Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

 

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare.

Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.
Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno 2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel 2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069 intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

 

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

 

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SANTINI E SANTITA'

NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 1 - GENNAIO - MARZO 2016

 

 


SAN FRANCESCO DI PAOLA
1416 - 27 Marzo - 2016
VI centenario della nascita

(festa: 2 Aprile)

Canivet con miniatura centrale, contornata da motivi floreali. Prima metà sec. XVIII.
Produzione centro-europea. (Collezione G. Gualtieri)

 

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VITA ASSOCIATIVA


 

SANTINI OFFERTI DAI SOCI

 


1/2016 - SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI


1 - Il Ss.mo Sacramento - Ricordo del 75° ann.rio della istituzione della Festa del Corpus Domini (1265-2015) offerto da DON PAOLO MAZZOLENI
2 - Santa Caterina V.e M. venerata nella omonima Parrocchia di Grumo Nevano (NA), offerto padre MICHELE MARIA GIULIANO, ofm. 3 - Il Servo di Dio ing. Uberto Mori, santino offerto da CARLUCCIO FRISON.
4 - Sant’Antonio Abate, venerato a Cicciano (NA), Santino offerto da Don ANIELLO VERDICCHIO.
5 - L’Annunciazione (serie Eb - 2/291) offerto dall’A.I.C.I.S
6 - Gesù morto in croce (serie MR - Spain), santino offerto da RENZO MANFÈ.
7 - La Madonna di Lourdes e S.Bernadette, statue lignee (sec.XIX) venerate nella Chiesa della Ss.ma Trinità in Pecetto (AL), Santino offerto da ROBERTO DE SANTIS.
8 - S.Teodora, V. e M. che si venera nella Collegiata di S.Maria Maddalena in Atrani (SA). Santino (Serie MG 42) offerto padre MICHELE MARIA GIULIANO, ofm.
9 - Madonna di Medjugorje, Regina della Pace. Santini offerto da ALBERTO BOCCALI. 10 - VIII Centenario di Fondazione dell’Ordine Domenicano (calendarietto tascabile in pvc) offerto da PAOLO EMILIO CAMAIORA
11 - Sant’Ignazio da Laconi, Cappuccino. Santino offerto da ANTONINO COTTONE.
12 - Madonna dell’Angelo nell’omonimo Santuario di Caorle (VE), santino offerto da MARIO TASCA.

 


 

2016 - CALENDARIO DELLE RIUNIONI AICIS A ROMA
SANTA MARIA IN PORTICO - P.ZA CAMPITELLI 9


Per il 2016 il programma delle riunioni che si terranno il martedì pomeriggio dalle 15,30 alle 17.00 nella sala della Parrocchia di Santa Maria in Portico - Piazza Campitelli 9, sarà il seguente:
12 gennaio, 2 febbraio, 1 marzo, 5 aprile 3 maggio, 7 giugno 5 luglio, 6 settembre, 4 ottobre, 8 novembre e 6 dicembre. Le riunioni AICIS sono riservate ai soli Tesserati in regola con la quota dell’anno in corso. Previo contatto con il Consiglio Direttivo (328-6911049), “una tantum” possono accedere i visitatori intenzionati a iscriversi all’associazione.

 

NUOVO ANNO 2016: QUOTA SOCIALE EURO 38,50


Come già indicato nella Rivista nr.4/2015 (nella quale è stato inserito anche il modulo di conto corrente postale per il versamento 2016) il Consiglio Direttivo ha deciso per questo nuovo anno che la quota sociale sarà di euro 38,50.
Infatti, dopo gli aumenti di affrancatura postale del 2013, del 1° novembre 2014 e, di quelli del 1° ottobre 2015, Il Consiglio è stato costretto ad elevare la quota sociale (ferma a 35.000 euro da diversi anni) di euro 3,50.
I soci che lo desiderano possono offrire anche qualche euro in più come sostentamento per le mostre sociali. Coloro che hanno versato anticipatamente la quota versando 35.00 euro possono integrare con un ulteriore versamento la differenza del nuovo importo.
Un sentito “grazie” e per il rinnovo, e per le eventuali offerte. Il numero di c/c/p AICIS è 39389069.

 

TESSERA AICIS E CALENDARIETTO AICIS 2016


Per decisione del Consiglio Direttivo nel corrente anno, attraverso la Tessera celebriamo due importanti avvenimenti: l’VIII Centenario della Fondazione dell’Ordine Domenicano (sul lato frontale), e il VI Centenario della nascita di San Francesco di Paola (sul lato posteriore della Tessera).
Un sentito ringraziamento al socio Paolo Emilio Camaiora, titolare della SATEC Srl che ha offerto a tutti gli associati, come ogni anno, il calendarietto AICIS in pvc, allegato al presente numero.

 

“1216/2016: GLI 800 ANNI DELL’ORDINE DOMENICANO”


Dal 28 maggio al 3 luglio 2016 nel Convento di S.Maria sopra Minerva in Roma verrà celebrato l’ottavo centenario di fondazione dell’Ordine Domenicano, con una Mostra di santini, immagini… e non solo.
L’Aicis è stata invitata a collaborare all’iniziativa con la predisposizione di un buon numero di pannelli con immaginette sacre inerenti tutto l’Ordine, maschile, femminile e del Terz’Ordine. Siamo lieti di invitare tutti i soci, soprattutto se nella personale raccolta hanno qualcosa di particolare, a voler partecipare a questa stimolante iniziativa nazionale sociale.
Poiché il materiale va prima studiato per poi miscelarlo esponendolo attraverso varie tematiche che abbiano un senso logico, è importante che esso sia spedito entro il 30 aprile 2016, accompagnato da una fotocopia del materiale stesso e da una vostra lettera.
Come è prassi in questi casi, è necessario indirizzare i plichi raccomandati o assicurati al nostro Presidente: GIANCARLO GUALTIERI - Presidente AICIS - Via Giuseppe Tomasi di Lampedusa 9 - 00144 ROMA RM.
Un sentito “grazie” a quanti aderiranno all’iniziativa, per essere presenti a questa eccezionale manifestazione celebrativa degli ottocento anni di fondazione dell’Ordine Domenicano.

 

TARANTO 2015 - DIPLOMA D’ONORE CONFERITO A
GIANCARLO GUALTIERI PER LA PARTECIPAZIONE ALLA
MOSTRA “I CENTENARIO DELLA 1a GUERRA MONDIALE”


Il Comitato Provinciale di Taranto dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, nello scorso mese di Maggio 2015, ha conferito il Diploma d’Onore a Giancarlo Gualtieri, Presidente AICIS e generoso testimone della cultura del Santino.

Infatti, nel 2015 con la commemorazione del primo centenario della Prima Guerra Mondiale, il nostro Presidente ha trasmesso alla prof.ssa Vincenza Musardo Talò, curatrice della relativa mostra, una cospicua quantità di materiale, compresi diversi santini, contribuendo al buon successo dell’interessante esposizione.
L’esposizione, allestita nell’Archivio di Stato, suscita ancora ora l’interesse di moltissimi visitatori, scolaresche comprese.


 

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I SANTINI NATALIZI

I SANTI E LA NATIVITÀ
di Vincenza MUSARDO TALÒ

Ancor prima che il santino facesse la sua apparizione, il culto e la devozione verso il Bambinello di Betlemme, Incarnazione di Dio, era veicolato e diffuso dai Vangeli di Luca e Matteo e dai più ridondanti vangeli apocrifi.
Poi arrivò la letteratura cristiana antica, la Patristica, che con gli scritti soprattutto di S. Atanasio e S. Gerolamo, diffuse nelle comunità cristiane la cosiddetta teologia dell’Infanzia e dell’Incarnazione di Dio, a cui in età medievale fecero vasta eco S. Bernardo (Fig.1) e il mistico S. Francesco (fig.2), pionieri del successivo e universale espandersi della devozione popolare verso l’intero ciclo liturgico del Natale.

A tanto, offrì un prezioso contributo anche la potenza evocatrice delle immagini sacre, prima quelle dell’arte colta e po - specie a partire dal sec. XVII - quella minore, espressa dal meraviglioso e vago universo delle carte di devozione, dei santini soprattutto, sia manufatti che a stampa.
Non a caso, la storiografia riconosce al santino il ruolo di speculum privilegiato della pietà popolare, poiché esso inequivocabilmentesi intreccia con l’immaginario collettivo, l’arte sacra e la religione.

Infatti, la percezione del Mistero della Natività del Dio-Uomo attraverso le immagini sacre di piccolo formato ha una lunga e complessa storia, sostanziatasi nel fascinoso viaggio alla scoperta della religiosità popolare.
Tanto, perché la devozione al Bambino Gesù – espressa da devoti laici e religiosi di ogni angolo della Terra – passa inequivocabilmente attraverso la soavità sapiente dei santini natalizi, forse i più belli e numerosi del poliedrico universo delle holy card, orientata a celebrare l’evento storico, reale, dell’incontro dell’Invisibile con l’Umanità, il momento in cui l’Eterno veste i panni della fragilità e della miseria umana col dono del “Dio umanato”, come diceva Padre Pio.

A studiare queste minuscole carte natalizie, è d’obbligo rimarcare come il lirico incanto e la magia che esse emanano, risiedano fondamentalmente nella tenerezza spontanea che la figura del Bambinello suscita nell’anima del devoto.
Sono pie immaginette con figurazioni che - se in parte richiamano o riflettono modelli mutuati dall’arte colta - sono state ideate per la più parte solo al fine di assecondare i bisogni spirituali dei destinatari.
Da qui, la loro preziosità quale fonte storica per leggere e comprendere il patrimonio devozionale popolare, così come maturato sin dagli albori del sec. XVI e veicolato soprattutto dalla Chiesa del postridentino, orientata a catechizzare l’umile popolo di Dio anche attraverso le immagini sacre, che ora, riprodotte in piccolo formato, lasciano i fasti figurativi delle cattedrali e delle chiese, per entrare nella quotidianità individuale e domestica del cristiano.

Ed qui che si innesta quel rapporto intimo tra l’immanente e il trascendente, tra l’anima del devoto e tutti gli abitanti della Gerusalemme celeste: dalla Trinità, alla Vergine, gli Angeli e tutti i Santi.
Ecco, i Santi; i Santi sono uomini e donne che hanno attraversato la Terra, facendo dono della loro esistenza ai carismi della perfezione spirituale e alla fede nei misteri del Divino che “si è fatto Uomo”. E di questo accadimento storico, l’unico – al di là dei miti - nella cultura delle religioni, di cui alcune figure dell’universo santorale hanno fatto il proprio vessillo spirituale.

Non a caso, dopo l’anno Mille, nelle strade dei secoli della storia della Chiesa, si è sostanziato un nutrito filone afferente alla santità legata al Natale, testimoniata nella più tarda iconografia popolare che certo non sfigura nello accostamento con l’arte colta di pari tema, stante l’accorta aderenza del raffigurato al mistero dell’Incarnazione, effigiato con la straordinaria attenzione dell’ideatore, dello imagier, ai bisogni spirituali dei semplici e dei più, regalando loro una autentica ed emozionale spiritualità.
I Santi della Natività – di cui si offre una esemplazione minima e non certo esaustiva - sono uomini e donne la cui biografia (leggendaria o legittimata dalle fonti documentali) consegna al popolo dei devoti l’esperienza mistica di un rapporto ravvicinato con la Natività e il divino Infante o la particolarissima loro devozione all’umile Bambinello di Betlemme.
Devozione che nel tempo è poi trasmigrata anche nella vasta iconografia dell’industria del santino.
Bisognerà attendere la tarda età postridentina, soprattutto il Sei-Settecento (fig.3), per apprezzare la ricca produzione a tema natalizio (sia a stampa, che manufatta); ma penso soprattutto alla miriade di piccole immagini devozionali dell’Ottocento, il secolo d’oro dei santini, quando tutta l’Europa cattolica ha avuto come connotazione essenziale la diffusione e la presenza delle piccole carte natalizie nel vissuto spirituale di ogni cristiano.

In questo secolo, nei monasteri e nei conventi, nelle cattedrali e nelle basiliche, nelle chiese e nei santuari, nelle confraternite e in ogni istituzione ecclesiastica, come fra le mura domestiche, ovunque è passato e si è fermato il santino nel ruolo nuovo di strumento che ha democratizzato culti e devozioni vecchie e nuove. Ogni fedele lo ha cercato e custodito come oggetto apotropaico o taumaturgico ed è stato uno dei segni più connotativi della cultura religiosa di un’epoca, fortemente improntata alla spiritualità dopo il tramonto dell’estrema laicità illuminista.

Il sec. XIX è stato anche il tempo della libera ideazione lirica degli imagiers, i veri artisti del mondo dei santini popolari, perché capaci di interpretare con le loro suggestioni figurative i le richieste devozionali, consci e inconsci, di tutti e di ognuno. In particolare, l’arte della stampa dei santini natalizi ha toccato vertici altissimi con l’avvento della cromolitografia e della punzonatura meccanica.
Era il tempo in cui tutto l’Occidente europeo, ma anche le terre dell’impero austro-ungarico e non ultima l’Italia si popolavano di atelier di stampatori di santi.

Ovunque circolavano capolavori su carta merlettata o fittamente fustellata del tipo mezzo punto e cromolitografie applicate su tale supporto, abbellito con fantasiose cornici dorate, lisce o a rilievo con siderografie pastellate o dipinte a mano, mentre le claustrali continuavano a creare quell’unicum artistico dei canivet, tali da far arrivare il raffigurato immediatamente al cuore del pio fruitore, con una liturgia di merletti sempre nuova e irripetibile.
Sul piano dell’indagine, questa rapida disamina circa la produzione di immaginette tocca il tema dei santi e la natività. In pratica si discute dei Santi della tenerezza, oserei dire dei Santi della divina maternità condivisa con la Vergine, la quale per prima vede la ricca iconografia che la lega al Figlio, per poi seguitare con un florilegio santorale di medesima pertinenza.
La Vergine Madre (fig.4) - per eccellenza la più grande delle sante e regina di tutti i santi - si mostra protagonista assoluta per eccellenza la più grande delle sante e regina di tutti i santi - si mostra protagonista assoluta della produzione di tutte le case editrici del Sette- Ottocento.

In particolare, il mistero della maternità della fanciulla di Nazareth trova una folla di disegnatori, capaci di avvicinare il sacro evento alla cultura popolare, senza nulla sacrificare dell’intenso significato liturgico della Natività.
Dopo l’esperienza delle stampe sacre di scuola fiamminga (vedi gli studi di A. Spamer), fu soprattutto la Francia, luogo privilegiato dell’industria del santino, a diffondere il tema della divina Maternità. Magistralmente, nella doppia effigie “Maria-Gesù Bambino”, seppero esprimersi generazioni di editori, come Turgis, Dopter, Eymard, Bès et Dubreuil, Bouasse-Lebel, Letaille-Baumard, Tony, Villemur, ecc.

Tuttavia, oltre la Vergine-Madre, è possibile tracciare una sorta di mappa santorale, su cui si annodano diverse figure di santi e di sante che hanno vissuto l’esperienza mistica delle straordinarie visioni natalizie o hanno testimoniato il diretto contatto estatico col divino Infante.
Va da sé che a far da capofila tra queste figure santorali vi sia San Giuseppe custos Redemptoris (fig.5) e attore privilegiato e diretto del mistero dell’Incarnazione, padre tenerissimo e devoto di quel Figlio tanto speciale. Insieme ai santini della Vergine con Bambino, quelli del Santo falegname narrano e discutono della diffusa devozione popolare, tributata con ogni forma figurativa a questo Santo, intimo familiare di Gesù e terzo attore del progetto salvifico dell’Altissimo.
Dopo Maria sua sposa, egli è il protagonista più raffigurato nei santini di ogni tempo e di ogni luogo e mai la sua figura si trova disgiunta da quella del Bambino e non di rado si accosta alle altre due figure nelle immaginette che hanno a tema la Sacra Famiglia, Trinità terrena.

Sarebbe un’offesa ai tanti cultori e studiosi del santino, elencare qui tipologie figurative e case editrici dei santini di S. Giuseppe, di cui esistono anche incisioni antiche (sec. XV-XVI) e manufatti di straordinario valore storico e artistico (sec. XVII-XVIII).
E non voglio tacere, andando sul filo cronologico del ciclo natalizio dei “Santi Magi” (fig.6), giunti dall’Oriente guidati dalla stella (Mt 2,1) e codificati come simbolo di fede e di adorazione dell’Unigenito da parte dei popoli della terra. D. M. Turoldo, interpretando la cultura popolare sui Magi, li chiami “i Santi più nostri,i pellegrini del cielo, gli eletti, l’anima eterna dell’uomo che cerca, cui solo Iddio è luce e mistero”.
Fu nel Medioevo - con la traslazione da Milano a Colonia (nella cattedrale di S. Pietro) delle reliquie dei tre Sapienti, ordinata da Federico Barbarossa (1162) - che si diffuse il culto santorale nei confronti
dei tre regali Adoratori di Gesù Bambino (il Martirologio Romano ne celebra la memoria il 24 luglio). L’arte colta, a partire da quella paleocristiana e bizantina, ha dedicato loro opere di straordinaria bellezza e varietà; ma il meraviglioso patrimonio dei santini ha fatto il resto, offrendo piccoli capolavori che attestano il favore incontrato nella cultura cristiana, riconoscendoli, dopo gli umili pastori, quali testimoni della rivelazione della venuta di Cristo. (continua)

 

 

CONGREGAZIONE DELE CAUSE DEI SANTI

 

15.XII.2015: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI



Il 14 dicembre 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza S.E. Rev.ma il Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Nel corso dell’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i seguenti decreti.

A) UNA NUOVA SANTA

 


Il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante un miracolo, attribuito all’intercessione della Beata Maria Elisabetta Hesselblad. Rimaniamo in attesa di conoscere la data della Cerimonia di Canonizzazione

MARIA ELISABETTA HESSELBLAD (1980-1957)

Maria Elisabetta nasce nel villaggio di Faglavik (Svezia) il 4 maggio 1870, da una famiglia luterana. Passa la sua infanzia in diversi luoghi, seguendo gli spostamenti familiari, finché a soli diciotto anni, emigra negli Stati Uniti d’America in cerca di lavoro.
Una volta giunta là è ricoverata in condizioni gravi. Decide che se sopravvive avrebbe fatto l’infermiera. Viene assunta presso il Roosevelt Hospital. Fondamentale per la sua conversione è l’incontro con il gesuita P. Hagen, direttore dell’osservatorio di Georgetown. Grazie alla sua guida, il 15.8.1902 riceve il battesimo nella Chiesa cattolica.
Nel 1903 giunge a Roma dove in P.za Farnese scopre la casa di S. Brigida. Comprende che il Signore la sta chiamando a una missione speciale. Intraprende una serie di viaggi in Europa per far conoscere la sua intenzione di far risorgere l’Ordine brigidino alle poche e disperse comunità allora esistenti.
All’inizio non è sua intenzione fondare un nuovo Ordine; vuole solo ravvivare quello antico, nella stessa Casa dove S. Brigidaè vissuta e morta. Accarezza il sogno di portare le Suore Brigidine nuovamente in Svezia e di impiantare l’Ordine in qualsiasi altro Paese dove Dio l’avesse voluto, per diffondere il vero spirito dell’unità cristiana e del servizio agli altri così come l’antico Ordine di S. Brigida, l’aveva fatto. Incoraggiata da S. Pio X, nel 1911 dà inizio alla sua opera, che sarà approvata nel 1940. È del Segretario di Stato, il Cardinal Merry del Val, la frase che delinea la personalità, della Beata Madre Elisabetta“La donna più straordinaria di Roma”.
Nel 1943, quando Roma era in mano ai nazisti, Maria Elisabetta (mettendo a rischio la propria vita) ospita senza alcun distinguo ebrei, poveri, rifugiati, comunisti italiani, tedeschi e polacchi.
In una lettera inviata a sua sorella Eva scrive: Il 5 giugno 1869, Padre Simpliciano viene chiamato a Roma, presso il Convento di Aracoeli, con il compito di segretario generale della Provincia degli Alcantarini e Recolletti, lavorando (continua)

B) QUATTRO NUOVI BEATI

È stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito all’intercessione dei Venerabili Servi di Dio Ladislao Bukowinski, Maria Celeste Crostarosa, Maria di Gesù (al secolo: Carolina Santocanale) e di Itala Mela. Rimaniamo in attesa di conoscere la data della loro cerimonia di beatificazione.

1 - LADISLAO BUKOWINSKI (1904-1974)

Ladislao nasce a Berdyczów (Ucraina) il 22 dicembre 1904. È ordinato sacerdote il 28.6.1931. È vicario e catechista a Rabka dal 1931 al 1935, a Sucha Beskidzka nel 1936 e poi fino al 1945 è a Volyn Lutsk, dove dal 1936 al ’39 insegna catechesi e sociologia nel Seminario maggiore. È direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose e vicedirettore di “La vita cattolica”.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e l’invasione sovietica della Polonia del settembre 1939, il vescovo di Luck Adolf Szelążeknomina P. Wladyslaw Bukowinski parroco della cattedrale di Lutsk. I valori spirituali, l’intelligenza, la calma e la compostezza, nonché una buona conoscenza della lingua russa non gli risparmiano il carcere.
Infatti, il 22.8.1940 è arrestato dalla NKVD ed è condannato a otto anni di campi di lavoro. Il 23.6.1941, i russi della NKVD, dovendo svuotare il carcere di Lutsk, decidono di fucilare i prigionieri: il proiettile destinato a Padre Ladislao non lo raggiunge e scampa così alla morte mentre nel cortile della prigione, sotto i proiettili, dà l’assoluzione ai suoi vicini. Torna, quindi, ai suoi doveri di parroco della cattedrale, e non solo. Infatti si prende cura delle famiglie dei prigionieri e salva i bimbi ebrei nascondendoli tra le famiglie cattoliche. (continua)


2 - MARIA CELESTE CROSTAROSA (1696-1755)

Nasce a Napoli il 31 ottobre 1696 coi nomi di Giulia Marcella. Nel 1718 entra nel monastero carmelitano di Marigliano, con la sorella Orsola. Con lei si trasferisce nel 1724 a Scala (Salerno), presso il monastero fondato da padre Tommaso Falcoia, suo direttore spirituale, passando alla regola della Visitazione.
Il 25 aprile 1725, dopo aver ricevuto la Comunione, comprende che Dio vuole che lei fondi un nuovo istituto, che si conformi nelle regole alla vita di Gesù Salvatore.
Con il fondamentale apporto di don Alfonso Maria de’ Liguori, futuro santo, il 13 maggio 1731 ha inizio
l’Ordine del SS. Salvatore, che con l’approvazione pontificia, nel 1750, cambia il titolo in “del SS. Redentore”. Popolarmente le monache sono note come “Redentoriste” o “Redentoristine”.
Fatta oggetto d’incomprensioni e di ostilità, suor Maria Celeste vive le sue tribolazioni con pazienza e grande maturità spirituale, sapendo di dover condividere il cammino pasquale del Redentore.
Muore il 14 settembre 1755 a Foggia, dov’era riuscita a fondare un monastero secondo il suo progetto di vita religiosa.
Oltre alla stima di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, suor Maria Celeste gode di quella del giovane fratello redentorista Gerardo Maiella (continua)


3 - MARIA DI GESÙ SANTOCANALE (1852-1923)

Carolina Concetta Angela nasce a Palermo il 2 ottobre 1852. Appartiene al nobile casato dei Baroni della Celsa Reale e viene educata come si conviene a nobili. A 19 anni è chiamata al capezzale del nonno, morente a Cinisi (Palermo), dove incontra don Mauro Venuti, il sacerdote che diverrà il suo Direttore spirituale.
A Cinisi, dopo l’acuirsi della crisi sociale ed economica del 1866, viene a contatto con i numerosi poveri, i disabili, i malati abbandonati, le fanciulle orfane. Nel 7mo centenario della nascita di san Francesco d’Assisi, 1882, il Santo Padre Leone XIII incoraggia i parroci a promuovere Terz’Ordine Francescano, oggi OFS (ordine francescano secolare). Carolina può così unificare i suoi due ideali, di contemplazione, seguendo la spiritualità di Francesco d’Assisi e di azione, aiutando i poveri.
Una malattia la sottopone a sedici mesi di forti dolori.
Guarisce nel 1887 e il 13 giugno dello stesso anno, veste l’abito religioso seguendo la Regola di Terziaria francescana, seguita a breve distanza da tre giovani della parrocchia. D’ora innanzi il suo nuovo nome è Suor Maria di Gesù. Come Francesco si fa povera tra i poveri. Con la bisaccia sulle spalle gira di porta in porta e dà ai poveri quanto riceve in elemosina. Il suo cuore è così grande, nobile e materno che nessuno, a Cinisi, rimane senza il suo generoso ed affettuoso interessamento specie se persona vecchia, malata, sofferente, sola. (continua)

4 - ITALA MELA (1904-1957)

Itala nasce a La Spezia il 28 agosto 1904. Nel 1915 riceve la Prima Comunione e la Cresima. La morte del fratellino di nove anni il 27.2.1920 la scuote talmente da professarsi atea. Nel 1922 si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università di Genova. Il successivo 8 dicembre, a seguito di una violenta scossa interiore, inizia per lei una nuova vita basata sul motto:“Signore, se ci sei fatti conoscere“.
Nel 1923 entra a far parte della FUCI, ove incontra diverse personalità, fra cui il futuro Paolo VI, Giovanni Battista Montini e Padre Agostino Gemelli.
Il 3 agosto 1928, a Pontremoli, vive le prime esperienze di Dio in sé: dal tabernacolo della chiesa del Seminario riceve un raggio di luce e il messaggio divino “Tu la farai conoscere“.
A settembre pensa alla vocazione benedettina, ma deve rinunciarvi perché ammalata.
Nel marzo 1929 è colpita da una febbre altissima, pensa, “Per me è finita“, ma a Pentecoste dello stesso anno si offre Vittima all’Amore misericordioso. Il giorno della SS. Trinità riceve dal Belgio una lettera, con la quale viene invitata a immergersi nella Trinità e a cambiare nome: Maria della Trinità. Nel 1933 conclude il noviziato benedettino con la professione come Oblata del Monastero in San Paolo fuori le Mura, a Roma. L’11 giugno 1933, con il quinto voto, l’Inabitazione diventa il centro della sua vita e della sua missione nella Chiesa.
Il 27 luglio, per malattia, lascia Milano e torna a La Spezia.
Nel 1936 è rapita da frequenti visioni celesti della Trinità, nonché da persecuzioni del demonio: vive la vita in carità ed umiltà. Nello stesso anno, compie il voto del più perfetto e le nozze mistiche.
Nel 1937, le muore la madre, e per difficoltà economiche abbandona l’insegnamento. (continua)

(Mirco Camporesi)

 

 

 

C) DODICI NUOVI VENERABILI

Sono stati inoltre promulgati altri 12 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.


1 - Venerabile ANGELO RAMAZZOTTI (1800-1861)

Angelo Francesco nasce a Milano il 3.VIII.1800. Si laurea nel 1823 in Diritto civile ed ecclesiastico presso la facoltà di Legge della Regia Università di Pavia. Diviene sacerdote il 13 giugno 1829, ed entra fra gli Oblati Missionari di Rho, impegnandosi nella predicazione di esercizi spirituali e nelle missioni popolari.
Nel 1850 concretizza il desiderio di Pio IX che a Milano nasca un seminario per preparare missionari da donare al mondo. E il suo Seminario lombardo per le missioni estere è in qualche modo un anticipatore del legame tra la missione ‘ad gentes’ e le Chiese locali che molti anni dopo Pio XII avrebbe posto al centro dell’enciclica‘Fidei donum’.
A lui però non è dato di partire per terre lontane: il Papa lo chiama a vivere il ministero pastorale in Italia, come Vescovo di Pavia, diocesi dove giunge il 28.IX.1850, rimanendovi fino al 1858, quando diviene Patriarca di Venezia. Nel tempo difficile del Risorgimento vive con spirito missionario questo suo ministero, come uomo di pace, attento ai bisogni dei poveri. Continua a seguire la sua fondazione (continua)

2 - Venerabile GIUSEPPE VITHAYATHIL (1865-1964)

P. Joseph Vithayathil nasce il 23.VII.1865 a Puthenpally (India). Entra nel seminario annesso al monastero carmelitano di Elthuruth il 30.V.1881 a 15 anni. La sua formazione sacerdotale è a St Thomas Seminary di Thrissur e nel seminario maggiore di Puthenpally. È ordinato sacerdote l’11 marzo 1894. P. Vithayathil presta servizio nelle parrocchie di Ollur, Mukkattukara, Kandassankadavu, Chalakudy, Edathuruthy, Pariyaram, Kottekad, Mala e Puthenchira.
È il direttore spirituale della Beata Mariam Thresia Chiarmel dal 1902 al 1926 e con lei il 14 maggio 1914 fonda la Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia (CHF). Si prende cura della Congregazione dopo la morte della fondatrice (1926) fino alla formazione del suo primo Consiglio nel
1942. Padre Joseph (continua)

3 - Venerabile GIUSEPPE MARIA ARIZMENDIARRIETA (1915-1976)

P. José María Arizmendiarrieta Madariaga nasce nella tenuta Iturbe del Barrio de Barinaga in Markina, Biscaglia (Spagna) il 22.4.1915. Nel 1928, inizia gli studi nel Seminario minore di Castillo-Elexa-Beitia, passa poi al Seminario maggiore, ma gli studi verranno poi sospesi a causa della guerra civile spagnola.
Serve come giornalista nell’esercito basco. Fatto prigioniero dopo la caduta di Bilbao (nel carcere Larrinaga), è riconosciuto colpevole, ma scampa la pena di morte. Sarà poi anche scagionato dalle accuse. Alla fine della guerra, torna al Seminario di Gasteiz/Vitoria e il 21.XII.1940 è ordinato sacerdote. Desidera studiare sociologia a Lovanio, ma il vescovo decide per la città di Arrasate, conosciuta in spagnolo come Mondragon. Qui rimane fino alla morte.
Possiamo suddividere il suo ministero a Mondragon in tre periodi. Dal 1941 al 1956 il contatto con la gioventù, anche come cappellano del JOC, e altri movimenti di Azione Cattolica specializzati (HOAC o Christian Workers Movement). Dal 1956 al 1973, il lavoro con il movimento cooperativo di Mondragon.
Nel 1973 lavora per una comunità che avrebbe costruito “la società senza classi”, compresi i progetti per i bambini e gli anziani. Una delle prime iniziative di don Arizmendi è stata la fondazione, insieme con i leader della Azione Cattolica JOC e giovanile (continua)

4 - Venerabile GIOVANNI SCHIAVO (1903-1967)

Giovanni nasce a Sant’Urbano, frazione di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza, l’8 luglio 1903. Dopo aver studiato nel seminario della Congregazione di San Giuseppe, fondata da san Leonardo Murialdo, domanda di essere ammesso come religioso. Accolto da padre Eugenio Reffo, successore del Murialdo (Venerabile dal 2014), compie la prima professione il 28 agosto 1919 e, terminati gli studi, viene ordinato sacerdote il 10 luglio 1927 a Vicenza.
Dopo quattro anni di apostolato in Italia, è inviato in Brasile, dove esercita il ministero in varie comunità. Terminati i suoi incarichi, cura in particolare la formazione del gruppo (continua)



5 - Venerabile VENANZIO MARIA QUADRI (1916-1937)

Antonio nasce a Vado di Monzuno (BO) il 9 dicembre 1916 da Giuseppe e da Pia Castelli. Nel maggio 1926 riceve con pia commozione i sacramenti dell’Eucaristia e della Cresima. Ragazzo intelligente, dà subito prova di autorevolezza e di leader con i propri coetanei. Nel 1929 inizia il ginnasio a Ronzano dai Servi di Maria.
Nell’agosto del 1932 inizia l’anno di noviziato. Nell’indossare l’abito dei Servi di Maria, Tonino assume il nome di fr. Venanzio. Emette i voti semplici il 29.VIII.1933, a Reggio Emilia, davanti all’altare della Vergine Ss.ma della Ghiara, formulando il desiderio di offrirsi “vittima all’amore divino”. fr. Venanzio viene trasferito nel convento dei Servi a Bologna per affrontare il biennio filosofico.
Durante la sua breve vita dimostra una forte devozione per la Madonna e per Gesù e la pratica delle virtù cristiane nei semplici atti della vita quotidiana. È colpito da improvvisa malattia durante il suo soggiorno a Roma dove si trova, in qualità di Chierico Professo, nel Collegio Sant’Alessio Falconieri e qui muore in odore di santità il 2 novembre 1937. (continua)

6 - Venerabile GUGLIELMO GAGNON (1905-1972)

Guglielmo nasce ed è battezzato il 16 maggio 1905 a Dover, New Hampshire, Stati Uniti d’America da genitori canadesi francesi, che vivono sia in New England che Quebec, Canada. Fin da giovane sente una particolare vocazione: prendersi cura degli altri. Scopre il compimento di questa chiamata quando entra nell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio.
Emette i voti religiosi il 20 novembre 1932 a Montreal, Quebec. Dopo aver occupato diverse funzioni, il suo sogno di essere missionario diviene realtà quando il 18 gennaio 1952 giunge con altri due fratelli canadesi alla missione Bui-Chu, nel nord del Vietnam. Durante 17 anni, la sua azione apostolica si concentra, oltre all’inserimento dell’Ordine in Vietnam, al ministero missionario per migliaia di rifugiati. L’ospitalità come un modo di essere e di agire nei confronti di chi ne ha bisogno è spronata da un profondo senso di rispetto per la vita e da una vita di preghiera. E infatti la sua spinta quotidiana alla missionarietà nasce dalla forte devozione al Sacro Cuore di Gesù e alla Beata Vergine Maria. (continua)

7 - Venerabile TERESA ROSA F. DE SALDANHA OLIVEIRA E SOUSA (1837-1916)

Teresa nasce a Lisbona (Portogallo) il 4 settembre 1837 da famiglia profondamente cattolica. È battezzata il giorno dopo la nascita, nella cappella della sua casa. Padre Lawrence Richmond è il suo
direttore spirituale fin dall’infanzia.
Riceve la prima comunione nel 1848. Teresa ha un cuore sensibile, è toccata da ciò che vede e sente: “I bambini poveri, che miseria! Che peccato mi fa guardare i volti delle ragazze della fabbrica! Dobbiamo salvare i figli del nostro popolo“.
Nel 1856 scrive una regola in cui è chiaro la scelta fondamentale: Dio e i poveri. Fonda la prima congregazione religiosa Portoghese, dopo l’estinzione degli ordini religiosi nel 1834: la Congregazione di Portogallo delle Suore Domenicane di S. Caterina da Siena. Il 9.XI.1887 viene eletta
prima Madre Generale della Congregazione.
Il 6.IX.1889 riceve il decreto di approvazione e di lode delle Costituzioni. In questi anni governa la Congregazione con saggezza e discernimento cercando di ascoltare le chiamate di Dio e degli uomini. (continua)

8 - Venerabile MARIA EMILIA RIQUELME ZAYAS (1847-1940)

Maria Emilia nasce a Granada (Spagna) il 5 agosto 1847 da nobile famiglia e pii genitori. Ha solo sette anni quando muore la sua mamma. Si rafforza in lei la devozione e la fiducia verso la Madonna, la Mamma celeste. In gioventù sente la chiamata a dedicarsi a Dio, ma il dovere di prendersi cura di suo padre vedovo e dei suoi fratelli gli impedisce di concretizzare questo ideale.
Nel frattempo, divide il suo tempo tra la catechesi e l’attenzione ai più poveri e bisognosi.
Nel 1885, alla morte del padre, entra nella vita religiosa. Guidata dallo Spirito Santo nel 1896 fonda una nuova congregazione e cioè l’Istituto delle Missionarie del Ss.mo Sacramento e della Beata Vergine Maria Immacolata. Il 25 marzo di quell’anno veste l’abito religioso insieme a sette compagne. Ha scoperto il valore e l’importanza della educazione cristiana come mezzo privilegiato di evangelizzazione e vuole portare la presenza e messaggio di Gesù in luoghi in cui non è ancora noto e dove i nostri fratelli sono nel bisogno.
Vengono fondate case in Spagna, Brasile e Portogallo (continua)

9 - Venerabile MARIA SPERANZA DELLA CROCE(1890-1967)

Salustiana Antonia nasce l’8 giugno 1890 a Monteagudo (Spagna). Nel 1917 entra nel monastero di clausura agostiniano dell’Incarnazione di Madrid. Qui svolge l’anno di noviziato con il nome religioso di Maria Esperanza de la Cruz.
Il nome è un programma di vita: “Amare le anime perché sono il tesoro di Cristo redento con il suo sangue prezioso, la sua indicibili sofferenze e morte della croce“.
Il 10.XII.1918 fa la professione semplice e tre anni dopo pronuncia i voti solenni. Il 14 gennaio 1931, risponde alla richiesta del vescovo Francisco Javier Ochoa, agostiniano, Prefetto apostolico di Kweitehfu (Cina), alla ricerca di nuovo personale per la sua missione.
Sr. Esperanza parte per la Missione con due consorelle Suor Angela de San Rafael e suor Carmela de San Agustin. Esse avviano un faticoso processo di integrazione della cultura locale. Si impegnano nella formazione dei catechisti, svolgono catechesi in periferia e nei villaggi vicini, per l’amore ai poveri e ai bisognosi.
Dopo il terzo anno le consorelle dovevano rientrare in Spagna, ma la Guerra civile è una difficoltà e le suore chiedono di rimanere nella missione e di essere aggregate alla Congregazione delle Suore Agostiniane (continua)

10 - Venerabile EMANUELA MARIA MADDALENA KALB (1899-1986)

Helena nasce il 26 agosto 1899 in Jaroslaw (Polonia) da una famiglia ebraica. Fin da bambina desidera trovare la verità. A diciassette anni, durante un ricovero in ospedale, incontra alcune suore il cui servizio disinteressato al prossimo nel nome di Cristo lascia un segno profondo nel cuore. Decide così di convertirsi al cattolicesimo e il 18.1.1919 viene battezzata nella Cattedrale di Przemyśl , con il nome di Maria Magdalena, nonostante l’opposizione della sua famiglia.
Nel 1927 entra nella Congregazione delle Suore Canonichesse di Spirito Santo in Sassia e riceve il nome di Emanuela. Nella sua lunga vita religiosa ha diversi incarichi e responsabilità: insegnante, maestra delle novizie, Segretario Generale. (continua)

11 - Venerabile NICOLA WOLF (1756-1832)

Nicola nasce a Neuenkirch (Svizzera) il 1° maggio 1756. Nel 1773 la famiglia si trasferisce a Rippert Schwand. Nello stesso anno muore sua mamma. Nel 1775, all’età di 19 anni, il giovane Nicola icompie un pellegrinaggio a Roma dal quale torna vivamente colpito dal Papa e dalla Chiesa.
L’8 febbraio 1778 sposa Barbara Müller. Dal matrimonio nascono nove figli, di cui 4 muoiono ancora bambini, 3 figlie entrano in monastero ed un maschio ed una femmina si sposeranno.
Nicola è un padre esemplare ed attento e la religione è a fondamento della vita quotidiana. Padre di famiglia, agricoltore, uomo politico (nel febbraio 1798 è stato eletto come rappresentante del popolo al Parlamento di Lucerna), laico, guida spirituale. Nicola è uomo dalla fede incrollabile, prega molto per la Chiesa e per la società e fonda gruppi di preghiera che si diffondono in tutto il cantone. (continua)

12 - Venerabile TERESIO OLIVELLI (1916-1945)

Teresio nasce a Bellagio (Como) il 7 gennaio 1916, ma poco dopo la famiglia ritorna nei propri luoghi di origine, a Mortara (Pavia). Giovane pio, frequenta l’Azione cattolica. Dopo il liceo a Vigevano, si iscrive a giurisprudenza nell’università di Pavia
Allo studio ed allo sport unisce l’attenzione ai poveri. Non vuole separare la sua fede dalla vita pubblica e, per questo, “non esita ad inserirsi dentro le realtà umane, anche nel fascismo, e poi nella Resistenza, per essere testimone di un agire evangelicamente fecondo e portare il suo contributo di credente nella costruzione della società”. Partecipa alla II Guerra mondiale e parte per la drammatica campagna di Russia.
Tornato in patria si rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò ed entra nella Resistenza cattolica fondando il giornale“Il Ribelle”. Perseguitato dai nazisti viene mandato nei lager di Fossoli, Bolzano, Flossenbürg ed Hersbruck dove diventa testimone della fede e della carità. (continua)

 

17.XII.2015: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI


Il 17 dicembre 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata
S.E. Rev.ma il Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti Decreti riguardanti:

A) UNA NUOVA SANTA

Un miracolo, attribuito all’intercessione della Beata Teresa di Calcutta (al secolo: Agnese Gonxha Bojaxhiu), per la quale si resta in attesa di conoscere la data della cerimonia di canonizzazione.

TERESA DI CALCUTTA (1910-1997)
Agnes nasce il 26 agosto 1910 a Skopje (oggi Macedonia), da una famiglia cattolica albanese. A 18 anni decide di entrare nella Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora di Loreto. Partita nel 1928 per l’Irlanda, un anno dopo è già in India. Nel 1931 la giovane Agnes emette i primi voti prendendo il nuovo nome di suor Mary Teresa del Bambin Gesù (scelto per la sua devozione alla santa di Lisieux), e per circa vent’anni insegnerà storia e geografia alle ragazze di buona famiglia nel collegio delle suore di Loreto a Entally, zona orientale di Calcutta.
Oltre il muro di cinta del convento c’è Motijhil con i suoi odori acri e soffocanti, uno degli slum più miserabili della megalopoli indiana. Da lontano sr.Teresa può sentirne i miasmi che arrivano fino al suo collegio di lusso. È l’altra faccia dell’India, un mondo a parte per lei, almeno fino a quella fatidica sera del 10.9.1946, quando avverte la “seconda chiamata” mentreè in treno diretta a Darjeeling, per gli esercizi spirituali.
Durante quella notte una frase continua a martellarle nella testa per tutto il viaggio, il grido dolente di Gesù in croce: “Ho sete!”. Un misterioso richiamo che con il passare delle ore si fa sempre più chiaro e pressante: lei deve lasciare il convento per i più poveri dei poveri. Quel genere di persone che non sono niente, che vivono ai margini di tutto, il mondo dei derelitti che ogni giorno agonizzano sui marciapiedi di Calcutta.
Suor Teresa lascia il convento di Entally con cinque rupie in tasca e il sari orlato di azzurro delle indiane più povere, dopo quasi 20 anni trascorsi nella congregazione delle Suore di Loreto. È il 16.8.1948. La piccola Gonxha di Skopje diventa Madre Teresa e inizia da questo momento la sua corsa da gigante.
Il 7.10.1950 la nuova Congregazione ottiene l’approvazione diocesana. È una ricorrenza mariana, la esta del Rosario, e di certo non è casuale, dal momento che a Maria è dedicata la nuova famiglia eligiosa. L’amore profondo di Madre Teresa per la Madonna ha salde radici nella sua infanzia, a Skopje, quando mamma Drone, che era molto religiosa, portava sempre i suoi figli (oltre a Gonxha c’erano Lazar e Age) in chiesa e a visitare i poveri, ed ogni sera recitavano insieme il rosario.
“La nostra Società – si legge nel primo capitolo delle Costituzioni – è dedicata al Cuore Immacolato di Maria, Causa della nostra Gioia e Regina del Mondo, perché è nata su sua richiesta e grazie alla sua continua intercessione si è sviluppata e continua a crescere”.
La figura della Vergine ispira lo Statuto delle Missionarie della Carità, al punto che ognuno dei 10 capitoli delle Costituzioni è introdotto da una citazione tratta dai passi mariani dei Vangeli. In aggiunta ai tre usuali voti di povertà, castità e obbedienza, ogni Missionaria della Carità ne fa un quarto di “dedito e gratuito servizio ai più poveri tra i poveri“, riconoscendo in Maria l’icona del servizio reso di tutto cuore, della più autentica carità.
La devozione al Cuore Immacolato di Maria è l’altro aspetto del carisma mariano e missionario dell’opera di Madre Teresa,

(Fonte: Maria Di Lorenzo, in www.santiebeati.it)



17.XII.2015: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI

Il 17 dicembre 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E. Rev.ma il Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti Decreti riguardanti:


B) TRE NUOVI VENERABILI

Sono stati inoltre promulgati 3 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.

1 - Venerabile GIUSEPPE AMBROSOLI (1923-1987)

Giuseppe nasce il 25 luglio 1923 a Ronago, nella diocesi di Como, da Giovanni Battista appartenente alla famiglia dell’industria del miele Ambrosoli e da Palmira Valli, ma lui sceglie un’altra strada: diventare medico laureandosi nel 1949 e poi sacerdote comboniano, il 17.12.1955, ordinato dall’Arcivescovo di Milano, mons. Giovanni Battista Montini (il futuro papa Paolo VI)
Il 1º febbraio 1956 parte per l’Uganda, destinato alla diocesi di Gulu, lì viene mandato per un breve periodo a Kalongo, dove c’è solo un piccolo dispensario. Padre Ambrosoli si rimbocca le maniche e si dedica alla costruzione di un ospedale, mentre completa gli studi di teologia nel seminario di Lacor, dedicandosi anche allo studio della lingua Acioli, parlata localmente.
In breve tempo l’ospedale di Kalongo si ingrandisce fino ad avere circa 350 posti letto e diventando ben presto un punto di riferimento per l’intera Africa centro-orientale. Ambrosoli si dedica in particolare alla chirurgia e all’ostetricia, sfruttando i brevi periodi di vacanza in Italia per aggiornarsi professionalmente. Nel 1959, seguendo l’idea di Comboni di ‘Salvare l’Africa con l’Africa’ coadiuvato dalle suore comboniane, fonda una scuola per ostetriche e infermiere che contribuisce al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria ugandese.
Nel 1963 la fondazione Carlo Erba gli assegnò il Premio Missione del Medico.
Nel 1972 associa al suo ospedale anche i lebbrosari di Alito e Morulem. Nel 1985 l’Ordine dei Medici di Milano gli consegna il Premio Pozzi Samuel “Una vita per la medicina”. Ambrosoli accetta questi premi con molta riluttanza, affermando che non li merita.
Con l’ascesa al potere di Idi Amin Dada che teme il predominio degli acholi e dei langi nell’esercito e ne aveva iniziato la persecuzione, con uccisioni in massa, l’attività di padre Ambrosoli comincia a subire impedimenti e persecuzioni.(continua)

2 - Venerabile ADOLFO LANZUELA MARTINEZ (1894-1976)

Leonardo nasce a Cella (Teruel - Spagna) l’8 novembre 1894, ottavo di dieci figli. Frequenta la scuola primaria e la secondaria al paese natio. Successivamente l’Istituto Magistrale, conseguendo il titolo di “maestro”. Morta la sua fidanzata, si orienta alla vita religiosa ed entra tra i Fratelli delle Scuole Cristiane.
È ammesso al Noviziato di Irún (Guipúzcoa). Completata la formazione religiosa, è inviato al Collegio La Salle di Montemolín a Saragozza, dove in pratica resta tutta la sua vita. Per un breve periodo (3 anni) ricopre l’incarico di direttore del Collegio.
Nel 1973 si ritira
nella casa di riposo dei Fratelli anziani di Irún. Il 13 marzo 1976 ritorna a Saragozza per assistere all’inaugurazione della nuova sede del Collegio e per ricevere una onorificenza. Alloggia al Collegio La Salle Gran Via, ma (continua)

3 - Venerabile ENRICO HAHN (1800-1882)

Heinrich nasce il 29 agosto 1800 ad Aquisgrana (Germania). In famiglia riceve la sua prima formazione religiosa. Compie i primi studi nella città natale, quindi prosegue nel Liceo imperiale e nell’Athénée Royal. Si iscrive alla Facoltà di Medicina di Gent e si laurea nel 1822. Per ottenere l’abilitazione e il riconoscimento del suo titolo, ma anche per assolvere agli obblighi di leva, Heinrich Hahn abita a Berlino, dove presta servizio militare come chirurgo volontario per un intero anno. Nel giugno 1824 si trasferisce nella sua città natale per esercitare la professione medica
Sposa nel 1829 Maria Barbara Odilia Känzler che gli dona dieci figli, quattro dei quali muoiono in tenera età. Il dolore per la loro perdita è mitigato solo dalla sua grande fede. Esercita la sua professione medica prendendosi cura dei malati di tutte le estrazioni sociali. Si distingue per il suo comportamento caritatevole soprattutto a favore dei più poveri e bisognosi
Alla professione sanitaria affianca l’attività scientifica con la pubblicazione di un apprezzato e premiato studio sulla meningite tubercolotica, una patologia infantile ritenuta inguaribile e letale. Fonda l’associazione missionaria San Francesco Saverio e l’Istituto Giuseppino per accogliere i malati incurabili. Impegnato anche in politica, per circa 40 anni ha ricoperto il ruolo di assessore ad Aquisgrana e per tre anni quello di deputato al parlamento di Berlino.(continua)

 

 

NOTIZIE DAL MONDO

 

FIRENZE, 8 gennaio 2016
CONCLUSIONE DEL PROCESSO DIOCESANO DI BEATIFICAZIONE DI MARIA CRISTINA OGIER

 


Si concluderà a Firenze venerdì 8 gennaio 2016 il processo diocesano di beatificazione di Maria Cristina Ogier, terziaria francescana scomparsa nel 1974 a soli 19 anni d’età dopo una breve ma intensa esistenza al servizio degli altri in nome della fede.
Maria Cristina Ogier nacque a Firenze il 9 marzo 1955. Nel 1959, quando aveva solo quattro anni, gli diagnosticarono un tumore al cervello. Imparò a convivere con le limitazioni fisiche che il progresso della malattia gli procurava. Né faceva mistero del suo male né lo ostentava ma anzi viveva intensamente la sua vita. Semplice, gioiosa, impegnata in parrocchia, la sua vita è stata…. un canto alla vita! Visse in costante e prodigiosa comunione con Dio, vedendolo e servendolo nei fratelli. Terziaria francescana, per aiutare gli ammalati, volle essere dama dell’Unitalsi per accompagnarli e assisterli nei loro viaggi di speranza a Lourdes.
Lei ammalata s’impegnava, fino all’estremo delle forze, per dare conforto e assistenza agli altri ammalati. Coinvolse tanti, anche scrivendo ai giornali, nelle opere di carità a favore degli ammalati, dei poveri e per le missioni. Il suo “amore senza confini” le ispirò di allestire un battello fluviale attrezzato a piccolo Ospedale che inviò nel Rio delle Amazzoni e che porta il suo nome.
Per questa iniziativa chiese ed ottenne (continua)

Fra Francesco Maria Ricci, O.P. - Postulatore

 

S.GIOVANNI ROTONDO, 10 ottobre 2015
TRASLAZIONE DELLE SPOGLIE DI FR.DANIELE NATALE


Lo scorso 10 ottobre alle ore 18,00, a San Giovanni Rotondo, su decisione autorizzata dall’arcivescovo diocesano, mons. Michele Castoro, e dalla Congregazione delle Cause dei Santi, nel santuario di Santa Maria delle Grazie, si è svolta la Celebrazione Eucaristica per la traslazione del corpo del servo di Dio, fr. Daniele Natale, figlio spirituale di Padre Pio, in un apposito ambiente adiacente alla navata di destra della chiesa.
Fra Daniele nasce a San Giovanni Rotondo l’11 marzo. Entra tra i Frati Cappuccini nel 1933. Il 12 maggio 1940 emette la professione perpetua nel Convento di Montefusco.
Per volere dello stesso san Pio diviene suo Figlio spirituale. Dal santo di Pietrelcina impara a vivere il mistero della sofferenza e della malattia come mezzo di purificazione e santificazione. Svolge gli uffici di portinaio, cuoco, sacrista con dedizione ed umiltà.
A Foggia, durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (continua)

Michele Natale.

 

ASSISI, 12 ottobre 2015
SANTA MESSA PER IL IX ANN.RIO DELLA NASCITA AL CIELO DEL SERVO DI DIO CARLO ACUTIS


In occasione del 9° anniversario della nascita al Cielo del Servo di Dio Carlo Acutis, il 12 ottobre 2015 alle ore 9.30, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi (dentro la Chiesetta della Porziuncola), è stata celebrata una Santa Messa in suo ricordo.
Carlo nasce a Londra, Inghilterra, il 3 maggio 1991 e muore a soli 15 anni a Monza il 12 ottobre 2006, colpito da una gravissima forma di leucemia.
Per Carlo la santità è il suo chiodo fisso, il suo obiettivo, la molla che lo fa stare in modo “diverso” sui banchi di scuola, in pizzeria con gli amici o in piazzetta per la partita di pallone. Non è geloso del suo “kit per diventare santi”, che regala generosamente a tutti e che, molto semplicemente, contiene: un desidero grande di santità, messa comunione e rosario quotidiano, una razione giornaliera di Bibbia, un po’ di adorazione eucaristica, la confessione settimanale, la disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri. “Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita”.

 

 

MOSTRE DI SANTINI

Re (VB), 11 Agosto-15 Ottobre 2015
Mostra di immaginette devozionali “FIORI, FLORA E FAUNA”

Nell’ambito della commemorazione del terzo anno dalla scomparsa di Padre Gianfranco Valsesia, i parrocchiani di Olgia hanno presentato nella Cripta del Santuario di Re (VB) una mostra di immaginette sacre dal titolo “Fiori, Flora e Fauna” provenienti da collezioni private. L’esposizione, inaugurata l’11 agosto si è chiusa il 15 ottobre 2016.
Il socio Pierluigi Patritti di Olgia di Re, principale espositore di questa mostra, ha esposto molti pezzi scegliendo il materiale più interessante della propria collezione. Presso il Santuario della “Madonna del Sangue” nella Val Vigezzo, pertanto, sono stati esposti 36 pannelli contenenti piccole opere d’arte che andavano dal 1500 agli inizi del 1900 (xilografie, canivet, conventuali, ecc. ecc.).

 

Roma, 3-10 Ottobre 2015
Mostra di Immaginette “SAN FRANCESCO E I SANTI FRANCESCANI”

Sabato 3 ottobre nella Cripta della Basilica di S. Antonio al Laterano (Roma, via Merulana 124), nell’ambito di una Esposizione su San Francesco organizzata dall’Associazione Culturale Antoniana “Il Patriarchio”, il socio Augusto Mastrantoni ha presentato, anche a nome dell’A.I.C.I.S., una mostra di immaginette sacre dal titolo: “San Francesco e i santi francescani“.
Attraverso le immaginette devozionali della collezione personale di Mastrantoni si è potuto meditare la vita del Poverello di Assisi e sul messaggio che San Francesco ci ha lasciato e che ancora oggi è vivissimo.

 

Imola (BO), 7-28 Novembre 2015 - Mostra di SANTINI
“LA RISURREZIONE ED ALTRI EPISODI DELLA VITA DI CRISTO
NELLA RACCOLTA DI FILIPPO BRICCOLI - Manufatti monastici dal XVII al XX secolo”

Il 7 novembre p.v. è stata inaugurata a Imola la mostra “La risurrezione e altri episodi della vita di Cristo nella raccolta di Filippo Briccoli - Manufatti monastici dal XVII al XX secolo”. L’esposizione, curata dal socio Filippo Briccoli di Ravenna, è stata ospitata nel Museo diocesano, che per la prima volta ha aperto i battenti per accogliere il materiale iconografico che caratterizza le nostre raccolte di immaginette sacre. Il materiale esposto, costituito da manufatti, era di 146 pezzi, selezionati tra le seguenti tematiche e tipologie:– Gesù Bambino vestito. – Teche con Gesù Bambino in cera.
– Ricordi di Cresime e prime Comunioni. – Canivet. – Agnus Dei. – Reliquiari. – Papirografie. – Varietà di forme e di funzioni negli oggetti devozionali.
La mostra è rimasta fruibile al pubblico fino allo scorso 28 novembre.

 

Follina (TV), 5-8 Dicembre 2015
Mostra di “SANTINI RICORDO DELLA COMUNIONE PASQUALE DAL 1785 AL 1966”

“Il 5,6,7,8 dicembre 2015 hanno visto l’ormai consueto, ma sempre rinnovato appuntamento con Colori d’Inverno, Mercatino di Natale a Follina (Treviso). Infatti, nell’ambito di questa tradizionale manifestazione presento la mia esposizione di immaginette sacre che quest’anno ha avuto per argomento “Santini ricordo della Comunione Pasquale, dal 1785 al 1966 “.
Da qualche anno le mie mostre, allestite in un nuovo elegante locale a due passi dalla trecentesca Abbazia, sono sempre visitabili anche dopo le date della manifestazione telefonando al 3381467630”. (Mario Tasca)

 

Roma, 8 Dicembre 2015-10 Gennaio 2016
Mostra di santini “UN ANNO UNICO A BUON DIRITTO CHIAMATO SANTO”

L’8 dicembre a Roma, in via Merulana 124, nella Cripta della Basilica di Sant’Antonio al Laterano (piano stradale), è stata inaugurata l’annuale Mostra dei Presepi organizzata dall’Associazione Culturale Antoniana “IL PATRIARCHIO”.
Interessante il settore del nostro socio M° Augusto Mastrantoni di Roma dedicato all’avvenimento del momento “Il Giubileo della Misericordia” e cioè lo sviluppo del tema: “Un anno unico a buon diritto chiamato Santo - Santini, foto, cartoline dei Giubilei in Mostra (da Pio IX a Giovanni Paolo II)”. L’orario delle visite all’esposizione, che chiuderà il prossimo 10 gennaio, è il seguente: giorni feriali: 16,00 - 19,00; domeniche e giorni festivi: 9,30-12,30.

 

Ravenna, 25 Marzo-28 Maggio 2016
Mostra “LE ANTICHE XILOGRAFIE DELLA PASSIONE DI CRISTO”

Il 24 marzo 2016, a Ravenna, presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, verrà inaugurata la mostra dedicata ad antiche xilografie alla Passione di Cristo. La mostra illustrerà l’indagine affascinante svolta dal giovane studioso Lorenzo Gigante su cinque xilografie cinquecentesche raffiguranti episodi della Passione, facenti parte di un ciclo prodotto nel Monastero di Altomünster in Baviera, acquistate nel 1989 dalla Biblioteca Classense sul mercato antiquario. Oltre alle opere classensi verrà mostrata anche una raccolta di piccole immagini devozionali, appartenenti alle collezioni di Vittorio Pranzini, che illustrano alcuni episodi della Passione di Cristo esemplificati in incisioni circolanti in Europa durante tutta l’età moderna. La mostra sarà aperta dal 25 marzo al 28 maggio 2016, dal martedì al sabato dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17 chiuso lunedì e festivi. Ingresso gratuito.

Visite guidate per gruppi e scuole su prenotazione allo 0544-482116

ALCUNI ASPETTI DELLA PASSIONE DI CRISTO NELLE PICCOLE IMMAGINI DEVOZIONALI

Accanto alle cinque xilografie della Passione di Altomunster e ad altre rare incisioni e libri della Biblioteca Classense, verrà esposta una raccolta di piccole immagini devozionali, appartenenti alle collezioni di Vittorio Pranzini, che illustrano come il tema della Passione di Cristo sia stato molto diffuso e affrontato successivamente anche in altre aree geografiche.
Appartengono, infatti, all’area fiamminga due incisioni a bulino,una delle quali dipinta a mano, della seconda metà del Seicento, che rappresentano l’Arma Christi: una serie di oggetti collocati intorno a Gesù Bambino che dorme sulla Croce, simbolicamente rappresentativi dei vari momenti della Passione. In uno di questi esemplari è rappresentata, in basso, la scena della Veronica che asciuga il volto di Gesù.
Gli altri esemplari esposti sono di produzione francese del Settecento, facenti parte di una collezione molto più ampia già appartenuta a Paul Cordonnier-Detrie (1896-1980), uno studioso francese di storia locale, reperita alcuni anni fa in Italia sul mercato antiquario.
Fra le immagini che illustrano i vari momenti della Passione sono state scelte alcune scene con Gesù che porta la Croce durante la salita al monte Calvario, così come sono descritte nelle 14 Stazioni del rito tradizionale della Via Crucis, una devozione che risale al Medioevo, come forma di meditazione e di preghiera. Alcuni degli esemplari esposti, infatti, portano nella didascalia il riferimento alla rispettiva stazione: quando Gesù viene caricato della croce o incontra sua Madre, la Veronica, oppure cade sotto il suo peso. Alcune di queste immagini della Via Crucis furono inserite nella recita del Rosario, una devozione di origini tardo medievali, nella “posta” relativa ai Misteri Dolorosi, come si può vedere nel santino, probabilmente di produzione tedesca, con l’immagine della Madonna Addolorata, trafitta da una spada, circondata da 7 vignette che rappresentano alcuni episodi della Via Crucis.
Esemplificativo di una forma devozionale simile alla precedente è un foglietto di produzione italiana che contiene una “Coronella in suffragio delle anime purganti”, con l’immagine di Cristo in Croce dalle cui 5 piaghe sgorgano zampilli di sangue salvifico sulle anime del Purgatorio.
Sempre su questo tema desta particolare interesse un esemplare francese, con la discesa di Gesù dalla Croce, caratterizzato dal movimento dei numerosi personaggi illustrati, di cui alcuni aggrappati a ben tre scale. Un’illustrazione dai tratti decisi che danno movimento alla scena, che ricorda un dipinto di Rosso Fiorentino (1495-1540), pioniere del Manierismo italiano.
Tutti gli esemplari francesi, prodotti nel Settecento, sono incisioni a bulino colorate a mano, generalmente in modo molto grossolano, utilizzando delle mascherine per ogni colore, talvolta rifinite a pennello per le ombreggiature, con una tecnica tipica dell’imagerie populaire, prodotta principalmente a Parigi. L’incisione e la successiva stampa venivano fatte su fogli grandi, colorati e tagliati successivamente, come si può vedere nel raro foglio esposto, suddiviso in 4 parti, ancora da tagliare. (Vittorio Pranzini)

 

MOSTRA DI SANTINI “VENI SANCTE SPIRITUS”

 

Il 26 marzo 2016 nel Museo del paesaggio di Verbania Pallanza sarà inaugurata una mostra di immaginette sacre sul tema: “Veni Sancte Spiritus - Lo Spirito Santo nella Collezione di Santini del Museo del Paesaggio”.
L’esposizione sarà curata dalla nostra socia Dr.ssa Maria Grazia Reami Ottolini, Direttrice della Sez.del Museo - Palazzo Biumi - Salita Biumi 6 - Verbania.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 5 giugno p.v. con il seguente orario: da giovedì a sabato:
16/18.30. Domenica: 10/12; 15.30/18.30.
L’ingresso è gratuito!

 

 

SESTO CENTENARIO DELLA NASCITA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA (1416-2016)


IL VOLTO DEL SANTO NELLE IMMAGINI
DI DEVOZIONE POPOLARE DAL XVI AL XX SECOLO
di Giancarlo GUALTIERI

In occasione della ricorrenza del VI centenario della nascita di San Francesco di Paola (27 marzo 1416 – 27 marzo 2016), l’A.I.C.I.S. ha voluto rendere omaggio al Santo Patrono della Calabria e dei Marinari, pubblicando sulla Tessera d’iscrizione dei Soci per l’Anno 2016, una rara immagine di un prezioso santino manufatto, un“canivet” del XVII secolo.

Inoltre, a cominciare da questo numero sarà pubblicata la storia dell’iconografia di San Francesco di Paola attraverso le immagini, incisioni e santini, dal XVI al XX secolo, tutte provenienti dalla mia collezione privata. Un viaggio nel tempo, attraverso piccoli “pezzetti di carta” che sono, a mio avviso, vere e proprie opere d’arte e sono la testimonianza di quanto sia stata grande la pietà popolare verso quest’umile frate fondatore dell’Ordine dei “Minimi”, a cui sono legato da una profonda devozione sin da quando piccolino facevo il chierichetto presso la chiesa di Cosenza, la mia città natale, a Lui intitolata.

Nome:

Francesco di Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo

Nascita:

Paola (Cosenza) il 27 marzo 1416

Morte:

Plessis-les-Tours (Francia) il 2 aprile 1507

Ordine:

Fondatore dell’Ordine dei Minimi

Canonizzazione:

Papa Leone X il 4 maggio 1519

Attributi:

Simbolo “CHARITAS”, bastone, mantello

Patrono:

Calabria, Regno delle due Sicilie,
naviganti e pescatori

Patrocinio:

È invocato contro la sterilità
e per avere figli maschi


Parte prima - (Sec. XVI e XVII)

I primi ritratti del Santo, le xilografie ed i manufatti Sono due i dipinti che, secondo i biografi del Santo, furono usati come archetipi da molti artisti ed incisori del XVI e XVII secolo per realizzare numerosi ritratti del Santo. Il primo dipinto, di autore ignoto del XVI secolo, si trova nella chiesa di S. Francesco di Paola (o dell’Annunziata) di Montalo Uffugo, in provincia di Cosenza.
Il Santo è ritratto a figura intera su uno sfondo d’oro stellato con il caratteristico saio dei minimi, il bastone tra le mani e gli zoccoli ai piedi. Questo dipinto sarebbe la copia di quello fatto al Santo dal vivo nel 1482/83, mentre soggiornava a Napoli presso la corte del re Ferrante d’Aragona durante il suo viaggio verso Tours in Francia
La leggenda vuole che il bravo pittore, non ottenendo che il Santo posasse dinanzi a lui, eseguì l’opera osservandolo attraverso la fessura della porta della sua stanza.
La riproduzione del dipinto la si ritrova nel corso dei secoli successivi in molte incisioni e soprattutto, con diverse varianti, in tantissimi santini in bianco e nero ed in cromolitografia del XX secolo.

(Fig. 1) - Litografia F.lli Apicella – Napoli, S. Biagio, 38 - seconda metà sec. XIX (cm.29x41), “Vera effigies S.P. Francisci de Paula ex Prototipo, quod Ferdinandus Rex Neapolis An. 1482 et S.P.GG egregius picturae coloribus curavit exprimi et Ecclesia Minimorum di Sanctuari Paula Servatum”, “Vera effige S. P. Francesco di Paola dal Prototipo che Ferdinando Re di Napoli nell’anno 1482 curò di far dipingere ed è conservato a Paola nel Santuario dei Minimi”.

(Fig. 2) - Fotolitografia della metà del sec. XX (cm.13x22) di S. Francesco di Paola “Ritratto che si venera nella nostra chiesa di Montalto Uffugo (Cosenza)”.

(Fig. 3) - Santino monocromatico in b/n del sec. XX (cm. 5,5x11) di S. Francesco di Paola, Stabilimento dalle Nogare e Armetti - Milano.

(Fig. 4) - Santino in cromolitografia del sec. XX (cm. 6x12) di S. Francesco di Paola, Stabilimento L.Salomone - Roma


Il secondo dipinto lo eseguì il pittore francese Jean Bourdichon (1457-1521), autore anche della più antica immagine che ritrae il beato Francesco dinanzi alla Madre di Dio. Questi realizzò l’opera utilizzando la maschera funeraria di gesso del volto del Santo, che è senz’altro il ritratto più verosimile
di San Francesco di Paola.
Il dipinto, donato al Papa Leone X dal re di Francia Francesco I in occasione della canonizzazione di Francesco, è purtroppo andato disperso. Fu, però, ripreso da incisori famosi come F. Villamoena (1526-1624) e successivamente usato come modello iconografico da pittori famosi in molti dipinti, incisioni e svariati santini.

(Fig. 5) - Incisione in b/n – M. Lasnè - Francia 1645 (cm 16x22). Nell’incisione di M. Lasnè (1590-1667) il Santo è ritratto in un ovale a tre quarti, si poggia con ambedue le mani sul suo bastone ed indossa il classico saio con cappuccio del suo ordine. Il volto arcuato evidenzia un naso aquilino e una lunga barba. Ai lati in quattro cerchi sono riportate le principali date della sua vita:
• 1416 anno della sua nascita
• 1435 anno dell’istituzione del suo Ordine
• 1482 anno della sua venuta in Francia
• 1507 anno della sua morte.
In basso la scritta con il nome dell’autore M. Lasnè e l’anno in cui l’incisione fu eseguita: 1645
Nella cornice intorno all’ovale è riportata la scritta: “Vero ritratto di S. Francesco di Paola, eseguito dall’originale, che è conservato a Roma, in Vaticano, che fu inviato da Francesco primo, Re di Francia, al Papa Leone X che lo canonizzò l’anno 1519”. Al centro della cornice che racchiude l’incisione in due piccoli cartigli sono riportate le due principale regole del suo ordine “CHARITAS” ed “HUMILITAS”.

(Fig .6) - Incisione in b/n - F. Corsetti - Italia 1804 (cm 8,5x12). Nell’incisione di Francesco Corsetti datata 1804 sul bastone del Santo compare anche il simbolo “CHARITAS” il suo principale attributo.

(Fig. 7 )-Santino monocromatico color seppia del sec. XX (cm 7,5x12) di San Francesco di Paola - Riproduzione dell’incisione di M. Lasnè del 1645.

(Fig. 8) - Santino in cromolitografia prima metà sec. XX (cm 7x11) di San Francesco di Paola, ricavato dal ritratto del Santo eseguito dall’incisore francese Jean Bourdichon (1457-1521) suo contemporaneo. Il volto del Santo
Le xilografie. Le prime raffigurazioni di San Francesco di Paola le ritroviamo sin dal XVI secolo, appena dopo la canonizzazione avvenuta nel 1519, soprattutto nei libri che narrano la sua Vita o nei Leggendari delle Vite dei Santi, si tratta soprattutto di incisioni in “rilievo” su una matrice in legno dette “xilografie” (dal greco “xilo=legno” e “grafia=scrittura”). La figura, scavata con particolari utensili muniti di lame, aveva un risultato molto rudimentale.

 

(Fig.9) - Xilografia b/n (cm 8x6,5) tratta dal libro “Flos Sanctorum” di Alfonso di Villegas di Toledo tradotto in italiano da D. Timoteo da Bagno Monaco Camaldolese - In Venetia appresso i Guerra MDXCIII.

(Fig.10) - Xilografia b/n (cm 4x4,5) - Alli 2 d’Aprile - Tratta da un libro sulla vita del Santo sec. XVII.


(Fig.11 )- Xilografia b/n (cm 5,5x7,5) - S. Francisco - produzione spagnola sec. XVII.

(Fig.12 )- Xilografia b/n (cm 5,5x10) - Saint Francois de Paule - produzione francese sec. XVII. (continua)

 

 

Papa Francesco e l’Aicis

HO INCONTRATO PAPA FRANCESCO

di Gianni ZUCCO


Il tesoriere AICIS Gianni Zucco porge a tutti noi la sua testimonianza dell’incontro con Papa Bergoglio dopo una celebrazione della Messa mattutina a Domus “Santa Marta”.

Papa Francesco. La mente corre subito a quella sera del 13 marzo 2013: «Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo...ma siamo qui».
Sono queste le prime parole del primo Papa Francesco della storia della Chiesa cattolica. Jorge Mario Bergoglio, argentino, 76 anni, gesuita, 266° Pontefice, è anche il primo sudamericano. Il Papa ha parlato di una Chiesa in cammino, così come le tre indicazioni che ha dato al popolo: amore, fiducia e fratellanza.
Diciamo subito che il gesto più spirituale, inatteso, e per molti versi sconvolgente è il momento di raccoglimento, quei lunghi attimi di silenzio in cui il nuovo Papa chiede ai fedeli della piazza l’intercessione per una benedizione celeste:« Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me». «Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto, ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo».

Il Papa venuto dall’altro capo del mondo, già quel 13 marzo 2013 ha desiderato fin dalla prima apparizione chiedere aiuto, preghiere e collaborazione a tutti gli uomini di buona volontà affinché il suo mandato possa essere valido e fruttuoso. E in questo spirito di partecipazione alla vita della Chiesa che Egli, tra l’altro, ha espresso il desiderio che anche gruppi di fedeli provenienti dalle Parrocchie possano partecipare alla sua S.Messa delle ore sette che ogni giorno celebra nella cappellina di Domus “Santa Marta” in Vaticano :

Papa Francesco e il nostro Assistente Ecclesiastico padre Davide Carbonaro, scambiano l’abbraccio della pace durante la celebrazione della Messa a Santa Marta

Questa, per i pochi prescelti, non più di venticinque, è una grande opportunità perché essere vicino al Papa celebrante, guardare la sua gestualità, ascoltare le sue illuminate parole in un ambiente ideale, silenzioso e raccolto, è una esperienza eccezionale.A Roma le Parrocchie sono 338 e quasi tutte, escludendo alcune al centro della città, molto estese e intensamente popolate.
Ad esempio la mia Parrocchia all’Ardeatino, dedicata a Nostra Signora di Lourdes, conta una presenza di circa quindicimila abitanti, quindi è sempre problematica la scelta da parte dei parroci per stilare il limitatissimo elenco dei partecipanti. Il mio Parroco, ha scelto autonomamente i nominativi premiando i collaboratori del Consiglio Pastorale. Per il mio lavoro di volontariato sono stato tra i prescelti.
Il nostro incontro con il Pontefice è avvenuto nel novembre 2015, alla vigilia della sua partenza per la visita pastorale nell’Africa Centrale. Ed eccoci alla celebrazione della Santa Messa. Papa Francesco entra da una porticina laterale della cappella nel silenzio generale di attesa e curiosità
Noto subito il suo passo non spedito, ma incerto, il volto stanco, mai sorridente durante tutta la celebrazione, anzi preoccupato e assorto. Lo seguo attentamente sia ascoltando l’omelia sia partecipando al Sacrificio Eucaristico.
Un pensiero e una preoccupazione mi pervadono… ma quest’uomo, alla vista cosi debole, ha sufficienti energie per continuare questo ministero petrino cosi faticoso e arduo?
Terminata la celebrazione, e dopo qualche tempo di riflessione, siamo invitati dal cerimoniere ad uscire e a disporci in fila fuori della cappellina.
Ed ecco la sorpresa: Papa Francesco ci attende per incontrarci individualmente. Vuole conoscere il nostro nome, la nostra attività; accetta le nostre domande, i nostri auguri; sembra quasi non avere limiti di tempo, poiché mostra attenzione a tutti, come un buon padre di famiglia con i propri figli.
L’incontro è cordiale, sereno, rilassante. Egli è sorridente e pieno di energia. È evidente che il contatto umano trasforma quest’uomo, molto diverso da quello vissuto durante la celebrazione della Santa Messa.
Quanta gioia ha riempito il mio cuore quel prezioso tempo trascorso a tu per tu con Papa Francesco! Sarà impossibile dimenticare i sentimenti di fraterna unione che sua Santità ha profuso in me. Sono felice, pertanto, di condividere con i lettori di “Santini e Santità” la testimonianza di un incontro che per me rimarrà sicuramente unico e ringrazio ancora il buon Dio di aver permesso questa positiva esperienza che ha rafforzato il mio animo nel contatto diretto con l’attuale rappresentante di Gesù sulla terra.

 

 

Inaugurazione Mostra del Santino Natalizio 2015-2016

UN MONDO DI AUGURI ... LE LETTERINE DI NATALE
di Giuseppina LICORDARI G.

Quest’anno in occasione del nostro incontro di apertura della mostra natalizia, ho pensato di fare alcune brevi riflessioni su una categoria di materiali che mi hanno sempre affascinato, mi riferisco alle letterine di Natale, che tutti quelli della mia generazione conoscono o hanno scritto, o hanno avuto modo di maneggiare, seppure solo per motivi di collezionismo
Si tratta di un materiale che vien considerato di secondaria importanza, perché non riveste la preziosità dei santini più antichi, invece secondo me, riveste un ruolo importante in quanto si tratta sempre di un prodotto artistico, misto di immagini e parole, realizzato per una funzione augural
Il magico mondo natalizio è riprodotto nelle sue mille sfaccettature iconografiche nei santini e nelle incisioni, mentre nelle letterine ritroviamo solo alcuni elementi essenziali; esse hanno non solo un valore sentimentale, ma posseggono anche un aspetto nostalgico, perché sono l’eco di un mondo purtroppo svanito, non solo nella nostra memoria di adulti, ma anche nella nostra odierna società.

La letterina si può considerare come un prodotto parallelo del santino, in quanto il supporto, cioè la carta, è il medesimo, inoltre i temi iconografici sono gli stessi, così come la presenza di un testo scritto e l’applicazione di decorazioni con cromolitografie, sono tutte caratteristiche presenti anche nelle immaginette devozionali.
L’uso della letterina di Natale nasce in Europa nel corso del XVIII secolo, come usanza augurale nelle famiglie nobili ed abbienti; infatti alcuni più antichi esemplari, ascrivibili alla città di Amburgo, riportano
gli auguri per il Capodanno, ma in seguito l’uso augurale passa all’ambito natalizio, così l’usanza si diffonde in tutti i ceti sociali dal XIX secolo, per continuare fino agli anni ‘60 del XX secolo, quando nelle scuole si perde la sana abitudine di fare scrivere ai bambini la letterina natalizia, per cui il materiale conservato dai collezionisti, diventa importante e raro cimelio di un’epoca scomparsa.

Però vi sono alcune letterine moderne, collocabili negli anni ‘80-‘90 del XX secolo, che sono completamente diverse da quelle precedenti, sia per le raffigurazioni, sia per la struttura testuale e per la grafia. Le letterine sono una categoria particolare di materiali, perché attengono al mondo dell’infanzia e sono proprio i bambini in età scolare ad essere i protagonisti di un piccolo capolavoro artistico e di un messaggio scritto rivolto ai genitori o alla famiglia in generale.
La magia natalizia coinvolge il fanciullo che instaura una sorta di complicità coi suoi familiari che fanno finta di non sospettare nulla dell’esistenza della letterina natalizia e della sua collocazione in un luogo segreto: è il fascino del mistero, dell’inaspettato che poi si concretizza con la sua scoperta e con la lettura del messaggio scritto.
Le letterine sono realizzate con un materiale povero, la carta, ma prezioso nel contempo perché si può usare in mille modi e decorare in svariate maniere; esse sono formate da due fogli di quaderno dotati di righe orizzontali entro le quali il bambino si cimentava ad esporre i suoi pensieri augurali.
Generalmente solo il primo foglio era decorato e negli esemplari più antichi la decorazione è più accurata, ma col passare del tempo la decorazione si semplifica e diviene meno preziosa. Anche la calligrafiaè una componente importante, perché nel corso del 1800 è di buona fattura, in quanto l’esercizio calligrafico era obbligatorio nelle scuole elementari, per cui le letterine più antiche presentano lettere ben fatte ed ordinate, con segno sottile e rotondo e andamento inclinato, con apici e fronzoli, secondo l’usanza del tempo e sono scritte con l’uso di inchiostri diversi: dal nero, al seppia o violetto (Fig.1). In seguito si nota una mano sempre più incerta, con lettere dal tratto tremante e di diversa grandezza, specie nel corso della metà del XX secolo, quando cessa l’interesse per i modelli calligrafici imposti dalla scuola. Inoltre si deve tenere presente che gli autori di queste letterine sono spesso fanciulli anche di prima elementare e per questo la loro grafia è più incerta

La decorazioneè un elemento importante e d’impatto dal punto di vista estetico; nelle primissime letterine si nota una decorazione abbondante, quasi barocca e si usa , proprio per dare preziosità al supporto cartaceo, molto color oro. La prima pagina era decorata da una cornice molto grande con decorazioni floreali o geometriche e lasciava poco spazio al testo scritto.
Ad imitazione del santino, era realizzata con pizzo traforato a punzone, o stampata in r lievo e di color oro brillante. In alcune letterine la cornice è dimensioni più modeste e realizzata in colore pastello, secondo varie tonalità e con linee dorate che danno un tocco di luminosità e preziosità. Alcuni esemplari presentano della mica che viene posta su alcune parti della decorazione per renderla più evidente e preziosa. Nella maggior parte delle letterine natalizie, nella prima pagina, a prescindere dalla decorazione a stampa, è posta una semplice cromolitografia ritagliata e incollata e di piccole dimensioni, collocata nella parte alta del foglio, al fine di rendere più ricercata la letterina.
La piccola cromolitografia riproduce i consueti temi natalizi con la presenza di Gesù, oppure temi legati al mondo fanciullesco: abbiamo Gesù Bambino o da solo nella mangiatoia, o accompagnato dagli Angeli, o benedicente entro una stella, o con i suoi genitori, o inserito in un paesaggio idilliaco-natalizio, tanto per citare gli schemi più consueti. Talvolta la cromolitografia è provvista di una linguetta che, una volta tirata in maniera strategica scopre altri decori e da origine ad un’immagine tridimensionale; in primo piano sono collocati fiori, angioletti o bimbi paffutelli e sullo sfondo la scena della Natività o Gesù nella mangiatoia. Tutti piccoli espedienti per rendere più movimentata la raffigurazione ed interessante la letterina (Fig

Successivamente, dagli anni 30-40 del novecento, la decorazione con cromolitografia si comincia ad abbandonare e nelle letterine più recenti si trova stampato un disegno a colori con scena di natività, o altri temi natalizi impreziositi dall’uso di materiali brillanti come porporina dorata, o argentata che viene cosparsa sulle immagini per porle in maggiore risalto.
Questa tipologia di letterina più semplificata la ritroveremo anche in seguito fino agli anni ‘60, mentre in quelle moderne e cronologicamente successive, la decorazione si incentra su Babbo natale, su Gesù o su temi fanciulleschi, abbandonando tutte le caratteristiche di raffinatezza ed accuratezza stilistica (Fig.3-4-5).

Le letterine di cui stiamo parlando sono ben esposte nella mostra di quest’anno e colpiscono non solo per le caratteristiche artistiche di cui ho parlato, ma soprattutto per il contenuto tematico che ci conservano. I testi presentano la stessa struttura: intestazione, in cui il bambino si rivolge ai genitori, al papà, alla mamma, ai nonni o agli zii, o a Gesù bambino e approfitta del Natale per comunicare ai suoi cari il suo affetto, segue una parte di scuse, con relativo pentimento per le marachelle commesse durante l’anno e la conseguente richiesta di perdono, poi una parte centrale , cheè la più consistente, con l’elencazione di una serie di buoni propositi e promesse molto impegnative e una parte finale con espressioni augurali molto affettuose, rivolte ai genitori e a tutti i familiari in genere, con la speranza di una vita serena e felice, dimostrando una grande testimonianza di gratitudine.
In alcune letterine, i fanciulli si rivolgono a Gesù bambino e gli chiedono la sua intercessione o per aiutarli a mantenere le loro promesse, o per concedere una buona sorte e speciali benedizioni per tutti. Come tutti messaggi epistolari, la letterina si conclude con un affettuoso congedo con formule che esprimono affetto o chiedono la benedizione dei propri genitori, secondo un’antica tradizione.

L’ultimo elemento strutturale della letterina è la firma a piè di pagina che talvolta può essere seguita dal nome della città e dalla data, che solitamente si trovano collocati nella prima pagina, nella parte superiore della letterina, sulla destra. Un’ultima riflessione voglio riservarla al contenuto testuale di alcune letterine e al loro valore socio-antropologico, perché sono state scritte in tempo di guerra, sia durante la prima guerra mondiale del 1914-18, sia durante il secondo conflitto (1939-1945). In esse traspare il clima storico del periodo, con un’atmosfera incupita dai morti e dalla violenza bellica, in cui i bambini sono rattristati e spaventati ed esprimono il loro sentimento di angoscia e di dispiacere per avere perso il proprio genitore sul fronte di guerra, oppure per essere da soli durante la festa del santo Natale, perché il proprio papà è impegnato in un luogo di guerra lontano.(continua)

 

 

 

 

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