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ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE
CHE COSA E’
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Presidente
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SANTINI E SANTITA'
NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 2 - APRILE - GIUGNO 2016
Gli 800 anni dell’Ordine dei Predicatori
1216-2016: L’ORDINE DOMENICANO FESTEGGIA
L’VIII CENTENARIO DI CONFERMAZIONE
di p. Antonio Cocolicchio, OP
L’Ordine dei Predicatori ha avuto origine nel sud della Francia ad opera di
un canonico spagnolo, Domenico Guzman (Fig.1).
Insieme al suo Vescovo di nome Diego, egli intraprese un viaggio diplomatico
con il quale venne a conoscere la situazione difficile, causata dall’eresia catara o
albigese, che interessava la Linguadoca, allontanando dalla Chiesa cattolica
buona parte della popolazione che, a causa degli scandali del clero e della loro
mancata formazione spirituale e intellettuale, non si dedicava al ministero della
predicazione.
Nacque in Domenico l’idea di dare forma stabile alla predicazione evangelica,
stilando un progetto apostolico che prevedeva: predicazione itinerante e mendicante,
ma dottrinale. Questo fu il motivo per cui mandò i primi frati che si riunirono
intorno a lui nei centri universitari dell’epoca come Parigi e Bologna, con lo scopo
di studiare, fondare conventi e trovare nuove vocazioni. Domenico ha avuto il merito,
lui che si definiva umile ministro della Predicazione, di portare la predicazione
sulle labbra del presbitero, essendo fino ad allora una prerogativa dei soli Vescovi
i.
Figg. 1, 2, 3, 4
E’ iniziata, con la conferma dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani), il 22 dicembre
1216 da parte di
Onorio III, una grandissima
storia di cui
quest’anno si festeggiano
gli 800 anni
con un giubileo che va a coincidere con l’anno santo straordinario della
Misericordia.
Tra i figli illustri di San Domenico ci sono: San Pietro martire (fig.2),
Sant’Alberto Magno (fig.3), San Tommaso d’Aquino (dottore comune
della Chiesa Cattolica) (fig.4), San Vincenzo Ferrer (fig.5) etc, una lista
che aumenta di anno in anno insieme agli innumerevoli martiri che l’Ordine
ha dato in diversi momenti.
S. Domenico ha inserito, a imitazione delle donne del Vangelo che
seguivano Gesù e gli Apostoli, anche le donne facenti parte dell’Ordine,
anzi le prime furono proprio loro.
Tra i monasteri fondati direttamente da lui, oltre a quello francese che precede la stessa fondazione dell’Ordine, vi è il monastero romano di San Sisto, dove per disposizione del Papa, diede vita ad una comunità osservante del silenzio e della clausura e alla
quale profuse le sue attenzioni paterne con la Conferenza quotidiana a cui provvedeva a volte anche di sera tardi, dopo le fatiche
giornaliere del ministero, durante il suo soggiorno romano
La figura femminile de stinata a divenire il suo “alter ego” e che viene
accumunata negli innumerevoli dipinti raffiguranti la Madonna del Rosario (fig. 6), è Caterina da Siena (fig. 7).
La scelse dopo la sua morte, unendola alle Sorelle della Penitenza di S. Domenico, chiamate poi Terziarie domenicane e oggi,
sia uomini che donne riuniti sotto la denominazione di Laicato domenicano. L’Ordine dei Predicatori risulta così composto, da monache
dedite principalmente alla vita contemplativa nella modalità della clausura, in 232 monasteri sparsi per il mondo; dai Frati
predicatori o detti, proprio dal nome del fondatore, “Domenicani” e
dai laici e sacerdoti secolari riuniti in Fraternite.
Costituiscono poi la grande Famiglia domenicana le innumerevoli
Congregazioni religiose femminili e gli Istituti secolari aggregati
all’Ordine, ma costituenti giuridicamente Istituti autonomi che ne
condividono la spiritualità.
Ne risulta così, ad imitazione della
Chiesa Popolo di Dio, un composto di tutte le vocazioni e con tutti i
carismi e i ministeri a servizio della missione evangelizzatrice, motivo
per cui la stessa Chiesa esiste.
nel rosario.
Figg. 5 e 6
Figure 7 e 8
L’Ordine avendo un carisma che predilige l’Intelletto e la luce
della scienza si è distinto in ambito culturale e nella formulazione,
diffusione e difesa della dottrina cattolica.
Nel filone mistico vanno ricordati i mistici renani: Giovanni Eckhart,
Giovanni Tauler, Enrico Suso (Fig. 8) e nel campo popolare il
merito della predicazione del rosario. |
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S. DOMENICO, CONTEMPORANEO DEL SUO E DEL
NOSTRO TEMPO
di P. Guy Bedouelle OP
Il XIII secolo è un periodo in cui la popolazione europea è in crescita; ciò comporta uno sviluppo economico ma
anche molte difficoltà: non solo le campagne non si
spopolano, ma il loro affollamento alimenta le città che si sviluppano
con i propri bisogni e con le loro proprie rivendicazioni
in rapporto al sistema feudale. I comuni italiani, le corporazioni
dei mestieri, le università con le loro libertà sono i
segni di questa emancipazione.
Domenico (fig.1) ne terrà conto non solo perché comprende
la necessità di evangelizzare questi nuovi centri urbani,
simboleggiati dalla costruzione di cattedrali, ma anche
perché egli invierà i suoi frati nelle università e incorporerà
nell’Ordine che fonda le nuove aspirazioni del suo tempo, mediante
l’elezione dei superiori per esempio, integrandole nella
più pura tradizione della vita religiosa.
Questa ondata demografica provoca anche un ritorno
della povertà in Occidente, dato che lo sviluppo
economico favorisce soprattutto poche persone.
Questa povertà, più dolorosa in città che in campagna,
sarà accompagnata da una contestazione: si
sopporterà male il fatto che i membri della Chiesa, che
fanno professione di seguire il Vangelo, non manchino
di niente e godano della loro situazione confortevole.
San Domenico e san Francesco (fig.4) istituiranno
degli Ordini in cui i frati vivranno realmente in povertà
ma in una stretta fedeltà alla fede cattolica.
Il XIII secolo è anche quello dell’emergere delle
nazioni. San Domenico si preoccuperà di suddividere
il più presto possibile i suoi frati nei vari centri della
cristianità: a Parigi, capitale dell’insegnamento della
teologia; a Bologna, capitale del diritto; a Oxford; in
Europa occidentale ed evidentemente anche a Roma.
Poiché se il XIII secolo è proprio un apogeo della
cristianità, il suo centro è a Roma, dove il Papa, sovrano
temporale degli Stati della Chiesa ma anche
guida spirituale del mondo, gioca un ruolo determinante,
soprattutto quando la cattedra di Pietro è occupata
da personalità altrettanto forti come Innocenzo
III (Papa dal 1198 al 1216) (fig.2) o Onorio III
(dal 1216 al 1227) (Fig.3).
Il papato conserva un ruolo di arbitrato politico,
d’impulso per una riforma sempre da riprendere
nella Chiesa. Per questo esso incoraggia i vescovi più
zelanti come, per esempio, Diego d’Osma e Folco di
Tolosa che sostennero Domenico nella sua opera.
Ma esso desidera anche arginare i movimenti che,
un po’ dappertutto, rivendicano un ritorno radicale
alla povertà evangelica, a volte però
in maniera eccessiva, anarchica e contestataria.
Per ristabilire nella Chiesa il fervore evangelico senza lasciar
corrompersi la fede, il papato accoglie con favore i programmi
di vita di san Francesco e di san Domenico (Fig.4) la
cui fedeltà alla Chiesa non toglie niente al desiderio di un ritorno
al fervore dei primi cristiani.
DOMENICO, CONTEMPORANEO DEL VANGELO
La vita di san Domenico è marcata dal suo proposito di
conformazione al Vangelo nella Chiesa. Così l’intuizione fondatrice è nata da un duplice choc: il Vangelo è falsificato; il
Vangelo non è ancora annunciato! Diego, il vescovo di Osma,
di cui Domenico era sottopriore del capitolo, era un personaggio
importante della corte del re di Castiglia.
Gli si affida l’incarico
di concordare il matrimonio del principe erede con una
giovane del nord Europa.
I due uomini arrivano nella Linguadoca e restano sconvolti
dalle devastazioni dell’eresia catara, di cui trovano un esempio
presso l’uomo che li riceve per la notte.
Giunti quasi al termine
del loro viaggio, in Prussia, essi scoprono anche popolazioni
intere non sono ancora battezzate dato che non è stato
annunciato loro il Cristo.
Alquanto impressionati da questi due eventi, Diego e Domenico
sono disponibili a ripartire lontano per predicare la
fede ma vogliono far benedire il loro progetto dal grande
Papa Innocenzo III (dal 1198 al 1216).
Quest’ultimo indica
loro come l’urgenza consista piuttosto nel frenare la propaganda
catara e nel predicare nelle regioni in cui essa trionfa
sulla vera dottrina cattolica. Ritornando in Linguadoca, Diego,
seguito da Domenico, decide, riuscendo a convincere i legati
cistercensi già inviati dal Papa, di ricorrere ai soli mezzi che
prevede il Vangelo: una predicazione itinerante di villaggio
in villaggio, la povertà e la stessa mendicità per annunciare
il Regno.
Nel 1206, il Papa li incoraggia ben indicando ciò
che egli si aspetta da parte loro: «Imitate la povertà del Cristo
povero; avvicinatevi agli umili con umiltà, ma nell’ardore
dello Spirito Santo».
Rimasto solo; Domenico predica, poi comincia ad organizzare
una nuova famiglia religiosa che si dedicherà alla predicazione
del Vangelo. Egli insiste incessantemente presso i
suoi frati affinché non transigano con le esigenze del Vangelo:
chiede loro, come fa san Francesco suo contemporaneo, che
ha d’altronde incontrato, di non vergognarsi di mendicare il
loro pane come testimonianza di dipendenza e di obbedienza
alla Provvidenza.
Domenico ha voluto istituire un Ordine di Predicatori. I
primi conventi domenicani sono denominati Santa Predicazione.
Non si trattava affatto di monopolizzare tutta l’attività
di predicazione nella Chiesa, dove d’altro canto essa spettava
in pienezza al vescovo, ma di creare un corpo specializzato
di religiosi la cui vita sarebbe stata orientata verso la predicazione
evangelica in senso largo.
ATTUALITÀ DI SAN DOMENICO
Tale attualità è assicurata dal carisma della famiglia che
egli ha istituito. Come nel passato, ma in modo adattato,
esso si definisce mediante la predicazione. Attualmente
infatti, questa nozione di predicazione riveste la maggior
estensione: certo, i Domenicani predicano nelle chiese, fanno
delle omelie, dei ritiri, ma essi gestiscono anche
rene case editrici, pubblicano libri e articoli, insegnano.
Ad ogni generazione non manca l’immaginazione
per rispondere ad esigenze sempre
nuove. Le monache (continua)
(Fonte: www.domenicani.net)
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I DOMENICANI…CHI SONO?
IDomenicani sono i membri dell’Ordine dei Frati Predicatori (Ordo fratrum praedicatorum) fondato
dallo spagnolo Domenico di Guzmán agli inizi del XIII secolo con il fine di lottare contro
la diffusione del catarismo, la più importante eresia medievale dell’epoca: Domenico e i suoi
compagni scelsero di contrastare le dottrine eretiche sia attraverso la predicazione che attraverso
l’esempio di una severa ascesi personale, vivendo in povertà e mendicità.
E’ pertanto un istituto religioso maschile riconosciuto il 22 dicembre 1216 dal Pontefice Onorio
III con l’emanazione della bolla “Religiosam vitam”, mediante la quale è stata approvata la comunità
di Domenico come compagnia di canonici regolari posta sotto la protezione della Sede
Apostolica.
Con una successiva bolla del 21 gennaio 1217 lo stesso Sommo Pontefice ha riconosciuto l’originalità
del carisma di Domenico ed ha approvato la sua fraternità come Ordine religioso, detto
appunto dei Frati Predicatori.
I Domenicani vivono in comunità fraterne, praticano la povertà, studiano e contemplano la
Verità che libera e purifica, si consacrano a Dio per la missione della “predicazione della Parola
di Dio, annunciando per il mondo intero il nome di Gesù Cristo“ (Onorio III a Domenico dí Guzman),
testimoniano nel mondo la libertà e la gioia evangelica. |
SAN DOMENICO ESORTAVA I SUOI FRATI A:
VIVERE: votati alla missione della “sacra predicazione”,
attraverso la vita fraterna in comunità
vivificate dalla Parola di Dio; nella condivisione
della fede, dell’amicizia, nella partecipazione
reciproca degli eventi tristi e gioiosi della propria
vita e di quella degli uomini e donne dei
nostro tempo, mettendo in comune i beni ricavati
dal proprio lavoro -nell’osservanza delle regole
comunitarie con libertà e responsabilità;
ASCOLTARE: incessantemente la Parola di Dio
contenuta nella Scrittura, in convento e in viaggio,
per conoscere Dio, il suo progetto di amore
e di salvezza, ma anche essere sempre disponibili
all’ascolto delle donne e degli uomini di ogni
lingua e nazione, per conoscere le loro speranze, le loro paure
e le loro gioie e, soprattutto, la loro ansia di verità…
STUDIARE: per “riflettere sulla multiforme sapienza di Dio”
(LCO 77) e ‘Imparare a discernere le molteplici vie del Vangelo
nelle cose create, nelle opere e istituzioni umane e nelle diverse
religioni” (LCO 79); per un servizio “teologico” della Parola
rivelata;
CONTEMPLARE: Dio e la Sua Verità operante
nella storia dell’umanità, per gustare la Parola
attraverso il silenzio e assimilarla nella preghiera,
per comunicare agli altri la bontà di Dio,
la grandezza della Sua presenza in noi e l’universalità
della sua salvezza.
CELEBRARE: la Parola rivelata “solennemente e
in comune” soprattutto nella celebrazione eucaristica
quotidiana (LCO 57); la celebrazione liturgicaè il centro e il cuore di tutta la nostra vita e
in essa si radica la nostra unità (LCO 57) in essa
glorifichiamo Dio, invochiamo la misericordia
del Padre per tutte le necessità della Chiesa e del
mondo, rafforziamo la nostra fede e troviamo
l’efficacia della nostra missione;
PREDICARE: come ragion d’essere del proprio esistere in tutto
il mondo il nome del Signore nostro Gesù Cristo; annunciare
per il mondo intero la Parola di Dio che salva e trasforma
l’umanità; spendere la propria vita nel dialogo con le culture
e con tutti gli uomini di buona volontà.
(Fonte: www.domenicani.net) |
S. DOMENICO: VERA EFFIGIES, CIOÈ VERO VOLTO
Nel 1946 alcuni antropologi dell’Università di Bologna, dopo aver studiato lo scheletro conservato nella omonima basilica,
hanno realizzato una ricostruzione in gesso della fisionomia di S.Domenico. Per quanto ne sappiamo San Domenico non è stato ritratto dal vivo, tutte le raffigurazioni a noi pervenute sono postume e ispirate più dalla sua fisionomia spirituale
che da quella fisica
Esiste una descrizione verbale fatta da una suora che lo aveva conosciuto e frequentato, la Beata Cecilia Cesarini:
Era di media statura e di corporatura minuta; aveva un bel viso e carnagione alquanto rosea; fulvi la barba e i capelli;
occhi grandi.
Dalla fronte irradiava una certa luminosità che a tutti ispirava rispetto e simpatia. Era abitualmente sereno e
gioviale, a meno che fosse angustiato per qualche sofferenza altrui. Aveva mani belle e affusolate, voce forte ed armoniosa. Non
fu mai calvo; la sua corona di capelli era completa, cosparsa di qualche filo bianco.
Tale descrizione concorda con gli studi effettuati sulle reliquie da alcuni antropologi
dell’Università di Bologna: S.Domenico apparteneva alla razza mediterranea
di tipo ibero-insulare; il corpo di altezza media (circa 1,66 cm), esile,
con mani sottili e lunghe, il naso lungo; i capelli biondi con sfumature rossicce,
senza segni di calvizie.
Questi studi hanno avuto una concretizzazione
visiva nel busto di gesso detto vera effigies (1946).
http://www.airemsea.it)
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UN GIGLIO PER LE AIUOLE CELESTI:
MARGHERITA CANDIA
di Padre Michele Maria Giuliano, ofm
Margherita, nata ad Afragola il 24 agosto del 1924, era figlia di Nicola Candia e Maria
Ciaramella e crebbe in una famiglia profondamente cristiana; i genitori, infatti, erano
Terziari francescani.
All’età di otto mesi la piccola fu colpita da una grave dissenteria e rimase bloccata nello
sviluppo dei movimenti e, in seguito, si ammalò per tre volte di bronco-polmonite riducendosi
in fin di vita.
Il padre Nicola chiamò quattro medici e tutti non gli lasciarono speranze di
guarigione, con fiducia si rivolse al Taumaturgo di Padova venerato nel Santuario di Afragola
ed ottenne una inspiegabile guarigione al suono delle campane del mezzogiorno del giorno
successivo.
All’età di quattro anni fu portata a Roma per una particolare udienza con il Papa.
In quella occasione Sua Santità Pio XI benedicendola disse: “va a mangiare i tuoi buoni maccheroni
e fatti Santa”.
Dopo aver trascorso serenamente i primi anni di vita, e aver frequentato le elementari
presso la scuola che le Suore Compassioniste Serve di Maria avevano nel suo paese natio, i
familiari, quando aveva tredici anni, decisero di affidarla alle cure delle Suore d’Ivrea dell’Istituto
SS. Trinità e Paradiso di Vico Equense. Desiderava imitare l’esempio dei genitori e seguire l’ideale francescano ma la
mamma ritenendo non potesse partecipare con frequenza alle adunanze del sodalizio preferì che s’iscrivesse all’Azione Cattolica
Femminile del collegio.
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La sua vita non si espresse in doni straordinari ma fu esempio di ubbidienza e sacrificio ed era dotata
di squisita sensibilità e delicata comprensione. Nel corso dell’ultimo anno scolastico, con le altre educande e le suore, si recò,
nei primi mesi del 1942, presso un ospedale militare e, sconvolta dall’aver visto e conosciuto un ufficiale che in guerra aveva
perso braccia e gambe, iniziò a meditare sulla sofferenza. In quei giorni la sentirono affermare: “se il Signore mi dicesse che
farebbe finire la guerra ora e tornare la pace nelle famiglie, a condizione che io morissi, risponderei eccomi qui, sono pronta,
prendimi anche in questo istante!”.
Dopo alcuni giorni, il 25 maggio del 1942, inspiegabilmente (continua)
(Il santino-ricordo di Margherita Candia è stato inviato per tutti i soci da Padre Michele Giuliano) |
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VITA ASSOCIATIVA
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ROMA, 28 maggio/22 giugno e 25 giugno/luglio 2016:
MOSTRA
DI IMMAGINETTE SACRE ALLA MINERVA PER CELEBRARE GLI 800
ANNI DI FONDAZIONE DELL’ORDINE DOMENICANO
- INVITO AI SOCI
Il 28 maggio 2016 verrà inaugurata a Roma, nel Convento di Santa Maria sopra Minerva,
una mostra di immagini storiche e santini al fine di celebrare l’VIII Centenario di fondazione
dell’Ordine Domenicano da parte di San Domenico di Guzman.
L’esposizione, che verrà organizzata dalla Comunità del Convento di Santa Maria sopra Minerva
in Roma, si avvarrà della collaborazione dell’A.I.C.I.S. - Associazione Italiana Cultori Immaginette
Sacre. Ringraziamo i soci che hanno già inviato o invieranno il loro materiale collezionistico
per essere presenti a Roma in questa celebrazione storica dell’Ordine Domenicano.
Tutti gli associati, familiari ed amici sono invitati a visitare l’esposizione che aprirà il 28 maggio
e rimarrà aperta al pubblico fino al 3 luglio 2016 (eccetto 23-24 giugno: la sala della Mostra
accoglierà un Convegno aperto a tutti, dell’Ordine Domenicano).
Una bella occasione per essere presenti anche a questa importante iniziativa “Domenicani-
Aicis” per il Giubileo Domenicano (1216-2016) “Laudare, Benedice, Praedicare”.
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CURIOSANDO TRA LIBRI ED ANTICHE CHIESETTE
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SANTA MARIA DEL RIPOSO di PORTA PORTESE A ROMA
Passeggiando la domenica mattina per le vie di Porta Portese, dove si svolge il mercatino
romano meta di turisti, curiosi e appassionati di oggetti d’epoca, antiquariato e
modernariato, anche cartaceo (i santini sono molto ben rappresentati), si perde a volte di
vista l’ambiente, con strade, case, piante che fanno da cornice.
Nella piazza centrale gremita di gente e di bancarelle, con difficoltà lo sguardo distingue
un rudere sporco, deteriorato, ricoperto di erbacce naturali ed anche false, di plastica, molto
vecchie (fig. 1): con piacevole sorpresa si scopre sul muro di mattoni semidistrutto una targa
marmorea (fig.3).
Notizie reperibili sull’argomento? Pochissime.
Un libro “La voce di Porta Portese oggi”, Scritti e disegni dei bambini del quartiere, a cura
di Claudio Fiorentini, Ed. Kairòs, Napoli, riporta un riferimento all’origine del rudere: “Su Via
Portuense, tra via Carlo Porta e via Pascarella, c’è un rudere dimenticato. È ciò che rimane di
Santa Maria del Riposo, una cappella rurale del seicento che, nonostante lo stato di abbandono
e di degrado, ancora si ostina a far parlare di sé, grazie ai bambini, che la riscattano
dall’oblio con questa ricerca”.
Una immagine antica, ricca di fascino, fotografia di un anonimo del 1905 è tratta dal libro ”Immagini della campagna romana. 1853-1915” di Pietro Becchetti – Edizione Quasar –
Roma 1983, che ne riporta la descrizione: “Chiesa di Santa Maria del Riposo.
Si trovava dopo
circa un chilometro da Porta Portese e nel tempo fu utilizzata come mulino, magazzino, officina
e deposito banchi per il mercato. La chiesa, che avrebbe meritato di essere conservata
come esempio di architettura rurale, verrà quasi completamente distrutta per far posto alle
nuove costruzioni alla fine degli anni ‘60” ( fig. 2).
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SANTA MARIA DEL RIPOSO in VIA AURELIA A ROMA
La deliziosa chiesetta ha origini incerte, forse anch’essa nasce come oratorio
rurale: la sua costruzione risale all’epoca del Pontefice Pio IV (1561),
per valorizzare l’affascinante tenero affresco rinascimentale dell’abside già oggetto
di culto.
La Madonna Incoronata, (fig. 4) con una stellina sul suo manto azzurro, siede su un
imponente trono, portando tra le braccia il Bambino, mentre ai suoi piedi quattro
amorini musicanti conferiscono dolcezza e movimento alla scena.
La facciata,
elegante nella sua semplicità (fig. 5), introduce all’unica navata, interrotta
da un arco ribassato posto tra il presbiterio e l’ambiente. Nel timpano della facciataè inserito lo stemma marmoreo del papa Pio V, che ne promosse un ampliamento
nel 1566, poi abbattuto nel 1953 per dare spazio alla via Aurelia.
I
numerosi ex voto esposti alle pareti testimoniano la continua venerazione dei fedeli. Il Santo Padre Pio XII, che frequentò la
chiesetta per molti anni, compose una preghiera che nel verso iniziale conferisce un significato all’attributo mariano: Vergine
benedetta, che sotto il titolo del Riposo ci ricordi la pietà soccorritrice con la quale il tuo materno cuore è aperto ai tuoi figli,
ascolta la nostra preghiera.
Il toponimo, dalla piccola cappella nata il piena campagna, è riferito oggi all’intero quartiere circostante
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LA MADONNA DEL RIPOSO IN UNA IMMAGINE MOLTO DIFFUSA
La denominazione “Madonna del Riposo” è tradizionalmente attribuita ad un famoso dipinto del pittore Roberto Ferruzzi
(fig. 6), che vinse con la sua opera il premio alla seconda biennale di Venezia nel 1897. La dolcezza che pervade l’immagine,
ritratto di una adolescente che porta tra le braccia il fratellino,
ha attribuito ad essa, chiamata anche Zingarella, poi Madonnella, Madonna
della Tenerezza, del Riposo, una connotazione religiosa, che ne ha
potenziato la popolarità e la diffusione: ha dato origine a partecipazioni,
biglietti da visita ed anche santini (fig. 6), con la sua riproduzione o con
raffigurazioni simili ad essa ispirati. Non sembra però apparire da questa
prima indagine una iconografia specifica per l’attributo mariano.
Sarebbe
invece molto interessante e appassionante approfondire la ricerca sulla
rappresentazione della Madonna del Riposo. Ci sono anche nel Lazio altre
chiesette con questa dedicazione, che non individuano caratteristiche
comuni nella raffigurazione della Madonna con
Bambino.Un invito ai lettori: la collaborazione è come sempre
molto gradita!
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CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI
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22.I.2016: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 21 gennaio 2016, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza S.E. Rev.ma il
Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Nel corso dell’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione delle
Cause dei Santi a promulgare i seguenti decreti.
A - TRE NUOVI SANTI
Il miracolo attribuito all’intercessione del Beato
Stanislao di Gesù Maria, del Beato Giuseppe Gabriele
del Rosario Brochero e del Beato Giuseppe
Sánchez del Río, per i quali si rimane in attesa di
conoscere la data della Canonizzazione
1-San STANISLAO DI GESÙ MARIA (1631-1701)
Jan Papczynski nasce a Podegrodzie,
nei pressi di Nowy
Sacz il 18 maggio 1631, ai tempi
in cui la Repubblica di Polonia,
uno dei più grandi Stati dell’Europa
d’allora, con il territorio di
quasi un milione di chilometri
quadrati, gode con orgoglio
della propria potenza e del proprio
splendore.
Entra tra i padri
Scolopi con il nome di Stanislao di Gesù Maria. E’ ordinato sacerdote
nel 1661 e con tutto lo zelo e la passione a lui propria,
si impegna nel lavoro pastorale.
Sin dall’anno 1663, P. Papczynski
diviene famoso a Varsavia non solo come professore di
retorica, ma anche come maestro di vita spirituale: predicatore
e confessore.
Pubblica alcune prediche, stampate tra le
altre nel volume: Orator crucifixus (1670), in forma di meditazione
delle ultime sette parole di Cristo.
E’ un instancabile
propagatore del culto dell’Immacolata Concezione di Maria,
dirigendo una confraternita in suo onore, nella chiesa degli
Scolopi a Varsavia. Insieme con alcuni confratelli che tendono
al ritorno dell’osservanza regolare prende posizione, in modo
deciso ed intransigente, contro i superiori ed altre persone,
inclini al lassismo. E’ costretto (continua)
2 - San GIUSEPPE GABRIELE
DEL ROSARIO BROCHERO
(1840-1914)
José Gabriel del Rosario Brochero
nasce nei pressi di Santa Rosa de Río
Primero (vicino Córdoba, in Argentina)
il 16 marzo 1840. Nel 1856 entra nel
Seminario «Nuestra Señora de Loreto».
Ordinato sacerdote il 4 novembre
1866 a Cordoba, è destinato nel 1869
come parroco della cittadina di San Alberto, migliorando la
vita dei suoi parrocchiani in tutti i settori, senza trascurare
quello spirituale.
E’ detto “el cura gaucho” (“il prete gaucho”)
perché, come i famosi cavalieri argentini, percorreva chilometri
e chilometri a dorso di mula, per farsi vicino a tutti. Condivide
la condizione dei suoi fedeli fino ad arrivare a contrarre
la lebbra (continua)
3 - San GIUSEPPE SANCHEZ DEL RIO
(1913-1928)
José Sánchez del Río nasce a Sahuayo
in Messico il 28 marzo 1913
da una pia famiglia cristiana, con
cui emigra a Guadalajara. Lì riceve
la Prima Comunione e si distingue
per la sua devozione mariana
A seguito
delle locali leggi anticlericali,
si forma l’esercito popolare dei “cristeros”,
cui si uniscono anche i due
fratelli di José, ma a lui, tredicenne,
gli viene impedito. Visitando la
tomba dell’avvocato Anacleto González
Flores, chiede a Dio di poter morire in difesa della fede
come lui.
Diventato quindi portabandiera dell’esercito “cristero”,
viene catturato e messo in carcere nel battistero della
chiesa di San Giacomo a Sahuayo, la sua parrocchia. Rifiuta
le proposte di liberazione, determinato a dare la sua vita fino
in fondo.
Costretto a camminare fino al cimitero nonostante
avesse i piedi lacerati a sangue dalle torture, ripete
(continua)
B - OTTO NUOVI BEATI
I) - E’ stato promulgato il decreto sul miracolo, attribuito
all’intercessione del Ven. Servo di Dio Francesco Maria
Greco e della Venerabile Serva di Dio Elisabetta Sanna.
Rimaniamo in attesa di conoscere la data della loro cerimonia
di beatificazione.
1 - Beato FRANCESCO MARIA GRECO
(1857-1931)
Francesco Maria nasce ad Acri
(Cosenza) il 26 luglio 1857 da Raffaele
Greco e Concetta Pancaro. Il
padre lo vuole al suo fianco nella
farmacia di famiglia, ma Francesco,
deciso, entra in seminario ed è ordinato
sacerdote il 17 dicembre 1881.
Nel settembre 1887 diviene parroco
della chiesa di S.Nicola di Bari ad
Acri e nel 1888 è nominato arciprete,
pur continuando ad insegnare nel
seminario arcivescovile di Cosenza. Si impegna nell’organizzazione
della catechesi, aiutato dalla sorella Maria Teresa, che
muore non molto tempo dopo, e da altre ragazze, tra le quali
spicca Raffaella De Vincenti, che le subentra alla guida ed è
la prima consacrata delle suore “Piccole Operaie dei Sacri
Cuori” con il nome di suor Maria Teresa dei Sacri Cuori (per la
quale è in corso il processo di beatificazione).
Persuaso che è
«educando alla fede che si educa alla vita», monsignor Greco
guida le suore al servizio verso i poveri dell’altopiano della
Sila e in numerose altre opere, sorte tutte dalla sua intensa
preghiera. Muore a 73 anni ad Acri il 13 gennaio 1931.
2 - Beata ELISABETTA SANNA (1788-1857)
Elisabetta nasce il 23 aprile
1788 a Codrongianos (Sassari). A
circa tre mesi è colpita da vaiolo.
Resta rattrappita nelle braccia
con forti limitazioni di movimento.
Desidera consacrarsi a
Dio ma, obbedendo alla madre,
sposa Antonio M. Porcu Sini con
il quale vive diciotto anni in perfetta
armonia, restando nel 1825
vedova con cinque figli.
Iscrittasi
al Terz’Ordine francescano nel
1829, dal 1830 si accosta ogni
giorno alla mensa eucaristica.
Con l’approvazione del confessore intraprende nel 1831 il pellegrinaggio
in Terrasanta ma, giunta a Genova sprovvista di
passaporto, decide di visitare almeno i santuari di Roma.
Qui
peggiorando la sua salute, un medico dichiara che il viaggio
di ritorno l’avrebbe esposta a grave pericolo. Elisabetta
espone il caso a San Vincenzo Pallotti il quale comprende essere
volontà di Dio che rimanga nell’Urbe e la rassicura dicendole
che dei suoi figlioli avrebbero preso cura il fratello
sacerdote e la mamma.
Stabilitasi in Roma e rinunciato a
quanto possedeva in patria, conduce una vita santa
d’orazione e d’opere di pietà. Sopportate con eroica
fortezza le tante sofferenze inviatele dal Signore,
passa agli eterni riposi il 17 febbraio 1857.
II )- E’ stato promulgato il decreto sul martirio del Venerabile
Servo di Dio Engelmar Unzeitig, sul martirio dei
Servi di Dio Gennaro Fueyo Castañón, Sacerdote diocesano
e di 3 Compagni e sul martirio del Servo di Dio Giusto
Takayama Ukon.
Rimaniamo in attesa di conoscere
la data della loro cerimonia di beatificazione.
3 - ENGELMAR UNZEITIG
(1911-1945)
Hubert Unzeitig nasce il 1° marzo
1911 a Greifendorf, Cecoslovacchia.
Deciso a dedicarsi a Dio, all’età di 18
anni fa il suo ingresso nel Seminario
di Wurzburg. Entra poi nel noviziato
dei Missionari di Mariannhill in
Reimlingen.
Nel maggio del 1938
emette la sua professione perpetua
nell’ordine ed è ricevuto in esso con
il nome di “Engelmar”. In seguito è ordinato sacerdote il 6
agosto 1939 e celebra la sua prima Messa il 15 agosto 1939,
festa dell’Assunta. Viene quindi assegnato come parroco nel
1940 a Glökelberg in Austria .
Il 21 aprile 1941 la Gestapo lo
arresta perché nei suoi sermoni ha difeso gli ebrei e, senza
processo lo invia al campo di concentramento di Dachau. Qui
svolge in silenzio il suo ruolo di pastore di anime. Nell’autunno
del 1944, scoppiato il tifo nel campo, si offre volontario
per curare i malati nell’apposita caserma; ma presto contrae
egli stesso la malattia e diventa un “martire della carità” con
la morte che lo coglie il 2 marzo 1945. Era conosciuto come “
l’Angelo di Dachau “.
4 - Beato GENNARO FUEYO CASTANON
(1864-1936) E 3 COMPAGNI LAICI (+1936)
Il gruppo è formato
da quattro martiri
uccisi in odium fidei
nel 1936 nella persecuzione
religiosa
durante la guerra
civile spagnola:
1 - Beato GENNARO
FUEYO CASTANON
(1864-1936)
Gennaro Fueyo Castañón,
nasce il 23 gennaio
1864 a Linares del
Puerto, Asturias, Spagna. Diviene sacerdote. Nel 1899 è nominato
parroco di Nemba, una cittadina mineraria, nelle
Asturie. Grande amante dell’Eucaristia dal 1908 istituisce
l’Adorazione Eucaristica nella propria parrocchia formando
un gruppo di adoratori, i “Tarcisios”.
Colpevole di essere sacerdote
e cattolico viene ucciso il 21 ottobre 1936 con Segundo
Alonso e Isidro Fernandez Cordero a Nembra, Asturias
2 - Beato SEGUNDO ALONSO GONZÁLEZ (1888-1936)
Segundo nasce il 13 maggio 1888 a Cabo, Asturie (Spagna).
Laico della diocesi di Oviedo svolge il lavoro di minatore
di carbone. E’ sposato ed ha dodici figli. Il 21 ottobre 1936, insieme
a Isidro Fernandez Cordero e a Don Genaro è prigioniero
nella Chiesa della parrocchia, colpevole come gli altri di essere
cattolico. E’ucciso “in odium fidei” a Nembra, Asturias.
3 - Beato ISIDRO FERNÁNDEZ CORDERO (1893-1936)
Isidro è laico della diocesi di Oviedo. Nasce il 15 maggio 1893
a Murias, Asturias (Spagna), da famiglia profondamente religiosa.
Coltivatore agricolo prima, per necessità diviene minatore
di carbone. Si sposa ed ha sette figli.
Il 21 ottobre 1936,
insieme a Segundo Alonso e a Don Genaro viene fatto prigioniero
e rinchiuso nella Chiesa della parrocchia, colpevole
come gli altri di essere cattolico. Viene ucciso “in odium fidei”
a Nembra, Asturias.
4 - Beato ANTONIO GONZÁLEZ ALONSO (1912-1936)
Antonio nasce l’11 aprile 1912 a Nembra, Asturias (Spagna).
Laico della diocesi di Oviedo, studia nella Scuola Normale di
Oviedo. E’ un bravo ragazzo, simpatico, studioso, gentile.
Come suo padre Severino, è anche adoratore notturno dell’Eucaristia.
Colpevole di essere cattolico è fatto prigioniero. Gli
viene ordinato di rompere il quadro del Sacro Cuore e l’altare.
Ha 24 ore di tempo. Si rifiuta. Trasportato via, passando davanti
alla sua casa, nel vedere sua madre le grida: “Addio
mamma! In cielo!”
Viene poi picchiato e gettato in un pozzo
l’11 settembre 1936 in località Los Areneros, Oviedo. Il suo
corpo non è stato mai ritrovato.
5 - Beato GIUSTO TAKAYAMA UKON
(1552/3-1615)
Ukon Takayama nasce a Haibara-cho a Nara, nella Prefettura di
Osaka, nel 1552 dalla famiglia di
Takayama Tomoteru, signore del castello
di Sawa. Il suo nome da bambinoè Hikogoro. Nel 1564, quando
compie 12 anni, il padre si converte
- prendendo il nome di Dario - e fa
battezzare il figlio con il nome di
Giusto.
Padre e figlio sono entrambi
daimyo di nomina imperiale, signori
feudali che hanno il diritto e
il permesso della Corte di assoldare un esercito privato e persino
di servirsi dei samurai. Lo stesso Giusto, prima della conversione,
pratica il bushido, la “via della spada” che rappresenta
il codice di condotta dei guerrieri giapponesi.
Giusto si
sposa ed ha tre figli ed una figlia. Sotto la sua influenza molti
compagni si convertono.
Tuttavia, Toyotomi Hideyoshi (sovrano giapponese dell’epoca),
cresciuto contro il cristianesimo, nel 1587, ordina
l’espulsione dei missionari dal Giappone.
Mentre molti daimyo
obbediscono a questo ordine, Justo proclama di mantenere
la sua religione e piuttosto di rinunciare alle sue proprietà.
Giusto vive grazie al sostegno dei molti amici nobili:
tuttavia, quando il cristianesimo nel 1614 è bandito del tutto,
l’ex daimyo sceglie la via dell’esilio e guida altri 300 cristiani
fino a Manila, dove il gruppo arriva il 21 dicembre accolto dai
gesuiti spagnoli e dai cattolici locali.
Un gruppo di questi propone
agli esuli di chiedere il sostegno della Spagna per rovesciare
il governo giapponese, ma Giusto rifiuta. Muore 40
giorni dopo il suo arrivo nelle Filippine, il 5 febbraio 1615.
E’
sepolto nel Paese con gli onori militari e il rito cattolico.
C - 2 NUOVI VENERABILI
Sono stati inoltre promulgati altri 2 decreti riguardanti
l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali,
pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Venerabile ARSENIO DA TRIGOLO
(1849-1909)
Giuseppe Antonio Migliavacca,
nasce a Trigolo (Cremona) il 13 giugno
1849. Entra nel seminario di
Cremona nel 1862. E’ ordinato sacerdote
nel 1874. Nel 1875 passa alla
Compagnia di Gesù. Vi rimane 18
anni (1875-92).
Per non essere privato della possibilità
di esercitare il suo ministero
apostolico, accoglie, contro voglia, le
dimissioni dalla Compagnia di Gesù
(1892).
In questo frangente si porta
a Torino per predicare un corso di esercizi ad alcune sue penitenti
di Venezia che si erano raccolte insieme per attendere
a opere di apostolato e che vogliono costituirsi in congregazione
religiosa.
Per incarico dell’arcivescovo di Torino, mons.
Davide dei conti Riccardi si prende cura del nuovo istituto
(Congregazione delle Suore di Maria Santissima Consolatrice),
ne accoglie le prime vestizioni (25.XII.1892), ne detta le regole
e lo dirige saggiamente per dieci anni (1892-1902), allargandone
la sfera di attività in Piemonte e in Lombardia,
specie a Milano, dove, nel 1898, trasferisce il noviziato e la
casa generalizia.
Dopo ulteriori traversie, (continua)
2 - Venerabile MARIA LUISA
DEL SS.MO SACRAMENTO (1826-1886)
Maria Velotti nasce il 16 novembre
1826 a Soccavo (Napoli).
Morti presto entrambi i genitori,
viene presa in carico da una zia,
che le impartisce la prima educazione
cristiana e sociale. Impara a
leggere e scrivere grazie agli insegnamenti
del sacerdote del
luogo.
Il mutevole atteggiamento
della zia le rende molto pesante la
propria quotidianità, ma sopporta
pazientemente. Dopo varie peripezie,
diviene terziaria francescana con il nome di suor Maria
Luigia del Santissimo Sacramento.
Gode già in vita della fama
di santità perché affronta i patimenti fisici in unione alla Croce
di Gesù. Insieme a una compagna, la vedova Eletta Albini (in
religione suor Maria Francesca), fonda l’istituto delle Suore
Francescane Adoratrici della Santa Croce.
Muore il 3 settembre 1886 a Casoria, dove aveva
stabilito la Casa Madre del suo Istituto.
4 MARZO 2016: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 3 marzo 2016, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E.
Rev.ma il Signor Card.Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti Decreti riguardanti:a
A - 2 NUOVI SANTI
Il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato
Emanuele González García e Beata Elisabetta della
Trinità (al secolo: Elisabetta Catez) per i quali si rimane
in attesa di conoscere la data della Canonizzazione.
1 - Sant’EMANUELE GONZALEZ GARCIA
(1877-1940)
Manuel Gonzales Garcia nasce
a Siviglia il 25 febbraio 1877. Sin
da bambino culla il sogno di diventare
sacerdote. Nell’ottobre del
1889 entra nel seminario di Siviglia
e si paga gli studi lavorandovi
come inserviente. Nell’aprile del
1894 partecipa al pellegrinaggio a
Roma per celebrare il Giubileo episcopale
di papa Leone XIII.
E’ ordinato
prete il 21 settembre 1901
dal cardinale Marcelo Spínola y
Maestre. Celebra la sua prima
Messa nella chiesa della Santissima Trinità, assistito da don
Pietro Ricaldone, futuro Rettor Maggiore dei Salesiani. Dal
febbraio 1902 predica le missioni popolari a Palomares del
Río; è poi mandato per il servizio pastorale presso l’Ospizio di
Anziani delle Piccole Sorelle dei Poveri.
Nel marzo del 1905 è
nominato vicario ed economo della parrocchia di San Pietro
a Huelva e pochi mesi dopo arciprete.
Il 4 marzo 1910 dà vita all’Opera delle tre Marie e dei discepoli
di san Giovanni, dedita al culto eucaristico, diffusa in
Spagna e America. Il 6 dicembre 1915 è nominato vescovo di
Malaga da papa Benedetto XV.
Nel 1921 fonda le Suore missionarie
eucaristiche di Nazareth. Durante il difficile periodo
della guerra civile spagnola, quando a Malaga vengono bruciate
molte chiese e il palazzo vescovile, Manuel Gonzales
Garcia affronta i rivoluzionari, ma è poi costretto a rifugiarsi
a Gibilterra e, dopo il ritorno in diocesi, la Santa Sede, temendo
per la sua vita, gli impone di ritirarsi a Madrid dove
muore il 4 gennaio 1940. È beatificato il 29 aprile 2001 da
Giovanni Paolo II.
2- Santa ELISABETTA DELLA TRINITÀ
(1880-1906)
Elisabeth Catez nasce il 18 luglio 1880 nel Campo d’Avor
presso Bourges (Francia), ed è battezzata quattro giorni dopo.
Nel 1887 la famiglia si trasferisce a Digione. Quello
stesso anno muore il papà. Il 19 aprile 1890 riceve
la Prima Comunione, l’anno dopo il sacramento
della Confermazione.
Nel 1894 emette il voto di
verginità. Sentendosi chiamata alla
vita religiosa chiede alla madre il
permesso di poter entrare al Carmelo,
ma questa le oppone un netto
rifiuto, finché, non è costretta a cedere
ma a condizione che vi entri al
compimento della maggiore età.
Il 2
agosto 1901 è nel Carmelo di Digione
dove l’8 dicembre 1901 veste
l’abito religioso con il nome di Elisabetta
della Trinità. L’11 gennaio
1903 emette la Professione religiosa
e il 21 gennaio compie la cerimonia della velazione monastica.
I cinque anni della sua vita religiosa sono una continua ascesa
verso Dio ed il Signore purifica la sua anima con sofferenze
spirituali, e con sofferenze corporali attraverso il terribile
morbo di Addison che la porta alla morte il 9 novembre 1906.
“Mi sembra che in cielo la mia missione sarà quella di attrarre
le anime, aiutandole a uscire da se stesse per aderire a Dio,
con un movimento del tutto semplice e pieno di amore e di custodirle
in quel grande silenzio interiore che permette a Dio di
imprimersi in loro e di trasformarle in lui stesso”. (Lettera del
28.X.1906).
B - 2 NUOVI BEATI
Sono stati promulgati due decreti riguardanti Il
miracolo, attribuito all’intercessione del Venerabile
Servo di Dio Maria-Eugenio di Gesù Bambino,
e della Venerabile Serva di Dio Maria Antonia di
San Giuseppe, per i quali si rimane in attesa di conoscere
la data delle rispettive cerimonie di Beatificazione.
1 - Beato MARIA-EUGENIO DI GESU’ BAMBINO
(1894-1967)
Henry nasce a Gua (Aveyron) il 2 dicembre 1894. A dieci
anni rimane orfano di padre. Continua gli studi in Italia a Susa
e li completa a Graves (Aveyron) prima di entrare nel seminario
di Rodez nel 1911. Interrompe la sua formazione sacerdotale
per il servizio militare nel 1913.
Segue poi la guerra 1914-18
ove partecipa a importanti campagne del conflitto: l’Argonne,
Verdun, Chemin des Dames
Nel 1919 riprende il seminario a
Rodez. La sera del 13.XII.1920, durante la preparazione al suddiaconato
Henri legge San Giovanni della Croce. Questa lettura
gli fa avvertire la chiamata interiore per il Carmelo. Il 4 febbraio
1922 è ordinato sacerdote. Il 24 febbraio 1922 entra tra i Carmelitani
con il nome di Maria Eugenio del Bambino Gesù.
1923,
1925, 1926, è il periodo della beatificazione e canonizzazione
di Teresa di Lisieux, poi della proclamazione di Giovanni della
Croce Dottore della Chiesa
Il giovane carmelitano (28-31 anni)
predica molto in diversi ambienti francesi
e percepisce ovunque, in particolare
nei laici, una sete spirituale che trova
una risposta adeguata nell’insegnamento
del Carmelo. Comprende (continua)
2 - Beata MARIA ANTONIA DI SAN GIUSEPPE
(1730-1799)
Maria Antonia de Paz y Figueroa nasce a Santiago del
Estero in Argentina, nel 1730 da
buona famiglia, con ottima posizione
economica e sociale. Già a 15
anni è guidata nella formazione
dai padri della Compagnia di Gesù.
Inizia presto a collaborare con loro
soprattutto negli Esercizi Spirituali
imparando soggetto e metodologia.
Quando i Gesuiti vengono
espulsi, si sente interiormente chiamata
a continuarne il lavoro. La
sua missione è portare Dio dove
non è conosciuto.
Quindi intraprende viaggi nelle province
da Jujuy a Cordoba e San Luis, Buenos Aires, sempre a piedi
da Santiago del Estero, portando una croce di legno in mano
e affidandosi alla Provvidenza. Arriva a Buenos Aires nel
1779. Si rifugia nella Chiesa della Misericordia. Per 20 anni si
dedica a far conoscere Cristo attraverso gli esercizi spirituali
(ora chiamati Ignaziana Retreats).
E’ la fondatrice del Beaterio degli Esercizi Spirituali di Buenos
Aires. (continua)
8 NUOVI VENERABILI
Sono stati inoltre promulgati 4 decreti riguardanti
l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio i
quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Venerabile STEFANO FERRANDO
(1895+1978)
Stefano Ferrando nasce a Rossiglione
in provincia di Genova. Entra
tra i Salesiani di Don Bosco nel 1912.
Nel 1923 è destinato alle Missioni
nella regione dell’Assam, in India.
Quiè nominato maestro dei novizi e direttore
dello Studentato Filosofico e Teologico.
Nominato primo vescovo della
diocesi di Krishnagar nel 1934, torna
appena un anno dopo nella capitale
dell’Assam, Shillong, in sostituzione del precedente vescovo.
Spostandosi da un punto all’altro della regione, si occupa di
fare in modo che i suoi fedeli possano essere autonomi e responsabili,
insegnando per primo con l’esempio (continua)
2-Venerabile ENRICO BATTISTA STANISLAO
VERJUS (1860+1892)
Enrico Battista Stanislao Verjus
nasce a Oleggio il 26 maggio 1860, da
Filippo Verjus e da Laura Massara. E’
il secondo figlio dopo Giovanni Battista.
A seguito della cessione dei territori
di Savoia e Nizza alla Francia
dopo la seconda guerra di indipendenza
italiana, la famiglia Verjus si
trasferisce in Francia.
Poiché il padreè nativo proprio della Savoia, per
avere diritto ad un reddito per mantenere
la famiglia, deve ritornare nella
patria natale, secondo una legge dell’allora Regno sardo-piemontese.
Enrico Battista entra nella Congregazione dei Missionari
del Sacratissimo Cuore di Gesù. Terminati gli studi è ordinato
sacerdote. Parte subito per le missioni in Papua Nuova Guinea.
Ne è il primo evangelizzatore e tra i primissimi occidentali ad
addentrarsi nelle fitte foreste che caratterizzano quella nazione. (continua)
3 - Venerabile GIOVANNI BATTISTA QUILICI
(1791+1844)
Giovanni Battista nasce il 26 aprile
del 1791 a Livorno. E’ un ragazzo vivace
e sensibile si accorge molto presto della
grave situazione di miseria in cui vivono
i suoi concittadini, specie dopo le invasioni
napoleoniche. Nell’ascolto della
realtà che lo circonda, nel confronto con
gli amici e nella preghiera, Giovanni
Battista matura la sua vocazione: donare
la propria vita a Dio nel servizio dell’uomo
Entra in seminario
e il 13 aprile 1816 è ordinato sacerdote. Animato da
un carattere creativo e intraprendente, da fede e speranza non
comuni, spende la sua vita per togliere dalla strada le ragazze
impiegate nella prostituzione e ad accogliere quelle abbandonate
e sole, per donare loro un futuro diverso. Si prende
cura di bambini e ragazzi soli dando loro pane e istruzione.
Si impegna senza tregua per ridare speranza e dignità ai
carcerati della Fortezza Vecchia, risvegliando umanità e sostenendoli (continua)
4 - Venerabile BERNARDO MATTIO
(1845+1914)
Bernardo nasce a Saluzzo il 2 gennaio
1845 in una laboriosa e religiosa
famiglia di mezzadri della zona collinare
sopra la Castiglia. Frequenta le
scuole elementari nei locali dell’attuale
municipio con l’ingresso in via Rifreddo
e poi il Regio ginnasio nei locali del vecchio
ospedale.
Seguendo la sua vocazione,
entra nel Seminario S.Nicola. Nel
1868 è ordinato sacerdote da mons. Lorenzo Gastaldi, che presto
lo destina come educatore in seminario, assistente dei
chierici e ripetitore in Teologia. Le domeniche e le festività si
reca come aiuto festivo a Lagnasco presso il parroco don Giuseppe
Eandi.
Durante il periodo estivo svolge il ministero al
Santuario di S.Chiaffredo di Crissolo (continua)
5 - Venerabile QUIRICO PIGNALBERI
(1891+1982)
Quirico Pignalberi nasce a Serrone (FR) l’11 luglio
1891. Entra a 17 anni tra i Frati Minori Conventuali.
Dal 1911 è a Roma per gli studi filosofici all’Università
Gregoriana, quindi per gli studi
teologici alla Pontificia Facoltà di S.Bonaventura.
Durante il soggiorno romano
presso il Collegio Internazionale
dei frati, conosce un confratello polacco,
Massimiliano Kolbe, proprio il futuro
Santo: con lui e altri sei compagni il 16
ottobre 1917 diviene cofondatore della
Milizia dell’Immacolata.
Ordinato sacerdote, è subito arruolato nei reparti di
Sanità dell’esercito durante la prima
guerra mondiale. Vive anche il secondo conflitto, (continua)
6 - Venerabile TEODORA CAMPOSTRINI
(1788+1960)
Teodora nasce a Verona il 26 ottobre
1788 da stimata famiglia borghese. E’
educata dalle benedettine del monastero
di S. Salvar Corte Regia, e poi dalle clarisse
di S.Maria delle Vergini in Campo
Marzio.
Nel 1806 torna in famiglia continuando
gli studi nella biblioteca paterna
e affiancando il padre negli affari.
Acquisisce una preparazione in campo
economico e dei beni familiari davvero
singolare per una donna del tempo. Morti entrambi i genitori
nel 1813, Teodora, guidata spiritualmente da don Luigi Trevisani,
affida gli affari ai suoi fratelli e nel 1815 entra nel monastero
delle Visitandine di Salò. L’anno dopo, a causa di una
cessione patrimoniale, torna a Verona, ospite della marchesa
Maddalena di Canossa, nel monastero dei SS. Giuseppe e Fidenzio.
Per la malferma salute rimane nell’istituto canossiano
per due anni, instaurando con Maddalena un profondo legame
di amicizia e stima.
Nel 1818 si stabilisce a San Massimo
con Francesca Benvenuti, giovane domestica e l’amica
Elisabetta Nicolini. Le tre donne iniziano un’esperienza di vita
comunitaria che fonde contemplazione e azione, secondo lo
spirito di S.Francesco di Sales. Quando si aggiunge una giovane
maestra, decidono di aprire una scuola gratuita per le
bambine del paese.
Nel 1821 viene acquistato il palazzo dei
conti Pozzo e nel settembre 1821 viene aperto il monastero
con la scuola adiacente. Teodora stende le Costituzioni.
La
Congregazione delle Sorelle Minime della Carità di Maria Addolorata,
meglio note come Istituto Campostrini, è approvata
(continua)
7 - Venerabile BIANCA PICCOLOMINI
CLEMENTINI (1875+1959)
Bianca Piccolomini Clementini
nasce a Siena il 7
aprile 1875 dai Conti Niccolò
e Angiola Piccolomini
Carli. A sette anni, muore il
papà e la mestizia vela la
vita familiare. Una luce
giunge per lei con la Prima
Comunione e infatti afferma
che quello è per lei il giorno
delle sue “nozze con l’Eucaristia
e con la Croce”.
L’ingente
patrimonio dei Piccolomini
ed il nobile animo della contessa Angiola permettono
all’intera famiglia, unanime nella volontà caritativa, una larga
e diffusa opera di beneficenza che solleva dalle angustie
molte opere benefiche della città legate alla Chiesa. Suo fratello
stesso, il Conte Pietro, illuminato dalla fede e spronato
dalla “Rerum Novarum”, non solo porta promozione sociale
nelle tenute agricole di proprietà della famiglia, ma apre le
sale del suo palazzo a illustri conferenzieri per trattare di argomenti
sociali, religiosi, storici.
E Bianca, molto unita al fratello,
ne condivide con entusiasmo le idee e ne diviene collaboratrice
e solerte segretaria. Ma improvvisamente, in cinque
giorni, a soli 27 anni, Pietro muore di scarlattina lasciando la
moglie in attesa di un figlio. Per Bianca è uno schianto; si apre
un vuoto che sembra incolmabile. Ma la fede è l’elemento basilare
di questa famiglia: madre e figlia, all’acerbo lutto, reagiscono
fondando in memoria del loro caro un laboratorio di
sartoria e cucito per giovani operaie, con annessi corsi formativi
e sollievi ricreativi; ed acquistano un locale per un circolo
giovanile cattolico, per il quale Pietro si era verbalmente impegnato
il giorno prima della sua improvvisa malattia.
L’attività
benefica di Bianca continua indefessa in varie direzioni
ma in questa fervida attività Bianca, impegnata sempre in
prima persona, comincia ad avvertire il bisogno di avere compagne
che condividano il suo ideale religioso, lo zelo apostolico
di cui il suo animo è infiammato, e che lei brama partecipare
ad altri. E’ animata e sostenuta dal nuovo direttore
spirituale, Mons. Assunto Moretti, a cui si affida nonostante
l’opposizione della madre che ancora vorrebbe esercitare autorità
su di lei, ma Bianca diviene irremovibile e, pur con la
massima affettuosità filiale, si libera da questa soggezione.
Siamo al momento della Fondazione: un susseguirsi di circostanze
le indicano la Compagnia di Sant’Orsola come formula
adatta alla vita di consacrazione nel mondo. Da lungo
tempo si sente attratta ad una donazione totale a Dio, ma nonè il convento che l’attira. Il 25 novembre 1917, alla presenza
dell’Arcivescovo Prospero Scaccia, nella Cappella del suo palazzo,
nasce la “Compagnia di Sant’Angela”; con Bianca si
consacrano due collaboratrici: Matilde Cantini e Zenobia Boscagli.
La Contessa Angiola, prima diffidente verso una forma
così inusuale di vita consacrata, lascia fare e un anno dopo
chiede di entrare a far parte della Compagnia nella quale si (continua)
8 - Venerabile MARIA NIEVES SANCHEZ
Y FERNANDEZ (1900+1978)
Maria Nieve Sanchez y Fernandez è una Religiosa professa
delle Figlie di Maria delle Scuole Pie. Nasce il 2 maggio 1900
e muore in concetto di santità il 1° maggio 1978.
L’Istituto delle Figlie di Maria, Religiose delle Scuole Pie
(Escolapias) è stato fondato da Santa M. Paula Montal (canonizzata
nel 2001) a Figueras (Barcellona) nel 1829.
È la prima
congregazione femminile dedicata esclusivamente all’educazione
di bambine e giovani,
con un quarto voto di insegnamento.
Le Suore sono presenti
in Spagna, Italia, Cuba,
Argentina, Brasile. USA,
Giappone, Filippine, Colombia,
Cile, Francia, Guinea Bissau,
Guinea Equatoriale,
Messico, Porto Rico, Repubblica
Dominicana, Senegal
Polonia, India e Bolivia.
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NOTIZIE DAL MONDO
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18 MARZO 2016 - LA C.E.F. HA APPROVATO LA PROPOSTA DI INIZIARE LA CAUSA DI
BEATIFICAZIONE DI DON ANGE LE PROUST
Lourdes, Francia - La Conferenza Episcopale Francese, riunita in assemblea plenaria il giorno 18 marzo,
ha formalmente approvato la proposta del vescovo di Nanterre, Mons. Michel Aupetit di iniziare la causa del
Servo di Dio Ange Le Proust, sacerdote professo dell’Ordine di Sant’Agostino e fondatore delle Suore Ospedaliere
di San Tommaso da Villanova (1624-1697).
TOLE (PANAMA), 18 DICEMBRE 2015:
APERTA LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI DON MOISES GONZALEZ CRESPO, AGOSTINIANO
Tole, Diocesi di David, Republica del Panama, 18 dicembre 2015. In tale
giorno è iniziata l’inchiesta diocesana per il processo di beatificazione del
Servo di Dio Moises González Crespo, sacerdote professo dell’Ordine di
Sant’Agostino, morto a 39 anni affogato dal fiume in piena mentre andava
ad assistere le varie comunità del luogo.
La cerimonia è iniziata con un pellegrinaggio alla tomba del Servo di Dio,
nell’occasione del 35 anniversario della morte. Il Cardinale Jose Luis Lacunza
ha presiedudo la messa di ringraziamento e subito dopo la prima sessione
solenne dell’inchiesta diocesana, dove i membri del tribunale e il Postulatore
Generale hanno prestato il giuramento per i loro incarichi.
I religiosi agostiniani del Vicariato di S. Tommaso da Villanova del Panama, l’Assistente Generale per l’America Latina, il
Priore Provinciale della Provincia Agostiniana di El Escorial, le religiose agostiniane e una numerosa folla di devoti laici erano
presenti all’evento. Questa è la prima causa di beatificazione che è stata mai aperta nella storia della Chiesa in Panama.
CARPINETO ROMANO (RM), 7 DICEMBRE 2015:
APERTURA PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DI DON MATTEO DE ANGELIS
Carpineto Romano, 7 dicembre 2015: Nella chiesa parrocchiale di S.
Maria del Popolo si è svolta la solenne apertura del processo di beatificazione
e canonizzazione del Servo di Dio Matteo de Angelis, sacerdote professo
dell’Ordine di Sant’Agostino (+2003).
La cerimonia è stata presieduta da Mons. Lorenzo Loppa, Vescovo di Anagni-
Alatri, alla presenza del Priore Provinciale della Provincia Agostiniana
d’Italia, P. Luciano de Michieli OSA, del Postulatore Generale P. Josef Sciberras
OSA, di numerosi frati agostiniani, membri della Fraternità Agostiniana
Secolare “P. Maestro”, e di molti fedeli.
Come atto di ringraziamento, dopo la prima sessione del Tribunale per
l’Inchiesta Diocesana del processo, sono stati celebrati i Vespri Solenni della
Solennità dell’Immacolata presieduti da Mons. Loppa.
MARZO 2016 - REVISIONE DELLE NORME “SULL’AMMINISTRAZIONE DEI BENI DELLE CAUSE DEI SANTI”
Papa Francesco ha approvato una revisione delle norme «sull’amministrazione dei beni delle cause di beatificazione e canonizzazione », abrogando quelle che aveva promulgato Giovanni Paolo II.
Il documento distingue il ruolo di “amministratore” da quello di “attore”, rafforzando così il meccanismo controllore-controllato,
rende più stringenti le procedure contabili e rinvigorisce il ruolo della Congregazione per le cause dei santi come «alta
autorità di vigilanza». Le nuove norme entreranno in vigore ad experimentum per tre anni.
ROMA, 13 MAGGIO 2016 -
CERIMONIA DI APERTURA DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE
DI IVAN BONIFACIO PAVLETIC
Il prossimo 13 maggio, venerdì, alle ore 12 si terrà – presso la Casa generale in Vicolo
del Conte, 2 (zona Bravetta) Roma – la cerimonia dell’apertura ufficiale della Causa di
Beatificazione e Canonizzazione di Ivan Bonifacio Pavletic della Congregazione dei Figli
dell’Immacolata, morto a Roma in concetto di santità nel 1897. Ivan Pavletic nacque il
25 giugno 1864 sulle sponde del fiume Ilova a Zbegovaˇca (Croazia). Bonifacio può dirsi
a ragione un autentico modello di vita evangelica per i giovani: fu forte nelle prove della
vita, perseverante negli ideali, umile lavoratore nella gioia di dare un servizio, fedele al
carisma di carità. Egli è stato un vero adoratore di Dio e della sua volontà. Seppe trasmettere
costantemente ai giovani e ai giovani religiosi la sua tensione spirituale
verso Dio. Una tensione che gli aveva dato tanta gioia, fino al giorno della sua
morte, avvenuta in Roma il 4 novembre 1897.
ROMA, 28 maggio/22 giugno e 25 giugno/luglio 2016: MOSTRA
DI IMMAGINETTE SACRE ALLA MINERVA PER CELEBRARE GLI 800
ANNI DI FONDAZIONE DELL’ORDINE DOMENICANO - INVITO AI SOCI
Il 28 maggio 2016 verrà inaugurata a Roma, nel Convento di Santa Maria sopra Minerva,
una mostra di immagini storiche e santini al fine di celebrare l’VIII Centenario di fondazione
dell’Ordine Domenicano da parte di San Domenico di Guzman.
L’esposizione, che verrà organizzata dalla Comunità del Convento di Santa Maria sopra Minerva
in Roma, si avvarrà della collaborazione dell’A.I.C.I.S. - Associazione Italiana Cultori Immaginette
Sacre. Ringraziamo i soci che hanno già inviato o invieranno il loro materiale collezionistico
per essere presenti a Roma in questa celebrazione storica dell’Ordine Domenicano.
Tutti gli associati, familiari ed amici sono invitati a visitare l’esposizione che aprirà il 28 maggio
e rimarrà aperta al pubblico fino al 3 luglio 2016 (eccetto 23-24 giugno: la sala della Mostra
accoglierà un Convegno aperto a tutti, dell’Ordine Domenicano).
Una bella occasione per essere presenti anche a questa importante iniziativa “Domenicani-
Aicis” per il Giubileo Domenicano (1216-2016) “Laudare, Benedice, Praedicare”.
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Sesto centenario della nascita di S. Francesco di Paola (1416-2016)
IL VOLTO DEL SANTO NELLE IMMAGINI
DI DEVOZIONE POPOLARE DAL XVI AL XX SECOLO (II)
di Giancarlo GUALTIERI
L'Ordine dei Minimi (Ordo Minimorum)
San Francesco di Paola è il fondatore dell’Ordine dei Minimi (Ordo Minimorum) attualmente diviso in tre gruppi:
Il Primo
Ordine conventuale è costituito dai Frati (detti anche Paolotti). Il Secondo Ordine conventuale è costituito dalle Monache di
clausura. Il Terzo Ordine è il ramo laico.
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CRONOLOGIA DELL’ORDINE DI SAN FRANCESCO DI PAOLA: I “MINIMI”
Intorno al 1435, Francesco, ritiratosi in eremitaggio in un bosco vicino Paola, viene affiancato da altri fedeli che
presero il nome di “Eremiti di fra' Francesco”.
Nel 1467 papa Paolo II invia a Paola Baldassarre de Gutrossis per indagare sulla vita dell'eremita. La relazione è
positiva, inizia così il procedimento giuridico-canonico per l'approvazione del nuovo ordine.
Il 30 novembre 1470, Mons. Pirro Caracciolo, arcivescovo di Cosenza, con la costituzione Decet nos approva la
comunità estendendo ai suoi membri i privilegi degli ordini mendicanti.
Il 17 maggio 1474, Papa Sisto IV, con la bolla Sedes Apostolica, riconosce ufficialmente il nuovo ordine di Francesco
denominato “Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi”.
Il 26 febbraio 1493, Papa Alessandro VI con la bolla Meritis religiosae vitae approva la nuova regola, elaborata da
Francesco in tredici capitoli e con quattro voti.
Il 1 maggio 1501, Papa Alessandro VI con la bolla Ad ea quae approva la seconda redazione della regola, in dieci
capitoli.
Il 20 maggio 1502, Papa Alessandro VI con la bolla Ad fructus uberes approva la terza e ultima redazione della regola,
affiancata a quelle già approvate all'epoca del concilio Lateranense IV.
Il 28 luglio 1506, Papa Giulio II con la bolla Inter ceteros, sancisce la stesura definitiva della regola con la quale furono approvati anche il secondo e il terz'ordine dei minimi.
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I dieci capitoli de la “Vita e Regola dei frati dell’Ordine dei Minimi di fra’ Francesco di Paola
1 -Osservanza salutare dei precetti e dei voti
2 -Candidati da ricevere nell’Ordine
3 -Indumenti di questa congregazione
4-Ufficio divino, riconciliazione capitolare, confessione e comunione
5 -Obbedienza, castità e povertà volontaria
6 -Come vivere in regime quaresimale e come curare opportunamente gli infermi
7 -Digiuno corporale
8 -Amore all’orazione e all’osservanza del silenzio
9 -Prelati di questa congregazione e loro assistenti e loro incaricati
10 -Titoli ed elezioni dei superiori di questa congregazione
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L’abito che indossano i frati è così descritto nel terzo capitolo de la “Vita e Regola dei frati
dell’Ordine dei Minimi di fra’ Francesco di Paola”: “I nostri indumenti siano di panno rozzo di
lana nera di pecora e confezionato senza tingerlo.
Ciascun frate abbia almeno un abito di tale
panno, lungo fino ai talloni, con un cappuccio esteso nei due versi, cioè davanti e dietro, fino
al femore, e un cordone di lana del colore dell’abito, che cinga da ambedue le parti il predetto
cappuccio sull’abito”.
Il cingolo deve presentare cinque nodi, quattro dei quali pendenti, a
simbolo dei voti dei religiosi: povertà, obbedienza, castità e vita quaresimale perfetta e perpetua,
con astinenza dalla carne e dai suoi derivati salvo che in caso di malattia.
(Fig.1).
Abito dell’Ordine dei “Minimi” - Tavola incisa e finemente colorata e gommata – cm 16x24 - Tratta dal libro “Descrizione
storica degli Ordini Religiosi -Compilata sulle opere Di Bonanni, D’Helyot, Dell’Ab, Tiron…” - Stabilimento Tipografico
Fontana – 1845.
Lo stemma dell’Ordine è uno scudo a forma di un sole splendente con al centro la scritta a caratteri d’oro CHARITAS,
ricevuto, secondo la tradizione mentre il Santo era in estasi, dall’Arcangelo Michele, celeste protettore dell’Ordine
stesso.
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Figura 1
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Questa scena è raffigurata nell’incisione tratta dal libro: << “Della vita, virtu’, miracoli e dell’istituto di S.
Francesco di Paola fondatore dell’Ordine de’ minimi”. Libri cinque del p. f. Isidoro Toscano di Paola del medesimo Ordine. ... in
Napoli per Girolamo Fasulo 1675. >> Il Santo è inserito nel paesaggio del suo convento di Paola circondato in alto da quattro
angioletti che recano un nastro iscritto e da altri tre che suonano, mentre San Michele porge lo stemma da cui fuoriesce un
nastro con la scritta haec erunt insignia tui Ordinis. In basso a destra si vede ancora l’Arcangelo che veste Francesco con l’abito
dell’Ordine. |
(Fig.2). Incisione a bulino in b/n- cm 13x19 - Anonimo incisore dell’Italia Meridionale
- “Della vita, virtù, miracoli e dell’istituto di S. Francesco di Paola fondatore
dell’Ordine de’ minimi. Libri cinque del p. f. Isidoro Toscano di Paola del medesimo
Ordine…” -In Napoli per Girolamo Fasulo 1675.
Parte seconda - (Sec. XVII e XVIII) – Le immagini di San Francesco
di Paola dei grandi maestri incisori delle scuole europee.
Si deve ad un orafo fiorentino Maso Finiguerra (1426–1464) l’invenzione della
stampa calcografica (dal greco “calco=rame” e “grafia=scrittura”). La lastra in
rame veniva incisa direttamente con appositi strumenti appuntiti come il bulino, o
corrosa dall’azione di un acido, detto mordente, in cui veniva immersa, con la quale
si ottenevano le incisioni ad acquaforte o ad acquatinta. A partire dal Cinquecento,
quest’arte incisoria si diffuse rapidamente in tutta Europa.
Due furono le principali
scuole di incisori/stampatori: la “Scuola tedesca” e la “Scuola fiamminga”.
La prima in Germania, si sviluppò soprattutto nelle cittadine di Norimberga, Colonia
ed Augusta (Asburgo), dove operarono artisti come Martin Schongauer
(~1448-1491), ed il grande Albrecht Dürer (1471-1528). |
Figura 2
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La prima metà del sec. XVI,
con l’avvento della Riforma protestante di Martin Lutero (1483-1546) che respingeva
il culto della Madonna e dei santi ed incitava a “strapparne le immagini dai cuori”,
fa segnare un netto calo della produzione di incisioni sacre. Si registrerà una ripresa
solo nella prima metà del 1700 con la famiglia dei “Klauber” incisori di Augusta,
specialisti in soggetti sacri, che saranno attivi per circa un secolo fino alla metà del 1800.
La seconda scuola presente nelle Fiandre, ebbe come principale centro Anversa che, dal sec. XVI e fino a tutto il sec. XVIII,
era la città con il maggior numero di stamperie, grazie soprattutto ai Gesuiti, che commissionarono migliaia di copie di stampe
popolari di santi, di piccolo formato, che si possono considerare i prototipi dei “santini”. (continua) |
Figg. 3 - 4- 5 - 6
(Fig.3). S. Franciscus de Paula Fund. Ord. Minimorum - Incisione a bulino su carta
in b/n - cm 9x15 -Klauber: Joseph Sebastian (1710-1768) e Johann Baptist (1712-
1787) - C.P.S.C.M. (Cum Privilegio Sacrae Caesareae Maiestatis) - Scultori Cattolici –
Asburgo (Augusta Vindelicorum). Il Santo è rappresentato a mezzobusto al centro di
un sole fiammeggiante, nella parte inferiore sono raffigurati due miracoli: l’attraversamento
dello Stretto di Messina sul suo mantello e quello che lo rappresenta mentre
spezza una moneta da cui esce il sangue del popolo oppresso dal re Ferrante.
(Fig.4). S. Franciscus de Paula Fund. Minimorum - Incisione a bulino su carta in
b/n - cm 6x9 - Klauber: Joseph Wolfgang Xavier (1740-1813) -Asburgo (Augusta
Vindelicorum). In primo piano è evidenziato il miracolo più famoso, l’attraversamento
dello Stretto sul suo mantello, dopo che un barcaiolo si era rifiutato di traghettarlo;
sullo sfondo si vede la cittadina di Messina.
(Fig.5). S. Franciscus de Paula - Incisione a bulino su pergamena b/n - cm 9x14 –
C. Galle: Cornelis il Vecchio (Anversa 1576-1650)o suo figlio Cornelis il Giovane
(Anversa 1615-1678). Il Santo si trova all’interno di un bosco raccolto in preghiera
con le braccia incrociate sul petto, in alto nel cielo splende la
scritta CHARITAS.
(Fig.6). S. Franciscus de Paula - Incisione su carta a bulino in b/n - cm 7x10 – C.
Galle: Cornelis il Vecchio (Anversa 1576-1650)o suo figlio Cornelis il Giovane (Anversa
1615-1678). Il Taumaturgo fa sgorgare una fonte con un tocco del bastone,
per dissetare gli operai.
Figg. 7 - 8 - 9 - 10
(Fig.7). S. Franciscus de Paula - Incisione a bulino su carta in b/n - cm 6x10 – Charles
de Mallery (1571-1635?), incisore fiammingo che lavorò ad Anversa e Parigi, fu
allievo di Philips Galle e si sposò con sua figlia Catharina. Francesco si trova all’interno
di una rosa in atteggiamento di preghiera con le mani giunte, rivolto verso il
crocifisso.
(Fig.8). S. Franciscus de Paula - Incisione a bulino su pergamena coloritura a mano
coeva - cm 7x9,5 – Corneille (o Cornelius) van Merlen (Anversa 1654 – 1723).
Il Transito di San Francesco di Paola: il Santo è disteso sul letto mentre stringe tra le
mani il crocifisso circondato da uno stuolo di angioletti.
(Fig.9). S. Franciscus de Paula - Incisione a bulino su
carta in b/n - cm 5x9 – Jacques Callot (Nancy, Francia,
1592 – 1635). In primo piano si vede San Francesco con
un libro di preghiere in mano, mentre in secondo pianoè accennato il miracolo dell’attraversamento dello
Stretto di Messina sul suo mantello.
A conclusione presento due matrici in rame che sono state utilizzate per la realizzazione delle incisoni
con l’effige canonica del Santo a mezzobusto:
(Fig.10). Matrice in rame incisa - cm 8x11 -Vera Effige S. Francisci de Paula - Fundator Ord. Minimorum
ex protopito Romano -S.(ebastiano) Zamboni fecit. (attivo sec.XVIII, II metà).
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(Fig.11). Matrice in rame incisa - cm.8x11 -
S.Franciscus de Paula -S.(ebastiano) Zamboni fecit.
(attivo sec. XVIII, II metà).
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1615 - 2015: 4° CENTENARIO DEL TRANSITO DI GIOVANNI DI GESU' E MARIA |
Cerimonia di chiusura - Monte Compatri, 28 maggio 2016
Il 30 maggio 2015, presso il Convento di S. Silvestro in Monte Compatri (Rm), si è
svolta la Cerimonia di apertura del IV Centenario del Beato Transito del Venerabile P. Giovanni
di Gesù Maria, il Calagorritano, Terzo Preposito Generale dell’Ordine Carmelitano
e capostipite del Carmelo Teresiano d’Italia, il cui corpo incorrotto è venerato nella chiesa
di questo convento tuscolano, da lui tanto amato, e nel quale morì il 28 maggio del 1615.
Il Priore di S. Silvestro, P. Basilio Visca, dopo aver tracciato un breve profilo storico e
spirituale del P. Giovanni, ha dato la parola al P. Provinciale Gabriele Morra, il quale, nell’introdurre
la cerimonia di apertura, ha colto l’occasione per presentare la mostra Itinerante “Nata per Te”, realizzata dalla Provincia dei Carmelitani Scalzi dell’Italia Centrale
per il V Centenario della nascita di S. Teresa di Gesù e allestita, per l’occasione, nella Pinacoteca
del convento.
A seguire, il concerto del Coro Polifonico di Monte Compatri “Alessandro Moreschi”,
diretto dal M° Alessandro Vicari, che con la sua sentita esibizione, ha raccolto grande
successo di pubblico, e l’interessantissima e suggestiva presentazione, a cura della professoressa
Patrizia Lo Sardo, dell’opera di restauro del ritratto seicentesco del P. Giovanni,
realizzata dell’Istituto Italiano Arte, Artigianato e Restauro. (continua)
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MOSTRE DI SANTINI |
MESSINA - 22 Marzo - 30 aprile 2016 - Mostra di Santini
“LE IMMAGINETTE SACRE - Il volto dei Santi: Immagine di Dio, immagine dell’Uomo”
“Le Immaginette Sacre” è il titolo del convegno che si è svolto il 22 Marzo, con inizio alle ore 9.30, presso
l’aula consiliare della Città Metropolitana di Messina. Dopo i saluti del commissario Straordinario Dr.Filippo
Romano e del dirigente della V Direzione Avv.Anna Maria Tripodo, hanno relazionato l’arch. Nino Principato su “Pueti, sunaturi e stampasanticampuni tutti poviri e pizzenti”; il dott. Franz Riccobono su “Le immagini devote”
; il dott.Sergio Todesco su “Il valore antropologico delle immaginette sacre”. Il Dr.Alfio Seminara ha introdotto
i lavori,mentre Giuseppe Previti, responsabile delle procedure dell’Archivio Storico e organizzatore dell’iniziativa,
ha fatto da moderatore.
Alla fine del convegno è stata inaugurata la mostra sulle immaginette sacre :“Il
volto dei Santi: Immagine di Dio, immagine dell’uomo un aspetto della religiosità popolare”. Sono presenti
oltre 350 immaginette di varie epoche che ripercorrono, le varie fasi della vita di Gesù, della Sua passione,
morte e resurrezione, dei Santi, Beati, degli Angeli, etc.
La mostra è aperta tutti i giorni lavorativi: h.9/13.30;
il martedì e giovedì anche nelle ore pomeridiane, dalle ore 15.00 alle ore 17.30.
ROMA, 5 - 6 Marzo 2016 -
Mostra “LA STORIA DEI SANTINI ATTRAVERSO LE
IMMAGINI DI SAN GIUSEPPE”
Lo scorso 5 marzo, nell’ambito della manifestazione nazionale “Roma Colleziona”, presso il Complesso Scolastico
Seraphicum di Via del Serafico 3 in Roma, l’AICIS ha presentato una Mostra di santini sulla tematica: “La Storia dei
Santini attraverso le immagini e immaginette di San Giuseppe”. Il materiale esposto era della collezione privata
del nostro Presidente Giancarlo Gualtieri che ha curato l’allestimento dei vari pannelli.
Molti visitatori ma anche
molti espositori della manifestazione si sono soffermati a leggere il contenuto dei pannelli ed ha fatto anche domande,
vivamente interessati dall’argomento e da alcuni santini esposti. L’esposizione ha chiuso domenica 5 marzo.
VERBANIA PALLANZA - 26 marzo - -5 giugno 2016
MOSTRA DI SANTINI “VENI SANCTE SPIRITUS”
Il 26 marzo nel Museo del paesaggio di Verbania Pallanza è stata inaugurata una mostra di santini sul tema: “Veni Sancte Spiritus - Lo Spirito Santo nella Collezione di Santini del Museo del Paesaggio”.
L’esposizione è curata
dalla nostra socia Dr.ssa Maria Grazia Reami Ottolini, Direttrice della Sez.del Museo - Palazzo Biumi - Salita Biumi
6 - Verbania.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 5 giugno p.v. con l’orario: da giovedì a sabato: 16/18.30.
Domenica: 10/12; 15.30/18.30. L’ingresso è gratuito.
RAVENNA - 25 Marzo - 28 Maggio 2016
Mostra “LE ANTICHE XILOGRAFIE DELLA PASSIONE DI CRISTO”
Dal 25 marzo al 28 maggio 2016, a Ravenna, presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, è possibile visitare (dal martedì al sabato: 10/12 e 14/17), con ingresso gratuito, una mostra dedicata
ad antiche xilografie alla Passione di Cristo.
Accanto alle cinque xilografie della Passione di Altomunster
e ad altre rare incisioni e libri della Biblioteca Classense, è esposta una raccolta di piccole immagini
devozionali, appartenenti alle collezioni di Vittorio Pranzini, che illustrano come il tema della
Passione di Cristo sia stato molto diffuso e affrontato poi anche in altre aree geografiche.
Appartengono,
infatti, all’area fiamminga due incisioni a bulino, una delle quali dipinta a mano, della seconda
metà del Seicento, che rappresentano l’Arma Christi: una serie di oggetti collocati intorno a Gesù Bambino
che dorme sulla Croce, simbolicamente rappresentativi dei vari momenti della Passione. In uno
di questi esemplari è rappresentata, in basso, la scena della Veronica che asciuga il volto di Gesù.
Gli
altri esemplari esposti sono di produzione francese del Settecento, facenti parte di una collezione
molto più ampia già appartenuta a Paul Cordonnier-Detrie (1896-1980), uno studioso francese di storia
locale, reperita alcuni anni fa in Italia sul mercato antiquario. Fra le immagini che illustrano i vari
momenti della Passione sono state scelte alcune scene con Gesù che porta la Croce durante la salita
al monte Calvario, così come sono descritte nelle 14 Stazioni del rito tradizionale della Via Crucis, una
devozione che risale al Medioevo, come forma di meditazione e di preghiera.
Alcuni degli esemplari esposti portano nella didascalia
il riferimento alla rispettiva stazione: quando Gesù viene caricato della croce o incontra sua Madre, la Veronica, oppure cade sotto il
suo peso. Alcune di queste immagini della Via Crucis furono inserite nella recita del Rosario, una devozione di origini tardo medievali,
nella “posta” relativa ai Misteri Dolorosi, come si può vedere nel santino, probabilmente di produzione tedesca, con l’immagine della
Madonna Addolorata, trafitta da una spada, circondata da 7 vignette che rappresentano alcuni episodi della Via Crucis.
Esemplificativo
di una forma devozionale simile alla precedente è un foglietto di produzione italiana che contiene una “Coronella in suffragio delle
anime purganti”, con l’immagine di Cristo in Croce dalle cui 5 piaghe sgorgano zampilli di sangue salvifico sulle anime del Purgatorio.
Sempre su questa tematica desta particolare interesse un esemplare francese, con la discesa di Gesù dalla Croce, caratterizzato dal movimento
dei numerosi personaggi illustrati, di cui alcuni aggrappati a ben tre scale.
Un’illustrazione dai tratti decisi che danno movimento
alla scena, che ricorda un dipinto di Rosso Fiorentino (1495-1540), pioniere del Manierismo italiano. Tutti gli esemplari francesi,
prodotti nel Settecento, sono incisioni a bulino colorate a mano, generalmente in modo molto grossolano, utilizzando delle mascherine
per ogni colore, talvolta rifinite a pennello per le ombreggiature, con una tecnica tipica dell’imagerie populaire, prodotta principalmente
a Parigi.
L’incisione e la successiva stampa venivano fatte su fogli grandi, colorati e tagliati successivamente,
come si può vedere nel raro foglio esposto, suddiviso in 4 parti, ancora da tagliare.
(Vittorio Pranzini)
PALMA DI MONTECHIARO AG) - 16 - 23 aprile 2016
Mostra Ddi Santini “TRA CIELO E TERRA - Il Misticismo Tomasiano e la produzione
iconografica religiosa e popolare”
Una mostra di immagini devozionali sul tema: “Tra Cielo e Terra: l’influenza del misticismo tomasiano sulla
produzione iconografica religiosa e popolare”, sarà inaugurata il prossimo 16 aprile 2016, alle ore 16,00, presso
il Palazzo Ducale di Palma di Montechiaro (Agrigento).
La cerimonia di inaugurazione, organizzata con la locale sezione Archeoclub, con l’Amministrazione Comunale
e con la Curia Arcivescovile di Agrigento, sarà preceduta da un convegno sul ruolo che l’iconografia sacra
popolare ha svolto nella vicenda storica ed artistica di Palma di Montechiaro in relazione al profondo misticismo
dei suoi fondatori.
Per i visitatori l’interessante esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 23 aprile.
ALME’(BG) - 23 aprile -1 Maggio 2016
Mostra “SANTI, BEATI E SERVI DI DIO DELLA TERRA BERGAMASCA”
Dal 23 aprile al 1° maggio alla chiesa vecchia di Almè, diventata da tempo un punto culturale privilegiato
per la comunità guidata dal Parroco don Mansueto Callioni, sarà possibile visitare la mostra di santini dedicata
al tema “Santi, Beati e Servi di Dio della terra bergamasca” della collezione di Luciano Torri e mostra
filatelica dedicata a Papa Giovanni XXIII della collezione di Daniele Tintori.
L’inaugurazione sarà sabato 23 aprile alle 16. La mostra, che sarà allestita in collaborazione con l’associazione “Culturalmente”, comprenderà una quarantina di pannelli contenenti ognuno immaginette sacre
e santini che raffigurano le personalità che hanno fatto grande la terra bergamasca da una prospettiva di
sequela evangelica.
Questi “frammenti” di devozione popolare sono stati raccolti con certosina pazienza da
Luciano Tintori di Torre Boldone che in molti anni di ricerca, interpellando persone e andando per santuari
e monasteri, è riuscito ad arricchire un invidiabile tesoro iconografico di natura agiografica.
Troveremo tutti
i santi che vegliano sulla locale diocesi: da sant’Alessandro martire ai santi Narno e Viatore, da santa Grata
a santa Teresa Verzeri. Un lungo elenco dove un posto speciale è occupato da Papa Giovanni XXIII.
L’esposizione
sarà aperta: sabato 23 aprile dalle 16 alle 21.30; domenica 24 e lunedì 25 aprile dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 21.30; da
martedì 26 a venerdì 29 aprile dalle 16 alle 21.30; sabato 30 aprile dalle 16 alle 21.30; e domenica primo maggio dalle 8 alle 12 e
dalle 16 alle 21.30.
PIACENZA - 9 Aprile - 28 Maggio 2016 -
Mostra di Immagini e immaginette
“SAN ROCCO E
ALTRI SANTI PELLEGRINI
- Stampe devozionali della raccolta Ziliani (Secc. XVI-XX)”
Sabato 9 aprile, alle ore 11 verrà inaugurata presso Kronos – Museo della Cattedrale di Piacenza la mostra
sul tema “San Rocco e altri santi pellegrini. Stampe devozionali dalla raccolta Ziliani (secoli XVI-XX)”. L’esposizione, è stata progettata e verrà allestita dall’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici della diocesi. L’apertura
al pubblico sarà preceduta da un breve intervento sul percorso espositivo a cura del direttore del museo, architetto
Manuel Ferrari, e da Susanna Pigri, Conservatore di Krinos - Museo della Cattedrale di Piacenza.
Nelle sale del Museo si potrà ammirare una selezione delle migliaia di stampe antiche e santini donati alla
diocesi di Piacenza – Bobbio nel 2012 da don Sergio Ziliani, scomparso nei primi mesi del 2013.
Saranno
esposte immaginette devozionali raffiguranti alcuni fra i santi “pellegrini”, che hanno fatto del viaggio di
fede un aspetto importante dell’esistenza. Il tema è strettamente legato allo svolgersi dell’Anno giubilare e
il tutto è stato reso possibile grazie alla straordinaria varietà di immagini presente nella collezione lasciata
da don Sergio Ziliani alla diocesi nel 2012.
Proprio dalla raccolta, infatti, sono state estrapolate le stampe
che si possono ammirare sino al 28 maggio e che coprono l’arco temporale dal Cinque al Novecento. Tra le
rarità esposte vi sono incisioni fiamminghe di Cornelis de Boudt e Theodorus van Merlen.
La prima parte
della mostra sarà dedicata a un grande pellegrino, San Rocco, molto amato dai piacentini; la seconda parte
propone la rappresentazione di santi altrettanto celebri come, ad esempio, San Giacomo Maggiore, San Cristoforo, ma anche meno conosciuti
come le sante Valburga e Bona da Pisa.
L’esposizione, corredata di pannelli didattici con cenni agiografici sui santi considerati,
ne indagherà l’aspetto figurativo connesso al tema del pellegrinaggio, ma permetterà di approfondire la conoscenza anche delle altre
iconografie con cui vengono usualmente rappresentati.
MARINEO (PA) - 8 - 25 Maggio 2016
Mostra di Santini “FRAMMENTI DI BELLEZZA”
Domenica 8 maggio, alle ore 18,00 nei saloni del Castello Beccadelli di Marineo (Palermo) sarà
inaugurata la mostra di immagini sacre “Frammenti di bellezza” già organizzata negli scorsi anni a
Bagheria a cura dell’associazione “Giuseppe Bagnera”. L’esposizione, che sarà curata sempre dall’associazione
G. Bagnera di Bagheria.
Nella sede del maniero sarà ospitata una collezione di circa 250 santini che abbraccia lo spazio
temporale di due secoli, l’800 ed il 900.
L’iniziativa che sarà presentata dal professore Enzo Buttitta e dal fotoreporter Angelo Restivo
intende rimarcare la profonda religiosità popolare che promana dalle immaginette
sacre nelle varie sfaccettature.
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Mostre di Santini
PECETTO DI VALENZA (AL) - 1-31 Maggio 2016 - Mostra “MATER MISERICORDIAE
- La Misericordia nelle immaginette devozionali”
In occasione del Giubileo della Misericordia e del mese mariano, presso la Chiesa Parrocchiale di Pecetto
di Valenza (AL), dal 1 al 31 maggio, verrà presentata un’interessante esposizione di immagini sacre intitolata “Mater Misericordiae - La misericordia nelle immaginette devozionali”.
Oltre 400 i santini esposti inerenti la tematica della Misericordia, provenienti dalle collezioni di Roberto
De Santis, Marcello Vendemmiati, Margherita Alessio, Alessandra Barcaglia, Lorella Bocchio e Silvana
Pestarino.
La mostra, curata dalle associazioni AQUERO e ViviAmo l’Arte con la competente collaborazione del
Diac. Luciano Orsini, con il patrocinio della Diocesi di Alessandria, dell’AICIS - Associazione Italiana Cultori
Immaginette Sacre e dell’OFTAL - Sezione di Alessandria, potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 8.00
alle 18.00 (domenica compresa contrariamente a quanto indicato nella locandina).
ROMA, 28 maggio/22 giugno e 25 giugno/luglio 2016:
MOSTRA DI SANTINI ALLA MINERVA PER
CELEBRARE GLI 800 ANNI DI FONDAZIONE DELL’ORDINE DOMENICANO
Il 28 maggio prossimo verrà inaugurata a Roma, nel Convento di Santa Maria sopra
Minerva, una mostra di immagini storiche e santini al fine di celebrare l’VIII Centenario
di fondazione dell’Ordine Domenicano da parte di San Domenico di Guzman. Il titolo è:
“Giubileo Domenicano 1216/2016 - Laudare, Benedicere, Praedicare - Ottocento anni di
storia dell’Ordine dei Predicatori”.
La Comunità del Convento di Santa Maria sopra Minerva in Roma organizzerà la manifestazione
con la collaborazione dell’A.I.C.I.S. - Associazione Italiana Cultori Immaginette
Sacre.
I soci che dal Piemonte alla Sicilia hanno già inviato o hanno assicurato di
trasmettere al più presto alcune immaginette sacre della propria collezione sono i seguenti:
Francesca CAMPOGALLIANI di Mantova, Frà Angelo DI MARCO, Giancarlo GUALTIERI, Giuseppina LICORDARI, Renzo MANFE’, Santo NIGRELLI, Stefania COLAFRANCESCHI, Orietta PALMUCCI, Gianni ZUCCO e.Patrizia FONTANA
di Roma,
Antonino COTTONE di Misilmeri (PA), Roberto DE SANTIS di Alessandria, Michele
Fortunato DAMATO di Barletta (BA), Giorgio
LOMBARDI di Aulla (MS),
Un “grazie” sentitissimo a questi
soci da parte del Consiglio Direttivo per tale partecipazione che permetterà alla nostra
associazione di presentare una mostra di alto livello. L’esposizione sarà inaugurata sabato
28 maggio alle ore 18.00 e chiuderà alle ore 18.00 del 3 luglio 2016 (nei giorni
23 e 24 giugno la mostra rimarrà chiusa per le visite, ma aperta per un Convegno dell’Ordine Domenicano, aperto
a tutti).
L’orario quotidiano di visita, compresi i giorni festivi, sarà il seguente: 9/12,30 - 16/19. Ingresso libero. Il Consiglio
Direttivo AICIS rinnova l’invito a tutti gli associati di venire a Roma per visitare questa esposizione e, con l’occasione, oltre il
Giubileo Domenicano, partecipare nella Roma dei martiri e dei santi al Giubileo della Misericordia aperto da Papa Francesco
l’8 dicembre 2015.
SASSO MARCONI (BO) - 28-29 Maggio 2016 - Mostra di Santini “MADONNA
DELLA MISERICORDIA NELL’EMILIA ROMAGNA”
Il 28 maggio, in occasione della Festa della Beata Vergine del Sasso, nella Parrocchia “San
Pietro” di Sasso Marconi verrà inaugurata la Mostra di immaginette sacre sul tema: “La Madonna della
Misericordia nell’Emilia Romagna”.
L’esposizione, curata dal nostro socio Pierluigi Benassi, sarà allestita sotto il Portico della Canonica
ed avrà il seguente orario: Sabato 28 maggio dalle 09.00 alle 24.00 e domenica 29, dalle 09,00 alle
19.00. Le immaginette esposte appartengono alla collezione privata di Pierluigi Benassi.
CAVA DE’ TIRRENI (SA) - 11-19 Giugno 2016
Mostra “L’ICONOGRAFIA DEL SANTO DI PADOVA NELLA DEVOZIONE POPOLARE”
Nell’ambito dei festeggiamenti “Sant’Antonio 2016”, il Convento francescano di Cava de’ Tirreni organizzerà
dall’11 al 19 Giugno 2016, presso l’area museale del Santuario Francescano, una mostra di filiconia
antoniana.
Il Convento di Cava dè Tirreni ha una storia che attraversa gli ultimi cinque secoli durante i quali sia la
Chiesa di San Francesco che la comunità dei frati hanno costituito un punto di riferimento oltre che religioso
anche civile per la popolazione del luogo.
L’esposizione con il titolo “L’iconografia del Santo di Padova nella devozione popolare” sarà allestita
nell’antica Biblioteca del Convento. Le immaginette che verranno presentate proverranno dalla collezione
personale del socio Giuseppe Melone di Cava dè Tirreni.
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L’ADDOLORATA DI SABBIONETA
UN OTTAVO MISTERO DEL ROSARIO
DELL’ADDOLORATA
di Maria Teresa CASELLA BISE
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Siamo nella chiesa della Beata Vergine Incoronata a
Sabbioneta a 33 Km a sud-ovest di Mantova, chiesa
fatta costruire dal duca Vespasiano Gonzaga alla fine
del 1500.
All’interno, l’altare maggiore accoglie la statua settecentesca
in cartapesta della Beata Vergine Addolorata o “Madonna
delle sette spade” (1766) attribuita allo scultore bolognese
Angelo Piò.
A ricordare il dolore di Maria, soprattutto quello sofferto
durante la crocifissione di suo figlio, fu istituita nel medioevo
la festa liturgica della Addolorata che ricorre il venerdì della
settimana di Passione.
L’Ordine dei Servi di Maria introdusse nell’ottocento una
seconda festa celebrata il 15 settembre. Da questa festa denominata“I sette dolori della Beata Vergine Maria” nacque
la devozione della recitazione del “rosario dell’Addolorata”
che si componeva di sette misteri con sette Ave Marie ad ogni
mistero e che si concludeva con la recita delle litanie, una devozione
ora in disuso, ma che diffuse la raffigurazione di
Maria con il cuore trafitto da sette spade.
La menzione delle sette spade risale alla profezia di
Simeone narrata da Luca (2, 35) che ricorda come
quando Maria era venuta con Giuseppe al tempio per la
sua purificazione e per la presentazione del suo primogenito
secondo la legge di Mosè, le fu profetizzato che
una spada avrebbe trapassato la sua anima.
Tanto fu partecipato dai devoti il dolore di Maria, che
le spade si moltiplicarono e divennero sette; e sette furono
specificati i suoi dolori.
Il primo fu quello da lei vissuto quando Simeone
glielo profetizzò, il secondo quando dovette fuggire in
Egitto, il terzo quando perse Gesù a Gerusalemme, il
quarto quando incontrò suo figlio sulla Via Crucis, il
quinto quando fu crocifisso, il sesto quando fu deposto
tra le sue braccia e il settimo quando fu sepolto.
Sette le
spade dunque e sette i misteri meditati durante la recitazione
di quel rosario particolare.
A Sabbioneta se ne aggiunse un ottavo, un mistero
introdotto pure dai Servi di Maria votato alla Vergine desolata”,
a ricordare quando, secondo la tradizione, dopo
la morte di Gesù, Maria si sentì abbandonata e ne soffrì
durante quaranta ore, e cioè fino a quando le apparve
suo figlio risorto. (continua)
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