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ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE
CHE COSA E’
L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la
forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario
bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare
lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare
alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre
di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per
avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per
avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi
Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli
su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619)
e richiedendo l'apposito modulo da compilare.
Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai
prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.
Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno
2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel
2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069
intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio
al 31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne,
in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che
di volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it
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SANTINI E SANTITA'
NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 1 - GENNAIO - MARZO 2016
SAN FRANCESCO DI PAOLA
1416 - 27 Marzo - 2016
VI centenario della nascita
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(festa: 2 Aprile)
Canivet con miniatura
centrale, contornata da motivi
floreali. Prima metà sec. XVIII.
Produzione centro-europea.
(Collezione G. Gualtieri)
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VITA ASSOCIATIVA
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SANTINI OFFERTI DAI SOCI |
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1/2016 - SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI
1 - Il Ss.mo Sacramento - Ricordo del 75° ann.rio della istituzione
della Festa del Corpus Domini (1265-2015) offerto da DON PAOLO
MAZZOLENI
2 - Santa Caterina V.e M. venerata nella omonima Parrocchia
di Grumo Nevano (NA), offerto padre MICHELE MARIA GIULIANO,
ofm. 3 - Il Servo di Dio ing. Uberto Mori, santino offerto da
CARLUCCIO FRISON.
4 - Sant’Antonio Abate, venerato a Cicciano
(NA), Santino offerto da Don ANIELLO VERDICCHIO.
5 - L’Annunciazione
(serie Eb - 2/291) offerto dall’A.I.C.I.S
6 - Gesù morto in croce
(serie MR - Spain), santino offerto da RENZO MANFÈ.
7 - La Madonna
di Lourdes e S.Bernadette, statue lignee (sec.XIX) venerate
nella Chiesa della Ss.ma Trinità in Pecetto (AL), Santino offerto da
ROBERTO DE SANTIS.
8 - S.Teodora, V. e M. che si venera nella Collegiata
di S.Maria Maddalena in Atrani (SA). Santino (Serie MG 42)
offerto padre MICHELE MARIA GIULIANO, ofm.
9 - Madonna di Medjugorje,
Regina della Pace. Santini offerto da ALBERTO BOCCALI. 10
- VIII Centenario di Fondazione dell’Ordine Domenicano (calendarietto
tascabile in pvc) offerto da PAOLO EMILIO CAMAIORA
11 -
Sant’Ignazio da Laconi, Cappuccino. Santino offerto da ANTONINO
COTTONE.
12 - Madonna dell’Angelo nell’omonimo Santuario di Caorle
(VE), santino offerto da MARIO TASCA. |
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2016 - CALENDARIO DELLE RIUNIONI AICIS A ROMA
SANTA MARIA IN PORTICO - P.ZA CAMPITELLI 9
Per il 2016 il programma delle riunioni che si terranno il martedì pomeriggio dalle 15,30 alle
17.00 nella sala della Parrocchia di Santa Maria in Portico - Piazza Campitelli 9, sarà il seguente:
12 gennaio, 2 febbraio, 1 marzo, 5 aprile 3 maggio, 7 giugno 5 luglio, 6 settembre,
4 ottobre, 8 novembre e 6 dicembre. Le riunioni AICIS sono riservate ai soli Tesserati in regola
con la quota dell’anno in corso. Previo contatto con il Consiglio Direttivo (328-6911049), “una
tantum” possono accedere i visitatori intenzionati a iscriversi all’associazione.
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NUOVO ANNO 2016: QUOTA SOCIALE EURO 38,50
Come già indicato nella Rivista nr.4/2015 (nella quale è stato inserito anche il modulo di conto
corrente postale per il versamento 2016) il Consiglio Direttivo ha deciso per questo nuovo
anno che la quota sociale sarà di euro 38,50.
Infatti, dopo gli aumenti di affrancatura postale
del 2013, del 1° novembre 2014 e, di quelli del 1° ottobre 2015, Il Consiglio è stato costretto
ad elevare la quota sociale (ferma a 35.000 euro da diversi anni) di euro 3,50.
I soci che lo
desiderano possono offrire anche qualche euro in più come sostentamento per le mostre sociali. Coloro che hanno versato anticipatamente
la quota versando 35.00 euro possono integrare con un ulteriore versamento la differenza del nuovo importo.
Un
sentito “grazie” e per il rinnovo, e per le eventuali offerte. Il numero di c/c/p AICIS è 39389069. |
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TESSERA AICIS E CALENDARIETTO AICIS 2016
Per decisione del Consiglio Direttivo nel corrente anno, attraverso la Tessera celebriamo due importanti avvenimenti: l’VIII Centenario
della Fondazione dell’Ordine Domenicano (sul lato frontale), e il VI Centenario della nascita di San Francesco di Paola
(sul lato posteriore della Tessera).
Un sentito ringraziamento al socio Paolo Emilio Camaiora, titolare della SATEC Srl che ha offerto a tutti gli associati, come ogni
anno, il calendarietto AICIS in pvc, allegato al presente numero. |
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“1216/2016: GLI 800 ANNI DELL’ORDINE DOMENICANO”
Dal 28 maggio al 3 luglio 2016 nel Convento di S.Maria sopra Minerva in Roma
verrà celebrato l’ottavo centenario di fondazione dell’Ordine Domenicano, con
una Mostra di santini, immagini… e non solo.
L’Aicis è stata invitata a collaborare all’iniziativa con la predisposizione di un
buon numero di pannelli con immaginette sacre inerenti tutto l’Ordine,
maschile, femminile e del Terz’Ordine. Siamo lieti di invitare tutti i soci,
soprattutto se nella personale raccolta hanno qualcosa di particolare, a voler
partecipare a questa stimolante iniziativa nazionale sociale.
Poiché il materiale va prima studiato per poi miscelarlo esponendolo attraverso
varie tematiche che abbiano un senso logico, è importante che esso sia spedito entro il 30 aprile 2016, accompagnato da una
fotocopia del materiale stesso e da una vostra lettera.
Come è prassi in questi casi, è necessario indirizzare i plichi raccomandati o assicurati al nostro Presidente: GIANCARLO GUALTIERI
- Presidente AICIS - Via Giuseppe Tomasi di Lampedusa 9 - 00144 ROMA RM.
Un sentito “grazie” a quanti aderiranno all’iniziativa, per essere presenti a questa eccezionale manifestazione celebrativa degli
ottocento anni di fondazione dell’Ordine Domenicano.
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TARANTO 2015 - DIPLOMA D’ONORE CONFERITO A
GIANCARLO GUALTIERI PER LA PARTECIPAZIONE ALLA
MOSTRA “I CENTENARIO DELLA 1a GUERRA MONDIALE”
Il Comitato Provinciale di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento
Italiano, nello scorso mese di Maggio 2015, ha conferito il Diploma
d’Onore a Giancarlo Gualtieri, Presidente AICIS e generoso testimone
della cultura del Santino.
Infatti, nel 2015 con la commemorazione del primo centenario della
Prima Guerra Mondiale, il nostro Presidente ha trasmesso alla prof.ssa
Vincenza Musardo Talò, curatrice della relativa mostra, una cospicua
quantità di materiale, compresi diversi santini, contribuendo al
buon successo dell’interessante esposizione.
L’esposizione,
allestita nell’Archivio di Stato, suscita ancora ora l’interesse di moltissimi visitatori, scolaresche comprese.
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I SANTINI NATALIZI
I SANTI E LA NATIVITÀ
di Vincenza MUSARDO TALÒ |
Ancor prima che il santino facesse la sua apparizione,
il culto e la devozione verso il
Bambinello di Betlemme, Incarnazione di
Dio, era veicolato e diffuso dai Vangeli di Luca e Matteo
e dai più ridondanti vangeli apocrifi.
Poi arrivò
la letteratura cristiana antica, la Patristica, che con
gli scritti soprattutto di S. Atanasio e S. Gerolamo, diffuse
nelle comunità cristiane la cosiddetta teologia
dell’Infanzia e dell’Incarnazione di Dio, a cui in età
medievale fecero vasta eco S. Bernardo (Fig.1) e il
mistico S. Francesco (fig.2), pionieri del successivo e universale
espandersi della devozione popolare verso l’intero ciclo
liturgico del Natale.
A tanto, offrì un prezioso contributo anche la potenza evocatrice
delle immagini sacre, prima quelle dell’arte colta e po - specie a partire dal sec. XVII
- quella minore, espressa dal
meraviglioso e vago universo
delle carte di devozione, dei
santini soprattutto, sia manufatti
che a stampa.
Non a
caso, la storiografia riconosce
al santino il ruolo di speculum
privilegiato della pietà popolare,
poiché esso
inequivocabilmentesi intreccia con l’immaginario
collettivo, l’arte
sacra e la religione.
Infatti, la percezione del
Mistero della Natività del Dio-Uomo attraverso le immagini
sacre di piccolo formato ha
una lunga e complessa storia,
sostanziatasi nel fascinoso
viaggio alla scoperta della religiosità
popolare.
Tanto, perché
la devozione al Bambino
Gesù – espressa da devoti
laici e religiosi di ogni angolo
della Terra – passa inequivocabilmente
attraverso la soavità
sapiente dei santini natalizi,
forse i più belli e
numerosi del poliedrico universo
delle holy card, orientata
a celebrare l’evento storico, reale, dell’incontro dell’Invisibile
con l’Umanità, il momento in cui l’Eterno veste i panni
della fragilità e della miseria umana col dono del “Dio umanato”,
come diceva Padre Pio.
A studiare queste minuscole carte natalizie, è d’obbligo rimarcare
come il lirico incanto e la magia che esse emanano, risiedano
fondamentalmente nella tenerezza spontanea che
la figura del Bambinello suscita nell’anima del devoto.
Sono pie immaginette con figurazioni che -
se in parte richiamano o riflettono modelli mutuati
dall’arte colta - sono state ideate per la più
parte solo al fine di assecondare i bisogni spirituali
dei destinatari.
Da qui, la loro preziosità quale fonte storica per
leggere e comprendere il patrimonio devozionale
popolare, così come maturato sin dagli albori del
sec. XVI e veicolato soprattutto dalla Chiesa del postridentino,
orientata a catechizzare l’umile popolo
di Dio anche attraverso le immagini sacre, che ora,
riprodotte in piccolo formato, lasciano i fasti figurativi
delle cattedrali e delle chiese, per entrare nella quotidianità
individuale e domestica del cristiano.
Ed qui che si innesta
quel rapporto intimo tra l’immanente e il trascendente,
tra l’anima del devoto e tutti gli abitanti della Gerusalemme
celeste: dalla Trinità, alla Vergine, gli Angeli e tutti i Santi.
Ecco, i Santi; i Santi sono uomini e donne che hanno attraversato
la Terra, facendo dono della loro esistenza ai carismi
della perfezione spirituale e alla fede nei misteri del Divino
che “si è fatto Uomo”. E di questo accadimento storico,
l’unico – al di là dei miti - nella cultura delle religioni, di cui
alcune figure dell’universo santorale hanno fatto il proprio
vessillo spirituale.
Non a caso, dopo l’anno Mille, nelle strade dei secoli della
storia della Chiesa, si è sostanziato un nutrito filone afferente
alla santità legata al Natale, testimoniata nella più tarda iconografia
popolare che certo non sfigura nello accostamento con
l’arte colta di pari tema, stante l’accorta aderenza del raffigurato
al mistero dell’Incarnazione, effigiato con la straordinaria
attenzione dell’ideatore, dello imagier, ai bisogni spirituali
dei semplici e dei più, regalando loro una autentica ed
emozionale spiritualità.
I Santi della Natività – di cui si offre una esemplazione minima
e non certo esaustiva - sono uomini e donne la cui biografia
(leggendaria o legittimata dalle fonti documentali) consegna
al popolo dei devoti l’esperienza mistica di un rapporto
ravvicinato con la Natività e il divino Infante o la particolarissima
loro devozione all’umile Bambinello di Betlemme.
Devozione
che nel tempo è
poi trasmigrata anche
nella vasta iconografia
dell’industria del santino.
Bisognerà attendere
la tarda età postridentina,
soprattutto il
Sei-Settecento (fig.3),
per apprezzare la ricca
produzione a tema natalizio
(sia a stampa, che
manufatta); ma penso
soprattutto alla miriade
di piccole immagini devozionali
dell’Ottocento,
il secolo d’oro dei santini,
quando tutta l’Europa
cattolica ha avuto
come connotazione essenziale la diffusione e la presenza delle
piccole carte natalizie nel vissuto spirituale di ogni cristiano.
In questo secolo, nei monasteri e nei conventi, nelle cattedrali
e nelle basiliche, nelle chiese e nei santuari, nelle confraternite
e in ogni istituzione ecclesiastica, come fra le mura domestiche,
ovunque è passato e si è fermato il santino nel ruolo
nuovo di strumento che ha democratizzato culti e devozioni
vecchie e nuove. Ogni fedele lo ha cercato e custodito come
oggetto apotropaico o taumaturgico ed è stato uno dei segni
più connotativi della cultura religiosa di un’epoca, fortemente
improntata alla spiritualità dopo il tramonto dell’estrema laicità
illuminista.
Il sec. XIX è stato anche il tempo della libera ideazione lirica
degli imagiers, i veri artisti del mondo dei santini popolari,
perché capaci di interpretare con le loro suggestioni figurative
i le richieste devozionali, consci e inconsci, di tutti e
di ognuno. In particolare, l’arte della stampa dei santini natalizi
ha toccato vertici altissimi con l’avvento della cromolitografia
e della punzonatura meccanica.
Era il tempo in cui
tutto l’Occidente europeo, ma anche le terre dell’impero austro-ungarico e non ultima l’Italia si popolavano di atelier di
stampatori di santi.
Ovunque circolavano capolavori su carta merlettata o fittamente
fustellata del tipo mezzo punto e cromolitografie applicate
su tale supporto, abbellito con fantasiose cornici dorate,
lisce o a rilievo con
siderografie pastellate o dipinte
a mano, mentre le claustrali
continuavano a creare
quell’unicum artistico dei canivet,
tali da far arrivare il raffigurato
immediatamente al
cuore del pio fruitore, con una
liturgia di merletti sempre
nuova e irripetibile.
Sul piano dell’indagine,
questa rapida disamina circa
la produzione di immaginette
tocca il tema dei santi e la natività.
In pratica si discute dei
Santi della tenerezza, oserei
dire dei Santi della divina maternità
condivisa con la Vergine,
la quale per prima vede
la ricca iconografia che la lega
al Figlio, per poi seguitare con
un florilegio santorale di medesima
pertinenza.
La Vergine Madre (fig.4)
- per eccellenza la più grande
delle sante e regina di tutti i
santi - si mostra protagonista
assoluta per eccellenza la più grande
delle sante e regina di tutti i
santi - si mostra protagonista
assoluta della produzione di
tutte le case editrici del Sette-
Ottocento. |
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In particolare, il mistero della maternità della fanciulla
di Nazareth trova una folla di disegnatori, capaci di avvicinare
il sacro evento alla cultura popolare, senza nulla
sacrificare dell’intenso significato liturgico della Natività.
Dopo l’esperienza delle stampe sacre di scuola fiamminga
(vedi gli studi di A. Spamer), fu soprattutto la Francia, luogo
privilegiato dell’industria del santino, a diffondere il tema
della divina Maternità. Magistralmente, nella doppia effigie “Maria-Gesù Bambino”, seppero esprimersi generazioni di
editori, come Turgis, Dopter, Eymard, Bès et Dubreuil, Bouasse-Lebel, Letaille-Baumard, Tony, Villemur, ecc.
Tuttavia, oltre la Vergine-Madre, è possibile tracciare una
sorta di mappa santorale, su cui si annodano diverse figure
di santi e di sante che hanno vissuto l’esperienza mistica delle
straordinarie visioni natalizie o hanno testimoniato il diretto
contatto estatico col divino Infante.
Va da sé che a far da capofila tra queste figure santorali
vi sia San Giuseppe custos Redemptoris (fig.5) e attore privilegiato
e diretto del mistero dell’Incarnazione, padre tenerissimo
e devoto di quel Figlio tanto speciale. Insieme ai santini
della Vergine con Bambino, quelli del Santo falegname
narrano e discutono della diffusa devozione popolare, tributata
con ogni forma figurativa a questo Santo, intimo familiare
di Gesù e terzo attore del progetto
salvifico dell’Altissimo.
Dopo Maria sua sposa, egli è
il protagonista più raffigurato
nei santini di ogni tempo e di
ogni luogo e mai la sua figura
si trova disgiunta da quella
del Bambino e non di rado si
accosta alle altre due figure
nelle immaginette che hanno
a tema la Sacra Famiglia, Trinità
terrena.
Sarebbe un’offesa ai tanti
cultori e studiosi del santino,
elencare qui tipologie figurative
e case editrici dei santini
di S. Giuseppe, di cui esistono
anche incisioni antiche (sec.
XV-XVI) e manufatti di straordinario
valore storico e artistico
(sec. XVII-XVIII).
E non voglio tacere, andando
sul filo cronologico del
ciclo natalizio dei “Santi
Magi” (fig.6), giunti dall’Oriente
guidati dalla stella
(Mt 2,1) e codificati come
simbolo di fede e di adorazione
dell’Unigenito da parte
dei popoli della terra. D. M.
Turoldo, interpretando la cultura
popolare sui Magi, li chiami “i Santi più nostri,i pellegrini
del cielo, gli eletti, l’anima eterna dell’uomo che cerca,
cui solo Iddio è luce e mistero”.
Fu nel Medioevo - con la traslazione
da Milano a Colonia (nella cattedrale di S. Pietro)
delle reliquie dei tre Sapienti, ordinata da Federico Barbarossa
(1162) - che si diffuse il culto santorale nei confronti
dei tre regali Adoratori di Gesù Bambino (il Martirologio Romano
ne celebra la memoria il 24 luglio). L’arte colta, a partire
da quella paleocristiana e bizantina, ha dedicato loro
opere di straordinaria bellezza e varietà; ma il meraviglioso
patrimonio dei santini ha fatto il resto,
offrendo piccoli capolavori che attestano il favore incontrato nella cultura cristiana, riconoscendoli, dopo
gli umili pastori, quali testimoni della rivelazione della venuta
di Cristo. (continua)
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CONGREGAZIONE DELE CAUSE DEI SANTI
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15.XII.2015: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 14 dicembre 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza S.E. Rev.ma il
Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Nel corso dell’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione delle
Cause dei Santi a promulgare i seguenti decreti.
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A) UNA NUOVA SANTA
Il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del decreto
riguardante un miracolo, attribuito all’intercessione
della Beata Maria Elisabetta Hesselblad. Rimaniamo in attesa
di conoscere la data della Cerimonia di Canonizzazione
MARIA ELISABETTA HESSELBLAD (1980-1957)
Maria Elisabetta nasce nel villaggio di Faglavik (Svezia) il
4 maggio 1870, da una famiglia luterana. Passa la sua infanzia
in diversi luoghi, seguendo gli spostamenti familiari, finché
a soli diciotto anni, emigra negli
Stati Uniti d’America in cerca di lavoro.
Una volta giunta là è ricoverata in condizioni
gravi. Decide che se sopravvive
avrebbe fatto l’infermiera. Viene assunta
presso il Roosevelt Hospital. Fondamentale
per la sua conversione è l’incontro
con il gesuita P. Hagen, direttore
dell’osservatorio di Georgetown. Grazie
alla sua guida, il 15.8.1902 riceve il
battesimo nella Chiesa cattolica.
Nel
1903 giunge a Roma dove in P.za Farnese scopre la casa di S.
Brigida. Comprende che il Signore la sta chiamando a una
missione speciale. Intraprende una serie di viaggi in Europa
per far conoscere la sua intenzione di far risorgere l’Ordine
brigidino alle poche e disperse comunità allora esistenti.
All’inizio
non è sua intenzione fondare un nuovo Ordine; vuole
solo ravvivare quello antico, nella stessa Casa dove S. Brigidaè vissuta e morta. Accarezza il sogno di portare le Suore Brigidine
nuovamente in Svezia e di impiantare l’Ordine in qualsiasi
altro Paese dove Dio l’avesse voluto, per diffondere il
vero spirito dell’unità cristiana e del servizio agli altri così
come l’antico Ordine di S. Brigida, l’aveva fatto. Incoraggiata
da S. Pio X, nel 1911 dà inizio alla sua opera, che sarà approvata
nel 1940. È del Segretario di Stato, il Cardinal Merry del
Val, la frase che delinea la personalità, della Beata Madre Elisabetta“La donna più straordinaria di Roma”.
Nel 1943,
quando Roma era in mano ai nazisti, Maria Elisabetta (mettendo
a rischio la propria vita) ospita senza alcun distinguo
ebrei, poveri, rifugiati, comunisti italiani, tedeschi e polacchi.
In una lettera inviata a sua sorella Eva scrive:
Il 5 giugno 1869, Padre Simpliciano viene chiamato a
Roma, presso il Convento di Aracoeli, con il compito di segretario
generale della Provincia degli Alcantarini e Recolletti,
lavorando (continua)
B) QUATTRO NUOVI BEATI
È stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito all’intercessione
dei Venerabili Servi di Dio Ladislao Bukowinski,
Maria Celeste Crostarosa, Maria di Gesù (al secolo:
Carolina Santocanale) e di Itala Mela. Rimaniamo in attesa
di conoscere la data della loro cerimonia di beatificazione.
1 - LADISLAO BUKOWINSKI (1904-1974)
Ladislao nasce a Berdyczów (Ucraina) il 22 dicembre
1904. È ordinato sacerdote il 28.6.1931. È vicario e catechista
a Rabka dal 1931 al 1935, a Sucha Beskidzka nel 1936 e poi
fino al 1945 è a Volyn Lutsk, dove dal 1936 al ’39 insegna catechesi
e sociologia nel Seminario maggiore. È direttore dell’Istituto
Superiore di Scienze Religiose e vicedirettore di “La
vita cattolica”.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale
e l’invasione sovietica della Polonia
del settembre 1939, il vescovo di
Luck Adolf Szelążeknomina P. Wladyslaw
Bukowinski parroco della cattedrale
di Lutsk. I valori spirituali, l’intelligenza,
la calma e la compostezza,
nonché una buona conoscenza della
lingua russa non gli risparmiano il
carcere.
Infatti, il 22.8.1940 è arrestato
dalla NKVD ed è condannato a otto
anni di campi di lavoro. Il 23.6.1941, i russi della NKVD, dovendo
svuotare il carcere di Lutsk, decidono di fucilare i prigionieri:
il proiettile destinato a Padre Ladislao non lo raggiunge
e scampa così alla morte mentre nel cortile della
prigione, sotto i proiettili, dà l’assoluzione ai suoi vicini. Torna,
quindi, ai suoi doveri di parroco della cattedrale, e non solo.
Infatti si prende cura delle famiglie dei prigionieri e salva i
bimbi ebrei nascondendoli tra le famiglie cattoliche. (continua)
2 - MARIA CELESTE CROSTAROSA (1696-1755)
Nasce a Napoli il 31 ottobre 1696 coi nomi di Giulia Marcella.
Nel 1718 entra nel monastero carmelitano di Marigliano,
con la sorella Orsola. Con lei si trasferisce nel 1724 a
Scala (Salerno), presso il monastero
fondato da padre Tommaso Falcoia,
suo direttore spirituale, passando alla
regola della Visitazione.
Il 25 aprile
1725, dopo aver ricevuto la Comunione,
comprende che Dio vuole che
lei fondi un nuovo istituto, che si conformi
nelle regole alla vita di Gesù Salvatore.
Con il fondamentale apporto di
don Alfonso Maria de’ Liguori, futuro
santo, il 13 maggio 1731 ha inizio
l’Ordine del SS. Salvatore, che con
l’approvazione pontificia, nel 1750, cambia il titolo in “del SS.
Redentore”. Popolarmente le monache sono note come “Redentoriste”
o “Redentoristine”.
Fatta oggetto d’incomprensioni e di ostilità, suor Maria Celeste
vive le sue tribolazioni con pazienza e grande maturità
spirituale, sapendo di dover condividere il cammino pasquale
del Redentore.
Muore il 14 settembre 1755 a Foggia, dov’era
riuscita a fondare un monastero secondo il suo progetto di vita
religiosa.
Oltre alla stima di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, suor
Maria Celeste gode di quella del giovane fratello redentorista
Gerardo Maiella (continua)
3 - MARIA DI GESÙ SANTOCANALE (1852-1923)
Carolina Concetta Angela nasce a Palermo il 2 ottobre
1852. Appartiene al nobile casato dei Baroni della Celsa Reale
e viene educata come si conviene
a nobili. A 19 anni è
chiamata al capezzale del
nonno, morente a Cinisi (Palermo),
dove incontra don
Mauro Venuti, il sacerdote che
diverrà il suo Direttore spirituale.
A Cinisi, dopo l’acuirsi
della crisi sociale ed economica
del 1866, viene a contatto
con i numerosi poveri, i
disabili, i malati abbandonati,
le fanciulle orfane. Nel 7mo
centenario della nascita di san
Francesco d’Assisi, 1882, il
Santo Padre Leone XIII incoraggia i parroci a promuovere
Terz’Ordine Francescano, oggi OFS (ordine
francescano secolare). Carolina può così unificare
i suoi due ideali, di contemplazione, seguendo
la spiritualità di Francesco d’Assisi e di azione, aiutando i poveri. Una malattia la sottopone a sedici mesi di forti dolori.
Guarisce nel 1887 e il 13 giugno dello stesso anno, veste
l’abito religioso seguendo la Regola di Terziaria francescana,
seguita a breve distanza da tre giovani della parrocchia. D’ora
innanzi il suo nuovo nome è Suor Maria di Gesù. Come Francesco
si fa povera tra i poveri. Con la bisaccia sulle spalle gira
di porta in porta e dà ai poveri quanto riceve in elemosina. Il
suo cuore è così grande, nobile e materno che nessuno, a Cinisi,
rimane senza il suo generoso ed affettuoso interessamento
specie se persona vecchia, malata, sofferente, sola. (continua)
4 - ITALA MELA (1904-1957)
Itala nasce a La Spezia il 28 agosto 1904. Nel 1915 riceve
la Prima Comunione e la Cresima. La morte del fratellino di
nove anni il 27.2.1920 la scuote talmente da professarsi
atea. Nel 1922 si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università
di Genova. Il successivo 8 dicembre, a seguito di una violenta
scossa interiore, inizia per lei una nuova vita basata sul motto:“Signore, se ci sei fatti conoscere“.
Nel 1923 entra a far parte
della FUCI, ove incontra diverse personalità, fra cui il futuro
Paolo VI, Giovanni Battista Montini e Padre Agostino Gemelli.
Il 3 agosto 1928, a Pontremoli, vive le prime esperienze di Dio
in sé: dal tabernacolo della
chiesa del Seminario riceve
un raggio di luce e il messaggio
divino “Tu la farai conoscere“.
A settembre pensa
alla vocazione benedettina,
ma deve rinunciarvi perché
ammalata.
Nel marzo 1929 è colpita
da una febbre altissima,
pensa, “Per me è finita“, ma
a Pentecoste dello stesso
anno si offre Vittima all’Amore
misericordioso. Il
giorno della SS. Trinità riceve
dal Belgio una lettera, con la quale viene invitata a immergersi
nella Trinità e a cambiare nome: Maria della Trinità. Nel
1933 conclude il noviziato benedettino con la professione
come Oblata del Monastero in San Paolo fuori le Mura, a
Roma. L’11 giugno 1933, con il quinto voto, l’Inabitazione diventa
il centro della sua vita e della sua missione nella Chiesa.
Il 27 luglio, per malattia, lascia Milano e torna a La Spezia.
Nel 1936 è rapita da frequenti visioni celesti della Trinità, nonché
da persecuzioni del demonio: vive la vita in carità ed
umiltà. Nello stesso anno, compie il voto del più perfetto e le
nozze mistiche.
Nel 1937, le muore la madre, e per difficoltà
economiche abbandona l’insegnamento. (continua)
(Mirco Camporesi)
C) DODICI NUOVI VENERABILI
Sono stati inoltre promulgati altri 12 decreti riguardanti
l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto,
acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Venerabile ANGELO RAMAZZOTTI
(1800-1861)
Angelo Francesco nasce a Milano il 3.VIII.1800. Si laurea
nel 1823 in Diritto civile ed ecclesiastico presso la facoltà di
Legge della Regia Università di Pavia. Diviene sacerdote il 13
giugno 1829, ed entra fra gli Oblati Missionari di Rho, impegnandosi
nella predicazione di esercizi spirituali e nelle missioni
popolari.
Nel 1850 concretizza il
desiderio di Pio IX che a Milano nasca
un seminario per preparare missionari
da donare al mondo. E il suo Seminario
lombardo per le missioni estere è in
qualche modo un anticipatore del legame
tra la missione ‘ad gentes’ e le
Chiese locali che molti anni dopo Pio
XII avrebbe posto al centro dell’enciclica‘Fidei donum’.
A lui però non è
dato di partire per terre lontane: il Papa lo chiama a vivere il
ministero pastorale in Italia, come Vescovo di Pavia, diocesi
dove giunge il 28.IX.1850, rimanendovi fino al 1858, quando
diviene Patriarca di Venezia. Nel tempo difficile del Risorgimento
vive con spirito missionario questo suo ministero, come
uomo di pace, attento ai bisogni dei poveri. Continua a seguire
la sua fondazione (continua)
2 - Venerabile GIUSEPPE VITHAYATHIL
(1865-1964)
P. Joseph Vithayathil nasce il 23.VII.1865 a Puthenpally
(India). Entra nel seminario annesso al monastero carmelitano
di Elthuruth il 30.V.1881 a 15 anni. La sua formazione sacerdotale è a St Thomas Seminary di Thrissur e nel seminario
maggiore di Puthenpally. È ordinato sacerdote
l’11 marzo 1894. P. Vithayathil
presta servizio nelle parrocchie di Ollur,
Mukkattukara, Kandassankadavu, Chalakudy,
Edathuruthy, Pariyaram, Kottekad,
Mala e Puthenchira.
È il direttore spirituale
della Beata Mariam Thresia Chiarmel
dal 1902 al 1926 e con lei il 14 maggio
1914 fonda la Congregazione delle
Suore della Sacra Famiglia (CHF). Si
prende cura della Congregazione dopo la morte della fondatrice
(1926) fino alla formazione del suo primo Consiglio nel
1942. Padre Joseph (continua)
3 - Venerabile GIUSEPPE MARIA ARIZMENDIARRIETA
(1915-1976)
P. José María Arizmendiarrieta Madariaga nasce nella tenuta
Iturbe del Barrio de Barinaga in Markina, Biscaglia (Spagna)
il 22.4.1915. Nel 1928, inizia gli studi nel Seminario minore
di Castillo-Elexa-Beitia, passa poi al Seminario
maggiore, ma gli studi verranno poi sospesi
a causa della guerra civile spagnola.
Serve come giornalista nell’esercito basco.
Fatto prigioniero dopo la caduta di Bilbao
(nel carcere Larrinaga), è riconosciuto colpevole,
ma scampa la pena di morte. Sarà
poi anche scagionato dalle accuse. Alla
fine della guerra, torna al Seminario di
Gasteiz/Vitoria e il 21.XII.1940 è ordinato sacerdote. Desidera
studiare sociologia a Lovanio, ma il vescovo decide per la città
di Arrasate, conosciuta in spagnolo come Mondragon. Qui rimane
fino alla morte.
Possiamo suddividere il suo ministero a Mondragon in tre
periodi. Dal 1941 al 1956 il contatto con la gioventù, anche
come cappellano del JOC, e altri movimenti di Azione Cattolica
specializzati (HOAC o Christian Workers Movement). Dal
1956 al 1973, il lavoro con il movimento cooperativo di Mondragon.
Nel 1973 lavora per una comunità che avrebbe costruito “la società senza classi”, compresi i progetti per i bambini
e gli anziani. Una delle prime iniziative di don Arizmendi è stata la fondazione, insieme con i leader della Azione Cattolica
JOC e giovanile (continua)
4 - Venerabile GIOVANNI SCHIAVO (1903-1967)
Giovanni nasce a Sant’Urbano, frazione
di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza,
l’8 luglio 1903. Dopo aver studiato
nel seminario della Congregazione di San
Giuseppe, fondata da san Leonardo Murialdo,
domanda di essere ammesso come
religioso. Accolto da padre Eugenio Reffo,
successore del Murialdo (Venerabile dal
2014), compie la prima professione il 28
agosto 1919 e, terminati gli studi, viene ordinato sacerdote il
10 luglio 1927 a Vicenza.
Dopo quattro anni di apostolato in Italia, è inviato in Brasile,
dove esercita il ministero in varie comunità. Terminati i
suoi incarichi, cura in particolare la formazione del gruppo (continua)
5 - Venerabile VENANZIO MARIA QUADRI
(1916-1937)
Antonio nasce a Vado di Monzuno (BO) il
9 dicembre 1916 da Giuseppe e da Pia Castelli.
Nel maggio 1926 riceve con pia commozione
i sacramenti dell’Eucaristia e della
Cresima. Ragazzo intelligente, dà subito
prova di autorevolezza e di leader con i propri
coetanei. Nel 1929 inizia il ginnasio a Ronzano
dai Servi di Maria.
Nell’agosto del 1932
inizia l’anno di noviziato. Nell’indossare l’abito dei Servi di
Maria, Tonino assume il nome di fr. Venanzio. Emette i voti
semplici il 29.VIII.1933, a Reggio Emilia, davanti all’altare
della Vergine Ss.ma della Ghiara, formulando il desiderio di
offrirsi “vittima all’amore divino”. fr. Venanzio viene trasferito
nel convento dei Servi a Bologna per affrontare il biennio filosofico.
Durante la sua breve vita dimostra una forte devozione
per la Madonna e per Gesù e la pratica delle virtù cristiane nei
semplici atti della vita quotidiana. È colpito da improvvisa malattia
durante il suo soggiorno a Roma dove si trova, in qualità
di Chierico Professo, nel Collegio Sant’Alessio Falconieri e qui
muore in odore di santità il 2 novembre 1937. (continua)
6 - Venerabile GUGLIELMO GAGNON
(1905-1972)
Guglielmo nasce ed è battezzato il 16 maggio 1905 a
Dover, New Hampshire, Stati Uniti d’America da genitori canadesi
francesi, che vivono sia in New England che Quebec,
Canada. Fin da giovane sente una particolare vocazione: prendersi
cura degli altri. Scopre il compimento di questa chiamata
quando entra nell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.
Emette i voti religiosi il 20 novembre
1932 a Montreal, Quebec. Dopo aver occupato
diverse funzioni, il suo sogno di
essere missionario diviene realtà
quando il 18 gennaio 1952 giunge con
altri due fratelli canadesi alla missione
Bui-Chu, nel nord del Vietnam. Durante
17 anni, la sua azione apostolica si concentra,
oltre all’inserimento dell’Ordine
in Vietnam, al ministero missionario per
migliaia di rifugiati. L’ospitalità come un modo di essere e di
agire nei confronti di chi ne ha bisogno è spronata da un profondo
senso di rispetto per la vita e da una vita di preghiera.
E infatti la sua spinta quotidiana alla missionarietà nasce dalla
forte devozione al Sacro Cuore di Gesù e alla Beata Vergine
Maria. (continua)
7 - Venerabile TERESA ROSA F. DE SALDANHA
OLIVEIRA E SOUSA (1837-1916)
Teresa nasce a Lisbona (Portogallo) il
4 settembre 1837 da famiglia profondamente
cattolica. È battezzata il giorno
dopo la nascita, nella cappella della sua
casa. Padre Lawrence Richmond è il suo
direttore spirituale fin dall’infanzia.
Riceve
la prima comunione nel 1848. Teresa
ha un cuore sensibile, è toccata da
ciò che vede e sente: “I bambini poveri,
che miseria! Che peccato mi fa guardare
i volti delle ragazze della fabbrica! Dobbiamo salvare i figli
del nostro popolo“.
Nel 1856 scrive una regola in cui è chiaro
la scelta fondamentale: Dio e i poveri. Fonda la prima congregazione
religiosa Portoghese, dopo l’estinzione degli ordini
religiosi nel 1834: la Congregazione di Portogallo delle Suore
Domenicane di S. Caterina da Siena. Il 9.XI.1887 viene eletta
prima Madre Generale della Congregazione.
Il 6.IX.1889 riceve
il decreto di approvazione e di lode delle Costituzioni. In
questi anni governa la Congregazione con saggezza e discernimento
cercando di ascoltare le chiamate di Dio e degli uomini. (continua)
8 - Venerabile MARIA EMILIA RIQUELME ZAYAS
(1847-1940)
Maria Emilia nasce a Granada (Spagna) il 5 agosto 1847
da nobile famiglia e pii genitori. Ha solo sette anni quando
muore la sua mamma. Si rafforza in lei la devozione e la fiducia
verso la Madonna, la Mamma celeste. In gioventù sente la chiamata
a dedicarsi a Dio, ma il dovere di prendersi cura di suo
padre vedovo e dei suoi fratelli gli impedisce di concretizzare
questo ideale.
Nel frattempo, divide il suo tempo tra la catechesi
e l’attenzione ai più poveri e bisognosi.
Nel 1885, alla
morte del padre, entra nella vita religiosa. Guidata dallo Spirito
Santo nel 1896 fonda una nuova congregazione e cioè l’Istituto
delle Missionarie del Ss.mo Sacramento e
della Beata Vergine Maria Immacolata. Il
25 marzo di quell’anno veste l’abito religioso
insieme a sette compagne. Ha scoperto
il valore e l’importanza della educazione
cristiana come mezzo privilegiato di
evangelizzazione e vuole portare la presenza
e messaggio di Gesù in luoghi in cui
non è ancora noto e dove i nostri fratelli
sono nel bisogno.
Vengono fondate case in
Spagna, Brasile e Portogallo (continua)
9 - Venerabile MARIA SPERANZA DELLA CROCE(1890-1967)
Salustiana Antonia nasce l’8 giugno 1890 a Monteagudo
(Spagna). Nel 1917 entra nel monastero di clausura agostiniano
dell’Incarnazione di Madrid. Qui
svolge l’anno di noviziato con il nome religioso
di Maria Esperanza de la Cruz.
Il
nome è un programma di vita: “Amare le
anime perché sono il tesoro di Cristo redento
con il suo sangue prezioso, la sua
indicibili sofferenze e morte della croce“.
Il 10.XII.1918 fa la professione semplice
e tre anni dopo pronuncia i voti solenni.
Il 14 gennaio 1931, risponde alla richiesta
del vescovo Francisco Javier Ochoa, agostiniano, Prefetto
apostolico di Kweitehfu (Cina), alla ricerca di nuovo personale
per la sua missione.
Sr. Esperanza parte per la Missione con
due consorelle Suor Angela de San Rafael e suor Carmela de
San Agustin. Esse avviano un faticoso processo di integrazione
della cultura locale. Si impegnano nella formazione dei
catechisti, svolgono catechesi in periferia e nei villaggi vicini,
per l’amore ai poveri e ai bisognosi.
Dopo il terzo anno le consorelle
dovevano rientrare in Spagna, ma la Guerra civile è
una difficoltà e le suore chiedono di rimanere nella missione
e di essere aggregate alla Congregazione delle Suore Agostiniane (continua)
10 - Venerabile EMANUELA MARIA
MADDALENA KALB (1899-1986)
Helena nasce il 26 agosto 1899 in Jaroslaw (Polonia) da una
famiglia ebraica. Fin da bambina desidera trovare la verità. A
diciassette anni, durante un ricovero in
ospedale, incontra alcune suore il cui servizio
disinteressato al prossimo nel nome
di Cristo lascia un segno profondo nel
cuore. Decide così di convertirsi al cattolicesimo
e il 18.1.1919 viene battezzata
nella Cattedrale di Przemyśl , con il nome
di Maria Magdalena, nonostante l’opposizione
della sua famiglia.
Nel 1927 entra
nella Congregazione delle Suore Canonichesse
di Spirito Santo in Sassia e riceve
il nome di Emanuela. Nella sua lunga vita religiosa ha diversi
incarichi e responsabilità: insegnante, maestra delle novizie,
Segretario Generale. (continua)
11 - Venerabile NICOLA WOLF (1756-1832)
Nicola nasce a Neuenkirch (Svizzera) il 1° maggio 1756.
Nel 1773 la famiglia si trasferisce a Rippert Schwand. Nello
stesso anno muore sua mamma. Nel 1775, all’età di 19 anni,
il giovane Nicola icompie un pellegrinaggio a Roma dal quale
torna vivamente colpito dal Papa e dalla Chiesa.
L’8 febbraio
1778 sposa Barbara Müller. Dal matrimonio nascono nove
figli, di cui 4 muoiono ancora bambini, 3 figlie entrano in monastero
ed un maschio ed una femmina si sposeranno.
Nicola è
un padre esemplare ed attento e la religione è a fondamento
della vita quotidiana. Padre di famiglia,
agricoltore, uomo politico (nel
febbraio 1798 è stato eletto come rappresentante
del popolo al Parlamento di
Lucerna), laico, guida spirituale. Nicola è uomo dalla fede incrollabile,
prega molto per la Chiesa e per la
società e fonda gruppi di preghiera
che si diffondono in tutto il cantone. (continua)
12 - Venerabile TERESIO OLIVELLI (1916-1945)
Teresio nasce a Bellagio (Como) il 7 gennaio 1916, ma
poco dopo la famiglia ritorna nei propri luoghi di origine, a
Mortara (Pavia). Giovane pio, frequenta
l’Azione cattolica. Dopo il liceo a Vigevano,
si iscrive a giurisprudenza nell’università
di Pavia
Allo studio ed allo
sport unisce l’attenzione ai poveri. Non
vuole separare la sua fede dalla vita
pubblica e, per questo, “non esita ad
inserirsi dentro le realtà umane, anche
nel fascismo, e poi nella Resistenza, per
essere testimone di un agire evangelicamente
fecondo e portare il suo contributo di credente nella
costruzione della società”. Partecipa alla II Guerra mondiale
e parte per la drammatica campagna di Russia.
Tornato in patria si rifiuta di aderire alla Repubblica di
Salò ed entra nella Resistenza cattolica fondando il giornale“Il Ribelle”. Perseguitato dai nazisti viene mandato nei lager
di Fossoli, Bolzano, Flossenbürg ed Hersbruck dove diventa
testimone della fede e della carità. (continua)
17.XII.2015: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 17 dicembre 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata
S.E. Rev.ma il Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti Decreti riguardanti:
A) UNA NUOVA SANTA
Un miracolo, attribuito all’intercessione della Beata
Teresa di Calcutta (al secolo: Agnese Gonxha Bojaxhiu),
per la quale si resta in attesa di conoscere la data della
cerimonia di canonizzazione.
TERESA DI CALCUTTA (1910-1997)
Agnes nasce il 26 agosto 1910 a Skopje (oggi Macedonia),
da una famiglia cattolica albanese. A 18 anni decide
di entrare nella Congregazione delle Suore Missionarie di
Nostra Signora di Loreto. Partita nel 1928 per l’Irlanda, un
anno dopo è già in India. Nel 1931 la giovane Agnes emette
i primi voti prendendo il nuovo nome di suor Mary Teresa
del Bambin Gesù (scelto per la sua devozione alla santa di
Lisieux), e per circa vent’anni insegnerà storia e geografia
alle ragazze di buona famiglia nel collegio delle suore di Loreto
a Entally, zona orientale di Calcutta.
Oltre il muro di
cinta del convento c’è Motijhil con i suoi odori acri e soffocanti,
uno degli slum più miserabili della megalopoli indiana.
Da lontano sr.Teresa può sentirne i miasmi che arrivano
fino al suo collegio di lusso. È l’altra faccia dell’India,
un mondo a parte per lei, almeno fino a quella fatidica sera
del 10.9.1946, quando avverte la “seconda chiamata” mentreè in treno diretta a Darjeeling, per gli esercizi
spirituali.
Durante quella notte una frase continua a martellarle
nella testa per tutto il viaggio, il grido dolente di Gesù
in croce: “Ho sete!”. Un misterioso richiamo che con il passare
delle ore si fa sempre più chiaro e pressante: lei deve
lasciare il convento per i più poveri dei poveri. Quel genere
di persone che non sono niente, che vivono ai margini di
tutto, il mondo dei derelitti che ogni giorno agonizzano sui
marciapiedi di Calcutta.
Suor Teresa lascia il convento di Entally con cinque rupie
in tasca e il sari orlato di azzurro delle indiane più povere,
dopo quasi 20 anni trascorsi nella congregazione delle Suore
di Loreto. È il 16.8.1948. La piccola Gonxha di Skopje diventa
Madre Teresa e inizia da questo momento la sua corsa
da gigante.
Il 7.10.1950 la nuova Congregazione ottiene
l’approvazione diocesana. È una ricorrenza mariana, la esta
del Rosario, e di certo non è casuale, dal momento che a
Maria è dedicata la nuova famiglia eligiosa. L’amore profondo
di Madre Teresa per la Madonna ha salde radici nella
sua infanzia, a Skopje, quando mamma Drone, che era
molto religiosa, portava sempre i suoi figli (oltre a Gonxha
c’erano Lazar e Age) in chiesa e a visitare i poveri, ed ogni
sera recitavano insieme il rosario.
“La nostra Società – si
legge nel primo capitolo delle Costituzioni – è dedicata
al Cuore Immacolato di Maria, Causa della
nostra Gioia e Regina del Mondo, perché è nata
su sua richiesta e grazie alla sua continua intercessione
si è sviluppata e
continua a crescere”.
La figura della Vergine
ispira lo Statuto delle Missionarie
della Carità, al punto
che ognuno dei 10 capitoli
delle Costituzioni è introdotto
da una citazione tratta dai
passi mariani dei Vangeli. In
aggiunta ai tre usuali voti di
povertà, castità e obbedienza,
ogni Missionaria
della Carità ne fa un quarto
di “dedito e gratuito servizio
ai più poveri tra i poveri“, riconoscendo
in Maria l’icona
del servizio reso di tutto cuore, della più autentica carità.
La devozione al Cuore Immacolato di Maria è l’altro
aspetto del carisma mariano e missionario dell’opera di
Madre Teresa,
(Fonte: Maria Di Lorenzo, in www.santiebeati.it)
17.XII.2015: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 17 dicembre 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata
S.E. Rev.ma il Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti Decreti riguardanti:
B) TRE NUOVI VENERABILI
Sono stati inoltre promulgati 3 decreti riguardanti
l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio i quali, pertanto,
acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Venerabile GIUSEPPE AMBROSOLI
(1923-1987)
Giuseppe nasce il 25 luglio 1923 a Ronago, nella diocesi
di Como, da Giovanni Battista appartenente alla famiglia dell’industria
del miele Ambrosoli e da Palmira Valli, ma lui sceglie
un’altra strada: diventare medico
laureandosi nel 1949 e poi sacerdote
comboniano, il 17.12.1955, ordinato
dall’Arcivescovo di Milano, mons.
Giovanni Battista Montini (il futuro
papa Paolo VI)
Il 1º febbraio 1956
parte per l’Uganda, destinato alla
diocesi di Gulu, lì viene mandato per
un breve periodo a Kalongo, dove c’è
solo un piccolo dispensario. Padre
Ambrosoli si rimbocca le maniche e
si dedica alla costruzione di un ospedale, mentre completa gli
studi di teologia nel seminario di Lacor, dedicandosi anche
allo studio della lingua Acioli, parlata localmente.
In breve
tempo l’ospedale di Kalongo si ingrandisce fino ad avere circa
350 posti letto e diventando ben presto un punto di riferimento
per l’intera Africa centro-orientale. Ambrosoli si dedica in particolare
alla chirurgia e all’ostetricia, sfruttando i brevi periodi
di vacanza in Italia per aggiornarsi professionalmente. Nel
1959, seguendo l’idea di Comboni di ‘Salvare l’Africa con
l’Africa’ coadiuvato dalle suore comboniane, fonda una scuola
per ostetriche e infermiere che contribuisce al miglioramento
della qualità dell’assistenza sanitaria ugandese.
Nel 1963 la
fondazione Carlo Erba gli assegnò il Premio Missione del Medico.
Nel 1972 associa al suo ospedale anche i lebbrosari di
Alito e Morulem. Nel 1985 l’Ordine dei Medici di Milano gli
consegna il Premio Pozzi Samuel “Una vita per la medicina”.
Ambrosoli accetta questi premi con molta riluttanza, affermando
che non li merita.
Con l’ascesa al potere di Idi Amin Dada che teme il predominio
degli acholi e dei langi nell’esercito e ne aveva iniziato
la persecuzione, con uccisioni in massa, l’attività di
padre Ambrosoli comincia a subire impedimenti e persecuzioni.(continua)
2 - Venerabile ADOLFO LANZUELA MARTINEZ
(1894-1976)
Leonardo nasce a Cella (Teruel - Spagna) l’8 novembre
1894, ottavo di dieci figli. Frequenta la scuola primaria e la
secondaria al paese natio. Successivamente l’Istituto Magistrale,
conseguendo il titolo di “maestro”. Morta la sua fidanzata,
si orienta alla vita religiosa ed
entra tra i Fratelli delle Scuole Cristiane.
È ammesso al Noviziato di Irún
(Guipúzcoa). Completata la formazione
religiosa, è inviato al Collegio La Salle
di Montemolín a Saragozza, dove in
pratica resta tutta la sua vita. Per un
breve periodo (3 anni) ricopre l’incarico
di direttore del Collegio.
Nel 1973 si ritira
nella casa di riposo dei Fratelli anziani
di Irún. Il 13 marzo 1976 ritorna
a Saragozza per assistere all’inaugurazione della nuova sede
del Collegio e per ricevere una onorificenza. Alloggia al Collegio
La Salle Gran Via, ma (continua)
3 - Venerabile ENRICO HAHN (1800-1882)
Heinrich nasce il 29 agosto 1800 ad Aquisgrana (Germania).
In famiglia riceve la sua prima formazione religiosa.
Compie i primi studi nella città natale, quindi prosegue nel
Liceo imperiale e nell’Athénée Royal. Si iscrive alla Facoltà di
Medicina di Gent e si laurea nel 1822. Per ottenere l’abilitazione
e il riconoscimento del suo titolo, ma anche per assolvere
agli obblighi di leva, Heinrich Hahn abita a Berlino, dove presta
servizio militare come chirurgo volontario per un intero
anno. Nel giugno 1824 si trasferisce nella sua città natale per
esercitare la professione medica
Sposa nel 1829 Maria Barbara
Odilia Känzler che gli dona dieci figli, quattro dei quali
muoiono in tenera età. Il dolore per la
loro perdita è mitigato solo dalla sua
grande fede. Esercita la sua professione
medica prendendosi cura dei
malati di tutte le estrazioni sociali. Si
distingue per il suo comportamento
caritatevole soprattutto a favore dei
più poveri e bisognosi
Alla professione
sanitaria affianca l’attività
scientifica con la pubblicazione di un
apprezzato e premiato studio sulla
meningite tubercolotica, una patologia
infantile ritenuta inguaribile e letale. Fonda l’associazione
missionaria San Francesco Saverio e l’Istituto Giuseppino per
accogliere i malati incurabili. Impegnato anche in politica, per
circa 40 anni ha ricoperto il ruolo di assessore ad Aquisgrana
e per tre anni quello di deputato al parlamento di Berlino.(continua)
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NOTIZIE DAL MONDO
FIRENZE, 8 gennaio 2016
CONCLUSIONE DEL PROCESSO DIOCESANO DI BEATIFICAZIONE DI MARIA CRISTINA OGIER
Si concluderà a Firenze venerdì 8 gennaio 2016 il processo diocesano di beatificazione di Maria
Cristina Ogier, terziaria francescana scomparsa nel 1974 a soli 19 anni d’età dopo una breve ma intensa
esistenza al servizio degli altri in nome della fede.
Maria Cristina Ogier nacque a Firenze il 9 marzo 1955. Nel 1959, quando aveva solo quattro anni, gli diagnosticarono
un tumore al cervello. Imparò a convivere con le limitazioni fisiche che il progresso della malattia
gli procurava. Né faceva mistero del suo male né lo ostentava ma anzi viveva intensamente la sua vita. Semplice,
gioiosa, impegnata in parrocchia, la sua vita è stata…. un canto alla vita! Visse in costante e prodigiosa
comunione con Dio, vedendolo e servendolo nei fratelli. Terziaria francescana, per aiutare gli ammalati, volle
essere dama dell’Unitalsi per accompagnarli e assisterli nei loro viaggi di speranza a Lourdes.
Lei ammalata s’impegnava, fino all’estremo delle forze, per dare conforto e assistenza agli altri ammalati.
Coinvolse tanti, anche scrivendo ai giornali, nelle opere di carità a favore degli ammalati, dei poveri e per le missioni. Il suo “amore
senza confini” le ispirò di allestire un battello fluviale attrezzato a piccolo Ospedale che inviò nel Rio delle Amazzoni e che porta il suo
nome.
Per questa iniziativa chiese ed ottenne (continua)
Fra Francesco Maria Ricci, O.P. - Postulatore
S.GIOVANNI ROTONDO, 10 ottobre 2015
TRASLAZIONE DELLE SPOGLIE DI FR.DANIELE NATALE
Lo scorso 10 ottobre alle ore 18,00, a San Giovanni Rotondo, su decisione autorizzata dall’arcivescovo diocesano,
mons. Michele Castoro, e dalla Congregazione delle Cause dei Santi, nel santuario di Santa Maria delle
Grazie, si è svolta la Celebrazione Eucaristica per la traslazione del corpo del servo di Dio, fr. Daniele Natale,
figlio spirituale di Padre Pio, in un apposito ambiente adiacente alla navata di destra della chiesa.
Fra Daniele
nasce a San Giovanni Rotondo l’11 marzo. Entra tra i Frati Cappuccini nel 1933. Il 12 maggio 1940 emette la
professione perpetua nel Convento di Montefusco.
Per volere dello stesso san Pio diviene suo Figlio spirituale. Dal santo di Pietrelcina impara a vivere il mistero
della sofferenza e della malattia come mezzo di purificazione e santificazione. Svolge gli uffici di portinaio,
cuoco, sacrista con dedizione ed umiltà.
A Foggia, durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale
(continua)
Michele Natale.
ASSISI, 12 ottobre 2015
SANTA MESSA PER IL IX ANN.RIO DELLA NASCITA AL CIELO DEL SERVO DI DIO CARLO ACUTIS
In occasione del 9° anniversario della nascita al Cielo del
Servo di Dio Carlo Acutis, il 12 ottobre 2015 alle ore 9.30,
presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi
(dentro la Chiesetta della Porziuncola), è stata celebrata
una Santa Messa in suo ricordo.
Carlo nasce a Londra, Inghilterra,
il 3 maggio 1991 e muore a soli 15 anni a Monza
il 12 ottobre 2006, colpito da una gravissima forma di leucemia.
Per Carlo la santità è il suo chiodo fisso, il suo obiettivo,
la molla che lo fa stare in modo “diverso” sui banchi
di scuola, in pizzeria con gli amici o in piazzetta per la
partita di pallone. Non è geloso del suo “kit per diventare
santi”, che regala generosamente a tutti e che, molto semplicemente, contiene: un desidero grande di santità, messa comunione
e rosario quotidiano, una razione giornaliera di Bibbia, un po’ di adorazione eucaristica, la confessione settimanale,
la disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri. “Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita”.
|
MOSTRE DI SANTINI |
Re (VB), 11 Agosto-15 Ottobre 2015
Mostra di immaginette devozionali “FIORI, FLORA E FAUNA”
Nell’ambito della commemorazione del terzo anno dalla scomparsa di Padre Gianfranco Valsesia, i parrocchiani di Olgia
hanno presentato nella Cripta del Santuario di Re (VB) una mostra di immaginette sacre dal titolo “Fiori, Flora e Fauna” provenienti
da collezioni private. L’esposizione, inaugurata l’11 agosto si è chiusa il 15 ottobre 2016.
Il socio Pierluigi Patritti di
Olgia di Re, principale espositore di questa mostra, ha esposto molti pezzi scegliendo il materiale più interessante della propria
collezione. Presso il Santuario della “Madonna del Sangue” nella Val Vigezzo, pertanto, sono stati esposti 36 pannelli contenenti
piccole opere d’arte che andavano dal 1500 agli inizi del 1900 (xilografie, canivet, conventuali, ecc. ecc.). |
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Roma, 3-10 Ottobre 2015
Mostra di Immaginette “SAN FRANCESCO E I SANTI FRANCESCANI”
Sabato 3 ottobre nella Cripta della Basilica di S. Antonio al Laterano (Roma, via Merulana 124), nell’ambito di una Esposizione
su San Francesco organizzata dall’Associazione Culturale Antoniana “Il Patriarchio”, il socio Augusto Mastrantoni ha presentato,
anche a nome dell’A.I.C.I.S., una mostra di immaginette sacre dal titolo: “San Francesco e i santi francescani“.
Attraverso le immaginette
devozionali della collezione personale di Mastrantoni si è potuto meditare la vita del Poverello di Assisi e sul messaggio
che San Francesco ci ha lasciato e che ancora oggi è vivissimo. |
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Imola (BO), 7-28 Novembre 2015 - Mostra di SANTINI
“LA RISURREZIONE ED ALTRI EPISODI DELLA VITA DI CRISTO
NELLA RACCOLTA DI FILIPPO BRICCOLI - Manufatti monastici dal XVII al XX secolo”
Il 7 novembre p.v. è stata inaugurata a Imola la mostra “La risurrezione e altri episodi della vita di Cristo nella raccolta
di Filippo Briccoli - Manufatti monastici dal XVII al XX secolo”. L’esposizione, curata dal socio Filippo Briccoli di Ravenna, è
stata ospitata nel Museo diocesano, che per la prima volta ha aperto i battenti per accogliere il materiale iconografico
che caratterizza le nostre raccolte di immaginette sacre. Il materiale esposto, costituito da manufatti, era di 146
pezzi, selezionati tra le seguenti tematiche e tipologie:– Gesù Bambino vestito. – Teche con Gesù Bambino in cera.
– Ricordi di Cresime e prime Comunioni. – Canivet. – Agnus Dei. – Reliquiari. – Papirografie. – Varietà di forme
e di funzioni negli oggetti devozionali.
La mostra è rimasta fruibile al pubblico fino allo scorso 28 novembre. |
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Follina (TV), 5-8 Dicembre 2015
Mostra di “SANTINI RICORDO DELLA COMUNIONE PASQUALE DAL 1785 AL 1966”
“Il 5,6,7,8 dicembre 2015 hanno visto l’ormai consueto, ma sempre rinnovato appuntamento con Colori d’Inverno, Mercatino
di Natale a Follina (Treviso). Infatti, nell’ambito di questa tradizionale manifestazione presento la mia esposizione di immaginette
sacre che quest’anno ha avuto per argomento “Santini ricordo della Comunione Pasquale, dal 1785 al 1966 “.
Da qualche anno le mie mostre, allestite in un nuovo elegante locale a due passi dalla trecentesca Abbazia, sono sempre visitabili
anche dopo le date della manifestazione telefonando al 3381467630”. (Mario Tasca) |
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Roma, 8 Dicembre 2015-10 Gennaio 2016
Mostra di santini “UN ANNO UNICO A BUON DIRITTO CHIAMATO SANTO”
L’8 dicembre a Roma, in via Merulana 124, nella Cripta della Basilica di Sant’Antonio al Laterano (piano stradale), è stata inaugurata l’annuale Mostra dei Presepi organizzata dall’Associazione Culturale Antoniana “IL PATRIARCHIO”.
Interessante il settore del nostro socio M° Augusto Mastrantoni di Roma dedicato all’avvenimento del momento “Il Giubileo
della Misericordia” e cioè lo sviluppo del tema: “Un anno unico a buon diritto chiamato Santo - Santini, foto, cartoline
dei Giubilei in Mostra (da Pio IX a Giovanni Paolo II)”. L’orario delle visite all’esposizione, che chiuderà il prossimo 10 gennaio, è il seguente:
giorni feriali: 16,00 - 19,00; domeniche e giorni festivi: 9,30-12,30.
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Ravenna, 25 Marzo-28 Maggio 2016
Mostra “LE ANTICHE XILOGRAFIE DELLA PASSIONE DI CRISTO”
Il 24 marzo 2016, a Ravenna, presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, verrà inaugurata la mostra
dedicata ad antiche xilografie alla Passione di Cristo. La mostra illustrerà l’indagine affascinante svolta dal giovane
studioso Lorenzo Gigante su cinque xilografie cinquecentesche raffiguranti episodi della Passione, facenti
parte di un ciclo prodotto nel Monastero di Altomünster in Baviera, acquistate nel 1989 dalla Biblioteca Classense
sul mercato antiquario. Oltre alle opere classensi verrà mostrata anche una raccolta di piccole immagini devozionali,
appartenenti alle collezioni di Vittorio Pranzini, che illustrano alcuni episodi della Passione di Cristo esemplificati
in incisioni circolanti in Europa durante tutta l’età moderna. La mostra sarà aperta dal 25 marzo al 28
maggio 2016, dal martedì al sabato dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17 chiuso lunedì e festivi. Ingresso gratuito.
Visite guidate per gruppi e scuole su prenotazione allo 0544-482116
ALCUNI ASPETTI DELLA PASSIONE DI CRISTO NELLE PICCOLE IMMAGINI DEVOZIONALI
Accanto alle cinque xilografie della Passione di Altomunster e ad altre rare incisioni e libri della Biblioteca
Classense, verrà esposta una raccolta di piccole immagini devozionali, appartenenti alle collezioni di Vittorio
Pranzini, che illustrano come il tema della Passione di Cristo sia stato molto diffuso e affrontato successivamente
anche in altre aree geografiche.
Appartengono, infatti, all’area fiamminga due incisioni a bulino,una delle quali dipinta a mano, della seconda metà del Seicento, che rappresentano
l’Arma Christi: una serie di oggetti collocati intorno a Gesù Bambino che dorme sulla Croce, simbolicamente rappresentativi dei vari momenti
della Passione. In uno di questi esemplari è rappresentata, in basso, la scena della Veronica che asciuga il volto di Gesù.
Gli altri esemplari esposti sono di produzione francese del Settecento, facenti parte di una collezione molto più ampia già appartenuta a Paul
Cordonnier-Detrie (1896-1980), uno studioso francese di storia locale, reperita alcuni anni fa in Italia sul mercato antiquario.
Fra le immagini che illustrano i vari momenti della Passione sono state scelte alcune scene con Gesù che porta la Croce durante la salita al monte
Calvario, così come sono descritte nelle 14 Stazioni del rito tradizionale della Via Crucis, una devozione che risale al Medioevo, come forma di meditazione
e di preghiera. Alcuni degli esemplari esposti, infatti, portano nella didascalia il riferimento alla rispettiva stazione: quando Gesù viene caricato
della croce o incontra sua Madre, la Veronica, oppure cade sotto il suo peso. Alcune di queste immagini della Via Crucis furono inserite nella recita del
Rosario, una devozione di origini tardo medievali, nella “posta” relativa ai Misteri Dolorosi, come si può vedere nel santino, probabilmente di produzione
tedesca, con l’immagine della Madonna Addolorata, trafitta da una spada, circondata da 7 vignette che rappresentano alcuni episodi della Via Crucis.
Esemplificativo di una forma devozionale simile alla precedente è un foglietto di produzione italiana che contiene una “Coronella in suffragio delle
anime purganti”, con l’immagine di Cristo in Croce dalle cui 5 piaghe sgorgano zampilli di sangue salvifico sulle anime del Purgatorio.
Sempre su questo tema desta particolare interesse un esemplare francese, con la discesa di Gesù dalla Croce, caratterizzato dal movimento dei numerosi
personaggi illustrati, di cui alcuni aggrappati a ben tre scale. Un’illustrazione dai tratti decisi che danno movimento alla scena, che ricorda un
dipinto di Rosso Fiorentino (1495-1540), pioniere del Manierismo italiano.
Tutti gli esemplari francesi, prodotti nel Settecento, sono incisioni a bulino
colorate a mano, generalmente in modo molto grossolano, utilizzando delle mascherine per ogni colore, talvolta rifinite a pennello per le ombreggiature,
con una tecnica tipica dell’imagerie populaire, prodotta principalmente a Parigi. L’incisione e la successiva stampa venivano fatte su fogli grandi,
colorati e tagliati successivamente, come si può vedere nel raro foglio esposto, suddiviso in 4 parti, ancora da tagliare. (Vittorio Pranzini)
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MOSTRA DI SANTINI “VENI SANCTE SPIRITUS”
Il 26 marzo 2016 nel Museo del paesaggio di Verbania Pallanza sarà inaugurata una mostra di immaginette sacre sul
tema: “Veni Sancte Spiritus - Lo Spirito Santo nella Collezione di Santini del Museo del Paesaggio”.
L’esposizione sarà curata dalla nostra socia Dr.ssa Maria Grazia Reami Ottolini, Direttrice della Sez.del Museo - Palazzo
Biumi - Salita Biumi 6 - Verbania.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 5 giugno p.v. con il seguente orario: da giovedì a sabato:
16/18.30. Domenica: 10/12; 15.30/18.30.
L’ingresso è gratuito!
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SESTO CENTENARIO DELLA NASCITA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA (1416-2016)
IL VOLTO DEL SANTO NELLE IMMAGINI
DI DEVOZIONE POPOLARE DAL XVI AL XX SECOLO
di Giancarlo GUALTIERI
In occasione della ricorrenza del VI centenario della nascita
di San Francesco di Paola (27 marzo 1416 – 27
marzo 2016), l’A.I.C.I.S. ha voluto rendere omaggio al
Santo Patrono della Calabria e dei Marinari, pubblicando sulla
Tessera d’iscrizione dei Soci per l’Anno 2016, una rara immagine
di un prezioso santino manufatto, un“canivet” del XVII secolo.
Inoltre, a cominciare da questo numero sarà pubblicata
la storia dell’iconografia di San Francesco di Paola attraverso
le immagini, incisioni e santini, dal XVI al XX secolo, tutte provenienti
dalla mia collezione privata. Un viaggio nel tempo, attraverso
piccoli “pezzetti di carta” che sono, a mio avviso, vere
e proprie opere d’arte e sono la testimonianza di quanto sia
stata grande la pietà popolare verso quest’umile frate fondatore
dell’Ordine dei “Minimi”, a cui sono legato da una profonda
devozione sin da quando piccolino facevo il chierichetto presso
la chiesa di Cosenza, la mia città natale, a Lui intitolata.
Nome: |
Francesco di Giacomo Martolilla
e Vienna da Fuscaldo
|
Nascita:
|
Paola (Cosenza) il 27 marzo 1416 |
Morte: |
Plessis-les-Tours (Francia) il 2 aprile 1507 |
Ordine: |
Fondatore dell’Ordine dei Minimi |
Canonizzazione: |
Papa Leone X il 4 maggio 1519 |
Attributi: |
Simbolo “CHARITAS”, bastone, mantello |
Patrono: |
Calabria, Regno delle due Sicilie,
naviganti e pescatori |
Patrocinio: |
È invocato contro la sterilità
e per avere figli maschi |
Parte prima - (Sec. XVI e XVII)
I primi ritratti del Santo, le xilografie ed i manufatti
Sono due i dipinti che, secondo i biografi del Santo, furono
usati come archetipi da molti artisti ed incisori del XVI e XVII
secolo per realizzare numerosi ritratti del Santo.
Il primo dipinto, di autore ignoto del XVI secolo, si trova
nella chiesa di S. Francesco di Paola (o dell’Annunziata) di
Montalo Uffugo, in provincia di Cosenza.
Il Santo è ritratto a figura intera su uno sfondo d’oro stellato
con il caratteristico saio dei minimi, il bastone tra le mani e gli
zoccoli ai piedi. Questo dipinto sarebbe la copia di quello fatto
al Santo dal vivo nel 1482/83, mentre soggiornava a Napoli
presso la corte del re Ferrante d’Aragona durante il suo viaggio
verso Tours in Francia
La leggenda vuole che il bravo pittore,
non ottenendo che il Santo posasse dinanzi a lui, eseguì l’opera
osservandolo attraverso la fessura della porta della sua stanza.
La riproduzione del dipinto la si ritrova nel corso dei secoli
successivi in molte incisioni e soprattutto, con diverse varianti,
in tantissimi santini in bianco e nero ed in cromolitografia del
XX secolo.
(Fig. 1) - Litografia F.lli Apicella – Napoli, S. Biagio, 38 - seconda
metà sec. XIX (cm.29x41), “Vera effigies S.P. Francisci de
Paula ex Prototipo, quod Ferdinandus Rex Neapolis An. 1482 et
S.P.GG egregius picturae coloribus curavit exprimi et Ecclesia
Minimorum di Sanctuari Paula Servatum”, “Vera effige S. P.
Francesco di Paola dal Prototipo che Ferdinando Re di Napoli
nell’anno 1482 curò di far dipingere ed è conservato a Paola
nel Santuario dei Minimi”.
(Fig. 2) - Fotolitografia della metà del sec. XX (cm.13x22) di
S. Francesco di Paola “Ritratto che si venera nella nostra chiesa
di Montalto Uffugo (Cosenza)”.
(Fig. 3) - Santino monocromatico in b/n del sec. XX (cm.
5,5x11) di S. Francesco di Paola, Stabilimento dalle Nogare e
Armetti - Milano.
(Fig. 4) - Santino in cromolitografia del sec. XX (cm. 6x12) di
S. Francesco di Paola, Stabilimento L.Salomone - Roma |
Il secondo dipinto lo eseguì il pittore francese Jean Bourdichon
(1457-1521), autore anche della più antica immagine che
ritrae il beato Francesco dinanzi alla Madre di Dio. Questi realizzò
l’opera utilizzando la maschera funeraria di gesso del
volto del Santo, che è senz’altro il ritratto più verosimile
di San Francesco di Paola.
Il dipinto, donato al
Papa Leone X dal re di Francia Francesco I in occasione della canonizzazione di Francesco, è purtroppo andato
disperso. Fu, però, ripreso da incisori famosi come F. Villamoena
(1526-1624) e successivamente usato come modello iconografico
da pittori famosi in molti dipinti, incisioni e svariati santini.
(Fig. 5) - Incisione in b/n – M. Lasnè - Francia 1645 (cm
16x22). Nell’incisione di M. Lasnè (1590-1667) il Santo è ritratto
in un ovale a tre quarti, si poggia con ambedue le mani sul suo
bastone ed indossa il classico saio con cappuccio del suo ordine.
Il volto arcuato evidenzia un naso aquilino e una lunga
barba.
Ai lati in quattro cerchi sono riportate le principali date della
sua vita:
• 1416 anno della sua nascita
• 1435 anno dell’istituzione del suo Ordine
• 1482 anno della sua venuta in Francia
• 1507 anno della sua morte.
In basso la scritta con il nome dell’autore M. Lasnè e l’anno
in cui l’incisione fu eseguita: 1645
Nella cornice intorno all’ovale è riportata la scritta: “Vero ritratto di S. Francesco di
Paola, eseguito dall’originale, che è conservato a Roma, in Vaticano,
che fu inviato da Francesco primo, Re di Francia, al Papa
Leone X che lo canonizzò l’anno 1519”. Al centro della cornice
che racchiude l’incisione in due piccoli cartigli sono riportate le
due principale regole del suo ordine “CHARITAS” ed “HUMILITAS”.
(Fig .6) - Incisione in b/n - F. Corsetti - Italia 1804 (cm
8,5x12). Nell’incisione di Francesco Corsetti datata 1804 sul bastone
del Santo compare anche il simbolo “CHARITAS” il suo
principale attributo.
(Fig. 7 )-Santino monocromatico color seppia del
sec. XX (cm 7,5x12) di San Francesco di Paola - Riproduzione
dell’incisione di M. Lasnè del 1645.
(Fig. 8) - Santino in cromolitografia prima metà sec. XX (cm
7x11) di San Francesco di Paola, ricavato dal ritratto del Santo
eseguito dall’incisore francese Jean Bourdichon (1457-1521)
suo contemporaneo.
Il volto del Santo
Le xilografie. Le prime raffigurazioni di San Francesco di
Paola le ritroviamo sin dal XVI secolo, appena dopo la canonizzazione
avvenuta nel 1519, soprattutto nei libri che narrano la
sua Vita o nei Leggendari delle Vite dei Santi, si tratta soprattutto
di incisioni in “rilievo” su una matrice in legno dette “xilografie”
(dal greco “xilo=legno” e “grafia=scrittura”). La figura,
scavata con particolari utensili muniti di lame, aveva un
risultato molto rudimentale.
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(Fig.9) - Xilografia b/n (cm 8x6,5) tratta dal libro “Flos Sanctorum”
di Alfonso di Villegas di Toledo tradotto in italiano da
D. Timoteo da Bagno Monaco Camaldolese - In Venetia appresso
i Guerra MDXCIII.
(Fig.10) - Xilografia b/n (cm 4x4,5) - Alli 2 d’Aprile - Tratta
da un libro sulla vita del Santo sec. XVII. |
(Fig.11 )- Xilografia b/n (cm 5,5x7,5) - S. Francisco - produzione
spagnola sec. XVII.
(Fig.12 )- Xilografia b/n (cm 5,5x10) - Saint Francois de
Paule - produzione francese sec. XVII. (continua) |
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Papa Francesco e l’Aicis
HO INCONTRATO PAPA FRANCESCO
di Gianni ZUCCO
Il tesoriere AICIS Gianni Zucco porge a tutti noi la sua testimonianza dell’incontro con
Papa Bergoglio dopo una celebrazione della Messa mattutina a Domus “Santa Marta”.
Papa Francesco. La mente corre subito a quella sera
del 13 marzo 2013: «Fratelli e sorelle buonasera, voi
sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo
a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali siano andati
a prenderlo alla fine del mondo...ma siamo qui».
Sono
queste le prime parole del primo Papa Francesco della storia
della Chiesa cattolica. Jorge Mario Bergoglio, argentino, 76
anni, gesuita, 266° Pontefice, è anche il primo sudamericano.
Il Papa ha parlato di una Chiesa in cammino, così come le tre
indicazioni che ha dato al popolo: amore, fiducia e fratellanza.
Diciamo subito che il gesto più spirituale, inatteso, e
per molti versi sconvolgente è il momento di raccoglimento,
quei lunghi attimi di silenzio in cui il nuovo Papa chiede ai
fedeli della piazza l’intercessione per una benedizione celeste:« Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un
favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo
che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera
del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo
in silenzio questa preghiera di voi su di me». «Grazie
tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto, ci vediamo
presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché
custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo».
Il Papa venuto dall’altro capo del mondo, già quel 13
marzo 2013 ha desiderato fin dalla prima apparizione chiedere
aiuto, preghiere e collaborazione a tutti gli uomini di
buona volontà affinché il suo mandato possa essere valido e
fruttuoso. E in questo spirito di partecipazione alla vita della
Chiesa che Egli, tra l’altro, ha
espresso il desiderio che
anche gruppi di fedeli provenienti
dalle Parrocchie possano
partecipare alla sua
S.Messa delle ore sette che
ogni giorno celebra nella cappellina
di Domus “Santa
Marta” in Vaticano :
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Papa Francesco e il nostro Assistente Ecclesiastico
padre Davide Carbonaro,
scambiano l’abbraccio della
pace durante la celebrazione
della Messa a Santa Marta
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Questa, per i pochi prescelti, non più di venticinque, è una
grande opportunità perché essere vicino al Papa celebrante,
guardare la sua gestualità, ascoltare le sue illuminate parole
in un ambiente ideale, silenzioso e raccolto, è una esperienza
eccezionale.A Roma le Parrocchie sono 338 e quasi tutte,
escludendo alcune al centro della città, molto estese e intensamente
popolate.
Ad esempio la mia Parrocchia all’Ardeatino,
dedicata a Nostra Signora di Lourdes, conta una presenza
di circa quindicimila abitanti, quindi è sempre
problematica la scelta da parte dei parroci per stilare il limitatissimo
elenco dei partecipanti. Il mio Parroco, ha scelto autonomamente
i nominativi premiando i collaboratori del Consiglio
Pastorale. Per il mio lavoro di volontariato sono stato tra
i prescelti.
Il nostro incontro con il Pontefice è avvenuto nel novembre
2015, alla vigilia della sua partenza per la visita pastorale
nell’Africa Centrale. Ed eccoci alla celebrazione della Santa
Messa. Papa Francesco entra da una porticina laterale della
cappella nel silenzio generale di attesa e curiosità
Noto subito
il suo passo non spedito, ma incerto, il volto stanco, mai
sorridente durante tutta la celebrazione, anzi preoccupato e
assorto. Lo seguo attentamente sia ascoltando l’omelia sia
partecipando al Sacrificio Eucaristico.
Un pensiero e una preoccupazione
mi pervadono… ma quest’uomo, alla vista cosi
debole, ha sufficienti energie per continuare questo ministero
petrino cosi faticoso e arduo?
Terminata la celebrazione, e dopo qualche tempo di riflessione,
siamo invitati dal cerimoniere ad uscire e a disporci in
fila fuori della cappellina.
Ed ecco la sorpresa: Papa Francesco
ci attende per incontrarci individualmente. Vuole conoscere il
nostro nome, la nostra attività; accetta le nostre domande, i
nostri auguri; sembra quasi non avere limiti di tempo, poiché
mostra attenzione a tutti, come un buon padre di famiglia con
i propri figli.
L’incontro è cordiale, sereno, rilassante. Egli è sorridente
e pieno di energia. È evidente che il contatto umano trasforma
quest’uomo, molto diverso da quello vissuto durante la celebrazione
della Santa Messa.
Quanta gioia ha riempito il mio cuore quel prezioso
tempo trascorso a tu per tu con Papa Francesco! Sarà impossibile
dimenticare i sentimenti di fraterna unione che sua
Santità ha profuso in me. Sono felice, pertanto, di condividere
con i lettori di “Santini e Santità” la testimonianza di
un incontro che per me rimarrà sicuramente unico e ringrazio
ancora il buon Dio di aver permesso questa
positiva esperienza che ha rafforzato il mio animo
nel contatto diretto con l’attuale rappresentante
di Gesù sulla terra.
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Inaugurazione Mostra del Santino Natalizio 2015-2016
UN MONDO DI AUGURI ... LE LETTERINE DI NATALE
di Giuseppina LICORDARI G.
Quest’anno in occasione del nostro incontro
di apertura della mostra natalizia, ho
pensato di fare alcune brevi riflessioni su
una categoria di materiali che mi hanno sempre affascinato,
mi riferisco alle letterine di Natale, che
tutti quelli della mia generazione conoscono o
hanno scritto, o hanno avuto modo di maneggiare,
seppure solo per motivi di collezionismo
Si tratta
di un materiale che vien considerato di secondaria
importanza, perché non riveste la preziosità dei santini più
antichi, invece secondo me, riveste un ruolo importante in
quanto si tratta sempre di un prodotto artistico, misto di immagini
e parole, realizzato per una funzione augural
Il
magico mondo natalizio è riprodotto nelle sue mille sfaccettature
iconografiche nei santini e nelle incisioni, mentre
nelle letterine ritroviamo solo alcuni elementi essenziali;
esse hanno non solo un valore sentimentale, ma posseggono
anche un aspetto nostalgico, perché sono l’eco di un mondo
purtroppo svanito, non solo nella nostra memoria di adulti,
ma anche nella nostra odierna società.
La letterina si può considerare come un prodotto parallelo
del santino, in quanto il supporto, cioè la carta, è il medesimo,
inoltre i temi iconografici sono gli stessi, così come
la presenza di un testo scritto e l’applicazione di decorazioni
con cromolitografie, sono tutte caratteristiche presenti anche
nelle immaginette devozionali.
L’uso della letterina di Natale
nasce in Europa nel corso del XVIII secolo, come usanza
augurale nelle famiglie nobili ed abbienti; infatti alcuni più
antichi esemplari, ascrivibili alla città di Amburgo, riportano
gli auguri per il Capodanno, ma in seguito l’uso augurale
passa all’ambito natalizio, così l’usanza si diffonde in tutti i
ceti sociali dal XIX secolo, per continuare fino agli anni ‘60
del XX secolo, quando nelle scuole si perde la sana abitudine
di fare scrivere ai bambini la letterina natalizia, per cui il
materiale conservato dai collezionisti, diventa importante e
raro cimelio di un’epoca scomparsa.
Però vi sono alcune letterine
moderne, collocabili negli anni ‘80-‘90 del XX secolo,
che sono completamente diverse da quelle precedenti, sia
per le raffigurazioni, sia per la struttura testuale e per la grafia.
Le letterine sono una categoria particolare di materiali,
perché attengono al mondo dell’infanzia e sono proprio i
bambini in età scolare ad essere i protagonisti di un piccolo
capolavoro artistico e di un messaggio scritto rivolto ai genitori
o alla famiglia in generale.
La magia natalizia coinvolge
il fanciullo che instaura una sorta di complicità coi
suoi familiari che fanno finta di non sospettare nulla dell’esistenza
della letterina natalizia e della sua collocazione
in un luogo segreto: è il fascino del mistero, dell’inaspettato
che poi si concretizza con la sua scoperta e con la lettura del
messaggio scritto.
Le letterine sono realizzate con un materiale
povero, la carta, ma prezioso nel contempo perché si
può usare in mille modi e decorare in svariate maniere;
esse sono formate da due fogli di quaderno dotati
di righe orizzontali entro le quali il bambino si
cimentava ad esporre i suoi pensieri augurali.
Generalmente solo il primo foglio era decorato e
negli esemplari più antichi la decorazione è più accurata,
ma col passare del tempo la decorazione si
semplifica e diviene meno preziosa. Anche la calligrafiaè una componente importante, perché nel
corso del 1800 è di buona fattura, in quanto l’esercizio
calligrafico era obbligatorio nelle scuole elementari,
per cui le letterine più antiche presentano
lettere ben fatte ed ordinate, con segno sottile e rotondo
e andamento inclinato, con apici e fronzoli, secondo
l’usanza del tempo e sono scritte con l’uso di inchiostri diversi:
dal nero, al seppia o violetto (Fig.1). In seguito si nota
una mano sempre più incerta, con lettere dal tratto tremante
e di diversa grandezza, specie nel corso della metà del XX
secolo, quando cessa l’interesse per i modelli calligrafici imposti
dalla scuola. Inoltre si deve tenere presente che gli autori
di queste letterine sono spesso fanciulli anche di prima
elementare e per questo la loro grafia è più incerta
La decorazioneè un elemento importante e d’impatto dal punto
di vista estetico; nelle primissime letterine si nota una decorazione
abbondante, quasi barocca e si usa , proprio per
dare preziosità al supporto cartaceo, molto color oro.
La prima pagina era decorata da una cornice molto
grande con decorazioni floreali o geometriche e lasciava
poco spazio al testo scritto.
Ad imitazione del santino, era
realizzata con pizzo traforato a punzone, o stampata in r
lievo e di color oro brillante. In alcune letterine la cornice è
dimensioni più modeste e realizzata in colore pastello, secondo
varie tonalità e con linee dorate che danno un tocco
di luminosità e preziosità. Alcuni esemplari presentano della
mica che viene posta su alcune parti della decorazione per
renderla più evidente e preziosa. Nella maggior parte delle
letterine natalizie, nella prima pagina, a prescindere dalla
decorazione a stampa, è posta una semplice cromolitografia
ritagliata e incollata e di piccole dimensioni, collocata nella
parte alta del foglio, al fine di rendere più ricercata la letterina.
La piccola cromolitografia riproduce i consueti temi natalizi
con la presenza di Gesù, oppure temi legati al mondo
fanciullesco: abbiamo Gesù Bambino o da solo nella mangiatoia,
o accompagnato dagli Angeli, o benedicente entro
una stella, o con i suoi genitori, o inserito in un paesaggio
idilliaco-natalizio, tanto per citare gli schemi più consueti.
Talvolta la cromolitografia è provvista di una linguetta che,
una volta tirata in maniera strategica scopre altri decori e da
origine ad un’immagine tridimensionale; in primo piano
sono collocati fiori, angioletti o bimbi paffutelli e sullo sfondo
la scena della Natività o Gesù nella mangiatoia.
Tutti piccoli
espedienti per rendere più movimentata la raffigurazione ed
interessante la letterina (Fig
Successivamente, dagli anni
30-40 del novecento, la decorazione con cromolitografia si
comincia ad abbandonare e nelle letterine più recenti si trova
stampato un disegno a colori con scena di natività, o altri
temi natalizi impreziositi dall’uso di materiali brillanti come
porporina dorata, o argentata che viene cosparsa sulle immagini
per porle in maggiore risalto.
Questa tipologia di letterina
più semplificata la ritroveremo anche in seguito fino
agli anni ‘60, mentre in quelle moderne e cronologicamente
successive, la decorazione si incentra su Babbo natale, su
Gesù o su temi fanciulleschi, abbandonando tutte le caratteristiche
di raffinatezza ed accuratezza stilistica (Fig.3-4-5).
Le letterine di cui stiamo parlando sono ben esposte nella
mostra di quest’anno e colpiscono non solo per le caratteristiche
artistiche di cui ho parlato, ma soprattutto per il contenuto
tematico che ci conservano. I testi presentano la
stessa struttura: intestazione, in cui il bambino si rivolge ai
genitori, al papà, alla mamma, ai nonni o agli zii, o a Gesù
bambino e approfitta del Natale per comunicare ai suoi cari
il suo affetto, segue una parte di scuse, con relativo pentimento
per le marachelle commesse durante l’anno e la conseguente
richiesta di perdono, poi una parte centrale , cheè la più consistente, con l’elencazione di una serie di buoni
propositi e promesse molto impegnative e una parte finale
con espressioni augurali molto affettuose, rivolte ai genitori
e a tutti i familiari in genere, con la speranza di una vita serena
e felice, dimostrando una grande testimonianza di gratitudine.
In alcune letterine, i fanciulli si rivolgono a Gesù
bambino e gli chiedono la sua intercessione o per aiutarli a
mantenere le loro promesse, o per concedere una buona
sorte e speciali benedizioni per tutti. Come tutti messaggi
epistolari, la letterina si conclude con un affettuoso congedo
con formule che esprimono affetto o chiedono la benedizione
dei propri genitori, secondo un’antica tradizione.
L’ultimo
elemento strutturale della letterina è la firma a piè di
pagina che talvolta può essere seguita dal nome della città
e dalla data, che solitamente si trovano collocati nella prima
pagina, nella parte superiore della letterina, sulla destra.
Un’ultima riflessione voglio riservarla al contenuto testuale
di alcune letterine e al loro valore socio-antropologico, perché
sono state scritte in tempo di guerra, sia durante la
prima guerra mondiale del 1914-18, sia durante il secondo
conflitto (1939-1945). In esse traspare il clima storico del
periodo, con un’atmosfera incupita dai morti e dalla violenza
bellica, in cui i bambini sono rattristati e spaventati
ed esprimono il loro sentimento di angoscia e di dispiacere
per avere perso il proprio genitore sul fronte di guerra, oppure
per essere da soli durante la festa del santo Natale, perché
il proprio papà è impegnato in un luogo di guerra lontano.(continua)
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