Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2008 è di euro 25,00 per le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

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AGGIORNAMENTI

 

BOLOGNA, 1° ottobre-1° NOVEMBRE 2009 - Mostra: “Il tempo delle feste: l’anno liturgico illustrato con le piccole immagini devozionali”.

 Il 1° ottobre è stata inaugurata a Bologna nel Museo “Beata Vergine di San Luca” una mostra di immaginette sacre sul tema: “Il tempo delle feste: l’Anno Liturgico illustrato con le piccole immagini devozionali”.

L’allestimento è di SILVIA CORSINI e DUILIO GENNARI con la collaborazione del Centro Studi per la Cultura Popolare di Bologna.

L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino alla festa di Ognissanti 1° novembre p.v.

 

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NOTIZIARIO MAGGIO - GIUGNO 2009

 

 

VITA ASSOCIATIVA

 


INVIO DEL LIBRO DEI SOCI 2009-2010

Trasmettiamo in allegato il cosiddetto “Libro dei Soci”, aggiornato al momento attuale. Invitiamo gli associati che desiderano apportare aggiornamenti di darne comunicazione in Segreteria. Provvederemo nel Notiziario successivo. Grazie per la collaborazione.

 

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5 MAGGIO 2009: CONFERENZA DELLA PROF.SSA MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI SU “LE IMMAGINETTE SACRE DEL 1500 – LA COLLEZIONE DI ENNIO BELOTTI”

La socia Prof.ssa Maria Gabriella Alessandroni, grazie ad un computer portatile, nuovo ed utile strumento quale coadiuvante delle conferenze AICIS, ha tenuto nella riunione mensile AICIS una interessante e seguitissima conferenza sul tema: “Le immaginette sacre del 1500 – La collezione di Ennio Belotti”. Riportiamo il testo alle pagine 6 e 7 anche per farne partecipi tutti gli associati che non erano presenti alla riunione del 5 maggio u.s.. Nell’esprimere riconoscenza alla prof.ssa M.G. Alessandroni per questo utile contributo, porgiamo un sentito ringraziamento anche al socio Ennio Belotti di Lovere (BG) che ha fornito il proprio materiale collezionistico per tale conferenza.

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RINGRAZIAMENTO A PADRE MICHELEGIULIANO,OFM, PER LA SUA ATTIVITA’ AICIS

Molti associati hanno telefonato per ringraziare Padre Michele Giuliano per le tante immaginette di cui cura la stampa e l’invio all’AICIS per la campagna “Un santino per ogni socio” e,inoltre, per “Il fondo sociale”.
La Segreteria volentieri estende a Padre Michele tale ringraziamento ed aggiunge quello del Consiglio Direttivo per la preziosa attività che da anni svolge a favore dell’Associazione.

 

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28 GIUGNO 2008-2009: ANNO PAOLINO. MOLTI I SOCI A ROMA PER VENERARE SAN PAOLO APOSTOLO

Benedetto XVI, dopo aver con i Santi Vespri del 28 giugno 2008 dato avvio all’Anno Paolino nella Basilica di San Paolo (in copertina, oltre la Tessera AICIS ‘09, è riportata la foto di tale inaugurazione), nel prossimo 28 giugno nella Basilica di San Pietro, con i Santi Vespri, il Santo Padre darà l’avvio alle cerimonie di chiusura dell’anno giubilare commemorativo della nascita di S.Paolo Apostolo. Molti soci sono già venuti a Roma in questi mesi per rendere omaggio alla tomba del Santo Apostolo delle Genti, lucrando l’indulgenza plenaria.

Nella rivista dell'Ass.ne viene riportato il calco della lastra di marmo (2,12 m. x 1,27 m) con iscrizione “Pavlo apostolo mart” che sovrasta la tomba del Santo sotto l’altare maggiore nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.

 

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14 GIUGNO 2007-2009: 2° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI SAVERIO VITAGLIANO

Il 14 giugno p.v. si compiono due anni dalla improvvisa scomparsa del nostro ex-Segretario Saverio Vitagliano. Una Santa Messa, offerta dalla sig.ra MARIA TERESA CASELLA BIZE (Svizzera), verrà celebrata il 1° ottobre alle ore 18.30 nella Basilica di S.Antonio in V.Merulana 124-Roma.
Grazie a quanti hanno scritto o telefonato per ricordare questo associato, sempre disponibile con tutti e generoso.
Caro Saverio sei e rimarrai nei nostri cuori con affetto e riconoscenza.

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SAN PAOLO E IL GIRASOLE

ICONOGRAFIA. FIGURE E SEGNI DI PROTEZIONE CELESTE - 12

di Elisabetta Gulli Grigioni

Nella precedente rubrica (Notiziario Nr.294) si è osservato un manufatto devozionale settecentesco, dedicato a Paolo di Tarso, che univa l’immaginetta devozionale al reliquiario.
Vorrei ora proporre una complessa raffigurazione che ha come centro il momento della conversione dell’Apostolo, con la caduta da cavallo, commemorata il 25 gennaio scorso.
Si tratta dell’illustrazione, mediante incisione su rame (probabilmente di un bravo incisore fiammingo), di un piccolo libro dal titolo Heliotropium seu conformatio humanæ voluntatis cum divina (Eliotropio o conformazione della volontà umana alla divina), pubblicato a Colonia nel 1634, la prima edizione del quale dovrebbe essere del 1627. L’autore del testo, il gesuita Geremia Dresselio (1581-1638), tedesco, fu per ventitré anni predicatore di corte del Principe Elettore Massimiliano I Duca di Baviera e di sua moglie Elisabetta di Lorena ai quali il volumetto, diviso in cinque libri, è dedicato.
Nel primo libro, in consonanza con l’affascinante ordine mentale seicentesco, l’esordio logico: nessuno potrà adeguarsi alla volontà del Signore se prima non abbia conosciuto bene quale essa sia. È portato come esempio Saulo-Paolo che nel cadere folgorato sulla via di Damasco chiede: «Signore cosa vuoi che io faccia?».
Il Signore demanderà ad Anania il compito di indicare a Paolo la via da percorrere.
Da quel momento Paolo potrà iniziare a percorrere il suo cammino di adeguazione alla volontà del Signore.
Nell’illustrazione, in piccolo spazio ma molto nitidamente, sono raffigurati: in alto Dio e nella parte inferiore Paolo caduto, addossato al cavallo che risulta in un bellissimo primo piano. Il cuore incoronato, recante giglio e spada, rappresenta la volontà di Dio che costringe con il premio o con la punizione. L’altro cuore, fornito di ali che rappresentano i pii desideri e coronato di rose che rappresentano l’incostanza del desiderante, simboleggia la volontà umana. Il sole antropomorfo è il secondo simbolo della volontà divina, l’eliotropio o girasole è simbolo della volontà umana che, prima di conoscere la volontà divina, appare come un fiore non ancora aperto.
I due cuori dialogano attraverso le parole soprascritte: «Veni (Vieni)», è l’invito, «Ecce venio (Ecco vengo)» è la risposta.

L’esemplificazione è dunque triplice: due cuori, Dio-Paolo, sole-girasole.
La sua ridondanza la rende a prima vista oscura ma, una volta letta la spiegazione fornita dal libretto, proprio la ripetizione attraverso tre immagini di differente natura la renderà persuasiva e memorizzabile.
Anche in immagini simboliche di altre opere, il girasole appare come simbolo della devozione, per la sua particolarità botanica di seguire con la propria corolla il sole della luce divina. Inoltre, il fatto che esso germoglia in qualsiasi tipo di terreno, si traduce nell’affermazione che la santità raggiungibile attraverso la devozione è aperta a tutti, in ogni stato, in ogni luogo, in ogni condizione.

Proprio sabato scorso è stato presentato al Teatro Alighieri di Ravenna il programma 2009 di Ravenna-
Festival, in una scenografia tanto elegante quanto simbolicamente suggestiva, realizzata con lo sfondo di un’alta siepe di girasoli, perfetta quindi per incorniciare i temi fondamentali del Festival: la preghiera e il rito. Un’occasione, come sempre ormai da vent’anni, per entrare attraverso opere musicali antiche e moderne, illustrate con chiarezza e purissimo ardore da Cristina Mazzavillani Muti, in una dimensione di cultura multietnica che, riscoprendo le antiche vocazioni della bizantina Ravenna, seduce e induce a lunghi momenti di meditazione su manifestazioni d’arte e di spiritualità spesso sconosciute o a molti poco note.
(Figura: Incisione su rame. Illustrazione da: HIEREMIA DREXELIUS, Heliotropium seu conformatio humanae voluntatis cum divina, Coloniæ Agrippinæ, Sumptibus Cornelii ab Egmond et Sociorum, 1634).

 

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LE INCISIONI FIAMMINGHE: MICHIEL BUNEL

 

di Biagio Gamba
http://collezionaresantini.blogspot.com


I collezionisti di incisioni fiamminghe conoscono sicuramente il nome di Michiel Bunel, ma forse non sanno che egli non fu solo un incisore, né un editore puro, ma un mercante di stampe.
I mercanti di stampe erano appunto dei commercianti che si occupavano della mediazione e della vendita delle stampe. Nel XVIII secolo, nei paesi fiamminghi il commercio delle immaginette devozionali era molto fiorente, tanto da far nascere delle figure che si occupavano della vendita di esse, alla stessa stregua delle grandi opere d’arte.
Nel caso specifico delle immaginette incise, i mercanti erano soliti fare incidere il proprio nome sotto l’immagine, sulla matrice di rame, a volte facendo sostituire il proprio nome a quello del vero incisore.
Si sa, ad esempio, che proprio Michiel Bunel fece sostituire il suo nome in una importante opera incisa dal grande Hieronymus Wierix.
Nella foto, bellissima incisione a bulino su rame, colorata a mano, firmata Michiel Bunel, prima metà del XVIII secolo, cm 7,2 x 10,2, su carta vergellata, raffigurante S. Giovanni Battista.

 

IMMAGINETTE SACRE NELLA COLLEZIONE DI ENNIO BELLOTTI

di Maria Gabriella Alessandroni

Nella riunione dell’AICIS del 5 maggio 2009 abbiamo assistito ad un evento innovativo: l’introduzione di
uno strumento tecnologico, ormai alquanto diffuso, che può rivelarsi uno scrigno di sorprese per chi, come noi, si interessa di immaginette sacre, quindi di immagini, protagoniste nei sussidi audiovisivi: il Computer portatile.
Lo spunto per portarlo alla riunione è stato per me la ricchissima, coinvolgente collezione del socio Ennio Belotti di Lovere (BG), che ho potuto conoscere tramite il DVD, realizzato e inviatomi dal collezionista, contenente le foto delle sue immagini sacre, suddivise per secolo, dalla fine del 1400 al 1900. Ho già avuto occasione di condividere con i soci la emozionante scoperta di tante meraviglie cartacee del passato, anche remoto, attraverso un articolo pubblicato nel Notiziario AICIS n. 290 di luglio-agosto del 2008, minimale tentativo di esplorare i labirinti di riferimenti che mi si presentavano.
Particolare apprezzamento ed ammirazione hanno meritato le immagini sacre del XVI secolo, alcune anche della fine del XV, sia perché esteticamente affascinanti, sia per la loro validità come modello iconografico dell’arte sacra rinascimentale, ma anche in special modo per la loro importanza storica come espressione artistica della stampa nell’epoca dei suoi primordi.
Appartengono infatti alla collezione Belotti numerosi incunaboli, che, come sappiamo, costituiscono i primi esemplari di pagine scritte e illustrate, stampate nella seconda metà del ‘400, con la tecnica dei caratteri mobili, escogitata in Europa da Gutenberg per la pubblicazione della sua prima Bibbia nel 1455. Il termine si riferisce alla stampa “neonata”, quindi in culla, dal latino “cuna”, oppure, secondo un’altra interpretazione degli storici, in “fasce”, poichè i caratteri mobili costituenti la pagina da stampare erano tenuti insieme appunto da fasce. (Gli incunaboli noti nel mondo sono circa 450.000).
Le immaginette più antiche della collezione Belotti sono incisioni, xilografie o calcografie. Numerose sono piccoli gioielli di autori famosi, quali l’olandese Luca da Leida, che lavorò con il Durer, gli italiani Marcantonio Raimondi e Lucantonio Giunti, Gabriele Giolito de Ferrari, il tedesco Hieronymus Wierix, per citare solo i più importanti nella storia dell’arte e della carta stampata dell’epoca.
Ho voluto diffondere ed enfatizzare le bellissime immagini fotografiche delle opere del 1500, alcune realizzate da Ennio Belotti con una risoluzione molto elevata, attraverso una Presentazione (in Power Point), che ho preparato e con piacere ho mostrato ai presenti alla riunione, presentazione che è visibile in un computer, ma potrebbe anche essere proiettata su uno schermo per diapositive o video, predisposto ove sia possibile.
Abbiamo insieme visto scorrere sullo schermo del computer le immaginette, contornate da indicazioni sull’autore e altre notizie, che, come sono solita fare, ho cercato sui libri e sul Web; il tutto evidenziato ed enfatizzato da effetti visivi, dissolvenze, eventualmente accompagnato da un sottofondo musicale.
La presentazione mostrata in forma abbreviata e con procedimento manuale da mouse, è stata da me allestita anche in forma automatica, in modo che il collezionista Ennio Belotti potrà utilizzarla durante la mostra di immagini sacre che terrà prossimamente. I visitatori potranno godere, oltre che delle immaginette esposte, anche di questo metodo di diffusione delle immagini e delle notizie relative, ormai di uso consueto nelle mostre d’arte nelle gallerie e nei musei.
Sarebbe auspicabile utilizzare questo strumento anche in altre prossime mostre di immaginette sacre.
Sono lieta ora di diffondere tra tutti i soci attraverso il Notiziario il lavoro da me svolto, pubblicando bimestralmente due o tre diapositive per volta, tratte dalla Presentazione, accompagnate dalle notizie che ho già esposto ai soci di Roma presenti alla riunione di maggio.
In questo numero troviamo la schermata iniziale, con i titoli, e la prima diapositiva, con la meravigliosa immaginetta di San Giacinto. Si tratta di una xilografia, stampata quindi da una matrice di legno, scavata con sgorbie, da incunabolo del 1499. Vediamo la figurazione delineata con tratti nitidi, ma con una articolazione piuttosto semplice anche se visivamente efficace, caratteri tipici delle più antiche xilografie.

L’importante santo polacco appare modestamente inginocchiato ai piedi della Vergine con Bambino, che, attraverso la scritta, che si sviluppa su di un cartiglio, quasi un nastro, ed è anche riprodotta entro la cornice rettangolare del santino, gli garantisce la propria intercessione per le grazie che egli vorrà chiedere a Gesù.
Sulla diapositiva, a lato dell’immaginetta, si leggono brevi notizie sulla vita e i miracoli di San Giacinto.

(continua)

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12 MAGGIO: Beata Giovanna del Portogallo, domenicana

Lisbona, 6 febbraio 1452 – Aveiro, 12 maggio 1490.

Martirologio Romano: “Ad Aveiro in Portogallo, beata Giovanna, vergine, che, figlia del re Alfonso V, rifiutate più volte le nozze, preferì servire nell’Ordine dei Predicatori, divenendo rifugio per i poveri, gli orfani e le vedove”.
“Ebbe tre pretendenti: il Delfino di Francia, Massimiliano d’Austria e dal Re d’Inghilterra; ma un solo Amore più grande”.
Giovanna fu reggente del Portogallo e dell’Algarve nel 1471.
Morì il 12 maggio del 1490 a Aveiro e fu tumulata nel monastero del Gesù, dove aveva trascorso gli ultimi quindici anni.

Papa Innocenzo XII ha confermato il suo culto il 31 dicembre 1692.

 

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LE RELIQUIE - SIGNIFICATO TEOLOGICO E SPIRITUALE

Introduzione. Crisi o riscoperta?

È difficile oggi, se non impossibile, trovare una trattazione esauriente ed approfondita che aiuti a dare una risposta ai vari interrogativi che si pongono sul tema delle reliquie e della loro devozione; basti pensare all’assenza di tale voce dal “Dictionnaire de spiritualità”, che è un chiaro indice di quanto sia difficile e controverso questo argomento che, essendo rimasto per secoli legato esclusivamente alla pietà popolare, oggi presenta una certa resistenza di fronte ai tentativi di riflessione teologica o anche semplicemente spirituale.
Queste brevi note sono il frutto soprattutto di scambi di opinione avvenuti tra confratelli su questo argomento a partire dai dati della primitiva tradizione monastica e della prassi liturgica, infatti sono questi i due elementi fondamentali che possono ricondurci alla dimensione originaria del culto delle reliquie così com’era, prima di diventare una semplice devozione. Abbiamo anche visto come i testi del Magistero che recentemente si sono occupati di quest’argomento, si muovono proprio nella direzione di una riconduzione alle origini di questo culto e quindi di una riscoperta di questo culto nella sua vera dimensione, purificata da tutte le esagerazioni che si sono avute nel passato.

Un segno di venerazione per i padri


Nei primissimi secoli del cristianesimo il culto delle reliquie nasce soprattutto come memoria e venerazione della tomba di un martire. Leggiamo in At 8,2 che alcune“persone pie seppellirono Stefano e fecero grande lutto per lui”, era appena avvenuto il primo martirio e la comunità cristiana si radunava attorno ad una tomba.
È interessante notare che le più antiche liturgie d’oriente e d’occidente facevano memoria proprio della “deposizione” delle reliquie di S. Stefano in quanto primo gesto di conservazione e venerazione del corpo di un santo.
Solo qualche secolo dopo, col diffondersi del monachesimo, si cominciarono a venerare anche le ossa dei santi monaci che erano vissuti nei monasteri che vi erano seppelliti. Ancora oggi, nel monastero di Santa Caterina, sul monte Sinai, il corpo dei monaci defunti viene riesumato un anno dopo la morte. Se sono rimaste solo le ossa, queste vengono deposte in un ossario, il cranio invece viene collocato in una cappella dove si trovano quelli di tutti i monaci vissuti nel monastero, ognuno col proprio nome scritto.
Se invece il corpo è ancora in disfacimento, viene nuovamente inumato, e la comunità monastica prega ancora per un anno in suffragio del defunto. Infatti,“la tomba di Cristo è vuota perché tutto in lui fu olocausto, atto d’amore, dono volontario di sé. Le nostre tombe non sono vuote perché in noi non tutto è olocausto, atto d’amore, dono volontario di noi stessi: la nostra tomba è il segno, per tutti coloro che vengono a deporvi fiori, che noi siamo dei poveri peccatori” (Varillon 1995).

Questa usanza, forse strana per la nostra mentalità, è invece carica del primo ed originario senso che aveva per i primi cristiani il culto delle reliquie: soprattutto era un gesto di affetto verso i padri e, attraverso la venerazione di ciò che era rimasto del loro passaggio sulla terra, si manifesta la venerazione della loro vita, del loro esempio, ma anche di una comunione che lega misteriosamente i monaci di oggi a quelli che li hanno preceduti.

Effettivamente le reliquie, nella tradizione monastica, sono state soprattutto il modo col quale i monaci conservavano il ricordo dei padri, dei fratelli che li hanno preceduti o accompagnati nella loro vita in quel monastero. Sono il segno tangibile di una presenza ininterrotta, di una famiglia che conserva con affetto “le reliquie” dei propri “genitori”.
Ed è questo per noi oggi il significato della presenza, nella Chiesa di Santa Maria, delle ossa dei primi certosini, ed in particolare di quelle di San Bruno e del Beato Lanuino che sono presenti nella chiesa conventuale e che esprimono una comunione di preghiera ininterrotta che da nove secoli lega oggi noi ai nostri padri.
La luminosità del corpo dei santi Un’altra dimensione fondamentale del culto delle reliquie è quella taumaturgica, anche questa è presente fin dai primi secoli; infatti sarebbe fuorviante considerare questa dimensione come legata esclusivamente alla devozione popolare che si sarebbe sviluppata, non senza esagerazioni, nel tardo medioevo.
Nel Nuovo Testamento troviamo dei passi che ci testimoniano chiaramente il valore taumaturgico che viene dato a ciò che può, anche indirettamente, mettermi in contatto con quella persona che ha il carisma di guarire.
Nel Vangelo è riportato l’episodio della donna che soffriva di emorragia e che si accosta a Gesù per toccargli il mantello (Mt 9,20-22; Mc 5,25-29; Lc 8,43-48).
Il pensiero che muove questa donna è: “Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita” e in base a questa fede ottiene la guarigione. Se questo miracolo può essere interpretato nel senso che la fede della donna è così grande che le basta solo un contatto anche minimo, negli Atti degli apostoli abbiamo invece la chiara documentazione di un uso propriamente taumaturgico dell’oggetto; leggiamo in At 19, 11-12: “Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano.”
Fin dai primi secoli fu universalmente diffusa tra i cristiani la concezione che le reliquie dei santi avessero un forte potere taumaturgico. Ma qual è il fondamento teologico e spirituale di tale fede? Per comprenderlo bisogna tener presenti alcuni dati relativi alla concezione mistico-antropologica dell’esperienza di Dio come viene fatta dai santi.
L’esperienza della Grazia (che secondo i Padri è increata e quindi è esperienza immediata dello Spirito) ha il potere di trasfigurare la persona in tutta la sua integralità.
Il corpo del santo quindi, non meno della sua anima, viene interamente penetrato dalla luce divina e reso anch’esso luminoso. Questa luce trasfigurante, in quanto Grazia divina, viene vista fondamentalmente come “energia” ed in particolare come energia che può guarire, in quanto proveniente da Dio stesso. Quindi le reliquie di un corpo che durante la vita si è “spiritualizzato” e si è lasciato penetrare totalmente dalla Grazia, fanno partecipare di questa Grazia chi le venera, perché in certo qual modo la contengono ancora.
Ciò che è appartenuto al corpo di un santo mi può mettere in relazione diretta con lui e con la sua esperienza di Dio perché la mia fede si relazione con la sua vita. Ma nel corso dei secoli, soprattutto in occidente, e in gran parte in conseguenza delle crociate, si sviluppò una forma di culto delle reliquie che dava sempre più spazio alla dimensione del contatto materiale.
Leggiamo nella voce Saints di J.-C. Picard in Dictionnaire de Spiritualité: “La virtus, il potere miracoloso dei santi si manifesta in tutta la sua pienezza là dove riposano i loro corpi o le loro reliquie. Questa virtus è concepita in una maniera molto materiale, come un irraggiamento che emana dal deposito sacro e la cui potenza diminuisce man mano che uno se ne allontana, è importante avvicinarsi il più possibile al corpo santo, e se possibile toccarlo.
La virtus del santo procura la salute ai viventi e la salvezza eterna ai defunti, due nozioni espresse dalla
parola latina ‘salus’” .


(Continua)

(Fonte: museo.certosini.info
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PELLEGRINAGGIO DELLE RELIQUIE DI S. GIOVANNI LEONARDI

Santuario della Madonna dell’Arco: 26 aprile – 3 maggio 2009


In occasione del IV centenario della morte di san Giovanni Leonardi non poteva mancare una sosta del pellegrinaggio delle reliquie del corpo del Santo al Santuario della Madonna dell’Arco che i suoi figli spirituali, i Chierici Regolari della Madre di Dio, hanno organizzato per ripercorrere le tappe storiche che videro all’opera questo insigne apostolo del rinnovamento cristiano del secolo XVI e per ridestare la passione evangelizzatrice che lui profuse ovunque si recò.
Al santuario della Madonna dell’Arco, san Giovanni Leonardi è più che di casa. Anzi questa casa egli stesso contribuì a costruirla ponendo innanzitutto le premesse spirituali per far rifiorire il culto e la devozione mariana compromessi dalle dissidie sorte nel 1592 tra l’allora vescovo di Nola Mons. Fabrizio Gallo e il viceré Giovanni Zuñiga, conte di Mirando a motivo dell’amministrazione di questo luogo santificato dalla presenza di Maria, e poi, materialmente, collocando la prima pietra del bellissimo edificio che custodisce ancora oggi il miracoloso affresco della Madre di Dio.
San Giovanni Leonardi era infatti giunto a Madonna dell’Arco per la prima volta, inviato dal Papa Clemente VIII, l’8 ottobre 1592, per prendere possesso dell’allora umilechiesetta, risolvere i conflitti sorti e garantire un ordinato sviluppo della devozione mariana che stava man mano facendosi più popolare per i prodigi avvenuti.
Nel suo santo zelo il Padre Giovanni diede subito inizio all’opera già da tanto tempo e da tutti desiderata: un tempio degno della gloria di Maria .Questo sogno cominciò a farsi realtà quando, il 1° maggio del 1593, giorno di sabato, ne fu posta con grande solennità la prima pietra.

La devozione alla Beata Vergine dell’Arco sotto la cura spirituale e l’amministrazione del santo crebbe in quantità e in qualità. Ciò fa pensare a quanta fiducia si era conquistata presso tutti e quanto i fedeli gli fossero grati della sua opera e del suo zelo. Il Vescovo di Nola infatti, a conclusione dell’intera vicenda, scrivendo alla S.Congregazione lo fece con queste parole: «Osservando quanto bene, anzi ottimamente il detto P.Giovanni Leonardi si sia condotto, non solo devesi meritatamente quietare, ma devesi stimare degno di essere premiato, onde lo lodiamo ampiamente».

Il ritorno a casa delle reliquie di san Giovanni Leonardi, oltre quattro secoli dopo questi eventi, si deve rileggere quindi nell’ottica della Provvidenza Divina che suscita sempre uomini pieni di Spirito Santo, animati da genuino zelo apostolico il cui ricordo rinnova lo stesso impegno e la grazia di quei momenti nei quali essi si dedicarono con generosità all’annuncio del Vangelo.
Nel pomeriggio di domenica 26 aprile le reliquie di San Giovanni Leonardi sono quindi giunte nel piazzale antistante il santuario, dove si è svolto un significativo rito di accoglienza. In rappresentanza del Vescovo di Nola per compiere gli atti canonici era presente il Vicario Generale Mons.Lino D’Onofrio, mentre tutta la comunità dei padri domenicani, custodi del Santuario, era guidata dal Provinciale P.Giovanni Distante e dal Priore P. Gerardo.

Imbriano. Un nutrito numero di religiosi leonardini, formato soprattutto dagli studenti e novizi della comunità di Santa Maria in Portico a Napoli, si è ritrovato nel comune abbraccio della santità del Leonardi. L’urna contenente le reliquie del santo è stata poi portata processionalmente, accompagnata da un numeroso gruppo di religiosi e di fedeli laici, fino all’altare del santuario dove è rimasta, ai piedi di Maria, lungo tutta la solenne concelebrazione eucaristica che è stata presieduta dal Rev.mo Padre Generale, P. Francesco Petrillo.
Nel corso della sua omelia il P. Generale ha detto che se “dopo quattro secoli facciamo ancora memoria ancora di quest’uomo e dei frutti fecondi che ci ha lasciato è perché egli ci porta ancora l’eco gioioso della Pasqua di Cristo. San Giovanni – ha proseguito il P.Generale -ha costruito innanzitutto una comunità cristiana. Egli venne e ritorna ora in questo luogo, già santificato dalla presenza di Maria, a narrare di nuovo il primato di Dio, la regola del Vangelo quale unico criterio con il quale possiamo costruire. Se noi oggi siamo qui, lo dobbiamo alla sua tenace ed evangelica chiarezza. La solidità è l’eredità dei santi”.

Terminata la celebrazione le reliquie tra l’applauso dei fedeli sono state traslate all’altare maggiore, dietro l’edicola che custodisce l’icona di Santa Maria dell’Arco e qui centinaia di fedeli vi hanno reso omaggio. Mani che sfioravano l’urna, sussurri di preghiere nascoste nel cuore e ben note a Dio, occhi che esprimevano commozione, fedeli che desideravano approfondire la vita del Santo.
È stata una settimana in cui san Giovanni Leonardi ha radunato i suoi amici ancora una volta ai piedi di Maria e li ha invitati ad accoglierla nella propria casa di discepoli.
Un momento culminante di questa intensa visita delle reliquie di san Giovanni Leonardi si è avuto nel pomeriggio del primo maggio in occasione dell’inizio de mese mariano e del ricordo della posa della prima pietra del nuovo santuario che proprio il nostro santo provvide a realizzare il 1 maggio 1593.
Ecco quindi che la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Acerra Mons. Giovanni Rinaldi, a cui si sono uniti il P. Generale dell’Ordine della Madre di Dio, il Priore del santuario P.Gerardo Imbriani,
molti religiosi leonardini e domenicani, il sindaco di Sant’ Anastasia Avv. Carmine Pone e una numerosissima folla di pellegrini, ha avuto il sapore di una alleanza rinnovata, di cui la Vergine Maria è garante e destinataria. […].
San Giovanni Leonardi, ha detto il Vescovo, ha operato grandi cose, perché è stato affascinato da Cristo risorto e ha vissuto nella memoria di questo fondamentale dato della fede.

Nel suo intervento finale il sindaco di sant’Anastasia, avv. Carmine Pone, ha sottolineato come l’unità di tutti coloro che hanno a cuore l’autentico bene dell’uomo, visto integralmente, è un fattore di crescita sociale e di benessere per tutti. San Giovanni Leonardi seppe far convergere le preoccupazioni di molti, proprio su questo sguardo con cui la persona è colta nella sua indissolubile comunione con Dio e con i fratelli e quindi costruì un tessuto solido di rapporti improntati alla solidarietà e a alla promozione della persona umana.

L’omaggio che in questa giornata, come nelle precedenti, è stato reso alle reliquie di san Giovanni Leonardi, è stato commovente e pieno di fede, mentre sfilavano davanti alla sua urna migliaia di pellegrini richiamati dalla madre di Dio. Il popolo di Dio è stato protagonista di una stupenda testimonianza di pietà popolare che ininterrottamente si è protratta fino alla solenne celebrazione eucaristica di domenica 3 maggio, quando, dopo la santa Messa delle ore 12,00, presieduta dal Priore del santuario, P. Gerardo Imbriani O.P., ha salutato con commozione le reliquie del santo, prima che facessero ritorno alla sua sede di Roma.

P. GERARDO IMBRIANI OP

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LE DITTE PRODUTTRICI DI SANTINI: SHALOM

di Attilio Gardini


L’ Editrice SHALOM è una casa editrice cattolica e mariana che, pur essendo una società commerciale,
ha rinunciato ad ogni fine di lucro. Per la gloria del Signore pubblica libri di argomento religioso, si prefigge l’obiettivo di promuovere la preghiera tra il maggior numero possibile di lettori e di ristabilire la centralità del culto Eucaristico e il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

Propone libri di propria produzione, ortodossi (cioè scritti in assoluta obbedienza alle indicazioni della Chiesa Cattolica) di preghiere, meditazioni, riflessioni e conoscenza delle basi della fede e della morale cristiana della vita dei santi. Tutti realizzati con il massimo dell’impegno: adoperando carta di ottima qualità, avendo massima cura della veste grafica, tutta interamente a colori, pur mantenendo prezzi di copertina bassissimi per poter essere accessibili a tutti, specialmente a chi è meno fortunato.

L’intento dell’Editrice SHALOM, più che commerciale, è quello di realizzare una vera e propria missione di diffusione del messaggio cristiano tra i più, un vero e proprio servizio ai poveri, agli ultimi. È un linguaggio inusuale nel mondo del lavoro ma l’Editrice si propone come “strumenti di evangelizzazione”. Il Logo della Shalom assume una forma ovoidale detta “mandorla”.

Una delle figure più importanti della geometria sacra è la mandorla. Essa si ottiene intersecando due cerchi. La mandorla simboleggia il “punto” nel quale forze o mondi, chiaramente separati, si dividono e al tempo stesso s’incontrano.
I cerchi sono emblemi di spirito e materia, di cielo e terra, d’antico e nuovo. Nell’iconografia cristiana è l’aureola che racchiude Gesù e Maria, nel senso che la natura divina è contenuta all’interno di quell’umana, essa rappresenta il guscio della loro gloria e della perfezione.
La croce è quella di Cristo e la “M” è l’iniziale di Maria. I due segni sono indissolubili. Maria è, infatti, associata alla missione di salvezza di suo Figlio e partecipa come corredentrice al sacrificio redentivo di Gesù.
Il colore rosso sul fondo simboleggia il sangue di Cristo sparso per la nostra salvezza; il color oro della croce, la regalità di Cristo che ha scelto come trono la croce.
Noto a tutti è il volume “Pregate, pregate, pregate”, sia per il prezzo moderato, sia per l’enorme successo raggiunto.
L’Editrice SHALOM permette di acquistare anche testi d’altre case editrici affini per argomento e per finalità a quelli di sua pubblicazione, oltre ad una vasta gamma d’oggetti ed immagini sacre… tra cui i nostri cari santini.

Santini, pagelline e cartoline varie sono rintracciabili nel Catalogo SHALOM 2008 o 2009 nella sezione “fotografie” precedendo le proposte di croci, medaglie, corone devozionali, portachiavi, quadretti, statue e acquasantiere.

Tra le tante proposte di santini primeggia “la fotografia del profilo della Beata Vergine Maria”. Trattasi della statua della Beata Vergine Maria presente nella parrocchia di Tjihaljna, non distante da Medjugorje (quella che è divenuta simbolo di Radio Maria), poi tante altre immaginette: San Pio, il Sacro Cuore, la santa Famiglia, la Madonna di Pompei, M. Teresa di Calcutta insieme a tanti altri noti soggetti…Le dimensioni delle immaginette sono classiche: cm 7.0x10.5, con bordo bianco (o non) e con, a volte, il retro stampato per specifiche preghiere. Nella parte bassa del verso sono riportati indirizzo, tel. e fax cui inviare ordinazioni, citando il n. di codice.

Editrice SHALOM s.r.l. - Via Galvani, 1 - 60020 - Camerata
Picena (AN) - Tel +39 071 7450440 – Numero
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MADRE MARGHERITA DIOMIRA CRISPI E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU'

nel 35° anniversario della morte (giugno 1974-2009)



di Renzo Manfè

L e religiose Oblate al Divino Amore con gioia celebrano nel 2009 il 35° anniversario del ritorno alla casa del Padre della loro amata fondatrice Madre Margherita Diomira Crispi.
La sua morte è avvenuta serenamente nella Casa Generalizia di Roma nel 1974, in un mese molto speciale della sua vita, quello dedicato al Sacro Cuore di Gesù.

Nel 1913, ancora suora delle Figlie della Croce, Suor Margherita viene trasferita a Parma, nel Collegio Santa Cecilia. E’ in questa città che la Grazia opera nella sua bell’anima una grande e così importante trasformazione da divenire propagatrice di tale importante devozione, come lei stessa ha lasciato scritto nel suo diario:
“Mi sentii spinta a lavorare con tutte le mie forze per incrementare o, meglio, per dare inizio alla dolcissima e validissima devozione al Sacro Cuore di Gesù. Una devozione che, purtroppo, non era conosciuta, o per lo meno non molto considerata, sia in città che in Diocesi.
Si voleva e si doveva fare qualche cosa di positivo, cominciando, quindi, con il propagare l’Apostolato della Preghiera e la Consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore. Si ricorse alla via più veloce,e cioè, al Can.Ettore Savazzini per arrivare a Mons.Guido M.Conforti.
[…] La risposta alla nostra richiesta è del 13 dicembre 1916. Dopo avere eretto un segretariato si diede inizio all’opera. Il risultato fu meraviglioso: infatti, sia in città che in Diocesi a migliaia si contarono le consacrazioni delle famiglie. Il Collegio Santa Cecilia fu centro della vera attività; anima di tutto: il Can.Savazzini, Cooperatori solerti, il più insperato numero di Sacerdoti, di Zelatori, di Zelatrici. Mons.Conforti ne fu entusiasmato: la devozione al Sacro Cuore era penetrata nel di lui gran cuore di Pastore e di Apostolo, se ne disse felice. E qui comincia tutta la successione di atti m eravigliosi da lui compiuti per fare amare e trionfare il Cuore di Gesù.
Limitandomi solo ad accennare fra i di lui primi atti pubblici in riguardo a questa santa devozione, quello della Consacrazione di tutte le famiglie della Città e della Diocesi, il 4 aprile 1917, che si fece con tutta solennità nella Cattedrale ed in tutte le Parrocchie. […]

Il Cuore di Gesù chiedeva ora una solenne consacrazione generale di tutto il Clero Cattolico, ma una consacrazione vera, pensata, sentita, sincera che portasse i suoi frutti, i suoi effetti nella vita sacerdotale, e quindi per riflesso sul popolo, sulle anime.
Questa consacrazione doveva essere preceduta da preparazione e da vera comprensione dell’atto che si poneva e dell’impegno che si assumeva. […]
Il primo giugno 1917 ebbe luogo la solenne Consacrazione...
Alle ore 10,30 Santa Messa dei sacerdoti, tutti presenti, quelli della città e quelli della Diocesi…
tutti col distintivo del S Cuore sul petto…
Al Vangelo si spiega la ragione , il significato di questa Consacrazione, e quindi genuflesso dinanzi al “Divinissimo”, solennemente esposto, pronunzia in latino la formula della Consacrazione.
Dopo vengono altre due incontri e cosi viene fatta la chiusura della grande giornata Eucaristica. […] Ma
il desiderio di Gesù era che tutto il Clero Cattolico venisse consacrato al Cuore di Gesù. Mons Conforti accolse la proposta e la fece sua, ne scrisse all’Em.mo Card. Segretario di Stato, il quale rispondeva che la cosa è stata portata al Sommo Pontefice, ma per ragione della guerra tutto restò sospeso.”
( Relazione su Mons. Conforti, 15/06/1951).

Madre Margherita Diomira Crispi aveva ben compreso che la devozione al Sacro Cuore di Gesù non era una devozione tra le tante, ma aveva una importanza talmente grande da situarsi al centro della rivelazione cristiana. Ciò sarà confermato dalla enciclica “Haurietis Aquas” (“Attingerete alle acque”) del 15 maggio 1956 del Servo di Dio Papa Pio XII, che tra l’altro vi scriverà:
“Questa devozione - contenuta in germe nella Sacra Scrittura, approfondita dai santi Padri, dai Dottori della Chiesa e dai grandi mistici medioevali - ha avuto un particolare incremento e la sua configurazione odierna in seguito alle apparizioni di Gesù Cristo a Santa Margherita Maria Alacoque…”
E proprio per il suo profondo amore e devozione al Sacro Cuore, dopo la fondazione della Congregazione delle Oblate al Divino Amore, Madre Crispi prenderà da S.ta Margherita Maria Alacoque, il nome “Margherita” e proporrà come simbolo da imitare l’omonimo fiore, la margherita, per la sua semplicità e umiltà.Un aspetto molto importante della vita della Madre è stato questo essere un’anima adoratrice e riparatrice delle offese fatte a Gesù. E la Fondatrice ha voluto trasmetterlo alle proprie Figlie spirituali, come làscito per la propria vita consacrata, come testamento per la vita religiosa di ciascuna, indispensabile per questi tempi nuovi, per le nuove possibilità, ma anche per le nuove difficoltà e sfide del millennio appena iniziato.

(Il Santino di Madre Margherita con reliquia di III ordine, offerto dalle Suore Oblate al Divino Amore, è stato immesso nel Fondo Sociale di “Santini e Santità” di Marzo-Aprile 2009 al nr.15, e il Santino senza reliquia al nr.102).


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LE PERLE DEL NOVECENTO: MESCHINI


di Biagio Gamba


Si converrà certamente che una delle produzioni più interessanti del Novecento sia quella del pochoir di Giovanni Meschini.
Come ho avuto modo in più occasioni di dire, queste piccole opere d’arte, realizzate con altrettanta preziosa tecnica, possono essere considerate certamente le “perle” della produzione di santini del secolo scorso.
Chi ne ha nella propria collezione se le tenga ben strette, perché sono molto rare e ricercate, ed il loro valore di mercato è in continua crescita [8,00-18,00 euro]. Nulla a che vedere con alcune offerte assurde che si vedono in alcune aste on line, dove si è arrivati a proporre un immaginetta del Meschini ad un prezzo che supera i 100 Euro.

(Fonte: http://collezionaresantini.blogspot.com/)

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CURIOSANDO TRA I LIBRI

 

1 - FRATI MINORI, SANTI E BEATI – Ediz.VELAR – euro 30.00

Nell’aprile u.s. ha visto la luce il volume “FRATI MINORI - SANTI E BEATI” a cura di fr.Silvano Bracci, ofm e sr. Antonietta Pozzebon, presentato dal Ministro Generale OFM fr.José Rodriguez Carballo e realizzato
dalla Editrice VELAR, Gorle (BG).
Una nuova edizione
di 462 pagine di Santi e Beati dell’Ordine dei Frati Minori che vede la luce in occasione dell’ottocentesimo anniversario della sua fondazione (1209-2009).
Il volume riporta 240 biografie di religiosi francescani che sono stati e continueranno ad essere l’esempio vivente, già riconosciuto dalla Chiesa, del progetto di santità di San Francesco d’Assisi.
Sono religiosi che hanno fatto di Cristo lo scopo della propria consacrazione religiosa e più precisamente, hanno dimostrato che “Essere Francescano non significa avere la testa rasata e i piedi scalzi, ma essere di Cristo dalla testa ai piedi” come ha affermato nel secolo scorso Padre Agostino Gemelli, ofm.
Il libro è presente nelle librerie religiose o può essere richiesto in internet alla Libreria Internazionale Francescana all’indirizzo: www.libreriafrancescana.it (R.M.)


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2 - GIUSEPPE TESTA – LE CONFRATERNITE DI CAMPOFRANCO – SOCIETA’, CULTURA, RELIGIONE: 1573-2008 – Archeoclub d’Italia 2008, pp.140

Il nostro socio Prof. GIUSEPPE TESTA, giornalista e storico, aggiunge questo nuovo libro alla sua ormai
cospicua produzione bibliografica. Il quotidiano “La Sicilia” ne ha parlato lo scorso 12 aprile con il titolo “Alle origini della devozione” firmato W.C.: “[…] Testa propone, dunque, una sua nuova ricerca, stavolta incentrata a ricostruire nascita e sviluppo delle confraternite campofranchesi in una rilettura che abbraccia quasi quattro secoli e mezzo di storia locale.
Con il consueto, ricco apporto di testimonianze documentarie e l’immancabile, puntuale corredo fotografico, l’autore principia il suo lavoro con il ricordare natura e funzioni delle antiche confraternite, “associazioni religiose – scrive – che riunivano tutte le classi sociali e che avevano lo scopo di esercitare opere pie e di misericordia”.
Partendo dalla più antica, la prima ad essere citata è la confraternita di Santa Maria dell’Hodighitria o dell’Itria (1573-1574), presso l’omonima chiesa, la cui storia si ricollega a quella iniziale dello stesso comune di Campofranco.

(Renzo Manfè)

3 - Don GIANCARLO ROCCA “FILATELIA DI SAN PAOLO” – Ed.Paoline – pagg.111

Nell’agosto 2008, in pieno Anno Giubilare Paolino, aperto da Benedetto XVI il 28 giugno, Don Giancarlo
Rocca ha immesso sul mercato questo catalogo da lui stesso curato con competenza e attenzione.

Raffigura e descrive francobolli sul grande Apostolo, esposti poi nella Mostra aperta tra agosto e settembre ’08 presso la Basilica di S.Paolo fuori le Mura, esposizione progettata dall’Associazione filatelica “Terrasanta” e dalla Società S.Paolo, cui hanno collaborato Enza Leopizzi, Anna Pontecorvo
Potenza, Gianfranco Potenza e Giancarlo Rocca.

Alla mostra ha partecipato anche l’AICIS con G.Gualtieri, G.Lombardi e F.Campogalliani. Il catalogo presente nelle librerie religiose è in italiano ed in inglese.

(Renzo .Manfè.)

 

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MOSTRE DI SANTINI

 

TARQUINIA (VT), 30 Aprile - 3 Maggio 2009 - Mostra di santini: “I Papi del XX secolo”,
“Figure di santità della diocesi di Tarquinia- Civitavecchia”, “Santini Scouts” e “La Madonna
Addolorata”.

Nei giorni dal 30 aprile al 3 maggio 2009, nella splendida cornice dell’Auditorium di San Pancrazio, si è svolta la XX Mostra del collezionismo, realizzzata dal Circolo Filatelico Numismatico Tarquiniense per ricordare il 40° anniversario di fondazione dell’Associazione.

Alla manifestazione hanno aderito ben 25 espositori, tutti soci del locale Circolo, con collezioni di vario genere quali la filatelia , la numismatica, la medaglistica, cartoline d’epoca e pubblicitarie, bottigliette mignon di liquori, giornali, modellini d’auto di vario genere, radioline in miniatura, Orologi, bustine di zucchero e tante altre forme di collezionismo. Presenti anche le collezioni di Santini: “I Papi del XX Secolo” e “Figure di santità della Diocesi di Tarquinia - Civitavecchia” del socio AICIS signor Edmondo Barcaroli, “Santini Scouts” di Walter Rosatini, “La Madonna Addolorata” di Projetti Ramona (espositori tutti di Tarquinia).

La Mostra, ricordata da una cartolina e da un annullo speciale, è stata anche la sede ideale per la presentazione, da parte del Sindaco di Tarquinia, del volume “Repertorio Filatelico Tarquiniense” nel quale sono riprodotti tutti i francobolli, gli annulli speciali dedicati alla Città di Tarquinia e le impronte delle affrancatrici meccaniche che sono state in uso o lo sono tuttora nella città con le relative notizie storico postali. Il volume di cui è autore Edmondo Barcaroli e stato stampato a cura dell’Amministrazione Comunale di Tarquinia che ha anche patrocinato la Manifestazione organizzata dal Circolo Filatelico Numismatico Tarquiniense.

 

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ROMA, 3 -25 aprile 2009 - Mostra di Icone a Santa Croce in Gerusalemme: “Tesori di Russia”

di Maria Gabriella Alessandroni

Come appendice e completamento dell’articolo “Tesori di Russia”, già pubblicato nel Notiziario di marzo-aprile 2009, recensione della omonima mostra, che ha avuto luogo dal 3 al 25 aprile 2009 nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme in Roma, è ora possibile visionare le foto, da me scattate visitando la esposizione, alle quali si è fatto riferimento nel testo.

Icona con immaginette della Madonna affiancate, in due visualizzazioni, e ingrandimento della scena al centro della
tavola dipinta.

Trinità dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento a confronto.

Immaginette reperibili nella Chiesa di Santa Croce:
1-La Statua di Sant’Elena con la Croce (collocata nella omonima cappella).
2-La Sacra Famiglia, dipinto di F.Mancini (secolo XVIII).
3-La Madonna del Buon Aiuto con Bambino (quadro appoggiato su un altare della navata destra)

 

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ROMA, 25 Aprile-10 Maggio 2009 - Mostra sul tema “S.Caterina: risposta immediata ed espressione
perenne del pensiero mendicante”
di frà Angelo Di Marco o.p. e Roberto Consorsi



Si è svolta nella Sala Capitolare della Biblioteca Spadolini del Senato (29 aprile – 10 maggio 2009), con ingresso dal Chiostro del Convento di S. Maria sopra Minerva, la mostra: “Santa Caterina, risposta immediata ed espressione perenne del pensiero mendicante”, che ha degli autori, frà Angelo Di Marco o.p. e Roberto Consorsi, ed alla generosa collaborazione di p. Gerardo Wilmer Rojas Crespo o.p. Interessante e raffinata, questi gli aggettivi più usati dai numerosi visitatori fra i quali ci permettiamo ricordare la famiglia Piccolomini, discendenti di Papa Pio II che canonizzò Caterina, S. E. Mons. Gianfranco Ravasi Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali, il Card. José Saraiva Martins Prefetto Emerito della Congregazione per le Cause dei Santi, il dott. Aldo Bernabei Presidente dei Caterinati di Roma, galleristi romani, fedeli in pellegrinaggio alla Basilica S. Maria sopra Minerva per partecipare alle cerimonie liturgiche dedicate alla Santa, quest’anno ancor più solenni ricorrendo il 70° ann.rio di compatrona d’Italia e il 10° di compatrona d’Europa.

Presenti anche molti giovani che nella scelta dell’evento hanno apprezzato (ripeto le loro parole) sia la delicata ricercatezza che la forte testimonianza cristiana: significativo l’incontro con Laura che è tornata più volte per approfondire, sul modello cateriniano, la continua attualità della risposta cristiana quotidianamente tradotta nell’impegno a favore del prossimo e della pace.
Sebbene considerato un evento di nicchia il per corso risulta agile e facilmente leggibile grazie al susseguirsi di rare incisioni e di pregiate litografie colorate a mano, provenienti dagli archivi del Convento di Santa Sabina e da collezioni private, accompagnate da didascalie essenziali e graficamente piacevoli, nonché dai preziosi contributi di artisti di consolidato valore internazionale quali Natalia Tzarkova, la pittrice ufficiale dei Papi, e lo scultore Eric Aman.

Il percorso offerto al visitatore trasmette la forza vibrante dell’animo della Santa di Siena attraverso alcuni stralci delle lettere che ripercorrono il suo cammino spirituale dalle prime esperienze mistiche fino al pio transito; l’itinerario visivo della molteplicità degli abiti degli ordini dei frati mendicanti, che si stabilizzavano e diffondevano nel corso della vita di Caterina, innesta la sua risposta ed esperienza in un mondo di rivoluzionario fermento religioso.
Una nota particolare è data al legame che ha intrinsecamente unito la santa senese al Magistero dei Pontefici illustrato dai documenti con i quali essi hanno contribuito al riconoscimento dell’altezza spirituale di Caterina: da Pio II Piccolomini che la elevò agli onori degli altari, a Giovanni Paolo II che la proclamò compatrona d’Europa.
Con il riferimento forte all’arte, infine, si sottolinea l’ispirazione che il carisma cateriniano ha di slocato nel genio degli artisti.
E al di là delle parole, la fortuna dell’evento è testimoniata dall’interesse di Istituzioni pubbliche e private che hanno chiesto di poter ripetere la mostra presso le loro sedi.
E’ il caso di Palazzo Altieri di Oriolo Romano, sito di particolare importanza e di comune interesse perché custode della celebre serie pittorica dei Papi, che, a voce del direttore Rosa Cipolloni, desidera ospitare la mostra ed in tale sede evidenziare l’attualità della donna Caterina quale espressione universale dell’impegno a favore della pace.

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CAVA DE’ TIRRENI, 5-20 Settembre 2009 – “San Benedetto e i Benedettini nel 1° millennio di fondazione della Badia di Cava de’ Tirreni”


Il socio Giuseppe Melone di Cava de’ Tirreni, nell’ambito dei festeggiamenti per il primo millenario della Badia della Ss.ma Trinità di Cava con la collaborazione di Giovanni Ciarrocchi e Alesandro Martini di Firenze, allestirà una Mostra di immaginette sacre su San Benedetto e i Benedettini. Ricordiamo che il fondatore della Badia di Cava fu sant’ Alferio Pappacarbone, nobile salernitano di origine longobarda formatosi a Cluny, che nel 1011 si ritirò sotto la grande grotta ‘Arsiccia’ (=asciutta) per trascorrervi vita eremitica.
La sua santità attrasse numerosi discepoli tanto da indurlo a costruire un piccolo monastero, il nucleo originale dell’odierna abbazia. Morì in età molto avanzata il 12 aprile 1050. Benedetto XVI il 29 aprile u.s. ha detto in p.za S.Pietro: “Saluto i fedeli di Cava de’Tirreni. con l’Ordinario diocesano il Rev.mo Padre Abate Don Benedetto Chianetta,augurando a ciascuno di vivere con fervore spirituale l’importante ricorrenza del Millennio di fondazione della loro Abbazia territoriale".


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PIOMBINO, 1-30 agosto 2009- Mostra biennale:“Figure stellari e Segni dell’Universo. Immaginette devozionali dal XVI secolo ad oggi”.

di Maria Gabriella Alessandroni


A Piombino, nel Chiostro della Concattedrale di Sant’Antimo, come è ormai tradizione dal 1993, molto attesa dagli appassionati di iconografia sacra e sempre molto ammirata, si svolgerà, da sabato 1° Agosto a domenica 30 agosto, la esposizione:

BIENNALE D’ARTE SACRA – PIOMBINO 2009 – “Figure Stellari e Segni dell’Universo.
Immaginette devozionali dal XVI secolo ad oggi. 2009 Anno Internazionale
dell’Astronomia”.

 


Anche quest’anno la mostra, giunta alla sua IX edizione, sarà allestita grazie all’efficace impegno organizzativo del responsabile Claudio Fornai e dei suoi collaboratori, con la apprezzata sponsorizzazione del Comune di Piombino e una vasta partecipazione di espositori collezionisti e studiosi.
Saranno presenti con le proprie collezioni: Rosa Iommi Marinucci, Loredana Coleine, Luca Cipollaro, Francesca Campogalliani, Maria Teresa Bise Casella, Pierantonio Cattaneo, Stefania Colafranceschi, Vittorio Pranzini, Orietta Palmucci, Giorgio Lombardi, Giancarlo Gualtieri, Giovanni Costanzo, Francesco Mignogna, Antonio Zappalà, Giovanni e Siro Ciarrocchi, Filippo Briccoli, Laura Borello, Sebastiano Micheli, Sergio Aglietti, Elisabetta Gulli Grigioni, Carmelo Calci e Gabriella Della Bimba.
Non possiamo evitare di esprimere, anche in questa sede, affettuoso rammarico per la mancanza della sensibilità e dell’entusiasmo del socio Saverio Vitagliano, scomparso il 14 giugno 2007, tuttavia presente, con la sua collezione, anche nella passata edizione della mostra, così come in molte delle precedenti.
Interessanti tematiche legate all’astronomia sono state proposte, quali:

la creazione del mondo, lo stellario della Vergine, la donna dell’Apocalisse, Maria Stella mattutina, la mezzaluna dell’Immacolata , i Magi e la Stella di Betlemme, il Sole e la Luna nella Crocifissione, le stelle nella decorazione del santino, il firmamento nei paesaggi notturni, la stella mariana orientamento dei naviganti, lo zodiaco nell’immaginetta devozionale e nei calendari religiosi, il Girasole simbolo di devozione , il Cuore di Gesù come astro, il cannocchiale nella simbologia religiosa, Stelle manufatte.

Inoltre troveremo rappresentate: Le stelle come segno identificatore di santi: San Nicola da Tolentino (raffigurato con un sole sulla tonaca nera perché si racconta che un astro lucente lo seguisse dappertutto), San Giovanni Nepomuceno dalle cinque stelle, San Francesco di Paola, astro della carità, San Bernardino da Siena (sole raggiato con IHS).

Infine: I Patronati: Astronauti, San Nicola da Tolentino - Astronomi, San Domenico di Guzman - Aviatori, Madonna di Loreto - Naviganti, San Nicola di Myra e San Brandano - Aeronautica civile, Madonna di Loreto - Aeronautica militare, Madonna di Loreto.

Interverranno all’inaugurazione, sabato 1° Agosto 2009 alle ore 11.00, autorità locali e relatori esperti di
iconografia sacra, importanti e noti, quali il dott. Vittorio Pranzini, sulle immaginette religiose, e la dott. Elisabetta Rizzioli, sulla storia dell’arte. Altri studiosi, tra i quali la prof. Stefania Colafranceschi nell’ambito della tematica dei Magi e la Stella di Betlemme, si impegneranno nella redazione di articoli e ricerche personali, corredate da illustrazione di immagini e immaginette pertinenti, che saranno inserite nel catalogo, pubblicazione sempre molto ricercata, apprezzabile per il notevole approfondimento culturale. Si invitano tutti i soci che avranno la possibilità di raggiungere Piombino durante le ferie estive a non lasciarsi sfuggire questa importante, periodica occasione, così ricca di attrattive preziose per noi cultori di santini.

 

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FOLLINA (TV), 29-30 Novembre 2008 - Mostra:“Le immaginette sacre di Tasca… accendono i ‘COLORI
D’INVERNO’”.


Nell’ambito di “Colori d’Inverno”, mercatino di Natale a Follina che si è svolto sabato 29 e domenica 30
novembre, Mario Tasca, noto collezionista iscritto all’A.I.C.I.S. , ha allestito una singolare esposizione, sunto delle mostre presentate negli anni precedenti.
In via Roma, centro storico di Follina, tra bancherelle e gazebi, tra prodotti gastronomici, ninnoli natalizi e oggetti di artigianato, si apriva un’oasi che rituffava il visitatore indietro nel tempo e lo immergeva nel ricordo e nell’ammirazione della piccola, ma non minore, arte del santino, così come si manifestava ai tempi dei nostri avi. “Santini patrimonio di fede, Storia e Cultura”; “Santini Ricordo della Prima Comunione”; “Preghiere e Dediche manoscritte sulle Immaginette Sacre”: questi i titoli e gli argomenti presentati da Mario Tasca che ha arricchito la mostra con diversi pannelli contenenti alcune delle più pregiate e antiche immaginette della sua collezione. Tra queste una serie di siderografie acquerellate a mano; collage e ricami su seta; pittura, intarsio e applicazioni di madreperla e seta su Pasta d’Ostia applicata su cartoncino traforato a punzone; santini ricordo della Prima Comunione in cui
l’immagine della comunicanda è “vestita” con carta di riso più volte piegata e sovrapposta in modo da simulare i drappeggi di abito e velo, il tutto impreziosito da una cornice riccamente traforata a punzone. Dulcis in fundo, in un quadretto, sono stati esposti tre Canivet, i più preziosi pezzi della collezione.
I l Ca n i v e t (dal francese “canif”, temperino a lama stretta che veniva usato per l’intaglio della pergamena o della carta), è un santino finemente intagliato a mano su carta o pergamena, con al centro una miniatura attorniata da decori floreali dipinti a mano.
Tecnica nata all’inizio del XVI secolo in Germania, in ambienti conventuali, poi propagatasi in Francia Italia e Olanda e la cui produzione termina verso il 1840 quando inizia il procedimento meccanico per la produzione dei santini col pizzo.


MARIO TASCA

 

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LORETO (AN) 30 Aprile - 6 Settembre 2009 -
Mostra:“Iconografie delle Litanie Lauretane a confronto:
i fratelli Klauber e Franco Vignazia’”.


Giovedì 30 aprile 2009, alle ore 18.00, presso la Sala degli Svizzeri del Museo Antico Tesoro di Loreto (Palazzo Apostolico) è stata inaugurata la mostra: “Iconografie delle Litanie Lauretane a confronto: i fratelli Klauber e Franco Vignazia.
All’inaugurazione hanno partecipato S.E. Mons. Giovanni Tonucci, Arcivescovo Delegato Pontificio, e il pittore Franco Vignazia. La mostra, curata dal Centro Studi Lauretani e visitabile fino al 6 settembre prossimo, mette a confronto le opere realizzate alla metà del XVIII secolo dai maestri incisori di Augsburg (Germania) Joseph Sebastian e Johann Baptist Klauber (52 stampe) e i dipinti (tempera e colori naturali su cartoncino) del contemporaneo pittore forlivese Franco Vignazia (51 dipinti).


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CAPRINO VERONESE (VR), 31 Luglio-3 Agosto ‘09 - Mostra:“SANTINI DELLA FEDE”


Nell’ambito dei festeggiamenti del “Perdono di Assisi” il 31 luglio verrà inaugurata a Caprino Veronese una mostra di immaginette sacre a cura del Museo del Santino di Stefano Fasoli e dal socio Giovanni Zeni di Caprino Veronese con la collaborazione di Sandrino Marchi, che per l’occasione esporranno santini della propria collezione.
L’esposizione di immaginette, soprattutto a tema francescano, allestita presso le Opere Parrocchiali, rimarrà aperta al pubblico dal 31 luglio al 3 agosto 2009 dalle ore 20,30 alle ore 23,00.
Adagiato tra il lago di Garda e il monte Baldo, Caprino Veronese è un grazioso paese ricco di tradizioni storiche, culturali ed artistiche, immerso in una verde vallata e circondato da boschi rigogliosi che gli donano un clima mite e salutare. Dal 1873, tra la fine di luglio e gli inizi di agosto, si tiene la Fiera Montebaldina, che unisce tradizione religiosa e laica, cultura antica e moderna; la festa, infatti, nasce attorno al Perdon d’Assisi, un rito religioso con il quale viene concessa l’indulgenza plenaria ai fedeli che visitano la Chiesa Parrocchiale il giorno 2 agosto.
Questa speciale grazia si rinnova dal 1216, quando San Francesco ottenne da Papa Onorio III una indulgenza plenaria per quanti si fossero confessati nella chiesetta della Porziuncola nel giorno della sua dedicazione a Santa Maria degli Angeli ed è stata concessa anche alla chiesa di Caprino per lo speciale lavoro di carità e di assistenza ai malati svolto dai frati cappuccini che anticamente risiedevano nel paese.
L’attuale chiesa, progettata da Adriano Rossi,è del 1769. La facciata è del 1803 e la torre campanaria
del 1870. È stata eretta sul luogo di una precedente chiesa dedicata a Santa Maria Maggiore.


DIEGO BERTI

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LATINA – PIANA DELLE ORME 3-5 aprile 2009 – Mostra di Santini sul tema
“BIMILLENARIO DELLA NASCITA DI SAN PAOLO”


Il 3 aprile u.s., nell’ambito delle giornate del Collezionismo Pontino tenutesi nel Museo di Piana delle Orme a Borgo Faiti (LT) che ha visto oltre 200 vetrine espositive (1mt x 1mt ciascuna), è stata presentata la tematica di maggiore attualità nel corrente anno e cioè il “Bimillenario della Nascita di San Paolo”.
Il socio Maurizio Prosperi di Cisterna di Latina, anima di questa poderosa iniziativa, con la collaborazione del Circolo Filatelico Tres Tabernae di Cisterna di Latina e l’AICIS, ha inserito alcune
vetrine di tematica religiosa sul l ’Apostolo delle Genti.
Infatti, San Paolo prima di giungere a Roma ha sostato nel Comune di Cisterna proprio a‘Tres Tabernae’ il che è confermato negli Atti degli Apostoli del Nuovo Testamento.
Le immaginette sacre su San Paolo Ap., provengono dalle raccolte dei soci Maurizio Prosperi di Cisterna di Latina (LT), Giancarlo Gualtieri e Renzo Manfè’ di Roma. Un buon successo di pubblico ha coronato le fatiche degli organizzatori.

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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 7-26 Settembre 2009 –
XIX Mostra di Immaginette sacre: “I SANTI FONDATORI DI ORDINI RELIGIOSI DAL I AL XVI SECOLO”


Nel pomeriggio del 7 settembre p.v. aprirà nella sempre ospitale città di Roseto degli Abruzzi l’esposizione di santini organizzata dall’AICIS, in stretta collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Rosetano, che cura l’allestimento dei quadri e con l’Amministrazione Comunale di Roseto – Assessorato alla Cultura, che mette a disposizione i locali.
La mostra sarà allestita dal 7 settembre pomeriggio a sabato 26 settembre nella Villa Comunale detta anche “Lido delle Rose”, e presenterà la tematica:“I Santi Fondatori di Ordini religiosi dal 1° al 16° secolo”.
Con questa esposizione 2009, la manifestazione rosetana taglierà il traguardo della XIX edizione. Un grazie è doveroso al defunto fondatore e primo Presidente dell’AICIS, Gennaro Angiolino e successivamente, dal 2003, al vice-presidente AICIS, Renzo Manfè, ma direi soprattutto a due rosetani, che sono materialmente le colonne di queste 19 edizioni: il dr. Mario giunco, socio AICIS, che cura la manifestazione per l’Assessorato alla Cultura del Comune, ed a Emidio D'Ilario, Presidente del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano, che cura la presenza e l’allestimento delle vetrine espositive.
Parteciperanno come espositori, i soci Giancarlo Gualtieri di Roma, Fabrizio e Vittorio Pecci, entrambi di Alatri (FR).

 

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NOTIZIE DAL MONDO



12 aprile: 82° Anniversario della morte di S.Giuseppe Moscati

Il 12 aprile u.s. è stata ricordata a Napoli la nascita al cielo di san Giuseppe Moscati. Quel 12 aprile 1927, era martedì santo; i funerali ebbero luogo due giorni dopo, il giovedì. La sorpresa, la costernazione e il dolore furono sentimenti generali, allora, perché tutti conoscevano, apprezzavano e amavano il prof. Moscati, la cui carità era proverbiale. I giornali del tempo riportarono lunghi servizi sull’avvenimento, esaltandone la figura professionale, ma soprattutto mettendo in rilievo le sue doti morali e qualitative.
Il Giornale d’Italia del 14 aprile 1927 così scriveva, sotto il titolo: La morte di un illustre clinico. “Un altro clinico insigne della nostra Facoltà medica, il prof.Giuseppe Moscati, ha cessato di vivere ieri, improvvisamente, nella sua casa, mentre ancora si intratteneva con alcuni infermi, i quali erano accorsi per ottenere i suoi consigli. La vita di Giuseppe Moscati è tutta un luminoso esempio di probitàe di generosità, di apostolato, di scienza e di bene. Egli era stato tra i primi e più affettuosi allievi dell’illustre prof. Castellino, Direttore della nostra Clinica medica, il quale, appena informato del decesso, si recava a casa Moscati a porgere i sensi del suo vivo cordoglio alla famiglia.
Nella professione come nell’insegnamento la figura di Giuseppe Moscati si è sempre elevata in un’atmosfera di grande nobiltà. Egli seguì durante tutto lo svolgimento della professione gli insegnamenti dei professori Cardarelli e Castellino. Egli era molto amato e benvoluto nella nostra città,
ove era conosciutissimo e assai stimato”.
In questo 2009, 82° anniversario, il 12 aprile era Pasqua. San Giuseppe Moscati ha celebrato in cielo questo evento grandioso della Resurrezione.


(Fonte: Gesù Nuovo-1999)

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Una nuova rivista peresplorare il mondo dei santini

 

ROMA, martedì, 5 maggio 2009 (ZENIT.org).- La crisi economica ha colpito anche il mondo dell’editoria, ma c’è un settore quello dei santini che invece mostra segni di evidente vitalità e sviluppo. E’ quanto ha detto a ZENIT Graziano Toni, uno dei collezionisti più forniti d’Europa, autore impegnato in diverse iniziative editoriali di successo, non ultima quella di una rivista mensile “Il mondo dei santini” che sta crescendo significativamente.
Toni è appena tornato dalla visita a Koinè la rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l’edilizia di culto ideata e animata dalla Conferenza Episcopale Italiana e della diocesi di Vicenza, dove ha incontrato le quattro più importanti aziende italiane che stampano santini in tutto il mondo: la B.N. Marconi, le Edizioni Sacre dei fratelli Bonella, la Cromo N.B. e la EGIM.

Toni ha constatato che c’è una nuova fase nell’editoria delle immagini sacre. I santini sono usciti dalla nicchia in cui rischiavano di sparire e stanno diventando oggetto di progetti editoriali. Smentendo i profeti del mondo secolarizzato secondo cui i santini sarebbero scomparsi dalla circolazione, la casa editrice Hachette sta avendo un buon successo con la vendita a fascicoli settimanali dell’opera “Santini da collezione”.
Si prevede l’uscita supplementare di dieci fascicoli, oltre i sessanta previsti e c’è la possibilità che venga pubblicata anche in Spagna. Toni ha ricordato anche il discreto successo dell’album “I santini della Madonna di Lourdes”, quasi per niente pubblicizzato, ma oggetto di tante richieste.
E il successo inaspettato, per una pubblicazione di questo tipo, del “Primo Catalogo Internazionale dei Santini” edito da UNIFICATO.
Nei tre successi editoriali indicati, Toni è parte in causa, avendo ideato, promosso e fornito gli originali dei santini pubblicati.
Il collezionista di santini è convinto che si sta creando un vero e proprio movimento di attenzione, studio e diffusione di quelle immagini che per secoli sono state indicate come“la Bibbia dei poveri”. Toni ha rivelato a ZENIT che “in moltissimi si stanno avvicinando a questo mondo. "Ricevo lettere e messaggi di persone che vogliono conoscere la storia, l’arte, le tecniche, le scuole artistiche che hanno ideato e generato i santini”. “In tanti – ha precisato – hanno lasciato il collezionismo di monete e francobolli per avvicinarsi alle immaginette sacre. Una forma di attenzione che va oltre il collezionismo, perché dispone di un contenuto culturale, religioso, storico, umano, artistico ben più consistente di qualsiasi altra forma di collezione”.
A questo proposito, ha annunciato una sua nuova iniziativa, la pubblicazione del mensile “Il mondo dei santini” con l’idea di realizzare un nuovo Rinascimento del santino.
Attualmente si svolge ogni due anni in Italia a Piombino una mostra biennale sui santini, ma secondo Toni “è troppo poco” e non favorisce “quell’incontro proficuo, quell’approfondimento, tra collezionisti europei e mondiali che sarebbe necessaria per realizzare un movimento mondiale che rinnovi e rilanci l’ideazione e la produzione di immaginette sacre”. Per Toni l’obiettivo è anche quello di creare un’associazione internazionale di cultori deisantini, in modo da funzionare come motore di ricerca, punto di incontro e di collegamento tra i vari collezionisti italiani e degli altri paesi europei e mondiali. A questo proposito Toni ha lanciato un appello a tutti coloro che sono interessati al mondo delle immaginette sacre affinché si mettano insieme per riscoprire l’immenso patrimonio europeo e sviluppare un movimento che porti ad un nuovo Rinascimento dei santini in tutto il pianeta.

Per ogni informazioni sul progetto: Il Mondo Dei Santini, casella postale n.64, 48018 Faenza (RA); telefono +39 0546 790534 ; fax +39 0546 643866; mobile +39 346 8850963; e-mail: info@ilmondodeisantini.com


(Fonte:http://www.zenit.org)

 

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L’improvvisa morte di Padre Luca De Rosa OFM

Il 25 aprile 2009, nella prima mattina, presso l’Ospedale “Fatebenefratelli” di Napoli, è ritornato alla Casa del Padre Luca De Rosa, Postulatore Generale del suo Ordine, i Francescani Minori. Il 25 marzo 2009 aveva celebrato il 50° di Professione religiosa. Il giorno dopo aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che in così breve tempo lo ha condotto alla morte.
Fr. Lucaera nato ad Afragola il 30 ottobre 1936, aveva emesso la Professione temporanea il 29 agosto 1954 e quella Solenne il 19 marzo 1959. È stato ordinato sacerdote il 25 aprile 1962. Nella sua Provincia del “Ss.mo Cuore di Gesù″, Napoli, è stato Professore di Liturgia, Parroco, Segretario e Vicario provinciale. Nel 1989 venne chiamato in Curia Generale per lavorare nella Postulazione generale, prima come Vice Postulatore e poi per 14 anni come Postulatore Generale.
I funerali si sono svolti a S. Chiara, Napoli, il 27 aprile u.s.
Siamo grati a Padre Luca per il lavoro svolto, seguendo con tanta competenza ed amore le varie Cause di Beatificazione e Canonizzazione.
I cammini di santità si incrociano e si consolidano con la testimonianza di fede e di adesione a Dio. Padre Luca ne è stato un testimone credibile.

 

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25 aprile: 80° Anniversario della morte del Ven. Egidio Bullesi

“Amami, amami, e fa’ del mio cuore un mare di amore” in questa invocazione c’è lui, Egidio Bullesi, un giovane laico e anticonformista, morto a 23 anni, che ha saputo unire a tutto campo la preghiera, la contemplazione, l’apostolato e il lavoro!
Nato a Pola il 24 agosto 1905, città marinara, Egidio vive la sua breve esistenza in un rapporto diretto con il mare, come marinaio sulla corazzata “Dante Alighieri” (1925- 1927) e come lavoratore nei cantieri navali di Pola e Monfalcone.
Internato durante la Prima Guerra mondiale, a tredici anni apprendista nell’arsenale di Pola e dal 1921 (a soli sedici anni) operaio nel cantiere navale della sua città. Lavora dieci ore al giorno e alla sera, per sei anni, frequenta la scuola dove acquisisce una buona preparazione tecnica e culturale, come dimostrano il veliero conservato a Barbana, i numerosi scritti e le poesie.
Capìta l’importanza dei libri, fonda la biblioteca circolare per diffondere la sana dottrina, sia religiosa che sociale, e l’onestà di vita secondo gli insegnamenti evangelici, trasmessi dal magistero della Chiesa.
Marinaio sulla corazzata “Dante Alighieri” svolge un intenso apostolato tra i commilitoni, spronandoli all’impegno di castità, alla preghiera, a scegliere intelligentemente e far propri gli autentici valori che soli rendono gioiosa e bella la vita.
Ottiene delle vere conversioni, come quella di Guido Foghin che, dopo la morte di Egidio, entrerà tra i Frati Minori, con il nome di Egidio, sostituendo l’amico non solo nel nome, ma anche nella vita missionaria (ideale che Bullesi non poté realizzare) prima tra i lebbrosi a Mosimien (Tibet) poi in America Centrale. Congedato, viene assunto nel cantiere navale di Monfalcone che, poco tempo dopo, dovrà lasciare per una grave malattia che gli fa dire: “Che bel soffrir! Tanto bel!”. Muore il 25 aprile 1929, a neppure 24 anni di età, vestito del saio francescano, come era suo desiderio. Le sue venerate spoglie riposano nella cappella dell’apparizione, presso il santuario di Barbana.
Breve esistenza che Egidio visse tra i giovani e per i giovani:
“Sento che è necessario infiammare i giovani e avviarli all’apostolato”. Dove ci sono i ragazzi, adolescenti, giovani o poveri, lì troviamo Egidio: sezione Aspiranti, Azione Cattolica, Scouts, marinai, la San Vincenzo, malati, Ordine Francescano secolare; un Egidio fascinoso testimone cristiano: “Ho impegnato tutte le mie forze per amare sempre di più il Signore… Sono contento e felice perché ho l’animo tranquillo, la coscienza netta e pura, perché amo Dio”.
Egidio, giovane bruciato dall’amore di Cristo e dei fratelliè ora Venerabile, in attesa della Beatificazione.



Fr.FABIO
(Fonte: I Gigli di S.Antonio – 2004)

 

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Mario Cesarano ricorda l’amico Mario Margiotta di Bari


Lettera del socio Mario Cesarano di Mariglianella (NA) in ricordo del carissimo amico Mario Margiotta di Bari venuto a mancare un anno fa, il 23 giugno 2008.

"Con il Notiziario nr.294 mi è giunta la triste notizia della scomparsa del socio e caro amico Mario Margiotta. Ho così appreso che era deceduto nel giugno dello scorso anno. Sento di dover dedicare un piccolo spazio a questo amico e, soprattutto, vero Cultore (con la C maiuscola) di immaginette sacre. Sono certo di rappresentare i sentimenti non solo miei, ma anche di tanti associati che hanno corrisposto con lui.
“Caro Amico, da tantissimi anni corrispondevamo insieme, facevamo degli scambi, e in particolare parlavamo di tutto quello che riguardava i santini ed il “sacro” in genere.
Gli ultimi argomenti che abbiamo trattato sono state “le reliquie” su cui spero presto poter scrivere un piccolo articolo.
Ricordi come eravamo contenti quando abbiamo ricevuto la circolare nr.287 di Gennaio-Febbraio 2008, la prima con la nuova veste tipografica e ci piaceva tantissimo.
Rivivo anche la tua felicità quando hai creato per me e per pochi altri quella serie di immagini, santini semplici, ma che racchiudono tutta la tua passione e amore per le immaginette. Caro Mario, sei stato un amico di altri tempi, l’amico sempre presente che non dimenticava mai di buon onomastico e compleanno. Conservo con emozione ed affetto le tue lettere.
Ho ora tra le mani quella del 14 aprile 2008, l’ultima, dove mi parli della tua malattia, ma la sorvoli subito per parlare della nostra passione: i santini.
Da allora è seguito un lungo silenzio… Speravo sfociasse nella tua guarigione.
Così non è stato! Ho due rimpianti. Il primo è di non averti mai incontrato di persona, nonostante sia stato più di una volta nelle tue zone. Il secondo è quello di non trovare più, tra le tante lettere che ancora ricevo ogni giorno, un tuo scritto.
Chiudo queste poche righe con un “arrivederci”, perché sono convinto che chi vive nel cuore di chi resta…non muore mai! E tu resterai sempre con me… con noi, che abbiamo avuto la gioia di apprezzarti e volerti bene! Sarai sempre nei nostri pensieri! Ciao Mario!”.


MARIO CESARANO

 

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Giugno 2009: Beatificazione di Raphael-Louis Rafiringa


Ad ANTANARIVO (Madagascar) il 7 giugno si è svolta la cerimonia di beatificazione presieduta da Mons. ANGELO AMATO presso il Teatro all’aperto Antsonjombe .
Raffaello Rafiringa Luigi nasce ad Antananarivo, il 1° maggio 1856. Nel 1869, dopo essere stato battezzato nella religione cattolica, entra nella scuola di San Giuseppe Mahamasina poi di Andohalo, dove entra tra i Fratelli delle Scuole Cristiene a 22 anni nel 1876. Tra il 1883 e il 1895 guida la Chiesa cattolica del Madagascar.
Nel 1897, diviene il preside della St. Anne Faravohitra. Nel 1902, entra nell’Académie malgache. Dopo il caso VVS, Raphaël Louis Rafiringa viene arrestato nel 1915.
E il 19 maggio 1919 muore nel Fianarantsoa.
Il 7 giugno 1933, i suoi resti mortali vengono trasferiti ad Antananarivo. Tre giorni dopo, il 10 giugno, una persona paralizzata guarisce dopo aver toccato la bara di Raffaello Louis Rafiringa. Il 14 ottobre 1989, il Cardinale Razafimahatratra Victor presenta la domanda per la sua beatificazione. Il 19 gennaio 2009, Papa Benedetto XVI firma un decreto che riconosce un miracolo per l’intercessione del primi beato lasalliano in Madagascar.
“Un modello di vita e di fede per i religiosi e per i laici”.


(AllAfrica)

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SANTINI OFFERTI DAI SOCI

 

3 Giugno e 15 Agosto : Festa della Madonna della Lettera

Il socio Santi Currò’ di Messina ci ha trasmesso un' immaginetta della Madonna della Lettera gentilmente offerta da Mons. Letterio Gulletta di Messina, cui porgiamo il nostro ringraziamento, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.

“Madonna della Lettera” è uno degli appellativi utilizzati dalla religione cattolica nella venerazione di Maria, madre di Gesù. La Madonna della Lettera è venerata dalla Chiesa cattolica come santa patrona di Messina, di Palmi (RC) e di Finale di Pollina (PA). La tradizione, avvalendosi di una affermazione dello storico Flavio Lucio Destro (II secolo d.C.), narra che san Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo, trovò la popolazione ben disposta a lasciarsi convertire. Ben presto molti cittadini aderirono all’invito convertendosi al cristianesimo, e nel 42, quando Paolo si accingeva a tornare in Palestina, alcuni messinesi chiesero di accompagnarlo per poter conoscere la Madonna di persona. Così una delegazione di messinesi si recò in Palestina con una missiva, nella quale i molti concittadini convertiti alla fede di Cristo professavano la loro fede e chiedevano la protezione di Maria. La Madre di Gesù li accolse e, in risposta alla missiva, inviò indietro una sua Lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli.
La delegazione tornò a Messina l’8 settembre del 42 recando l’importante missiva: in essa Maria lodava la loro fede, diceva di gradire la loro devozione ed assicurava loro la sua perpetua protezione. Così termina la Lettera: “Vos et Ipsam civitatem benedicimus”, ovvero “Benedico voi e la vostra città”. Il testo oggi è scritto a caratteri cubitali alla base della stele della Madonnina sul braccio estremo del porto falcato di Messina.
Da allora la città di Messina la celebra il 3 giugno con una affollata processione del fercolo argenteo della Madonna e il 15 agosto di ogni anno con la processione della colossale Vara, trascinata da centinaia di fedeli vestiti di bianco, che vede la partecipazione di diverse centinaia di migliaia di fedeli e curiosi da tutta Europa.


(Fonte: WikipediA)

 

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S.Giuseppe in Catenanuova (EN): San Prospero , martire

Padre Michele Giuliano, ofm, ha trasmesso un' immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
A devozione personale, Padre Giuliano ha stampato e diffuso l’unito santino che rappresenta i resti del
martire SAN PROSPERO. E’ venerato nella Chiesa di San Giuseppe in Catenanuova in provincia di Enna.

 

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20 Agosto: Festa di Maria SS.ma delle Grazie


Giuseppe Milazzo ha inviato l'immaginetta di Maria Santissima delle Grazie, patrona di Santa Caterina Villarmosa per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Copatrona di S.Caterina Villarmosa, la festa alla Vergine viene celebrata con grande partecipazione di devoti il 20 agosto di ogni anno in questa bella cittadina di ottomila abitanti situato a 600 metri circa sul
livello del mare, in provincia di Caltanissetta.
Il centro nasce nel 1572 per volere di Giulio Grimaldi, barone di Risigallo.


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21 Maggio : Beati Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni dell ’AnnunziataM

Padre Michele Giuliano, ofm, ha trasmesso l’unita immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Il 21 maggio p.v. la Chiesa ricorda padre Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni che in varie regioni
del Messico, perseguitati in odio alla fede cristiana e alla Chiesa cattolica, per aver professato Cristo Re ottennero la corona del martirio. È una pagina recente di storia della Chiesa messicana. Pagina sanguinosa: perché anche nel cattolicissimo Messico i credenti sono stati a lungo perseguitati da uno Stato anticlericale.
Nato a Guadalajara nel 1869, il sacerdote Cristobal Magallanes Jara fa parte della schiera di martiri messicani che vengono ricordati oggi. Suscitò numerosissime vocazioni sacerdotali.
Davanti al plotone di esecuzione, nel maggio 1927, confortò un suo compagno di martirio: «Stai tranquillo, figliolo: solo un momento, e poi il cielo"

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Medjugorje: “Io sono la Regina della Pace ”


Alberto Boccali di Cesena ha trasmesso un' immaginetta della Madonna di Medjugorje nell’ambito della campagna “Un santino per ogni socio”.
Međugorje è la frazione principale di una parrocchia formata da 5 villaggi: Međugorje, Bijakovići, Vionica, Miletina e Šurmanci, con popolazione a maggioranza croata, ed è situato alla base di due colline, il Križevac e il Podbrdo.
È conosciuta nel mondo perché, dal 24.6.1981, Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo (che allora avevano tra 10 e 16 anni, oggi sono tutti adulti, padri e madri di famiglia) affermano di ricevere apparizioni della Madonna, che si presenterebbe con il titolo di “Regina della Pace” (Kraljica Mira). Per questo motivo Međugorje è divenuta meta di numerosi pellegrinaggi.

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NOSTRA SIGNORA DI BONARIA

Il socio Antonio Mennonna ha tramesso, a nome dello zio Mons. Antonio Rosario Mennonna, Gran Priore Spirituale dell’Ordine dei Cavalieri di N.S. Santa Maria di Buenos Aires, l’unita immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”. Il Santino contiene la seguente Preghiera dell’Ordine a Nostra Signora di Bonaria di cui è autore lo stesso Mons.A.R. Mennonna.

“O Maria, Madre di Dio, con intenso affetto Ti salutiamo qual Madre Celeste e con fiducia rivolgiamo la nostra preghiera a Te, che delle grazie sei stata costituita da Dio depositaria e dispensatrice.
Tu vedi da quante ansie e incertezze, da quanti errori e da quanta violenza il mondoè tubato, da sembrare una nave senza sicura guida in un mare tempestoso. Ebbene Tu, o Madre, orientalo verso l’unico porto di salvezza, che è il tuo divin Figlio, o Cristo, che del mondo è la via, la verità e la vita. Fa, inoltre, che la Chiesa, che nel mondo continua la missione redentrice del Cristo, sotto la guida del Papa e dei Vescovi, sia per tutta l’umanità il faro luminoso che la indirizzi verso la vera Luce.
Proteggi o Madre, i nostri bambini, esposti a tante bufere e prepara per loro un mondo più sano, più sereno e più buono; proteggi i nostri giovani e rendili disponibili, o Madre del buon consiglio, a mettere il loro ardimento e la loro generosità a servizio dell’amore, della verità, della giustizia e della pace; proteggi gli anziani, i malati e quanti soffrono, perché, sorretti dal tuo confronto, facciano della loro solitudine e della loro sofferenza un sacrificio santo, vivente e gradito a Dio; proteggi le anime consacrate e i nostri sacerdoti, o Madre del sommo ed eterno Sacerdote Gesù, perché vivano la loro vocazione nella totale dedizione alla santificazione del popolo di Dio; a tutti, anche ai nostri cari defunti anelanti a mirare il tuo materno volto, concedi il tuo dolce sorriso. Infine, uno sguardo speciale rivolgi, o Maria, al nostro Ordine Cavalleresco.
Fa, o Madre, che esso sia una perenne fioritura di bene e che, unito nella fede, saldo nella speranza, concorde nella carità. Operi alacremente e instancabilmente per edificare il regno del tuo Gesù nelle anime, nelle famiglie e in tutti i settori della vita sociale. Tutto questo con fiducia Ti chiediamo, o Nostra Signora di Bonaria. Tu, benigna, esaudiscici. Amen”.

+Antonio Rosario Mennonna


L’Ordine dei Cavalieri di Nostra Signora di Santa Maria di Buenos Aires (O.S.M.B.A.) è un Ente internazionale apolitico, ecumenico e senza scopo di lucro. Ha origine dal culto mariano della Vergine di Bonaria, un colle che si trova sul Golfo di Cagliari, dove, secondo la leggenda era approdata una cassa con la statua della Madonna. La devozione si diffuse in tutti i Paesi del Mediterraneo, tra cui la Spagna, che, a sua volta, la trasferì nei Paesi sudamericani. L’Ordine, costituito da nobili cavalieri animati da intenso fervore mariano, nacque con l’intento di proteggere i missionari nelle impervie zone del nuovo continente. Successivamente ne faceva parte chi si fosse distinto in opere caritatevoli, culturali, artistiche e scientifiche, finché l’8.XII.2003, Rubén Alberto di Gavaldà, principe di Gevaudan (qui nella foto con Mons.A.R.Mennonna e Antonio Mennonna) non lo ha riproposto, ponendolo sotto la protezione di S.Martino di Tours. Attualmente l’Ordine è rinvigorito in tutto il mondo.

 

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Mercato Saraceno (FC): Maria Ss.ma del Ponte


Alberto Boccali di Cesena ha trasmesso un' immaginetta della Madonna del Ponte nell’ambito dell’iniziativa “Un santino
per ogni socio”.
A Mercato Saraceno, fra le due ali del ponte vecchio è stata costruita intorno al 1557 la chiesina di forma ottagonale detta del “Ponte” e custodisce da secoli un’immagine della Vergine con Bambino, molto venerata, detta “Madonna del Ponte”.
Inizialmente dipinta su muro da autore sconosciuto. Nel 1870 fu riprodotta su tela da Enrico Baldini di Faenza. Sono presenti nella piccola chiesa tanti ex-voto che testimoniano le grazie ottenute per intercessione della Vergine. L’oratorio fu restaurato radicalmente nel 1985-86. Nel maggio scorso, come ogni anno, la Compagnia della B.V.Maria del Ponte ha portato in processione la sacra immagine fino alla Chiesa prevostale dove è rimasta per un mese.


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Sparanise : S.Giuseppe venerato nella Chiesa dell’Annunziata

Padre Michele Giuliano, ofm, ha trasmesso l’immaginetta per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Il simulacro di S.Giuseppe, riprodotto nel santino stampato a propria devozione da Padre Giuliano, è venerato nella Chiesa madre dell’Annunziata a Sparanise (CE).; Giuseppe è l’ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni.
Come l’antico Giuseppe, è l’uomo giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha posto a custode della sua casa.
Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall’Egitto, rifacendo il cammino dell’Esodo.
Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.

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CERCO E SCAMBIO

 

CURRO’ SANTI – Via M.A.Sforza – Coop. POKER, Pal.F, nr.6 – 98125 MESSINA
Cerco le seguenti immaginette delle Litania: S.ta Virgo Virginum; Mater Intemerata; Virgo Praedicanda; Virgo Potens; Virgo Clemens; Causa Nostrae Laetitiae; Vas Honorabilis; Refugium Peccatorum; Regina Confessorum; Regina Prophetarum; Regina Sanctorum Omnium; Mater Inviolata; Mater Admirabilis; Speculum Justitiae; Vas Spirituale; Turris Davidica; Domus Aurea. Scambio con santini moderni e d’epoca e santini di varie serie. Rispondo a tutti. Grazie

 

PRAMPOLINI BRUNO – Via Tito Speri 10 – 42124 REGGIO EMILIA
Delle regioni Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria cerco Madonne e Santi/e, Patroni (non Beati. Venerabili, né Servi di Dio). Scrivetemi per scambio del materiale. Grazie.

 

ALESSANDRONI MARIA GABRIELLA - ROMA
e-mail: remedg1@virgilio.it (E’ opportuno menzionare nell’oggetto: AICIS).
Come segno di partecipazione e conforto per i nonni e i genitori, miei amici da sempre, della piccola Rachele, volata in cielo all’età di appena cinque mesi, chiedo un contributo di notizie speciali, oltre quelle della Bibbia, o copie di immaginette sacre,sul personaggio di Rachele, o S.ta Rachele.
Ringrazio anticipatamente.

 

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SANTINI IMMESSI NEL FONDO SOCIALE MARXO-APRILE 2009

 

 

Sant’Anna e “Rieti 2009 colleziona ” - 16 maggio 2009

La socia Alfredina Celli ha fatto pervenire 260 immaginette di S.Anna per l’iniziativa “Fondo Sociale marzo-aprile 2009 (cfr. Tab.A, nr.40)”.
Volentieri abbiamo distribuito in anteprima l’immaginetta del simulacro di Sant’Anna con Maria Bambina del Palazzo Vescovile di Rieti, offerta il 16 maggio al Vescovo di Rieti, a Mons. DELIO LUCARELLI, in occasione dell’inaugurazione della manifestazione “Rieti 2009 Colleziona”. Un sentito grazie al Prof. SABATO FALI, presidente del Circolo Filatelico Reatino.


Venerabile P. Bonaventura Gaona

 


Il Prof. Angelo Carmelo Bello di Crispiano ha partecipato al “Fondo Sociale Marzo-Apr.09, cfr. Tab.A nr.45” con un forte quantitativo di santini del Ven.Padre Bonaventura Gaona.
Pietro nasce a Martina Franca il 2 ottobre 1598. Entra nell’Ordine dei Minimi e prende il nome di Bonaventura.
Ordinato sacerdote è destinato all’insegnamento e alla predicazione. Diviene padre spirituale di molti fedeli. Le colonne della sua spiritualità sono la preghiera, la meditazione, la devozione alla Madonna, l’osservanza dei voti religiosi. Matura persino il desiderio di andare missionario in Giappone, pronto anche al martirio. La sua fama si diffonde e viene chiamato a Roma con l’incarico di correttore nel convento generalizio di S.Andrea delle Fratte. Per umiltà declina tutte le cariche importanti all’interno dell’Ordine e quando nel settembre 1643 è rieletto superiore di Sant’Andrea delle Fratte, contro la sua volontà, dice: “Io obbedisco, ma quanto prima avrete l’incomodo di eleggervi un altro correttore”.
Muore a 45 anni il mese successivo, il 18 novembre.
Appena morto la sua cella è trasformata in cappella ed i suoi oggetti conservati come reliquie (il mantello, il cilicio, il cappello e il breviario). 11 mesi dopo la morte il corpo viene trovato incorrotto e morbido;emana profumo e dal naso versa sangue. Con l’autorizzazione di papa Innocenzo X viene tumulato in Roma, nella cappella della Natività di Maria a S.Andrea delle Fratte.


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Cava de’ Tirreni: Beato Simone Abate

 


Il Dr.Giuseppe Salzano di Santa Maria di Castellabate ha inviato 134 santini del Beato Simeone, quinto Abate della Badia di Cava (che sta celebrando il primo millennio di fondazione), per il “Fondo Sociale Marzo-Aprile ’09 – Tab.A-nr.26” e le seguenti informazioni:

Il beato Simeone fu il primo ad essere eletto Abate della Badia della SS.Trinità di Cava de’ Tirreni dai monaci, gli altri erano stati designati dai loro predecessori. […] e “fu uno di quegli abati attivissimi e intraprendenti che tanta parte ebbero nella vita, non solo religiosa, ma anche poilitica ed economica del medioevo europeo. All’intraprendenza dell’amministratore e del politico seppe unire l’adesione agli ideali della santità, cogliendo dunque, dopo i successi mondani, il premio della perenne beatitudine” (Bargellini, “Mille Santi al giorno”). Il Beato Simeone fu munificentissimo con i suoi amministrati, tanto da donare agli abitanti del piano di Castellabate (SA) case e terre con il famoso editto del 10 giugno 1138, effettuando così 900 anni fa la prima riforma agraria. Il 16 novembre 1140, ricco di meriti, si addormentò nel Signore.
Castellabate lo ha scelto come Compatrono.

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Retro copertina - X Mostra Biennale di Arte Sacra Piombino

Retro copertina - X Mostra Biennale di Arte Sacra Piombino


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CIRCOLARI PRECEDENTI

 

Notiziario Marzo-Aprile 2009

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