COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619)
e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo
da versare sul conto corrente postale nr. 39389069
dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per
la sola iscrizione all’Associazione, mentre
la quota annuale 2008 è di euro 25,00 per
le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni
e gli Enti.
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio
al 31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne,
in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che
di volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it
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AGGIORNAMENTI
LUCCA 19-30 dic.2009 - Mostra “IMAGO SANCTITATIS – FIGURE STELLARI E SEGNI DELL’UNIVERSO”
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L’Associazione PONTE di Capannori (LU), associata all’AICIS, ha allestito a Lucca, nella chiesa di San Cristoforo la Mostra di Immaginette devozionali:
“IMAGO SANCTITATIS - FIGURE STELLARI E SEGNI DELL’UNIVERSO”che verrà inaugurata sabato 19 dicembre 2009 alle ore 16.00.
La mostra rimarrà aperta al pubblico, tutti i giorni, dal 19 al 30 dicembre 2009 con orario 15,00-19,00 ad eccezione del 25, festa solenne del Santo Natale, giorno in cui la mostra rimarrà chiusa. Le immaginette sono quelle già esposte nella biennale di Piombino (LI) nello scorso agosto. |
Per chi volesse essere presente alla solenne inaugurazione della mostra, riportiamo interventi ed orari:
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BOLOGNA, 1° ottobre-1° NOVEMBRE 2009 - Mostra: “Il tempo delle feste: l’anno liturgico illustrato con le piccole immagini devozionali”.
Il 1° ottobre è stata inaugurata a Bologna nel Museo “Beata Vergine di San Luca” una mostra di immaginette sacre sul tema: “Il tempo delle feste: l’Anno Liturgico illustrato con le piccole immagini devozionali”.
L’allestimento è di SILVIA CORSINI e DUILIO GENNARI con la collaborazione del Centro Studi per la Cultura Popolare di Bologna.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino alla festa di Ognissanti 1° novembre p.v.
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NOTIZIARIO LUGLIO - AGOSTO 2009
VITA ASSOCIATIVA
IL CONSIGLIO DIRETTIVO HA ACCETTATO IL TERMINE “FILICONIA” E “FILICONICI”.
“L’hobby di collezionare santini si chiama Filiconia, termine coniato nel 2006 da Attilio Gardini, unendo i termini greci Filos (amante) ed eicon (immagine) definisce la ricerca culturale e il collezionismo delle immaginette sacre. Oggetto di raccolta sono le piccole raffigurazioni di icone e di santini.
Il termine origina sia il sostantivo, che l’aggettivo “filiconico” che indica la persona e gli oggetti utili pertinenti alla filiconia. Vista l’ampia valenza culturale e religiosa insita nel cercare, studiare, raccogliere, catalogare tali effigi, la filiconia non è solo un hobby, in quanto coinvolge sì l’intenditore e l’appassionato raccoglitore, ma soprattutto il cultore e studioso che si avvicina alle immaginette con particolare rispetto, vistone il contenuto”.
(Fonte: Wikipedia in abbinamento a “Filiconia”).
Il Consiglio Direttivo nella riunione del 7 ottobre 2008, e in quella del 5 maggio 2009, ha accettato il termine “filiconia” e “filiconici” coniati dal socio prof. A.Gardini.
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19 GIUGNO 2009-2010: “ANNO SACERDOTALE”, PER IL 150° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL SANTO CURATO D’ARS
Benedetto XVI ha indetto uno speciale “Anno Sacerdotale” dal 19 giugno 2009 al 19 giugno 2010, nel 150° della morte di Giovanni B. Maria Vianney, “vero esempio di Pastore a servizio del gregge di Cristo”, come lo ha definito il Papa. Il Consiglio Direttivo nella riunione del 7 luglio ha approvato la proposta avanzata dal Vice Presidente R.Manfè di riportare l’iconografia del Santo sulla Tessera del 2010. Il santo curato d’Ars verrà proclamato “Patrono di tutti i sacerdoti del mondo” proprio in questo “Anno Sacerdotale”.
INVIATO CON IL NR. 295 DI MAGGIO-GIUGNO “IL LIBRO DEI SOCI”.
Molti associati ci hanno ringraziato per l’invio del “Libro dei Soci 2009-2010”. Attendiamo le vostre rettifiche che inseriremo nel Notiziario successivo con un apposito foglietto di aggiornamento. Tali variazioni sono poi da riportarsi sul lato sinistro del vostro “Libro”, lasciato in bianco. In questo numero abbiamo già inserito l’aggiornamento nr.1-2009/10.
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9 OTTOBRE 2009: IV CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN GIOVANNI LEONARDI
L’AICIS è stata fondata il 6 luglio 1983 e la prima riunione si è tenuta a pochi metri dai venerati resti del grande San Giovanni Leonardi che con gioia il 9 ottobre festeggeremo.
Sua Santità Benedetto XVI nella lettera indirizzata all’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, in occasione dello speciale giubileo aveva detto: “Auspico di cuore che l’eroica testimonianza di questo affascinante uomo di Dio, riconosciuta dalla Chiesa e riproposta come modello da seguire agli uomini e alle donne del nostro tempo, sia sempre più conosciuta e diventi per molti richiamo a vivere con passione ed entusiasmo la propria fede nelle presenti circostanze”.
Ricordiamo anche che San Giovanni Leonardi è co-fondatore di Propaganda Fide ed è Patrono dell’Ordine dei Farmacisti. La copertina di questo numero l’abbiamo dedicata a lui: nella facciata, il Santo morente riceve conforto dai confratelli in preghiera e la pagina 32 riporta il programma delle cerimonie e dei festeggiamenti.
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CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI
3 LUGLIO 2009 - PROMULGAZIONE DEI NUOVI DECRETI
Oggi, 3 luglio 2009, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata S.E. Mons. Angelo Amato, s.d.b., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti Decreti:
1 - PROSSIMAMENTE SANTA
E’ stato promulgato un decreto riguardante un miracolo attribuito all'intercessione della Beata Candida Maria di Gesù Cipitria y Barriola (al secolo: Giovanna Giuseppa), Fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù.
CANDIDA MARIA DI GESU' CIPITRIA Y BARRYOLA (1845-1912)
Giovanna Giuseppa nasce ad Andoain (Spagna) il 31 maggio 1845. La vita sobria della famiglia operaia e l'esempio delle virtù domestiche definiscono il suo carattere di delicata sensibilità e di volontà energica. Nella sua giovinezza, Giovanna percepisce, una chiamata e la sua risposta non si fa attendere: "Io soltanto per Dio". Da quel momento vive tutta rivolta al volere di Dio nella ricerca delle vie concrete che l’avrebbero portata alla sua piena realizzazione. In questa ricerca interviene il gesuita Padre Michele Herranz, il quale orienta Giovanna per i sentieri della spiritualità ignaziana le cui note fondamentali, adeguate alla sua particolare ispirazione, sono:
1-radicalità nel seguire Cristo; 2-Missione educativa; 3-Disponibilità apostolica.
Il suo carisma, espresso in lineamenti ben precisi, è: Filiazione, Cristocentrismo, Spirito Mariano e Missione. Dio è per lei. il tutto della sua vita: "Io farò sempre e in tutto la volontà di Dio". Cristo è il centro della sua esistenza: "lo tutta di Gesù". La Vergine Maria è la stella che guida i suoi passi: "Ricorri sempre a lei, e nella sua materna, protezione troverai ogni conforto". La sua Missione: Giovanna è consapevole di essere inviata ad evangelizzare. "Il mondo è piccolo per i miei desideri". Ormai sicura delle vie :del Signore, guidata dalla Provvidenza, e sotto la direzione dello stesso Padre Herranz, inizierà l'avventura della nuova fondazione. Niente la trattiene: né la consapevolezza della sua povertà, né la scarsità delle risorse umane e materiali. Agisce sicura. "Dio lo vuole". Sorge così nella Chiesa, e precisamente in momenti difficili per la Spagna, una nuova Congregazione apostolica: le suore Figlie di Gesù.
E' l'8 dicembre 1871. Giovanna, ormai diventata Candida Maria di Gesù, e altre cinque compagne danno inizio, nella città di Salamanca, al nuovo Istituto. Esse non hanno altre ricchezze che la fiducia in Dio e l'abbandono nella sua provvidenza.
Nel 1874 le Figlie di Gesù accolgono le prime ragazze da educare. Questo inizio apostolico riempie di gioia l'anima della Fondatrice che si esprime così: "La mia gioia è che vengano molte ragazze alle nostre scuole per ricevere una "educaziome cristiana e poter così attirare le loro anime a Dio".
Candida Maria crede, ama, spera in Dio e ha fiducia negli uomini.
Lavora instancabilmente per estendere il regno di Cristo. Frutto del suo lungo pellegrinaggio per tutte le terre di Spagna sono le nuove case dell'Istituto che cominciano a nascere. Non mancheranno croci e difficoltà. Candida Maria, con cuore grande e generoso, saprà abbracciare ugualmente la gioia e il dolore. Nel 1910 giunge dal Brasile un invito lungamente atteso. Finalmente il sogno missionario della Fondatrice diventa realtà. Passano gli anni. La Madre Candida a Salamanca (Spagna) ha portato a termine la sua ardua missione: è il 9 agosto 1912. Con sicurezza filiale contempla il suo passato: "Sono religiosa da 41 anni e non ricordo alcun istante che non sia stato per Dio"'.
Le Figlie di Gesù continuano oggi nella Chiesa l'opera intrapresa da Candida Maria e, sparse ovunque, fanno realtà il desiderio della loro fondatrice: "Sino ai confini del mondo andrei alla ricerca delle anime".
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2 - PROSSIMAMENTE SETTE NUOVI BEATI
A) -Sono stati promulgati 3 decreti riguardanti un miracolo attribuito all’intercessione dei seguenti Venerabili Servi di Dio, per i quali verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Beatificazione.
1 - JOHN HENRY NEWMAN (1801-1890)
John Henry Newman, probabilmente l’uomo di chiesa di spicco dell’Inghilterra del XIX secolo, nasce a Londra il 21 aprile 1801 da una madre ugonotta e da un padre di orientamento religioso molto tollerante. Newman nel 1824 viene ordinato prete anglicano. A 27 anni è nominato parroco, continuando a insegnare all’università di Oxford. Teologo e letterato, nel 1833 compie un viaggio in Italia toccando Roma e arrivando in Sicilia dove si ammala gravemente. Ancora membro della Chiesa d’Inghilterra, le sue idee in fatto di religione cominciarono a deviare gradualmente da quelle della Chiesa Evangelica d’Inghilterra per abbracciare quelle dell’ala più conservatrice della Chiesa Cattolica .Inizia a radunare un gruppo di studiosi per riflettere sulla Chiesa: è il primo passo verso la conversione al cattolicesimo, che avviene l’8 ottobre 1845 nelle mani del passionista Domenico Barberi. Studia al Collegio di Propaganda Fide a Roma e viene ordinato sacerdote il 26 maggio 1847. Fonda l’«Oratorio di San Filippo Neri». Stabilitosi a Birmingham, scrive il suo capolavoro: l’«Apologia pro vita sua». In seguito è eletto cardinale da Papa Leone XIII nel 1879. Muore a Edgbaston (Inghilterra) l'11 agosto 1890. Giovanni Paolo II lo dichiara “venerabile” il 22 gennaio 1991.
«Sono certo – ha detto ieri l’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols – che ci aiuterà molto nel compito di difendere la fede in mezzo alle difficoltà che egli aveva previsto così chiaramente ». È provvidenziale, ha notato il superiore dell’Oratorio di Birmingham, padre Paul Chavasse, che «la sua beatificazione avvenga durante il pontificato di Benedetto XVI,
un grande teologo influenzato profondamente dal pensiero di Newman».
2 - ANGELO PAOLI (1642 - 1720)
Con il riconoscimento di un miracolo attribuito alla sua intercessione, il Papa ne ha autorizzato la beatificazione. Angelo Paoli, dei Carmelitani di Antica Osservanza, nacque ad Argigliano, in Toscana, nel 1642; nel 1666 venne ordinato sacerdote, prestando la sua opera prima presso il Carmelo di Pisa, poi a Cupoli, Monte Favino e Fivizzano.
Aveva una speciale devozione alla Passione di Cristo e, pertanto, faceva erigere molte croci sulle colline intorno alle località dove svolgeva il suo ministero pastorale. Nel 1687, trasferito a Roma, presso il convento situato nel rione Monti, dedicò tutta la sua opera pastorale alla cura dei poveri ammalati di un vicino ospedale e all’ammaestramento dei novizi. Fondò un ospizio che accoglieva i convalescenti non ancora del tutto ristabiliti: infatti all’epoca si veniva dimessi dagli ospedali molto presto, senza dare ai malati il tempo di rimettersi bene in salute. Ottenne poi da papa Clemente XI il permesso di risistemare l’area del Colosseo che da luogo di culto dei martiri cristiani si era trasformato in un bivacco di poveri e senzatetto. Era talmente benvoluto e conosciuto che Clemente XI gli offrì la porpora cardinalizia, onore però rifiutato dal religioso.
Morì il 17 gennaio 1720; nel 1781 papa Pio VI riconobbe le sue virtù eroiche anche per i molti miracoli che gli venivano continuamente attribuiti, alcuni già quando era in vita.
Nel 1908 il Capitolo Generale dell’Ordine decise di appoggiare la causa di beatificazione. Padre Angelo Paoli è sepolto nella Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, a Roma, e sulla sua lapide si trova scritto «padre dei poveri ». (F.Mas.)
3 - MARIA ALFONSINA DANIL GHATTAS (1843-1927)
Soultaneh Maria Alfonsina Danil Ghattas nasce a Gerusalemme il 4 ottobre 1843. Giovane molto pia, entra nel 1857, a 14 anni, nella Congregazione delle suore di San Giuseppe della Apparizione. Ha dalla Vergine Maria delle rivelazioni private tra cui la fondazione di una congregazione palestinese che avrà il nome di "Suore del Rosario". Assistita in questo percorso dal suo Direttore spirituale Padre Giuseppe Tannous, Suor Alfonsina lascia la comunità delle Suore di San Giuseppe con il permesso di Roma, ed entra nella nuova congregazione. Riceve l'abito dalle mani di Mons.Pascal Appodia, l'ausiliario del patriarca, nella festa di Nostra Signora del Rosario, 7 ottobre 1883 insieme ad altre sette giovani. Nel 1885, raggiunge la casa di Giaffa, in Galilea, vicino a Nazareth. Qui, nel 1884 fonda la scuola femminile di Beit Sahour. E’ quindi inviata a Salt in Cisgiordania con tre compagne, e successivamente a Nablus. La sua salute, la scia a desiderare: per questo si stabilisce nuovamente a Gerusalemme. Una volta rimessasi in forze, parte per la casa di Zababdeh. Assiste poi a Nazaret, nei suoi ultimi momenti di vita, P.Tannous Giuseppe, il suo direttore spirituale. Ritorna quindi a Betlemme per aprire un laboratorio di cucito, poi a Gerusalemme nel 1909, ed a Ain Karem per aprire un orfanotrofio. Qui muore il 25 marzo 1927, festa dell'Annunciazione, esattamente nel momento che lei aveva previsto.
B)-Sono stati promulgati, inoltre, 4 decreti riguardanti il martirio dei seguenti Servi di Dio, per i quali verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Beatificazione.
4 - GIUSEPPE SAMSO I ELIAS (1887-1936)
Il Servo di Dio Giuseppe Samsó i Elías. nasce in Spagna a Castellbisbal il 17 gennaio 1887 da buona famiglia. Matura la decisione di entrare in Seminario. E’ ordinato sacerdote. Negli anni della persecuzione religiosa in Spagna è Parroco ed Arciprete della Basilica di Santa Maria de Mataró, una bella chiesa del XVI secolo, con facciata medioevale e neoromanica, situata nel pieno della zona barcellonese del Maresme.
Don Giuseppe è arrestato perché è prete. Non ritratta nulla di fronte ai suoi aguzzini di quanto egli rappresenta per Dio e per la Chiesa di Roma. Viene ucciso, in odio alla Fede, il 1° settembre 1936.
5 - TEOFILO FERNANDEZ DE LEGARIA GONI (+1936) E 4 COMPAGNI : ISIDRO INIGUEZ, GONZALO BARRON, MARIO LOPEZ E ELADIO ROS (19368
I Servi di Dio Teofilo Fernández de Legaria Goñi (al secolo: Beniamino) e 4 Compagni, tutti Sacerdoti professi della Congregazione dei Sacri Cuori (PICPUS), Isidro Iñiguez, Gonzalo Barrón, Mario Lopez et Eladio Ros sono stati vittime della persecuzione religiosa in Spagna nel 1936 ed hanno subìto il martirio in odio alla loro Fede. Muoiono perdonando i loro uccisori.
6 - GIORGIO HAEFNER (1900-1942)
Il Servo di Dio Giorgio Häfner, Sacerdote diocesano,nasce a Würzburg (Germania) il 19 ottobre 1900 e viene ucciso, in odio alla Fede, nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 20 agosto 1942.
Il clero cattolico di Germania, in quegli anni, è tra i gruppi sociali più perseguitati. Nei dodici anni di regime hitleriano, sono 12.000 i preti che subirscono minacce o persecuzioni. Recentemente è stato pubblicato anche un “martirologio” della Chiesa tedesca del XX secolo. Vi sono recensiti 164 sacerdoti, 60 religiosi, 6 persone di vita consacrata e 118 laici che sotto il nazismo persero la vita a causa della fede.
Nonostante la debolezza di tanti cristiani di fronte al nazismo, che hanno ceduto per paura o per un indegno “arrivismo”, non sono mancate figure coraggiose, che furono, e restano un monito e un esempio. Häfner è una di queste eroiche figure. Viene arrestato dai nazisti per il suo coraggioso atteggiamento di difesa della chiesa nell’ottobre 1941 ed è portato a Dachau dove muore nell’agosto 1942 per malattia, denutrizione e maltrattamenti.
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7 - ZOLTAN LUDOVICO MESZLENYI (1892-1951)
Il Servo di Dio Zoltán Ludovico Meszlényi, Vescovo titolare di Sinope e Vescovo Ausiliare di Esztergom in Ungheria nasce ad Hatvan (Ungheria) il 2 gennaio 1892.
Entra giovanissimo in seminario desideroso di dedicarsi al servizio di Dio e dei fratelli. Viene ordinato sacerdote il 28 ottobre 1915 e il 28 ottobre 1937 viene ordinato Vescovo. E’ ucciso, in odio alla Fede, a Kistárcsa (Ungheria) il 4 marzo 1951.
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3 - LA CHIESA HA 4 NUOVI VENERABILIù
Sono stati anche promulgati 4 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”:
1 - ENGELMAR UNZEITIG (1811-1945)
Il Servo di Dio Engelmar Unzeitig (al secolo: Uberto), diviene Sacerdote professo della Congregazione dei Missionari di Mariannhill nel 1939. Nasce a Greifendorf (Moravia dell'Est) il 1 marzo 1911 e muore nel campo di concentramento nazista di Dachau (Germania) il 2 marzo 1945 durante la seconda guerra mondiale.
Padre Engelmar, Curato in Glöckelberg, Repubblica ceca, viene arrestato dalla Gestapo il 21 aprile 1941 per il crimine di essere prete e perché, nonostante le intimidazioni, continua a predicare la sua fede cattolica. Viene spedito nel campo di concentramento di Dachau. Impara il russo. Quando viene a conoscenza dell’esistenza di prigionieri isolati in un altro alloggio dove stanno morendo di febbre tifoidea, con la scusa di pulire gli alloggi, si fa trasferire lì per portare loro il suo conforto. Purtroppo contrae presto la malattia e muore allo scadere dell’inverno del 1945.
2 - ANNA MARIA JANER ANGLARILL (1800-1885)
La Serva di Dio Anna Maria Janer Anglarill, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Urgell nasce nella celebre città universitaria di Cervera (Catatonia) il 18 dicembre 1800.
La vita della Chiesa è ricca di notevoli figure femminili, donne “forti”, attive e infaticabili lottatrici in favore della dignità di tutte le persone. Una di queste personalità tanto interessanti è la spagnola Ana María Janer Anglarill.
Ana María Janer Anglarill riceve la grazia di un carisma peculiare, senza alcuna sovrapposizione di tipo ideologico. Sa vivere le vicende della sua epoca con intensità e una precisione cristiana esemplare. Seguirà i feriti durante le guerre civili lungo i tortuosi sentieri pirenaici; fonderà ospedali da campo (quando non c’era alcuna assistenza né diritti riconosciuti per le vittime dei conflitti), orfanotrofi, scuole per ragazze povere, spesso vittime di quei disastri. Attorno a lei si raccoglie una compagnia di donne coraggiose e determinate, che sapranno trovare posto nella società e nella vita della Chiesa. Muore a Talarn (Spagna) l'11 gennaio 1885.
3 - MARIA SERAFINADEL SACRO CUORE DI GESU' MICHELI (1849-1911)
Clotilde nasce ad Imer (Trento), allora Impero Austro-Ungarico, l’11 settembre 1849 da Domenico Micheli e Anna Maria Orsingher. Nel 1852, all’età di 3 anni, com’è usanza al tempo, riceve il Sacramento della Cresima nella città di Fiera di Primiero dalle mani del vescovo di Trento, l’austriaco Giovanni Nepomuceno de Tschiderer zu Gleifheim (beatificato nel 1995 da papa Giovanni Paolo II). E in questo periodo ha la prima apparizione: le appare il suo Angelo Custode che le porta l’invito della Madonna a consacrarle la sua verginità. Riceve la Prima Comunione nel 1858. Il 2 agosto 1867 mentre nella chiesa di Imer è raccolta in adorazione le appare la Vergine Immacolata tra una moltitudine di Angeli che le rivela la fondazione di un nuovo ordine religioso con lo scopo fondamentale l’adorazione della Trinità e come modelli di orazione e di dedizione la Madonna e gli Angeli. Con nella testa e nel cuore quanto le è stato rivelato, si avvicina ad altri Ordini
Nel 1891, fissa la dimora in Casolla, una frazione di Caserta, con altre due giovanette. Il 28 giugno 1891 il vescovo casertano Enrico De Rossi autorizza la vestizione religiosa e la consacrazione delle prime cinque “Suore degli Angeli” che hanno come prima sede, un edificio nella frazione di Briano dove, ancor oggi, vi è una Casa della Congregazione. Insieme a Clotilde Micheli (che prende il nome di suor Maria Serafina del Sacro Cuore, come la Madonna stessa le aveva chiesto nell’apparizione del 1867), infatti, si consacrano altre quattro giovani. Come padre spirituale viene scelto padre Francesco Fusco: era finalmente nato l’ordine delle Suore degli Angeli Adoratrici della Santissima Trinità.
Santa Maria Capua Vetere nel 1892 vede un primo nucleo di suore gestire l’Orfanotrofio “Lucarelli” che è anche la prima Casa dell’Istituto. Le Suore degli Angeli iniziano a far conoscere la loro missione tra il popolo, prediligendo il servizio dei più poveri, degli orfani e della gioventù abbandonata.
4- TERESA MANGANIELLO 1849-1876)
Teresa nasce a Montefusco (AV) il 1° gennaio 1849, undicesima di dodici figli, da genitori contadini. Ancora adolescente manifesta il desiderio di consacrare la sua vita al Signore, possibilità realizzata grazie alla presenza di padre Ludovico Acernese che istituisce a Montefusco il Terz’Ordine Francescano. Teresa diviene la prima terziaria della località irpina e nel 1871 fa la professione dei voti prendendo il nome di sorella Maria Luisa. Sebbene priva di istruzione, diviene l’artefice dell’estensione del Movimento Terziario Francescano in Irpinia e nel Sannio. Viene chiamata, con affetto, « analfabeta sapiente » per la dedizione con cui si prende cura delle necessità delle persone che incontra.
Nel 1873 si reca in udienza da papa Pio IX per presentare l’idea di una nuova comunità francescana. Il Pontefice la benedice e la incoraggia ad andare avanti; quando ormai viene già considerata la prima superiora della nuova Congregazione delle Suore Terziarie Francescane, la salute comincia a declinare.
Muore il 4 novembre 1876 a soli 27 anni; nel 1881 padre Ludovico Acernese fonda a Pietradefusi (AV), la congregazione delle Suore Francescane Immacolatine ispirate all’opera e alla dedizione di Teresa.
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I QUATTORDICI SANTI AUSILIATORI
Il socio Gualtieri apre da questo numero di Luglio-Agosto questa nuova rubrica richiesta da alcuni soci.
I Quattordici Santi Ausiliatori”
E’ consuetudine tra i fedeli invocare, nei momenti di bisogno, soprattutto nelle malattie, l’aiuto del proprio “Santo Protettore”, a Lui ci si rivolge con devote preghiere per ottenere una guarigione, o una grazia in genere. Ogni Santo ha la peculiarità, legata ad un episodio della sua vita o del suo martirio, di intercedere per una determinata malattia.
Una particolare devozione verso un gruppo di Quattordici Santi, detti appunto Ausiliatori o Curatori, ancora oggi sopravvive nella cultura popolare, soprattutto fra le popolazioni tedesche dell’Europa Centrale e nell’Italia Settentrionale, nonostante che Papa Paolo VI, con la riforma del calendario dei Santi del 1969 ne cancellò il culto fissato l’8 agosto.
La leggenda
Il culto dei “Quattordici Santi Ausiliatori” risale al XV secolo, precisamente al 24 settembre del 1445, quando, secondo la leggenda, ad un giovane pastore tedesco, Hermann Leicht, mentre era intento a pascolare il suo gregge su un campo, nelle vicinanze dell’abbazia cistercense di Langheim, in Baviera, gli apparve un bambino che piangeva. Nel momento in cui era pronto a soccorrerlo questi scomparve. Gli riapparve poi una seconda volta con due candele accese ed una terza il 29 giugno 1446. Insieme al bambino vi erano appunto i “Quattordici Santi Ausiliatori” che domandarono al giovane che in quel luogo vi fosse eretta una cappella in loro onore.
Alcuni giorni dopo la moglie del pastore, colpita da una grave malattia, fu guarita miracolosamente per intercessione proprio di quei Santi. Questo miracolo convinse i monaci del vicino convento a far costruire una cappella. La notizia del miracolo si diffuse rapidamente in tutti i paesi limitrofi, così incominciarono ad accorrere numerosi i fedeli, e nel 1448 fu consacrato l’altare.
Il Santuario o Basilika Vierzehnheiligen (Diocesi Arcidiocesi di Bamberga)
La cappella fu distrutta una prima volta nel corso della guerra dei contadini (1524-1526), nel 1543 vi fu eretta una chiesa, poi ancora durante la guerra dei trent'anni, una serie di conflitti armati che dilaniarono l'Europa dal 1618 al 1648, sempre ricostruita più maestosa e bella. Nel 1700 si decise di realizzare una chiesa capace di accogliere il sempre maggiore afflusso di pellegrini. Fu incaricato uno degli architetti più famosi dell’epoca, Johann Balthasar Neumann. La prima pietra fu posata nell’aprile del 1743 e la costruzione terminò nel settembre del 1772. Il risultato fu una splendida chiesa di stile tardo-barocco all'esterno e rococò all'interno, sita su una collina nel comune bavarese di Bad Staffelstein, Circondario di Lichtenfels nell'Alta Franconia. All’interno tra un tripudio di stucchi dorati, statue ed affreschi si erge al centro, nel punto dove si dice avvenne la prima apparizione, un fastoso altare circondato dalle statue dei quattordici Santi Ausiliatori.
Scioltosi nel 1803 il convento di Langheim, dal 1839 il Santuario è affidato ai frati dell’Ordine Francescano che lo gestiscono a tutt'oggi. Ogni anno è meta di migliaia di visitatori.
DIE HL. 14 NOTHHELFER
Bellissima litografia tedesca (cm 7x12) della seconda metà del 1800 in cui si narra praticamente la storia del miracolo dell’apparizione.
Al centro, in alto nel cielo, Gesù Bambino, circondato dai Quattordici Santi Ausiliatori, riconoscibili ognuno dal proprio attributo. In basso il giovane pastore in ginocchio con il suo cane ed il suo gregge.
Sullo sfondo quello che sarà poi il Santuario. |
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Die h. vierzehn Nothhelfer
Santino (cm 6,5x10), siderografia con merletto punzonato stampato in Norimberga anch’esso della seconda metà del 1800.
Gesù Bambino si trova al centro su di una nuvola circondato dai Quattordici Santi Ausiliatori.
In basso il Santuario di Vierzehnheiligen. |
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Quatuordicem sancti Auxiliatores
Incisone a bulino, primi del 1900, di Commans e fatta da Kohlschein, Paris chez A.W. Schulgen, Editeur, 25 rue St. Sulpice.
Al centro è posta, tra uno stuolo di angioletti, la Madonna in Trono con in braccio Gesù Bambino.
Ai lati fanno da cornice, ben distinti e riconoscibili per i loro attributi, i Quattordici Santi Ausiliatori. |
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Di seguito elenco, in ordine alfabetico, i “Quattordici Santi Ausiliatori”, che andrò a trattare singolarmente nei prossimi numeri, riportando l’ausilio per cui è invocato ed il principale attributo con il quale è rappresentato nell’iconografia classica.
Sant'Acacio di Armenia, soldato e martire, (8 maggio). E’ invocato contro l'emicrania e i tormenti dell' agonia. Attributo principale: la palma. E’ raffigurato con vesti di soldato romano e con un ramo di acacia in mano.
S. Barbara, martire, (4 dicembre). E’ invocata contro i fulmini e la morte improvvisa. Attributo principale: la palma. E’ raffigurata con accanto una torre, simbolo della sua prigionia.
S. Biagio di Sebaste, vescovo e martire, (3 febbraio). E’ invocato contro i mali della gola. Attributi principali: la palma ed il bastone pastorale. E’ raffigurato con due candele accese in mano.
Santa Caterina di Alessandria, martire, (25 novembre). E’ invocata contro le malattie della lingua. Attributi principali: la palma e la spada. E’ quasi sempre raffigurata con la ruota dentata, simbolo del suo martirio.
S. Ciriaco di Roma, diacono e martire, (8 agosto). E’ invocato contro le tentazioni e le ossessioni diaboliche, specialmente in punto di morte. Attributo principale: la palma. E’ raffigurato con un demone tentatore ai piedi.
S. Cristoforo di Licia, martire (25 luglio). E’ invocato contro gli incidenti di viaggio, la peste e gli uragani. Attributi principali: la palma ed il bastone fiorito. E’ rappresentato intento a trasportare Gesù Bambino sulle spalle.
S. Dionigi di Parigi, vescovo e martire, (9 ottobre). E’ invocato contro le possessioni diaboliche e i dolori di capo. Attributo principale: la palma. Santo cefaloforo. E’ rappresentato appunto con la sua testa in mano.
S. Egidio abate, eremita, (1 dicembre). E’ invocato contro l' epilessia, il panico e la pazzia. Attributo principale: il bastone pastorale. E’ rappresentato con una cerbiatta addomesticata ai suoi piedi.
S. Cristoforo di Licia, martire (25 luglio). E’ invocato contro gli incidenti di viaggio, la peste e gli uragani. Attributi principali: la palma ed il bastone fiorito. E’ rappresentato intento a trasportare Gesù Bambino sulle spalle.
S. Dionigi di Parigi, vescovo e martire, (9 ottobre). E’ invocato contro le possessioni diaboliche e i dolori di capo. Attributo principale: la palma. Santo cefaloforo. E’ rappresentato appunto con la sua testa in mano.
S. Egidio abate, eremita, (1 dicembre). E’ invocato contro l' epilessia, il panico e la pazzia. Attributo principale: il bastone pastorale. E’ rappresentato con una cerbiatta addomesticata ai suoi piedi.
S. Erasmo di Formia, vescovo e martire, (2 giugno). E’ invocato contro le malattie intestinali. Attributi principali: la palma ed il bastone pastorale E’ rappresentato in abiti vescovili con un argano in mano simbolo del martirio subito dell’eviscerazione.
S. Eustachio, martire, (1 novembre). E’ invocato contro i pericoli del fuoco e dell' inferno. Attributo principale è la palma. E’ rappresentato insieme ad un cervo con un crocefisso tra le corna.
S. Giorgio di Lydda, martire, (23 aprile). E’ invocato contro le infezioni della pelle. Attributi principali: la palma ed uno stendardo con croce rossa. E’ rappresentato mentre uccide un dragone.
S. Margherita (Marina) di Antiochia, vergine e martire, (20 luglio). E’ invocata dalle partorienti contro eventuali problemi del parto. Attributi principali: la palma e la croce. E’ rappresentata con un drago addomesticato ai suoi piedi.
S. Pantaleone di Nicomedia, medico e martire, (27 luglio). E’ invocato contro le infermità di consunzione. Attributo principale: la palma. E’ rappresentato con le mani inchiodate sulla testa, simbolo del suo martirio.
S. Vito, martire, (15 giugno). E’ invocato per scongiurare la letargia, il morso di bestie velenose o idrofobe e l’epilessia detta appunto il "ballo di San Vito". Attributo principale: la palma. E’ rappresentato sovente con un gallo bianco appollaiato su un libro, attributo forse legato ad una antica leggenda slava.
di GIANCARLO GUALTIERI.
(Fonte: WikipediA)
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IL CUORE, L'ANIMA, IL GIRASOLE
ICONOGRAFIA. FIGURE E SEGNI DI PROTEZIONE CELESTE - 13
di Elisabetta Gulli Grigioni
Nella precedente rubrica, le osservazioni sulla complessa illustrazione del libretto di Geremia Drexelio dedicato all’eliotropio-girasole come simbolo di abbandono del cristiano alla volontà divina, si concludevano con notazioni di mia sottintesa soddisfazione per la scenografia, un’alta siepe di girasoli, che aveva fatto da sfondo, alcuni giorni prima, nel Teatro Alighieri, alla presentazione della ventesima edizione del Ravenna Festival e che mi era parsa mirabilmente aderente a quello che sarà il tema principale della manifestazione 2009: preghiera e rito. Senonché, qualche giorno dopo, ho appreso che l’eliotropica scenografia, come Cristina Muti stessa aveva spiegato all’inizio della presentazione, era in realtà stata preparata per la commedia di Eduardo de Filippo Ditegli sempre di sì che veniva rappresentata all’Alighieri in quei giorni. Dunque una coincidenza: il Caso che offre una scenografia incredibilmente appropriata e il Caso che, facendomi arrivare per imprescindibili motivi con dieci minuti di ritardo e impedendomi di ascoltare la giustificazione della scenografia, mi permette di interpretare liberamente un simbolo a me caro, sul quale ho già scritto alcuni anni fa. Sempre il Caso ha voluto che alcuni giorni dopo, ricevendo «Il Messaggero di Sant’Antonio» del febbraio 2009, fossi immediatamente colpita dalla bellissima pagina di padre Ermes Ronchi (che consiglio vivamente di leggere a chi è abbonato alla rivista), dedicata al girasole, «cercatore di sole», «mendicante di cielo» simbolo di preghiera e di elevatissima spiritualità.
Felicemente suggestionata da queste coincidenze ho pensato dunque di ascoltare il richiamo del girasole dedicando anche la cinquantesima rubrica al libretto di Drexelius. L’immagine del girasole, infatti, oltre ad essersi caricata anche di significati negativi, è conosciuta soprattutto per tradizioni extraeuropee ( emblema del Dio Sole nel Perù), per sue potenzialità espressive nella decorazione e nelle arti applicate (riprodotto con diverse tecniche nell’Inghilterra vittoriana e amato anche dallo stile Liberty) oppure legata a grandi artisti come Van Gogh del quale fu tema prediletto, Oscar Wilde che ne fece il simbolo del movimento da lui fondato, D’Annunzio o Montale. Oggi poi il mazzo di girasoli è omaggio floreale consigliato da raffinati fioristi e Moses Pendleton che ne è coltivatore, include i girasoli nel recente spettacolo Bothanica dei suoi ballerini illusionisti Momix.
Meno conosciuta è invece la simbologia religiosa di questa pianta, soprattutto quella complessa della meditazione seicentesca. Nella seconda illustrazione di Heliotropium, vediamo che il cuore umano si è alzato in volo fino a raggiungere il cuore divino incoronato. I due cuori, come nella precedente illustrazione, continuano a dialogare: Ego tibi, Tu mihi (Io per te nel provvedere tutte le cose; Tu per me nel servirmi in tutte le cose) è scritto sul cuore divino. Fiat Fiat (Sia fatto Sia fatto) è la duplice risposta del cuore umano. Il messaggio, come nella precedente vignetta, giunge al cristiano lettore attraverso una triplice ripetizione: il cuore umano si eleva al cuore divino, Gesù discende ad abbracciare l’anima personificata, divenuta consapevole, il girasole si apre offrendosi pienamente all’irradiazione solare. La triplice ripetizione, quasi variazione musicale sul tema, assume andamento ascensionale, discendente e di reciproco congiungimento. (continua)
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5 LUGLIO 2009 - BEATIFICAZIONE IN FRANCIA DELLA VEN. EMILE DE VILLENEUVE
Domenica 5 luglio 2009 a Le Parc de Gourjade, Castres in Francia, oltre seimila persone hanno partecipato alla solenne cerimonia di Beatificazione di suor Jeanne-Emilie de Villeneuve presieduta dall’Arcivescovo mons. Angelo Amato.
Emilie de Villeneuve nasce in Francia, a Tolosa, il 9 marzo 1811 e muore a Castres il 2 ottobre 1854. E’ una giovane della nobiltà post-rivoluzionaria, terza figlia del Marchese de Villeneuve e di Rosalia d’ Avessens. Trascorre la sua fanciullezza al castello Hauterive, vicino a Castres dove la madre è costretta a vivere per curarsi. La sua educazione è seguita dala mamma fino alla morte che la coglie quando Emile ha solo 14 anni. L'anno successivo, perde una sorella, Ottavia. Questi due lutti la segnano molto. Durante il suo soggiorno a Tolosa, con la nonna, incontra il padre gesuita Le Blanc, ed a lui confida le sue preoccupazioni ...
La miseria che vede attorno a lei, la situazione dei bambini e delle giovani ragazze che lasciano le campagne per venire in città sono una viva preoccupazione. Si propone di rientrare tra le Figlie della Carità e poi fonda la Congregazione delle Figlie dell’immacolata a Castres l’8 dicembre 1836. Le Suore sono chiamate "Blue Sisters" a causa dell’abito blu. Sono presenti tra gli operai, tra i prigionieri della città, tra i malati nelle loro case.
Apre delle scuole nelle campagne, un rifugio per le ragazze in pericolo. Invia 4 Suore in Senegal e Gabòn nel 1847. Nel 1854 durante l’epidemia di colera a Castres lei è l’ultima vittima della città, infatti muore a soli 44 anni.
“Madre Emilie lascia a tutti noi un’eredità di santità, come invito costante alla nostra perfezione e santificazione”. E’ quanto ha affermato il 5 luglio l’arcivescovo, Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in occasione della cerimonia di Beatificazione, celebrata a Castres, cittadina vicina ai Pirenei francesi.
All'inizio della celebrazione, l'arcivescovo Angelo Amato ha letto il Decreto di beatificazione: questa donna "che ha dato la sua vita al servizio dei poveri, ora è Beata". L’arcivescovo di Albi, mons. Pierre-Marie Carré ha poi ricordato nell’omelia che “tutti i cristiani sono chiamati a diventare santi”. “Il segreto di suor Jeanne-Emilie de Villeneuve” - ha aggiunto – “è quello di avere riconosciuto la sua fragilità. Ha sempre fatto affidamento sull'aiuto di Dio, come espresso così bene anche nel suo motto: “Dio solo”. Madre Emilie - ha poi detto l’arcivescovo Angelo Amato - ha fatto brillare la “carità immensa del cuore di Dio”.
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LE DITTE PRODUTTRICI: I SANTINI DELL'EDITRICE BARBIERI
di Attilio Gardini
Proseguendo il percorso delle ditte produttrici di santini, dopo aver analizzato le marche:
AR, Eb, Shalom e altre, i filiconici AICIS sono invitati a valutare i prestigiosi “merlettati” prodotti dalla “Barbieri Ed”, santini da collezione. Il suo catalogo ha raggiunto la quota di 240 immaginette diverse, su carta traforata, come da tradizione dei canivet francesi.
Sotto, sono riprodotti due di questi santini, tutti con bordo riccamente merlettato. R: Stampa a quadricromia, con l’illustrazione inserita in una cornice, ottenuta da traforatura meccanica; il primo ha V: a stampa: biografia di S. Antonio di Padova; Serie “I Santi 037”, e il secondo: V: a stampa, biografia di S.Elisabetta d’Ungheria – Entrambi riportano la dicitura: Barbieri Editore srl - Manduria TA, con logo del produttore.
Questa casa editrice pubblica anche la Rivista “Santini et similia”; ha un’uscita trimestrale in edizione lussuosa, su carta patinata, di formato 21x29, con pp. 48. Grazie al contributo di studiosi e cultori della religiosità popolare, svolge una vasta gamma di argomenti che vanno dall’agiografia alle manifestazioni di culto, al collezionismo, con una particolare attenzione verso l’iconografia cartacea di piccole dimensioni.
La scelta iconografica è particolarmente accurata e offre in ogni numero una grande varietà di immagini preziose e significative, ottimamente riprodotte.
La rivista, unica nel suo genere, si propone due diversi obiettivi: contribuire alla diffusione e alla conoscenza dei tanti aspetti della religiosità popolare italiana e straniera e mantenere ai santini il ruolo di tramite avuto da sempre, sia per ciò che simbolicamente rappresenta quanto come prodotto artistico che realizza, in alcuni casi, autentiche opere d’arte.
Il filiconico, cioè il cultore-collezionista di santini appaga l’animo e il corpo nella duplice, incessante ricerca della spiritualità e della bellezza.
(Editore Barbieri srl, Via S. Lucia, 1 – 74024 Manduria TA, tel. 099.971.11.42 – fax 099.971.27.97 – Email: info@barbierieditore.it).
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MOSTRE DI SANTINI
LORETO (AN), 30 Aprile-6 Settembre 2009 - Mostra:“Iconografie delle Litanie Lauretane a confronto: i fratelli Klauber e Franco Vignazia’”
Giovedì 30 aprile 2009, alle ore 18.00, presso la Sala degli Svizzeri del Museo Antico Tesoro di Loreto (Palazzo Apostolico) è stata inaugurata la mostra: “Iconografie delle Litanie Lauretane a confronto: i fratelli Klauber e Franco Vignazia. All’inaugurazione hanno partecipato S.E. Mons. Giovanni Tonucci, Arcivescovo Delegato Pontificio, e il pittore Franco Vignazia. La mostra, curata dal Centro Studi Lauretani e visitabile fino al 6 settembre prossimo, mette a confronto le opere realizzate alla metà del XVIII secolo dai maestri incisori di Augsburg (Germania) Joseph Sebastian e Johann Baptist Klauber (52 stampe) e i dipinti (tempera e colori naturali su cartoncino) del contemporaneo pittore forlivese Franco Vignazia (51 dipinti).
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FORNI DI SOPRA (UD), Luglio-Agosto 2009 - Mostra:“La Croce, strumento di redenzione”
Il socio AUGUSTINO BUSATO di Maerne ha organizzato nella Chiesetta di San Floriano a Forni di Sopra (UD) una mostra iconografica di immaginette sacre sul tema: “La Croce – Strumento di redenzione”.
L’esposizione è aperta al pubblico nel corrente mese di luglio e in agosto 2009. Per l’occasione è stata stampata l’unita immaginetta che il nostro socio ha qui inviato per tutti gli associati nell’ambito della campagna “Un santino per ogni socio”.
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BARDONECCHIA (TO), 18 Luglio-30 Agosto 2009 - Mostra “Devozioni tascabili – I Santini da collezione tra Otto e Novecento”
Il CENTRO CULTURALE DIOCESANO di SUSA ha allestito una mostra di santini dal titolo “Devozioni tascabili – I santini da collezione tra Otto-Novecento”, nel Museo di Arte Reliosa Alpina di Melezet, frazione di Bardonecchia (Torino), in una cornice ove sono raccolti oggetti, paramenti, opere di argenteria, statuaria sacra, dipinti appartenenti alle Parrocchie di Melezet, Les Arnauds, Rochemolles relativi al periodo XV-XX secolo.
L’esposizione che verrà inaugurata il 18 luglio sarà aperta al pubblico per tutto agosto e, sembrerebbe, su prenotazione, anche in settembre. La mostra offre ai visitatori la possibilità di ammirare circa 200 belle immaginette sacre relative ad un interessante arco di tempo che va dalla fine del Settecento fino all’inizio del Novecento. Per visitare l’esposizione l’orario è dalle 15.30 alle 18.00 solo il sabato e la domenica.Nella settimana di Ferragosto (9-16.VIII.’09) è aperto tutti i giorni, stesso orario. Per informazioni tel.0122-622.640
CALTAGIRONE, 18 Luglio-12 Settembre 2009 - “Vivassagnapucu – Mostra della maiolica policroma”.
Il Museo della Ceramica di Caltagirone festeggierà solennemente il protettore della città con una mostra di antichi e pregevoli pannelli di mattoni in Ceramica inneggianti le gesta del santo Patrono. Il 18 luglio 2009 verrà infatti inaugurata nella sede del Museo, al Teatrino del Bonajuto, presenti le autorità cittadine e regionali, “Vivassagnapucu “, mostra dedicata a San Giacomo nell’iconografia dei ceramisti calatini. Per l’occasione, verrà presentata per la prima volta al pubblico l’intera collezione in mattoni e pannelli maiolicati dedicati al Santo patrono della città, che si festeggia nella cittadina degli Erei dal 23 al 25 luglio. Si tratta di piastrelle e mattoni votivi risalenti tra la prima e la seconda metà dell’800 con alcune figurine di san Giacomo, tra cui spicca una magnifica terracotta della seconda meta ‘800 attribuita all’artista caltagironese Giuseppe Failla, noto soprattutto per i suoi dipinti. Accanto alle figurine del Failla, del Di Bartolo, ci sono i “mattoni” votivi che oltre a sottolineare la profonda devozione di un popolo al suo santo costituiscono la più riuscita caratterizzazione dei “cannatari” di Caltagirone nell’iconografia votiva.
La mostra, che è stata allestita nella magnifica cinquecentesca cornice della sala “D” del museo, sarà aperta tutti i giorni sino al 12 settembre p.v.. L’ingresso è a pagamento.
(Fonte: comunicato stampa)
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CAPRINO VERONESE (VR), 31 Luglio-3 Agosto ‘09 - Mostra:“SANTINI DELLA FEDE”
Nell’ambito dei festeggiamenti del “Perdono di Assisi” il 31 luglio verrà inaugurata a Caprino Veronese una mostra di immaginette sacre a cura del Museo del Santino di STEFANO FASOLI. Oltre Stefano Fasoli partecipano all’esposizione il nostro socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese e SANDRINO MARCHI.
La mostra di santini, principalmente a tema francescano, allestita presso le Opere Parrocchiali, rimarrà aperta al pubblico dal 31 luglio al 3 agosto 2009 dalle ore 20,30 alle ore 23,00.
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Piombino (LI), 1-30 Agosto 2009 - Mostra biennale: “Figure stellari e Segni dell’Universo. Immaginette devozionali dal XVI secolo ad oggi. 2009 Anno Internazionale dell’Astronomia”
Atteso anche quest’anno tanto dai cultori di immaginette sacre, che dagli studiosi di iconografia religiosa, l’evento espositivo della Biennale d’Arte sacra, allestita a Piombino per iniziativa dell’Assessorato al Decentramento, Circoscrizione “Porta a Terra-Desco”, e aperta dal 1 al 30 agosto, continua a rappresentare un punto di riferimento nel panorama nazionale, considerato l’alto livello del materiale raccolto, selezionato e proposto ai visitatori, secondo una sequenza di tematiche correlate al titolo della mostra.
Il catalogo che si accompagna all’iniziativa, presentato all’inaugurazione, presenta sedici contributi che spaziano tra la cosmologia e l’astronomia, di taglio storico-religioso o di approfondimento iconografico.
Il Sole, la Luna, la Stella e le stelle, nelle loro varie forme, combinazioni, funzionalità, sono qui esaminate ed esplicitate, con l’apporto del pregevole apparato di riproduzioni, nella parte riservata alle tavole (127 riproduzioni, a colori e in b/n).
Il Comune di Piombino ha così corrisposto - tramite i referenti a cui si deve l’attuazione del progetto - a un’attesa certamente sentita dagli interessati del settore, confermando, a livello culturale, il valore di una proposta che si ritiene da più parti significativa e qualificata.
Saranno presenti con le proprie collezioni: Rosa Iommi Marinucci, Loredana Coleine, Luca Cipollaro, Francesca Campogalliani, Maria Teresa Bise Casella, Pierantonio Cattaneo, Stefania Colafranceschi, Vittorio Pranzini, Orietta Palmucci, Giorgio Lombardi, Giancarlo Gualtieri, Giovanni Costanzo, Francesco Mignogna, Antonio Zappalà, Giovanni e Siro Ciarrocchi, Filippo Briccoli, Laura Borello, Sebastiano Micheli, Sergio Aglietti, Elisabetta Gulli Grigioni, Carmelo Calci e Gabriella Della Bimba. Per informazionii: Claudio
Fornai e-mail: fornai.claudio@libero.it
STEFANIA COLAFRANCESCHI
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MADONNA DI DOSSOBUONO (VR), 14-23 Agosto ‘09 - Mostra:“SANTINI DELLA FEDE”
Nella Scuola Elementare “Emilio Salgari” di Madonna di Dossobuono , il 14 agosto, vigilia della festa della Madonna Assunta in Cielo, verrà inaugurata la Mostra: “Santini della Fede” a cura del Museo del Santino di STEFANO FASOLI e dal socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese con la collaborazione di SANDRINO MARCHI, che per l’occasione esporranno i santini della propria collezione, già in esposizione a Caprino Veronese fino a dieci giorni prima...
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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 7 Settembre - 10 Ottobre 2009 – XIX Mostra di Immaginette sacre: “I SANTI FONDATORI DI ORDINI RELIGIOSI DAL I AL XVI SECOLO”
Nel pomeriggio del 7 settembre p.v., nella sempre ospitale città di Roseto degli Abruzzi, aprirà l’esposizione di santini organizzata dall’AICIS, in stretta collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Rosetano, che cura l’allestimento dei quadri e con l’Amministrazione Comunale di Roseto – Assessorato alla Cultura, che mette a disposizione i locali.
La mostra che rimarrà aperta ai visitatori fino al 10 ottobre p.v. nella Villa Comunale, detta anche “Lido delle Rose”, e presenterà la tematica: “I Santi Fondatori di Ordini religiosi dal 1° al 16° secolo”.
Con questa esposizione 2009, la manifestazione rosetana taglierà il traguardo della XIX edizione. Un ‘grazie’ è doveroso al defunto fondatore e primo Presidente dell’AICIS, GENNARO ANGIOLINO e, successivamente, dal 2003, al vice-presidente AICIS, RENZO MANFE’, ma soprattutto a due rosetani, che sono materialmente le colonne di queste diciannove edizioni: il dr. MARIO GIUNCO, socio AICIS, che cura la manifestazione per l’Assessorato alla Cultura del Comune, ed a EMIDIO D’ILARIO, Presidente del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano, che cura la presenza e l’allestimento delle vetrine espositive. Parteciperanno come espositori, i soci Giancarlo GUALTIERI di Roma, Fabrizio PECCI e Vittorio PECCI, entrambi di Alatri (FR).
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CAVA DE’ TIRRENI, 5 Settembre -10 Ottobre ’09 – “San Benedetto e i Benedettini nel 1° millennio di fondazione della Badia di Cava de’ Tirreni”
Il socio GIUSEPPE MELONE di Cava de’ Tirreni, in occasione dei festeggiamenti per il primo millenario della Badia della Ss.ma Trinità di Cava con la collaborazione di GIOVANNI CIARROCCHI e ALESSANDRO MARTINI di Firenze, allestirà una prima Mostra di immaginette sacre su San Benedetto e i Benedettini dal 5 settembre al 10 ottobre 2009.
S.E.Card. Crescenzio Sepe in occasione della festa di San Benedetto da Norcia il 21 marzo 2009, con il Pontificale ha dato l'avvio ai festeggiamenti religiosi per il Millennio dell'Abbazia fondata da Sant’Alferio.
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PALAZZOLO (VR), 12-15 Settembre ‘09 - Mostra:“SANTINI DELLA FEDE”
Grazie a Stefano Fasoli e al suo Museo del Santino, in P.za Vittorio Veneto, a Palazzolo (Verona), verrà allestita dal 12 al 15 settembre p.v. la Mostra “Santini della Fede”, mostra proveniente da Madonna di Dossobuono (VR) dopo l’esposizione fino al 23 agosto.
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IL CEREDO, fraz. di SEREGNO - MEDA (MI), 12-20 Settembre ‘09 – Mostra di Santini: “LA MADONNA DI LOURDES”
Nella Parrocchia di San Giovanni Bosco e l’Addolorata a il Ceredo, frazione di Seregno – Meda, in provincia di Milano, dal 12 al 20 settembre prossimo sarà allestita da un collezionista del luogo una Mostra di immaginette sacre sul tema “La Madonna di Lourdes”. Verranno esposti alcuni pannelli con santini che andranno dalle cromolitografie del 1800 fino ai nostri giorni.
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BRIONA (NO), 19-27 settembre 2009 - Mostra: “La religiosità del mondo contadino”
Dal 19 al 27 Settembre 2009 presso l’Asilo Velini - 1° Piano - nel Comune di BRIONA (NO), in occasione della Rassegna Culturale Itinerari d’Arte 09 “A Briona Arte è” sarà allestita una Mostra di Immaginette sacre antiche della devozione popolare intitolata: “La Religiosità del Mondo Contadino”.
Con questa mostra, Lorenzo PERRONE, Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta ed autore del libro “IMMAGINETTE SACRE ANTICHE E MODERNE - Uno strumento per conoscere i Santi e capire la loro iconografia” desidera richiamare, attraverso le immaginette sacre ( comunemente chiamate “santini”) la religiosità del mondo agricolo antico.
Saranno esposte oltre 300 immaginette, tratte dalla collezione personale dell’autore di circa 15.000 pezzi, delle quali, la maggior parte, sono del periodo fine 1800 - inizio 1900, stampate con la tecnica della cromolitografia.
Non mancano poi i “Santini” più vecchi di produzione italiana, francese, tedesca , stampati con la tecnica della siderografia, con i margini merlettati. Inoltre, sarà presentato un pannello con le immaginette dei Santi raffigurati nella Chiesa Parrocchiale e negli “Oratori” presenti nel territorio del Comune di Briona.
Per gli orari: fare riferimento alla Locandina di tutti gli eventi pubblicata dal Comune di Briona o assumere informazioni presso gli Uffici comunali Tel. 0321/82.60.80 - Sito internet: www.comune.briona.no.it –L’ingresso è gratuito. Per contattare Lorenzo PERRONE - autore della Mostra: E-mail: lorenzo.perrone@fastwebnet.it
(Fonte: www.lorenzoperrone.it)
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GROTTAFERRATA (RM), 21-27 Settembre ‘09 – Mostra:“LE IMMAGINETTE SACRE IERI E OGGI”
In occasione del 30° anniversario della fondazione –avvenuta nel febbraio 1979- il Circolo Filatelico “SAN NILO – CASTELLI ROMANI” ha organizzato una Mostra Filatelica e degli “Hobby” ed Esposizione di pittura e scultura “PATHOS”. La manifestazione, che si terrà nei locali dell’Antica Stamperia dell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata dal 21 al 27 settembre 2009, articolata nei vari settori di collezionismo previsti dal nuovo Statuto del Circolo, ha ottenuto un notevole successo ed è stata particolarmente apprezzata per le collezioni filateliche tematiche e filiconiche a tema libero “Le immaginette sacre, ieri e oggi”, presentate dai soci STEFANO IORI e ALVARO TRUCCHI di Grottaferrata. CARMEN RACCA e RENZO MANFE’ di Roma.
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MODUGNO (BA), 24-30 SETTEMBRE 2009 - Mostra: “San Rocco - tra storia e memoria, immagini di un Santo”
Il 24 settembre nella città di Modugno per l'edizione 2009 di "Settembre in Festa" per i festeggiamenti dei santi patroni Rocco e Nicola da Tolentino verrà allestita una esposizione di immaginette sacre. Il tema della Mostra sarà. “San Rocco – tra storia e memoria, immagini di un Santo”, a cura di VINCENZO DI CEGLIE.
La mostra rimarrà aperta ai visitatori fino al 30 settembre.
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BOLOGNA, 1° Ottobre -1° Novembre 2009 - Mostra: “Il tempo delle feste: l’anno liturgico illustrato con le piccole immagini devozionali”
Il 1° ottobre p.v. verrà inaugurata a Bologna nel Museo “Beata Vergine di San Luca” una mostra di immaginette sacre sul tema: “Il tempo delle feste: l’Anno Liturgico illustrato con le piccole immagini devozionali”.
L’allestimento è di SILVIA CORSINI e DUILIO GENNARI con la collaborazione del Centro Studi per la Cultura Popolare di Bologna.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino alla festa di Ognissanti 1° novembre p.v.
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ROMA, Palazzo Venezia (RM), 7 Ottobre 2009 – 10 Gennaio 2010 - Mostra: “Il Potere e la Grazia – I Santi Patroni d’Europa”
E’ in allestimento a Roma, palazzo Venezia, una mostra di dipinti di artisti sul tema “Il Potere e la Grazia – I Santi Patroni d’Europa.
La mostra verrà inaugurata il giorno 7 ottobre p.v. dal Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e dall’On. Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio. Sarà aperta al pubblico dall’8 ottobre al 10 gennaio p.v. e il prezzo del biglietto sarà di 10.00 euro, con orario continuato 10-20, e il venerdì e il sabato fino alle 22.00.
Saranno presenti i Patroni di tutti gli Stati europei attraverso le opere di artisti come van Eyck, Memling, Mantegna, Del Sarto, van Dyck, Tiziano, Veronese, El Greco, Guercino, Caravaggio, Murillo, Tiepolo, provenienti dai maggiori musei europei.
Un appuntamento molto interessante sotto l’aspetto iconografico e culturale per i soci che potranno essere a Roma entro il periodo natalizio.
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IMMAGINETTE SACRE DEL 1500 NELLA COLLEZIONE DI ENNIO BELLOTTI - 2 PARTE LUCA DA LEIDA
di MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI
Esaminiamo insieme altre diapositive della Presentazione in Power Point, relativa alla collezione di immaginette sacre del 1500 del socio Ennio Belotti, realizzata ed illustrata dalla scrivente nella riunione dell’AICIS del 5 maggio 2009 su computer portatile …ora ovviamente rinunciando ai coinvolgenti effetti visivi ed all’accompagnamento musicale computerizzato (Sinfonia n. 9 di Beethoven, cfr. didascalia)!
Ecco apparire due differenti incisioni in calcografia di Lucas van Leyden, italianizzato in Luca da Leida, pseudonimo di Lucas Hugenszoon, vissuto tra il 1494 e il 1533, famoso e brillante artista olandese rinascimentale, abile pittore ed incisore su legno e su rame. Formatosi alla scuola del padre, era già attivo all’età di 14 anni, ispirato da tematiche religiose ma anche mitologiche e della vita di tutti i giorni. In entrambe le opere qui presentate è apprezzabile la complessità, il dettaglio e l’accuratezza conseguibili con la tecnica dell’acquaforte su rame, molto più duttile nei risultati rispetto alla xilografia cinquecentesca.
La prima incisione appartiene ad una serie di immagini di Cristo e i dodici apostoli, ideata e realizzata da Luca nel 1510, quindi all’età di 16 anni, in calcografia a bulino, stampata su carta vergellata (cioè lavorata con la vergella metallica), non filigranata.
L ’originalità della rappresentazione dell’apostolo san Giuda Taddeo, fratello di Giacomo il minore, si impone, suscitando piacevoli sorprese: nella posizione del personaggio, che campeggia in una visuale laterale nello spazio vuoto, in atteggiamento dinamico e deciso, come ad esprimere impegno intenso (chioma scomposta, panneggio pittoricamente agitato); nello strumento che il santo tiene in mano, una grossa squadra ad angolo retto, che suggerisce la sua attività lavorativa ed il suo speciale patronato, quello dei tagliatori di marmo e di legno; nella precisione tipicamente rinascimentale della esecuzione delle parti esposte del corpo umano, piedi nudi, gambe, mani, che ci trasmette un uomo, in età non giovanile, ma uomo del suo tempo, il tempo di Gesù, anche un uomo del ‘500, tempo dell’autore, ed infine un uomo di oggi, attivo ed universale nei profondi sentimenti, a significare forse il suo ulteriore patronato, quello delle persone bisognose di un aiuto speciale, che sono di ogni epoca; infine stupisce ancora nella ampia doppia raggiera di luce, non più un’aureola, ma un riflettore-diffusore sulle doti umane e spirituali del personaggio.
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Secondo fonti canoniche ed apocrife Giuda, come fratello di Giacomo (egli stesso autore di un vangelo apocrifo), sarebbe stato parente stretto di Gesù, forse cugino, ma detto anche “fratello del Signore”. Egli sarebbe anche lo sposo delle nozze di Cana, occasione e teatro del primo miracolo di Gesù.
Nell’ultima cena (Gv. 14, 21-24) egli ebbe un dialogo con Gesù, l’unico riportato dai vangeli, in merito al quale Gesù rispose con l’enfatizzazione dell’amore: “ Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio l’amerà, e verremo a Lui, e faremo una cosa sola”. |
E’ considerato anche l’autore dell’ ultima delle sette lettere cattoliche del Nuovo Testamento, nella quale il santo si scaglia contro i fomentatori di discordie, spinti, a suo dire, da appetiti, interessi e superbia.
Nel VI secolo la memoria di san Giuda Taddeo fu posta al 28 ottobre, insieme a quella di Simone, suo compagno di evangelizzazioni e di patronati. Di lui Luca da Leida ci comunica con la sua arte una forte e affascinante figura che non si dimentica facilmente.
Ritorniamo all’artista, che nel 1521 conobbe ad Anversa il famosissimo Albrecht Dürer, anch’egli pittore ed incisore (le due capacità generalmente non appartenevano allo stesso artefice).
L’incontro fu molto proficuo per entrambi.
Nella seconda diapositiva riportata, con il drammatico episodio nell’orto dei Getsemani, opera realizzata da Luca appunto in quel periodo, si avverte spiccatamente l’influenza del Dürer, in particolare nello stile, forse più maturo, della complessa rappresentazione, resa attraverso la profonda intensità chiaroscurale ed il dettaglio dei vari piani prospettici della scena, che si evidenzia diversissima dalla precedente sopra riportata.
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Per alcune altre considerazioni sull’immagine sacra si può fare riferimento alla didascalia, inserita nella stessa diapositiva, come pure all’articolo “Tesori nelle mostre virtuali”, pubblicato nel Notiziario dell’AICIS N. 290 di luglio-agosto 2008.
Accanto all’immaginetta è posta in evidenza, in basso a destra, la firma dell’autore, che usava apporre come una L maiuscola, riconoscibile in entrambe le diapositive, con accanto la data, a garanzia di autenticità, anche per il collezionista. |
(continua)
MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI
CERCO E SCAMBIO - LA POSTA
BRUNO LA MARRA – e-mail: brulama@libero.it
Ho molti santini della serie S.ARS e ARS della Ed.G.Mi, a numero uguale corrisponde soggetto uguale, le due serie si distinguono tra loro perché le immaginette della serie S. ARS hanno una banda fascia bianca nella parte inferiore e su du essa è riportato il numero e la casa editrice. Chi può dirmi a quale numero arrivano le due serie? Della prima ho diversi esemplari ed arrivo al n. 173; della seconda ho molti esemplari ed arrivo al n. 344. Sarei grato a chi potrà darmi una risposta.
SEROLDI TULLIO
Chiedo l’aiuto culturale di tutti gli associati per poter identificare questo santo, raffigurato nel riquadro qui a fianco. Grazie.
PRAMPOLINI BRUNO
Delle regioni Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria sono alla ricerca di Madonne, Santi/e, Patroni (non Beati, Venerabili, né Servi di Dio).
Scrivetemi per scambio del materiale. Grazie.
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SANTINI E CHIUDILETTERA
C'è chi nella propria collezione di santini inserisce di tutto, anche tutto ciò che assomiglia a un santino, ma che tuttavia non è un santino. Non starò a parlare per l'ennesima volta di ciò che si intende propriamente per santino, ma mi sembra opportuno, come ho già fatto in altre occasioni, parlare di ciò che NON rientra fra i santini tout court e quindi non collezionabile come tale. E' il caso dei cosiddetti chiudilettera riproducenti un'immagine religiosa.
I chiudilettera, per chi non lo sapesse, sono molto simili a dei "francobolli" di carta gommata, ma non sono dei francobolli. Molto diffusi a partire dai primi del Novecento, venivano utilizzati appunto per chiudere le buste da lettera, al fine di garantirne l'integrità. Hanno dei collezionisti appassionati e il ramo di collezionismo cui appartengono è definito "erinnofilia". Nulla a che vedere con il collezionismo dei santini, o filiconia.
Nella foto, chiudilettera che raffigurano immagini della Madonna e della vita di Gesù.
(Fonte: http://collezionaresantini.blogspot.com)
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NOTIZIE DAL MONDO
SAN VINCENZO FERRER... DOTTORE DELLA CHIESA?
A quasi 600 anni dalla morte (5 aprile 1419) si accresce la partecipazione alla proposta di dare il titolo di “Dottore della Chiesa” anche a San Vincenzo Ferrer.
La stessa era partita dalla Lettera del Maestro dell’Ordine a tutta la famiglia domenicana per il 550° della canonizzazione del santo, canonizzato il 29 giugno 1455 e sepolto nella cattedrale di Vannes, in Bretagna (Francia), e continua ancora oggi ad avere molte pressioni in tal senso. La proposta vuole "indicare San Vincenzo Ferrer come eminente maestro della fede per i fedeli di tutti i tempi", come ha affermato all'inizio del processo il presidente dei Cavalieri Giurati di San Vincenzo Ferrer, Ignacio Carrau.
R.MANFE’
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25 GIUGNO - SAN GIACOMO APOSTOLO PROTETTORE DEI PENITENTI DI CATANIA
Sabato 25, si celebra in tutte le chiese di Catania la festa liturgica di san Giacomo apostolo detto il Maggiore, fratello più anziano di Giovanni apostolo ed evangelista; tutti e due sono denominati “figli del tuono”. Nelle Chiese di rito copto e bizantino si celebra in una data più vicina alla Pasqua, ricorrenza nella quale fu il primo a versare il sangue per essere stato decapitato da Erode Agrippa nel 44, secondo il racconto degli Atti degli Apostoli (il 12 o 30 aprile). Dai secoli IV-V invece si celebrava insieme alla festa di s. Giovanni, nei giorni successivi alla Natività. Giacomo, figlio di Zebedeo e di Salome, è stato uno dei tre discepoli privilegiati di Gesù, perché testimone della subitanea guarigione della suocera di Pietro, della risurrezione della figlia di Giairo, della trasfigurazione di Gesù e dell’agonia nel Getsemani.
Le fonti tardive, dopo il sec. VII (in Isidoro di Siviglia), circa una pretesa evangelizzazione in Spagna, non sono confermate dalla scoperta delle sue reliquie nel sec. IX, da parte del vescovo Teodomiro da Iria, in un sepolcro dei tempi romani (in Galizia). Dal sec. IX il culto dell’apostolo protomartire servì a farne il protettore della fede e della libertà contro i mori e di Compostela uno dei maggiori centri di pellegrinaggio nel Medioevo.
Dante nel Paradiso lo chiama “il Barone/per cui, laggiù, si visita Galizia” e per invito di Beatrice viene esaminato sulla virtù della speranza.
Dal 1930 è sconsacrata la chiesa confraternale di San Giacomo o della Madonna della Misericordia, che funge da oratorio della limitrofa parrocchiale S. Maria dell’Aiuto. Il tempio jacobeo di Catania, in via Consolato della Seta, fu riedificato 4 anni dopo il terremoto del 1693 per iniziativa della Società di S. Giacomo, governatore Vincenzo d’Oro e consiglieri Mario Campochiaro e Giuseppe Grasso. Nel 1468, era una “domus disciplinae”, una chiesa di disciplinati, di penitenti che espiavano i loro peccati percuotendosi con la disciplina, ossia il flagello, in memoria della Passione di Cristo.
In sintonia con il Concilio di Trento, nel 1574 venne riscritto lo statuto della confraternita, i cui confrati, impegnati nel sociale, assistevano i poveri, gli ammalati, le vedove, gli orfani, i trovatelli. Qualche anno fa gli scout catanesi hanno compiuto un pellegrinaggio a Santiago percorrendo a piedi 155 km del “Camino Francés”.
Nella chiesa si conservavano, tra gli altri, una tavola cinquecentesca raffigurante l’apostolo, opera del pittore greco Bernardino Niger e un simulacro processionale di s. Giacomo, nonché la pala d’altare della Madonna della Misericordia. Nell’adiacente Santa Casa di Loreto è custodito un dipinto della chiesa di S. Giacomo che tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento riprende un’iconografia bizantina diffusa nel XII secolo e raffigura il Cristo in croce con paramenti regali (SS. Crocifisso di Lucca).
L’orafo catanese Vincenzo Archifel, l’artefice principale dello scrigno delle reliquie di S. Agata, costruì per Caltagirone la statua, in legno e stucco dorato, di s. Giacomo.
ANTONINO BLANDINI
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SANTINI OFFERTI DAI SOCI
26 LUGLIO - BEATA CAMILLA GENTILI DI ROVELLONE
Don DAMIANO MARCO GRENCI ha inviato l' immaginetta della beata Camilla Gentili - da lui stesso fatta stampare a propria devozione - per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Camilla Gentili nasce nella seconda metà del XV sec., da Luca Gentili dei signori di Rovellone e da Brandina della nobile famiglia dei Grassi. Per volere dei genitori si sposa con il nobile Battista Santucci, uomo violento, rissoso e vendicativo. Incolpato dell’assassinio di Pierozzo Grassi nel 1482, Battista ebbe salva la vita grazie all’intervento personale e alle preghiere di Camilla. Nonostante ciò il suo odio verso i Grassi non si placa, anzi proibisce alla moglie di avere contatti con la madre Brandina. Accortosi che il divieto non viene rispettato, il 26 luglio 1486 Battista invita Camilla all’Uvaiolo, dove possiede un podere; qui, con un pugnale, colpisce la moglie alla gola e poi al seno, mentre lei innalza al Signore la sua preghiera di perdono e di amore.
La salma di Camilla è tumulata nella Chiesa di San Domenico.
Il 15 gennaio 1841 Camilla Gentili viene proclamata Beata da Papa Gregorio XVI.
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SANT'ALFONSA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE, PRIMA SANTA DELL'INDIA
CARLUCCIO FRISON di Massa Finalese ha inviato un'immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e il seguente articolo:
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E’ trascorso quasi un anno da quando (era il 12 ottobre 2008) papa Benedetto XVI ha presieduto in P.za San Pietro alla cerimonia di canonizzazione della Beata Alfonsa dell’Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu), suora della Congregazione delle Francescane Clarisse, originaria del Kerala, che è così divenuta la prima santa indiana.
La notizia, venne accolta con grande gioia non solo dalla comunità cattolica del Kerala, una comunità molto vivace e dinamica dell’India del Sud, ma anche in un’altra più piccola e più vicina comunità, in Italia. E’ la comunità di Finale Emilia (Modena), dove da alcuni anni sono attive, molto stimate per la loro religiosità e per il loro indefesso aiuto alla vita parrocchiale, alcune consorelle indiane della nuova santa. Anche per questo alcuni fedeli finalesi hanno voluto celebrare l’evento con la diffusione di questa nuova immaginetta di St. Alphonsa in italiano, che viene ora distribuita a tutti soci.
Suor Alfonsa nacque a Kudamaloor in diocesi di Changanacherry (Kerala-India) il 19 agosto 1910 dall’antica e nobile famiglia dei Muttathupadathu e fu battezzata con il nome di Anna, secondo il rito siro-malabarese. Rimasta orfana in tenera età, venne educata da una zia materna e dalla nonna. Si sentì attratta dalla vita religiosa e a 17 anni, nel 1927, entrò nel monastero delle clarisse. Il 2 agosto 1928 prese il nome di Alfonsa dell’Immacolata Concezione in onore di Sant’Alfonso, la cui festa ricorreva quello stesso giorno. Nel 1936 emise i voti perpetui. Le venne affidato l’incarico di insegnare, ma dovette lasciarlo presto per motivi di salute. Soffrì in silenzio, offrendo al Signore le malattie che nel 1945 esplosero in modo violento e inarrestabile, portandola a morte a soli 36 anni, il 28 luglio 1946. Lasciò il ricordo di una suora piena di amore e di santità. Nella sua sofferenza diceva: “Io sento che il Signore mi ha destinata ad essere un’oblazione, un sacrificio di sofferenza… Il giorno in cui non ho sofferto è un giorno perduto per me”.
I pellegrini che, da ogni parte dell’India, ogni anno si recano sulla sua tomba per pregare e chiedere grazie sono migliaia, e non sono solo fedeli cattolici ma anche musulmani e induisti, attratti dalla purezza della sua giovane vita tanto sofferta (solo 36 anni); e molti sono stati coloro che hanno ricevuto doni materiali e spirituali. Suor Alfonsa è stata beatificata l’8.2.1986 da Giovanni Paolo II, durante la sua visita apostolica in India. La sua memoria si celebra il 28 luglio. Il 12 ottobre 2008 è diventata la prima Santa dell’India. Oggi la religiosa – come riporta una nota dell’Agenzia Fides del giugno 2007 - è un punto di riferimento per la vita consacrata in India: il suo esempio di donna ricolma di una fede incrollabile, umile, forte, dedita alla preghiera, viene spesso riportato accanto a quello di Madre Teresa di Calcutta. Suor Alfonsa è considerata un esempio concreto, e visibile a tutti, di come la fede cattolica abbia messo radici in India e sia parte integrante del patrimonio religioso di quella nazione".
Carluccio Frison
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CAPIZZI (ME) FESTA E CULTO ALL'APOSTOLO SAN GIACOMO IL MAGGIORE
Il socio FRANCESCO SARRA MINICHELLO di Capizzi ci ha inviato un'immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e le seguenti notizie:
"Capizzi, una tranquilla cittadina medioevale, dall’affascinante aspetto urbanistico, abbarbicata tra le cime dei monti Nebrodi. Nel mese di Luglio, nei giorni dal 16 al 26, la cittadinanza festeggia il proprio patrono, San Giacomo Apostolo. È una delle feste più spettacolari della Sicilia.
Il Santuario di San Giacomo di Capizzi è la chiesa iacopea più antica dell’Isola. Il culto risale al tempo dei Normanni che edificarono una piccola chiesa ai margini del folto bosco della città. Ebbe un notevole incremento nel 1282 con l’arrivo degli aragonesi, i quali diffusero il culto verso il santo. Nel 1427 divenne celebre Santuario, quando il cavaliere Aragonese Sancio De Heredia vi depositò alcune sacre Reliquie tra le quali, la giuntura di un dito di San Giacomo Apostolo. Capizzi, infatti, possiede la Reliquia di San Giacomo più antica della Sicilia. La festa, che inizia il 16 luglio con la novena, sembra rispecchiare sia il carattere dell’Apostolo, tanto impetuoso da essere chiamato da Gesù “Figlio del tuono”, sia l’irruenza degli stessi capitini che in secoli di culto per l’amato e temuto Santo sembrano quasi averne imitato i tratti caratteriali. All’alba del 25 luglio vi è l’antica tradizione di percorrere a piedi scalzi il lungo tragitto che il simulacro del Santo il giorno 26, sorretto a spalle dai suoi devoti, compie per le strade della città toccando tutti gli edifici di culto esistenti e non. Per tutto il percorso, i devoti pregano pronunciando formule tradizionali, Il Santo Rosario e cantando.
Il 26 luglio è il giorno più atteso del ciclo festivo e più ricco di azioni devote e di storia. Verso le ore sedici il Santo viene trasferito, con suono di campane e applausi, dal fercolo, detto “vara”, in oro zecchino dell’altare principale, alla “vara” massiccia neoclassica, indiscussa protagonista assieme al Santo della processione dei “Miracoli”. Verso le 18.30 ha inizio la processione che è accolta dal lancio di carte multicolori, applausi, assordanti fuochi d’artificio, dal popolo festante che inneggia al Patrono e dalla banda musicale che intona il famoso inno “La leggenda del Piave”. La ‘vara’, portata a spalla dai devoti, con andamento impetuoso, compie il suo percorso per le tortuose e strette strade di Capizzi, accompagnata dal popolo festante. Tutto questo fino ad arrivare in Piazza Miracoli dove i portatori si lanciano con impeto e con tutto il peso della ‘vara’ contro un muro di una casa, ripetutamente, fino a far cedere il muro stesso e creare un grande buco. Queste percosse con la ‘vara’ del Santo contro il muro, sono chiamate “Miracoli”. Non si conosce l’origine del rito, ma si è certi che tale tradizione è antichissima e rappresenta l’abbattimento del paganesimo.
S.Giacomo, quindi, dopo aver compiuto i suoi “Miracoli”, e aver assicurato una buona annata alla sua gente, lascia la Piazza e continua il suo giro per la città. Un fragoroso sparo di fuochi d’artificio segnala il rientro della ‘vara’ nel Santuario e chiude la sempre affascinante festa di San Giacomo. “Viva Ddiu e San Japucu!!!”
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SAN ROCCO PATRONO DI CISTERNA (LT)
Il socio MAURIZIO PROSPERI di Cisterna di Latina ha trasmesso un congruo quantitativo di immaginette del reliquiario di San Rocco per la campagna “Un santino per ogni socio” e le seguenti notizie:
"San Rocco, nato a Montpellier (Francia) nel XIV secolo, che acquistò fama di santità con il suo pio peregrinare per l’Italia curando gli appestati (Martirologio Romano), è il patrono principale di Cisterna, che ha come compatroni S.Maria Assunta e il Ss.mo Salvatore. Il Santino offerto da Prosperi reca sul retro una bella preghiera dell’attuale parroco Don GIANCARLO MASCI. Il reliquiario, in argento e oro, contiene parte di un dito di San Rocco, conservato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, da dove fu tratto in salvo durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Esso viene esposto alla venerazione dei fedeli sull’altare maggiore della Chiesa parrocchiale nei giorni 15 e 16 agosto e la domenica successiva al 16, a completamento dell’’Ottavario’.
Il reliquiario è portato solennemente per le vie del centro della città nella solenne processione annuale di San Rocco che si tiene tradizionalmente la sera del 15 agosto. Il sacro corteo attraversa tutte le vie principali del centro cittadino con la partecipazione della locale "Confraternita di San Rocco" i cui membri sfilano indossando l'abito confraternale composto da "sacco" bianco e mozzetta rossa, e provvedono al trasporto a spalla delle statue patronali di San Rocco, della Madonna, dell'icona del Cristo e del reliquiario del Santo".
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ORTA DI ATELLA - MARIA SS.MA DEGLI ANGELI
Padre MICHELE GIULIANO di Marigliano ha inviato immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
L’immaginetta rappresenta l’affresco del dodicesimo secolo che si trova nel chi ostro del Santuario Diocesano ‘San Salvatore da Horta” in Orta di Atella in provincia di Caserta.
La Vergine è seduta in trono ed ha sul ginocchio sinistro, in piedi, il Bambino Gesù, mentre intorno fanno corona otto angeli.Sul retro dell’immaginetta è riportata la bella preghiera di san Francesco d’Assisi alla Vergine Maria.
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LA VERGINE MARIA E SANTA ELISABETTA
I soci MAURIZIA LIONELLO E PAOLO LIONELLO di Asti hanno fatto pervenire un'immaginetta per la campagna “Un santino per ogni socio”.
L’immaginetta, stampata per la Giornata del malato 2009, raffigura il momento dell’incontro di Maria con l’anziana cugina Elisabetta, tratto da un particolare di una scena del Battistero della Cattedrale di Padova, affrescato da Giusto de’ Menabuoi. La decorazione di pareti e cupola fu affidata al pittore di corte,Giusto de'Menabuoi, artista toscano ma formatosi in Lombardia dove era entrato in contatto con la pittura di Giotto, conoscenza che approfondì una volta giunto a Padova attraverso lo studio del ciclo giottesco alla Cappella degli Scrovegni. Nel ciclo pittorico, realizzato tra il 1375 ed il 1378, Giusto racconta con tocco elegante e raffinato la storia cristiana traendo episodi dall'Antico e dal Nuovo Testamento ed illustrandoli con vivacità e concretezza narrativa.
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11 LUGLIO SAN BENEDETTO, PATRONO D'EUROPA
Padre MICHELE GIULIANO di Marigliano ha inviato un'ummaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” che rappresenta nell’icona San Benedetto, abate, Patrono di Europa, Monaci, Speleologi, Architetti, Ingegneri ed è stata stampata per ricordare il 24 maggio 2009 la visita pastorale del Sommo Pontefice Benedetto XVI all’Abbazia di Montecassino (Frosinone). E’ un gradito ricordo che ci invia Padre Michele.
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VENERABILE SUOR TECLA MERLO
Il socio STEFANO IORI di Grottaferrata ha inviato per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”, un'immaginetta della venerabile Suor Tecla Merlo.
La cofondatrice della Pia Società delle Figlie di S. Paolo, nacque a Castagnito d’Alba (Cuneo) il 20 febbraio 1894. Ad Alba, il sacerdote Giacomo Alberione, aveva fondato nel 1914 la sua Congregazione per l’apostolato della buona stampa, prevedendo la collaborazione di un ramo femminile e il 27 giugno 1915, Teresa Merlo si aggregò al piccolo gruppo di “figlie” radunato ad Alba. Dopo l’approvazione diocesana del 15 marzo 1929, la vita di madre Tecla si fonde con la storia della Famiglia Paolina. Collaborò alla fondazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, delle Suore di Gesù Buon Pastore, delle Apostoline; visitò più volte le case del suo Istituto, che si diffondeva in tutto il mondo, spostò la Casa Generalizia a Roma, fondando per le suore ammalate una clinica ad Albano nella provincia romana, trasformatosi col tempo nell’attuale ospedale “Regina Apostolorum”, aperto a tutti i religiosi e religiose, sito sempre ad Albano Laziale. Morì il 5 febbraio 1964. E' stata proclamata Venerabile da Giovanni Paolo II il 22 Gennaio 1991.
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SAN BARBATO PATRONO DI CICCIANO
Il socio Don ANIELLO VERDICCIO di Nola ha inviato un'immaginetta di san Barbato per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Cicciano, 19 Febbraio 1715 - Il popolo di Cicciano da sempre ha invocato come proprio protettore San Barbato Arcivescovo di Benevento (nato nel 602 e morto a Benevento nel 682). Il culto si fece sempre più fervente tanto che San Barbato era invocato come protettore dell’intera popolazione di Cicciano. Gli eletti del Popolo dell’università di Cicciano Giuseppe Passariello e Nicola Foresta unitamente al Governatore Francesco Canantio ed insieme ad altri ciccianesi decidono di redigere formale atto con cui eleggere San Barbato Protettore di Cicciano. Tale decisione viene presa in quanto “il R.D. Giovanni de Nardo, nostro concittadino, per sua special devozione abbia eretta e fondata una chiesa ed ultimandola procurata bellissima statua in onore e gloria dell’Iddio e del glorioso S. Barbato, chiamandolo in protettore della Casata, e famiglia de NARDO, CAPOLONGO e SANTORIELLO. Ed essendosi il medesimo Santo Barbato degnato in più e diverse volte, ed occasioni operare, e dimostrare a pro di dette Famiglie, e di altri cittadini di detta Terra di Cicciano, molte grazie, e favori, con dimostrarsi mirabilmente sempre propizio nelle loro necessità, e per la comune devozione, che tutti di detta medesima Terra si è destato verso il medesimo Santo, con tenerlo nel cuore per lo PROTETTORE. E considerando anco noi dall’altra parte, che la protezione dei Santi Tutelari difende e custodisce da ogni contingenza maligna, così spirituale, come temporale… abbiamo determinato eliggere per pubblico atto il predominato SANTO BARBATO per NOSTRO PROTETTORE, affinché continuandosi dal SANTO la sua efficace intercessione… ci mantenghi libera questa Terra da qualsivoglia pericolo imminente, e da castighi, che possa mai la Divina Giustizia sdegnata de nostri peccati fulminare contro di noi”.
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CAORLE (VE) II DOMENICA DI LUGLIO - MADONNA DELL'ANGELO
Il socio MARIO TASCA di Follina ha trasmesso un'immaginetta della madonna dell'Angelo e il seguente articolo:
"Il Santuario della Madonna dell’Angelo, la più antica chiesa di Caorle, eretta forse dai profughi Concordiesi, grazie ai restauri degli anni ’90 è tornato al suo originario splendore; attraverso i suoi affreschi e le opere marmoree, svela a poco a poco la propria storia che coincide con quella del borgo marinaro, legato alle sue tradizioni, alle sue leggende, alle sue origini.
Una minuscola crocetta marmorea bianca su sfondo pure esso di marmo rosso di Verona, a mo’ di tacca sulla facciata esterna, indica un fatto che stupisce ed impressiona colui che ne varca la soglia. Un fatto miracoloso descritto nell’epigramma che dice:” Nella spaventosa inondazione marina del 31-XII-1727 l’acqua era salita fino a questa crocetta senza che una sola goccia penetrasse nel Santuario.”
E non è questo l’unico fatto straordinario che la chiesetta della Madonna di Caorle cela: l’origine della sua dedizione alla Vergine dell’Angelo è, se possibile, ancora più miracolosa!
Narra infatti la leggenda che un giorno alcuni pescatori scorsero galleggiare sulle onde del mare un simulacro ligneo, sorretto da un basamento di marmo. I pescatori lo trassero a riva decidendo di collocarlo nel Santuario prospiciente il mare di Caorle, che allora era dedicato all’Arcangelo Michele, ma non ci riuscirono, tale era il peso del basamento. Un bambino, da solo, riuscì nell’intento, simboleggiando così la purezza del cuore e delle mani innocenti che, agli occhi della Vergine, sono benedetti.
Le origini di questa leggenda affondano nella notte dei tempi, ma senz’altro esiste una correlazione con il periodo dell’iconoclastia decretato nel VIII secolo dall’imperatore di Bisanzio Leone III Issaurico; e Caorle, come Venezia, in quell’epoca era sotto l’influenza dell’impero d’Oriente.
Le origini storiche del Santuario risalgono invece a qualche secolo addietro, ossia all’epoca delle invasioni barbariche che spinsero le genti delle ricche ma ormai decadenti Opitergium e Julia Concordia a mettersi in salvo sulle isole della vicina laguna Caprulae, tra gli estuari dei “Fluminae Liquentie e Reatinum”, alla pari degli Altinati che ripararono a Torcello, Malamocco e successivamente a Rivolto.
Con l’apporto soprattutto dei fedeli Concordiesi, fu edificato un santuario, probabilmente più ampio dell’attuale, forse a tre navate, dedicato all’Arcangelo Michele.
Nei secoli seguenti la chiesa originaria fu più volte danneggiata e, a quanto pare, distrutta dai flutti del mare. Solo nel XIII secolo il vescovo di Caorle Francesco Trevisan Suarez impegnò risorse ingenti per una definitiva ristrutturazione della chiesa che ospita nella navata centrale, ai piedi del presbiterio, il suo sepolcro.
Un altro fatto storico è datato 31 gennaio 1923. In quell’anno, una notte, sconosciuti ladri penetrarono nel santuario per derubare il simulacro della Vergine dagli ori e tessuti preziosi, accumulati grazie alla pietà e devozione dei pescatori Caorlotti. Nel corso dell’azione blasfema, forse inavvertitamente una candela cadde e appiccò il fuoco alla statua che fu distrutta dalle fiamme. I Caorlotti affranti dalle grave perdita, fecero scolpire dagli intagliatori Gardenesi una nuova statua della Vergine dell’Angelo che fu benedetta il 19 luglio di quello stesso anno nella Basilica della Madonna della Sal ute in Venezia; da qui venne poi trasportata a Caorle per mare sopra una nave da guerra della Regia Marina, avvolta in una rete, a simboleggiare l’antico ritrovamento da parte dei pescatori Caorlotti mille e duecento anni prima. Il giorno dopo, lo stesso cardinale La Fontane la incoronò solennemente in cattedrale tra la commozione di tutto il popolo. Nasce così la famosa processione per mare che in un primo tempo si svolgeva ogni 25 anni, mentre, dal 1965, si è deciso di ripeterla ogni cinque anni. Ben due papi ne hanno celebrato in passato le vestigia: il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, poi papa Giovanni XXIII, nel 1945 ed il cardinale Albino Luciani, poi papa Giovanni Paolo I, nel 1975. Ogni anno invece si svolge la festa della Madonna dell’Angelo con doppia processione dal Santuario alla Cattedrale, fin dai tempi del voto del 1741 da parte del vescovo Trevisan Suarez che chiedeva alla Vergine intercessione a difesa dei diritti di pesca nelle acque della laguna.
In un primo tempo la data stabilita fu l’8 settembre, ma nel 1864 venne spostata alla seconda domenica di luglio; suggestivo l’incendio del campanile che saluta il ritorno del simulacro della Vergine al piccolo Santuario che domina l’insenatura marina.
Oggi il simulacro della Madonna dell’Angelo è meta di pellegrinaggio e di venerazione da parte di tanti fedeli che giungono anche da lontano per invocare una grazia, come indicano le decine di ex-voto, o formulare semplicemente una preghiera come fanno i pescatori di Caorle, che da secoli considerano la Madonna dell’Angelo madre protettrice, con immutata devozione"
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4 AGOSTO 1859-2009 - 150 ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL SANTO CURATO D'ARS
Padre MICHELE GIULIANO di Marigliano ha inviato un'immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
In occasione del 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars, il Papa ha indetto il 19 giugno u.s. uno speciale Anno Sacerdotale con tema: «Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote». Nel Comunicato di indizione dell’evento, la santa Sede ha annunciato che durante questo Anno Giubilare Benedetto XVI proclamerà San Giovanni M. Vianney «Patrono di tutti i sacerdoti del mondo». Padre Michele, per sottolineare questo importante avvenimento, ha fatto stampare l’unito santino con sul retro l’Atto d’Amore del Santo Curato d’Ars”.
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TIGGIANO (LE) FESTA DI SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO
Il socio Ippazio Mastria di Tricas ha inviatoper l’iniziativa “Un santino per ogni socio”, un'immaginetta delle Edizioni “Serafino Arti Grafiche che riporta sulla parte anteriore il simulacro della Vergine Maria Assunta in Cielo, trasportata dagli angeli. Sul retro vediamo la dicitura “Confraternita di Maria SS.Assunta in Cielo – Tiggiano – e una bella Orazione alla Vergine Maria in poesia (4 strofe). Il socio Ippazio Mastria ha trasmesso il santino per la festa del 15 agosto, giorno in cui ricorre la Pasqua della Madonna, assunta in Cielo in anima e corpo.
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SANTINI AL BROMOCROMO AL BROMURO
di Biagio Gamba
Il periodo storico fra le due grandi guerre fu caratterizzato da una crisi economica che ovviamente fece sentire i propri effetti anche sulla produzione dei santini.
Una delle tecniche più utilizzate in questo periodo fu appunto quella detta "monocromo al bromuro." Monocromo, in quanto caratterizzata da un solo colore, scuro, molto simile ai negativi delle fotografie; mentre "al bromuro" sta ad indicare appunto una particolare tecnica di stampa, inventata verso la fine del secolo XIX, utilizzata per lo sviluppo delle fotografie, che prevede l'impiego di gelatina al bromuro d'argento. La produzione, per gli evidenti costi ridotti, interessò tutte le case editrici degli anni '30, fra le quali Ar, FB, EB ed Egim. I santini prodotti con questa tecnica, popolari, non sono molto ricercati dai moderni collezionisti. […].Nella foto, santino monocromo al bromuro, bordi dorati tratteggiati, primi anni '30, prodotto da AR e distribuito dalla tipografia Canziani di Roma, cm 5,8 x 9,8, raffigurante l'ultima cena. (Fonte: http://collezionaresantini.blogspot.com)
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LE POSTE ITALIANE CELEBRANO SAN GIOVANNI LEONARDI
“Un piccolo francobollo: una grande cultura”. Così ha esordito Padre FANCESCO PETRILLO (foto a fianco: Padre Petrillo con Benedetto XVI) Padre Generale dell’Ordine della Madre di Dio, il 23 giugno u.s., nella prolusione per la cerimonia ufficiale di presentazione del francobollo commemorativo nel IV centenario della morte di San Giovanni Leonardi (1609-2009). Comincia così il singolare viaggio per il mondo di un piccolo rettangolo di colore, al quale è affidato un volto e una memoria quella del santo fondatore dell’Ordine della Madre di Dio e Patrono dei Farmacisti.
E’ proprio questa iconografia che è stata scelta dalle Poste Italiane: il Santo in una spezieria tra gli alambicchi e i vasi delle erbe.
Completano il francobollo la legenda “SAN GiOVANNI LEONARDI 1541-1609”, la scritta “ITALIA” e il valore “0,60”. L’autrice del bozzetto è Rita Fantini ed è stato prodotto dall’Officina Carte Valori dell’istituto Poligrafico e Zecca della Stato in rotocalco.
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CIRCOLARI PRECEDENTI