"SICILIA, GIARDINO DI MARIA - Itinerario devozionale mariano attraverso le immaginette"

Misilmeri (Pa), 24-31 Maggio 2008 -



Il socio ANTONINO COTTONE diMisilmeri, al fine di rendere omaggio alla Vergine Immacolata di Lourdes, in questo 150° anniversario delle apparizioni della Madonna a Bernadette Soubirous, inaugurerà sabato 24 Maggio, una mostra mariana sul tema: ”Sicilia, giardino di Maria. Itinerario devozionale mariano attraverso le immaginette sacre”.
L’allestimento della mostra è previsto nei locali della Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” della propria città e sarà visitabile fino al 31 maggio.


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CERCO E SCAMBIO


LUIGI LEONE – Tel.081-633.6264 (DOPO LE ORE 18.00)
Sono in possesso di doppioni della serie Santa Lega Eucaristica e sono alla ricerca di alcuni numeri mancanti della serie 340 per scambi. Ricerco inoltre santini della serie ARZ. Grazie ai soci che vorranno contattarmi per utili scambi.


VIBERTI FABRIZIO – Via Romolo Manissero 11 – MACELLAI – 12060 POCAPAGLIA CN
Ho disponibilità di autoadesivi di santi dell’album “L’album dei Santini” della Pubblicazioni Srl “Le Raccolte Magiche” e vorrei scambiarle con immaginette sacre di Santi di tutto il mondo. I numeri disponibili sono i seguenti: B-C-1-5-6-12-23-24-31-48-50-52-61-62-65-70-73-77-81-87-88-92/94-96-97-102/105-107-109/114-119-122-125-126-129-130-132-134-136-137-140-142-147-149-152/154-158-162-164-166/168-171-176/178 -181-182 -187-188 -190/196 -198/200 -202 -204/212 -215 -217 -218 -220 -222/225 - 227/232 - 234/238 -241/243-245//247-250-252-255-259-261-263 -266 -273 -276 -277 -281-286 -288 -292/296 -299 -300 -303 -308-309-311-314/316-318- 319-322-323-326-328-331-339-340-347-363-365-366-374 -376 -378 -381- 401-
404/406-412-416-419-421-422-426-431-435/437.


MICHELANGELO BUTERA – Via G.Amendola 1^ Traversa, 1-D – 88048 LAMEZIA TERME (CZ) –Tel.0968-461033
Sono alla ricerca di immaginette sacre di: Santi/e, Beati/e, Venerabili, Servi/e di Dio, sia antichi che moderni di origine calabrese. Cerco inoltre Santi e Sante e iconografie mariane che si venerano in Calabria.
Provvedo allo scambio con altre immaginette da concordare.


BRUNO PRAMPOLINI –V.Tito Speri 10–42100 REGGIO EMILIA - RE
Sono interessato alle immaginette sacre delle Regioni Calabria e Basilicata sulle seguenti tematiche: Madonne e Patroni, solo moderni. Posso scambiare. Oltre che con santini, con cartoline e calendarietti. Per celere contatto: cell.333-654.3245

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NOTIZIE DAL MONDO

 

LA MORTE DI CHIARA LUBICH


Chiara Lubich nasce a Trento il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli. La madre è fervente cattolica, il padre socialista. Il fratello Gino è fra le fila dei partigiani, poi giornalista dell'Unità. Poco più che ventenne, insegna alle scuole elementari ed inizia gli studi di filosofia all'Università di Venezia, spinta da un'appassionata ricerca della Verità, quando durante la seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta: Dio che è Amore.
La sua vita si trasforma. Risponde al suo Amore scegliendolo come unico Tutto: è il 7 dicembre 1943, data che segna convenzionalmente gli inizi del Movimento che nascerà. Il 13 maggio 1944 Trento è colpita da uno dei più violenti bombardamenti. Anche casa Lubich è gravemente lesionata. Mentre i familiari sfollano in montagna, ella decide di rimanere a Trento per non abbandonare la nuova vita nascente. E’ tra i poveri di Trento che inizia quella che Chiara definisce "una divina avventura".
"Qualunque cosa hai fatto al minimo l'hai fatta a Me". Condividono con i poveri tutto ciò che hanno. In piena guerra, viveri, vestiario e medicinali arrivano con insolita abbondanza, per le molte necessità. Sperimentano l’attuarsi delle promesse evangeliche: "date e vi sarà dato", "chiedete e otterrete". Di qui la convinzione che nel Vangelo vissuto è la soluzione di ogni problema individuale e sociale.
Nelle parole di Gesù, calate una ad una nel quotidiano, e in particolare nel comandamento che Gesù dice "nuovo" e suo, "amatevi l'un l'altro come io ho amato voi" intuiscono esservi la legge perché si ricomponga l’umanità disgregata.
E nel testamento di Gesù "che tutti siano uno", trovano il perché della loro vita: "eravamo nate per l’unità, per concorrere a realizzarla nel mondo".
Tra le macerie abbraccia una donna impazzita dal dolore, che le grida la morte dei suoi 4 figli. Avverte la chiamata ad abbracciare il dolore dell'umanità.
Dall’incontro, nel 1948, con Igino Giordani, deputato, scrittore, ecumenista, padre di 4 figli, il Movimento nascente ha una sua nuova apertura sul sociale, sulla famiglia e poi sul mondo ecumenico, tanto che Giordani viene considerato confondatore. Per l’impatto con la sofferenza della Chiesa dell’oltre cortina, nell’incontro con chi era riuscito a fuggire, la spiritualità dell'unità si diffonderà in tutto l’Est europeo sin dagli anni sessanta.
Da quel piccolo gruppo nasce e si diffonde un movimento di rinnovamento spirituale e sociale chiamato Movimento dei Focolari. Pur essendo una realtà unica, per la varietà delle persone che lo compongono (famiglie, giovani, sacerdoti, religiosi e religiose di vari istituti, e vescovi), si snoda in 18 diramazioni, di cui 6 movimenti ad ampio raggio: Famiglie Nuove, Umanità Nuova, Movimento Parrocchiale, Movimento Diocesano, Giovani per un mondo unito, Ragazzi per l'unità, e molteplici realizzazioni tra cui il progetto per una Economia di comunione in cui sono impegnate oltre 750 aziende. 26 le cittadelle di testimonianza, case editrici, periodici in varie lingue, più di 1000 opere e attività sociali.
Con la diffusione mondiale del movimento, crollano nazionalismi e razzismi - pur a dimensione di "laboratorio" - anche nei punti caldi del mondo, come Medio Oriente, Balcani, Congo e Burundi, Irlanda del nord. "Lo sviluppo del Movimento dei Focolari getta ponti tra le persone, le generazioni, le categorie sociali e i popoli, in un’epoca in cui le differenze etniche e religiose conducono troppo spesso a conflitti violenti": è la motivazione del Premio Unesco ’96 per l’Educazione alla Pace.
Questo contributo è riconosciuto anche da altri premi internazionali, come il Premio Diritti Umani ’98, e da cittadinanze onorarie conferitele da città come Buenos Ai res, Roma, Firenze.L'esperienza del "date e vi sarà dato", vissuta agli inizi, si ripete cogli anni nelle più diverse situazioni quotidiane, per la comunione dei beni che diventa stile di vita nel Movimento. Si sperimenta in modo particolare nelle oltre 1000 opere e attività sociali. Nei Paesi emergenti, gli indigenti stessi trovano una via per riscattarsi da situazioni subumane.
E’ per l'impatto con il dramma della miseria alle periferie di una metropoli come San Paolo, durante un viaggio in Brasile, nel 1991, che Chiara dà il via al progetto dell’Economia di Comunione, che ispira ora la gestione di centinaia di aziende nel mondo e fa intravedere una nuova teoria economica.
Viene presentata in convegni promossi da numerosi atenei e organizzazioni internazionali, come a Strasburgo, in occasione del 50° anniversario del Consiglio d'Europa, dove Chiara stessa è invitata ad intervenire.
Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari e una delle donne più influenti nel cattolicesimo moderno, è morta il 14 marzo 2008 a 88 anni.
Lo ha riferito il suo movimento, precisando che la donna è morta nella notte (intorno alle 2) per insufficienza respiratoria nella sua casa a Rocca di Papa, a sud di Roma, dove ha chiesto di tornare dopo essere stata ricoverata in ospedale all’inizio della settimana.
Il movimento dei Focolari - che conta più di 140.000 membri e 2,1 milioni di simpatizzanti in 182 Paesi nel mondo - tenta di diffondere i valori cristiani rafforzando le famiglie tradizionali e proponendo il dialogo ecumenico e interreligioso.
(Fonte: www.giovani.org)

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SANTA MARIA GORETTI, IL SUO PELLEGRINAGGIO IN ITALIA



Prosegue il pellegrinaggio del corpo di santa Maria Goretti tra Sicilia, Calabria e Campania iniziato da Nettuno, dove riposa nel Santuario della Madonna delle Grazie, l’8 febbraio. Da ieri la salma della santa si trova nella parrocchia di s.Maria Goretti a Vittoria, nel Ragusano, dove vi resterà sino a lunedì quando sarà trasferita nella chiesa di s.Maria degli Angeli a Canicatti ni Bagni, nel Siracusano. Il giorno seguente, martedì 19, le spoglie della santa saranno portate nel carcere di Noto, sempre in provincia di Siracusa.
Il 20 febbraio è previsto il trasferimento in Calabria, nella parrocchia di Marina di Tortora, nel Cosentino. Il giorno seguente, giovedì 21 febbraio, il corpo della santa viaggerà alla volta della Campania dove sarà ospitato nella chiesa dei Sacri Cuori a Messigno-Fontanelle (NA), tra Pompei e Castellammare di Stabia.
Il 22 febbraio sarà la parrocchia di Santissima Maria Assunta a Dugenta, nel Beneventano, ad ospitare il corpo anche per il giorno seguente. Il 24 e il 25 febbraio le spoglie di s.Maria Goretti saranno ad Aiola (BN). Martedì 26 febbraio, il corpo sarà trasferito nella parrocchia di santa Barbara a Nettuno.
(Fonte: Avvenire, 14.2.2008)

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SANTA BERNADETTE - RELIQUIA IN PELLEGRINAGGIO IN ITALIA


Nel febbraio scorso è giunto in Italia il reliquiario di S.ta Bernadetta,al fine di essere presente alla solenne cerimonia, che ogni anno si celebra in San Pietro, alla presenza del Papa, in occasione della giornata mondiale del malato, l’11 Febbraio, anniversario della prima apparizione a Lourdes. Il dorato tempietto neogotico che racchiude le reliquie, - una costola della Santa - si conserva a Lourdes dal 1925, quando, alla vigilia della beatificazione, fu effettuata la terza ricognizione del corpo. Le stesse, erano custodite nella seconda cappella a destra della Cripta, sulla verticale della sottostante “Grotta delle Apparizioni.
Da qualche anno, il reliquario è posto sotto l’altare della cappella dedicata a S. Bernadetta, che si affaccia sull’Esplanade: l’enorme piazza antistante la basilica del Rosario.
Il reliquiario, che per la prima volta lascia la cittadina pirenaica, è giunto a Torino, all’alba del sei febbraio scortato dalla gendarmeria francese e preso in consegna da Don Gianni Toni, assistente regionale dell’Unitalsi. L’operazione è stata possibile grazie all’interessamento di questa nota associazione, che conta oltre trecentomila volontari e che, da oltre un secolo, porta a Lourdes, sani e malati, organizzando “treni bianchi” e pellegrinaggi.

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CLAMOROSO - PIO XII: "HO VISTO IL MIRACOLO DEL SOLE"


Su "il Giornale" del 28 febbraio scorso, Andrea Tornielli ha pubblicato un appunto manoscritto inedito di Pio XII, emerso dalle carte della famiglia Pacelli. È vergato a matita, riutilizzando un foglio nel quale il papa aveva iniziato a scrivere a macchina le parole "Maria … Maria". Descrive con stile notarile e asciutto le quattro volte in cui Pio XII vide il cosiddetto "miracolo del sole" mentre passeggiava nei giardini vaticani.
Il globo solare roteava ed era possibile fissarlo con lo sguardo. Lo stesso avvenimento era accaduto il 13 ottobre 1917 a Fatima, al termine delle apparizioni mariane ai tre pastorelli.
Papa Pacelli assistette all’identico fenomeno l’antivigilia, la vigilia e il giorno della proclamazione del dogma dell’assunzione di Maria in cielo (celebrata il 1° novembre 1950) e infine nell’ottava della stessa cerimonia, l’8 novembre.

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BEATO PIERGIORGIO FRASSATI - RIESUMAZIONE DEL CORPO

Durante il mese di marzo in cui è stata riaperta la tomba di San Pio da Pietralcina, è avvenuta un’altra ricognizione importante, quella del Beato Piergiorgio Frassati giovane torinese, un’altra figura di esempio per i giovani. Infatti, Il corpo del beato Pier Giorgio Frassati, è stato riesumato lunedì 3 marzo nella Cappella San Massimo del Duomo di Torino, e sarà portato a Sydney, in Australia, per la Giornata mondiale della gioventù di luglio, a cui parteciperà anche Papa Benedetto XVI.
Le spoglie di Frassati arriveranno in Australia insieme ad una mostra dedicata alla sua figura: un evento significativo, anche perché il giovane, morto nel 1925 all'età di 24 anni e beatificato da Giovanni Paolo II nel 1990, è stato indicato proprio come uno dei patroni della Giornata mondiale della gioventù. I giovani pellegrini di tutto il mondo potranno così confrontarsi in modo ravvicinato con il suo esempio e la sua testimonianza di amore per i poveri e di impegno nella società, così come nella Chiesa.

ANTONINO COTTONE

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SCELTI I DIECI PATRONI DELLA GMG DI SYDNEY 2008


Dal Comitato organizzatore per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2008, prevista a Sydney dal 15 al 20 luglio prossimi, sono stati scelti i dieci patroni. Tra questi, ci sono la protettrice d’Australia, N.S.della Croce del Sud, S.Teresa di Lisieux e S.Maria Goretti. Tra le donne, ci sono anche Faustina Kowalska, la prima Santa del terzo millennio e la beata madre Teresa di Calcutta, che ha dedicato la propria vita ai poveri. Tra i patroni della GMG - rende noto l'agenzia Sir - c’è inoltre la prima australiana ad essere stata beatificata in Australia, Mary McKillop.
A loro si aggiungono altre figure straordinarie, tra cui il servo di Dio Giovanni Paolo II ed il missionario francese martire nelle isole Wallis e Fortuna, San Pietro Chanel. Inoltre ci sono i beati Pier Giorgio Frassati, studente testimone con parole e opere della fede in Cristo e Pietro To Rot, martirizzato in un campo di concentramento giapponese alla fine della II Guerra Mondiale.
“Quando si è trattato di decidere chi dovessero essere i protettori di questa GMG – spiega il vescovo coordinatore di Sydney 2008, mons. Anthony Fisher – abbiamo focalizzato la nostra attenzione su figure che avrebbero potuto ispirare i giovani. Esortiamo tutti i giovani a conoscere la storia di queste figure e a pregare perché intercedano per la GMG”.

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RICORRENZE, ANNIVERSARI

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FESTA DI SANT'AGATA A ROMA

 

S. Agata è stata celebrata solennemente anche a Roma, cuore della cattolicità, in diverse chiese che ne zelano il culto da secoli.

L’arciconfraternita dei Siciliani in Urbe, nella propria chiesa di via del Tritone intitolata a Santa Maria Odigitria patrona del popolo siciliano, alle ore 18.30 di martedì 5, festa liturgica di s. Agata v.m., ha ospitato mons. Luigi Bommarito, arcivescovo emerito di Catania, che ha presieduto la concelebrazione dell’Eucaristìa con il rettore-primicerio mons.Giuseppe Baldanza e i sacerdoti Siciliani e catanesi in particolare residenti nella città eterna, con la partecipazione dei confrati, molti dei quali con il sacco votivo, e delle consorelle dell’antico sodalizio siculo nazionale, ora regionale.
Grande festa patronale e titolare nelle chiese di S. Agata dei Goti alla Suburra in Via Mazza rino 16,filiale di S. Maria ai Monti, di S. Agata in Trastevere in largo S.Giovanni de’ Matha 91, filiale di S. Crisogono. Testimonianza della diffusione del culto agatino nell’orbe cattolico è la contemporanea presenza di almeno 10 chiese dedicate alla protomartire catanese nella Roma medievale, delle quali sono superstiti quelle della Suburra e Trastevere.
La prima, fondata nel V secolo, rappresenta l’unica testimonianza del culto ariano-cristiano praticato dalla comunità gotica di Roma. Consacrata da Gregorio Magno al culto cattolico nel 593, è rimasta strutturalmente invariata. Nel catino s’ammira la Gloria di S. Agata opera del Gismondi oppure di Giovan Domenico Cerrini detto il Cavalier Perugino.
La seconda fu costruita verso la fine dell’8° secolo su commissione di Gregorio II per essere riedificata tra il 1671 e il 1711. All’interno si venera il celebre simulacro della Madonna del Carmine, detta di Noantri, patrona del rione. Nell’abside spicca dipinto il Martirio di S. Agata di Biagio Puccini.

ANTONINO BLANDINI

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TREVICO FESTEGGIA SANT'AGATA, "SORELLA MAGGIORE" DI SANT'EUPLIO


Anche Trevico, l’antica cittadina montana dell’Alta Irpinia fiera di custodire gelosamente e di venerare dall’XI secolo, nella propria cattedrale-fortezza, le reliquie autentiche del nostro martire compatrono sant’Euplio, ha festeggiato con gioia sant’Agata nel giorno liturgico natalizio del martirio.
Alle 17, il parroco don Michele Cogliani ha celebrato l’Eucaristìa in onore della patrona principale di Catania in unione spirituale e fraterna con i catanesi e nel ricordo della comune devozione al giovane Euplio che, 53 anni dopo il martirio di s. Agata, affrontò coraggiosamente le torture e la morte violenta dopo aver testimoniato luminosamente la sua fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo.
L’iscrizione tombale di Julia Florentina dell’inizio del IV secolo attesterebbe che nel cimitero cristiano di via Dottor Consoli sarebbero stati sepolti i martiri cristiani di Catania, tra cui molto probabilmente Agata ed Euplio, che per diverso tempo formarono la venerata “coppia consepolcrale” onorata nelle basiliche paleocristiane martiriali erette nella necropoli fuori le mura di settentrione della città.
La comunità ecclesiale trevicana - erede della diocesi e della baronia di cui era patrono principale s. Euplio e che comprendeva territorialmente anche l’attuale centro di S. Agata di Puglia, l’antica “Artemisium”, in provincia di Foggia nella parte confinante con quella di Avellino, segno del secolare culto agatino - fin d’ora attende con trepidazione il pellegrinaggio diocesano di Catania che l’agenda pastorale ha fissato in agosto in coincidenza con la festa liturgica di sant’Euplio.
I trevicani sono particolarmente legati alla comunità parrocchiale catanese “S.Euplio” martire, di cui è pastore zelante mons.Giuseppe Bruno e che sabato 2 febbraio scorso ha ospitato la sacra rappresentazione de “Il Martirio di Sant’Agata” a cura della parrocchia “Madonna del Divino Amore in Zia Lisa” e diretta dal parroco padre Piero Sapienza.
Nel duomo di Trevico, parrocchia “Maria SS. Assunta” e santuario “Madonna della Libera”, si zela oltre al culto dei santi martiri catanesi Agata ed Euplio anche quello di s. Rosalia, della quale si venerano alcune reliquie. Nella frazione di Molini, il parroco ha aperto al culto la nuova chiesa filiale dedicata a s. Lucia, vergine e martire siracusana, e a S. Euplio, completando in tal modo la presenza dei più celebri santi siciliani, le cui reliquie potrebbero essere giunte in terra irpina probabilmente ad opera dei primi Normanni che contribuirono a liberare la Sicilia
dal dominio arabo.

ANTONINO BLANDINI

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VELNAUS: LA DANZA DELLE SPADE PER L'OTTAVA DI SANT'AGATA

Nella cittadina di Velnaus in Val Cenischia, in provincia di Torino e diocesi di Susa, nel giorno dell’ottava (che si fa coincidere con la domenica successiva alla solennità liturgica) della festa patronale di sant’Agata, venerata compatrona assieme a san Biagio, si è ripetuto con grande concorso di popolo l’antichissimo rito della Danza delle Spade, conosciuta come uno dei momenti più singolari e popolari del folclore delle Alpi Cozie ed eseguita dagli spadonari che indossano un bellissimo costume con un vistoso copricapo fiorito e guarnito di nastri multicolori: i danzatori si esibiscono brandendo lo spadone al suono della banda musicale del paesetto che conta meno di mille residenti e sorge a 600 metri sul livello del mare.
Sono intervenuti alla suggestiva cerimonia il clero locale, la compagnia del SS.Sacramento, la confraternita del SS. Rosario, le autorità civiche e i rappresentanti delle varie aggregazioni laicali. La giornata degli spadonari dell’ottava è iniziata alle 10 davanti al municipio, circa tre quarti d’ora prima che i 4 danzatori si radunassero in casa del collega che abita più vicino alla cinquecentesca parrocchiale “S.Biagio e S. Agata” per consumare una colazione a base di Vin Brulè e focaccia.
All’incontro hanno partecipato anche gli ex spadonari perché lo spirito del fraterno cenacolo è quello di onorare e ricordare i danzatori del passato. All’ora stabilita, gli spadonari hanno raggiunto le autorità civili e la banda davanti alla casa comunale e in corteo sono arrivati sul sagrato della chiesa con i danzatori in testa a passo di marcia seguiti dai musicanti. Tutti sono entrati in chiesa per formare la successiva processione aperta da tre chierichetti con la croce astile, seguiti dai bambini, dalle donne, dai vigili del Fuoco e da due spadonari.
Nella processione il ruolo delle donne è determinante: quattro giovani consorelle del SS. Rosario portano su una varetta il simulacro di s. Agata precedute e seguite dalle priore che indossano un lungo velo bianco che scende dalla testa - anticamente vestivano il tradizionale costume savoiardo - e reggono in mano dei grossi ceri votivi accesi.
Seguono la Filarmonica e la Compagnia del SS. Sacramento aperta dalla crocifera affiancata da due lanterniere; quattro ragazzi portano la statua di s. Biagio (che si festeggia il 3 febbraio) scortati da quattro priore del SS. Sacramento seguite dagli altri due spadonari.
Chiudono il sacro corteo i sacerdoti e la popolazione maschile adulta.
Al rientro i maestri di spada si sono disposti in piedi ai 4 lati dell’altare della martire catanese per partecipare alla celebrazione della messa con l’arma puntata a terra; alla consacrazione si sono inginocchiati sulla gamba destra con la spada sempre puntata a terra e hanno salutato militarmente l’Ostia consacrata.
Finita la celebrazione, sono ritornati sul sagrato e accompagnati dalla musica della banda hanno dato spettacolo con le loro danze delle spade secondo l’antica tradizione gestuale tramandata come arte ereditaria della danza da padre in figlio.
La spada è ricurva, lunga circa un metro e mezzo, con impugnatura lavorata e l’elsa mobile. I tipi di danza sono 4: Punta, Quadri, Salto e Cuori. L’inizio dipende dal via del direttore musicale: il primo gruppo di danze è quello della Punta e dei Quadri. La prima è una danza in linea con gli spadonari che restano sempre allineati, mentre nella seconda si dispongono a quadrato.
La Punta era la danza di saluto che al mattino apriva lo spettacolo e al mattino lo chiudeva: per 4 volte gli spadonari puntano l’arma in avanti contemporaneamente e questo movimento è detto “Saluto alla Spada”.
Terminati i 2 balli, dopo un intermezzo musicale, inizia il “Salto e Cuori”: al posto del saluto saltano girando completamente su se stessi. Nella Cuori la disposizione è a croce-rombo.

ANTONINO BLANDINI

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54° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL SERVO DI DIO ANTONIO SALMERI


Riceviamo da ANTONINO COTTONE di Misilmeri la seguente notizia sul Servo di Dio Antonio Salmeri (1921-1954).
Il Card.Salvatore De Giorgi ha presieduto lo scorso 5 febbraio alla celebrazione Eucaristica nella Parrocchia di Sant’Agata in Villabate (Pa), nel giorno della Solennità della Santa Patrona della comunità Villabatese.
In quello stesso giorno si è ricordata la nascita al cielo del Servo di Dio padre Vittorio Salmeri. Il Cardinale, infatti,durate l’omelia ha ricordato la figura del Servo di Dio, soffermandosi sulla spiritualità di questo sacerdote e sull’esempio che ha dato nella sua giovane vita, e l’affetto che nutre per la comunità e per la diocesi che lo ha avuto come Pastore e Guida per dieci anni.
Domenica 9 febbraio il sindaco del Comune di Villabate,Gaetano Di Chiara, con una solenne cerimonia ha intitolato piazza Madrice al Servo di Dio padre Vittorio Salmeri, a seguito dell´impegno assunto con i fedeli in occasione della traslazione della salma del Servo di Dio villabatese dal civico cimitero all´interno della chiesa di Sant´Agata. “Un riconoscimento che tutta Villabate attendeva – ha affermato Di Chiara - e che questa amministrazione vuole tributare ad un santo sacerdote, che è d´esempio a tutta la comunità”.
Padre Vittorio Salmeri era nato la notte di Natale del 1921 ed è morto il 5 febbraio 1954 in seguito ad un incidente. Il 14 ottobre del 1988 si è aperta ufficialmente, alla presenza del card.Salvatore Pappalardo, la causa di beatificazione. Il processo informativo è stato chiuso nel 2004.
“La sua vita esemplare - ha detto l´attuale parroco della chiesa di Sant´Agata, padre Salvatore Milazzo, che ha scritto,col patrocinio del Comune, un libro su Vittorio Salmeri - è l´eredità più preziosa per Villabate”.

ANTONINO COTTONE

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1908 - 2008 - CENTENARIO DELLA PROCLAMAZIONE DI NS. SIGNORA DI BONARIA PATRONA MASSIMA DELLA SARDEGNA


Il socio LIBERO PIRASTRU di Serbariu ci ha segnalato le celebrazioni avvenute a Cagliari in vista del Centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a Patrona Massima della Sardegna.
La prima festa in onore della Celeste Patrona della Sardegna, si è svolta il 25 marzo ed è stata caratterizzata da due avvenimenti unici: l’esposizione per tutta la giornata in basilica della cassa che ha contenuto l’immagine di Nostra Signora di Bonaria nel suo giungere ai lidi di Cagliari il 25 Marzo 1370 e l’inaugurazio
ne dell’anteprima di una mostra che verrà allestita nella sua globalità in occasione dell’arrivo del Santo Padre Benedetto XVI a Bonaria, nel prossimo mese di Settembre.
L’iniziativa è stata curata dalla Sovrintendenza archivistica per la Sardegna in collaborazione con i Padri Mercedari e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari. In questa anteprima sono stati esposti nella biblioteca del convento di Nostra Signora di Bonaria alcuni documenti originali inediti o poco conosciuti dell’archivio dei Padri Mercedari insieme a pannelli illustrativi delle tematiche che verranno riprese e ampliate nella mostra di settembre.
Il 25 febbraio u.s. con la celebrazione di una solenne Messa e con una particolare funzione è stato dato inizio al Pellegrinaggio della Vergine per le diocesi di tutta la Regione. Prima della Pasqua sono state visitate le Diocesi di Ozieri, Alghero-Bosa, Nuoro e Sassari. Le altre Diocesi invece riceveranno la visita dopo il periodo Pasquale.
L’immagine sarà accompagnata da due Padri Mercedari che da sempre custodiscono il Santuario situato sul colle di Bonaria. Inoltre, “come la statua giunse a Cagliari via mare nel 1370, così a maggio la Madonna di Bonaria sosterà in diversi porti della Sardegna per abbracciare idealmente tutti i fedeli dell’Isola”.
Così padre Efisio Schirru, segretario generale per il centenario della proclamazione di Nostra Signora Bonaria a “patrona massima” della Sardegna, ha spiegato, in una conferenza stampa a Roma, il senso del pellegrinaggio “marino-mariano”, proposto dai padri mercedari del santuario della Madonna di Bonaria (Cagliari).
“Il pellegrinaggio – ha detto il religioso – si svolgerà a bordo di una nave, messa a disposizione gratuitamente dall’armatore Vincenzo Onorato, devoto della Madonna di Bonaria”. Nell’iniziativa, che si terrà dal 13 al 20 maggio, saranno coinvolti circa 200 volontari e 600 ospiti, tra autorità civili, religiose e militari, impegnati nelle attività di bordo e nelle strutture allestite nei porti, come celebrazione eucaristiche, fiaccolate, recita del rosario sotto le stelle, processioni. “I festeggiamenti per il centenario – ha ricordato padre Schirru – sono iniziati a settembre scorso e avranno il loro culmine il 7 settembre 2008 con la visita di Benedetto XVI”.
Con il pellegrinaggio “marino-mariano”, ha concluso il religioso, “vogliamo accrescere la devozione alla Madonna in modo genuino e non superstizioso”.
Papa Benedetto XVI sarà quindi a Cagliari il 7 settembre 2008 per una visita di alcune ore al fine di incoronare – a distanza di cento anni dalla prima proclamazione – la Madonna di Bonaria, patrona della Sardegna. La visita avrà il suo momento centrale nell’Eucaristia che il Pontefice presiederà sul sagrato della Basilica di Bonaria.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a Fra Efisio Schirru, tel. 070/345058 -070/301747. (Avvenire, 14,2,2008)

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CATANIA - FESTA DELLA BEATA MORANO

Il socio RENZO MANFE’ ha inserito nel fondo sociale di Maggio 2008 l’immaginetta di Madre Maddalena Morano.
Sabato 29, alle 21,00 a cura dell’Ispettoria siciliana “Madre Morano” delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nel santuario diocesano Maria SS. dell’Aiuto si è tenuta una veglia di preghiera in onore della beata suor Maddalena Caterina Morano, prima Superiora regionale (Madre Ispettrice) delle FMA nonché direttrice, insegnante e maestra delle novizie delle FMA, nel centenario della morte. Domenica 30, nell’Ottava di Pasqua e nella festa della Divina Misericordia, si concluderanno solennemente le celebrazioni e le manifestazioni giubilari secolari con una grande festa della Famiglia Salesiana di Sicilia per la presenza di Madre Antonia Colombo, superiora generale mondiale delle FMA e di migliaia di persone, laici, consacrate, sacerdoti, coadiutori, cooperatori, ex allievi provenienti da tutta l’Isola e da altre parti d’Italia, come avvenne 14 anni fa in occasione della beatificazione di Madre Morano per opera del servo di Dio Giovanni Paolo II in visita pastorale a Catania.
Alle 9.30, avrà termine la lunga peregrinatio nazionale, regionale e cittadina della venerata reliquia della beata Morano con il trasserimento dalla parrocchiale “Maria SS. dell’Aiuto” alla basilica cattedrale, dove alle 10.30, l’arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina presiederà la solenne concelebrazione della messa stazionale della II domenica di Pasqua. La liturgia eucaristica sarà animata dal Centro giovanile salesiano regionale e trasmessa in diretta mondiale dalle emittenti Oasi TV e Telepace. Alle 15, sarà posta una targa commemorativa a ricordo della festa dell’anno centenario nel cortile Madre Morano della Casa Ispettoriale presso l’Istituto Maria Ausiliatrice di via Caronda, con la partecipazione musicale del gruppo bandistico del centro diurno “Laura Vicuna”.
Dalle 16 alle 18, presso il complesso fieristico “Le Ciminiere”, si svolgerà la festa salesiana “Insieme…Segno di speranza”; lo spettacolo ricreativo sarà animato dal CGS Miharamandea.

ANTONINO BLANDINI

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COMO - SULLE ORME DI DON LUIGI GUANELLA NEL CENTENARIO DI PROFESSIONE


" Un grazie per un passato carico di futuro; un grazie che diventa responsabilità di tutti, perché facendo memoria delle origini possiamo vivere il dono ricevuto con animo e ardore rinnovati". Don Alfonso Crippa, superiore generale dell’Opera don Guanella Congregazione dei Servi della Carità, ha aperto così, lo scorso 24 marzo, nel santuario del Sacro Cuore a Como, le celebrazioni per il centenario della professione religiosa del fondatore. Il 24 marzo 1908, nello stesso santuario, don Luigi Guanella (1842-1915) emetteva, con 10 sacerdoti, la professione religiosa, dando così origine alla Congregazione dei Servi della Carità. Il Centenario, che si è aperto con la celebrazione presieduta dal Superiore generale alla presenza delle due congregazioni fondate da don Guanella (i Servi della Carità e le Figlie di S.ta Maria della Provvidenza), della Famiglia dei cooperatori e del Movimento laicale, si concluderà il 22 marzo 2009 a Roma, nella basilica di San Giuseppe al Trionfale.
Tra gli eventi previsti, un pellegrinaggio in Terra Santa (21 aprile-3 maggio) e un convegno storico (il 7 giugno a Como) con l’inaugurazione del museo “don Luigi Guanella"


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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"

 

SANTA CHIARA, DA 50 ANNI PATRONA DELLA TELEVISIONE


Il socio Dr.CARLO VINCENZO GRECO di Lecce, per il 50° ann.rio della Santa di Assisi quale patrona della TV, ha inviato un' immaginetta in quantitativo limitato per cui è stata inserita nel “Fondo sociale di Maggio 2008”.
Pio XII, il 14 febbraio 1958, ha proclamato Santa Chiara, prima discepola di San Francesco, Patrona della Televisione, in quanto nella notte di Natale del 1252 ebbe la grazia di poter vedere dalla sua cella la celebrazione che si svolgeva in chiesa. “Un’esperienza di televisione mistica”, l’ha definita il cardinale Tarcisio Bertone, durante la Messa celebrata ad Assisi, che ha concluso la giornata di ricordo del 50.mo anniversario dell’iniziativa di Papa Pacelli.
“Santa Chiara – ha detto il segretario di Stato vaticano, accolto al suo arrivo dal vescovo di Assisi, mons.Domenico Sorrentino - non è solo la patrona della tv, ma può insegnare anche come rapportarsi oggi con il mezzo televisivo”.
Citando il Papa, il card.Bertone ha messo in guardia dai rischi della manipolazione della realtà, dell’asservimento agli interessi dominanti, della ricerca dell’audience a tutti i costi.
“La comunicazione di massa - ha aggiunto - tende ad imporre un modello culturale uniforme, basato sulla logica del consumismo e del relativismo”. Ed ha concluso: “L’esempio di Santa Chiara, invece ci aiuti a riscoprire la dignità della persona e valori come la famiglia, la vita, l’educazione dei giovani”.
La Messa celebrata nella Basilica della Santa è stata preceduta da un convegno cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, mons.Claudio Maria Celli, il ministro delle Telecomunicazioni, Paolo Gentiloni, e il presidente della Rai, Clau dio Petruccioli, tutti concordi nell’affermare che l’audience va sempre coniugato con la qualità dei programmi.
Consegnato anche il Premio televisivo Santa Chiara, che quest’anno è andato alla trasmissione di Raiuno “A sua immagine”.

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Padre MICHELE GIULIANO di Marigliano ha trasmesso le seguenti immaginette:

- Santa Filomena, Vergine e Martire (serie “MG-6”) - per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Santa Filomena si venera nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Campagnola in provincia di Caserta.
Sul retro la preghiera: “O Dio, che allieti la tua Chiesa nel ricordo di Santa Filomena vergine e martire, per la sua intercessione e il suo esempio concedi anche a noi fortezza e purità di spirito per seguire Cristo sulla via della croce. Amen”.

- Santa Cristina, Vergine e Martire (serie “MG-18”)
Santa Cristina, viene venerata nella Chiesa di Santa Maria di Monteverginella in Napoli.
Sul retro è riportata la seguente preghiera: “O Dio, che hai unito alla Passione del tuo Figlio la gloriosa Martire Santa Cristina, per la sua intercessione fa risplendere su di noi la tua potenza e sostieni la nostra fede – Amen”.

- Santa Gennara, Vergine e Martire (serie “MG-14”)
Santa Gennara si venera nella cattedrale di Capua (Caserta).
Preghiera sul retro del santino:”O Signore, donaci la tua misericordia, per intercessione di s.Gennara che risplende nella Chiesa per la gloria della verginità e del martirio”.

Ha inoltre trasmesso l’immaginetta-ricordo nel quinto anniversario del suo sacerdozio “insieme a Maria, Madre della Chiesa, eleva il suo magnificat alla Misericordia del padre, rendendo grazie per questo ineffabile dono.
Padre Michele Giuliano, che ringraziamo per il Suo prezioso apporto come socio, ha celebrato lo scorso 23 febbraio il V anniversario di ordinazione sacerdotale.
Il Consiglio Direttivo invia un cordiale augurio a Padre Michele e invita i soci ad unirsi nella preghiera perché il Signore lo aiuti nel suo prezioso ministero
pastorale a Marigliano (NA). Grazie Padre Michele!

Unitamente a queklle sopra elencate, ha trasmesso anche l’immaginetta a segnalibro con l’iconografia dell’Estasi di San Francesco (1729) del pittore Giovan Battista Piazzetta, a ricordo della Prima Messa presieduta il 6 ottobre 2007 nel Convento di San Vito a Marigliano (NA) di FRA LEONE.
Anche a Fra Leone giunga il nostro augurio e la nostra preghiera per la sua nuova attività pastorale nella Vigna del Signore.

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24 GIUGNO - SAN GIOVANNI BATTISTA


Il socio GIUSEPPE FURIO di Manfredonia ha trasmesso l’immaginetta di san Giovanni Battista con l’invocazione “protegge te i nostri marinai e benedite i cari emigranti in terre lontane” per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Giovanni Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne.
Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parole con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna l'annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito.
La data della festa, tre mesi dopo l'annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca. (Messale Romano).

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BEATA CELESTINA DONATI (1843-1925)


Il socio LUCIO BIGI di Firenze ha inviato per gli associati la nuova immaginetta della Beata Celestina Donati, beatificata a Firenze domenica 30 marzo scorso, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Di fronte all’ “emergenza educativa” in cui ci troviamo e alla quale papa Benedetto XVI fa spesso riferimento, l’esempio della Beata Celestina Donati dimostra che “anche nel nostro tempo educare al bene è possibile”. Lo ha detto il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, presiedendo a Firenze il rito di beatificazione di madre Celestina Donati, fondatrice delle Figlie Povere di San Giuseppe Calasanzio. Madre Celestina, ha ricordato ancora Saraiva Martins, “seppe unire contemplazione e azione: visse con profonda intensità la devozione a Gesù Crocifisso e fu ardente apostola della adorazione perpetua dell’Eucarestia.
Ancora oggi, qui a Firenze, nella chiesa di san Giuliano di Via Faenza, c’è l’adorazione perpetua dell’Eucarestia da lei iniziata. Voleva, infatti, che le sue figlie fossero ‘attendate sotto il Tabernacolo’. Dedicata totalmente al servizio delle bambine e delle giovani, soprattutto per le più svantaggiate - come ad esempio le figlie dei carcerati - divenne madre attenta ed esperta educatrice. Era guidata da un amore squisitamente materno, nella sua opera pedagogica, fatto di umiltà, delicatezza e tenerezza”.
La Messa è stata concelebrata dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli, oltre che dal suo predecessore, il card. Silvano Piovanelli, dal vescovo ausiliare Claudio Maniago e da altri vescovi toscani.
Marianna Donati, poi suor Celestina, nacque a Marradi, in provincia di Firenze, il 28 ottobre 1848 e morì nel capoluogo toscano il 18 marzo 1925.
Nel 1889 fondò la Congregazione delle Figlie povere di San Giuseppe Calasanzio, dette appunto Calasanziane, con lo scopo di educare cristianamente le bambine povere e assistere i figli dei carcerati.


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13 GIUGNO - SANT'ANTONIO DA PADOVA

Il socio FURIO GIUSEPPE di Manfredonia ha inviato 600 immaginette di Sant'Antonio di Padova venerato nel Convento di Santa Maddalena dei Frati Minori a Castelnuovo della Daunia (FG) per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Fernando di Buglione nasce a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra gli agostiniani. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d'Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell'eremo di Mon tepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell'Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell'Italia settentrionale proseguendo nell'opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentondosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell'Arcella. (Avvenire)

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BEATA VERGINE DI SAIANO


La socia SERENA SAPIGNOLI anche quest’anno ha voluto omaggiare tutti gli associati con una immaginetta della Madonna di Saiano di Montebello, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
La Torre e la Chiesa di Saiano sorgono su uno scoglio gessoso non lontano dal greto del fiume Marecchia che qui, prima di raggiungere il mare, si allarga in un'ampia ansa.
Oggi il territorio è parte dell'oasi naturalistica di Montebello. Anticamente il luogo era sede di un Castrum appartenente ai prìncipi di Carpegna e di cui si hanno notizie sin dal 962. Il 15 agosto del 1996 il Santuario di Saiano, oggetto di un attento restauro che ha portato alla ricostruzione della sua cupola, è stato nuovamente riaperto al culto. Attualmente è custodito da alcuni frati francescani dell'ordine del Cuore Immacolato di Maria provenienti dalla Colombia. Si tratta di cinque confratelli, tutti giovani, tra i 18 e i 35 anni, giunti in Italia per svolgere la loro missione.
Il Santuario della Madonna è visitabile tranne il lunedì
(tel 0338/3124415),
La Madonna di Saiano è una statua in gesso, ritenuta miracolosa, risale al XV secolo ed era oggetto di un particolare culto: ogni 15 agosto si recavano alla chiesetta le partorienti dell'intera valle a pregare la Vergine per un esito felice.
Il portale in bronzo realizzato su disegno dello scultore Arnaldo Pomodoro, chiude il Santuario. L'opera rappresenta il Marecchia e i suoi affluenti, ma, nella simbologia che le ha voluto conferire l'autore, il Marecchia è la Madonna che raccoglie come affluenti i suoi numerosi fedeli per condurli fino al mare, ossia fino a Dio.

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1957-2007 - 50° ANNIVERSARIO DI DON G. MOSCOTTI


Don DAMIANO MARCO GRENCI di Sesto San Giovanni (MI) ha trasmesso l’immaginetta del 50° anniversario sacerdotale di Don Giuseppe Moscotti, Parroco di Lissone (MI), per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Preghiera:“Gesù buon pastore 50 anni fa mi hai detto: vieni e seguimi. Io ti ho risposto eccomi. Ora se qualcosa mi rimane da donare ai miei fratelli ancora ti dico eccomi”. (Lissone, 27 maggio 2007).


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18 GIUGNO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MADRE MARGHERITA

I soci GIULIANA FARAGLIA e RENZO MANFE’ di Roma, hanno procurato 600 immaginette di Madre Margherita Diomira Crispi per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Diomira Lodovica Romana Crispi nasce il 19 novembre 1879 a Partinico (Palermo). Nel 1886, a 7 anni circa, rimane orfana del papà Ferdinando.
La giovane Diomira rivela fin da allora la sua vocazione religiosa che si traduce, crescendo, in opere di attiva evangelizzazione nel mondo. Nella città di Roma entra nell’antico “Conservatorio Divina Provvidenza” a Ripetta, dove alimenta il suo slancio mistico in una lotta interiore che inizia a farsi sentire cocente. La sua formazione culturale e sociale, adeguata all’estrazione aristocratica da parte della mamma Rachela Rubeis Mattei, le consente di studiare e giungere a parlare correttamente anche il francese, l’inglese e lo spagnolo.
Nel luglio del 1905 ottiene il diploma della Scuola Normale “Margherita di Savoia” di Roma, dopo che, nel 1901 entra tra le “Figlie della Croce” e, nel 1903, nel “Collegio Santa Cecilia”, è sotto la guida paterna di Mons.Ettore Savazzini che la influenza veramente molto spiritualmente da infonderle tutta la forza necessaria per affrontare a viso aperto e con la serenità dei giusti le insidie del mondo.
Ella pensa alla fondazione di una nuova Congregazione religiosa. In un primo momento, con la signorina Rosa Maio cerca di aprire una Casa Religiosa a Sferracavallo (Palermo).
Ma i disegni di Dio sono imperscrutabili! Dopo breve tempo si dividono: Rosa Maio sarà la Fondatrice delle
“Suore Francescane Missionarie dell’Eucaristia” e Diomira Crispi delle “Oblate al Divino Amore”, Congregazione questa che trova a Monreale (PA) sostegno e protezione nella persona del Santo Arcivescovo Monsignor Augusto Intrecciatagli. Siamo nel 1922. La comunità monrealese si incrementa rapidamente.
Il fine è raggiunto: consacrazione a Dio, Trino e Uno; imitazione di Gesù; offrirsi vittime per il Vicario di Cristo, il Papa e per il sacerdozio cattolico; attendere all’educazione dei fanciulli e della gioventù; attuare il Regno
di Dio nell’umiltà e nell’amore.
Così per le “Oblate” viene anche il tempo delle missioni che largamente prosperano nelle Americhe.
Il 18 giugno 1974 la Rev.ma Madre Crispi è accolta nella gloria del Risorto. Le lacrime e le preghiere profuse per lei richiamano i suoi insegnamenti, la sua fortezza, la sua amabilità.
Le sue spoglie riposano in Roma (Via Marruvio 4), nella Cappella della Casa Generalizia e continua a spargere grazie dal Cielo sulle sue dilette Figlie e sopra tutti i suoi devoti.
E’ in corso la causa di beatificazione.
Quanti riceveranno grazie per intercessione di Madre Crispi, sono pregati di darne notizia scrivendo alla Madre Generale della Congregazione delle Suore Oblate al Divino Amore – Via Marruvio 4 – 00183 Roma RM. R.M.

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