Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2008 è di euro 25,00 per le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

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NOTIZIARIO LUGLIO - AGOSTO 2008

 

 


 

 


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AGGIORNAMENTI

 

"LEVANTO (SP), 20 sett.-5 ottobre 2008 - Mostra: "TESTIMONIAL DALL'AL DI LA' - Un percorso pubblicitario dall'Ottocento ai giorni nostri". 

La prof.ssa LAURA BORELLO di Torino ha ideato ed ha in allestimento una esposizione presso la Sala Mostre del Comune di Levanto (La Spezia), nell'ambito di una serie di iniziative atte a promuovere il turismo del territorio cittadino, dal 20 settembre al 5 ottobre 2008 sul tema ""TESTIMONIAL DALL'AL DI LA' - Un percorso pubblicitario dall'Ottocento ai giorni nostri".

La mostra propone santini, figurine, scatole di latta, menù, manifesti, ventagli…che analizzano la commistione fra sacro e profano nella pubblicità del passato ed in quella odierna.

E’ articolata come segue:

I SEZIONE - LA CURA DEL CORPO E DELL’ANIMA: le case farmaceutiche talora usano pubblicità “sacre”: cIò non stupisce perchè la medicina ha avuto, in passato, un che di magico e di sacro. Spesso il nome di una farmacia è abbinato a quello di un luogo di culto. Santuari ed abbazie con la produzione di polveri, oli ed amari a base d’erbe si ponevano e talora si pongono come luoghi di cura del corpo e dell’anima

II SEZIONE - L’ACQUA E IL VINO: nei Vangeli il tema dell’acqua e del vino sono frequenti: l’acqua di vita ed il vino/ sangue di Cristo sono alla base del Cristianesimo. Non sorprende trovare delle pubblicità “sacre” di acque minerali e di alcolici (soprattutto amari e birre). Negli ultimi anni i “nomi” sacri delle acque minerali tendono a scomparire mentre rimangono le caratteristiche proprie della tradizione sacra (leggerezza, purezza…).

III SEZIONE - L’OLIO E LA LUCE: le ditte che producono olio per uso alimentare non usano quasi mai pubblicità riconducibili al sacro e se ciò avviene è legato a fattori toponomastici.Se ne trovano invece alcune relative all’olio e alle candele per illuminazione.

IV SEZIONE - IL LIEVITO, LA FARINA E I PRODOTTI COLONIALI:le pubblicità tratte dal repertorio sacro relativi al lievito, alla farina ed ai biscotti si rifanno al grano e al lievito ricordati nel Vangelo. Usano queste pubblicità anche il cioccolato (considerato cibo energetico per iconvalescenti) e il caffé: erano prodotti coloniali, ossia merci importate dalle colonie vendute nei negozi gestiti spesso da missionari.

V SEZIONE - LA CHIESA E L’INFERNO: fra le tante pubblicità che hanno per tema il sacro, alcune rappresentano l’istituzione: preti e chierichetti. Entrambi sono visti con simpatia e con bonaria ironia. Negli ultimi anni con le campagne dell’otto per mille dell’Irpef il sacro pubblicizza se stesso.Diversi prodotti che richiamano il calore e le fiamme. usano l’inferno e il diavolo per i loro messaggi anziché la chiesa.

VI SEZIONE - LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL NATALE: il fenomeno è sotto gli occhi di tutti: l’invito al consumo per le festività natalizie è pressante.Il significato religioso della festa cristiana è annullato dal commercio. Tutto ciò risale alla fine dell’Ottocento, quando cambia il modo di vendere le merci: nascono i grandi magazzini e le confezioni di latta per le singole famiglie la cui funzione è quella di essere conservate e riutilizzate. Diventano comuni le confezioni di Natale dove abbondano i simboli religiosi: negli ultimi anni sembrano essere meno diffusi forse per la scristianizzazione o in nome dell’intercultura.

VII SEZIONE - LA DISSOLUZIONE DEL SIMBOLO RELIGIOSO: L’abbigliamento e la moda : In questo settore le immagini “ sacre” sono usate in modo irriverente e dissacrante. Mancano riferimenti alle categorie evangeliche. Le sfilate con le modelle vestite da papesse o da Madonne servono per ottenere pubblicità gratuita sui giornali. Sono fenomeni che hanno avuto particolare fortuna negli anni Novanta del XX secolo. Una delle prime immagini “dissacranti” della moda è quella dei pantaloni Jesus(1973) con la scritta “chi mi ama mi segua” su un bel fondoschiena femminile.

Gli infiltrati: Alcune pubblicità usano sporadicamente il sacro senza riferimenti alle categorie evangeliche prive di un’ottica precisa o rimandi a comuni tradizioni popolari.

Sono presenti con proprio materiale: Fondazione Tancredi di Barolo- Torino; Libreria antiquaria “Il cartiglio” - Torino; Laura Borello- Torino; Officina di Santa Maria Novella – Firenze; Libreria antiquaria Piemontese- Torino; Flavio Cammarano- Torino; Grazia Gobbi Sica –Firenze

Informazioni :per informazioni rivolgersi al numero 349 0704618

Catalogo : guida alla mostra con due cartoline ed annullo filatelico euro 8.50; cartoline con annullo filatelico 2 euro l’una;  guida alla mostra 6 euro.

ORARIO: tutti i giorni dalle 18 alle 20 e dalle ore 21 alle 23.

 

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"BAGNACAVALLO (RA), 20 settembre - 16 novembre 2008 - Mostra di santini "MICHA'EL.
Presenze e immagini di San Michele Arcangelo in Romagna

Dalle grandi pale d'altare, ispirate all'iconografia classica, fino alle immaginette devozionali del culto popolare".

 

 

  Il Dr. Vittorio Pranzini curerà questa mostra - che verrà inaugurata il 20 c.m. per conto del Museo di Bagnacavallo

 

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MOSTRA "SAUL DI TARSO - SAN PAOLO - UN UOMO, UN SANTO"

ROMA, 28 agosto- 14 settembre 2008

   Si informa che nell'ambito dei festeggiamenti del bimillenario della nascita di San Paolo e per l'Anno Giubilare 2008-2009, aperto da Papa Benedetto XVI il 29 giugno u.s., verrà inaugurata il 28 agosto a Roma una mostra dedicata all'Apostolo delle Genti dal titolo: "SAUL DI TARSO - SAN PAOLO - UN UOMO, UN SANTO" .

L'organizzazione dell'esposizione è a cura dell'Associazione filatelica "Terrasanta", della quale è Presidente dal 1998 ANNA PONTECORVO POTENZA di Roma, con la collaborazione di ENZA LEOPIZZI, e di Don GIANCARLO ROCCA della Società San Paolo, fondata dal Beato Don Giacomo Alberione.

  L'AICIS è stata invitata a partecipare con delle immaginette sacre. La nostra Associazione sarà presente, pertanto, con due pannelli di santini: uno del socio GIANCARLO GUALTIERI di Roma e il secondo del nuovo socio GIORGIO LOMBARDI di Quercia Aulla (Massa Carrara).  Comunque saranno esposti su San Paolo dei pezzi veramente significativi che vanno dal 1700 al 1900.

Sede della mostra è la Sala Barbo con ingresso dal Chiostro della Basilica Maggiore di San Paolo fuori le Mura. Per accedervi, è necessario il pagamento del ticket di 3,00 euro, previsti per l'ingresso al chiostro, che contempla comunque anche la visita di sale con arredi sacri e reliquie sacre di un certo interesse storico.

Il settore espositivo inizia con un grande pannello della genealogia di Gesù partendo da Adamo; prosegue con un breve excursus sulla "Storia di Israele" al tempo dell'occupazione romana arrivando al periodo della nascita e morte di Gesù. Segue una collezione dedicata alla "Storia di Roma" ed alla sua potenza militare. Abbiamo poi un pannello dedicato ai "Dodici Apostoli" che apre la via alla "Storia di San Paolo", dalla nascita fino al martirio. Una sezione separata, e non solamente filatelica, è dedicata ai "Memorabilia" di San Paolo: sono esposte collezioni filateliche, tra cui una dedicata ai sei Papi a nome "Paolo", a immaginette sacre tra cui quelle dell'Associazione AICIS e cartoline.

L'orario è quello normale di apertura della Basilica di San Paolo.


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Si informa che il socio ROBERTO DE SANTIS di Alessandria ci ha comunicato che Sabato 30 agosto 2008 sarà inaugurata in ARENZANO (GE) una bella mostra di immaginette con il titolo:

IL 'PICCOLO RE, NEI SANTINI - Esposizione di piccole immagini devozionali dal 1900 ai giorni nostri.

 

La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 5 ottobre p.v. con orario 7,30-12 e 14.30  19,30.

 

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VITA ASSOCIATIVA

 

6 Luglio 1983 - 6 Luglio 2008 - 25°m Anno di fondazione dell'A.I.C.I.S.


Il 6 luglio del 1983 è la data di fondazione della nostra Associazione. In quel caldo pomeriggio di 25 anni fa, infatti, si è tenuto a Roma il primo incontro ufficiale tra alcuni membri del comitato promotore e alcune persone interessate a coltivare i fini e gli scopi della nuova associazione e che in quel giorno si sono iscritte alla nuova associazione.
L'A.I.C.I.S. è stata fondata nel palazzo che ospita sia la Curia Generalizia dell’Ordine dei Chierici della Madre di Dio che la Parrocchia di S.Maria in Campitelli, dove riposa .San Giovanni Leonardi, fondatore del citato Ordine, co-fondatore di “Propaganda Fidae” e patrono dei Farmacisti.
Già nei primi contatti scaturiti nel 1980, in occasione di una grossa esposizione di santini presso la Sede del Circolo San Pietro di Roma, emerse la volontà di fondare un’associazione con il nome “AICIS – Associazione Italiana Collezionisti Immaginette Sacre.

Riportiamo più avanti nel Notiziario il contenuto del 1° numero del
Bollettino mensile di Informazione dell’AICIS, diramato nel luglio 1983.

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RIPRODUZIONE DI SANTINI NELLA COPERTINA DI FONDO DEL NOTIZIARIO



Il Consiglio Direttivo AICIS ha approvato la proposta avanzata dal proboviro CARLUCCIO FRISON di Pubblicare, nella penultima e ultima pagina del Notiziario, immaginette dei secoli scorsi, o poco note o di particolare richiamo o interesse.
Le ultime due pagine sono impegnate tre volte l’anno per la pubblicazione delle immaginette del Fondo Sociale, mentre sono disponibili nei restanti tre numeri annuali. I soci che volessero proporre la riproduzione di interessanti immaginette dei secoli scorsi provvedano a trasmettere in segreteria, tramite e-mail, la scannerizzazione sia della parte frontale che del retro dell’immaginetta stessa.

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SCAMBI TRA SOCI - CONTATTARSI PREVENTIVAMENTE PER TELEFONO


Qualche associato si è lamentato di non aver ricevuto nulla in cambio di santini spediti ai soci. Colui che trasmette immaginette ad altri soci con lo scopo di effettuare scambi, è invitato a contattare anticipatamente per telefono o per e-mail, la persona con cui vuole rapportarsi.
Il socio che, a sua volta, riceve del materiale, non preventivamente contattato o non interessato, restituisca il materiale, motivando il gesto per educazione.
Comunque, chi riceve il materiale ricordi che se è sull’elenco dei soci con il proprio indirizzo (postale o cibernetico) e la tematica della raccolta delle immaginette, fornisce agli altri associati il segnale di essere disponibile a effettuare gli scambi di immaginette; contatti in ogni caso il mittente del plico.

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MOSTRE SOCIALI - ACQUISTO DI CAVALLETTI E QUADRI ESPOSITIVI



Al fine di poter rispondere positivamente alle richieste di esposizione di immaginette sacre, il Consiglio Direttivo nella riunione del giugno u. s. ha approvato l’acquisizione di 10 quadri espositivi con cornice in legno e copertura in plexiglass e n 27 cavalletti in legno per sostenere quadri espositivi.
I 10 quadri sono offerti dal Consigliere dr. ANTONIO MENNONNA. L’AICIS affronta soltanto le spese della sostituzione dei vetri danneggiati con materiale in plexiglass.
I cavalletti utilizzati dalla Parrocchia di San Giuseppe al Tiburtino per la mostra dell’AICIS, su San Giuseppe, di aprile-maggio u.s., sono stati offerti all’associazione ad un prezzo molto conveniente.

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LIBRO DEI SOCI 2008 - ALLEGATO AL PRESENTE NOTIZIARIO


Inviamo a tutti soci, che hanno rinnovato la quota, il nuovo libro dei soci. Informiamo che, a tutt’oggi, 35 iscritti nel 2007 non hanno rinnovato la quota per il corrente anno e, pertanto, sono stati stralciati dall’elenco, dopo aver inviato apposita lettera. Invitiamo i soci a utilizzare per gli scambi il nuovo elenco. Grazie.

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INDIRIZZO A.I.C.I.S. - VIA MERULANA 137 - 00185 ROMA


Ricordiamo agli associati a non trasmettere la corrispondenza diretta alla segreteria a Piazza Campitelli 9, bensì a RENZO MANFE’ – AICIS – Via Merulana 137 – 00185 ROMA.

Per gli invii raccomandati, assicurati e per i pacchetti: telefonare in segreteria al Vice Presidente Manfè (06-70491619) prima della spedizione.

 

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LUGLIO 1983 - IL PRIMO BOLLETTINO A.I.C.I.S.

 

 

 

Il comm.Angiolino nella riunione del 6 luglio 2003

Nel maggio del 1980 il Circolo San Pietro di Roma che, oltre a curare la beneficenza nella Capitale italiana, cura anche iniziative culturali e sociali, su proposta del proprio consigliere comm. Gennaro Angiolino, delegato nel Circolo stesso per la Filatelia ed altre forme collezionistiche, allestì nella propria sede di Piazza Sant’Apollinare una mostra di “Immaginette sacre”.
Inaugurata da S.E. Monsignor Ettore Cunial, arcivescovo di Soteropolis e vice camerlengo di Santa Romana
Chiesa, ebbe un tale successo da dover prorogare la chiusura fino alla fine di giugno.
Ne parlarono ben 45 articoli su giornali e periodici, la Radio italiana e vaticana, la Televisione.
Vennero a visitarla collezionisti e studiosi appositamente anche da fuori Roma e, per unanime richiesta, si decise di costituire un’associazione di collezionisti, amatori e studiosi di Immaginette sacre.

Venne subito stabilito anche il nome: “A.I.C.I.S. – Associazione Italiana Collezionisti Immaginette Sacre”. Ma pur perdurando l’entusiasmo, dopo la ovvia stasi estiva per il periodo di ferie, la realizzazione effettiva di questa Associazione cozzò contro la difficoltà di reperire una sede idonea, sulla mancanza iniziale di fondi, su discussioni continue circa lo statuto e il regolamento.
L’idea della Mostra fu, intanto, recepita anche a Campofilone, un paesino delizioso delle Marche, dove la cooperativa locale culturale “Confronto e Rinnovamento” organizzò anch’essa una mostra di immaginette, riscuotendo altrettanto successo.
Ripetè, pertanto, la mostra anche nell’estate del 1982, con la consulenza e l’appoggio del comm.Angiolino, animatore della costituenda A.I.C.I.S.
L’inizio del 1983 vide il gruppo promotore dell’AICIS assai avanti nella compilazione delle norme statutarie ed ebbe l’offerta del padre Lucio Migliaccio OMD di una sede al centro di Roma, in Piazza Campitelli.
Il 7 aprile 1983, perciò, in un incontro conviviale, i principali promotori poterono così stabilire lo schema anche di elezioni sociali, con candidature alle cariche, e di dare ogni appoggio alla mostra di Campofilone, che avesse in fase di preparazione la propria terza edizione espositiva.
Ci vollero comunque altri 4 mesi per poter arrivare alla effettiva assemblea costitutiva dell’A.I.C.I.S. e prime elezioni.
Diramati gli inviti a quanti avevano per ciò dimostrato interesse, il 6 luglio 1983 si ebbe così finalmente – nella sede di Piazza Campitelli 9 – il primo incontro ufficiale.
I presenti – non numerosi invero (alcuni avevano inviato comunque la propria delega), nominato Segretario dell’incontro Anselmo Terminelli, hanno svolto i lavori, ai quali tutti hanno dato il proprio valido contributo.
Il Padre Lucio Migliaccio, che ha ospitato l’associazione costituenda, ha innanzi tutto sottolineato l’aspetto anche religioso del collezionismo di Immaginette Sacre, attraverso il quale si può svolgere anche dell’Apostolato in ambienti perfino non cattolici. Il comm.Angiolino ha poi riassunto la storia della costituenda associazione, ed il lavoro fatto in questi tre anni, per arrivare a questa giornata conclusiva.
Si è passati, quindi, alla lettura, articolo per articolo, dello statuto e del regolamento e – o dopo gli emendamenti ultimi, dovuti ad ulteriori proposte e discussioni – alla relativa approvazione.
L’assemblea ha quindi fissato le quote sociali in lire 5.000 d’iscrizione per tutti; e di L.10.000 per i soci ordinari, 20.000 per gli enti ed associazioni, e di L.5.000 per i giovani sotto i 18 anni.
Dopo aver regolarizzato i presenti la propria quota, e quella dei rappresentati per delega, onde essere effettivamente e regolarmente associati, si è provveduto ad eleggere il seggio elettorale a presiedere il quale è stato votato alla unanimità il padre Lucio Migliaccio, mentre scrutatori sono stati eletti Monsignor Piero Amato e il rag.Francesco Ruggiero.

L’assemblea ha anche stabilito la pubblicazione – nei limiti delle possibilità finanziarie dell’A.I.C.I.S. – di una circolare mensile di collegamento, ed il comm. Angiolino ha offerto la testata del “BOLLETTINO FAC” di sua proprietà, per tale uso. La testata è stata appositamente ridisegnata dal dr. Adriano Perone, illustratore delle riviste scout dell’A.S.C.I. “Jau!” e “L’Esploratore”, vincitore del concorso indetto nel 1970 dalla Federazione Nazionale Commercianti Filatelici Italiani per un bozzetto per francobollo, ed autore dei bozzetti dei francobolli italiani per i “Giochi della gioventù” del 1971. A lui si deve anche il simbolo dell’A.I.C.I.S.
(Bollettino FAC – mensile d’informazione – Aut.Trib. di Roma n.14183 del 12.XI.1971 – Stampa: Tip.Liberti – RM – Direttore Resp.Gennario Angiolino).

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MOSTRE DI IMMAGINETTE SACRE

 


I SANTINI DEVOZIONALI DAL 1700 AD OGGI
Rodigo (MN) 18.25 Maggio 2008 - Mostra di Immaginette Sacre


Il socio Franco BISLENGHI di Canneto sull'Oglio (Mn) ha allestito, nel Centro culturale di villa Balestra nel Comune di Rodigo, a 15 km. dal capoluogo, una mostra di santini nell'ambito di varie esposizioni dirette dalla Presidente Floriana ARRIGONI, tra le quali, molto interessante una esposizione di documenti antichi della famiglia Gonzaga.
La mostra, organizzata dal Senatore Carlo GRAZIOLI, sindaco di Rodigo, in questa villa del XVI secolo, che costituisce il principale riferimento per le iniziative socio-culturali che il Comune stesso promuove, è risultata di estremo interesse e di forte richiamo non solo per la cittadinama anche
per le popolazioni dei paesi confinanti, tenuto
anche conto del periodo purtroppo molto piovoso. L’occasione è stata la festa patronale di San Bernardino da Siena, Patrono di Rodigo che è stata celebrata il 20 maggio e che ha visto molte manifestazioni affollarsi contemporaneamente nel citato comune, sorto tra il 1050 ed il 1100.

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IL 150° ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DELLA MADONNA A LOURDES

Borgo Faiti (Lt) . 9.11 Maggio 2008

Mostra di Filatelia Religiosa e di immaginette


Il socio Maurizio PROSPERI si cisterna di Latina, (LT) ha allestito, nell'ambito di una esposizione di filatelia religiosa, una Mostra di immaginette sul tema: " Il 150° anniversario della apparizioni della Madonna di Lourdes", nel museo Piana delle Orme a Borgo Faiti nei giorni 9-10-11 maggio. Moltissimo il pubblico presente alla manifestazione.
Hanno partecipato i soci Mario CESARANO di Mariglianella, Giancarlo GUALTIERI e Renzo MANFE’ di roma, Fabrizio PECCI di Alatri. A tutti l'Organizzazione invia un "Attestato".

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"SAN GIUSEPPE NELL'ICONOGRAFIA"

Roma, Parrocchia di S. Giuseppe Artigiano, 19 aprile-25 Maggio 2008
Mosdtra A.I.C.I.S. di Immaginette sacre dal '700 ad oggi

San Giuseppe artigiano attraverso l'arte: un percorso in immagini dale incisioni alle stampe devozionali

La Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, in occasione del Cinquantenario dallafondazione, ha promosso una Giornata di Studi ed una Mostra iconografica sul santo titolare, in collaborazione con il Centro Studi San Giuseppe,l’A.I.C.I.S.* e il Comune di Piombino.
Giancarlo GUALTIERI ha messo a disposizione la propria collezione, così da poter articolare, insinme ad altro materiale tematico, un percorso espositivo storico-tipologico così strutturato:
- San Giuseppe: incisioni, xilografie, stampe
- San Giuseppe padre: santini merlettati, e cromolitografie
- santini del ciclo giuseppino: Sposalizio, Visitazione, Sogno
- santini Natività, Adorazione del Bambino, dei pastori, dei Magi
- santini della Fuga in Egitto
- santini della Sacra Famiglia -santini della Vita a Nazareth
- santini: San Giuseppe offerente
- santini: Il Transito - La Statuaria - I Patronati
- Le Confraternite - Libretti devozionali: novene, orazioni, preghiere.
- Frontespizi di opere a stampa del XVI-XVII, XVIII secolo
- Incisioni “Sette dolori et allegrezze di S. Giosefo" - XVII sec.
- Incisioni “Memorie della vitadi S. Giuseppe... figurata”, XVIII sec.
- Stampe popolari e popolareggianti
- Riproduzioni di arte popolare siciliana
- Un ciclo pittorico: Pietro Ivaldi, il “Muto” di Toleto
- Riproduzioni artistiche inerenti san Giuseppe artigiano, padre, patrono e intercessore.
Il 19 aprile si è aperta, nella chiesa parrocchiale che ospita la Mostra, la giornata di studio su San Giuseppe. A rappresentare l’AICIS erano presenti il Vice Presidente Renzo MANFE' ed il Segretario Giancarlo GUALTIERI.

Ha apertto i lavori S.E. Rev.ma Mons. LUIGI MORETTI, Vicegerente della Diocesi di Roma che ha dato l’avvio alla giornata di studio in onore e di san Giuseppe ed il prof. Padre TARCISIO STRAMARE, dei padri Oblati di San Giuseppe, docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Urbaniana e la Facoltà Teologica Marianum di Roma, ha tenuto una dotta conferenza sul tema “San Giuseppe nel mistero dell’Incarnazione”. P. FRANCESSCO VERRI ha quindi parlato su “Giuseppe e famiglia nella pittura di un artista torinese del XX secolo”.
Dopo il pranzo offerto dalla parrocchia si sono ripresi i lavori con n una conferenza del parroco Don MARCO VALENTII “Un esempio significativo di iconografiia di San Giuseppe artigiano nella parrocchia”.
Ha preso quindi la parola la nostra socia prof.sa STEFANIA COLAFRANCESCHI che ha illustrato immagini in diapositive sul tema “Iconogrrafia di San Giuseppe artigiano tra quotidianità e simbologia”.

Ha avuto poi la parola GIANCARLO GUALTIERI) che si è soffermato sulle immaginette della mostra iconografica, oggetto di una sua ricerca.

L’esposizione ha come tematica un suo percorso volto ad esaminare i vari aspetti di San Giuseppe, “vir iustus”, uomo giusto, Patrono della Chiesa Universale: san Giuseppe interlocutorio; san Giuseppe con il bastone, quale ultimo patriarca; san Giuseppe accogliente e, operoso, falegname, padre, Sacra Famiglia Operosa, San giuseppe e il bambino; san Giuseppe con il Libro; san Giuseppe sulla nuvola (intercessore) e san Giuseppe in gloria.

In merito la Prof. Stefania COLAFRANCESCHI che, a completamento del disorso tematico dei santini di Gualtieri, (un quadro di immaginette era della socia Orietta PALMUCCI), ha esposto circa 220 immagini e stampe relative a San Giuseppe en scrive: “Le varie tipologie fanno riferimento all’iconografia nel suo complesso, quale conosciamo sia attraverso i cicli cristologici, mariani e dell'infanzia, sia attraverso i cicli a lui dedicati, oltre alle numerosissime opere a sè stanti.

Queste raffigurazioni talvolta si ricollegano a momeni ben precisi della vita di S. Giuseppe, in alòtri casi rappresentano episodi di vita famialire, privi di riferimenti testuali: in ogni caso, ne ripercorrono le tappe a partire dal Sogno, lo Sposalizio, il Viaggio, la Nascita, l'Adorazione dei Pastori, dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Circoncisione, la Fuga in Egitto, il Ritorno dall'Egitto, la vita a Nazareth, il Ritrovamento nel Tempio… fino al Transito.

Il percorso visiivo è frutto di una selezione mirata ad attestare la persistenza delle tipologie e la loro continuità temporale. Inoltre, si è voluto proporre opere esemplari e nello stesso tempo poco note o inedite, raccolte grazie alla ricerca interdisciplinare sulla Natività, che permette da un lato di ampliare il bagaglio cognitivo, e d’altra parte consente di riconnettere temi e motivi arcaici.

La figura di San Giuseppe, alla luce e delle molteplici letture di cui la tradizione ha serbato memoria, ci viene restituita sotto una luce più vivida, con uno spessore umano e sacrale sorprendente; è un protagonista della storia biblica, dai tratti fortemente simbolici, espressivi del disegno divino".


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SAN GIUSEPPE ARTIGIANO ATTRAVERSO L'ARTE - UN PERCORSO DALLE INCISIONI ALLE IMMAGINI DEVOZIONALI

ROMA, 13-15 GIUGNO 2008

La Ven. Arciconfraternita di Maria Santissima dell’Orto, in collaborazione con il Centro Studi San Giuseppe, il Centro “Luigi Huetter” per lo Studio e la Documentazione sulle Confraternite e le Università di Arti e Mestieri e l’A.I.C..I.S., ha esposto nella propria sede di Via Anicia 100 in Roma, nella famosa Trastevere, la Mostra iconografica su S.Giuseppe artigiano, che era stata allestita in occasione del Cinquantenario della parrocchia romana di S. Giuseppe Artigiano nella zona Tiburtina.
Un grazie sentito ai soci Bruno FORASTIERI, Giancarlo GUALTIERI, Enrica CARIONI, Stefania COLAFRANCESCHI e Renzo MANFE’ che hanno collaborato al concreto allestimento dei 37 quadri e cavalletti della bella esposizione.

Il materiale, come noto comprendeva le immaginette di GIANCARLO GUALTIERI e le incisioni, stampe e riproduzioni tematiche della socia Prof.ssa STEFANIA COLAFRANCESCHI, in modo da permettere di articolare un percorso espositivo storico-tipologico così strutturato: San Giuseppe: incisioni, xilografie, stampe; San Giuseppe padre: santini merlettati, e cromolitografie; santini del ciclo giuseppino o: Sposalizio, Visiitazione, Sogno; santini Natività, A dorazione del Bambino, dei pastori, dei Magi; santini della Fuga in Egitto; santini della Sacra Famiiglia; santini della Vita a Nazareth; santini: San Giuseppe offerente; santini: il Transito.
E inoltre: la Statuaria, i Patronati, lle Confraternite, i Libretti devozionali: novene, orazioni, preghiere; Frontespizi di opere a stampa del XVI XVII-XVIII sec.
- Incisioni “Sette dolori et allegrezze di s. Giosefo”, XVII sec.; le Incisioni “Memorie della vita di San Giuseppe… … figurata”, XVIII sec.; le Stampe popolari e popolareggianti; delle Riproduzioni di arte popolare siciliana; un ciclo pittorico: Pietro Ivaldi, il “Muto” di Toleto; e, infine, le Riproduzioni artistiche inerenti san Giuseppe artigiano, padre, patrono e intercessore.

L’esposizione inaugurata il giorno della festività di sant’Antonio da Padova (13 giugno), ha visto una otttima frequenza di visite nei giorni 13, 14 e 15 giugno.
La mostra veniva ripetutamente illustrata sia da Giancarlo Gualtieri, seguendo i visitatori nella parte espositiva relativa alle immaginettete con dettagliate spiegazioni sulla storia del santino, sia dalla prof.sa Stefania Colafranceschi che completava la visita degli ospiti con ampie informazioni sui 220 pezzi da lei esposti a corollario della sto ria di S. Giuseppe e.

Al termine della visita, il socio BRUNO FORASTIERI, segretario della Ven. Arciconfraternita di Maria SS.ma dell’Orto, e la prof.ssa Colafranceschi accoglievano i visitatori nella Chiesa (1495-1585) di s.Maria dell’Orto che è uno straordinario insieme di splendide testimonianze culturali ed antiche, anche su San Giuseppe. In abbinamento poi avveniva la visita dell’ Oratorio, terminato nel 1563 e della Sacrestia iniziata nel 1561.

La zona della mostra e della chiesa era denominata “campi di Muzio Scevola” (Prata Mutia) ed è tradizionalmente ritenuto il luogo che aveva ospitato l’accampamento di Porsenna. Ricordiamo qui la vicenda che è ambientata nel periodo della lotta tra Roma ed il popolo etrusco. Il protagonista è Caio o Muzio, un giovane romano, che travestito da soldato etrusco riesce ad entare nel campo nemico per uccidere il re Porsenna. La fatalità vuole che il Romano sbagli tenda ed uccida un ufficiale. Viene catturato e condotto alla presenza del re etrusco. Caio o Muzio proclama la volontà degli altri soldati di uccidere Porsenna, ma intanto lui pone la mano destra sul braciere per autopunirsi dello sbaglio commesso. Porsenna, colpito da un gesto così coraggioso, stipula la pace con Roma. Da questo episodio derivò il nome dato al giovane "Scevola" ossia "mancino".

I visitatori rimanevano entusiasti di questo felice connubio: la mostra su san Giuseppe e la visita alla Chiesa. L’interesse dell’edificio, d’altronde, non è costituito soltanto dall’intrinseco significato religioso-artistico, ma anche da ciò che esso ha rappresentato socialmente e culturalmente nella vita di Trastevere e di tutta la città.

Tutto era nato da una guarigione miracolosa (c. 1488) che un povero ortolano aveva ricevuto da un’immagine della Vergine con il Bambino dipinta sul muro di un orto; questi fece voto di accendere in
perpetuo una lampada dinanzi all’immagine miracolosa.. Altri fedeli avevano seguito l’esempio del povero contadino contribuendo all’intensificarsi del culto di fede, Papa Alessandro VI creò nel 1492 la Confraternita della Madonna dell’Orto, elevata poi al rango di Arciconfraternita nel 1588 da Papa Sisto V.

Grande la soddisfazione degli organizzatori per questa interessante esposizione sullo Sposo di Maria Vergine che ha richiamato, oltre ai soci AICIS, visitatori di passaggio a Trastevere, appassionati di stampe devozionali, cultori di immaginette sacre e studiosi di iconografia in generale e su San Giuseppe e in particolare.

(Un “grazie” all’efficiente Claudio FORNAI)


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GESU' DA BETLEMME AL CALVARIO

Cislago (Va) 22 giugno 2008 - Mostra di immaginette

Il Gruppo Artistico Culturale “IL GRAPPOLO" a Cislago (Varese), la scorsa domenica 22 giugno, ha organizzato nel Sottopalestra delle Scuole Elementari in Piazza Enrico Toti la Mostra "Gesù da Betlemme al Calvario"
Animatore dell’iniziativa il nostro efficiente associato LUCIANO GALBUSERA di Cislago.
La bella ed interessante esposizione di circa 1600 immaginette che riguardavano un periodo dal 1700 ad oggi, ha richiamato molti visitatori, curiosi ed appassionati del settore.
Hanno partecipato come espositori, oltre il citato Sergio AGLIETTI, Enrica ALBERTI, Olga e Carlo MANZELLA, Vito LIBONI,il Prof. Marcello VENDEMMIATI, Roberto DESANTIS e per l'Archivio Storico di saronno Sergio BEATO.

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SICILIA, GIARDINO DI MARIA

Misilmeri (Pa) 24 Maggio - 1 Giugno - Mostra di immaginette

 

Il Socio Antonino COTTONE ha allestito dal 24 Maggio al 1° giugno u.s. una bella esposizione di immaginette devozionali intitolata "Sicilia, il giardino di Maria"
L’esposizione è stata ospitata in Misilmeri in due ambienti presso i locali adiacenti alla Parrocchia Cuore immacolato di Maria, in coincidenza dei locali festeggiamenti in onore del Cuore Immacolato.

Nel 150° ann.rio di Lourdes,“Sicilia, giardino di Maria”, il titolo che ho voluto dare alla mostra proprio per ricordare questo grande legame della Vergine Maria alla Sicilia della quale è compatrona.
Nella mostra erano presenti immaginette mariane provenienti da moltissimi paesi siciliani, montate su dei pannelli e poi suddivise per provincia. I giornali ne hanno parlato molto e ho avuto grandi soddisfazioni. I visitatori sono stati per lo più persone del paese, passanti, vecchiette che uscivano dalla chiesa. Una delle cose che mi ha maggiormente colpito è stata l’attenzione dei visitatori sugli svariati titoli mariani, infatti qui in Sicilia, un detto popolarissimo è “ MA QUANTO TITULI AVITI” (MARIA UNA SIETE E TANTI TITOLI AVETE) ed erano proprio le vecchiette che mi ricordavano questo proverbio.

Mi fa piacere rendere partecipi gli amici collezionisti attraverso le foto dell’evento e un piccolo video che ho realizzato su: http://it.youtube.com/watch?v=4oOWcWI46aU
Un sentito grazie alla Famiglia AGNELLO pe la gentile concessione dei locali e al sig. Parroco don Vincenzo CATALANO per la sua sempre pronta amichevole disponibilita.

ANTONINO COTTONE

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SANTINI, BIBBIA DEL POVERO

Roma, 1 giugno 2008 - Mostra di immaginette sacre

Il primo giugno scorso sono stati celebrati i festeggiamenti in onore di San Bonaventura, Patrono della Parrocchia situata a est di Roma, in zona Torre Spaccata.
Per l’occasione il socio MASSIMO MARCUCCI di Roma, grazie anche al prezioso supporto offertogli dal parroco DON ANDREA BUZUR ed alla fattiva collaborazione del Comitato organizzativo sig. GIANCARLO TODISCO ha allestito una Mostra di immaginette sacre. I santini abbracciavano un largo periodo storico della storiadel santino, dal 1700 fino agli inizi del 1900 ed erano di tipologie er caratteristiche le più varie: a collage, a libretto, sorpresa, a teatrino, merlettati, trinati, con tessuto, con porporina, ec.

Come è sua abitudine in queste circostanze, Marcucci presenta tali immaginette accompagnando
il visitatore con spiegazioni e immergendolo nel dovuto periodo storico della storia del santino dall’invenzione della stampa ad oggi. Moltissime le domande da parte di visitatori, dai semplici curiosi agli appassionati di santini e anche di studiosi del settore. Egli ha gentilmente e con pazienza fornito a tutti delucidazioni ed esaurienti risposte. La stessa comunità parrocchiale gli ha riservato accoglienza festosa e familiare.

Questa esposizione di inizio giugno ha confermato ancora una volta l'apprezzamento sia da parte dei giovani che dei meno giovani. E' stata anche una nuova testimonianza di alto valore spirituale ed artistico. Nel contempo costituisce una evangelizzazione poiché le immaginette attraverso il loro linguaggio figurato parlano, affermano e confermano.
In merito, lo stesso fondatore della compagnia di Gesù, sant'Ignazio di Loyola, affermava: "Le immaginette sacre sono la Bibbia del povero, insegnando il Vangelo attraverso le figure, a chi non sa leggere".

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Il 150° ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DELLA VERGINE A LOURDES

Roseto degli Abruzzi (Te) 3-15 Luglio 2008

XVIII Mostra di Immaginette Sacre

Il 3 luglio l’AICIS, aprira a Riseto degli Abruzzi l'esposizione organizata dall'AICIS in collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Rosetano che cura l’allestimento dei quadri e con l'Amministrazione Comunale di Roseto - Assessorato alla cultura - che mette a disposizione i locali.
La mostra sarà allestita nella Villa Comunale detta anche "Lido delle rose" e presenterà la tematica di maggiore attualità in questo 2008: "Il 150? Anniversario delle Apparizioni a Lourdes della Vegine".
La manifestazione rosetana 2008 taglierà il traguardo della XVIII Edizione.. E’ doveroso ringraziare il nostro defunto fondatore GENNARO ANGIOLINO e le colonne di queste 18 edizioni: il Dr. Mario GIUNCO nostro socio, che cura la manifestazione per l’Assessorato alla Cultra del Comune, Emidio D'ILARIO Presidente del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano, che al termine della manifestazione filatelica nazionale “ABRUZZOPHIL"mette a disposizione i supporti per la nostra esposizione sociale annuale, e il Vice Presidente Renzo MANFE' che cura l'allestimento del materiale espositivo dal luglio 2003.
Parteciperanno come espositori i soci Mario CESARANO di Marignanella, Vincenzino MONACO di Molfetta, Renzo MANFE', Emanuele MACCHIAVERNA e Giancarlo GUALTIERI di Roma, Stefano IORI di Grottaferrata e Fabrizio PECCI di Alatri.


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L'EUCARISTIA

Forni di Spora (Ud) - 15 Luglio - fine Agosto 2008

Dal 15 luglio alla fine di agosto a Forni di Sopra (Ud), il socio AUGUSTINO BUSATO di Maerne con la signora AURELIA CAPPELLARI, che svolge l’attività di sagrestana nella Parrocchia di Forni di Sopra presenteranno una mostra di immaginette sacre sul tema "L'Eucaristia".

Il nostro socio ha qui proseguito, con l'occasione un congruo quantitativo di immaginette pubblicitarie della Mostra per la Campagna "Un Santino per ogni Socio".

Forni di Sopra, dominata dalle Dolomiti Friulane, sorge a 907 m. di altezza in alta Val Tagliamento, nella regione alpina della Carnia, sulla riva sinistra del fiume.
Di origini celtiche, il primo documento che attesta l'esistenza di Forni di Sopra è del 778 d.
È stata per lungo tempo considerata distinta dal resto della Carnia, soprattutto a motivo della sua dipendenza dalla famiglia Savorgnan, che la ricevette, così come la vicinaForni di Sotto dai Patriarchi di Aquileia.
Sede della mostra sarà la chiesa di San Floriano; un edificio del XV secolo, con il presbiterio totalmente affrescato da Gianfrancesco da Tolmezzo nel 1500 e racchiude l’altare maggiore con il polittico di San Floriano, dipinto dal Bellunello nel 1480.
La mostra a Forni di Sopra costituisce succulento invito per tutti i nostriassociati e non; permette, infatti, di partecipare ad un importante avvenimento culturale immesso in un ambiente stupendo, ricco di numerosi itinerari escursionistici.

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CARI VECCHI SANTINI

Albarè (Vr) - 7-11 Agosto 2008 - Mostra di immaginette

Il socio STEFANO FASOLI di Sommacampagna, curatore di Museo del Santino, allestirà una mostra di immaginette della propria collezione ad Albarè, in provincia di Verona.
I santini in esposizione copriranno un largo periodo

I santini in esposizione copriranno un largo periodo che andrà dal XVII al XX secolo. Interessante questo, poiché il visitatore potrà apprezzare i vari passaggi di tecnica ed incisione lungo i secoli.
Inoltre, logistica permettendo, verranno esposti anche alcuni libri antichi sulle vite dei santi, contenenti le rispettive immagini.
Fasoli darà la preferenza ai santini raffiguranti i santi della zona: S.Lorenzo, SS.Fermo e Rustico, S. Giovanni Bosco, S. Carlo Borromeo e altri selezionati dalla collezione.

La Mostra verrà allestita in collaborazione con il Museo del Santino e il comitato della Sagra di San Lorenzo di Albarè, paese molto vicino al lago di Garda, presso le sale parrocchiali a fianco della chiesa. Orario di apertura: dalle 20,00 alle 23,00.

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I SANTINI MARIANI

RE (Vb) - 12-31 Agosto 2008 - Mostra di immaginette sacre

La grandiosa basilica dedicata alla Madonna del Sangue, di stile bizantino-rinascimentale, iniziata nel 1922 è stata consacrata il 5 agosto 1958 dal Vescovo di Novara ed è stata insignita da Pio XII del titolo di Basilica Minore. Il prossimo 5 agosto verrà festeggiato il 50° ann.rio di consacrazione del nuovo Tempio.
Per tale solenne circostanza il nostro socio PIER LUIGI PATRITTI con STEFANIA BONZANI, grazie alla preziosa collaborazione del Comune e della Pro Loco, allestiranno una grandiosa mostra di immaginette devozionali a tema mariano.
L’esposizione avverrà dal 12 al 31 agosto nella Cripta della Basilica. Le mille e più immaginette, che i visitatori potranno ammirare, copriranno un arco di tempo che andrà dal 1700 fino agli inizi del 1900. E’ una visita che consigliamo a tutti gli associati poiché potranno venerare la Vergine in questo bellissimo santuario, ammirare bellissimi pezzi da collezione e godere di un luogo che sotto l’aspetto paesaggistico è unico in Italia. (Una curiosità: il comune di Re detiene, insieme ad altri quattro comuni, il record del nome di comune italiano più corto (2 lettere). Gli altri comuni sono: Ne (GE), Lu (AL), Ro (FE) e Vò (PD).
L'immagine che vi è venerata ricorda al pellegrino un prodigioso intervento di Maria del lontano 1494, quando improvvisamente l'effige iniziò a sudare sangue alla presenza del popolo e di autorità eligiose e anche civili, che ne hanno lasciato testimonianza notarile. La tradizione, ben documentata, narra che un uomo ubriaco lanciò una pietra contro l'immagine della Madonna, dipinta in affresco presso la porta della piccola Chiesa del villaggio, colpendola alla fronte. Fu come se si fosse aperta una ferita su un volto vivo. Per vari giorni ne scaturì un rivolo di sangue di cui rimangono tracce nel dipinto e in vari pannolini conservati. Davanti all'immagine della Madonna del Sangue, fu subito costruito un altare. In seguito, dal 1606 al 1628 fu edificata una Chiesa più grande che conglobava l'immagine, la quale, pur rimanendo al suo posto, risultava collocata sull'altare

(Fonte:Comunità SODC)

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NOTIZIE DAL VATICANO

 

17 APRILE - SAN GIOVANNI LEONARDI NEL 70° ANNIVERSARIO DELLA CANONIZZAZIONE

70 anni della canonizzazione di San Giovanni Leonardi presieduta il giorno di Pasqua 1938 dal Sommo Pontefice Pio XI.
L’evento è stato commemorato con una solenne concelebrazione eucaristica nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, dove riposano le spoglie mortali del Santo. Il padre Generale Padre Francesco Petrillo ha ricordato la circostanza nella Comunità di Santa Maria del Rosario a San Ferdinando di Puglia.
E’ opportuno ricordare quanto le cronache del tempo raccontavano:
«Tre fulgidi assertori della dottrina di Cristo iscritti nell’albo dei Santi». Così titolava il Corriere del Tirreno di lunedì 18 aprile 1938.«Roma ha vissuto ieri un’altra di quelle memorabili giornate di gioia spirituale. Pio XI nella Basilica Vaticana, ha proclamato santi, con tutta la grandiosità del rito richiesto dalla Chiesa, Giovanni Leonardi, Andrea Bobola Gesuita e Salvatore da Horta laico dei frati minori.
I tre nuovi santi: l’apostolo italiano, il martire polacco ed il taumaturgo spagnolo, stanno a dimostrare l’universalità della Chiesa».
Le cronache del tempo ci danno notizia della sontuosità del rito, forse oggi un po’ lontano dalla nostra sobrietà, tuttavia quello splendore vuole indicare la bellezza della santità i cui riflessi appaiono nella Chiesa pellegrina sulla terra.
Oltre cinquantamila pellegrini si riversarono fin dalle prime ore del mattino del 17 aprile in piazza S. Pietro, accolti dall’abbraccio materno del colonnato berniniano. Gli occhi fissi sul grande drappo posto sulla loggia centrale. Lo scoprimento sarebbe stato il segnale dell’avvenuta canonizzazione.
Ai fortunati che poterono entrare, la Basilica vaticana si presentò in tutto il suo splendore: migliaia di luci scintillavano sui damaschi di porpora con i quali era
rivestita. In fondo all’abside era situato il trono papale circondato da cardinali, vescovi, prelati, dall’intera corte pontificia e dai rappresentanti della postulazione.
Dalle logge della Veronica e di sant’Elena pendevano gli arazzi dei miracoli approvati per la canonizzazione; mentre nella gloria del Bernini risplendeva la raffigurazione della Trinità.
Tra i pellegrini provenienti da Lucca, Roma e Napoli era presente il piccolo Vittorio Lamberti miracolato per intercessione del Leonardi. Una solenne processione di sacerdoti secolari e regolari con i ceri accesi intanto andava snodandosi per la Scala Regia. Aprivano la processione: i penitenzieri, il clero delle basiliche patriarcali, gli officiali del Vicariato di Roma e i consultori della Sacra Congregazione dei Riti.
Lo stendardo del Leonardi era preceduto dal P. Forcellati e da altri cinque sacerdoti dell’Ordine.
Al canto del Tu es Petrus, Pio XI entrava in Basilica e sedeva sulla Cattedra.
Dopo aver ricevuto l’obbedienza del Collegio cardinalizio e dei vescovi presenti, il pontefice iniziava il rito di canonizzazione.
Il Prefetto della Congregazione dei Riti, card. Laurenti, in qualità di Procuratore con accanto l’avvocato concistoriale, rivolge va al papa la triplice richiesta di voler procedere alla canonizzazione. Pio XI, per mezzo di Mons. Bacci Segretario dei Brevi, rispondeva che era necessario prima di procedere invocare lo Spirito Santo. La Schola, intonato il Veni creator e le litanie dei santi preparava l’assemblea al solenne atto. A questo punto il Segretario dei Brevi invitava tutti ad alzarsi e ad ascoltare la voce infallibile del Vicario di Cristo che pronunziava la formula di canonizzazione: «In nome della Santa e individua Trinità ad esaltazione della cattolica fede e ad incremento della cristiana religione, con l'auutorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei beati Apostoli Pietro e Paolo e nostra, dopo aver premesso matura deliberazione e dopo aver più volte implorato il divino aiuto, richiesto il consiglio dei Venerabili fratelli Cardinali di Santa Romana Chiesa, dei Patriarchi Arcivescovi e Vescovi presenti in Roma, decretiamo e designamo chei beati Giovanni Leonardi, Salvatore da Horta e Andrea Bobola sono Santi e nell’albo dei Santi li ascriviamo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".
Mentre tutte le campane di Roma annunziavano l’avvenuta canonizzazione, il drappo sulla loggia in piazza San Pietro veniva scoperto tra gli applausi dei fedeli ed i cantori della Sistina che intonavano l’inno Te Deum. Dopo l’omelia pronuncziata da Mons. Bacci a nome del Papa, seguiva il solenne pontificale celebrato dal Cardinal Decano Granito Pignatelli di Belmonte accompagnato dal Maestro Perosi che eseguiva la Messa della Redenzione a otto voci, mentre per l’occasione aveva armonizzato le parti mobili della celebrazione: Introito, Graduale, Victimae Pascali, Offertorio e Communio.
Padre Forcellati seguito da due confratelli, al canto dell' Oremus pro Pontifice, offrica al Santo Padre i doni simbolici: pane, vino, tortore, colombi e dei ceri votivi.
Al termine del Rito il Papa accompagnato dal Sacro Collegio impartiva la benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia centrale della Basilica davanti ad una folla esultante. Una rappresentanza della città di Lucca, per onorare il nuovo Santo, donava a Pio XI un artistico reliquiario riproducente il tempietto lucchese del Volto Santo di Matteo civitali. Migliaia di piccole fiaccole romane illuminavano la cupola di San Pietro e l'intera facciata della Basilica vaticana nel vespro di Pasqua del 1938, mentre la Chiesa intera salutava il Risorto, Signore del tempo e della storia, «mirabile nei suoi Santi».
L’evento del 70° Anniversario della canonizzazione del Fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio è stato commemorato con una solenmne concelebrazione eucaristica nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, dove riposano le spoglie mortali del Santo. Il padre GeneralePadre Francesco Petrillo lo ha ricordato nella Comunità di Santa Maria del Rosario a San Ferdinando di Puglia


Fonte: Sito dell’Ordine dei Chierici regolari della Madre di Dio


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- 30 APRILE BENEDETTO XVI INAUGURA E BENEDICE LA STATUA DI SAN GIOVANNI LEONARDI

Giornata memorabile che ha visto radunati i torno al Santo P Benedetto XVI un migliaio di pellegrini provenienti dalle comunità dell’Ordine della Madre di Dio e dalla città di Diecimo.
Le maestranze della Reveverenda Fabbrica S.Pietro avevano collocato 21 aprile la monumentale statua di San Giovanni Leonardi nell’abside della Basilica papale di San Pietro.

L’opera del Maestro Paolo Cavallo rappresenta il santo avvolto da tre angeli allegoria delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità.

Durante l’attesa del Pontefice gli inni di ringraziamento si sono alternati con le parole di ringraziamento del Cardinale Comastri e del P. Generale.

L’artista Paolo Cavallo presentando il nuovo monumento che ornerà l’abside della Basilica Vaticana, ha ricordato "che è più facile scolpire una statua, mentre è più difficile dare forma ad un cristiano", questo fanno i santi nella storia.
Il Santo Padre, giunto davanti al monumento che ricorda il Leonardi ha salutato i convenuti, tra gli altri: il Card.Angelo Sodano Decano del Sacro Collegio ed il Card. Ivan Dias Prefetto della Congregazione
per l’evangelizzazione dei popoli.

Mentre scendeva il drappo con il quale era coperta l’effigie del Leonardi, il Santo Padre pronunziava le parole della preghiera liturgica: "O Dio fonte di ogni bene che hai ispirato a San Giovanni Leonardi sacerdote il vivo desiderio di portare a tutti gli uomini il tuo Vangelo fa che si diffonda in ogni luogo la vera fede di Cristo".
Aspersa la statua con l’acqua benedetta il Papa ha salutato il P. Generale ed alcuni confratelli che hanno offerto un obolo per la sua carità ed una reliquia del Santo.
Nella Basilica Vaticana presso l’altare della Cattedra la solenne Eucaristia presieduta dal Card. Angelo Comastri, il quale ha ricordato che i Santi sono la prova più eloquente e convincente che Cristo è risorto: "se ci sono i Santi, vuol dire che Cristo è vivo e interviene nella storia degli uomini…".
Infine ricordando la passione generosa del Leonardi per la Chiesa e la missionarietà ha affermato: "Dio voglia per la Sua infinita misericordia, che la fede che ci ha spinto a collocare una statua di S. Giovanni Leonardi nel perimetro della Basilica Vaticana, ci impegni anche a collocare nel nostro cuore il suo ardente amore per Cristo e per la Chiesa".
I numerosi pellegrini dopo una visita presso il Collegio Urbano di Propaganda Fide sul Gianicolo, si sono ritrovati presso la Chiesa di S.Maria in Portico in Campitelli dove riposano le spoglie mortali del Leonardi per cantare i salmi di Vespro presieduti da S. E. il Card.Giovanni Battista Re, il quale ha ricordato le nobili e appassionate gesta del Fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio ed intonato l’inno Te Deum quale ringraziamento per il dono della sua santità alla Chiesa. (Fonte: Sito ufficiale dei Chierici Regolari della Madre di Dio).


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PROCESSI DI CANONIZZAZIONE - CAUSE DI BEATIFICAZIONI IN CORSO

250 MARTIRI DI VALENCIA: APPROVATO IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE

VALENCIA, giovedì, 12 giugno 2008 (ZENIT.org).- La Santa Sede ha approvato il processo di beatificazione di un nuovo gruppi di martiri della persecuzione religiosa spagnola, secondo quanto ha reso noto questo giovedì Avan, l'agenzia diocesana dell'Arcivescovado di Valencia.
Si tratta di 250 persone (183 sacerdoti, 6 religiosi, 4 religiose e 57 laici) assassinate “per odio alla fede” tra il 1934 e il 1939 nel territorio dell'Arcidiocesi.
Questo è il secondo processo così numeroso a Valencia, dopo la beatificazione, l'11 marzo 2001 da parte di Giovanni Paolo II, di altri 226 martiri.
Guida il gruppo dei nuovi beati l'allora vicario generale della Diocesi valenciana, Miguel Payá Alonso de Medina. Tra gli altri, come ha spiegato ad Avan il delegato diocesano per le Cause dei Santi, Ramón Fita, ci sono un chierichetto di 15 anni e una donna al nono mese di gravidanza, alla quale venne negato il permesso di partorire prima di morire.


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CHIUSO IL PROCESSO DIOCESANO DI GIUSEPPE ENGLING

Martedì 17 giugno 2008 alle 18 nel salone gotico del chiostro della cattedrale di Tréveris il vescovo ausiliare Mons. Robert Brahm ha presieduto alla riunione di chiusura della causa di Giuseppe Engling , nato nel 1898 e morto a 20 anni nel 1918. Erano presenti i membri della Famiglia di Schoenstatt, invitati a partecipare a quest’avvenimento, che è iniziato con una Santa Messa nella parrocchia Sant’Antonio, di Tréveris.
Solamente poche persone hanno partecipato alla riunione ufficiale. Dopo l’Eucaristia, tutti gli altri si sono recati al Centro di Schoenstatt di Tréveris e hanno pregato nel Santuario. "A110 anni dalla nascita e 90 dalla morte di Giuseppe Engling, il 3 e 4 ottobre sarà una gran gioia per tutti noi, quando celebreremo a Merville e a Cambrai – oltre il ricordo della morte del suo Padre spirituale, P. Giuseppe Kentenich – la chiusura della causa diocesana di Giuseppe", ha detto P. Schmiedl. "Ringraziamo la Santissima Trinità e la nostra Madre Tre Volte Ammirabile per questo svolgimento, finora ottimo, e preghiamo perché Roma avanzi rapidamente. Soprattutto preghiamo, affinché Giuseppe Engling voglia manifestarsi come un poderoso intercessore, poiché un miracolo concesso per la
sua intercessione è una condizione necessaria, affinché possa essere beatificato."


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CHIUSO IL PROCESSO DIOCESANO DI MONS. EMILIO LISSON

Il Cardinale García-Gasco chiude fase diocesana di processo di Arcivescovo peruviano Valencia, 31 May. 08 / 11:21 am (ACI).
L'Arcivescovo di Valencia, Cardinale Agustín García-Gasco, la mattina del 31 maggio scorso ha chiuso la fase diocesana del processo di beatificazione dell'Arcivescovo peruviano confinato alla Spagna tra 1948 e 1961, Mons. Emilio Lissón; in un atto realizzato nella Vicaria di Evangelizzazione di questa città.
Come informa l'agenzia AVAN, con la documenta zione di questo processo, gli esperti hanno creato il "Fondo Lissón" nell'archivio della Congregazione della Missione. Dopo aver classificati oltre cinquemila documenti esistenti, si è passati all'investigazione e si è fatto la selezione sia degli scritti che dei documenti per la causa."
Nella documentazione sono catalogati scritti spirituali di Mons. Lissón, la sua corrispondenza, i discorsi e gli appunti per la predicazione, le nomine ricevute e gli incarichi svolti durante la sua missione pastorale. Inoltre risultano gli episodi distaccati della sua vita, biografie come articoli di stampa e commenti "sulla sua vita e fama di santità."
Dietro la clausura della fase diocesana, la documentazione sarà consegnata alla Congregazione per le Cause dei Santi in vaticano.
Le motivazioni per iniziare questo processo? "L'apertura del processo si è effettuata per rispondere alla richiesta di numerosi vescovi peruviani e spagnoli e di fedeli che lo conobbero in vita."
La sua vita - Mons. Emilio Lissón nacque in Arequipa, sud del Perù, in 1872, entrò nella Congregazione della Missione, fondata da San Vicenzo de Paoli, e fu ordinato sacerdote in 1895 a Parigi. Papa San Pio X lo nominò Vescovo di Chachapoy as-in pieno Amazonía-in 1909, dove sviluppò un gran lavoro evangelizzatore.
A 37 anni di età percorse il suo territorio diocesano in canoa ed a piedi aiutato da quelli del posto. Nel 1918, a 46 anni di età, Benedetto XV lo nominò Arcivescovo di Lima, dove aprì quattro seminari minori, fondò un giornale cristiano, e visitò parrocchie che non avevano mai visto un vescovo da più di 400 anni.
Per conoscere meglio la vita di Mons. Emilio Lissón, consigliano di entrare nel sito:

http://www.aciprensa.com/noticia.php?n=21330

RENZO MANFE'

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L'ATTUALITA' DEI MARTIRI

Intervista all'Arcivescovo di Tarragona, Jaume Pujol Balcells di Miriam Díez i Bosch.


L'Arcivescovo di Tarragona invita i fedeli di tutto il mondo a recarsi in pellegrinaggio nella sua diocesi, dove 1750 anni fa tre martiri vennero arsi vivi.
Mons.Jaume Pujol Balcells, Arcivescovo di Tarragona, spiega il senso dell'Anno Giubilare che Papa Benedetto X V I ha concesso a Tarragona dal 21 gennaio 2008 al 21 gennaio 2009, in occasione della commemorazione del 1750° anniversario del martirio del Vescovo Fruttuoso e dei suoi diaconi Augurio ed Eulogio, arsi vivi proprio il 21 gennaio durante la persecuzione degli imperatori Valeriano e Galieno.
Parlare di martiri in Spagna crea sempre un po' di polemiche, anche se si ricordano martiri di molto tempo fa. Siamo in un'epoca di recupero del martirio come segno?
Monsignor Pujol: La Chiesa ha sempre creduto che il sangue dei martiri sia seme di nuovi cristiani. I martiri uniscono il loro sangue a quello di Cristo e in questo modo partecipano in un modo particolare all'opera di Cristo stesso: la Redenzione, che porta un futuro divino, davvero migliore, per ogni persona e per tutta l'umanità.
In ogni tempo e luogo, i martiri sono stati uomini e donne cristiani come noi, e ci hanno dato un meraviglioso esempio di carità cristiana, perché il martirio è un atto perfetto di carità, essendo allo stesso tempo un dono che ha bisogno di una particolare grazia di Dio. Sono un esempio di come bisogna agire con carità fino alla fine. I martiri sono morti arsi vivi nell'anfiteatro di Tarragona 1750 anni fa. Come vengono ricordati?
Monsignor Pujol: La Chiesa di Tarragona ha sempre mantenuto viva la loro memoria. Rimangono gli Atti del Martirio, un documento contemporaneo ai fatti che narra, i più antichi atti di martirio che si conservano nella Penisola Iberica. E' un documento molto bello, che rappresenta un riferimento agiografico fondamentale per lo studio del cristianesimo primitivo ispanico. Come i martiri di tutti i tempi, sono morti per Gesù Cristo, per non voler rinnegare la propria fede cristiana. Per questo, il Giubileo è un momento di grazia e di riflessione, che ci porta a considerare da dove veniamo e dove dobbiamo andare. Auspico di cuore che con questo Giubileo tutti i fedeli conoscano e familiarizzino con questi santi martiri di Tarragona, e che non ci sia nessuno nell'Arcidiocesi al quale non giungano l'esempio e il messaggio di Fruttuoso e dei suoi diaconi. Spero anche che questi esempi così belli siano conosciuti nelle altre diocesi spagnole e della Chiesa universale.
L'Anno Giubilare ha come obiettivo la conversione pastorale. Come viene ispirata dai martiri?
Monsignor Pujol: La figura di questi martiri e gli atti del loro martirio ci avvicinano a Gesù e alla sua buona novella, che per i cristiani deve essere la fonte alla quale attingere costantemente. Per questo, il loro esempio e le loro parole, raccolti negli atti, possono aiutare le persone della nostra epoca a compiere una profondaconversione del cuore e ad annunciare Gesù con nuovo ardore.
La loro memoria, inoltre, ci rende presente la profondità delle nostre radici cristiane, ci aiuta a valorizzare di più il ministero dei pastori, ad approfondirlo maggiormente e a chiedere nuove vocazioni, e infine a rinnovare il desiderio di testimoniare Cristo nel nostro mondo con gioia e vigore. D'altra parte, solo un cuore convertito è capace di donarsi davvero agli altri; a tutti, e naturalmente in primo luogo ai più bisognosi: ai bambini, ai malati, ai più poveri, agli emarginati...
Alle celebrazioni giubilari parteciperanno migliaia di persone. Come fare perché si avvicinino alla vita sacramentale?
Monsignor Pujol: L'Anno Giubilare deve servirci per renderci conto di ciò che significa essere cristiani, e per poi far conoscere la nostra fede, con l'esempio e la parola.
Dobbiamo dare vita oggi agli Atti del Martirio di Fruttuoso. Ora siamo noi ad avere in mano quella grande tradizione ecclesiale, che è viva ed è oggi una realtà impegnata.
Il Giubileo deve essere quindi un nuovo incontro personale con Gesù, che ci chiede sempre una nuova conversione: un cambiamento di atteggiamento, criteri, mentalità; un cambiamento di vita. Davanti a noi abbiamo l'opportunità di vivere questo tempo di grazia – perché è questo il senso più profondo di un anno giubilare – per rivitalizzare la nostra fede personale, quella delle nostre comunità e quella di molte altre persone che, speriamo, verranno in pellegrinaggio a Tarragona.
E tutto questo non si può raggiungere senza ricorrere al sacramento della riconciliazione o penitenza, e all'Eucaristia.
Cosa la colpisce come Arcivescovo di questi martiri e diaconi morti per la fede?
Monsignor Pujol: Negli atti, l'agiografo scrive che, quando Fruttuoso ascoltò la sentenza, questo santo pastore “rivolse il suo sguardo al Signore e iniziò a pregare dentro di sé”.Questo è ciò che chiedo durante quest'anno di grazia: rivolgere il nostro sguardo al Signore e pregare nel nostro cuore.
Un altro aspetto che mi emoziona è la menzione che si fa, così presto nella storia, dell'universalità e della cattolicità che la Chiesa diocesana è chiamata a vivere.
San Fruttuoso, prima di essere arso vivo, disse che doveva pregare “per la Chiesa cattolica, estesa dall'Oriente fino all'Occidente”. E poi aggiunse profeticamente:“Non vi mancherà mai un pastore, e non potranno venir meno l'amore e la promessa del Signore né in questo mondo né nell'altro”.
In questo modo, le sue ultime parole sono state una promessa che percorre tutta la nostra storia ecclesiale e che ora si compie anche in me, come suo successore.
Se me lo permette, mi piacerebbe terminare questa intervista invitando tutti a far fruttare la grazia che ci viene concessa in questo Anno Giubilare.
Siete invitati a venire a Tarragona e a peregrinare sui luoghi in cui i santi martiri hanno confessato la loro fede e hanno subito il martirio. Sarete tutti benvenuti.
L'appello lanciato dall'Arcivescovo Jaume Pujol Balcells può essere visto su www.h2onews.org

[Traduzione del testo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]


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CURIOSANDO TRA SANTI E SANTINI

 

I SANTINI ARTE PER LA DEVOZIONE

Riportiamo l’interessante articolo di S.E. Mons. MAURO PIACENZA, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, pubblicato per il catalogo Gloriae. I Santini della Pasqua ( La serie “Gloriae” pubblicata, a suo tempo dall'editore “Collezionare Cultura” di Lugo di Romagna, consistente nella ristampa di Santini artistici da collezione, è rimasta in sospeso dopo l’uscita del nr. 24, per motivi non noti, ma con grande dispiacere di molti nostri soci che con entusiasmo si recavano settimanalmente in edicola a richiederla).
In una conferenza pronunciata nel 1981 l'allora card. J. Ratzinger così presentava la devozione come via per avvicinarsi al Signore: "Per accostarsi al mistero di Dio l'uomo ha bisogno di vedere, di fermarsi a vedere, e di fare sì che tale vedere divenga un toccare. Egli deve salire la 'scala' del corpo, per trovare su di essa la strada alla quale la fede lo invita"[1]. Tale coinvolgimento dei sensi e del "cuore" nella vita di fede è profondamente radicata nella storia della pietà cristiana ed è complementare alla spiritualità "oggettiva", che trae la sua linfa dalla partecipazione alla celebrazione della liturgia e dalla lectio divina della Sacra Scrittura.
Santa Teresa di Gesù raccomandava di farsi aiutare nell’orazione da un’immagine del Signore[2]. Ancor più nota è la pratica suggerita da sant’Ignazio di Loyola di far precedere ogni meditazione spirituale da una "composizione visiva di luogo", con cui immaginare nei minimi dettagli la scena evangelica oggetto della contemplazione[3].
Si può facilmente constatare che la pietà popolare ama le immagini, perché appunto esse consentono il coinvolgimento anche dei sensi nell'esperienza di fede. Certamente c'è una doverosa distinzione da operare, da una parte, fra le immagini liturgiche, i cicli pittorici didattici e le immagini devozionali delle chiese, che fanno parte dei "santi segni" e accompagnano le azioni liturgiche e cultuali in genere e, dall'altra, i "Santini", i quali però partecipano alcuni significati delle prime.

Anche i Santini, infatti, sebbene in tono minore, traggono la loro ragion d'essere nell'economia dell'incarnazione, che è alla base del culto delle immagini, poiché lo stesso Cristo Verbo incarnato, "immagine del Dio invisibile" (Col 1, 15), è venuto incontro alla nostra debolezza prendendo un aspetto simile al nostro[4].
Pure essi sono una trascrizione iconografica del messaggio evangelico, in cui immagine e parola si illuminano a vicenda[5] e costituiscono quindi una forma di catechesi, attraverso cui il popolo è istruito e confermato nella fede. Sono altresì una memoria dei fratelli Santi, coi quali siamo in comunione e che intercedono per noi. Sono quindi un aiuto a pregare, ricordando i misteri della salvezza e le meraviglie di grazia operate da Dio nei suoi santi e costituiscono, infine, uno stimolo all'imitazione di Cristo, sulla strada dei santi, a loro volta imitatori di Cristo.
Inoltre è evidente la capacità che tali immagini hanno di aiutare il fedele ad "entrare" nelle scene evangeliche che rappresentano. E così nei Santini del Natale, partecipando alla tenerezza e alla trepidazione della Madre di Dio, che stringe a sé o contempla il suo bambino, attraverso l'emozione si sarà attratti con la mente alla considerazione del Mistero della spoliazione di Dio nel farsi uomo e, vedendo nei pastori o nei magi che adorano il bambino sé stesso, ci si deciderà di farsi come loro discepoli del Signore. Analogamente, contemplando nei Santini della Passione il disfacimento dell'"uomo dei dolori" (Is 53, 3), si sarà ammoniti a ricordare a qual prezzo siamo stati salvati, mentre, rallegrati dalla luce che promana dai Santini della Pasqua, si sarà esortati a risorgere con Cristo in una vita nuova (cfr 2 Cor 5, 17), per poter godere della sua stessa vita immortale.
Pertanto, "il necessario rigore richiesto per il programma iconografico delle chiese - rispetto alle verità della fede e della loro gerarchia, bellezza e qualità - deve potersi incontrare anche in immagini e oggetti destinati alla devozione privata e personale", in modo che "tali immagini sacre, variamente riprodotte ad uso dei fedeli, per essere esposte nelle case o portate al collo o custodite presso di sé, non scadano mai nella banalità, né inducano in errore"[6].
Non a caso le immagini più amate sono le rappresentazioni realistiche dei fatti sacri, con i personaggi facilmente individuabili, nelle cui scene sacre si possono riconoscere i momenti più significativi della vita che l'uomo intende porre sotto la protezione di Dio, della Madre di Dio e dei santi: la nascita, la prima comunione, le nozze, l'ordinazione o la professione religiosa, il lavoro, la sofferenza, la morte. I
Santini sono sovente oggetti "biografici", nel senso che appartengono ai momenti dell'esistenza fondamentali di una persona e possono essere considerati fra le cose più intime.
Sovente si usa portare i Santini con sé e ciò infonde la fiducia di sentirsi protetti; infatti essi spesso riproducono immagini particolarmente venerate di Crito, della Vergine e dei Santi, conservate in santuari famosi, a motivo della fama di miracoli e di grazie ad esse legati. Ma, come ci ricorda il Concilio tridentino, alle immagini "si deve attribuire il dovuto onore e la venerazione, non certo perché si crede che vi sia in esse qualche divinità o potere che giustifichi questo culto o perché si debba chiedere qualche cosa a queste immagini o riporre fiducia in loro, come un tempo facevano i pagani, che riponevano la loro speranza negli idoli, ma perché l'onore loro attribuito si riferisce ai prototipi che esse rappresentano"[7].
Secondo quanto afferma san Tommaso d'Aquino, il più bell'oggetto di pietà è il Nome divino, il nome di Gesù, che quasi come una gemma sonora fiorisce dallelabbra di coloro che lo invocano nella preghiera. Che straordinaria utilità spirituale possono avere i Santini se con le loro immagini o le preghiere stampate sul retro invitano a lodare e a benedire sovente il Signore!
I primi Santini di cui si abbia notizia sembrano risalire al XIV secolo, come immagini autonome staccate dai libri di preghiera (i Libri d'ore) e il primo Santino documentato è un san Cristoforo risalente al 1423. L'arte della stampa promosse non poco la diffusione dei Santini, dapprima come piccole xilografie rudimentali, in seguito come acqueforti sempre più raffinate nella tecnica. L'epoca d'oro si può ritenere il periodo fra il '600 e l'800 con la produzione di Santini intagliati a mano con temperini (canivet), "vestiti" a collage, merlettati, traforati, a rilievo, realizzati con varie tecniche di stampa meccanica (litografia, cromolitografia, oleografia, fotolitografia), su carta o sulla più pregiata pergamena. A una diminuzione d'uso nell'ambito della devozione, ha corrisposto il fiorire del collezionismo, specie a partire dagli anni '70 del secolo scorso, in Europa e oltreoceano, come documento della religiosità popolare.
Forse - e questo sarebbe un fatto davvero positivo, come pure dimostrativo della preziosità dell'umile messaggio dei Santini - assistiamo ora al fenomeno inverso: dalla devozione al collezionismo e dal collezionismo alla devozione. È un auspicio!
Per tutti questi motivi, sono molto lieto di presentare il presente catalogo Gloriae. I Santini della Pasqua. Si tratta di un'iniziativa molto apprezzabile dell'editore Collezionare Cultura di Lugo di Romagna, consistente nella ristampa di Santini artistici da collezione e in una loro ampia diffusione in album nelle edicole italiane. E si auspica la traduzione delle didascalie per arrivare a tanti altri Paesi.
Ci auguriamo che la serenità che questi piccoli oggetti sacri sanno comunicare con le loro figure un po' naïf e i loro colori sgargianti, si traduca in sentimenti di pace interiore, nella quale il Signore possa fare risuonare la sua voce.
Arbusta iuvant humilesque myricae, cantava Virgilio[8]: anche gli umili Santini possono giovano alla fede, potremmo parafrasare noi!


MAURO PIACENZA

Note

[1] J. Ratzinger, Il Mistero pasquale. Contenuto e fondamento profondo della
devozione al Sacro Cuore di Gesù, in Id., Guardare al Crocifisso. Fondazione
teologica di una cristologia spirituale, Milano 1992, pp. 43-61, part. p. 49
(Conferenza al Congresso sul Sacro Cuore di Gesù, Toulouse, 24-28 luglio 1981).
[2] Cammino di perfezione 34, 11.
[3] Esercizi spirituali 47 e passim.
[4] Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, Città del Vaticano 1992, n. 1161.
[5] Cfr Concilio di Nicea II, Definitio de sacris imaginibus, in Conciliorum
Oecumenicorum Decreta, a cura di G. Alberigo e altri, Bologna 1991, p. 135.
[6] Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio sulla
pietà popolare e liturgia [17 dic. 2001], Città del Vaticano 2002, n. 18 (cfr
Sacrosanctum concilium 124-125).
[7] Concilio di Trento, Decretum de invocatione, veneratione et reliquiis Sanctorum,
et sacris imaginibus, in H. Denzinger, Enchiridion simbolorum […], a cura di P.
Hünemann, Bologna 2001, n.1823.
[8] Ecloga IV, 2.


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TESORI NELLE MOSTRE VIRTUALI
1) LA COLLEZIONE DI ENNIO BELOTTI SU DVD

E’ sempre una emozione ammirare le immaginette sacre che i cultori dell’AICIS propongono nelle rmai numerose esibizioni fiorenti in Italia, sempre risultato di apprezzabile lavoro e di passione e ad un tempo manifestazione di cordialità, nel desiderio di comunicare, rendendola visibile, la ricchezza nascosta nelle proprie collezioni.
A volte venendo a conoscenza attraverso il Notiziario di mostre di particolare interesse si avverte il rammarico, se non si riesce ad avere la possibilità di raggiungerne le sedi nei tempi programmati dagli espositori. Si vorrebbe… vederle tutte!
Anche la scrivente, nella redazione del lavoro “Notizie storiche sui santini”, ha avuto l’opportunità e la gioia di attingere alla enciclopedica disponibilità di materiale di soci, pubblicando così un testo corredato di numerose interessanti esemplificazioni delle varie tecniche di stampa e dei vari stili figurativi nella storia dell’arte.
Con piacere a suo tempo ho trasmesso il mio volumetto ai molti cultori interessati, che hanno potuto apprezzare e studiare le immagini in una colorata mostra cartacea. Similmente i libri illustrati sull’iconografia sacra assumono anche il ruolo di mostre, facilmente fruibili, delle immagini in essi riprodotte.
Alcuni soci e collezionisti espongono le proprie immaginette in siti web (primo tra tutti il nostro riferimento www.cartantica.it), che appaiono spesso molto curati, arricchiti da elementi decorativi e da singolarità nelle speciali modalità di apparizione dei santini, realizzabili solo sullo schermo del computer. Invito chi ne ha la possibilità a ricercarli, considerandoli esposizioni virtuali, perché offrono gradevolissime sorprese e interessanti stimoli culturali anche nei testi.
Vorrei presentare infine una ulteriore metodologia di esposizione virtuale, che può essere diffusa materialmente con facilità per le sue piccole dimensioni e così proposta all’ammirazione di persone appassionate.

Ho ricevuto volentieri dal socio Ennio Belotti di Lovere (BG) un DVD che egli ha fatto allestire, conferendovi una speciale sua mostra “personale” di santini, ma anche di preziosi esemplari di arte sacra.
La vastità e preziosità della sua collezione di stampe antiche e recenti, opere d’arte di autori anche importanti e famosi, costituisce un piacere e un arricchimento per chi possa accedervi ed è una testimonianza di particolare passione e dedizione nel reperimento e nell’acquisizione di un materiale di straordinario spessore e di rilevanza storica e artistica.
Il DVD è suddiviso in tante cartelle, che costituiscono le immaginarie sale della mostra, una per ognuno dei secoli passati a cui appartengono le stampe originali. Per visionarlo è ovviamente necessario disporre di un lettore di DVD, peraltro ormai diffusissimo.
Si tratta di incisioni del 1500, 1600, 1700, 1800 di autori quali Jacques Callot (Nancy 1592-1635), Luca di Leida (il pittore e incisore olandese Lucas Van Leyden, Leida 1494-1533), Antonio Tempesta (Firenze 1555 - Roma 1630), Giovan Battista Piranesi (Mogliano di Mestre 1720 - Roma 1778), Gustave Dorè (Strasburgo 1832 – Parigi 1883)
In apertura dell’articolo riporto il frontespizio inserito nella custodia trasparente del DVD, con la copia di una splendida, nella sua drammaticità, incisione di Luca di Leida del 1521, in bianco e nero, di dimensioni 11.7x7.5 cm, incorniciata da una bordura bianca e filettata in oro. Getsemani, orto degli Ulivi: l’angelo consolatore si sporge con il busto e le ali attraverso le nuvole e porge il calice con l’Ostia a Gesù, inginocchiato in preghiera, che invoca il Padre.
La scenografia tetra, presagio degli imminenti tragici eventi, fa da ambientazione, con due tronchi di ulivi, rocce brulle e terreno nudo; sullo sfondo a destra un accenno di paesaggio, staccionata e tetto. Sulla sinistra dormono seduti in terra l’apostolo Pietro, che tiene con la sinistra la spada, che userà tra poco, sostenendosi mestamente il capo con in braccio destro, e accanto affranti i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni. (cfr.Matteo, 26,36-46; Marco 14,32-42).
Si avverte l’influsso stilistico di Albrecht Durer , che l’artista conobbe proprio in quel periodo, nella efficace complessità figurativa e articolazione prospettica della scena.
Nella seconda figura è riportata una delle pregevoli incisioni all’acquaforte del Callot del XVII secolo, che rappresenta la Visitazione della Beata Maria Vergine, descritta con nitidi, eleganti e armoniosi tratti e, come usava l’autore, inserita nell’ovale (dimensioni cm 11x7) .
Ricordo brevemente, per proseguire efficacemente nella circostanziata descrizione dei capolavori inseriti nel DVD, che San Girolamo nel V secolo tradusse in latino la versione greca della Bibbia del IV secolo, detta Settanta; la sua traduzione fu contraddistinta con l’attributo “Volgata”.
Dopo molti secoli, in seguito anche ai dettami stabiliti sull’argomento nel Concilio di Trento (1545-1563), il Papa Sisto V (papato 1585-1590) ritenne opportuno farne curare la revisione (Recognitio), conseguendo la versione Sistina da lui accettata e corretta nel 1586-88; il suo successore, il papa Clemente VIII (papato 1592-1605), trovò altre imperfezioni da modificare, pubblicando nel 1592 la versione indicata con il nome di Bibbia Vulgata Sisto- Clementina.
Eccezionali sono dunque le figure delle pagine, riportate in apposita cartella del DVD, di un esemplare prezioso della Bibbia di Sisto V del 1669, edita a Venezia da Nicola Pezzana; in altra cartella numerose figure della edizione della Bibbia Vulgata Sisto-Clementina del 1748, anche questa edita a Venezia presso N. Pezzana.
Ancora troviamo, a colori, illustrazioni del Vangelo edito da Arti Grafiche nel 1936, riproduzioni a stampa di opere dei più importanti pittori della storia dell’arte.
Finalmente una “sala” virtuale molto ricca è dedicata esclusivamente a una miscellanea di immaginette sacre. Nelle figure possiamo apprezzarne alcuni esemplari degni di nota, che solo minimamente rendono ragione della eccezionalità e numerosità dei pezzi, peraltro non tutti presenti nel DVD.
Ammiriamo un supporto in cartoncino da mezzo punto, traforato a motivi geometrici e cornice, realizzata a più strati sovrapposti così da creare un rilievo, con applicazioni in velluto rosa antico ai due angoli, che contiene una piccola fotolitografia rettangolare con la Madonna bordata in fine merletto dorato.
Un delicatissimo Gesù Bambino in bianco e nero, che porta tra le braccia fiori avvolti in un bianco panno, è inserito su una base di fine ottocento decorata in rilievo a pressa e traforata a punzone così da simulare l’aureola e una croce greca, mentre nei bordi centinati spiccano piccoli fiori in rilievo. Al di sotto dell’immagine appare l’attributo Salvator mundi con la indicazione della casa editrice svizzera Benziger di Einsiedeln, e con il numero progressivo 507 (dimensioni cm10.8x6.4).
Seicentesca è la notevolissima Madonna con Bambino, che abbraccia con il manto, inginocchiati, un bambino e una bambina in abiti monastici (cm 9.5x7.7). E’ circondata da una cornice a volute in forma di stemma araldico, sormontata da una corona, sotto la quale il monogramma di Maria (le lettere M e A intrecciate a significare MariA, oppure, come si interpretava talvolta nel XVII secolo, Ave Maria), come sole, irradia luminosità. L’ipotesi che probabilmente a suo tempo sia stata ritagliata da un foglio più grande, non toglie fascino e pregio alla realizzazione della stampa d’epoca, con tratteggi semplici ma espressivi.
La sesta figura è una incisione calcografica di Klauber, di Asburgo, che rappresenta S. Agostino Vescovo, con didascalie (è riportata la data dell’evento raffigurato, anno 396) e un brano di Sermone in latino, in una complessa rappresentazione tra elementi architettonici e personaggi (i chierici regolari).
Nella prima pagina di copertina del presente Notiziario è riportata una luminosa e vivace immaginetta sacra ottocentesca di Praga, selezionata dalla collezione. Su una base in cartoncino (cm 11x7.2) è sovrapposta una cornice rettangolare in foglia d’oro, decorata in rilievo a pressa, nella quale sono inserite, in quattro ovali, incisioni di Sigmund Rudl (1802-1864), acquerellate a mano, con le immagini a colori di S. Margherita con la testa del drago (d’Antiochia, III-IV sec., una dei quattordici santi ausiliatori), S. Ignazio con il monogramma JHS (di Loyola, 1491 - Roma 1556) , S. Ferdinando (III di Castiglia? 1198-1252) e S. Maddalena (S. Maria Maddalena di Magdala, miracolata da Gesù).
La preghiera in lingua ceca auspica l’intercessione dei santi per chiedere a Dio protezione dalle sventure e dal bisogno. In chiusura riporto una dettagliatissima splendida incisione di Dorè, che illustra l’episodio del Vangelo dell’incontro di Gesù con la Samaritana, con didascalia in francese, che, pur non essendo un santino (dimensioni della figurazione cm 25x20),è meritevole di attenzione, in particolare per la sapiente concentrazione e distribuzione della luce.
Il DVD è privo di didascalia o di testo esplicativo, a mio parere potrebbe essere un interessante perfezionamento completarlo in tal senso.
Se altri soci vorranno esporre la propria collezione su DVD, sarò lieta, studiandone le caratteristiche più salienti, di curare la diffusione sul Notiziario di altri “Tesori nelle mostre virtuali”.


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CONFERENZA I SANTUARI MARIANI

Il socio PIERLUIGI BENASSI di Monteacuto Vallese giunto a Roma accompagnato dal socio Dr. EDOARDO BELLANCA di Bologna , il 4 giugno u.s. nella saletta delle riunioni mensili AICIS, a Piazza Campitelli 9, ha tenuto una conferenza sui Santuari Mariani in Italia. Benassi ha in preparazione un opuscolo dal titolo “Madonne sotto titoli vari”. La presentazione di questo ‘studio’ è della socia Dr.ssa MARIA GRAZIA REAMI OTTOLINI di Verbania, la quale dirige un settore del Museo del Paesaggio, che comprende circa 100.000 santini: una collezione ad uso pubblico per essere fruita da studiosi, collezionisti, fedeli e amanti delle curiosità.
Benassi ha esordito motivando il suo interesse per le immaginette dei Santuari mariani: “Sistemando i santini dei santuari mi sono accorto ben presto che i titoli di Maria Santissima sono innumerevoli e molti di essi sono decisamente strani.
Richiamano i lavori, gli oggetti, le citazioni più impensabili come la “Beata Vergine di Noli Me Tollere” (Non mi spostate) di Sorso (SS), o la Madonna (delle botte) a Scarsano (GR), la Madonna col Manganello di Napoli, la Madonna della Confusione di Niscemi (CL), la Madonna delle arpie, nella Galleria degli Uffizi a Firenze, la Madonna dello Schiavo, patrona di Carloforte (CI), Maria SS.ma Cacciapensieri a Cammarata (AG) o la Madonna della Terza Età a Genova, ecc.”.
La ricerca delle immagini sacre delle Madonne dei Santuari è stata la parte centrale e più corposa della conferenza. Benassi si è soffermato su alcuni episodi che ha tenuto sempre alta l’attenzione dei presenti.
“Inizialmente ho girato per mercatini, sono entrato in molte chiese sempre della mia zona, ma non trovavo molto materiale. Poi ho pensato a scrivere ai santuari iniziando dall’Emilia Romagna: su 105 lettere spedite ho ricevuto 30 santini. Ho giustificato questa carenza con motivazioni le più varie: santini inesistenti, mancanza di tempo per rispondermi, dimenticanza. Passando ad altre regioni, mi sono accorto che la cosa si ripeteva. Ho deciso quindi di andare direttamente nei santuari.
Nell’estate 2003 per visite a parenti mi reco con mia moglie in Abbruzzo in auto. Raggiungiamo
nei pressi di Giulianova un santuario: chiedo al parroco dei santini.
Questi, convinto di darmi una lezione di catechismo mi risponde con la battuta:”I Santi non si chiedono, ma si venerano”.
Uscito, incontro un signore del posto al quale chiedo il santino della Vergine e questi gentilmente me lo offre.

Lo stesso giorno faccio tappa a un altro santuario sperduto nella campagna abruzzese.
Chiamo, busso, nessuno risponde; finché tra un abbaiare di cane avanza, piuttosto scuro in volto, verso me e mia moglie un ‘signore’.
Con calma chiediamo un’immaginetta della Vergine venerata in quella chiesetta. Ma questi minaccia che se non ce ne andiamo ci denuncia per ingresso abusivo in domicilio privato. Sia io che mia moglie restiamo di sasso e ci allontaniamo. Non capiamo i veri motivi, Mah! Ripartiamo piuttosto perplessi.
Nel tardo pomeriggio visitiamo presso Chieti un piccolo santuario. Vedendo una signora, ci avviciniamo per chiedere informazioni sul santuario e poter avere un’immaginetta. La donna raccoglie un bastone e ci minaccia di farlo sentire addosso a noi se non ce ne andiamo subito. Noi ci allontaniamo…ma i tre episodi di quel primo giorno ci turbano e lasciano un mare di interrogativi su tutto”.
Grazie a Dio, questi sono rimasti episodi isolati. Benassi ha avuto modo di girare molti santuari cogliendo occasione dei fine settimana, delle vacanze, ecc. ed avere le immaginette della Vergine in essi venerata. Ovviamente Benassi ha avuto a che fare con sacerdoti, che sono anche uomini, e che non sempre hanno interpretato le buone intenzioni del nostro socio. Ha ricevuto quindi anche risposte spiacevoli o netti rifiuti. Ma la Madonna dice Pierluigi, Lei si sa come farsi trovare.
Ad esempio dopo inutili lettere, telefonate il nostro conferenziere è andato di persona al Santuario della Madonna di Monte Santo di Nova Gorica (che la rivista dei Paolini Jesus riporta a Gorizia, mentre è in territorio sloveno), ma trova chiuso. Niente visita del Santuario e niente santino. Tre anni dopo riceve quel santino…da un corrispondente sardo durante uno scambio senza neppure averlo chiesto.
Stessa situazione di lettere e telefonate con il Santuario della Madonna di Macereto presso Visso (MC) con la differenza che al telefono si sente dire di non importunare più. Bene, il santino della Madonna di Macereto Pierluigi lo troverà a terra nei pressi di La Spezia poco tempo dopo. Egli afferma: “Quando l’ho visto un brivido ha percorso la mia persona ed un sudore freddo ha ricoperto il mio corpo”.
Un ultimo episodio. “Per due anni ho rincorso il sogno di avere il santino della Madonna di Tutti i Poveri (N.D.de Toutes les Pauvres) con lettere e telefonate. Non ci contavo più. Un mattino ricevo da un sacerdote del Piemonte un opuscolo sui Corpi Santi, patroni del luogo. Dentro l’opuscolo, a mò di segnalibro, c’è il santino oggetto di tante ricerche”. Effettivamente la Madonna sa farsi trovare.
Nell’ultima parte della conferenza Benassi ha parlato della propria raccolta, del metodo utilizzato per la sistemazione, il metodo a schede, che permette in qualsiasi momento di allestire mostre tematiche per titoli delle Madonne, o per regioni.
Un grazie sentito al nostro socio e soprattutto buon lavoro per quello che sta già facendo con amore e passione.

RENZO MANFE’

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SCRITTORI SANTI E SANTINI

A CURA DI e. emme

SBARCARE IL LUNARIO DISEGNANDO SANTINI

tratto da “TUTTI QUI CON ME
DI LUISA ADORNO
Sellerio Palermo 2008

“La disposizione al disegno, rivelata fin da bambina, le era costata un duro dressage da parte della madre.
< Mi dava i temi, tipo: ‘morte di Bellini con dodici personaggi’. E quando l’avevo finito li contava! Ma una volta raggiunta l’età per frequentare l’Accademia Agata (*) aveva in mente Brera (**). < Figuriamoci se mi avrebbero lasciata andare a Milano! Già nemmeno a Palermo…>.
< E allora? >.
< Scappai >
< Scappasti d casa?! Scappasti dalla Sicilia! > esclamai sentendomi una pecora
< E come campavi a Milano? >
< Stavo dalle Suore e mi mantenevo disegnando santini >.
< Quindi ti servì anche l’esercizio dei dodici personaggi intorno al letto di Bellini…>
notai, divertita”


(*)-Agata Pistone (Catania 1911- Roma 1983)
pittrice. Allieva di Carrà.
(**)Accademia destinata alla promozione e all’insegnamento
delle arti figurative, fondata nel 1770.


LUISA ADORNO è nata a Pisa e vive a Roma. Ha collaborato a " il Mondo" di Pannunzio e a "Paragone"
I suoi libri, tradotti in varie lingue e a cui sono stati attribuiti numerosi premi letterari, sono pubblicati dalla casa editrice Errata Corrige -

ERRATA CORRIGE

Per il brano riportato A PAG. 26 DEL Notiziario 289 sotto il titolo "I Santini di Bernardo Provenzano” è stato omessa l'indicazione del testo da cui è stato estrapolato. Trattasi del libro “Voi non sapete..." di A. Camilleri pubblicato da Mondadori nel 2007. Inoltre, la seconda frase del brano contiene uin refuso: la parola “provengano” nel secondo capoverso va sostituita da "Provenzano".
Il testo corretto è il seguente: "Palazzolo e Prestipino suppongono che Provenzano li distribuisse o li inviasse agli amici. Ipotesi più che verosimile".


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ERRORI E SIMILITUDINI NELLE IMMAGINETTE SACRE

Il socio ANTONINO COTTONE di Misilmeri, da buon osservatore delle immaginette, ci ha inviato tre comparazioni di santinI per evidenziare quanto nel passato, talvolta, è accaduto. Da secoli la stampa delle immaginette è in mano ai privati. Non raramente è accaduto che per fronteggiare le ordinazioni impellenti, oppure per venire incontro al cliente, il tipografo ha utilizzato santini con le stesse caratteristiche e cambiato qualche particolare, ha stampato apponendo un nome diverso di santo/a in
calce.
Era un “escamotage” per non perdere un cliente frettoloso e…poco esigente.

SANT’ESPEDITO diventa SAN CORONATO.Ecco un esempio pratico: vediamo a sinistra Sant’Espedito. San Coronato, a destra ha lo stesso vestito di militare, stessa postura, stesso paesaggio sullo sfondo.
Nel santino di San Coronato vediamo le seguenti variazioni: il crocifisso della mano destra ha un cartiglio con la dicitura “Coronavit Me Dominus”, il ramo di palma nella mano sinistra è stato sostituito
con un altro; il corvo, che troviamo schiacciato dal piede di sant’Espedito, nel santino di san Coronato è scomparso.

SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA diventa SANTA MUSTIOLA, patrona di Chiusi
Altro esempio di imitazione è l’immaginetta di Santa Mustiola, ripresa totalmente dall’iconografia di Santa Caterina di Alessandria, con l’apporto di una variazione: la ruota dentata.
Santa Mustiola è una delle più antiche Sante toscane il cui culto in passato è uscito anche dai confini regionali e ora ha il suo centro a Chiusi, di cui è patrona.
Il Martirologio diceva un tempo di lei: «Clusii in Etruria sanctorum martyrum Irenaei diaconi et Mustìolae matronae, qui sub Aureliano Imperatore diversis atrocibusque suppliciis cruciati, coronam martyrii meruerunt». (Martyrologium romanum Gregorii XIII..., Venezia 1802). «A Chiusi, in Toscana festa dei Santi martiri Ireneo diacono e della matrona Mustiola, che ebbero la corona di martiri sotto l’imperatore Aureliano, dopo essere stata tormentati con molte atroci torture».Nell’immaginetta qui accanto vediamo che l’iconografia di Santa Mustiòla è identica a quella di S.Caterina di Alessandria, manca solo la ruota dentata, strumento del martirio di quest’ultima.
Di santa Caterina di Alessandria esiste un complesso catacombale, come dice Carlo Lapucci, lungo la statale per Chiusi Scalo, che prende il nome dalla sovrastante collina con una statale per Chiusi Scalo, che prende il nome dalla sovrastante collina con una
cappella dedicata alla Santa.

SANTA ROSALIA v.m. diventa SANTA ELENA di Laurino.
Ultimo esempio: il santino di Santa Rosalia, patrona di Palermo, rappresentata in preghiera nell’antro del Monte Pellegrino, diventa nel santino in basso Santa Elena di Laurino. Cambia l’intensità del colore, ma per il resto le immaginette sono le stesse.
S. Elena nacque a Laurino (SA) all’inizio del VI secolo. Ancora fanciulla, si nascose in una grotta a Pruno. Morì dopo ventuno anni di vita eremitica, nel 530.
Il suo corpo fu dapprima trasportato a Pesto, poi passò a Margherita, moglie di re Carlo II d’Angiò.
La maggior parte delle reliquie furono donate, dal vescovo di Ariano Trotta, nel 1882, a Laurino, la città natale di S. Elena, dove la santa è molto venerata.
La città di Laurino, in provincia di Salerno, festeggia la sua santa il 22 maggio, il 29 giugno e il 18 agosto. Lì dov’era la casa natale, fu poi eretta la chiesa urbana dedicata alla santa.


ANTONINO COTTONE

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SAN NICOLA E IL MIRACOLO DELLE NAVI GRANARIE

La vita di San Nicola è ricca di fatti, curiosità, leggende e miracoli e tra questi ultimi il miracolo delle navi granarie, come ricorda Maria Teresa Bruno nel libro da lei curato “S. Nicola nelle fonti narrative greche”, pubblicato nel 1985 nella collana della Biblioteca del Centro Studi Nicolaiani per i tipi di Levante Editori.
L’autrice narra di un episodio avvenuto nel territorio della Licia.
In un periodo in cui scarseggiava il grano approdarono nel porto di Andriake delle navi alessandrine cariche di grano ed i mercanti riferirono del loro arrivo a San Nicola. Il Santo sopraggiunse da Mira ad Andriake chiedendo ai marinai delle navi di scaricare un po’ di grano da ogni nave «affinché non moriamo di fame».
I marinai si opposero, ribadendo «non possiamo fare questo, poiché il grano è del popolo della capitale». Ma San Nicola chiese ancora una volta di scaricare da ciascuna nave cento moggi dal carico (il moggio è un’antica misura di capacità per aridi, soprattutto per le granaglie), impegnandosi di salvaguardare l’impunità per i marinai presso il ricevitore di Costantinopoli.
I marinai scaricarono il grano, ripartendo quindi per Bisanzio e appena giunti misurarono il grano, trovando i loro carichi così come li avevano caricati ad Alessandria. Non mancava proprio nulla. L’equipaggio si meravigliò di questo prodigio e raccontò ai ricevitori il miracolo straordinario di San Nicola e tutti gloriarono Dio, che dà sempre grazia a quelli che lo amano.
Il Santo, a sua volta, fece misurare il grano prelevato dalle navi e lo distribuì a tutti. E tutti glorificarono Dio in ogni occasione, poiché il grano ricevuto bastò per ben due anni. E poiché avevano conservato parte per la semina, godettero anche successivamente dei benefici di Dio, per mezzo dell’intercessione del suo servo Nicola.
Alcuni monaci hanno raccontato che San Nicola era venerando ed angelico nell’aspetto e che emanava profumi fragranti di santità tali, che con una sola apparizione rendeva migliori coloro che si imbattevano in lui, rendendoli migliori.

Vittorio Polito

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SIMBOLI ED UMANITA' NELL'ICONOGRAFIA

FABRIANO, LO STANDARDO DELLA MADONNA DEL BUON GESU'

PAOLO MONCIOTTI di Torino ci ha trasmesso l’unito articolo:

Il "santino" che presento è una bella cromolitografia (12.5 x 7cm.) prodotta dallo stabilimento A. Bertarelli di Milano, riporta la data 1898 e riproduce un antico stendardo.
La didascalia sul fronte dice:" Santissima Vergine venerata in Fabriano col titolo Madonna del Buon Gesù coronata dal Capitolo Vaticano l'8 settembre 1898". Il santino probabilmente è stato stampato per tale occasione, infatti la Madonna e Gesù Bambino risultano coronati. Sul retro è riprodotta una preghiera alla SS. Vergine.
Il Complesso edilizio della chiesa della Madonna del Buon Gesù, patrona della città di Fabriano, costruito nel 1456 per volontà di San Giacomo della Marca, fu adibito prima ad ospedale. Il titolo iniziale della Chiesa era Santa Maria del Buon Gesù.
All'interno dell'Oratorio è conservato il pregevole stendardo con l'immagine della Madonna del Buon Gesù (protettrice delle calamità naturali) dipinto intorno al 1460 dal Maestro di Staffo lo. Lo stendardo processuale (165 x 85 cm.) è venerato dal 1496 come miracoloso, in occasione di una terribile carestia dalla quale liberò Fabriano.
Il Maestro fu attivo intorno alla seconda metà del 1400, e la sua arte si rifà ai metodi pittorici di Gentile
da Fabriano (WWW.CARIFAC.IT - www.fabrianoturismo.it). L'articolata immagine presenta nella parte centrale le figure della Madonna, di Gesù Bambino e di un Santo; in basso una scena racchiusa in un piccolo riquadro sagomato; in alto, in un arco centinato, Dio, racchiuso in una mandorla raggiata, tra angeli ed angioletti; tra le due scene principali la colomba simbolo dello Spirito Santo.
La scena centrale rappresenta la Vergine Maria, inginocchiata in atto di preghiera dinanzi al Bambino
Gesù che sorregge con la sinistra, in offerta all'Eterno Padre, la città di Fabriano, mentre porge la destra a San Bernardino da Siena in ginocchio ai suoi piedi (monogramma di Cristo IHS).
Il piccolo riquadro in basso rappresenta lo stemma della città di Fabriano: un ponte di tre arcate in muratura posto su un fiume, sul ponte un fabbro in atto di battere il metallo sull'incudine (manca il motto: faber in amne cudit cartam olim undique fudit). Nella centitina in alto Dio, l'Eterno Padre. Dio che impugna le frecce !!
Questa rappresentazione innesca degli interrogativi.
Che riferimento hanno e avevano gli artisti per rappresentare Dio,se non è visibile?
Nel Vecchio Testamento, esemplificando in modo semplice, Dio si manifesta agli uomini come Voce, Tuono, Raggio di Luce, Roveto ardente che non si consuma, nella persona di tre uomini....; nel Nuovo Testamento la presenza divina si manifesta come Angelo, Colomba, Lingue di fuoco ....

Tra i miei santini, d'epoca e non, sono veramente pochi quelli che riportano la figura di Dio; di norma rappresentano la Santissima Trinità, dove Dio, raffigurato da un elegante Vecchio con la barba e i capelli bianchi, sorregge il Figlio in Croce, la colomba dello Spirito Santo completa l'immagine; oppure ci sono tre figure simili tra loro e assomiglianti a Cristo, dove il Padre è riconoscibile dallo scettro che tiene in mano; o compare la forma geometrica del triangolo con l'occhio al centro. Per il nostro artista, Dio ha preso le sembianze di un posato uomo anziano ma con in mano delle frecce; dipinse lo stendardo nella seconda metà del 1400; che si sia ispirato ai personaggi mitologici dei poemi greci ? Isolando la figura del vecchio con barba bianca e frecce mi viene in mente Giove pronto a scagliare fulmini sulla terra. Ritornando allo stendardo e al santino, più realisticamente quelle frecce, forse, vogliono rappresentare per l'artista le calamità naturali, le malattie del corpo e altri flagelli che sovrastano l'umanità per i suoi peccati.
Il popolo, timorato di Dio, porterà lo stendardo, dove la Madonna prega e Gesù Bambino offre l'intera città (di Fabriano) a Dio, in processione in preghiera per chiedere di essere risparmiato o sollevato dalle dure prove e per intercessione di Gesù Bambino, della Madonna e dello Spirito Santo vedrà esaudite le preghiere e la religiosità popolare venererà lo stendardo come miracoloso.
Spariscono allora le frecce e il Buon Dio misericordioso aspetta che noi ci riconciliamo con Lui.

PAOLO MONCIOTTI

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SAN LUCA: EVANGELISTA, MEDICO, PITTORE

iconografia: Figure e Segni di protezione celeste

Continua la Rubrica “Iconografia.Figure e segni di protezione celeste della socia ELISABETTA GULLI GRIGIONI (già apparsi sul settimanale diocesano ravennate “Il Risveglio” e che qui pubblichiamo grazie alla concessione del Direttore Don Giovanni Desio che vivamente ringraziamo.

Sono già stati presi in considerazione due aspetti importanti e spesso problematici del lavoro iconografico sui quali si tornerà ancora in seguito: l’anacronismo e l’errore interpretativo.

Il primo atteggiamento culturale (spesso consapevole espediente estetico) appare frequentemente nella produzione artistica colta e popolare dei secoli passati, esteso a intere opere o annidato, per occulta forza di tradizione, in affascinanti particolari come il cappello cardinalizio attribuito a San Girolamo o a San Pier Damiani di cui si è parlato. Dal secondo atteggiamento bisogna guardarsi, per garantire credibilità alle proprie letture iconografiche.
Ottimo esercizio a questo scopo è il costante confronto con ampi repertori è il costante confronto con ampi repertori gihurativi, quali ad esempio, le collezioni di stampe ‘popolari’: proprio lo scorso anno si è inaugurato a Bassano del Grappa il Museo Remondini che ha iniziato la sua attività dedicando una Mostram ai " Santi’ prodotti a Bassano ed esportatori in tutta Europa dai più famosi stampatori italiani del Settecento.

Mi è sembrato opportuno dedicare oggi questo spazio a San Luca, antiocheno di Siria, vissuto nel I secolo, autore del Terzo Vangelo e degli "Atti degli Apostoli, la cui festa cadrà il 18 ottobre, che, tra gli altri patronati, detiene quello su artisti, scultori, pittori, miniaturisti, di attribuzione molto complessa e con radici antiche laboriosamente attorcigliate nel formarsi della tradizione agiografica.
Se ne è occupato, per chi volesse approfondire l’argomento, Michele Bacci, in un libro molto impegnativo intitolato " Il pennello dell’Evangelista. Storia delle immagini sacre attribuite a San Luca",, pubblicato da Gisem-Edizioni Ets (Pisa 1998).
Alla notevole diffusione del nome Luca nella seconda metà del Novecento fa riscontro un recente vivo interesse nei confronti del Santo le cui reliquie,conservate a Padova nell’Abbazia di Santa Giustina, sono state riesumate e sottoposte a ricognizione mediantesofisticati e modernissimi sistemi dianalisi.
L’annosa questione circa l’autenticità del corpo ha visto importanti conferme nel senso dell’autenticità
e un congresso internazionale si è svolto a Padova nell’ottobre 2000 per approfondire la conoscenza del Santo venerato sia nella Chiesa occidentale che in quella orientale.
Evento di grandissima portata ecumenica è stato, nell’occasione, il dono di una consistente reliquia del corpo di san Luca fatto dall’arcivescovo ortodosso di Tebe Hiero nymos che ne aveva fatto esplicita richiesta nell’intenzione di deporla sul primo sepolcro dell’Evangelista.
L’immaginetta che qui si propone, incisione con coloritura manuale approssimativa, ma efficace (come era usuale in questo tipo di stampa a larga diffusione) prodotta ad Augusta nel Settecento dall’editore I. (J.) Waagus, presenta Luca come pittore, professione attribuitagli dalla tradizione, mentre, con pennello in mano, sembra, sporgersi di lato, per osservare (mostrandolo contemporaneamente a ipotetici osservatori come indica il gesto della mano sinistra) il procedere o il compimento dell’opera raffigurante una Madonna con il Bambino in braccio.
Il quadro pare curiosamente appoggiato tra le corna dell’animale attributo simbolico del Santo, mentre ai piedi è posto in primo piano uno strumento importante dell’attività pittorica, la tavolozza.
Altri due segni di riconoscimento: il pestello allusivo alla professione di medico attribuitagli in base a una lettera di Paolo che lo indica come “caro medico”, da cui discende il patronato sulla categoria, accanto a rotolo e libro delle scritture. L’animale, che nei manuali di simbologia agiografica è solitamente definito bue, ma talvolta è chiamato toro, simbolo sacrificale, è spesso raffigurato con le ali. (continua)

ELISABETTA GULLI GRIGION

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"L'ORDINE DEI MINIMI E LA CHIESA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA A NARDO"
- A CURA DI MARIO MENNONNA

Terminati i festeggiamenti per il V centenario della morte di San Francesco di Paola (Tour, 2 aprile 1507), ecco apparire a cura di Mario Mennonna per Congedo Editore questo bellissimo libro (pagg.256 di cui oltre 100 con riproduzioni di stampe ed immaginette) sull’Ordine dei Minimi e la Chiesa di S.Francesco a Nardò.
Un progetto questo a cura di Mario Mennonna e la collaborazione di studiosi quali Giuseppe Antico, Rosi Fracella, Michele Inno, Antonio Manieri e Luana Zacchino e i nostro soci Antonio Mennonna e Giancarlo Gualtieri che inoltre hanno fornito le immaginette su s.Francesco di Paola.
Interessante quest’opera su un uomo e su un santo che ha contribuito alla riforma della Chiesa e della società del suo tempo.

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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"


14 LUGLIO: SAN CAMILLO PATRONO DEGLI AMMALATI E DEGLI OSPEDALI

Il socio Prof. MARCELLO VENDEMMIATI di Cassano Spinola ha trasmesso l’immaginetta di San Camillo De Lellis della soc.”NB”- serie 3-201, per la campagna “Un santino per ogni socio” ed il seguente articolo:

" Camillo de Lellis nacque da nobile famiglia di militari in Bucchianico di Chieti (Abruzzo) il 25 maggio 1550. Fu soldato di ventura e, da diciassette a venticinque anni, condusse una vita disordinata, dedita al gioco. Perse tutto e dovette fare i lavori più umili.
Nel 1575 si convertì. Tentò due volte di entrare nell’ordine francescano, ma dovette rinunciarvi a causa di un' ulcera incurabile al piede destro. Ricoverato all'Ospedale San Giacomo a Roma, per una piaga ad un piede, non essendo grave dovette fare l’infermiere per guadagnarsi il diritto d’essere curato; ebbe così modo di vedere come gli ammalati erano abbandonati e non curati, specie durante le pestilenze.
Illuminato dalla grazia di Dio concepì la fondazione di un ordine religioso che oltre ai tre voti tradizionali, ne aggiunse un quarto di “assistenza a tutti gli ammalati”.
Subì l’influsso decisivo di san Filippo Neri e su suo consiglio si fece prete nel 1584. L'Ordine religioso fondato da Camillo De Lelllis ”Ministri degli Infermi”(ministro vuol dir servo, e servi degli infermi furono i seguaci di S.Camillo) fu approvato da papa Sisto V nel 1586.
E’ in quell’anno che per la prima volta i suoi figli apparirono per le vie di Roma con una croce rossa sul petto:” il sangue di Gesù” ; rossa di fuoco: “il fuoco della carità”. Quella croce rossa è ancora oggi il simbolo della più cristiana delle Crociate, la crociata contro il male fisico e morale.
Furono presenti negli ospedali, nelle case private, nelle prigioni, sui campi di battaglia, ovunque ci fosse una lacrima da tergere, un dolore da lenire.
Fu l'apostolo non solo dei moribondi e degli infermi, ma anche di tutti i diseredati di ogni sorta, fino a dire:”Se non ci fossero poveri, bisognerebbe scavare fino al centro della terra per trovarne qualcuno”. Nella terribile inondazione del Tevere, del 1598, riuscì a salvare i suoi malati in modo eroico, con solo sei aiutanti. Insistette su innovazioni quali finestre aperte, diete appropriate ed isolamento dei casi contagiosi. I suoi preti sempre disponibili vigilarono soprattutto che i pazienti non venissero sepolti mentre erano ancora vivi.
Il fondatore dopo aver vissuto per quarant'anni negli ospedali , a contatto con gli ammalati, che chiamava suoi “Signori e padroni”, davanti ai quali andava in estasi, come vedesse realmente in ognuno di loro Gesù Cristo, logoro dalle fatiche e consunto dalla carità spirava in Roma la sera del 14 luglio 1614.
Papa Benedetto XIV nel 1742 lo proclamerà beato e nel 1746 Santo.
Papa Leone XIII nel 1846 lo proclamerà “Patrono degli ospedali e degli infermi”.
Papa Pio XI nel 1930 lo eleggeva ”Protettore del personale ospedaliero”.
La memoria di San Camillo si celebra il 14 Luglio, anniversario della morte.


MARCELLO VENDEMMIATI - ALESSANDRA BARCAGLIA


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15 AGOSTO MARIA ASSUNTA IN CIELO PATRONA DI ALLUMIERE

I soci EDMONDO BARCAROLI e GINO ARESTIVO di Tarquinia hanno partecipato il 4 giugno u.s. alla riunione sociale a Piazza Campitelli in Roma.
Gentilmente hanno fatto dono di immaginette ai soci presenti e ne hanno consegnato altre al Vice Presidente Manfè per il fondo sociale e per la campagna “Un santino per ogni socio”, come pure l’immaginetta di Maria Assunta.
Ad Allumiere, sulla destra del palazzo, si trova la chiesa camerale, dedicata a Maria Assunta, la cui costruzione, in luogo di una piccola cappella, fu voluta nel 1608 dagli Olgiati. Costituita parrocchia nel 1752, la chiesa nel 1857 fu arricchita delle due navate laterali.
All’interno è venerata questa statua processionale dell’Assunta, donata dai Ragazzi e dai Giovani di Azione Cattolica. L’abito ed il manto sono ornati con ex-voto in oro offerti alla Madonna e con i pregevoli ricami delle Claustrali Benedettine di Santa Lucia di Trevi (Perugia).
La statua viene esposta ogni anno in occasione dei festeggiamenti di agosto.


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ROMA, SANTUARIO DEL DIVINO AMORE - ANNIVERSARIO DEL PRIMO MIRACOLO

Il socio RENZO MANFE’ di Roma per i 268 anni dal primo miracolo al Divino Amore trasmette l’unito santino ufficiale del Santuario per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Con una S.Messa presieduta dal cardinale Angelo Comastri, Vicario del Papa per la Città del Vaticano, questa mattina nel Santuario romano del Divino Amore lo scorso 25 aprile si sono celebrati i 268 anni dal primo miracolo della Madonna.
Nel 1740 un viandante che recanva a Roma fu assalito da un gruppo di cani feroci. Il pellegrino, che in quel momento era nei pressi della torre di una fortezza, alzò gli occhi e vide sul muro l’effige della Vergine Maria: con fervore pregò di essere salvato e improvvisamente i cani si dispersero. Da allora quel luogo, dove anni dopo fu costruito il Santuario, è meta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli. Ma per quale motivo questa devozione si è diffusa così rapidamente radicandosi soprattutto nel cuore dei roma ni?
Federico Piana lo ha chiesto a Don Pasquale Silla, Rettore del Santuario.
R. – La devozione si è immediatamente diffusa, perché la gente ha bisogno di trovare un segno di speranza. Questo Santuario ha un grande valore per la città di Roma. I romani sono legatissimi per il primo evento che cominciò a richiamare le folle, dopo il quale fu costruito il Santuario, inaugurato poi nel 1745 e consacrato nell’Anno Santo 1750. Era famoso per le grazie della Madonna.
Un evento straordinario accadde nel 1944, quando ci fu la liberazione di Roma veramente miracolosa. Roma era destinata alla distruzione. I tedeschi avevano giurato di far saltare la città. Dopo lo sbarco
ad Anzio, duemila carri armati premevano verso Roma e si temeva il peggio. Fu deciso di fare un voto solenne alla Madonna del Divino Amore, la cui immagine era stata trasportata a S. Ignazio a Roma. Alle 18.00 del 4 giugno del ’44 si fece il voto.
Si pensi che appena due ore dopo, alle 20.00, a Piazza Venezia, arrivavano gli alleati e dalla parte opposta, in fretta e furia, i tedeschi lasciavano la città. Roma fu salva e libera. Sono due fatti molto significativi che i romani hanno scolpiti nel cuore

(Radio Vaticana – 25 aprile 2008)


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SERVO DI DIO BERARDO DEL CUORE DI GESU' ATONNA

Il Socio DINO AITO di Sarno ha trasmesso l'immaginetta di Padre Berardo Atonna, sacerdote dei Frati Minori, per la campagna “Un santino per ogni socio”, e il profilo del Servo di Dio.
Il santino è tratto da una nuova iconografia del Servo di Dio inaugurata lo scorso 18 maggio.
Il servo di Dio Padre Berardo Atonna nasce a Episcopio di Sarno il 1 luglio del 1843 da Raffaele e Maria Domenica D’Angelo, che al battesimo lo chiamano Giuseppe. Giovane pio e religioso, avverte ben presto la chiamata al sacerdozio. A 14 anni veste l’abito talare nel seminario di Sarno come chierico esterno addetto al servizio della chiesa di S. Teodosio Martire, il cui parroco è uno zio paterno,
Don Aniello Atonna. Vocazione sacerdotale, ma anche vocazione religiosa: questo è ciò che avverte Giuseppe nei momenti di preghiera soprattutto al Sacro Cuore di Gesù e della Vergine Santissima. Il 16 agosto 1859 lascia il seminario di Sarno e si reca a Napoli nello storico convento francescano di S.ta Lucia al Monte per ricevere l’abito alcantarino. Il 28 dello stesso mese indossa il nuovo abito, cambiando il nome di Giuseppe in quello di Berardo del Cuore di Gesù. Il 16.2.1866 viene ordinato sacerdote da Mons.Mariano Ricciardi, Arcivescovo di Reggio Calabria.
Nuovo ministro del Signore, diviene ben presto l’apostolo e il padre del popolo. E’ ricercato come direttore spirituale dalle Comunità religiose dell’Italia Meridionale e grazie al dono della parola viene invitato a predicare dappertutto. Attraverso i suoi scritti, la sua parola, e soprattutto la sua vita santa e penitente, infiamma le anime dell’amore di Dio, e le consacra alla Madonna. Ha modo di incontrare diverse sante anime nel suo cammino tra cui: il Beato Bartolo Longo, la Beata Cristina Brando e le Serve di Dio Suor Serafina Micheli, fondatrice delle Suore degli Angeli, Maria di Gesù Landi, fondatrice delle Ancelle della Chiesa. Molto intensa la sua devozione per la Madonna del Divino Amore la cui immagine porta con sé durante le sue missioni al popolo. Fonda sulla collina di Capodimonte un ospizio per poveri e anziani e qui il 4.3.1917 muore.
Nel 1929 il suo corpo è riesumato e le spoglie mortali trasferite nella chiesa di S. Lucia al Monte nella Cappella di S.Pasquale Baylon. È in corso il processo per la sua beatificazione.


Sabato 20 settembre p.v., alle ore 18.30, sarà inaugurato il Sacrario dei Servi di Dio nella chiesa di Santa Lucia al Monte in Napoli, costruito nel 1940 e restaurato recentemente.
Presiederà la celebrazione S. Ecc. Mons. A. Di Donna, vescovo ausiliare di Napoli.
Il socio AITO invita gli associati, specie della Campania, a partecipare al solenne rito.


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MANFREDONIA - SANTA MARIA DEL CARMINE

Il socio GIUSEPPE FURIO ha inviato ai soci un santino stampato dalla Tipografia Falcone. Grazie infinite

L'Ordine dei Carmelitani non ha proprio un fondatore, anche se considera come suo patriarca e modello il profeta S.Elia. Il Carmelo, piccola catena montuosa della Terra Santa, è legato alle vicende
del profeta Elia. In ricordo della visione che mostrò ad Elia la venuta della Vergine Maria sotto la figura di una piccola nube che saliva dalla terra verso il Carmelo( 1 Re 18,20-45), i monaci del luogo, nel 93,distrussero la loro antica casa e costruirono in onore della Madonna, una cappella sul Monte Carmelo, vicino alla fontana di Elia. In seguito ad alterne vicende, nel XIII secolo, la comunità dei “fratelli del Carmelo, cacciati dai Saraceni, ripararono e si diffusero rapidamente in Occidente. Questa breve premessa serve per introdurre del culto della B.ta Vergine del Monte Carmelo in Manfredonia. Infatti sino al 16-18 agosto del 1620, Sacco dei Turchi della città, nei pressi di una delle porte (Porta Foggia o dello Spuntone) della cinta muraria vi era una chiesetta dedicata a S.Elia Profeta, frequentata dai pescatori. Alla distruzione della suddetta chiesa, ne conseguì la costruzione di un’altra, dedicata alla B.Vergine del Monte Carmelo.Più volte rimaneggiata, sino ad assumere l’aspetto attuale, tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900.
L’immagine venerata, di mano napoletana, riproduce, per sommi capi, la Madonna della Basilica del Carmine Maggiore di Napoli, prima del restauro effettuato tra il 1974-75, presso il laboratorio del Museo di Capodimonte. Essa è del tipo della ”tenerezza”, in cui i volti della Madre e del Figlio sonno accostati in espressione di dolce intimità. Ben visibile sul manto la stella con coda pendula su una delle due spalle, segno della perpetua verginità di Maria.
Negli anni novanta le corone argentee poste sui capi della Madonna, oggetto di un furto sacrilego, furono sostituite con due di oro, per volontà dei fedeli.
Negli anni 70 del secolo scorso, i festeggiamenti religiosi e civili, subirono una battuta di arresto, che solo il forte amore manifestato, dal popolo sipontino, verso la Tuttasanta Madre di Dio, ha fatto si che fossero ripresi negli anni ’80, con una vitalità tale da averla fatta assurgere a seconda festa cittadina, per partecipazione popolare, al novenario e alla processione serale che si svolge il 16 luglio.

G.FURIO

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16 LUGLIO - SANTA MARIA DEL CARMINE


La socia FILOMENA LIOTTI di Castellaneta ci ha trasmesso l’immaginetta di Maria Ss.ma Consolatrice del Carpinello per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Il Santuario Basilica di Maria SS. Consolatrice del Carpinello, è meta di migliaia e migliaia di pellegrini che vengono per implorare e ringraziare la Madonna. Il Tempio, moderno e maestoso, è stato inaugurato nel 1971; è a forma ottagonale ed ha all'interno un monumentale Trono marmoreo che accoglie il "Quadro della Madonna", la Cappella della Conciliazione,la Cripta , il Presepe ed un Museo della civiltà contadina. Pregevole è il Campanile alto 70 m. con alla sommità la Statua della Madonna alta 6,40.
Il Santuario è nel comune di Visciano, una cittadina che gode di una posizione invidiabile, perché in zona collinare, con abbondante vegetazione, a 340 sul livello del mare con un ambiente ancora salubre e fresco specie durante i mesi estivi.


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11 AGOSTO - SANTA CHIARA, PATRONA DELLA TELEVISIONE


Santa Chiara nasce ad Assisi nel 1194 in una famiglia nobile.
Giovanissima segue S.Francesco. Divenuta religiosa, entra nel convento di S. Damiano, dove vive per 42 anni, di cui 29 anni gravemente ammalata. Fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate poi Clarisse) di cui è nominata badessa.
Ispira a San Francesco il "Cantico delle Creature". Scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà».
Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il monastero dai Saraceni nel 1243, anno in cui muore. Dopo soli due anni, Papa Alessandro IV la proclama santa e la Chiesa la festeggia l'11 agosto.


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CASTELPOTO, 11 MAGGIO - FESTEGGIATI I SANTI MARTIRI


COSTANZO MAIO di Castelpoto ha inviato l’immaginetta dei santi protettori locali, (fatta stampare dal Comitato Festa nel 2006), per la campagna sociale “Un santino per ogni socio”.
La festa iniziata il 15 maggio ha previsto tre giorni di spettacoli musicali, con luminarie, fuochi d’artificio, ma soprattutto un programma religioso, che si è arricchito negli ultimi anni di interessanti iniziative pastorali finalizzate a ricondurre i fedeli alla dimensione originaria della festa, che è appunto quella religiosa.
I protettori sono: San Costanzo, del quale Castelpoto ha una preziosa reliquia, un frammento di ulna, e che nel comune beneventino fu protagonista di due miracoli, la pioggia in tempo di grande carestia e la guarigione di una donna non vedente; poi San Vittoriano e san Simplicio.

 

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28 AGOSTO - SANT'AGOSTINO D'IPPONA (354-430)

Don DAMIANO GRENCI di Sesto S. Giovanni ha inviato l'immaginetta di S. agostino per "Un santino per ogni socio".

La vera laicità è un concetto antico defuinito da Sant'Agostino, ha spiegato Benedetto XVI mercoledì 20 febbraio u.s., nel corso dell'udienza generale dedicata alla presentazione degli scriti del Vescovo di Ippona.

Nello scorso febbraio il Papa è tornato a parlare ddella figura di Agostino "Il Padre della Chiesa che ha lasciato il maggior numero di opere alcune delle qualo "sono d'importanza capitale e non solo per la storia del Cristianesimo ma per la formazione di tuttala cultura occidentale". Egli si è soffermato sul "De civitate Dei" scritto in seguito al Sacco di Roma compiuto dai Goti nel 410. "Tanto pagani ancora viventio ma anche molti cristiani, avevano detto: "Roma è caduta, adesso il Dio cristiano e gli apostoli non possono proteggere la città".


“Durante la presenza delle divinità pagane Roma era caput mundi , la grande capitale e nessuno poteva pensare che sarebbe caduta nelle mani dei nemici. Adesso, con il Dio cristiano, questa grande città non appariva più sicura. Quindi il Dio dei cristiani non proteggeva, non poteva essere il Dio al quale affidarsi" ha spiegato. Sant'Agostino rispose all'obiezione con questa “grandiosa opera”, chiarendo che cosa dobbiamo aspettarci da Dio e che cosa no, qual è la relazione tra la sfera politica e la sfera della fede, della Chiesa”.
“Anche oggi questo libro è una fonte per definire bene la vera laicità e la competenza della Chiesa, la grande vera speranza che ci dona la fede" ha osservato il Vescovo di Roma.
Fu Agostino stesso, ha ricordato il Papa, a passare in rassegna le sue opere qualche anno prima di morire nelle "Retractationes". Poco dopo la sua morte gli scritti vennero "registrati nell’Indiculus ('elenco') aggiunto dal fedele amico Possidio alla biografia di sant'Agostino, Vita Augustini”. Oggi, ha ricordato, “ sono oltre trecento le lettere sopravvissute del Vescovo di Ippona e quasi seicento le omelie, ma queste in origine erano molte di più, forse addirittura tra le tremila e le quattromila, frutto di un quarantennio di predicazione dell’antico retore che aveva deciso di seguire Gesù e di parlare non più ai grandi della corte imperiale, ma alla semplice popolazione di Ippona".

Tra le altre opere del santo il Papa ha citato le "Confessioni", “una specie di autobiografia nella forma di un dialogo con Dio” che “riflette proprio la vita di Sant'Agostino, che era un vita non chiusa in sé, ma vissuta sostanzialmente come dialogo con Dio e così una vita con gli altri”. Nel De Trinitate - ha prosdeguito - Sant'Agostino riflette sul mistero del Dio che è unico, l'unico creatore del mondo, di noi tutti, e tuttavia, proprio questìunico Dio è Trinitario, un cerchio d'amore".
“Cerca di capire il mistero insondabile: proprio l'essere trinitario, in tre Persone, è la più reale e più profonda unità dell'unico Dio"
Benedetto XVI ha quindi ricordato che “la tradizione iconografica già in un affresco lateranense risalente al VI secolo, rappresenta s. Agostino con un libro in mano, certo per esprimere la sua produzione letteraria, che tanto influenzò la mentalità e il pensiero cristiani, ma per esprimere anche il suo amore per i libri, per la lettura e la conoscenza della grande cultura precedente."

"Sarebbe stato bello poterlo sentire vivo - ha concluso il Papa - ma è realmente vivo suoi scritti, è presente in noi e così vediamo anche la permanente vitalità della fede a cui ha dato tutta la sua vita!".


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MANFREDONIA: DEDICAZIONE DELLA CHIESA "STELLA MARIS"

Il socio GIUSEPPE FURIO di Manfredonia ci ha trasmesso per l’iniziativa "Un santino per ogni socio" l'immaginetta di maria Stella Maris di Manfredonia che riproduce un particolare di un'opera del pittore Natale Penati, stampato dallaTtipografia Falcone e avuto dal Parroco don NICOLA FERRARA per l'AICIS.

Il 5 maggio 2002 il compianto Arcivescovo Mons. Vincenzo D’Addario (morto il 30.XI.2005) procedeva al rito della dedicazione della Chiesa “Stella Maris “ di Manfredonia. Stella Maris è da tempo l'appellativo con cui la gente di mare, non solo quella di Manfredonia, si rivolge alla Madre del Salvatore e nella cui protezione ha sempre confidato.
Situata in corso Manfredi, antistante il porto, la chiesa sorge nel centro storico cittadino entro le mura volute da Re Manfredi, nei pressi del Castello Svevo-Angioino.
Fu costruita a partire dal 1516 con l’adiacente convento di S.Benedetto. saccheggiata e distrutta con il convento nell’agosto del 1620 dai Turchi quando invasero ed occuparono la città, fu ricostruita ed adibita a cappella con funzioni di chiesa, dalla nobile famiglia sipontina dei De florio.
ni di chiesa,
Tale funzione mantenne sino agli inizi del 1930 quando fu trasformata in Parrocchia. In tale occasione la cappella-chiesa subì varie trasformazioni per i nuovi usi e furono eseguite pitture a tempera ad opera del pittore Natale Penati (1935), che tanto operò nell'Archidiocesi sipontina.
chia.

A seguito di successive ristrutturazioni, parte delle tempere sono andate distrutte. Ne sono rimaste cinque, di cui quattro trattano di scene evangeliche di miracoli di Gesù sul mare ed una quinta, sul frontone che delimita la volta del presbiterio, raffigura la Madonna, raffigurata nel santino, in atto di protezione ed intercessione per la gente di mare. sullo sfondo si notano il vecchio porto ed il castello.

La chiesa riaperta al culto nel 1937, nel 1940 venne affidata ai Salesiani. Con il trasferimento di questi ultimi negli anni '50, l'immagine di Maria ausiliatrice fu trasformata ... nella Madonna "Stella Maris". Ma questa è un'altra storia...

G. FURIO

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MONZA, SAN MODESTINO MARTIRE

Padre MICHELE GIULIANO o.f.m., di Marigliano ha trasmesso l’immaginetta di San Modestino Martire, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”
Un “grazie” a padre Giuliano che ne ha curato la stampa inserendola nella serie serie “MG19”.
San Modestino Martire è venerato a Monza (Milano) nella Cappella del Collegio “Bianconi”.


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SAN SOSTENE (CZ) - 16 Agosto, Festa di SAN ROCCO

Don DAMIANO GRENCI ha trasmesso questa nuova immaginetta, da lui fatta stampare a ricordo del decimo anniversario di ordinazione sacerdotale (1988 - 13 giugno – 2008), per l’iniziativa “Un santino per ogni socio". Un grazie a Don Damiano per questo santino dalla rara iconografia tratta dall'affresco situato nella chiesa matrice di San Sostene (CZ) “Santa Maria del Monte". che riproduce la Vergine con Bambino ed alla sua destra San Sostene di Calcedonia, martire, patrono del comune, festeggiato il 10 settembre e San Rocco di Montpellier.
Tra le feste tradizionali di questo piccolo Comune calabrese ad ampio raggio turistico, che si affaccia sul Mar Ionio a qualche chilometro da Soverato, è molto sentita la festa di san Rocco che si svolge nel centro dello storico paese nei giorni 14-15-16 agosto.

Le funzioni religiose sono anche accompagnate da una caratteristica fiera, da un torneodi calcetto e dalle esibizioni di cantanti famosi e gruppi folkloristici.


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CERCO E SCAMBIO


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Dispongo dei seguenti doppioni della Santa Lega Eucaristica di Milano prima serie. Se interessati allo scambio contattatemi al nr.tel. 070-767948. 2-4-8-12-22-33-36-39-46-56-75-76-78-82-90-93-97-98-100-139-153-158- 163-171-173-179-184-200-205-228-237-265-283-293-294-309-339 e 340.


BRUNO PRAMPOLINI – Via Tito Speri 10 – 42100 REGGIO EMILIA
Sono alla ricerca di Madonne e Santi Patroni delle seguenti Regioni italiane: Campania e Lazio. Scambierei con santini moderni o anche altro materiale (cartoline, francobolli usati, ecc per chi li desidera). Preciso che cerco santi, non beati o servi di Dio. Grazie per l’attenzione a chi mi scriverà.

 

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NOTIZIE DAL MONDO

6 APRILE - CERIMONIA AGATINA A MONTEVIDEO (URUGUAY)

Cerimonia agatina nella cattedrale di Montevideo in Uruguay una reliquia e un quadro della Patrona. Il 6 aprile u.s., durante una solenne cerimonia svoltasi nella cattedrale di Montevideo dopo la concelebrazione della messa della Divina Misericordia nell’ottava di Pasqua, l’ambasciatore d’Italia in Uruguay, il catanese Guido Scalici, il prof.Luigi Magnano di S.Lio, urologo, e il cav.Agostino Valenti, dell’Ordine S. Maria di Betlem, appositamente giunti da Catania, hanno consegnato ufficialmente al primate dell’Uruguay e arcivescovo metropolita, il salesiano missionario mons. Nicolàs Cotugno Fanizzi,originario di Sesto S.Giovanni, una reliquia di S. Agata e un quadro dov’è raffigurata la nostra martire in carcere secondo la tradizionale iconografia.
La reliquia - minuscoli frammenti della pelle di una mano - offerta in dono con autentica dall’arcivescovo metropolita mons.Salvatore Gristina all’arcidiocesi di Montevideo tramite l’ambasciatore Scalici per essere esposta con l’immagine di S. Agata al Carcere alla venerazione dei fedeli nel Duomo della capitale uruguagia, è custodita in un prezioso reliquiario predisposto dal laboratorio di argenterie del cav. Giovanni Freni di Catania e voluto dalla generosità di quattro ferventi devoti catanesi della Patrona: oltre a Magnano e Valenti, lo stesso ambasciatore e Alessandro Torrisi, docente di Lettere ad Ornago dov’è presente il culto agatino. L’immagine, copia fedele dell’originale, in particolare, è stata donata personalmente da Valenti, al quale per primo si deve l’iniziativa di diffondere anche in Uruguay, specialmente tra i nostri connazionali, la devozione alla protomartire. Il diplomatico catanese, che ha fortemente voluto e scrupolosamente organizzato l’evento, ha provveduto a trasportare in aereo fino a destinazione il reliquiario e l’immagine nonché a predisporre, d’intesa con mons. Cotugno, la cerimonia di consegna da parte della delegazione catanese.
I giornali e le tv locali hanno dato risalto all’avvenimento.L’ambasciatore aveva invitato «i fedeli a partecipare alla cerimonia di donazione della reliquia di S.Agata alla comunità cristiana dell’Uruguay da parte dell’arcidiocesi e dei fedeli di Catania, testimonianza dell’amore fraterno che - al di là della distanza - unisce nella comune devozione i cristiani di ogni parte del mondo».
Nella cattedrale dell’Immacolata e dei Ss.Filippo e Giacomo in Plaza Matriz, gremita di fede li in buona parte di origine italiana e soprattutto siciliana, mons. Cotugno ha presieduto l’Eucaristìa con tre concelebranti, tra cui un sacerdote originario di Tezze D’Arzignano, cittadina in provincia di Vicenza di cui è patrona S. Agata. Prima dell’omelìa il presule ha dato la parola agli ospiti catanesi: il prof. Magnano ha letto il messaggio inviato a mons. Cotugno dall’arcivescovo Gristina; mentre il cav. Valenti è stato invitato a spiegare ai fedeli il significato religioso del sacco agatino. Il pastore della Chiesa di Montevideo ha evidenziato l’esempio della martire come un modello per difendere la fede oggi minacciata dal consumismo e dal materialismo dilagante. La reliquia - portata dal cav. Valenti vestito con il sacco votivo e scortata da due cerofori d’onore, l’ambasciatore e il prof. Magnano - alla presenza di una delegazione dei Cavalieri dell’Ordine di Malta e dell’ex direttore dell’Istituto italiano di Cultura Angelo Manenti, è stata posta a fianco dell’altare laterale della Madonna della Mercede, accanto all’immagine di S. Agata inserita in una bella cornice fatta approntare dal clero della Cattedrale, e incensata dall’arcivescovo. (Fonte: La Sicilia, 9.4.2008)

ANTONINO BLANDINI

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105° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI SUOR TERESA MACALUSO DEI SACRI CUORI


Teresa nasce il 18 febbraio 1831 a Vicari in provincia di Palermo. E’ un grazioso paesino situato su una collina. Fin da fanciulla ha un trasporto quasi naturale verso la Santissima Eucarestia; ne sembrava innamorata. Avere come proprio direttore spirituale Padre Luigi Ventura, pio sacerdote, è una grazia immensa per lei. Padre Ventura si rende conto ben presto della reale vocazione di Teresa. Nel 1856 a soli 25 anni, si reca a Palermo dove fonda l’Istituto dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Lo scopo dell'Istituto è di “educare nella vera pietà religiosa le giovani donne che hanno la vocazione di entrarvi, formarle spose fedeli ed amanti del Nazareno e queste divenute specchio di virtù educare cristianamente le figlie del popolo, impartendo loro, allo stesso tempo, l’insegnamento letterario elementare e dei lavori donneschi, perché vengano sufficientemente istruite quanto a donne si conviene, buone massaie di casa e vere cristiane”. Emette solennemente i voti religiosi insieme ad un gruppo di consorelle. «Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte.» (Salmi 1, 1-2).
Queste parole rispecchiano la sua vita, molto ricca di forti esperienze mistiche e spirituali.
Il Signore, come suole operare con le anime che ama in modo particolare, le consegna una Croce di sofferenze corporali e spirituali che porterà sulle spalle fino alla morte, ma allo stesso tempo la arricchisce di numerosi carismi speciali quali la profezia, la guarigione e la carità eroica. L'Opera da lei fondata, inizialmente ha un indirizzo contemplativo, ma assume in seguito una dimensione apostolica, estendendosi dalla Sicilia verso altri luoghi.
E’ il 20 Novembre 1902, a 71 anni, quando la sua bell’anima entra nella visione beatifica di Dio. Nel 1966 la congregazione istituita da suor Teresa si fonde con le Suore Maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori, fondate dal Beato Giovanni Antonio Farina che, animate dal lo stesso spirito di carità continuarono l’opera iniziata dalla fondatrice dell’istituto dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Per varie vicende dopo la sua morte, la figura di Suor Teresa è rimasta nell’ombra, ma ora con l’introduzione della causa di beatificazione, è tornata a brillare e se ne attendono sviluppi. Il 20 Novembre 2007, a 105 anni dalla morte, Sr.Teresa è stata è stata ricordata, con una celebrazione Eucaristica in Roma, nella Chiesa di S.Maria Odigitria dei Siciliani.

ANTONINO COTTONE


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19 APRILE - QUARTO ANNO DEL PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI


La Chiesa è entrata nel quarto anno di pontificato di Benedetto XVI: il Papa ha festeggiato questo evento a New York, il 19 aprile scorso, durante il viaggio negli Stati Uniti il cui motto “Cristo nostra speranza” riassume bene questi suoi primi tre anni di Ministero petrino.
“Show the world the reason for the hope that resonates within you”. “Mostrate al mondo la ragione della speranza che è in voi”: con queste parole, pronunciate a New York nell’incontro con i giovani e i seminaristi americani il 19 aprile scorso, terzo anniver sario della sua elezione al Soglio pontificio, Benedetto XVI ha tracciato il senso della sua missione: quella di annunciare Cristo, Salvatore del mondo.

In questi tre anni di Pontificato Benedetto XVI ha incontrato oltre 10 milioni di persone, ha compiuto otto viaggi internazionali e otto visite pastorali in Italia, ha scritto due Encicliche per dire che l’Amore e la Speranza non sono qualcosa ma Qualcuno.
Ha pubblicato il libro "Gesù di Nazaret" per mostrare che la fede non è un elenco di proibizioni ma un rapporto di amicizia col Dio fatto uomo che cambia la vita: in Lui ci è donata una speranza nuova, nonostante le tribolazioni del vivere, perché la meta è certa. Ma in cosa consiste questa speranza?
“Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente grande nell’amore da comunicarci una speranza incrollabile, che nemmeno la morte può incrinare, perché la vita di chi si affida a questo Padre si apre sulla prospettiva del l’eterna beatitudine”. (Angelus del 2 dicembre 2007)
Benedetto XVI ha creato in 2 Concistori 38 cardinali in rappresentanza di tutti i continenti per manifestare l’attenzione della Chiesa per tutta l’umanità. Il Papa invoca pace e giustizia per il mondo. Scrive una Lettera ai cattolici cinesi. Pensa in particolare all’Africa e a un’equa distribuzione delle ricchezze della Terra.Ma il mondo opulento deve cambiare stile di vita:
“C’è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti. ‘Questa grande speranza può essere solo Dio … non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano’ (Enc. Spe salvi nr. 31): il Dio che si è manifestato nel Bambino di Betlemme e nel Crocifisso-Risorto.
Se c’è una grande speranza, si può perseverare nella sobrietà. Se manca la vera speranza, si cerca la felicità nell’ebbrezza, nel superfluo, negli eccessi, e si rovina se stessi e il mondo. La moderazione non è allora solo una regola ascetica, ma anche una via di salvezza per l’umanità”. (Omelia del 6 gennaio 2008)
Benedetto XVI è un uomo semplice e mite: la sua parola è chiara e profonda. Ama il dialogo nella verità. Per due volte visita una Sinagoga, a Colonia e New York, entra nella celebre Moschea Blu di Istanbul. Invita i non credenti ad allargare gli orizzonti della ragione, a non limitarli in ciò che è verificabile nell’esperimento, per non rifiutare la Speranza, per non eliminare Dio:
“L’essere umano può spegnere in se stesso la speranza eliminando Dio dalla propria vita. Come può avvenire questo? Come può succedere che la creatura "fatta per Dio", intimamente orientata a Lui, la più vicina all’Eterno, possa privarsi di questa ricchezza? Dio conosce il cuore dell’uomo. Sa che chi lo rifiuta non ha conosciuto il suo vero volto, e per questo non cessa di bussare alla nostra porta, come umile pellegrino in cerca di accoglienza. Ecco perché il Signore concede nuovo tempo all’umanità: affinché tutti possano arrivare a conoscerlo!” (Omelia del 1° dicembre 2007)

(fonte: Sergio Centofanti - Radio Vaticana)


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ATTO VANDALICO IN CILE CONTRO LA STATUA DELLA MADONNA


Cile: i vescovi condannano l'atto vandalico contro la statua della Madonna del Carmelo a Santiago. “Un atto deplorevole”: così il presidente della Conferenza episcopale cilena, mons. Alejandro Goic Karmelic, ha definito l’atto vandalico, messo in atto nei giorni scorsi, contro la statua della Vergine del Carmelo (a destra nella foto) venerata nella Cattedrale di Santiago. “Si tratta di un gesto – ha dichiarato mons. Goic all’agenzia Aciprensa – che ferisce la fede, l’amore e la devozione che il popolo del Cile ha tradizionalmente verso la Madre di Dio, attraverso un’immagine storica e venerata in tutto il Paese”. Di qui, l’invito del presule a “riflettere su tutti i settori del tessuto sociale per capire come sanare i problemi della società cilena”.
La statua della Madonna, scolpita nel 1833, è posizionata accanto all’altare della cappella del Santissimo Sacramento, situata in una navata laterale della Cattedrale. A causa dell’atto vandalico, il manto, i paramenti e le decorazioni posti su di essa sono stati bruciati.
In riparazione dell’accaduto, l’arcivescovo di Santiago, card.Francisco Javier Errázuriz Ossa (foto a destra), ha celebrato una S.Messa nella Cattedrale, insieme a tutti i vescovi del Paese, riuniti in occasione della 95.ma Assemblea Plenaria.

Nella sua omelia, il porporato ha espresso profondo dolore per quanto successo, poiché “l’immagine della Vergine è tanto amata sia da noi che dal nostro popolo che risulta incomprensibile e estremamente doloroso ciò che è accaduto”. Infine, il card.Errázuriz ha messo in guardia dalla distruzione della famiglia che comporta una “mancanza di rispetto verso i valori della Patria e di speranza verso il futuro”.

(I.P.) (Radio Vaticana 22.4.08)


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E' MORTO IL CARDINALE ALFONSO LOPEZ TRUJILLO


Papa Benedetto XVI ricorda lo zelo e la passione con cui Card. Alfonso Lopez Trujillo ha svolto “un’infaticabile azione a tutela e promozione della famiglia e del matrimonio cristiano”.
Il 23 aprile u.s., all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, hanno luogo le Esequie del Card. Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
La Santa Messa è stata presieduta dal Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio.
Al termine il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Liturgia Esequiale e tenuto l’omelia. Dopo aver ripercorso le tappe fondamentali della vita del Card. López Trujillo, il Papa si è chiesto:
“Come non porre in rilievo, in questo momento, lo zelo e la passione con cui egli ha lavorato durante questi quasi 18 anni, svolgendo un’infaticabile azione a tutela e promozione della famiglia e del matrimonio cristiano? Come non ringraziarlo per il coraggio con cui ha difeso i valori non negoziabili della vita umana?
Tutti abbiamo ammirato la sua infaticabile attività… Non possiamo non essergli grati per la tenace battaglia che ha condotto a difesa della "verità" dell’amore familiare e per la diffusione del "vangelo della famiglia". L’entusiasmo e la determinazione con cui operava in tale campo erano il frutto della sua esperienza personale, particolarmente legate al calvario che dovette affrontare la sua mamma, scomparsa all’età di 44 anni per una assai dolorosa malattia”.
Il Santo Padre ha poi messo in rilievo come il Cardinale traesse “il suo amore per la verità dell’uomo e per il vangelo della famiglia dalla considerazione che ogni essere umano ed ogni famiglia riflettono il mistero di Dio che è Amore” e che tutta la sua vita è stata caratterizzata dall’impegno per l’affermazione della verità. Citando un suo scritto, il Papa ha affermato che“la verità nell’amore è sempre stata per lui un ‘polo esistenziale’, dapprima quando in Colombia era proteso a ‘trovare il senso di una genuina liberazione in ambito teologico’, e in seguito, qui a Roma, quando si dedicò ad ‘approfondire, proclamare e diffondere il vangelo della vita e il vangelo della famiglia, come collaboratore del Santo Padre’.”
Benedetto XVI ha concluso ricordando la generosità del compianto Cardinale, che si è tradotta“in molteplici opere di carità, specialmente a favore dei bambini in diverse parti del mondo”, ed ha auspicato che questa testimonianza “ci sia di incoraggiamento a spendere ogni nostra risorsa fisica e spirituale per il Vangelo; ci sproni ad operare in difesa della vita umana; ci aiuti a guardare costantemente alla meta del nostro pellegrinaggio!".


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MANILA: 80.000 PER LA FESTA DEL "NAZZARENO NERO"

Sono stati almeno 80.000 a rinnovare a Manila una tradizione antica 400 anni: la festa del Nazareno nero, “Black Nazarene”, per una statua del Cristo in legno nero giunta nelle Filippine con i primi missionari agostiniani nel 1606.
La statua, ritenuta miracolosa dai fedeli, ha attraversato le strade del centro cittadino in un clima di fervente devozione e di composto entusiasmo.
Smentendo i timori della vigilia, scrive l’Osservatore Romano, tutto si è svolto senza incidenti e sotto l'attento controllo di circa settecento agenti di polizia che per ore hanno vigilato le vie d'accesso al percorso del corteo religioso. Alto era ritenuto, infatti, il rischio di attentati, anche dimostrativi, contro la processione e la sacra effigie.
Questo è stato anche il motivo per il quale la statua portata per le strade della città era solo una copia dell'originale, che invece si trova conservata all'interno della chiesa di Quiapo.
Proprio qui, di fronte all'antica immagine, l'arcivescovo di Manila, in precedenza, all'alba, ha celebrato la messa. Il porporato (a destra) ha sottolineato come la festa del “Black Nazarene” «rappresenta il desiderio che ogni cattolico deve provare: prendere sulle spalle la propria croce ad imitazione di Cristo».
Dai cattolici di Manila, infatti, il “Black Nazarene” — nei giorni seguenti alla processione si celebrano numerose messe e si svolgono anche incontri e feste popolari — è ritenuto un'importante occasione per testimoniare in maniera pubblica e visibile il proprio desiderio di crescita spirituale e di espiazione dei peccati.
Non sono pochi, per esempio, coloro che, in segno di penitenza, percorrono a piedi nudi il percorso della processione. Manifestazioni che taluni ritengono eccessive, ma che comunque esprimono il genuino sentimento religioso della popolazione. (R.P.)


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OSTENSIONE AI FEDELI DELLE SPOGLIE DI S. PIO DA PIETRELCINA


Il 24 aprile u.s. grande commozione a San Giovanni Rotondo per l’inizio della pubblica ostensione delle spoglie mortali di S.Pio da Pietrelcina. Dopo la ricognizione canonica, avvenuta il 2 marzo u.s., si è celebrata stamani la S.Messa presieduta dal card.Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, per l’inizio dell’esposizione del corpo di Padre Pio. Il frate cappuccino – ha detto il porporato durante l’omelia – “è vissuto in piena unione con Gesù crocifisso e vive adesso nella definitiva comunione con Gesù Risorto. Le Reliquie sono l’annunzio della nuova creatura che sorgerà in comunione con il Risorto”.
Un popolo acclamante e osannante si è radunato intorno all’altare per vivere il mistero della comunione della fede e celebrare l’immensa santità di Dio che si riverbera nelle creature capaci di accogliere il Suo mistero.
“San Pio, ha detto l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste–San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, indica “a tutti noi i criteri e le linee di una giusta devozione e venerazione”:
“Non cerchiamo clamore, chiasso, letture distorte ed avventate. Vogliamo onorare e benedire il Signore Mirabile nel suo fedele Servo. Siate imitatori di Padre Pio, come lui lo è stato di Cristo Crocifisso. Fate della preghiera il legame certo con il Signore”.
Il corpo di San Pio da Pietrelcina – ha sottolineato il cardinale Josè Saraiva Martins nell’omelia - riflette l’immagine di Dio, il tempio dello Spirito Santo, il “luogo” in cui Gesù ha manifestato "la sua gloriosa passione”: “Il nostro caro Santo cappuccino profuse i suoi doni di santità… E verso questa terra Padre Pio richiamò e richiama ancora milioni di persone, assetate di verità e di bontà”.
San Pio da Pietrelcina rinnova l’invito a vivere la santità come cifra ordinaria e straordinaria della vita cristiana. La santità, dono di Dio e impegno dell’uomo – ha aggiunto il porporato – è la "vita trasfigurata in Cristo mediante il dinamismo delle virtù teologali e dei dono dello Spirito Santo": “A questo dinamismo Padre Pio, apostolo del nostro tempo, ha offerto un esemplare contributo, guidando tanti verso l’incontro con il Signore mediante la parola e la testimonianza e divenendo per tutti sorgente zampillante nell’aridità dei nostri giorni, olio nuovo nella ruggine della nostra stanchezza”.
Le stimmate che Gesù crocifisso imprime nella carne del frate – ha concluso il cardinale Josè Saraiva Martins – sono anzitutto “l’approvazione che egli dà al suo amico fedele”; ma sono anche “il segno dell’amore di Cristo verso di noi, il fatto che Egli ci ha amati per primo e non smetterà mai di amarci”.
A 40 anni dalla sua morte, le spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina sono dunque esposte nella cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Dopo la Messa, migliaia di fedeli, provenienti da tutto il mondo, hanno reso omaggio al frate delle stimmate. (Radio Vaticana)


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TARSO 22 GIUGNO - APERTURA DELL'ANNO PAOLINO

Il 22 giugno si è aperto a Tarso, in Turchia, l'Anno Paolino, indetto da Papa Benedetto XVI dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009, con la celebrazione eucaristica presieduta a Tarso dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la Promozione dell’unità dei Cristiani.

In occasione dell'evento – si legge nell’Osservatore Romano - i vescovi della Turchia hanno pubblicato una lettera pastorale intitolata “Paolo, testimone e apostolo dell’identità cristiana” in cui si sottolinea l’esigenza di unità della fede. Rendendo nota la lettera, il Vicario apostolico in Anatolia, mons. Luigi Padovese, ha ricordato l'importanza dell'anniversario che riguarda tutte le comunità cristiane perché “Paolo è maestro di tutti i discepoli” e ha evidenziato l’utilità delle sue lettere, vera e propria “miniera di elementi per le comunità che vivono in situazione di minoranza".
Aggiungiamo anche che Il Vicario apostolico dell’Anatolia è il vescovo mons. Luigi Padovese Preside dell’Istituto Francescano nianum” di Roma, vanni, nonché sui Padri della Chiesa dei primi secoli. A lui il merito di aver organizzato negli ultimi vent’anni altrettanti simposi di studio nelle città di Efeso (su Giovanni) e Tarso (su Paolo).
Le città particolarmente interessate dalle celebrazioni saranno Tarso, dove è stato chiesto di poter utilizzare la vecchia chiesa di San Paolo oggi adibita a museo e Antiochia, già mete di pellegrinaggi da parte dei fedeli di tutto il mondo.
Tarso ha da cristiani, né sono aperte chiese; Antiochia sull’Oronte è il luogo dove per la prima volta i discepoli di Cristo furono chiamati cristiani e oggi vi sopravvive una piccola com
da una decina di famiglie cattoliche, più un consistente numero di greco araba, che si radunano per condividere la fede e crescere spiritualmente.

(R.B.)

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9 Agosto 2008 - COMMEMORAZIONE DI FRANZ JAGERSTATTER


Nel primo anno dopo la beatificazione di Franz Jägerstätter Pax Christi Austria e Pax Christi Germania,
organizzano la ormai tradizionale commemorazione del giorno della morte.
E‘ prevista una grande partecipazione alla celebrazione presso la parrocchia di Tarsdorf a St. Radegund (con l’ora di preghie-ra, la santa messa e la processione dei lumini), dopo un pellegrinaggio da Burghausen (in Baviera) a St. Radegund.
Franz Jägerstätter era nato il 20 maggio 1907 in un paesino St. Radegung, nell’Alta Austria a pochi chilometri dal confine con la Baviera.
Può essere definito un “resistente” al nazismo, un semplice contadino che rappresenta uno dei pochissimi testimoni che in terra tedesca, abbia osato opporsi al regime hitleriano.
La sua è una storia non “etichettabile”, vissuta in totale solitududine, del tutto staccata da qualsiasi movimento di opposizione interna la nazismo.
Rifiutò ogni collaborazione con il nazionalsocialismo dopo l’annessione del suo Paese alla Germania (1938). Franz viene ghigliottinato a Brandeburgo (Berlino, nello stesso carcere si trovava anche Bonhoffer) il 9 agosto 1943.


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RICONOSCIUTE LE APPARIZIONI MARIANE DEL 1664

Migliaia di pellegrini hanno partecipato il 4 maggio scorso nel Santuario di Notre-Dame du Laus, sulle
Alpi francesi, alla cerimonia solenne in cui il vescovo di Gap et d’Embrun, mons. Jean-Michel di Falco Leandri, ha proclamato il riconoscimento ufficiale delle apparizioni mariane avvenute in questo luogo a cavallo tra il 1600 e il 1700 a una pastorella francese, Benedetta (Benoite) Rencurel.
A 146 anni dal riconoscimento delle apparizioni di Lourdes oggi la Chiesa riconosce la veridicità dei fatti soprannaturali che si verificarono in questo sperduto e suggestivo luogo delle Alpi francesi a partire dal maggio del lontano 1664: la pastorella Benedetta Rencurel aveva 16 anni quando conducendo al pascolo il gregge ebbe la prima apparizione della Vergine che teneva per mano un bellissimo Bambino. La ragazza non sapeva né leggere né scrivere, ma a lei la Madre di Dio affida un messaggio importante nel periodo in cui in Europa infuriavano le cosiddette guerre di religione: un invito alla conversione dei peccatori e a sperimentare nella
misericordia di Dio la riconciliazione. Le apparizioni proseguiranno per ben 54 anni fino al 1718 anno della sua morte. Un lungo periodo in cui la veggente dovette affrontare numerose tribolazioni: dalle vessazioni del Maligno al rifiuto da parte di preti giansenisti di darle la Comunione, all’obbligo di lasciare il luogo nativo per poi ritornarvi e trovare tutto distrutto.

Nel 1673 mentre era iIn preghiera le apparve Gesù steso e inchiodato sulla croce, ricoperto di sangue: da allora Benedetta soffre nel proprio corpo i dolori della Passione di Cristo.

Accorrono da lei numerosi malati, poveri, persone disperate. A tutti dona una parola. Molte sono le guarigioni inspiegabili, le conversioni. Jean Guitton dirà: "questo Santuario sulle Alpi è uno dei tesori più nascosti e più potenti della storia dell’Europa"
Ma sul riconoscimento di queste apparizioni ascoltiamo mons. Jean-Michel di Falco-Leandri, al microfono di Sabine de Rozieres:
R - Certamente. Quello che mi ha incoraggiato a compierem questo cammino è stato proprio il messaggio rivolto a Benoite Rencurel. Si tratta di un messaggio di riconciliazione. E’ un messaggio di
misericordia e di riconciliazione. Credo che viviamo in un’epoca in cui sia ancora possibile contribuire alla realizzazione della riconciliazione, in cui sia possibile riconciliarci con gli altri, per riconciliarci così
con noi stessi. Ma solo riconciliandoci con Dio, riusciremmo a riconciliarci con gli altri e con noi stessi! E’ possibile trovare la pace interiore solo raggiungendo e realizzando queste tre tappe.
D - Perché queste apparizioni vengono riconosciute solo ora?
R - Sì, è vero che questo possa sorprendere molto, poiché la prima apparizione è datata 1664, ed anche se non è stato del tutto confermato, è senza alcun dubbio riconosciuta come la prima o una delle prime apparizioni, in ogni caso certamente la più antica apparizione in Francia. Nel momento che sono arrivato nella diocesi, ho ripreso il dossier che era stato già trattato dai miei predecessori, per vedere a che punto fosse il processo di beatificazionedella veggente Benoite Rencurel.
E quando sono venuto a Roma, mi è stato detto che nel bdossier mancava, però, un documento che attestava il riconoscimento da parte del vescovo delle apparizioni. Era certamente sorprendente la situazione visto il tempo che era ormai passato, ma mi ha poi convinto il fatto che la gran parte dei vescovi precedenti dovevano sapere che questo documento era stato in realtà prodotto in virtù del fatto che fin dall’inizio, e quindi dal XVII secolo, ci sono stati dei pellegrinaggi, che ancora continuano.
Era importante sapere e soprattutto verificare allora se il messaggio fosse coerente col messaggio della Chiesa e con la fede.
Ho successivamente deciso, proprio perché ritenevo che questo fosse importante per la mia diocesi, ma anche per tutti quei giovani che frequentano questi luoghi, di riconoscere che questi eventi raccontati e vissuti dalla veggente Rencurel avessero un carattere soprannaturale.

(Sergio Centofanti - Radio vaticana 4.5.2008)


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ATTESA A SYDNEY PER LE SPOGLIE DEL BEATO PIERGIORGIO FRASSATI


Nel giorno della sua beatificazione, Giovanni Paolo II definì Pier Giorgio Frassati “l’uomo delle otto beatitudini” per la ricchezza del suo animo sempre proteso verso gli altri. Una vita intensa e breve, morì all’età di 24 anni, e completamente dedicata ai poveri.
Alla sua testimonianza di una giovinezza vissuta nella purezza e nella gioia, all’azione dello Spirito Santo si è richiamato lo scorso 18 giugno il card. Severino Poletto durante la Santa Messa nella quale la città di Torino ha salutato le spoglie del Beato, traslate a Sydney per la Giornata Mondiale della Gioventù. Proprio Frassati è uno dei dieci patroni della GMG.
Alla celebrazione hanno partecipato i nipoti del Beato, numerosi giovani, l’arcivescovo di Torino e quello di Canberra, mons. Mark Beedict Coleridge, a nome dei vescovi australiani.
Il porporato, come riporta Avvenire, ha ricordato che "Frassati dice ai giovani di oggi che per seguire Gesù bisogna avere il coraggio di prendere le distanze dalle cose del mondo, dalle proposte di una vita comoda, di uno scellerato consumismo, dalla ricerca del potere, senza accogliere la Croce, la rinuncia, il sacrificio, necessari per costruire il Regno di Dio”.
Il cardinal Poletto ha poi sottolineato che la presenza del Beato a Sydney indica ai giovani che ancora oggi scegliere Gesù Cristo vuol dire scegliere “l’eroismo della santità” che significa “vivere le virtù cristiane: una vita spirituale alimentata dal silenzio e dalla preghiera".
"Il messaggio che porterà - ha continuato - sarà che c’è bisogno di ascolto del Signore e di confronto con la nostra coscienza per fare emergere quel tanto di buon che c’è nel cuore di ciascuno”.
Per l’arcivescovo di Canberra, mons. Coleridge, “PierGiorgio dirà ai giovani di Sydney che possono essere adesso e non solo nel futuro i leader della Chiesa e il fermento del mondo”.
Al termine della Messa la bara è portata in processione alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, meta prediletta del Beato, dove si è svolta una veglia di preghiera.
A Sydney le reliquie saranno poste inizialmente nella chiesa di Saint Benedict dove il 4 luglio, giorno della memoria liturgica, verrà celebrata una Messa dall’arcivesco vo di Sydney, il card.George Pell. Infine durante la prima serata della GMG, il 14 luglio, si terrà una veglia di preghiera nella Cattedrale della città australiana dove la bara sarà collocata dall'11 al 22 Luglio 2008.


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IL CARDINALE AGOSTINO VALLINI NUOVO VICARIO DI ROMA

Il cardinale Agostino Vallini è stato nominato da papa Benedetto XVI quale nuovo Vicario per la città di Roma al posto del dimissionario Card.Camillo Ruini.
Il Card.Villini ha subito dichiarato:”E’ un incarico di fiducia del Papa, mi rifarò alla Gaudium et Spes”.
“Fare sempre meglio per il bene della Chiesa che è a Roma”. E’ l’incoraggiamento del Papa rivolto il 27 giugno al nuovo vicario. Il porporato ha raccolto l’eredità del cardinale Camillo Ruini, che ha lasciato per raggiunti limiti di età. Molti gli auguri arrivati al porporato dal mondo istituzionale italiano a partire dal premier Berlusconi, che gli ha auspicato “ogni successo nella delicata missione pastorale”.


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ANNO PAOLINO: IL NUOVO MENSILE "PAULUS"

Un contributo alla riflessione spirituale e pastorale sull'Anno Paolino dalle
pagine della nuova rivista "Paulus". Intervista con don Giovanni Serra


Una preghiera onnicomprensiva come senza confini fu la missione dell'Apostolo delle genti. Il 29 giugno all'angelus, dopo la solenne Messa in P.za San Pietro alla presenza del Patriarca ortodosso ecumenico, Bartolomeo I, Benedetto XVI ha affidato all'intercessione di San Paolo l'evangelizzazione, la comunione nella Chiesa e la piena unità di tutti i cristiani. Temi che, in vario modo, costituiranno la "linfa" spirituale e pastorale dell'Anno Paolino appena iniziato.
A contribuire alla riflessione sarà certamente la nuova rivista"Paulus", mensile della Società San Paolo inaugurato in coincidenza con il giubileo bimillenario.
Il vicedirettore, don Giovanni Serra, parla degli obiettivi del magazine, nell'intervista di Emanuela Cam
panile:

R. - "Paulus" vuole essere - in linea con le altre riviste pubblicate da noi - una sorta di attualizzazione del messaggio di Paolo e nel contempo, aderendo a quanto ha indicato il Papa, vuole essere uno studio più approfondito, più sostenuto della figura del grande Apostolo e del suo messaggio.
D. - Per quanto riguarda i temi del primo numero di "Paulus", su cosa vi siete concentrati e soprattutto
chi avete scelto come testimoni?
R. - Il primissimo numero esce quasi in forma celebrativa e quindi abbiamo intervistato il cardinale Cordero Lanza di Montezemolo, poi il sindaco di Roma, perchè il titolo della prima puntata - chiamiamolo pure così - è “Paolo, cittadino di Roma”, perchè è dall'Urbe che tutto parte sostanzialmente. A parlare poi è anche il pastore anglicano della Chiesa di San Paolo entro le Mura, dando così voce al dialogo ecumenico in questo senso. C'è anche la testimonianza dell’abate di San Paolo per dare anche un fondamento spirituale e pastorale alla nostra azione cartacea.
E, infine, dai luoghi di San Paolo, da Damasco, la parola di Sua Beatitudine il card.Gregorio III. Ma c’è anche un pensiero di mons. Gianfranco Ravasi, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e tanti altri ancora.
D. - Don Giovanni, "Paulus" sarà un magazine internazionale: in quante lingue viene tradotto?
R. - Per ora, ci siamo concentrati sul francese, l’inglese, il polacco, il tedesco e il portoghese. Ma le richieste che ci sono giunte, dopo la conferenza stampa, arrivano proprio da tutto il mondo. Mobilitiamo la Famiglia paolina per apportare contributi sia il supporto cartaceo, ma soprattutto al web.
D. - Vogliamo ricordare l’indirizzo?
R. - Certo che sì: www.paulusweb.net .


(Fonte: Radio Vaticana - 30 giugno 2008)

 

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