Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2011 è di euro 30,00 per le persone fisiche e di euro 37,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

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AGGIORNAMENTI

 

 

ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 12-22 settembre 2011 – XXI edizione della Mostra di santini a Roseto. “La storia del santino attraverso le immaginette devozionali di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale e dei lavoratori” 


A Roseto degli Abruzzi (Teramo), dal 12 al 22 settembre è tornata in esposizione la Mostra di immaginette sul tema “La storia del santino attraverso le immaginette devozionali di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale e dei lavoratori”, nella Villa Comunale, in Via Nazionale 250, al centro della città.

La mostra 2011 in argomento, già presentata sempre a Roseto, dal 25 giugno al 31 luglio u.s., è frutto dell’idea, preparazione e realizzazione del Segretario AICIS, GIANCARLO GUALTIERI.

E Giancarlo presenta le immaginette in esposizione facendo la storia dei “santini” attraverso l’iconografia di S. Giuseppe ed abbracciando un arco di tempo che va dal XVI al XX secolo.
La prima parte della mostra riguarda la storia delle principali tecniche di stampa, quali la xilografia, la calcografia, la litografia; quindi, le varie tipologie di santini. 

La seconda parte dell'esposizione contempla i momenti più salienti della vita di S. Giuseppe raffigurati nei santini: 

-“Padre putativo” di Nostro Signore Gesù Cristo; 
-il “Natale”
-l’“Adorazione dei pastori” e l’“Adorazione dei Magi”; 
-la “Sacra Famiglia”; 
-i “Sette dolori ed allegrezze”; 
-“Patrono della Chiesa Cattolica”; 
-“Patrono dei lavoratori”;
-“Patrono degli emigranti; 
-“Patrono della buona morte”; 
-S. Giuseppe nei cosiddetti “santini-luttini”; 
-S. Giuseppe nelle ricevute delle “Confraternite”; 
-S. Giuseppe nei “santini-curiosità”.


La ripresentazione della mostra permette anche alle scolaresche di visitare questa XXI edizione della Mostra di Santini nella Città di Roseto.

 

 

ALFONSINE (RA), 7 - 11 settembre 2011 – Mostra di immaginette sacre
“MARIA, MADRE DI DIO, SPERANZA NOSTRA”

Nell’ambito di una mostra filatelica a soggetto religioso (“Viaggi di Giovanni Paolo II”) di Alberto Vistoli e Lino Venturi, e in occasione della festa della Natività di Maria, patrona di Alfonsine( Ravenna), il giorno 7 settembre verrà inaugurata nella locale Chiesa Parrocchiale una mostra di immaginette devozionali sulla tematica: “Maria Madre di Dio, speranza nostra” a cura del nostro socio FILIPPO BRICCOLI di Ravenna.
L’esposizione, composta di 6 riquadri titolati, comprendono immaginette religiose del periodo che va dal sec XVIII all’inizio del XX. I titoli sono: 1-Ecco la serva del Signore; 2-Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; 3-Maria Madre di Dio; 4-Tota pulchra es Maria; 5-Santini a sorpresa o tesoretti. 6-Fiori di terrasanta; 5-Santini a sorpresa o Tesoretti; 6-Fiori di Terra Santa.

L’esposizione di santini, a ingresso libero, chiuderà i battenti ad Alfonsine domenica a sera 11 settembre 2011


 

COMUNICATO AICIS DEL 2 SETTEMBRE 2011, ORE 10,30

ROMA - LA RIUNIONE MENSILE AICIS DEL 6 SETTEMBRE RINVIATA AL 13 SETTEMBRE.


    Uno sciopero nazionale di 8 ore del trasporto pubblico e' in programma per martedì 6 settembre. 

    La protesta, indetta dalla Filt Cgil Roma Lazio e da Usb Lavoro Privato-Comparto Trasporti, coinvolgerà i lavoratori Atac, Roma Servizi per la Mobilità e Roma Tpl. Dalle 9 alle 17 a rischio bus, tram, metro, ferrovie urbane Roma Lido, Termini Giardinetti e Roma Civita-Castellana Viterbo, le linee periferiche gestite da Roma Tpl.    

    Sono stati annunciati due cortei nel centro di Roma.

    Pertanto, a seguito delle richieste di alcuni tesserati AICIS di Roma, tenuto conto anche dei cortei previsti nel Centro della città, e considerato che la Saletta Parrocchiale a Piazza Campitelli ci è stata gentilmente confermata anche per il 13 settembre, il Consiglio Direttivo ha deciso il rinvio della riunione sociale di questo mese dal 6 al 13 settembre, sempre alle ore 15.30.

 

                                                          RENZO MANFE’

                                                          Vice Presidente

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

ROMA - PADRE LUCIO MIGLIACCIO, O.M.D.,
ASSISTENTE ECCLESIASTICO DELL’A.I.C.I.S.,
CI HA LASCIATO IL 14 AGOSTO

Il 14 agosto, Padre Lucio ci ha lasciato per andare nella casa del Padre.
Si è spenta una piccola fiammella, sulla terra, per diventare parte della luce eterna.
    
La morte di Padre Lucio dona a tutti noi il dolore umano per la perdita di una persona cara, di famiglia, mentre ci apre alla speranza della vita eterna per colui che si è fatto strumento e servo della grande corrente di grazia quale è l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio di cui è stato anche Rettore Generale per due mandati consecutivi.

Nel 1983 ha collaborato con il nostro fondatore Comm.GENNARO ANGIOLINO, di venerata memoria, perché prendesse vita l’AICIS. E la nostra Associazione è sorta anche grazie a Padre Migliaccio, nella Sala Baldini a Piazza Campitelli, a pochi metri dalle spoglie del grande Santo “Fondatore di Propaganda Fide” San Giovanni Leonardi.
Per questo ci sentiamo in obbligo di intercedere per il suffragio di Padre Lucio, ma anche di benedire il Signore per il dono di lui.

Padre Lucio ha celebrato a Piazza Campitelli 70 anni di ordinazione sacerdotale lo scorso 12 luglio. Durante la Celebrazione eucaristica nella Chiesa di Santa Maria in Portico a Roma, la comunità religiosa e parrocchiale ha voluto unirsi al grato ringraziamento che il Padre ha rivolto a tutti per i lunghi anni di servizio ecclesiale.
Durante l’omelia il Rettore, Padre Davide Carbonaro, ha ricordato il Salmo graduale con il quale si apriva la liturgia eucaristica di settanta anni or sono: “Renderò grazie al Signore che fa lieta la mia giovinezza”.  “Non è una questione di anagrafe - ha riferito il Padre Rettore - ma la giovinezza dello Spirito che alimenta il cuore di chi serve in modo instancabile il Signore”.

Grazie, Signore, per averci dato Padre Lucio: sacerdote convinto, disponibile, schietto, pronto nelle esortazioni, amico di tutti, padre e fratello di ognuno.

I funerali si sono svolti mercoledì 17 agosto nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Piazza Campitelli.
      
                                                                                 

  PER IL PRESIDENTE AICIS
                                                                                            RENZO MANFE’
                                                                                            Vice Presidente

 

 

CISTERNA DI LATINA (LT)), 10 - 22 agosto 2011 –Mostra di immagini sacre “SAN ROCCO NEI SANTINI”

Il 10 agosto 2011, a Cisterna di Latina, nella Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, in Piazza 19 Marzo, con il Patrocinio dell’AICIS, con la collaborazione del Comune di Cisterna e la Confraternita di San Rocco, si apre la mostra personale di immaginette devozionali del socio MAURIZIO PROSPERI. L’esposizione è incentrata sulla figura di San Rocco. La mostra rimarrà disponibile al pubblico fino al 22 agosto con il seguente orario: 9.30-12 e 16-19.30. 


 

 

 

 

 

CALIMERA (LE), 22 Luglio - 5 agosto 2011 –

Mostra di immagini sacre “SANTINI D’EPOCA”

Nell’ambito dei festeggiamenti del patrono di Calimera (Lecce), San Brizio vescovo, il giorno 22 luglio 2011 nella “Casa-museo della Civiltà e della Cultura Grika”  di Calimera verrà inaugurata una mostra di immaginette devozionali sul tema “Santini d’Epoca” allestita da PAOLO RAFFAELE SABATO, socio AICIS. 

Gli oltre 300 santini esposti spazieranno in un arco di tempo che va dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi del Novecento. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 5 agosto.

Ma chi è San Brizio, vescovo di Tour in Francia, e Patrono di Calimera dove si festeggia il 29 luglio?

Egli visse nel IV secolo, e fu allievo e successore di Martino, il santo divenuto famoso per il mantello tagliato in due e donato a un mendicante. 
Da giovane, Brizio condusse una vita movimentata in cui stranamente si intrecciavano le passioni incontrollate e i precetti di san Martino. Si avviò al sacerdozio, pur senza eccessiva convinzione. In esso tuttavia seppe riscattare il suo passato burrascoso. 
Ma proprio per questo, una volta asceso agli altari, fu designato protettore degli sbandati e di chiunque si allontani da una vita onesta. E lo si volle anche protettore di chi ha perso la via di casa e si è smarrito.

(cfr.i: MAGLIO A. (a. c. di), Santi, il regno dei cieli raccontato dalla Terra, Lecce, Quotidiano, 199.?, p. 40).

 

 

ZAFFERANA ETNEA (CT), 6-21 agosto 2011 –Mostra di immagini sacre “Storia & Santini - 2^ Mostra  iconografica - Viaggio nella storia delle immagini devozionali dal 1700 al 1970”

Il socio DANIELE PENNISI di Zafferana Etnea (Catania), nell’ambito dei festeggiamenti patronali della Madonna della Provvidenza, con il Patrocinio dell’AICIS di Roma , della Parrocchia di S. Maria della Provvidenza e dell’Associazione “Etnapro - CulturaETNAtura” di Zafferana Etnea, ha in allestimento una mostra di immaginette devozionali che verrà inaugurata a Zafferana Etnea il 6 agosto 2011 nell’ex collegio di sant’Anna, in Via Roma 254.
L’esposizione avrà come tema: "Storia & Santini" - II Mostra iconografica - Viaggio nella Storia delle immagini devozionali dal 1750 al 1970” e presenterà al pubblico oltre 400 immaginette sacre della “Collezione Pennisi”. 

L’orario dal 6 al 21 agosto sarà il seguente: da lunedì a sabato: 17-21, la domenica e festivi: 10-12.30 e 17-21. Per ricevere ulteriori informazioni o prenotare visite al di fuori degli orari di apertura scrivere ainfo@santinidisicilia.com

 

 

Il 7 luglio 2011 alle ore 18.30 si inaugurerà a Palazzo Norante in Campomarino (Campobasso) la “1^ Mostra del Santino”. 

Animatore dell’iniziativa è il nostro nuovo associato Emilio Antonio Beltotto che, con la collaborazione dell’Istituzione Cultura del Comune di Campomarino e il patrocinio dell’AICIS, dà il via a questa bella nuova iniziativa culturale.

L’esposizione comprenderà immaginette sacre moderne, del novecento e dell'ottocento, provenienti dalle collezioni private di Emilio Antonio Beltotto e di Luigi Turdò.

Una particolare sezione nell’ambito della mostra sarà dedicata a Sant'Antonio da Padova. Sarà così possibile ammirare, oltre alle immaginette sacre dedicate al grande santo francescano, oggetti sacri, gonfaloni e vessilli gentilmente concessi dalla Confraternita di Sant'Antonio da Padova di Guglionesi (CB).

 

 


ZORTEA (Canal San Bovo) il 2 Luglio alle ore 18.00 inaugurazione della

 

Mostra di santini sul tema “I SANTI DEL LAVO0RO, IL LAVORO DEI SANTI"

 

organizzata dalla  Pro Loco Prade Cicona Zortea con le Immaginette della collezione di Davide Ajò (SMATCH - Scientific Methodologies Applied to Cultural Heritage) presso la casa della Cultura di Zortea) e la collaborazione dell’Ecomuseo del Vanoi.

Si partecipa che a Zortea (Canal San Bovo) il 1° luglio, nell’ambito della tradizionale sagra annuale, dedicata quest'anno alla memoria di Gianluca, ci sarà un Programma particolarmente ricco di appuntamenti, quali il Laboratorio creativo di Murales per i ragazzi e una interessante mostra di iconografia sacra curata dal socio AICIS David Ajò.

Sabato 2 Luglio alle ore 18.00 inaugurazione della Mostra di santini sul tema “I Santi del lavoro, il lavoro dei Santi”, organizzata dalla  Pro Loco Prade Cicona Zortea con i le Immaginette della collezione di Davide Ajò (SMATCH - Scientific Methodologies Applied to Cultural Heritage) presso la casa della Cultura di Zortea) e la collaborazione dell’Ecomuseo del Vanoi.

L’esposizione, comprende oltre duecento immaginette sacre provenienti da tutto il mondo, prodotte tra il XIX ed il XX secolo, che in un modo dell'altro si riferiscono al mondo del lavoro (e dei diversi lavori); un particolare accento verrà posto sul tema delle migrazioni.

Interessanti le schede che accompagnano la tematica della mostra. Essa rimarrà aperta al pubblico dal 2 luglio al 16 agosto 2011.

Il 17 agosto 2011 alle ore 21 serata con il curatore, con proiezione sui temi della mostra.

 

 

ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 25 giugno-31 luglio 2011 –

Sabato 25 giugno, a Roseto degli Abruzzi, con l’inaugurazione della manifestazione filatelica Abruzzophil 2011, è stata inaugurata la 21^ edizione dell’esposizione AICIS 2011. Il tema del corrente anno è: “La storia dei santini attraverso le immaginette di San Giuseppe, Patrono della Santa Chiesa e dei lavoratori”.

Roseto, una città sempre accogliente che con le sue sempre interessanti iniziative culturali e la sua splendida ed assolata spiaggia si presenta ogni anno ai turisti italiani ed esteri come un vero e proprio paradiso di relax e benessere, apre anche quest’anno la Villa Comunale in Via Nazionale 250 per questa nuova mostra di immaginette sacre, che abbraccia un periodo espositivo che va dal settecento ai giorni nostri. I santini in esposizione sono di GIANCARLO GUALTIERI di Roma.

 

SANTINI E SANTITA'

NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 3 - 2011 - MAGGIO - GIUGNO

 

24 giugno, festa di San Giovanni Battista

Santino canivet di inizio 1800 - Collezione privata di Maria Gabriella Alessandroni

24 GIUGNO: FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA


San Giovanni Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne. Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parole con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna l'annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito. La data della festa, tre mesi dopo l'annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca. (Mess.Rom.)

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CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI


2 APRILE 2011: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI


   Il 2 aprile 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

A - PROSSIMAMENTE 29 NUOVI BEATI


I) - 5 VENERABILI SERVI DI DIO:


E' stato promulgato il decreto riguardante un miracolo attribuito all'intercessione dei seguenti 5 Venerabili Servi di Dio, per i quali verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Beatificazione: 

1 - SERAFINO MORAZZONE (1747-1822)

E’ stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Serafino Morazzone, Sacerdote diocesano; nato a Milano (Italia) il 1° febbraio 1747 e morto a Chiuso di Lecco (Italia) il 13 aprile 1822. «Era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere: l’amore fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale; la sua cura continua di fare il suo dovere e la sua idea del dovere era tutto il bene possibile». Con queste parole Alessandro Manzoni descrive la figura di don Serafino Morazzone in Fermo e Lucia, suo confessore. Sacerdote particolarmente importante perché si dice che riuscì a guarire un bambino appena nato affetto da una grave malformazione. Nato a Milano il 1° febbraio 1747 da una famiglia povera, don Serafino intorno ai 13 anni sente il desiderio della vocazione al sacerdozio, ma per le difficili condizioni economiche non potrà accedere al Seminario. Viene iscritto alle scuole esterne del Collegio di Brera, retto dai gesuiti, intanto presta servizio come chierico nella sua parrocchia di San Carpoforo. Fu ordinato sacerdote il 9 maggio 1773 nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro.
Per 49 anni svolse il suo ministero pastorale nella piccola comunità lecchese senza mai allontanarsi dal paese, se non per gli esercizi spirituali annuali. Egli fu un prete di grande preghiera, carità e servizio agli altri, non si risparmiava mai e a qualunque ora lo chiamassero lui correva. Tutto ciò che riceveva era destinato ai poveri e agli ammalati, si privò anche del suo materasso per darlo a un uomo malato e sofferente; aprì in canonica una scuola gratuita, frequentata anche dai bambini dei paesi vicini.
La gente lo chiamava «il beato Serafino» ma lui si definiva «un povero peccatore». Morì  il 13 aprile 1822.



2 - CLEMENTE VISMARA (1897-1988)

E’ stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Clemente Vismara, Sacerdote professo del Pontificio Istituto Missioni Estere (P.I.M.E.); nato ad Agrate Brianza (Italia) il 6 settembre 1897 e morto a Mong Ping (Myanmar) il 15 giugno 1988;
Di origine Brianzola, Clemente nel 1916 è chiamato alle armi. Dopo la fine della prima guerra mondiale decide di diventare sacerdote presso il Pime e di partire come missionario in Birmania per annunciare il Vangelo e aiutare poveri, orfani e lebbrosi. Viveva in una capanna di fango e andava ovunque i suoi superiori gli ordinavano: “Obbedisco – diceva – perché se facessi qualcosa di testa mia certamente sbaglierei”. Faceva il contadino, l’allevatore, il sarto, il barbiere, il dentista, il boscaiolo, portando l’Ostia consacrata nei villaggi più sperduti, superando montagne e fiumi. Ormai anziano, veniva trasportato in lettiga per continuare la sua missione. “Sei vecchio quando non sei più utile a nessuno!” diceva. Muore nel 1988, a 91 anni, sereno e felice di aver dedicato tutta la sua esistenza a diffondere la parola del Signore anche con l’esempio della sua vita. Invocato come "il santo dei bambini", nel paese asiatico dove ha svolto la missione, padre Clemente Vismara e' stato proclamato dai vescovi "il Patriarca della Birmania".

3 - ELENA AIELLO (1895-1961)

E’ stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Elena Aiello, Fondatrice della Congregazione delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, nata a Montalto Uffugo (Cosenza) il 10 aprile 1895 e morta a Roma il 19 giugno 1961;
L’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano S.E. Monsignor Salvatore Nunnari ha espresso la sua particolare gioia  “perché una figlia della Chiesa cosentina e di questa terra calabrese sarà elevata agli onori degli altari”.
Elena Emilia nasce in provincia di Cosenza il 10 aprile 1895 e cresce in un ambiente familiare esemplarmente cristiano. Bambina vivace per bontà ed intelligenza, a quattro ripete le formule del Catechismo; per questo le permettono di frequentare la scuola e seguire i corsi di Catechismo presso le Suore del Preziosissimo Sangue. A otto anni già le permettono di insegnare la Dottrina ai più piccoli. Dopo la morte della mamma avvenuta nel 1905, Elena si adopera in famiglia come può, aiuta il papà nella sartoria, compie i lavori domestici e, inoltre, soccorre i poveri e gli ammalati. Avverte ben presto la vocazione di donarsi al Signore e amarlo nella sofferenza. Sceglie l'Istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue. Prima del grande passo, Elena si reca a Cosenza per consigliarsi con una santa religiosa delle Cappuccinelle, Sr. Teresa Vitari, la quale le rivela che non sarebbe rimasta molto tra le suore che lei aveva scelto, perché Gesù aveva altri disegni su di lei. Il 20 agosto 1920 con il consenso del suo Padre spirituale entra come novizia nel citato Istituto. Poco dopo si ammala in modo grave, subisce dolorose operazioni senza anestesia che sopporta con fede eroica. Il 3 maggio 1921 rientra in famiglia: è una larva di 25 chili. Nei suoi appunti scrive di aver avuto da parte del Signore un invito alla rassegnazione.  Elena ha un’apparizione di Gesù: le dice che sarebbe stata risanata, ma il Venerdì Santo di ogni anno avrebbe portato sul suo corpo i segni della Passione. E così avviene: per il resto della vita nel giorno della morte di Gesù suda sangue e sperimenta le stigmate; segni che poi puntualmente scompaiono ogni Sabato Santo. Questa esperienza la spinge a dare vita a Cosenza, con Luigia Mazza,a una nuova congregazione religiosa, l’Istituto delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Suor Elena sceglie per sé e per le sue figlie come modello di vita la Passione di Gesù e il primato della carità testimoniato da S. Francesco da Paola. Umiltà, carità e sacrificio sono le basi su cui Madre Elena edifica la sua famiglia religiosa che, si inserisce nella missione della Chiesa per risanare il tessuto sociale del suo tempo e soccorrere i fratelli più deboli e disagiati, in modo specifico l'infanzia bisognosa. Sr.Elena muore in concetto di santità all’ospedale San Giovanni di Roma il 19 giugno 1961.

 

4 - MARIA CATERINA IRIGOYEN ECHEGARAY (1848-1918)

E’ stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Caterina Irigoyen Echegaray (in religione: Maria dello Sposalizio), Suora professa della Congregazione delle Serve di Maria Ministre degli Infermi; Maria Caterina nasce a Pamplona (Spagna) il 25 novembre 1848 e muore a Madrid (Spagna) il 10 ottobre 1918.
Suor María Catalina Irigoyen Echegaray nasce in pieno secolo XIX, a Pamplona in Spagna, nel cuore della Navarra, l'ultima di otto fratelli e gemella del settimo. Trascorre la sua infanzia e gioventù in un ambiente familiare molto pio e qui matura la sua vocazione religiosa. Il 31 dicembre 1881, a 33 anni, entra a Pamplona nella Congregazione delle Serve di Maria, fondata da sr. Maria Soledad Torres Acosta, canonizzata nel 1970 da Paolo VI. Emette a Madrid la sua professione Temporanea il 14 di Maggio di 1883 e la Professione Perpetua il 15 Luglio di 1889.
Madrid è lo scenario della sua vita fino alla morte. Cristo è il centro del suo essere, desidera avere i suoi stessi sentimenti, operare secondo il volere di Dio. Come pianta trasformata in fiore, sparge il profumo delle buone opere, prodigandosi nel servizio ai malati a domicilio, con carità, pazienza, abnegazione. E’ sufficiente questa testimonianza nel processo di beatificazione: "Con tanta sollecitudine e gentilezza accorreva alle richieste e necessità dei malati che molti di essi la consideravano come madre amorosa e molte famiglie la reclamavano come infermiera ideale". Dopo 23 anni di servizio ai malati, passa ad occuparsi della raccolta delle donazioni per il sostentamento dell'Opera per sette anni. Alla fine della sua vita si vede ridotta alla più assoluta incapacità; accetta la volontà del Padre che la soggetta alla croce della malattia per paragonarla a suo Figlio Crocifisso. Muore il 10 di ottobre di 1918, lasciando oltre a sé grande fama di santità.

 


5 - ENRICA ALFIERI (1891-1951)

E’ stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito all'intercessione della Venerabile Serva di Dio Enrica Alfieri (al secolo: Maria Angela), Suora professa della Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret; nata a Borgovercelli (Italia) il 23 febbraio 1891 e morta a Milano (Italia) il 23 novembre 1951.
Enrica nasce in un paesino, vicino a Vercelli, il 23 febbraio del 1891 con il nome di Maria Angela Domenica Alfieri. A vent’anni, nel 1911, spinta da una fortissima voglia di servire il Signore, Maria entra tra le Suore della Carità di San Giovanna Antida Thouret, nel grande Monastero Santa Margherita di Vercelli. Qui diventa per tutti suor Enrichetta. Il 24 maggio 1923 è inviata per servizio nel carcere di San Vittore a Milano. In quel luogo segnato dal dolore e dall’espiazione dei peccati Suor Enrichetta riesce a essere di grandissimo aiuto spirituale per le detenute, tanto che le daranno il titolo di "Mamma e Angelo di San Vittore".
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, San Vittore diviene il luogo in cui i Tedeschi portano gli Ebrei prima di deportarli nei campi di concentramento. Naturalmente Suor Enrichetta cerca in tutti i modi di dare un sostegno alle persone che incontra. Rischia molto e spesso per loro, viene addirittura arrestata e condannata a morte. Solo l’intervento del Cardinale di Milano, il beato Monsignor Ildefonso Schuster, le salverà la vita. Ma morirà pochi anni dopo la fine della tremenda guerra, il 23 novembre 1951. 
Ciò  che  la  umile  suora  fece  in  questi decenni tribolati, Dio solo sa. Quel che sappiamo  noi è tale da farci meravigliare, come in  corpo  sì gracile abitassero una anima di fuoco e un' instancabile volontà di   eroismo". Queste  parole  di   monsignor  Angelo Dell'Acqua, pronunciate il 25 novembre 1951, nella basilica di San Vittore al  Corpo,  dove  si  svolsero,  con  una  considerevole partecipazione popolare e di autorità civili e religiose, i funerali di suor Enrichetta Alfieri.

 

II) - IL MARTIRIO DI 25 SERVI DI DIO:


Sono stati promulgati i decreti riguardanti il martirio dei seguenti 25 Servi di Dio, per i quali verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Beatificazione


PIETRO-ADRIANO TOULORGE (1757-1793)

E’ stato promulgato il decreto sul martirio del Servo di Dio Pietro-Adriano Toulorge, Sacerdote professo dei Canonici Regolari Premonstratensi. Nasce il 4 maggio 1757 a Muneville-le-Bingard, in Normandia (Francia), in una famiglia di contadini. Fin da giovane desidera dedicarsi a Dio. Diviene alunno del seminario maggiore di Coutances il cui rettore era p. Francesco Lefranc, diverrà martire della Rivoluzione. Ordinato sacerdote nel 1781, diviene viceparroco a Doville, nel 1782. Il suo parroco, Giacomo Francesco Le Canut, è canonico premostratense della vicina abbazia di Blanchelande. Attratto dalla vita religiosa, il Toulorge entra in questa abbazia nel 1787, dove riceve il nome di Pietro Adriano, e prende i voti l'anno dopo. Nel 1789 sono convocati gli Stati Generali, e molti francesi sperano in un miglioramento della situazione politica e soprattutto economica. Essa invece precipita e il 2 novembre l'Assemblea vota la confisca dei beni della Chiesa. Il 13 febbraio 1790, l'Assemblea sopprime gli ordini monastici e decreta l'inventario dei beni di monasteri e comunità religiose. Inoltre, ogni comune deve chiedere ai religiosi le loro intenzioni per il futuro. Il 10 giugno 1790, Pietro Adriano e alcuni suoi confratelli dichiarano di voler continuare a vivere nella loro abbazia. Banchelande chiude le porte verso la fine dello stesso anno e i suoi pochi membri la lasciano per sempre. Non essendo sacerdote funzionario pubblico, vale a dire né parroco né viceparroco, il Toulorge non è costretto a giurare obbedienza alla Costituzione civile del Clero. Fino all'agosto 1792, è ospite di una famiglia cattolica, che si decide per l'esilio. Ai primi di settembre, il Toulorge sente parlare della legge del 26 agosto, che condanna alla deportazione i sacerdoti funzionari pubblici che non hanno giurato secondo la formula del giuramento di Libertà e Uguaglianza. Egli, non avendo capito di non essere soggetto a questa legge, pensa di essere minacciato. Così decide di partire per l'isola inglese di Jersey, con 563 altri sacerdoti della diocesi di Coutances. Uno degli emigrati gli fa capire che poteva rimanere in Francia. Decide così di tornare in patria, spinto dalla consapevolezza che ormai il popolo cristiano manca crudelmente di pastori fedeli alla Chiesa e al Papa. Clandestino, riprende il suo ministero, ma il 26 novembre una nuova legge mette al bando tutti gli emigrati tornati in patria, minacciando della pena di morte quelli sorpresi sul territorio nazionale. Dalla fine di novembre 1792 ai primi di set. 1793, data del suo arresto, il Toulorge si nasconde, amministrando i sacramenti e celebrando la messa, come testimoniano gli oggetti di culto che porta con sé quando è arrestato, in seguito ad una vera «caccia al prete» organizzata dall'autorità rivoluzionaria nella regione.
Il 12 ottobre, prima di redigere la versione definitiva della sentenza, il tribunale gli fornisce un'ultima occasione di salvarsi, negando la verità. Toulorge conosce i sentimenti dei giudici, che potevano approfittare della situazione se negava la verità sull'esilio di cui tutti erano convinti anche senza prova. Egli rifiuta di salvarsi a questo prezzo e conferma le sue deposizioni anteriori. E così, il tribunale lo condanna a essere ghigliottinato il 13 ottobr. Allora disse, come san Cipriano: «Deo gratias!». Il Toulorge trascorre l'ultima notte, preparandosi alla morte: scrive tre lettere in cui manifesta la consapevolezza di morire per la fede cattolica e di essere martire, assieme alla coscienza della propria indegnità. Conferma in questi ultimi scritti la sua fedeltà alla fede e alla Chiesa cattolica, e promette la sua intercessione presso Dio per la stessa Chiesa. Un testimone oculare ha raccontato ciò che il Toulorge disse prima di morire: «Dio mio, nelle tue mani affido il mio spirito! Ti chiedo la restaurazione e la conservazione della santa Chiesa. Perdona, te ne prego, i miei nemici». Il Toulorge è sepolto nel cimitero San Pietro di Coutances e venerato come «Martire della Verità».                                        (Fonte: www.santiebeati.it)



FRANCESCO STEFANO LACAL E 21 COMPAGNI

E’ stato promulgato il decreto sul martirio dei Servi di Dio Francesco Stefano Lacal, Sacerdote professo,  21 Compagni della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Vergine Immacolata, e di Candido Castán San José, Laico, uccisi in odio alla Fede, in Spagna nel 1936;
Con questo decreto è stato approvato il martirio tanto materiale che formale dei 22 confratelli Oblati con il Padre Francisco ESTEBAN LACAL, Provinciale, e 21 membri della Comunità dell’Istituto scolastico de Pozuelo de Alarcón (Madrid).
E’ stato incluso in questa causa un laico, Cándido Castán, padre di famiglia, che è stato incarcerato nel convento degli Oblati e assassinato con loro.
E’ opportuno chiarire che tutti sono stati assassinati non per ragioni politiche, ma in odio alla Fede che i Servi di Dio professavano apertamente. E’ eloquente la testimonianza di un sopravvissuto per conoscere i sentimenti che animavano questo gruppo di martiri:“Quando stavamo per ‘gustare’ il momento nel quale stavano per ucciderci (mani in alto, viso alla parete), desideravamo pronunciare una qualche preghiera e non ci usciva alcuna parola; però ciò che usciva spontaneamente da noi erano sentimenti di amore verso Dio, di affetto verso i nostri fratelli e di perdono verso coloro che stavano per ucciderci, così come usciva una richiesta di perdono a Dio per i nostri peccati e le nostre fragilità” (Padre Felipe Díez, per molti anni missionario in Argentina).


B - LA CHIESA HA SEI NUOVI VENERABILI

 

Sono stati anche promulgati 6 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”:

1-TOMMASO KURIALACHERRY (1873-1925)

E’ promulgato il decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Tommaso Kurialacherry, primo Vescovo di Changanacherry e Fondatore delle Suore dell'Adorazione del Ss.mo Sacramento.
Tommaso nasce a Champakulam (India), nell’Arcidiocesi di Changanacherry in Kerala, il 14 gennaio 1873. Desideroso di lavorare nella “vigna del Signore” diviene sacerdote. Svolge il suo ministero a Chennankary, Kavalam, Edathua e Champakulam. E’ un ‘educationist’ eminente e un lavoratore sociale. Nel 1908 fonda la Congregazione delle Suore dell'Adorazione del Ss.mo Sacramento (S.A.B.S). Il 3 dicembre 1911 è nominato vescovo dal vaticano: è il primo vescovo di Changanacherry. Dedica tutto se stesso al ministero in una zona di grande necessità economica e spirituale. Il 17 dicembre 1921 ordina sacerdote Don Agostino Thevarparampil (1991-1973),  iI più “grande missionario degli Intoccabili”, (popolarmente chiamato ‘kunjachan’, che nella lingua Malayalam dell’India significa “piccolo prete”, a causa della sua bassa statura), che è stato elevato agli onori degli altari il 30 aprile 2006. Nel 1922 fonda l'Università del San Berchman a Changanacherry.
Il 2 giugno 1925 muore a Roma e il 25 luglio 1925, i suoi resti mortali vengono portati in India e riposano tuttora nella cattedrale di Changanacherry.



2 - ADOLFO CHATILLON (1871-1929)

E’ promulgato il decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Adolfo Châtillon (in religione: Teofanio Leone), Religioso professo dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Adolphe nasce a Nicolet, in Québec, il 31 ottobre 1871. Orfano a 9 anni, Adolphe entra in convitto alla Baie-du-Febvre, poi a Yamachiche. A 13 anni nel febbraio 1884, si presenta al Piccolo Noviziato di Montréal per diventare Fratello. Il 26 luglio 1887, inizia il noviziato con il nome di Fratel Théophanius-Léo. I talenti e la dedizione del giovane professore attraggono l’attenzione dei Superiori. Volentieri si sofferma ad aiutare quelli che hanno delle difficoltà. Con particolare cura rende gradito l’insegnamento del catechismo. À Lachine, nel 1904, invitato a supplire il direttore che gode di buon ascendente presso il personale docente e gli allievi, il suo tatto si esplicò nell’affrontare il difficile compito. Nel 1907 riceve il mandato per dirigere la scuola Sainte-Cunégonde, a Montréal. Manifesta entusiasmo e dedizione per i giovani. La bontà è l’espressione del suo gran cuore. Il suo motto è: “Donare felicità per diventare migliori”. Dopo soli tre mesi si conclama una grave malattia che lo porta a imminente fine. Le fervorose preghiere a Dio elevate dalla sua cerchia gli ridonano la salute. Ma si deve adattare ad una prolungata convalescenza che egli occupa con entusiasmo impartendo lezioni di canto e liturgia ai novizi. Una premessa questa che lo avrebbe maturato ad assumere, quattro anni più tardi, la direzione del noviziato. Afferma:“La mia missione presso questi giovani è di aiutarli a formarsi. Il mio compito è di indurli ad agire responsabilmente e di persona, senza dipendere da aiuti altrui”. E  ai giovani dice: “Un’idea forte, salda vi deve dominare:essere l’amico di Gesù,il figlio di Maria,l’eroe delle anime”. Perfetta armonia tra parole e azioni.
Tale impegno di formazione religiosa non ammette soste. Vi si consacra per 12 anni consecutivi: 1912-1923; a cui si possono aggiungere gli anni di direttorato dal 1908 al 1912. Nel 1923 è inviato a visitare le case di formazione dell’America del Nord. Con zelo e amore per il Signore continua a prestare la sua opera per gli altri nonostante gli attacchi subdoli della malattia che lo porteranno alla fine. Si spegne serenamente la domenica 28 aprile 1929.
                                                                                                                                                (Fonte:www.lasalle.org)


3 - MARIA CHIARA DI SAMTA TERESA DI GESU’ BAMBINO (1909-1948)

E’ promulgato il decreto sulle virtù eroiche della Serva di Dio Maria Chiara di Santa Teresa di Gesù Bambino (al secolo: Vincenza Damato), Monaca professa dell'Ordine di Santa Chiara di Assisi.
La Serva di Dio Suor Maria Chiara di Santa Teresa del Bambino Gesù (Damato Vincenza), nasce a Barletta il 9 novembre 1909. Entra fra le Sorelle Povere di Santa Chiara del Monastero dell’Immacolata Concezione in Albano Laziale, dove si consacra al Signore con i voti religiosi il 1 novembre 1930. Vive una vita semplice e nascosta, ma eroica nella carità, nell’austerità e nell’intima amicizia con Cristo. Offre la sua vita per la santificazione dei sacerdoti, per le vocazioni e per la salvezza dell’umanità. Supera con costante impegno il suo temperamento orgoglioso raggiungendo le vette della carità più generosa che rifulge durante la Seconda Guerra mondiale quando il suo monastero diviene bersaglio dei bombardamenti e tomba di ben 18 monache. Colpita anche lei, non trascura nulla per alleviare le sofferenze delle consorelle superstiti. Indirizzata da don Cassatella a una speciale devozione verso Santa Teresa di Gesù Bambino, sr. Maria Chiara ha sempre come modello di vita la piccola carmelitana. Spinta dal suo esempio, vinta dalla generosità, si offre per la santificazione dei sacerdoti, chiedendo al Signore la medesima malattia della santa di Lisieux.
A 36 anni emergono i primi sintomi di tisi e con grande dolore è costretta a lasciare il monastero per ricoverarsi nell’ospedale San Camillo di Roma prima, al sanatorio Cotogno di Bari poi. Lo scopo della sua esistenza è raggiunto. "Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per gli altri" così scrive al fratello Gioacchino, sacerdote rogazionista: "Con le mie deboli forze, appoggiate su quell'Ostia cerco di divenire anch'io un'ostia. Ecco tutto il Segreto". Muore a Bari il 9 marzo 1948 in fama di santità.

 

4 - MARIA DOLORES INGLESE (1891-1951)

E’ promulgato il decreto sulle virtù eroiche della Serva di Dio Maria Dolores Inglese (al secolo: Libera Italia,  Maria), Religiosa professa della Congregazione delle Serve di Maria Riparatrici.
Suor Maria Dolores Inglese nasce a Rovigo il 16 dicembre 1866. A tre anni lascia la città natale per trasferirsi con la famiglia a Padova e vi ritorna dopo la morte del padre. Ancora giovane, aderisce all'Unione delle Figlie di Maria e s'iscrive al Terz'Ordine dei Servi di Maria. Nel 1895 è testimone del prodigioso movimento degli occhi nell'immagine dell'Addolorata, venerata nella chiesa rodigina di San Michele. Nel febbraio 1899, durante un'intensa meditazione, intuisce che la "riparazione mariana" è la concreta e possibile risposta per onorare la Vergine. Quest'idea la rende apostola intraprendente della Pia Opera Riparatrice con numerose iniziative cultuali ed editoriali. Nel 1911 entra fra le Serve di Maria di Adria (dal 1913 Serve di Maria Riparatrici), che assumono la riparazione come uno degli elementi costitutivi della loro spiritualità mariana e l'impegno di diffonderla tra i fedeli. Muore il 29 dicembre 1928 e si diffonde la notizia che è morta la «santa di via Bagni».

 


5 - IRENE STEFANI (1891-1930)

E’ promulgato il decreto sulle virtù eroiche della Serva di Dio Irene Stefani (al secolo: Aurelia), Religiosa professa dell'Istituto delle Suore Missionarie della Consolata.
Sr.Irene Stefani, al secolo, Mercede Stefani nasce il 22 agosto 1891 ad Anfo nella Val Sabbia (Brescia). Nel  1911, Mercede Stefani entra nell’”Istituto delle Missionarie della Consolata”, e il 12 gennaio 1912 veste l’abito religioso prendendo il nome di Irene. Il 29 gennaio 1914 emette la professione religiosa e alla fine dell’anno parte per le Missioni in Kenya, dove allora l’evangelizzazione era agli inizi e quasi inesistenti le scuole e i servizi sanitari. Dal 1914 al 1920, si dedica all’assistenza negli ospedali militari, che dell’ospedale avevano solo il nome, trattandosi di locali organizzati alla meglio per i portatori africani, denominati ‘carriers’, arruolati per trasportare materiale bellico al tempo della Prima Guerra Mondiale, che raggiunse anche l’Africa per il coinvolgimento delle colonie inglesi e tedesche.In questo ‘inferno’ sociale, suor Irene trascorreva le sue giornate di giovane missionaria, negli ospedali di Voi, Kilwa e Dar-es-Salaam in Tanzania; lavando, medicando, fasciando piaghe e ferite, distribuendo medicine e cibo, La seconda tappa della sua vita, dal 1920 al 1930, la trascorse nella missione di Gekondi, dedicandosi all’insegnamento scolastico. Istruiva le giovani consorelle giunte da lei per il tirocinio missionario, circondandole di affetto e attenzioni. Pur con le difficoltà di allora, continuò a seguire per corrispondenza, i suoi ‘figli’ africani che si spostavano più lontano, nelle città del Kenia, Mombasa, Nairobi, ecc., facendo anche da tramite con le famiglie. Curando un ammalato di peste, contrasse il micidiale morbo e morì il 31 ottobre 1910 a soli 39 anni, dei quali 18 trascorsi tutti in Kenya.



6 - BERNARDO LEHNER (1930-1944)

E’ promulgato il decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Bernardo Lehner, Laico; nato a Herrngiersdorf, (Germania) il 4 gennaio 1930 e morto a Ratisbona (Germania) il 24 gennaio 1944.
«Nel pregare era il più assiduo, nello studio il più diligente e nel giocare il più allegro. In 35 anni di seminario è stato il mio miglior allievo. Ora abbiamo un intercessore in Cielo». Con queste parole il rettore del seminario di Ratisbona descrive ai suoi funerali, nel 1944, la personalità di Bernhard Lehner, un ragazzo morto ad appena 14 anni di difterite, del quale Benedetto XVI ha riconosciuto le "virtu' eroiche" il 2 aprile 2011. Figlio di un falegname, Bernhard entra a undici anni nel seminario di Ratisbona grazie a una dispensa. All'età di 13 anni lui si ammala di difterite e viene ricoverato in ospedale. Affronta dieci settimane di intensa sofferenza con serenità e sicurezza, grazie al suo appoggio e fiducia in Dio. Siamo in piena II Guerra Mondiale e Bernhard fin dall’inizio della malattia aveva accettato e offerto al Signore tutte le sue sofferenze per il ritorno della pace nel mondo. Era nato a Herrngiersdorf, vicino a Regensburg, in Germania nel 1930 ed è morto a Ratisbona il 24 gennaio 1944. Il 12 settembre 1952 I resti mortali di Bernardo, accompagnati da ventimila persone, sono trasportati dal locale cimitero di Herrngiersdorf alla chiesa della cittadina.Ogni anno nella diocesi tedesca egli viene commemorato con la "Bernhard Fest" che testimonia il perdurare della fama di santità di questo ragazzo. È ricordato perché, ricoverato all'ospedale, sopportò tutte le sofferenze con coraggio e serenità. Fu lui stesso a chiedere il sacramento dell'Unzione degli infermi, per poi esclamare: «Lasciatemi morire ora. Come posso piangere sapendo che andrò presto in Cielo?».

 

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INVIATA LA TESSERA ED IL LIBRO DEI SOCI 2011
Informiamo gli associati che da Roma la Segreteria dell’AICIS ha spedito insieme agli arretrati 2010 (nr.3,4 e 5):

1) La Tessera 2011 - 2) Il Libro dei Soci 2011 - 3) Nr.13 immaginette sacre per la Campagna “Un santino per ogni socio” offerti da AICIS (Beato Giovanni Paolo II); Paolo Camaiora della Satec (calendario 2011 in pvc); Don Aniello Verdicchio (S.Agnello); Giancarlo De Leo (S.Camilla Battista Da Varano e S.Paterniano); Padre Michele Giuliano (S.Teofilo, m.e Addolorata venerata nel Santuario di s.Brigida a Napoli); Enrico Belli (il luttino del socio fondatore Don Pio Abresh); Giuliana Faraglia (pieghevole: Ven.Nazarena Majone); Edmondo Barcaroli e Gino Arestivo (N.S. di Fatima e Mons.Carlo Chenis, vescovo di Civitavecchia-Tarquinia); G.Piovano (Madre Teresa Michel-Grillo); Aldo Pannocchia (Madonna miracolosa venerata in Trezzano sul Naviglio-MI).

 

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ICONOGRAFIA. FIGURE E SEGNI DI PROTEZIONE CELESTE

La morte giustiziera e la morte che riscatta l'anima
di Elisabetta Gulli Grigioni


Il discorso sulle figure della morte e sul loro uso spesso singolare nell’illustrazione religiosa, che ha occupato la precedente rubrica con la considerazione di una settecentesca immaginetta augurale di cultura tedesca, potrebbe continuare  con la citazione di una lunga serie di exempla europei. E consiglierei, a chi voglia approfondire l’argomento affascinante (al quale da sempre mi dedico per ragioni di studio e per ragioni biografiche in quanto nata il primo di novembre a circa un’ora dal passaggio alla festa dei morti), la lettura di Rappresentazioni del destino. Immagini della vita e della morte dal XV al XIX secolo nella Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, pubblicato dalle Edizioni Gabriele Mazzotta nel 2001, oltre, naturalmente ai già noti libri di Philippe Ariès, specialmente l’importante volume illustrato Images de l’homme devant la mort, edito a Parigi da Seuil  nel 1983 e non so se tradotto in italiano.
 Vorrei tuttavia concludere con la citazione di un  pregevole volume recentemente pubblicato in Francia, Des Mondes de Papier. L’imagerie populaire de Wissembourg,  Musées de la Ville de Strasbourg, 2010, con testi di vari autori tra i quali Dominique Lerch e Konrad Vanja, direttore del Museo delle Culture Europee di Berlino già in precedenza citati, una di quelle opere che non dovrebbero mancare  a chi si occupa seriamente di cultura iconografica sacra e profana, facendo specialmente cenno a due belle e originali tavole, litografie colorate au pochoir, cioè manualmente mediante mascherine, che, in maniera diversa, rimandano al tema di cui si sta parlando.
Una, intitolata Die verschiedenen Stände im menschlichem Leben  (Le differenti posizioni sociali nella vita dell’uomo), prodotta da  Jean Frédéric Wentzel a Wissembourg nel 1851, mostra su un ponte a gradini i vari personaggi (musicista, oste, avvocato, re, prete, militare…) non esente, nella classificazione visiva, da un tono di «antisemitismo abituale nell’Alsazia rurale del XIX secolo», e, aggiungerei io, misogino, mentre  sotto il ponte in un paesaggio cimiteriale di candide lapidi e salici piangenti, lo scheletro della Morte attende appoggiato all’immancabile falce dal lungo manico (nota come falce fienaia), per parificare tutte le sorti.
La tavola potrebbe essere considerata una variante  rispetto all’immaginetta  da me  precedentemente considerata, tanto le è vicina dal punto di vista del contenuto. La Morte può essere sostituita dalla figura simbolica del Tempo, ugualmente munito di lunga falce e di clessidra,  come appare nella bella tavola calendariale ottocentesca ( N. 78 ) pubblicata in Immagini del tempo. 500 anni di lunari e calendari da muro della Raccolta Bertarelli, curato da Alberto Milano (Bassano del Grappa, Tassotti Editore, 2000).
La seconda tavola, prodotta a Wissembourg dallo stampatore editore v.C. Burckardt tra il 1880 e il 1889, pur meno aderente al contenuto dell’immaginetta, è ugualmente legata al tema del Memento mori e presenta la scala delle età dell’uomo.
La rappresentazione delle età della vita umana divise in genere per decenni appare, come informa il testo, nel XVI secolo ed è uno dei temi fondamentali dell’ imagerie popolare europea in relazione al Memento mori. Scandita dai riti di passaggio religiosi battesimo, comunione matrimonio, estrema unzione si conclude con la rappresentazione del giudizio finale personale in cui assieme all’Angelo e al Diavolo che contendono l’anima è protagonista lo scheletro della Morte, avvolto nel sudario con la falce ad asta lunga, quasi macabro scettro, minacciosamente   brandita.

 


Frontespizio di  La Via Sacra overo, la Devota Guida della Via Crucis, Roma, 1702. Incisione su rame

In questi giorni prossimi ormai alla Santa Pasqua, pensando invece alla morte che è fonte di vita,  sarà presente ai credenti, nella meditazione, nella preghiera o in pluriforme rituale visualizzazione, la Via Crucis e propongo quindi all’osservazione il frontespizio di un libretto illustrato da incisioni su rame, pubblicato a Roma nel 1702.
Un grande cuore simmetrico, stigmatizzato  dalle cinque ferite di Cristo, supporto al titolo La Via Sacra overo, la Devota Guida della Via Crucis, secondo l’uso stabilito a Roma nella Chiesa di Araceli, e alla dedica a Papa Clemente XI poi sviluppata all’interno, è sormontato da uno dei simboli animali di Cristo, il pellicano che nutre i figli con il proprio sangue.
Autori, del testo Luca Antonio Chracas  (o Cracas , autore con il fratello di un famoso giornale romano noto con il nome di Chracas, iniziato nel 1716 con lo scopo di dare notizia dei fatti di Ungheria) e dei rami Vincent Hubert (attivo a Roma negli anni 1680-1730, con nome italianizzato Uberto Vincenti  che possedeva una bottega di stampe in Piazza Capranica, citata appunto nel frontespizio). (continua. cuoribonda@alice.it)


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MOSTRE DI SANTINI

 

FAENZA 27-28 Novembre 2010 “SAN GIORGIO - CONVEGNO E “MOSTRA ICONOGRAFICA”


Promosso dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, l'evento tenutosi a Faenza il 27/28 Novembre  2010 ha proposto, insieme all’esposizione di pregevoli immaginette devozionali - risalenti fino al XVII sec.- anche una panoramica introduttiva alla produzione devozionale a stampa; tale patrimonio, che rispecchia le tipologie iconografiche prevalenti nell’ambito Occidentale, era tramite e insieme interprete di una religiosità permeata di elementi arcaici, tuttavia ricca di aspetti  simbologici. La figura di s.Giorgio, a cui l’Ordine è affidato dalle origini, ha accompagnato e segnato le tappe storiche del suo cammino, come testimoniano emblemi, vessilli, onorificenze, attribuzioni decorative ancora presenti sui frontoni dei portali e dei luoghi sacri, che hanno perpetuato nel tempo il messaggio espresso in modo emblematico nella lotta vittoriosa contro il drago.
Al santo è  stato dedicato un intervento che ne ripercorre l’iconografia, a partire dall’arte di Bisanzio, attraverso le figurazioni medievali, rinascimentali e barocche, in una linea di sostanziale continuità: a questo complesso figurativo le immagini a stampa si richiamano, riflettendo le medesime tipologie rappresentative, care alla religiosità popolare, e significative, più in generale, dei più alti valori del Cristianesimo. La pubblicazione “SAN GIORGIO MARTIRE - Segni e immagini della devozione popolare - Storia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio”, realizzata per l'occasione, è in vendita presso  Il Mondo dei Santini Editore,  cui si potrà fare riferimento per ogni richiesta. Tel. 0546 667299, mail info@ilmondodeisantini.com  www.ilmondodeisantini.com.

IZANO (CR), 24-25 aprile 2011 - Mostra di santini:  “CULTO DEL SACRO CUORE”
Il 24 e il 25 aprile a Izano (Cremona) presso il Santuario della B.V. della Pallavicina si è tenuta la mostra di immaginette votive dedicata al Sacro Cuore di Gesù, Giuseppe e Maria dal titolo il "Culto del Sacro Cuore"
Hanno esposto Paolo Origgi, Walter Venchiarutti, Sara Valtorta e Luigi Minuti.

 


ROMA, 13-20 marzo 2011 - Mostra di santini ed immagini sul tema: ”ICONOGRAFIA DI SAN GIUSEPPE: DALLE INCISIONI AI SANTINI”

 

Un grande successo ha riscosso l ’esposizione di immaginette sacre che dal 13 al 20 marzo è stata presente nella Chiesa parrocchiale di San Saturnino, in Roma, Via Avigliana 3, nel quartiere “Trieste”. L’esposizione, organizzata dall’AICIS in collaborazione con don Marco Valenti, parroco della Chiesa di San Saturnino martire, è stata inaugurata già nel pomeriggio di sabato 12 marzo u.s. Il materiale provienente dalla collezione privata di Giancarlo Gualtieri, segretario dell’AICIS, riguardava l’iconografia di S. Giuseppe ed abbracciava un arco di tempo che va dal XVI al XX secolo.
La prima parte illustra la storia delle principali tecniche di stampa: la xilografia; la calcografia; la litografia; le varie tipologie di santini. La seconda parte è inerente ai momenti più salienti della vita di S. Giuseppe raffigurati nei santini: “Padre putativo” di Nostro Signore Gesù Cristo; il “Natale”, l’“Adorazione dei pastori”, l’“Adorazione dei Magi”; la “Sacra Famiglia”; i “Sette dolori ed allegrezze”; “Patrono della Chiesa Cattolica”; “Patrono dei lavoratori”; “Patrono degli emigranti; “Patrono della buona morte”; S. Giuseppe nei cosiddetti “santini-luttini”; San Giuseppe nelle ricevute delle “Confraternite”; S. Giuseppe nei “santini-curiosità”. Con due pannelli di santini su san Giuseppe ha anche partecipato a questa manifestazione Giovanni Costanzo, ex segretario AICIS e parrocchiano di San Saturnino Martire.

 

 

VITERBO, 17 Marzo  2011 - Mostra:  “San Giuseppe e i Giuseppini del Murialdo”


Il 17 marzo 2011 a  Viterbo, nell’ambito della GIORNATA DI STUDI SU SAN GIUSEPPE , alla quale ha partecipato anche la Prof.ssa Stefania Colafranceschi Roma , socia AICIS,  che ha tenuto una conferenza sul tema: "La collezione di p.Taveri di Valbrembo: testimonianza di devozione giuseppina", è stata inaugurata una Mostra Giuseppina con immagini di S.Giuseppe. Il socio EDMONDO BARCAROLI di Tarquinia che è stato presente, a nome dell’AICIS, ci ha detto: "Ho partecipato alla giornata di studio che si è svolta Viterbo e debbo complimentarmi per la perfetta organizzazione, per le interessanti relazioni tenute da profondi conoscitori del tema e per l'esposizione allestita dalla Prof.ssa Colafranceschi. Una giornata indimenticabile che ho vissuto in un magnifico scenario quale è l' “Istututo San Pietro dei Padri Giuseppini del Murialdo".

 

 

CAMPOMARINO (TE), 28-29 aprile 2011 – Mostra di immagini sacre “La Santa Pasqua”


Dal 28 al 29 aprile, negli spazi espositivi del Palazzo Norante di Campomarino (Teramo), in occasione delle festività pasquali è stata presentata una stupenda serie moderna di ”Immagini Sacre” di importanti artisti di fama internazionale quali: Nevio Bedeschi, Vania Bellosi, Elisabeth Dixon, Mauro Mamini Ferucci, Sergio Ferretti, Dimitri Gazziero, Roberto Lazzarini, Pietro Lenzini, Guido Mariani, Danilo Melandri, Vero Rava, Aldo Rontini, Luigi Timoncini e Giordano Tronconi. In mostra venticinque riproduzioni dal 1993 al 2011, in formato 21x29,7 cm, abbinate da bellissime preghiere e frasi tratte da testi sacri. Curatore dell’esposizione è stato il nostro nuovo associato EMILIO ANTONIO BELTOTTO, appassionato e collezionista di “santini”, in collaborazione con l’Istituzione Centro Servizi e Formativi di Campomarino.
ROMA, 13-20 marzo 2011 - Mostra di santini ed immagini sul tema: ”LA PENTECOSTE NEI SANTINI DAL XVIII AL XX SECOLO”
L’AICIS, in collaborazione con l’Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orazione e Morte e dell’Accademia Culturale Europea, dal 1° al 14 giugno 2011 allestirà in Roma una mostra di immaginette devozionali sul tema: “La Pentecoste nei santini devozionali dal XVIII al XX secolo” presso la Chiesa arciconfraternale di Santa Maria dell’Orazione e Morte, in Via Giulia 262. L’esposizione presenterà santini dalle collezioni private di Giancarlo Gualtieri e Renzo Manfè. L’orario di visita sarà: 8-11 e 16-18.

 

 

GANNA (VA), 14-22 Maggio 2011 - Mostra:  “DEVOZIONE POPOLARE: SANTINI”


Presso il salone dell' oratorio della badia di Ganna si inaugurerà sabato 14 maggio 2011, alle ore 20.30, una mostra di santini a cura di RIVA ANTONIO e un gradito omaggio a Don Luigi con l'esposizione di alcuni suoi scatti della amata Valganna.  L’esposizione di immaginette devozionali e le foto rimarranno disponibili per una visita del pubblico fino al 14 maggio sul tema: “Devozione popolare: Santini”.

 

 

GIORGILORIO (LE) 21-22 Maggio 2011 - Mostra di immaginette sacre sul tema: “LA MADONNA”.

Nei giorni 21 e 22 maggio 2011 nella Parrocchia della Madonna della Fiducia, nell’ambito dei festeggiamenti della Santa Patrona, sarà allestita una mostra di immaginette sacre mariane.

 

 

MILANO, 27-30 Maggio 2011 - VI esposizione di immaginette sacre: “Storia dei Santi”


Il socio AICIS Gotti Giuseppe di Milano propone una Mostra di Immaginette Sacre nella sua città, dal 27 al 30 maggio 2011, con il tema "Storia dei Santi". L'esposizione consisterà nella presentazione di Immaginette Sacre e cenni storici della figura di numerosi Santi, corredata in molte occasioni anche da materiale filatelico a tema. Orario apertura dalle ore 15,00 alle 19,00. Ingresso gratuito. Dove? Presso la Parrocchia "Madonna della Divina Provvidenza", Via Arpino 11, Milano, quartiere Quinto Romano. Come arrivarci? Per chi venisse da fuori Milano, provenendo dalla tangenziale uscita S. Siro è sufficiente prendere la Via Novara in direzione Stadio di San Siro. Una volta giunti al primo distributore Shell, svoltare a destra  e procedere dritto per 320 metri. Vi troverete di fronte alla chiesa. Alla sua sinistra c'è l'entrata dell'oratorio (Via Arpino, 11) con ampia possibilità di parcheggio gratuito. Per informazioni e riferimento: cell. 3405525107 (G.Gotti); tel.Sig.Parroco, Don Gabriele: 02/48203017.

 

 

 

COSENZA, Giugno 2011 - Mostra itinerante:  “SANTI, SANTITA’ E SANTINI DI CALABRIA - Un percorso tra storia, arte e pietà popolare”


Il Prof .Demetrio Guzzardi di Cosenza, nostro socio, ha in allestimento per giugno prossimo una mostra  itinerante per raccontare la santità e la devozione dei calabresi, gli episodi della vita di Gesù, della Vergine Maria e dei santi più venerati; i miracoli ed i santuari più visitati nella regione calabra, i fondatori e le fondatrici delle congregazioni religiose sorte in questa Regione, o maggiormente colà presenti; l’arte sacra delle Chiese locali e, naturalmente, san Francesco di Paola, il taumaturgo conosciuto e venerato in ogni parte del mondo. E’ un interessantissimo progetto di mostra itinerante, unico nel suo genere. L’inaugurazione sarà presso l’Archivio di Stato di Cosenza alla presenza del Direttore Dr.ssa Anna Maria Letizia Fazio, di rappresentanti delle autorità religiose e civili della città di Cosenza, e di numerosi responsabili di Ordini e Congregazioni religiose sia maschili che femminili. Demetrio Guzzardi per raccontare duemila anni di cristianità ha scelto lo strumento più “popolare”, il santino, un pezzettino di carta tanto caro, che richiama momenti importanti della nostra vita. “Ma perché ci sono immaginette coloratissime ed altre in bianco e nero?” domanda il prof.Guzzardi. E poi così risponde: “Anche questa è una storia che la mostra vuole raccontare. Milioni di calabresi, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Ventesimo secolo partirono per le Americhe e desideravano avere con sé l’immagine della Madonna o del Santo Patrono che avevano sempre pregato. Furono riprodotte le prime immaginette “locali”, i nostri nonni pregavano in bianco e nero, e inconsapevolmente hanno insegnato a tutti noi il grande valore dell’appartenenza e dell’identità.”
Per informazioni: D.Guzzardi: tel.0984-34700; e-mail: deguzza@tin.it

 



ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 25 Giugno-3 Luglio 2011 – XXI edizione della Mostra di santini a Roseto.L

“La storia del santino attraverso le immaginette devozionali di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale e dei lavoratori”
Sabato 25 giugno, a Roseto degli Abruzzi, con l’inaugurazione della manifestazione filatelica Abruzzophil 2011, aprirà anche la 21^ edizione dell’esposizione AICIS 2011. Il tema nel corrente anno sarà: “La storia del santino attraverso le immaginette devozionali di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale e dei lavoratori”.
Roseto, una città sempre accogliente che con le sue sempre interessanti iniziative culturali e la sua splendida ed assolata spiaggia si presenta ogni anno ai turisti italiani ed esteri come un vero e proprio paradiso di relax e benessere, apre anche quest’anno la Villa Comunale in Via Nazionale 250 per questa nuova mostra di immaginette sacre, che abbraccia un periodo espositivo che va dal settecento ai giorni nostri. I santini in esposizione saranno di Giancarlo Gualtieri di Roma.

 

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NOTIZIE DALL'ITALIA E DAL MONDO


 

 

1 MAGGIO 2011: BEATIFICAZIONE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II


Papa Giovanni Paolo II, scomparso il 2 aprile 2005, verrà beatificato alle ore 10 del 1° maggio p.v. La Santa Sede riconosce, dopo 5 anni il miracolo di Karol Wojtyła riguardo alla guarigione dal morbo di Parkinson, malattia, di cui anch'egli era affetto, di Suor Marie Simon Pierre Normand. Il rito sarà presieduto da Benedetto XVI e avverrà nella seconda domenica di Pasqua o della Divina Misericordia che quest’anno cade nel giorno primo maggio appunto. Per la sera del 30 aprile, vigilia della Beatificazione, la diocesi di Roma organizzerà una veglia di preghiera al Circo Massimo. A seguito del processo di canonizzazione, ancora in corso, all’amatissimo santo padre Wojtyla, che fu eletto papa il 16 ottobre 1978, è stato conferito il titolo di servo di Dio il 2 aprile 2007 ed è stato proclamato venerabile il 19 dicembre 2009. Giovanni Paolo II, primo papa non italiano dopo 455 anni e primo slavo in genere della storia, intraprese fin dall’inizio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica. Combatté anche il capitalismo sfrenato e con i suoi numerosi viaggi in tutto il mondo (oltre 100), che comportarono la partecipazione di grandi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso), il grande papa coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse.
Il Papa nato a Wadowice (Polonia) il 18 maggio 1920, inoltre, beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: si calcola che le persone da lui beatificate e canonizzate fino al 2003 siano state rispettivamente 1340 e 480 circa. Infine, il suo pontificato è stato il terzo più lungo dopo quelli di Pio IX e quello attribuito a Pietro apostolo.

 

DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA


Quest’anno il mese di maggio inizia con la domenica II di Pasqua. E’ il giorno in cui avviene la beatificazione del venerabile Giovanni Paolo II, nell’ottava di Pasqua che da 10 anni è chiamata anche della Divina Misericordia, da quando cioè il beato Papa ne decise l’istituzione come speciale giornata giubilare, prolungamento annuale del Grande Giubileo dell’Incarnazione. Durante la festa domenicale pasquale della Divina Misericordia si possono lucrare le indulgenze della Divina Misericordia con riferimento alle rivelazioni fatte da Gesù a santa Faustina Kowalska, la suora polacca di Cracovia autrice del celebre “Diario” dal quale ha origine la devozione a Gesù Misericordioso. Questa domenica, che ricorda l’apparizione del Risorto agli apostoli riuniti nel cenacolo, era chiamata anche “in albis” a ricordo delle vesti bianche che indossavano durante la settimana pasquale mistagogica i neofiti, che avevano ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella veglia pasquale. Veniva denominata anche “Quasi modo” (“come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale che vi faccia crescere verso la salvezza”) dall’incipit dell’introito della messa stazionale, da cui scaturisce il cognome siciliano Quasìmodo. L’origine dell’ottava di Pasqua risale alla seconda metà del III secolo allorché Asterio Sofista la chiama secondo”ottavo giorno”. La liturgia era caratterizzata dal mistero pasquale e dall’attenzione ai neobattezzati che venivano introdotti nei misteri della fede, come attestano grandi santi padri della Chiesa come Agostino, Ambrogio e Cirillo di Gerusalemme. Nella messa stazionale odierna si cantano il Gloria, la sequenza pasquale, il Credo e il duplice alleluia al congedo. Oggi si tiene anche la giornata di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica.

                                                                                                            Antonino Blandini

 

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TOM PERRY A PIEDI SCALZI SULL’ETNA SUI SENTIERI DI GIOVANNI PAOLO II


Grazie alla disponibilità del priore dom Giovanni Scicolone e della piccola comunità del monastero benedettino “Beato G.B. Dusmet” di Nicolosi, nel 2008, in un incontro tra Tom Perry, Maurizio Dal Bosco e Carmelo Nicoloso è nato il progetto di dedicare al Papa montanaro Giovanni Paolo II il progetto di raggiungere con i mezzi a disposizione di Tom –i piedi scalzi- le montagne care al Pontefice venuto dall’Est, con la specifica attenzione per la sacralità della Montagna. Nel novembre di quello stesso anno, il gruppo promotore ha incontrato il presidente della Provincia Regionale Giuseppe Castiglione al quale è stato presentato il progetto “Tom Perry a piedi scalzi sui sentieri di Giovanni Paolo II, le care montagne che parlano di Dio”. Il pittore catanese Elio Ruffo, nato nel 1932 in piazza S. Cristoforo, nell’occasione, ha dipinto un quadro raffigurante il Papa, diventato icona del progetto e donato al cenobio dei monaci. Il 13 maggio 2009, memoria della Madonna di Fatima e 28° anniversario dell’attentato al Pontefice, l’itinerario ha avuto inizio da Piano Vetore, nel ricordo della visita compiuta alla fine di ottobre del 1963 da mons. Karol Wojtyla, allora vicario capitolare e amministratore apostolico di Cracovia, a Catania. All’altezza del Rifugio Sapienza il giovane vescovo si fermò a pregare davanti all’edicola votiva della Madonnina della Neve. Il successivo 20 maggio, anniversario della nascita di Giovanni Paolo II, Tom Perry e una delegazione della Provincia di Catania si sono recati all’udienza generale di Benedetto XVI per la benedizione del quadro; subito dopo hanno sostato in preghiera nelle Grotte Vaticane davanti alla tomba del servo di Dio. Le altre tappe furono Assisi, presso la tomba del Santo Patrono d’Italia, il Gran Sasso d’Italia: nel “santuario della natura” di S. Pietro è stata celebrata la s. messa; subito dopo Tom si è inerpicato lungo il sentiero “Papa Wojtyla” per raggiungere la cima Giovanni Paolo II. La quarta tappa è stata al monastero di Quart, dove si trova il santuario di Cuney (Aosta), il più alto d’Europa.  (In foto: quadro del m° Elio Ruffo)                        

Antonino Blandini

 

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"TAUFBRIEF" O ”TAUFZETTELl” O RICORDO DEL BATTESIMO


IL RITO CRISTIANO DEL BATTESIMO, TRA ANTICHISSIME TRADIZIONI CELTICHE E SUPERSTIZIONI:
il TAUFBRIEF, un documento di fede e devozione del XVIII secolo
di PAOLA GALANZI

 


 Una tra le più belle tradizioni religiose, naturalmente accompagnata da una Gioia particolare, da canti, da balli che raccolgono insieme alla Famiglia del Battezzando l'intera Comunità del villaggio, sede della celebrazione, in festeggiamenti che talvolta, a talune latitudini geografiche, duravano giorni, è da tempo immemorabile il Rito del Battesimo.
L'arrivo di una nuova Vita, dono supremo di Dio, ad una coppia di giovani sposi, uniti dal sacro vincolo del matrimonio, fu sin dall'antichità auspicato, augurato e in Alsazia persino scaramanticamente pre-organizzato.
Non avete letto male: ho proprio detto scaramanticamente....
Oggi iniziamo da qui, cari amici, da questo termine misterioso il nostro affascinante viaggio insieme a ritroso nei secoli, e ci spostiamo subito in Alsazia, antichissimo e suggestivo territorio "a cavallo" tra la Francia e la Germania, oggi ufficialmente francese, ove, secondo antichi certificati di Battesimo, celebrati con il rito cattolico - i famosi TAUFBRIEF o TAUFZETTEL altrimenti detti - databili dei secc.XVIII e XIX, e attualmente esposti in mostre permanenti presso i più importanti Musei delle Tradizioni popolari della Regione, ricostruiamo un battesimo tipo nella Regione suddetta nel sec.XVIII.
Molti e particolarmente sentiti, da familiari, parenti ed amici più cari dei futuri genitori, furono all'epoca riti scaramantici e di buon auspicio per il nascituro, che con grande attenzione ed aderenza affondavano le proprie radici nella tradizione celtica, così come in quella germanica. Antichissime fonti immerse nel verde rigoglioso di boschi millenari, fantasticamente ritenuti abitati da vispi e benigni folletti, si riteneva dispensassero acque propizie alla fecondità e alla procreazione di bimbi belli e sani. Per tradizione, vi si recavano gli sposi per bere le fresche, purissime e salutari acque. Numerosi gli ex-voto rinvenuti nei corsi d'acqua dell'area, alcuni risalenti e inconfondibilmente attribuibili alla civiltà celtica, offerti alle divinità pagane per propiziarsi la procreazione.
Particolare attenzione era inoltre nel secolo XVIII posta all'alimentazione della sposa e futura madre: ogni vivanda da lei desiderata -foss'essa fuori stagione o di difficile reperibilità- era prontamente a lei portata, e questo, appunto scaramanticamente per scongiurare al nascituro la presenza di antiestetiche "voglie".
Antichi simboli apotropaici, prettamente di origine celtica, erano puntualmente per tradizione incisi e disegnati ovunque nella casa che avrebbe con Gioia accolto il nascituro. Questo a protezione da invidie, malocchio e spiriti maligni che avrebbero potuto attentare alla salute e persino alla vita del neonato.
La stessa culla destinata ad ospitare il bambino, nel XVIII secolo e fino agli inizi del sec.XX, rigorosamente forgiata a mano da abili artigiani-falegnami, fece in Alsazia tranquillamente convivere tali anzidetti simboli per così dire profani con immagini devote di santi e medaglie raffiguranti l'Immacolata Concezione sotto la cui diretta protezione i neo-genitori affidavano il proprio bambino.
E' pressochè coevo l'utilizzo allo stesso scopo e nelle medesime sedi anzidette del ‘breverl’ o ‘scacciadiavolo’- che potete approfondire in questo mio precedente articolo:
http://ilcollezionismodeisantini.blogspot.com/2010/03/il-breverlotufelsjagerli-ovvero-lo.html
Proprio tra i ‘breverl’, quelli specificamente destinati alle culle dei neonati ebbero forme particolari e curiose: la più famosa e diffusa, nonché la più ricercata attualmente da Collezionisti Austriaci e Tedeschi, fu proprio quella a forma di cuore, realizzato su stoffa, da nascondere sotto il piccolo materasso o tra le copertine.
Alla nascita del bambino iniziavano immediatamente i lunghi, laboriosi ed anche assai costosi preparativi per il suo Battesimo, che era solitamente celebrato appena una settimana dopo, sempre nel giorno dedicato al Signore: la domenica. Proprio in virtù delle notevoli spese necessarie per l'importantissimo rito, le fondamentali figure del padrino e della madrina erano dai genitori individuate tra amici o anche talvolta semplici conoscenti, con notevoli disponibilità finanziarie.
Un'altra figura-chiave e fondamentale invitata d'onore al Battesimo era la levatrice - od ostetrica- grazie alla curata preparazione e perizia della quale il bambino veniva al mondo.
Sin dal sec.XVII la Chiesa Cattolica prestò attenzione particolare a questa fondamentale figura, dato il dilagare all'interno della categoria di pericolose tendenze ad utilizzare pratiche magiche o similari, severamente proibite dal Concilio di Trento.
Vennero per questo motivo istituite delle vere e proprie Scuole di formazione, oltre che per insegnare tecnicamente l'arte di far nascere i bambini, per garantire la salvaguardia ed il rispetto dei fondamentali principi cattolici.
Una vera e propria elegante processione si snodava in quell'occasione per le vie del villaggio o del paese toccato dal lieto evento: il bimbo, vero protagonista, era portato all'interno della Chiesa dalla levatrice, affiancata dai genitori e seguita dal padrino e dalla madrina. Trasportato all'interno della sua culla, già debitamente "protetta" dai simboli e dalle Immagini devote e medaglie summentovate, giaceva comodamente deposto su di un morbido cuscino-appunto chiamato ‘taufkissen’ (o ‘cuscino del battesimo’), dalle donne della famiglia cucito per l'occasione su morbidi e pregiati velluti.Indossava un lungo vestitino bianco, spesso adorno di ricchi e bellissimi pizzi e merletti.
Celebrava il rito il parroco della Chiesa di appartenenza della famiglia del battezzando, che sul fonte battesimale, cospargendo il capo di acqua benedetta sotto l'immancabile pianto a dirotto del piccolo, pronunciava le antiche formule del sacramento che sanciva l'ingresso del bambino alla vita nello Spirito: la liberazione dal peccato e la rigenerazione come figlio di Dio.
Una ridente e coreografica pioggia di piccoli ‘bonbons’ e caramelline colorate fatte di zucchero accoglieva il festeggiato, la famiglia e tutti gli invitati all'uscita dalla Chiesa.
Abbondanti, come già anticipato all'inizio di questo articolo, erano i festeggiamenti successivi all'impartizione del Sacramento; abbondanti anche sotto il profilo del pranzo che ne seguiva, cui erano naturalmente tutti invitati per partecipare e condividere la Gioia festosa di un evento tanto sentito ed importante.
Al padrino e alla madrina l'incombenza anche all'epoca, proprio come ancora oggi, di far dono al battezzato di una catenina con una medaglia religiosa, solitamente in metallo nobile - oro od argento - principalmente con l'Angelo Custode, che l'avrebbe accompagnato e protetto lungo tutto il cammino della vita.
Insieme alla catenina con la medaglia di protezione, documentabilmente dal sec.XVIII, ma verosimilmente già da due, forse addirittura tre secoli prima, fu originariamente usanza in Alsazia di accompagnare il ricordo di tale momento saliente della vita del neonato affidandone la memoria alla carta o alla pergamena.
Il ‘taufbrief’ o ‘taufzettel’, chiamato in tutta l'area Alsaziana ‘goettelbrief’ (letteralmente: ‘lettera di Dio’) - vero e proprio ‘Ricordo di Battesimo’ - fu dall'origine e sino al primo ventennio del sec.XIX rigorosamente un manufatto claustrale, realizzato dalle Suorine con tanto amore e con rara maestria, armonicamente sposando le tecniche della miniatura, dell'intaglio, del ritaglio e della puntinatura ‘au canif’.
In esso, generalmente di notevoli dimensioni, si annotavano a mano, in bella calligrafia realizzata con sinuosi volteggi ed ampie volute della penna d'oca bagnata d'inchiostro sulla carta o sulla pergamena, il nome del bambino battezzato, la chiesa sede del battesimo, la data dello stesso e i nomi del padrino e della madrina, insieme a formule ricorrenti di augurio per l'occasione. Date le non piccole dimensioni il ‘taufbrief’ veniva ripetutamente piegato, fino ad assumere una misura tale da essere comodamente conservato in libri di preghiere o piccole urne.
Nel nostro caso, il ‘taufbrief’ corredato all'articolo è di grandi dimensioni, misurando cm.30 x 22.
Prezioso e toccante documento di alto valore testimoniale di antiche tradizioni storico-religiose, è realizzato interamente a mano su sottile pergamena - dai collezionisti conosciuta col nome di velin - di chiara fattura e provenienza claustrale.
Creato secondo la più rigorosa ed attenta aderenza alle antiche tecniche dell'Ars miniandi, di proporzioni armoniose e estremamente eleganti e curate fin nei più piccoli dettagli, fu sicuramente destinato alla memoria di un battesimo importante: un bimbo di assai nobili origini o comunque di aristocratico lignaggio. Il nome del bimbo non è indicato, ma in esso leggiamo chiara la data della celebrazione del Sacramento: 11 maggio 1820. Al centro della straordinaria decorazione, una corona sovrasta i Sacri Cuori di Gesù e di Maria. La dedica augurale - scritta in splendidi caratteri gotici di lingua Tedesca assai antica - recita:
Io, il tuo amorevole padrino, mi assumo oggi la responsabilità di ciò che ti auguro in questo dono, affinché tu possa ricordarti del tuo Battesimo. L’amore è grande, il dono che ti offro è piccolo, ma Dio sa che questo dono ti è da me offerto con tutto il cuore. Sia Dio con te e vivi sempre in modo cristiano e pio così che tu possa lodare per tutti i giorni a venire la grandezza e la benedizione di Dio, affinché tu possa essere per me e per i tuoi genitori sempre una fonte di grande gioia. Dio benedica ogni tuo passo e l’intera tua vita e ti conceda il tesoro della pace e della beatitudine con l’aiuto della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen. Questo è il ricordo del tuo Battesimo con tutti i miei auguri per te. Accadde il 18 maggio 1820”,
E' evidente che al di là della chiarezza della formula augurale nel testo, vi sono altri elementi da analizzare con attenzione: primo fra tutti l'assenza, come già detto, del nome del bambino e, contestualmente, il chiaro e evidente stampo claustrale del manufatto. Il nome del Padrino, stilato con firma autografa estremamente difficile da decifrare, forse "Joannes e... " fu probabilmente un anziano Prelato o forse lo stesso Sacerdote - assai avanti con gli anni, data la grafia incerta e dal tratto leggero - che celebrò il sacro rito.
Se assumiamo questa ipotesi come attendibile, non ci verrà difficile immaginare un attestato- base con formula ricorrente stilata, pur se a mano, in più esemplari e già pronta per l'occasione.
Su questa base personalmente formulo un'altra ipotesi, quella della datazione del manufatto antecedente di almeno un ventennio e forse più alla data del Battesimo: a Voi, cari Amici Collezionisti e agli Studiosi l'ultima parola

 

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SANTINI E SANTITA' NEL MONDO


ANCHE DAL GUATEMALA…  SANTINI E SANTITA’
di Maria Gabriella Alessandroni



La mia cara giovane amica Elizabeth Martinez Jarquin, al ritorno dal suo paese, il Guatemala, mi ha donato graditissimo prezioso materiale iconografico attuale, legato a luoghi di culto dell’affascinante paese latino-americano, dove la tradizione religiosa cattolica è profondamente radicata e particolarmente sentita: alcune cartoline, ma anche interessanti immaginette in carta lucida.

 

 

Fig. 1 - 1

1) LA MADONNA DEL ROSARIO  DEL GUATEMALA

Ecco una suggestiva statua, scultura coloniale del 1592,  riccamente vestita, secondo una consuetudine antica ancora mantenuta anche in Spagna, della Madonna del Rosario, patrona del Guatemala, conservata presso la chiesa di s. Domenico (santo Domingo) della capitale guatemalteca. Il santino (cm 7x9), edito da Librerias el Sagrario, con sede nella Cattedrale (www.catedraldeguatemala.org), appare in apertura “fronte-retro”.

Nella cartolina, riportata nella figura a lato, il sontuoso abbigliamento della Vergine entro una colorata cornicetta fiorita, è diverso, per una differente occasione processionale o celebrativa, mentre appare sullo sfondo in alto a destra la chiesa, con la ampia monumentale facciata lateralmente scandita da due campanili simmetrici.

Fig. 1 -2

 


2) IL CRISTO NEGRO DI ESQUIPULAS

Figura 2- 1

Ammiriamo ora una splendida famosa località meta di turismo religioso, alla convergenza di tre stati (Guatemala, Honduras, Salvador): Esquipulas.
La bianchissima grandiosa Basilica del XVIII secolo (vedi foto nella cartolina in figura 2_1) esibisce la imponente facciata con timpano cuspidale, con, alle estremità laterali dell’ enorme grandioso edificio, quattro torri-campanile finestrate a più piani, a sezioni quadrate e in alto circolari, mentre la larga cupola centrale emerge posteriormente.
La chiesa ospita al suo interno la crocifissione con la venerata statua  del “Cristo Negro” (vedi foto nella cartolina in figura 2_2), scolpito in legno di cedro dal portoghese Quirico Cataño verso il 1595. La tradizione popolare lo riterrebbe annerito dal fumo delle innumerevoli candele votive e devozionali che lo circondano.
La visita al Santo Cristo si attua in vari momenti importanti: la celebrazione della Santa Messa, il perdono dei peccati, la benedizione dei ricordi e reliquie, la preghiera intensa davanti al Signore, l’accensione delle candele…, mistico pellegrinaggio mirato al rafforzamento della fede, della speranza e dell’amore, come descritto sul “verso” della cartolina.
La vivace immaginetta (cm 8x5.5, v. figura 2_3), edita da “Cromos y Novedades de Mexico, S. A. DE. C. V.”, catalogata con il numero 217 – Señor de Esquipulas, con la didascalia “La Miracolosa Immagine e il Sontuoso Tempio di Esquipulas”, presenta la Crocifissione con la variopinta Croce in azzurro e oro, contornata da un alone circolare violetto, quasi un oblò luminoso nell’azzurro del cielo, mentre nella porzione inferiore appare la Basilica inserita in un paesaggio verdeggiante; in alto un cartiglio riporta la dicitura “Ricordo di Esquipulas”.

Figura 2- 2

Figura 2 - 3

 


 

Figura 3-1

3) SANTO HERMANO PEDRO A LA ANTIGUA

Il culto del Santo Hermano Pedro (s. Fratello Pietro), il primo canonizzato del Guatemala, è giunto anche nel nostro paese, quando Giovanni Paolo II ne celebrò nel 1980 la beatificazione in piazza san Pietro a Roma e successivamente nel 2003 la canonizzazione in Città del Guatemala, come visivamente ricordato nella cartolina in figura 3_1, nella quale una simbolica collana di fiori  dell’albero “esquisuchil” avvolge i due importanti personaggi. L’albero fu piantato dal santo nel 1657 nel giardino, dove lui stesso è sepolto, della chiesa El Calvario, situata nella città di La Antigua, episodio ricordato dalla apposizione di  una targa. In basso a sinistra appare uno schizzo della Chiesa di san Francesco il Grande, nella stessa città, con la sua facciata a tre arcate centinate, sormontate da tre timpani finestrati. Nel museo della chiesa si conserva il dipinto del Santo Hermano Pedro, riprodotto fedelmente anche nella immaginetta a pagellina (vedi figura 3_2 con le quattro paginette, ciascuna di cm 7.7x5,  aperte, sulla III  delle quali è posto un fiore essiccato di “esquisuchil” sotto cellophane).
 S. Fratello Pietro de Betancour, spagnolo, nacque a Tenerife nel 1626. Emigrò in Guatemala, dove fu il fondatore della Istituzione dei Fratelli di Betlemme, detti Betlemiti, laici obbedienti alla regola del Terzo Ordine Francescano, e si adoperò con energia e passione per l’assistenza ai malati ed ai poveri, riuscendo nella attivazione dell’Ospedale di Nostra Signora di Bethleem, oltre che di altri ospedali e di Istituti di Istruzione. Alla sua morte, nel 1667, l’Istituzione fu trasformata in Famiglia Religiosa, sotto la Regola di s. Agostino, approvata dal papa Innocenzo XI nel 1687. Il santo è ricordato il 25 aprile.
Si deve al santo anche l’introduzione, in Guatemala, della tradizione presepiale nel periodo natalizio, insieme ad altre celebrazioni rituali.

Figura 3-2

 


4) JESUS DE TRUJILLO A VILLA NUEVA

Nella ultima figura 4_1 (foto lucida Rafael Ortiz, Lito. B. Zadic y Co., cm 9x14, verso bianco) vediamo la immagine di Jesus Nazareno de Trujillo, proveniente dalla Parrocchia della Immacolata Concezione della città di Villa Nueva, che ne rappresenta la statua miracolosa, oggetto di profonda venerazione, esposta, nelle processioni molto seguite dalla popolazione, con abbigliamenti realizzati con preziosi tessuti ricamati e colorati, sempre rinnovati e molto curati secondo la tradizione locale (connettendosi a “You Tube” è possibile ricercare e visionare gli eventi relativi).

 

 

L’AICIS E IL CENTRO ITALIANO DI LULLISMO


Nello scorso mese di febbraio Padre Pietro Messa, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antoniana di Roma, quale organizzatore del “X Incontro del Centro Italiano di Lullismo” del prossimo 20 maggio, ha chiesto la collaborazione della nostra Associazione al fine di studiare sotto l’aspetto iconografico, attraverso le immaginette sacre, la figura di Raimondo Lullo (in spagnolo: Raimundo Lulio; in catalano: Ramon Llull; in inglese: Raymond Lully) filosofo, scrittore e missionario spagnolo di lingua e cultura catalana, tra i più celebri dell'Europa del tempo, nato a Palma di Maiorca nel 1235 e ivi deceduto nel 1315.
Già nello scorso febbraio il Vice Presidente Manfè aveva diramato un comunicato stampa per via e-mail a tutti gli associati ed alcuni (che ringrazio vivamente) avevano risposto inviando, scannerizzati, uno o due santini in proprio possesso di area spagnola ed italiana.  Sarebbe interessante avere anche santini di area francese o nord-europea, per cui rinnovo ora l’invito a tutti i soci a cercare nella propria collezione i santini di questo Beato e di trasmetterli tramite e-mail (per chi ha internet) ad: aicis_rm@yahoo.it , oppure per via postale inviando una fotocopia a colori diretta a Renzo Manfé - Aicis - Via Merulana 137 - 00185 Roma. Un grazie anticipato a tutti coloro che vorranno collaborare a questa iniziativa culturale.
 Il Vice-Presidente Renzo Manfè è stato invitato, come AICIS, nell’ambito del prossimo Congresso di Lullismo del 20 maggio, a intervenire sul tema: “Il Beato Raimondo Lullo nelle immaginette sacre”. Il materiale che riceveremo dagli associati sarà utile e prezioso per un capitolo di una pubblicazione, in vista del VII cent.rio della morte del Beato Lullo, curata dal Centro Italiano di Lullismo, e per una mostra iconografica prevista per tale grande ricorrenza.

 

 

ROMA, PIAZZA SAN PIETRO - 1° MAGGIO 2011BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II (1920 - 2005)

(Santino delle Edizioni Barbieri, Serie “I Santi” - nr.060)

“Si dispone che nel Calendario proprio della diocesi di Roma e delle diocesi della Polonia la celebrazione del Beato Giovanni Paolo II, Papa, sia iscritta il 22 ottobre e celebrata ogni anno come memoria. (…) Quanto agli altri Calendari propri, la richiesta di iscrizione della memoria facoltativa del Beato Giovanni Paolo II potrà essere presentata a questa Congregazione dalle Conferenze dei Vescovi per il loro territorio, dal Vescovo diocesano per la sua diocesi, dal Superiore Generale per la sua famiglia religiosa”.
 (Fonte: Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 2 aprile 2011).

L'A.I.C.I.S. SI UNISCE AL GAUDIO DELLA CHIESA UNIVERSALE

 

 

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CIRCOLARI PRECEDENTI

 

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