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ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE
CHE COSA E’
L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la
forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario
bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare
lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare
alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre
di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per
avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per
avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi
Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli
su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619)
e richiedendo l'apposito modulo da compilare.
Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai
prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.
Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno
2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel
2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069
intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio
al 31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne,
in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che
di volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel. 328-6911.049
e-mail: aicis_rm@yahoo.it
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SANTINI E SANTITA'
NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 4 - 2017
Ottobre -Dicembre 2017
3 dicembre
San Francesco Saverio
Incisione Fiamminga del 1600 su
pergamena con acquerellatura
coeva ed applicata una elegante
cornice floreale in paglia. Incisore
Pieter Van Lysebetten (Anversa 1630
- 1678). Collezione M. F. Damato
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4/2017 - SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI
1 -B.Vergine di Fatima -1° Cent.rio Apparizioni. Retro: Preghiera alla Vergine. Santino
offerto da p. Michele M.GIULIANO, ofm
2-Odeghitria, Monastero di Pulsano - Gargano.
Retro: Preghiera. Santino offerto da Margherita GRANDI.
3-San Feliciano
martire. Retro: Preghiera. Santino (MG 48) offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm.
4-Santa Reparata, Vergine e Martire. Santino (MG 45) offerto da padre Michele
M.GIULIANO, ofm.
5-N.S. di Fatima 1917-2017 a ricordo Mostra di Santini 2017 “Apparizioni
Mariane” a Rovereto (TN) di Luciana Galli Calabri. Retro: Preghiera. Santino
offerto da Luciana CALABRI.
6-Beata Emilia Fernàndez Rodrìguez, gitana Martire.
Pieghevole: Preghiera e vita. Santino offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm.
7-
Statua di San Francesco – Santuario di Sant’Antonio – Teano (CE). Retro: Preghiera.
Santino offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm.
da Giuseppe MILAZZO
9-Nascita di Gesù e adorazione
dei popoli. Retro: Ricordo della Mostra di Santini di Natale 2017 a Rovereto (Trento)
di L.Galli. Santino offerto da Luciana CALABRI.
10-Incarnatus Est: Gesù Bambino.
Ricordo della Mostra di Santini di Natale 2017 a Rovereto (TN) di L.Galli. Santino offerto
da Luciana CALABRI
11-Santa Teresa del Bambino Gesù. Retro: Preghiera.
Santino (ristampa) biglietto Pasquale 1929 – Parrocchia di Sambucheto (MC), offerto
da Giovanni BORDI.
12-Lourdes abbraccia la Basilicata. Retro: Preghiera. Santino
offerto da Antonio MENNONNA.
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AUGURI DI BUON NATALE E SERENO ANNO NUOVO
“Il vero senso del Santo Natale è incontrare ed accogliere Gesù che viene come un dono d’amore per poi portarlo ed annunciarlo
come unica fonte di verità e di vita nuova. Auguri vivissimi a tutti gli associati ed ai loro familiari di Buon Natale di Gesù e di
un più sereno Anno nuovo.” (Giancarlo Gualtieri, Presidente AICIS)
3 OTTOBRE 2017: NUOVI ORGANI COLLEGIALI AICIS PER IL QUINQUENNIO 2017-2021
Il 3 ottobre 2017, alle ore 15.30, presso la Sala parrocchiale di Santa Maria in Campitelli, sede delle riunioni AICIS, si è
riunita la commissione elettorale, nominata dal Consiglio Direttivo nella riunione del 12 settembre 2017 e composta dai soci
Sandro Ercole, Rocco Fucà ed Ezio Bernardini, che ha proceduto allo spoglio delle schede elettorali pervenute da tutta Italia
per il rinnovo quinquennale degli organi sociali per il quinquennio 2017-2021. Dal verbale della commissione e secondo quanto
previsto dall’art.9 dello Statuto ed art.7 del Regolamento, risultano eletti nel CONSIGLIO DIRETTIVO i signori: Renzo Manfè,
Giancarlo Gualtieri, Maria Gabriella Alessandroni, Antonio Mennonna, Gianni Zucco.
Sono eletti nel COLLEGIO DEI REVISORI
i signori: Giuliana Faraglia, Stefania Colafranceschi, Luigi Zanot.
Nel COLLEGIO DEI PROBIVIRI sono eletti i
signori: Paola Galanzi, Roberto De Santis e Francesca Campogalliani.
In data 9 ottobre 2017 Maria Gabriella Alessandroni ha trasmesso la propria rinuncia con la seguente lettera: “Esprimendo
sentiti ringraziamenti per la fiducia accordatami e constatando, con soddisfazione, il favore dell’elettorato nei confronti di candidati
più giovani che mi seguono nella graduatoria, anche per motivi personali, non senza rammarico, rinuncio alla carica di
membro del Consiglio Direttivo“.
Nella 1a riunione del nuovo consiglio Direttivo tenutasi il 7 novembre 2017, a norma dell’art.12 dello Statuto e dell’art.7 del
Regolamento AICIS, è stato convocato il primo dei non eletti: Antonino Cottone. I cinque consiglieri hanno poi proceduto alla
elezione delle cariche interne.
Il nuovo Consiglio Direttivo, pertanto, è così formato: Presidente: Giancarlo Gualtieri; Vice Presidente: Renzo Manfè; Segretario:
Antonino Cottone; Tesoriere: Gianni Zucco; Addetto alle Pubbliche Relazioni: Antonio Mennonna.
Il nuovo Consiglio
Direttivo conferma come Assistente Ecclesiastico Padre Davide Carbonaro, OMD. Auguri a tutti i membri degli Organi Direttivi.
QUOTA SOCIALE PER L’ANNO 2018: EURO 38,50. INVIO MODULO CCP
Il Consiglio Direttivo del 12 settembre u.s. ha confermato la quota sociale per il 2018 come per l’anno corrente, vale a dire
euro 38.50. I soci trovano il modulo di ccp in questa Rivista, ma senza l’importo, per dar modo a coloro che sono soliti aggiungere
una offerta, di poterlo fare. Comunichiamo anche il nostro IBAN = IT19 H076 0103 2000 0003 9389 069.
PROGRAMMA DELLE RIUNIONI 2018 NELLA SEDE DI PIAZZA CAMPITELLI - ROMA
Il Consiglio Direttivo del 12 settembre u.s. ha stabilito le date delle riunioni mensili a Piazza Campitelli per l’anno 2018.
Gennaio: 9 (2° martedì); Febbraio: 6; Marzo: 6; Aprile: 3; Maggio: 8 (2° martedì); Giugno: 5; Luglio: 3; Agosto = vacanza;
Settembre: 11 (2° martedì); Ottobre: 2; Novembre: 6; Dicembre: 4.
VOTAZIONE RENDICONTO 2016 - RESTITUZIONE BUSTA CON SCHEDA VOTATA ENTRO IL
15 FEBBRAIO 2018
Alle pagine 4 e 5 di questo numero di “Santini e Santità” è pubblicato il rendiconto economico 2016. All’interno della rivista
stessa i soci trovano sia la scheda da votare, sia la busta già predisposta per la restituzione della scheda in Segreteria entro il
15 febbraio 2018, previo affrancatura con francobollo di euro 0,95.
ROMA, 10.12.2017/7.1.2018: VI MOSTRA NAZ.LE DEL SANTINO NATALIZIO “LAUS TIBI
SALVATOR MUNDI” - COMUNICATO
Il 10 dicembre p.v. alle ore 17,00 verrà inaugurata a Roma, presso il Convento di Santa Maria sopra Minerva a Piazza della
Minerva 42, la VI edizione della mostra natalizia annuale dell’AICIS sui santini del Santo Natale. Riportiamo qui appresso il Comunicato
stampa previsto per questa manifestazione.
L’A.I.C.I.S. - Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, in collaborazione con la Comunità del Convento di Santa Maria
sopra Minerva ed il Patrocinio delle Associazioni “Casa della Romanità”, “Salotto Romano” e “Roma Tiberina”, per il Santo
Natale 2017 allestisce la VI Edizione di una mostra iconografica natalizia sui seguenti temi: “LAUS TIBI SALVATOR MUNDI -
Immagini sacre sul Natale dal XVI al XX secolo” e “IL CULTO DELLA BEATA VERGINE MARIA A ROMA”.
L’esposizione avrà luogo a Roma, nel Convento di Santa Maria sopra Minerva, con ingresso da Piazza della Minerva 42,
dall’11 dicembre 2017 fino alle ore 19,00 del 7 gennaio 2018 ed osserverà il seguente orario 9,30/12,30 e 16,00/19,00, festivi
compresi, e con sola apertura pomeridiana a Natale e Capodanno.
L’evento desidera mettere in risalto la celebrazione del Santo Natale di Gesù, Dio che entra nel mondo per rimanervi
fino alla fine dei tempi e, inoltre, sottolineare la devozione dei Romani verso la Madre di Dio.
Domenica 10 dicembre 2017, alle ore 17.00, con il taglio del nastro avrà inizio la cerimonia di inaugurazione.
Il
Presidente Giancarlo Gualtieri per l’AICIS e Padre Riccardo Lufrani, O.P., Priore del Convento di Santa Maria Sopra Minerva per la Comunità Domenicana, porgeranno il loro benvenuto ai visitatori. Seguiranno gli interventi del Dr. Enrico Vizzaccaro
e della Dr.ssa Giuseppina Licordari Gualtieri di Roma.
I soci AICIS che da tutta Italia hanno trasmesso il materiale espositivo sono: Maria Gabriella Alessandroni, Ezio Bernardini,
Augustino Busato, Francesca Campogalliani, Carmelo M. Carollo, Stefania Colafranceschi, Antonino Cottone, Michele Fortunato
Damato, Roberto De Santis, Fra Angelo Di Marco, Giuliana Faraglia, Patrizia Fontana, Attilio Gardini, Giancarlo Gualtieri, Giuseppina
Licordari, Giorgio Lombardi, Renzo Manfè, Antonio Mennonna, Orietta Palmucci, Germano Pistolesi, Mario Salatino, Armando
Scalari, Marcello Vendemmiati.
Partecipa quest’anno all’evento anche la Prof.ssa Veronica Piraccini, docente di pittura, titolare all’Accademia delle Belle ArtiEmiliano Alessandrini, Francesca Cappelli, Greta Centra, Maria Ester Chiaravallotti,
Andrea Ciccarelli, Federica Feleppa, Kang Huidong, Yuan Jianan, Iriana Mangoni, Marika Molinari, Roberta Pannozzo, Valeria
Ricci, Sergio Saija, Giuseppe Vangone, Yin Yi.
Domenica 17 dicembre 2017, alle ore 17.00, nell’ambito della Mostra, il Gruppo di Musica Antica “La Fontegara” darà un
concerto con brani dal XV al XIX secolo sul tema “Gaudete, Christus est natus”, con Augusto Mastrantoni, Dario Guerci e Pasquale
Sculco. Ingresso gratuito.
Una ricca e variegata esposizione di materiale, dal seicento ad oggi, costituito da immaginette, immagini, dipinti e piccoli
presepi, quali testimonianze della pietà popolare del tempo che hanno la capacità, ancora attualmente, di arricchire qualsiasi
visitatore che con semplicità di cuore vorrà compiere il percorso di questa sesta edizione di iconografia natalizia.
IL PRESIDENTE Giancarlo Gualtieri
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RENDICONTO AICIS 2016
Il Consiglio Direttivo AICIS, nella riunione del 4 luglio
2017 ha approvato la proposta di Rendiconto
2016 che sottopone ai soci con i seguenti atti:
1 Relazione del Consiglio Direttivo
2 Relazione dei Revisori
3 Stralcio del verbale della riunione del Consiglio
Direttivo del 4 luglio 2017.
4 Il Rendiconto economico finanziario (prospetto).
5 Note integrative e chiarimenti al rendiconto 2016.
1 - RELAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO
Il bilancio dell’Associazione per l’anno 2016 chiude con
un saldo positivo di 1.672,40 E uro (2.147,32 euro nel 2015).
Le entrate ammontano a € 11.554,25 (€ 12.423,99 nel
2015), di cui € 10.405,25 per quote associative, € 1.096,75
per maggiori contribuzioni (offerte) e € 17,50 per nuove
iscrizioni.
Le spese ammontano a € 9.881,85 (€ 10.276,67 nel
2015), di cui € 8.196,12 per la Rivista trimestrale “Santini e
Santità” (stampa e spedizione).
L’andamento positivo della gestione, pur con una significativa
diminuzione degli associati (37 unità rispetto al 2015)è il risultato di una gestione attenta ad un oculato contenimento
delle spese non ritenute essenziali.
In ogni caso, il decremento degli iscritti costituisce un sintomo
che non può essere sottovalutato, anzi questo ‘trend’ negativo
deve essere tempestivamente contrastato.
Il fattivo impegno che tutti gli associati vorranno assumere
per il reperimento di nuove adesioni consentirà
di continuare l’attività intrapresa con fiducia e tranquillità,
realizzando appieno gli obiettivi istituzionali.
Alla luce di quanto sopra esposto il Consiglio Direttivo sottopone
il progetto di rendiconto dell’Associazione all’esame
ed all’approvazione degli associati.
Roma 4 luglio 2017 IL CONSIGLIO DIRETTIVO
2 - RELAZIONE DEI REVISORI
I Revisori che nel corso dell’Esercizio hanno preso parte alle
riunioni del Consiglio Direttivo – hanno esaminato la Proposta
di Rendiconto 2016 approvata dal Consiglio stesso e constatato
che il documento presenta un avanzo di Esercizio di € 1.672,40.
Hanno verificato, inoltre, la corrispondenza tra le scritture
contabili, il conto corrente postale ed il bollettario delle ricevute,
la corretta impostazione dei ricavi e delle spese, la continuità
nel tempo dei criteri e dei metodi per la tenuta delle
scritture stesse.
Avendo riscontrato l’assoluta regolarità della situazione
rappresentata nei documenti esaminati, invitano i soci ad approvare
il Rendiconto.
Roma, 14 luglio 2017 I REVISORI
3 - STRALCIO DEL VERBALE DEL CONSIGLIO
DIRETTIVO DEL 4 LUGLIO 2017
Il Consiglio Direttivo approva la Proposta di Rendiconto relativo
all’anno 2016 e decide di indire, a norma dell’art.9 del
vigente Statuto, il Referendum per la sua approvazione da
parte degli associati. Il voto dovrà essere espresso in modo
palese dai soci maggiorenni in regola con il pagamento della
quota sociale 2017.
Le schede (che conterranno un apposito spazio per avanzare
proposte ed osservazioni), trasmesse agli aventi diritto, dovranno
essere restituite, utilizzando l’apposita busta preindirizzata,
entro 40 giorni dalla spedizione della Rivista recante
la pubblicazione del rendiconto.
4 - IL RENDICONTO ECONOMICOFINANZIARIO (Prospetto)
5-NOTE INTEGRATIVE E CHIARIMENTI AL RENDICONTO 2016
ENTRATE
1 - ISCRIZIONI: Sono le “quote d’ingresso” versate da sei nuovi soci. Cinque quote sono corrette (3 € ciascuna), una quota è
carente (2,50 €).
2 - QUOTE ASSOCIATIVE: 263 soci hanno versato l’importo previsto di 38,50 € (per un totale di 10.125,50 €); 8 soci hanno
corrisposto quote incomplete di vario importo (per un totale di 279,50 €).
3 - QUOTE ASSOCIATIVE DA ESERCIZIO PRECEDENTE: 1 quota anticipata nel 2015 di competenza 2016 (cfr. Rendiconto 2015)
è stata evidenziata separatamente.
4 - OFFERTE ATTIVE: oltre il cinquanta per cento dei soci ha versato una maggiore contribuzione rispetto all’ammontare della
quota annua.
USCITE
1 - RIVISTA E SPESE POSTALI: Spese di stampa e spedizione della Rivista trimestrale “Santini e Santità”.
L’ammontare della spesa è di € 8.196,12 (cioè: € 4.680,00 più € 3.516,12) riguarda per “competenza” tutti e 4 i numeri della
Rivista, anche se il pagamento di stampa e spedizione del quarto numero 2016 è stato effettuato nel 2017 (come indicato nelle
note 2 e 3 del Prospetto. Di conseguenza i relativi importi sono stati evidenziati nel dettaglio del “saldo finale” come “accertamenti
passivi”.
2 - ALTRE SPESE: Le ulteriori spese, analiticamente dettagliate, ammontanti complessivamente a € 1.685,73, sono quelle consuete
(cancelleria, postali, Tessera annuale, dominio (sito) AICIS, mostre, offerte).
In particolare, la voce “Offerte a Sacerdoti e Missioni” comprende quanto corrisposto per l’utilizzazione di una sala
presso la Chiesa di S.Maria in Campitelli a Roma per le riunioni sociali (170 €) e l’acquisto di 4 casule (paramenti
sacri con i 4 colori liturgici) donate per le Missioni dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio.
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SANTINI E DEVOZIONI
DUE SINGOLARI CORONE
di Maria-Teresa Bise Casella
Chiediamoci: solo la nostra corona
del rosario, quella che comporta la
meditazione dei tre misteri gaudiosi,
dolorosi e gloriosi, a cui se ne volle
aggiungere un quarto intitolato “della luce” (?!), ha avuto il
privilegio di una così ampia diffusione? E perché?
Otteniamone la risposta ricordando dapprima che i Romani
offrivano fiori e fiori in forma di corona ai loro cittadini che si
erano distinti per azioni gloriose o in riconoscenza
per i benefici da loro ricevuti.
E riconoscendo poi che anche oggi
si offrono fiori per omaggiare persone
care nei loro momenti felici (anniversari,
cerimonie) o tristi (decessi).
Ammettiamo
allora che la Chiesa stabilì di riconoscere
che Maria, madre di Gesù,
aveva diritto a uno stesso omaggio: a
Lei, inoltre, dispensatrice di divine grazie,
il diritto di ricevere fiori e fiori in
forma di corona e di corona di rose (Rosa
Mistica).
Per questo essa promosse la recitazione
della corona che è oggi la nostra,
la corona del rosario tanto viva nella tradizione
popolare. Ma proprio solo a
Maria aver concesso in omaggio una corona?
No, altri ne beneficiarono, ma in
contesti particolari, in forma diversa, in
ricordo di situazioni a loro proprie.
Due di questi beneficiati voglio qui
menzionare. Il primo me l’ha suggerito
un santino sul cui retto si legge una preghiera
a Maria affinché liberasse dal
purgatorio le anime gementi e aprisse
loro le porte del paradiso. E sul cui verso
si legge: “Rosario di requiem in suffragio dei defunti”, rosario
che novera non le 150 Ave Maria” da noi recitate, ma 150“Requiem aeternam” introdotti, come le nostre “Ave Maria”,
da un “Pater noster”, uno però ogni decina; rosario che si conclude
con la recitazione di un “De profundis” dopo il “Salve
regina”.
Felice omaggio e doveroso tributo ai defunti!
Sarà stata promossa questa devozione? Come sarebbe bello
e augurabile che lo fosse stata e che vivesse ancora oggi per
colmare il doloroso vuoto lasciato dai nostri cari defunti!
Una seconda corona forse del tutto ignorata è menzionata
negli scritti della clarissa Giovanna Maria della Croce Floriani
(1603-1673).
Nel quarto libro delle sue ‘Rivelazioni’ ella riferisce, il 26
luglio 1643, che in un’apparizione Sant’Anna le espresse il
suo compiacimento per una corona recitata in commemorazione
della sua gioia nell’essere stata eletta a diventare la
madre di Maria, una corona che auguro potesse essere recitata
da molti devoti a cui lei avrebbe promesso sicure
intercessioni.
Prima di descriverne la recitazione la beata
Giovanna (così fu ed è chiamata oggi la venerata clarissa)
precisa che Sant’Anna le aveva segnalato in una precedente
apparizione che Dio anticipò la nascita di Maria, tanto forte
era il suo desiderio di vedere nata la futura madre di suo figlio,
cioè che Dio non rispettò il solito tempo dei nove mesi di
attesa, ma lo ridusse a otto e cinque giorni.
Non ho rintracciato la fonte di questa curiosa dichiarazione.
La beata Giovanna precisa però che è proprio in memoria di
questo anomalo tempo di attesa che la recitazione della corona
di Sant’Anna, come lei la chiama, doveva durare otto
giorni. La santa gliela aveva infatti descritta così: il primo
giorno si doveva recitare 35 “Ave Maria” e gli altri sette 30 e
sempre si doveva commemorare il tempo in cui Maria era restata
nel seno materno e la gioia che aveva provato sua
madre non solo nell’averla partorita e allattata, ma unicamente
nell’essere stata sua madre. [1]
Ignoro se questa corona che avrebbe comportato 245 “Ave
Maria” (35 il primo giorno e 210 gli altri sette) fu soltanto rivelata
alla beata Giovanna, se fu da lei praticata, da lei promossa
o se, in assenza di una precisa indicazione di come recitarla,
non poté esserlo.
Mi limito perciò a evocarla.
Rileviamo comunque che la recita della corona è una devozione
ampiamente professata, prova ne sono anche queste
due corone poco note, quella di “requiem” e quella di Sant’Anna.
[1] Giovanna Maria della Croce “Rivelazioni”, SISMEL, edizioni
del Galluzzo, libro IV, cap.XVI, cc. 42-43. |
I SANTINI DI “LE CELLE” IN CORTONA
di Attilio Gardini
Il Monastero de “Le Celle” è uno
dei primi insediamenti francescani
scelto e voluto nel 1211
dallo stesso San Francesco, che vi
fece ritorno solo nel 1226 prima di
morire. Il Monastero è costruito all’interno
di una stretta valle alle
spalle di Cortona (AR), in posizione
elevata a cavallo di un torrente scosceso.
Le abitazioni dei frati e le
altre strutture di comunità sono disposti
a gradoni su entrambi i versanti
della valle. Si tratta di un posto
estremamente suggestivo incastonato
in un luogo che ne accentua
fortemente la spiritualità.
Fu qui nella località chiamata sin
da allora con il toponimo “Celle”,
alle falde del monte Sant’Egidio che
S. Francesco, frate Elia, il B. Guido, il
B. Vito dei Viti ed altri seguaci del
santo costruirono le prime nove celle.
Frate Elia, dopo la morte di Francesco,
si ritirò a Cortona nel 1239 e, terminato il progetto della
chiesa di San Francesco ad Assisi, per mandato del Papa Gregorio
IX, che aveva santificato Francesco un anno e mezzo
dopo la morte, apportò all’eremo notevoli restauri.
Il 30 settembre 1927 il Ministro della Pubblica Istruzione
ha dichiarato il convento e il bosco dei
lecci Monumento nazionale.
Attualmente
il luogo è abitato da una fraternità
di alcuni frati che continuano nel
tempo l’esperienza di preghiera ereditata
da San Francesco.
L’Oratorio di San Franceschino, (da
non confondere con il primitivo oratorio
all’interno dell’Eremo) è situato a
fianco il cancello di ingresso del santuario,
fu assegnata ai Cappuccini nel
1785 ed era già sede della Compagnia
di San Francesco.
É a navata unica e
all’interno conserva alle pareti delle
tele di recente fattura raffiguranti la
vita di San Francesco. Il Convento può
ospitare all’interno giovani in ricerca
vocazionale con l’impegno di partecipare
a tutta la vita della fraternità.
La vita quotidiana ruota attorno a
impegni di preparazione, intellettuale,
lavori di mantenimento dell’ambiente
che richiede non poca cura. apostolato
all’esterno, giardinaggio, coltivazione
dell’orto, produzione di icone, accoglienza
di quanti ricercano assistenza
sacerdotale, accoglienza di
ospiti bisognosi, ospitalità a persone
che vogliono condividere la vita di
preghiera con i frati.
Padre Natanaele Theuma è il rettore
del Santuario Ss.mo Crocifisso
del Soccorso. «In questi giorni -
spiega - sono stati numerosi i pellegrini
che sono giunti in questo luogo
di silenzio e di preghiera a meditare
sulla realtà della Croce.
Una realtà
che tocca la nostra esistenza non
solo nella sofferenza, ma in ogni suo
aspetto. Con la Croce Dio ha scelto di
farsi debole, ha portato una rivoluzione
nei nostri modi di pensare, di
agire, di relazionarci».
Pr. “Eremo Le Celle, CORTONA
AR”, R: “San Francesco d’Assisi
(1181 – 1226), Stampa fotografica,
con margine e angoli retti. Privo di
bordo, Icona scritta da fra Natanaele Theuma. V: Referenze e
didascalia in 5 lingue. “S. Francesco l’uomo del Vangelo”. Proprietà
artistica riservata. Opera contemporanea. Dimensioni:
150x105 vel (120x80) vel115x65 mm.
Il Convento di santa Chiara fu costruito per accogliere la
Comunità delle Suore Clarisse francescane
che si era stabilita a Cortona sin
dal 1225, vivente San Francesco, in un
romitorio in località Marignano, oggi
Contesse. Lo stile vasariano è ben riconoscibile
nella grande aula di ingresso
e nella chiesa che si trova a destra
della suddetta aula.
La chiesa è un
ambiente molto suggestivo. L’altare
maggiore che la divide in due parti è
uno scenario in legno scolpito e dorato
di Stefano Fabbrucci.
Pr. “Oratorio di San Franceschino,
CORTONA AR”, R: “San Francesco
d’Assisi (1181 – 1226), Stampa fotografica,
con margine e angoli retti.
Privo di bordo, Tempera su tavol di
Laura Bartolini: Referenze e didascalia
in 5 lingue. “S. Francesco celebra il
primo presepe a Greccio, Proprietà artistica
riservata. Opera contemporanea.Dimensioni:
150x105 vel (120x80) vel
115x65 mm.
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LETTERA APOSTOLICA “MARIOREM HAD DILECTIONEM”
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Papa Francesco, con il Motu proprio ‘Maiorem hac dilectionem’ sull’offerta della vita, amplia la strada per
la beatificazione nei confronti di quei cristiani che hanno offerto la loro vita senza essere martiri, introducendo
in questo modo una quarta via alle tre canoniche per arrivare alla beatificazione.
“Papa Francesco ha aperto la via alla beatificazione di quei fedeli che, spinti dalla carità, hanno offerto
eroicamente la propria vita per il prossimo accettando liberamente e volontariamente una morte certa e prematura
con l’intento di seguire Gesù: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita
per i fratelli”, sintetizza l’Osservatore Romano spiegando il succo della Lettera Apostolica del Papa.
“Il concetto classico di martirio - ricorda il quotidiano della Santa Sede - comprende: l’accettazione volontaria
della morte violenta per amore di Cristo, da parte della vittima; l’odium del persecutore per la fede,
o per un’altra virtù cristiana; la mitezza e il perdono della vittima che imita l’esempio di Gesù, il quale sulla
croce invocò la misericordia del Padre per i suoi uccisori.
La via delle virtù eroiche, esercitate ‘speditamente, prontamente, piacevolmente e sopra il comune
modo di agire, per un fine soprannaturale’ (Benedetto XIV) e per un congruo periodo di
tempo, ossia fino a farle diventare un modo abituale di essere e di agire conforme al Vangelo”.
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LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI «MOTU PROPRIO»
DEL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO
“MAIOREM HAC DILECTIONEM” SULL’OFFERTA DELLA VITA (11.07.2017) |
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua
vita per i propri amici” (Gv 15, 13).
Sono degni di speciale considerazione ed onore quei cristiani
che, seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del
Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la
vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo
proposito.
È certo che l’eroica offerta della vita, suggerita
e sostenuta dalla carità, esprime una vera, piena ed esemplare
imitazione di Cristo e, pertanto, è meritevole di quella
ammirazione che la comunità dei fedeli è solita riservare a
coloro che volontariamente hanno accettato il martirio di sangue
o hanno esercitato in grado eroico le virtù cristiane.
Con
il conforto del parere favorevole espresso dalla Congregazione
delle Cause dei Santi, che nella Sessione Plenaria del 27 settembre
2016 ha attentamente studiato se questi cristiani meritino
la beatificazione, stabilisco che siano osservate le norme
seguenti:
Art. 1 - L’offerta della vita è una nuova fattispecie dell’iter di
beatificazione e canonizzazione, distinta dalle fattispecie suldelle virtù.
Art. 2 - L’offerta della vita, affinché sia valida ed efficace per
la beatificazione di un Servo di Dio, deve
a) offerta libera e volontaria della vita ed eroica accettazione
propter caritatem di una morte certa e a breve t
b) nesso tra l’offerta della vita e la morte prematur
c) esercizio, almeno in grado ordinario, delle virtù cristiane
prima dell’offerta della vita e, poi, fino alla morte;
d) esistenza della fama di santità e di segni, almeno dopo
la morte;
e) necessità del miracolo per la beatificazione, avvenuto
dopo la morte del Servo di Dio e per sua
intercessione.
Art. 3 - La celebrazione dell’Inchiesta diocesana o eparchiale
e la relativa Positio sono regolate dalla Costituzione apostolica
Divinus perfectionis Magister del 25 gennaio 1983,
in Acta Apostolicae Sedis Vol. LXXV (1983, 349-355), e
dalle Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis
facendis in Causis Sanctorum del 7 febbraio dello stesso anno,
in Acta Apostolicae Sedis Vol. LXXV (1983, 396-
Art. 4 - La Positio sull’offerta della vita deve rispondere al dubium:
An constet de heroica oblatione vitae usque ad mortem
propter caritatem necnon de virtutibus christianis, saltem in
gradu ordinario, in casu et ad effectum de quo agitur.
Art. 5 - Gli articoli seguenti della citata Costituzione Apostolica
sono così modificati:
Art. 1: “Ai Vescovi diocesani, agli Eparchi e a quanti ad essi
sono equiparati dal diritto, nell’ambito della loro giurisdizione,
sia d’ufficio, sia ad istanza dei singoli fedeli o di legittime
associazioni e dei loro rappresentanti, compete il diritto
di investigare circa la vita, le virtù, l’offerta della vita o il martirio
e la fama di santità, di offerta della vita o di martirio, sui
presunti miracoli, ed eventualmente, sul culto antico del Servo
di Dio, di cui si chiede la canonizzazione”.
Art. 2,5: “L’Inchiesta sui presunti miracoli si faccia separatamente
da quella sulle virtù, sull’offerta della vita o sul martirio”.
Art. 7,1: “studiare le cause loro affidate con i collaboratori
esterni e preparare le Positiones sulle virtù, sull’offerta
della vita o sul martirio”.
Art. 13,2: “Se il Congresso giudicherà che la causa è stata
istruita secondo le norme di legge, stabilirà di affidarla a uno
dei Relatori; il Relatore, a sua volta, aiutato da un collaboratore
esterno, farà la Positio sulle virtù, sull’offerta della vita o
sul martirio, secondo le regole della critica agiografica”.
Art. 6 - Gli articoli seguenti delle citate Normae servandae in
inquisitionibus ab Episcopis facendis in Causis
Sanctorum sono così modificati:
Art. 7: “La causa può essere recente o antica; è detta recente,
se il martirio, le virtù o l’offerta della vita del Servo di Dio possono
essere provati attraverso le deposizioni orali di testimoni
oculari; è detta antica quando le prove relative al martirio o
le virtù possono essere desunte soltanto da fonti scritte”.
Art. 10,1°: “nelle cause sia recenti che antiche, una biografia
di un certo valore storico sul Servo di Dio, se esiste, o, in mancanza
di questa, un’accurata relazione cronologica sulla vita
e le attività del Servo di Dio, sulle virtù o sull’offerta della
vita o sul martirio, sulla fama di santità e di miracoli, senza
omettere ciò che pare contrario o meno favorevole alla causa
stessa”.
Art. 10,3°: “solo nelle cause recenti, un elenco delle persone
che possono contribuire a esplorare la verità sulle virtù o sull’offerta
della vitao sul martirio del Servo di Dio, come pure
sulla fama di santità e di miracoli, oppure impugnarla”.
Art. 15,a: “Ricevuta la relazione, il Vescovo consegni al promotore
di giustizia o ad un altro esperto tutto ciò che è stato
acquisito fino a quel momento, affinché possa preparare gli
interrogatori utili ad indagare e mettere in luce la verità circa
la vita, le virtù, l’offerta della vita o il martirio, la fama di santità,
di offerta della vita o di martirio del Servo di Dio”.
Art. 15,b: “Nelle cause antiche gli interrogatori riguardino
soltanto la fama di santità, di offerta della vita o di martirio
ancora presente e, se è il caso, il culto reso al Servo di Dio in
tempi più recenti”.
Art. 19: “A provare il martirio, l’esercizio delle virtù o l’offerta
della vita e la fama dei miracoli di un Servo di Dio che sia appartenuto
a qualche istituto di vita consacrata, i testimoni presentati
devono essere, in parte notevole, estranei; a meno che
ciò sia impossibile, a motivo della particolare vita del Servo
di Dio”.
Art. 32: “L’inchiesta sui miracoli dev’essere istruita separatamente
dall’inchiesta sulle virtù o sull’offerta della vita o sul
martirio e si svolga secondo le norme che seguono”.
Art. 36: “Sono proibite nelle chiese le celebrazioni di qualunque
genere o i panegirici sui Servi di Dio, la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame. Ma anche fuori della
chiesa bisogna astenersi da quegli atti che potrebbero indurre
i fedeli a ritenere a torto che l’inchiesta, fatta dal vescovo sulla
vita e sulle virtù, sul martirio o sull’offerta della vita del Servo
di Dio, comporti la certezza della futura canonizzazione dello
stesso Servo di Dio”.
Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera Apostolica in
forma diMotu proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue
parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di
particolare menzione, e stabilisco che venga promulgato mediante
la pubblicazione sul quotidiano “L’Osservatore Romano”,
entrando in vigore il giorno stesso della promulgazione
e che, successivamente, sia inserito in Acta Apostolicae
Sedis.
Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 11 luglio, quinto del
Nostro Pontificato.
FRANCESCO
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L’aspetto fiabesco nelle immaginette sacre
GESÙ BAMBINO
di Orietta Palmucci
Non c’è, credo, festa religiosa che evochi
in noi ricordi più dolci e cari del Natale.
La storia della nascita di Gesù ha davvero
l’incanto di una fiaba ed è appunto
quest’atmosfera magica che l’uomo ha
sempre cercato di riprodurre: nel presepio come bei Bambinelli
di cera riccamente vestiti, nelle cartoline come nelle immaginette
sacre o nelle letterine di Natale. I santini che ho
scelto per le illustrazioni vanno all’incirca
dal 1850 al 1940 ed è interessante
seguire la tecnica usata
nelle varie epoche per rendere al
meglio la divina bellezza e l’amore
di Gesù Bambino.
Nel 1800 si usava ancora, specie
nei conventi, creare dei manufatti:
vere e proprie opere d’arte e d’infinita
pazienza. Si intagliava la carta
ad imitazione di un pizzo e su di
esso si applicava un’immagine
sacra, spesso un Bambinello dall’aureola
in stagnola e dal vestitino o portainfante ornato con perline
o altre decorazioni.
La bellezza del vestitino e la ricercatezza dell’intaglio
sono un omaggio alla divinità del piccolo Gesù, che, come
tutti i bambini, ci sorride teneramente col suo vestito paffuto,
anche se dai lineamenti sembra più grande di un neonato.
Ognuna di queste immagini si può dire un pezzo veramente
unico ed io, pensando a come sia miracolosamente giunta intatta
fino a noi, cerco di immaginare
la persona che l’ha realizzata, la sua
scatola di ritagli di stoffa e paillettes,
le forbicine per l’intaglio, ecc.
Sul retro del manufatto non c’è
alcuna preghiera stampata, quindi il
messaggio d’amore di Gesù Bambinoè tutto affidato alla bellezza di
un’immagine, a quella suggestiva e
irrepetibile bellezza che tocca
anche oggi i nostri cuori.
Con il passare del
tempo i manufatti divennero sempre più rari, ma si stamparono dei bei santini dal
fondo traforato a merletto con una delicata siderografia al
centro, spesso acquarellata a mano.
Tale immagine venne poi
stampata in cromolitografia, mentre più appariscente divenne
la cornice merlettata, con motivi sovraimpressi in oro.
0Nell’800 il merletto in carta era assai ricercato anche
nella vita quotidiana, ad esempio come ornamento per il caminetto
o per confezionare dolci.
Lo stesso Hans Christian Andersen
(1805-1875) si divertiva ad intagliare nella carta i personaggi
delle sue favole, così come Lunella, una bimba nata
dalla fantasia di Gabriele D’Annunzio (1863-1938) e soprannominata“forbicicchia”.
Oggi purtroppo la fretta soffoca la fantasia, in Italia solo i
bambini si divertono ancora a ritagliare tovagliette d’argento
con l’involucro di alcune sigarette, o candidi cristalli di neve.
Un secolo fa la gente aveva più tempo per parlare, ascoltare,
immaginare.
Il periodo dell’Avvento non era scandito dai ritmi frenetici
dello ‘shopping’, ma vissuto intimamente con fede e poesia.
Molte immaginette erano dedicate alla parte che ciascuno
doveva interpretare “alla corte del Re Gesù” nei quindici
giorni che precedono la Sua nascita. Ogni giorno era dedicato
a un personaggio o ad un oggetto ed alla relativa virtù da
esercitare.
Queste erano le parti: gli Angeli, i pastori che si recano a
Betlemme, la stalla, la paglia, la mangiatoia, i doni dei pastori,
il bue, l’asino, la Santa vergine, la stella cometa, i tre
Re Magi, la mirra, l’incenso, l’oro, San Giuseppe.
Altri santini insegnavano come preparare nel cuore il corredino
a Gesù: a seconda dei pezzi (le fasce, la camiciola, ecc.)
veniva indicata una buona azione da compiere. Certo il piccolo
Gesù era atteso con gioia anche perché, non essendo ancora
conosciuto Babbo Natale, era Lui a portare i regali a tutti
i bambini buoni e a leggere le loro letterine, come testimoniano
antiche immaginette piene di poesia.
Agli inizi del ‘900 un vento di nuova e squisita bellezza
investì anche il mondo delle immaginette in cromolito: è il
trionfo del Liberty con i suoi inconfondibili motivi floreali, le
eleganti sagomature, gli sfondi dorati o dai colori accesi…
E ancor più fiabeschi divennero i santini negli anni ’30,
quando a disegnarli furono celebri illustratori di libri o cartoline
quali Marina Battigelli (1896-1979) o Giovanni Meschini
(1888-1977).
Dalle riviste di moda, soprattutto francesi, una nuova tecnica
si era imposta nella grafica europea: il “pochoir”, cioè la
coloritura a mano mediante stampini ritagliati all’interno. Nel
suo laboratorio “Ars Nova” G.Meschini rimase l’ultimo e il più
proficuo artista ad usare questa tecnica, apprezzato sia in
Francia, per la quale produsse appositi esemplari, sia in America,
dove lo stesso Walt Disney (1901-1966), nella colorazione
dei fotogrammi di Cenerentola, venne influenzato dal suo
stile.
Madonne e Bambinelli dolcissimi, sullo sfondo di luminose
fioriture, sono messi in risalto dalle tinte pure e brillanti
degli abiti o dei cieli notturni.
Nello stesso periodo l’editore Muller pubblicava libri per
bambini, cartoline e immaginette, che vengono ancora oggi
ristampati, illustrati da Ida Bohatta (1900-1992) [IBM] (Foto:
Fuga in Egitto della Sacra Famiglia). Il suo è il mondo ingenuo
e meraviglioso dei piccoli, dove tutto si anima, dalla bambola
al fiocco di neve, alla stellina, è un mondo popolato da fate e
angioletti, dove ogni scena è disegnata con la massima cura
del particolare ed ha le calde tonalità dei colori pastello.
Anche se nel mondo dei collezionisti queste immagini sono
poco ricercate, a me sono particolarmente care perché guardandole
viene voglia di entrarci dentro; ed è questo, credo, lo
scopo principale di qualsiasi immagine natalizia o di un presepio:
il trasmettere con amore, immediatezza e poesia tutto
l’incanto e la gioia che si prova stando vicini a Gesù.
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S. Gaetano Thiene nel QuintoCent.rio dell’incontro con il Divino Infante
IL CULTO NELLA DEVOZIONE DEI SANTINI
Il Santo e gli altri
di Vincenza Musardo Talò
Pur se rari, non è difficile accostare alcuni santini che
effigiano San Gaetano in compagnia di altri santi e
beati, come la venerabile Orsola Benincasa (1547-1618), fondatrice
delle Oblate e delle Romite teatine, ambedue coinvolti
nella visione della Vergine col Bambino, o con altri fondatori
dei nuovi Ordini della Riforma e del suo stesso Ordine, in specie
Sant’Andrea Avellino (1521-1608) e il Beato Giovanni Marinoni
(1490-1562).
Rari sono i santini che lo mostrano anche con i Santi
dell’Ordine Serafico, Sant’Antonio e San Francesco soprattutto.
Tanto, perché il suo tempo e nel seguito anche i suoi
devoti lo hanno tenuto come il San Francesco dell’età moderna;
e se è pur vero che egli non ebbe il dono materiale
delle stimmate, tuttavia, portò impresse nel cuore tutte le
sante piaghe del Crocifisso.
Ad accomunarlo all’Assisiate fu
anche il suo radicale legame a Madonna Povertà, che lo
portò a ricercare la povertà nella povertà; proverbiali sono
alcuni suoi atteggiamenti estremi, come il proibire ai confratelli
di elemosinare o accettare per il convento quanto potesse
blandire o delegittimare il rigore della regolare osservanza
di questo voto religioso.
Nel chiudere questo excursus tematico dei santini, non
sfugge, invece, il silenzio iconografico o il tiepido interesse
circa il suo instancabile operare fra i poveri, gli orfani, i carcerati,
gli incurabili o la lotta contro l’eresia e il decadimento
del clero, anche se proprio in tutto questo San Gaetano si
spese intensamente, soprattutto negli anni napoletani (1533-
1547), fino ad alienare le sue povere energie fisiche, potenziate
all’inverosimile solo dal fuoco della carità apostolica.
Rifiutò
la contemplazione solitaria e il silenzio dell’eremo, che
avrebbero nociuto ai suoi progetti di riforma integrale del sociale;
una riforma che volle attuare dalla base, andando alla
ricerca di più anime possibili da guadagnare salvezza. E comunque,
era il suo cuore, con la sua intima e perenne preghiera,
il tempio più bello per la contemplazione costante dell’ineffabile.
Questo suo attivismo, speso nelle chiese, all’altare e sul
pulpito, come nelle piazze e per le strade, nei lazzaretti e negli
ospedali, alle grate delle clausure e nei conventi, nei tuguri e
nei luoghi di perdizione, non trova spazio nell’iconografia popolare,
forse perché difettosa difettò la divulgazione di tale e
tanto apostolato.
Più che i santini, saranno i dipinti e soprattutto i disegni a
incisione a connotare questi ultimi aspetti del suo apostolico
agito. E poiché l’attenzione di questa ricerca è volta soprattutto
a indagare fondamentalmente la fortuna iconografica
del Santo e il Bambinello nei santini, vale la pena rimarcare
che tale scelta si legittima e si giustifica nel fatto che la pietà
popolare costantemente ha mostrato di prediligere e ricercare
simile tipologia figurativa, che inneggia a San Gaetano come
il Santo dei miracoli e della provvidenza, senza mai disgiungerlo
dal divino Infante, il Dio-Bambino, che niente può negare
a quanti lo invocano tramite il patrocinio potente di Gaetano,
il santo a cui si offrì, facendogli il dono di averlo tra le
braccia, nel prodigio del Natale del 1517.
E’ dunque questa la ricca famiglia di santini che con la
sua massiccia produzione attesta l’itinerario storico meglio
documentato del suo culto e il legame filiale con suoi devoti. (continua)
[Fonte: Estratto da “Regnum Dei – Collectanea
Theatina” – Anno LXVIII (2012) pagg.143-146]
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CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI
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7 LUGLIO 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 7 luglio 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza S.E. Rev.ma il Signor
Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Nel corso dell’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare
i seguenti decreti riguardanti:
3 NUOVI CANDIDATI ALLA
BEATIFICAZIONE
1-Il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile
Serva di Dio Anna Chrzanowska, laica, per la quale
verrà quanto prima stabilita la data della cerimonia di
beatificazione.
1 - ANNA CHRZANOWSKA (1902-1973)
Hanna Helena Chrzanowska,
nasce a Varsavia in Polonia il 7 ottobre
1902, da famiglia in parte cattolica, in
parte protestante. Durante la rivoluzione
russa si prende cura dei soldati
feriti e comprese che quella doveva
essere la sua missione: nel 1929 inizia
gli studi da infermiera, approfonditi in
Francia e al seguito della Croce Rossa
americana.
Nel 1937 contribuisce a
fondare l’associazione delle infermiere
cattoliche polacche.
Nel corso della seconda guerra mondiale organizza un servizio
infermieristico a domicilio e aiuta in vario modo i rifugiati.
Terminato il conflitto, si occupa di una casa di cura dove,
oltre alle questioni amministrative, segue personalmente gli
ospiti, a fianco delle allieve infermiere.
Malata di cancro,
muore il 29 aprile 1973 a Cracovia.
(Fonte: www.santiebeati.it)
2 - Il Martirio dei seguenti servi di Dio uccisi in odio alla
Fede, beatificati il giorno 8 settembre 2017 da Papa
Francesco a Villavicencio in Colombia.
2 - Beato JESUS EMILIO JARAMILLO MONSALVE (1916-1989)
Jesús Emilio Jaramillo Monsalve,
nasce il 16 febbraio 1916
a Santo Domingo, nella provincia
di Antioquia e in diocesi di
Medellin. Entra nel 1929 nel Seminario
dell’Istituto delle Missioni
Estere di Yarumal. Il 1° settembre
1940 è ordinato
sacerdote; si dedica a lungo
all’insegnamento, prima ai novizi
del suo Istituto, poi nel Collegio
Ferrini di Medellin.
L’11 novembre 1970 è nominato
Vicario Apostolico di
Arauca e il 10 gennaio 1971 è ordinato vescovo, ma
compie la presa di possesso il 21 settembre 1984.
La sua preoccupazione più grande è di affermare
l’autenticità del Vangelo. Crea delle istituzioni proprio
per i contadini e per gli indios, oltre a dare vita ad un ospedale.
Mons. Jaramillo è calunniato in diverse occasioni, e si
cerca di screditarlo proprio per il lavoro e le attività che fa sia
a livello sociale che a livello umano.
Prende pubblicamente posizione contro la guerriglia portata
avanti dall’Esercito di Liberazione Nazionale, d’impronta
comunista: per questo motivo, il 2 ottobre 1989, viene sequestrato
insieme a un seminarista, alla propria segretaria e a tre
sacerdoti; sono poi tutti rilasciati, tranne lui e padre Helmer
Muñoz. I due prigionieri vengono separati e al prete viene
detto di tornare sul posto l’indomani mattina.
Quando si ripresenta, trova il cadavere di Jaramillo con
diverse ferite da arma da fuoco e senza la croce e l’anello episcopale.
Monsignor Jaramillo è stato beatificato l’8 settembre
2017 a Villavicencio, da Papa Francesco, durante il viaggio
apostolico in Colombia. La sua memoria liturgica è fissata al
3 ottobre, giorno della sua nascita al Cielo.
3 - Beato PIETRO MARIA RAMIREZ RAMOS (1899-1948)
Pedro María nasce il 23 ottobre 1899 in Columbia, a La Plata
presso Huila. E’ ordinato sacerdote
nel 1931. Riceve il mandato
di parroco di Chaparral, poi di
Cunday e poi di Fresno. E’ parroco
di Armero-Tolima nel 1948
quando viene ucciso Jorge Eliecer
Gaitán, candidato del partito liberale
alle elezioni presidenziali.
Un’ondata di violenza esplode in
tutta la Colombia e lo stesso
padre Pedro ne fa le spese: circola,
infatti, la voce che sia dalla parte dei conservatori, come
tutti gli esponenti della Chiesa cattolica.
Messo in salvo dalle suore Mercedarie Eucaristiche, decide
volontariamente di non mettersi in salvo nottetempo. Dopo
che un folto grup po di sostenitori liberali di Armero-Tolima
profana la chiesa e il convento delle suore, la folla inizia a
gridare di consegnare il sacerdote poiché ritenuto «un conservatore
fanatico e pericoloso»: le religiose sono fuggite e lui,
rimasto solo, viene trascinato fuori, linciato e accoltellato a
colpi di machete.
È il 10 aprile 1948 ed ha 68 anni. Poco prima aveva
scritto il suo testamento spirituale, nel quale dichiara di
voler versare il suo sangue per il popolo di Armero. Padre
Pietro Maria è stato beatificato da papa Francesco l’8 settembre
2017 a Villavicencio, durante il viaggio apostolico in
Colombia.
La sua memoria liturgica è fissata al 24 ottobre, giorno del
suo Battesimo al Cielo.
B - CINQUE NUOVI VENERABILI
Sono stati promulgati 5 decreti riguardanti l’eroicità
delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto,
acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Ven. Servo di Dio ISMAELE PERDOMO (1872-1950)
Pedro Ismael nasce in Colombia, a Gigante
(Huila) il 22 febbraio 1872. Entra nel
seminario di Bogotà nel 1889. Dal 1895 studia
teologia presso il Pio Collegio Latinoamericano
di Roma laureandosi nel 1897. E’
ordinato sacerdote il 19.12.1896. Torna a
Neiva nel 1899. E’ vice cancelliere del Seminario
di Garzón (Huila), quindi cancelliere della diocesi di
Tolima.
Nel 1903 è nominato vescovo di Ibagué. Dal 1908 al
1919 è Segretario della Conferenza episcopale a Bogotá e vescovo
ausiliare con diritto di successione di Mons.Bernardo
Herrera Restrepo, Arcivescovo di Bogotá. Con la morte di questi,
il 2.1.1928, Mons. Perdomo diviene Primate di Colombia.
Nonostante le forti tensioni politiche e sociali del tempo, svolge
un lavoro pastorale il cui scopo è rafforzare la fede, aumentare
la cultura religiosa, promuovere i valori cristiani, la cura dei
più poveri e la riconciliazione degli animi divisi. Intraprende
la costruzione del Seminario Maggiore e fonda la Scuola Apostolica
di San Benito Sibate.
A causa dei disordini del 9.4.1948,
il Palazzo Arcivescovile, la Curia, sono saccheggiati e distrutti.
Con sentimenti di rassegnazione eroica, mostra grande fiducia
in Dio; perdona i suoi nemici e persecutori, e si spegne nella
pace del Signore il 3 giugno 1950.
2 - Ven. Servo di Dio LUIGI KOSIBA (1855-1939)
Luigi nasce il 29 giugno 1855 a Libusza,
diocesi di Tarnów (Polonia), da poveri genitori
contadini, ma ferventi cristiani. Dopo
aver appreso il mestiere di calzolaio, nel
1878 entra tra i Frati Minori di Jaroslaw.
Trasferito per il noviziato a Wieliczka, attuale
Provincia di Santa Maria degli Angeli
di Polonia, vi trascorre tutta la sua vita nelle umili mansioni
di calzolaio, ortolano, infermiere e incaricato dell’accoglienza
dei poveri. M
M
a Fratel Luigi si santifica soprattutto esercitando
in continuità il delicato incarico di questuante. Nel passare di
porta in porta, edifica tutti con la sua umiltà e la sua francescana
letizia. Annuncia la parola del Vangelo, istruisce nella
verità della fede, distribuisce la buona stampa, rincuora gli
ammalati, allieta i bambini. Circondato da vasta fama di santità
muore a Wieliczka (Polonia) il 4 gennaio 1939, di ritorno
dall’ultimo giro di questua.
3 - Ven. Serva di Dio PAOLA DI GESÙ GIL CANO (1849-1913)
Paola nasce a Vera (Spagna) il 2 febbraio
1849. Nel 1880 fonda in Murcia la Congregazione
delle Suore Francescane della Purissima
Concezione. E’ una donna semplice, povera
di risorse umane, debole nel fisico, ma
forte nello spirito e ricca di straordinaria carità.
Attraverso l’istituzione di molteplici
opere assistenziali sa comunicare alle sue figlie spirituali la
passione per Cristo povero e per i suoi poveri. Sostenuta dalla
preghiera, sempre serena, mite, prudente, ancorata in Dio, si
definisce “povera e ed umile figlia di San Francesco d’Assisi”
e considera l’Istituto da lei fondato, un “piccolo gregge francescano”.
Nel 1912, esautorata dal governo dell’Istituto, è
emarginata per la malattia e l’incomprensione, ma tutto perdona
con eroica carità. Muore a Murcia il 18 gennaio 1913.
4 - Ven- Serva di Dio MARIA ELISABETTA
MAZZA (1886-1950)
Maria Elisabetta nasce a Martinengo
(BG) il 21 gennaio 1886. Nel 1904 aderisce
al Terz’Ordine di San Francesco d’Assisi. A
partire dal 1911 è insegnante elementare
nella scuola pubblica. Nell’ambito dell’educazione
dei ragazzi e nella relazione con le
loro famiglie, agisce per diffondere la parola
di Dio e i princìpi della morale cattolica.
A
tal fine fonda una nuova istituzione religiosa che chiama Piccole
Apostole della Scuola Cristiana, i cui membri esercitano
come vocazione propria l’opera di misericordia dell’insegnamento,
ma inseriti nell’attività della scuola pubblica. La Serva
di Dio ha particolare attenzione agli alunni delle famiglie più
povere, a quelli bisognosi di sostegno e a quelli con difficoltà
psico-fisiche. Maria Elisabetta Mazza muore a Bergamo il 29
agosto 1950.
5 - Ven. Serva di Dio MARIA CROCIFISSA
DELL’AMORE DIVINO (1892-1973)
Maria Gargani nasce a Morra De Sanctis
(Avellino) il 23 dicembre 1892, da una influente
famiglia del luogo. Riceve l’istruzione
primaria in famiglia poi ad Avellino, ospite di
uno zio, conseguendo il diploma magistrale
nel 1913. La sua carriera di maestra si svolge
a S. Marco la Catola (1913-1928), a Volturara
Appula (FG) (1928-1945) ed a Napoli, dal
1946 all’età della pensione.
Nel 1915 viene presentata a
Padre Pio che l’accoglie tra le sue figlie spirituali e che la incoraggia
a fondare una nuova congregazione. Il 21.4.1936 a
Volturara Appula, Mons.Giuseppe Di Girolamo insedia personalmente
la nuova comunità le “Apostole del Sacro Cuore”.
Maria pronuncia i voti con il nome di Maria Crocifissa dell’Amore
Divino. Tra il 1936 e il 1944, definisce gli scopi della
Fondazione: apostolato parrocchiale, istruzione catechistica,
diffusione della buona stampa, istituzione di scuole materne
per i bambini e professionali per le ragazze, doposcuola. Nel
1945 trasferisce la sede della Congregazione a Napoli per favorire
le vocazioni e e questa diviene di diritto diocesano; il
12 marzo 1963 diviene di diritto pontificio con fondazioni di
case nel centro-sud Italia e in Africa.
Tutto ciò non distoglie
la fondatrice dalla contemplazione del S.Cuore di Gesù e delle
sue misericordie, raggiungendo un alto grado di perfezione
in un costante impegno quotidiano.
Mistica della Croce, trasmette
alle sue figlie questi insegnamenti (lett. circ. n. 33/
marzo 1948) “… Sappiamoci immolare per la gloria di Dio,
affrontando i disagi, compiendo ogni sacrificio, adattandoci
in quei posti disagiati, dove saremo chiamate
per andare in aiuto di anime emarginate”.
Muore a Napoli il 23 maggio 1973.
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Cerimonie di Beatificazione e Canonizzazione |
Mese di Ottobre
1 - Venerabile Servo di Dio ARSENIO DA TRIGOLO. La cerimonia di Beatificazione avverrà il 7 ottobre 2017 nel
Duomo di Milano (Italia) presieduta dal cardinale Angelo Amato.
2 - Beati ANDREA DE SOVERAL; AMBROGIO FRANCESCO FERRO; MATTEO MOREIRA e 27 COMPAGNI; CRISTOFORO,
ANTONIO e GIOVANNI; FAUSTINO MIGUEZ; ANGELO DA ACRI. La cerimonia di Canonizzazione avverrà il 15 ottobre 2017 in Piazza San Pietro a Roma (Italia) presieduta da Papa Francesco.
3 - Venerabili Servi di Dio MATEU CASALS MAS, TEOFILO CASAJUS ALDUAN, FERRAN SAPERAS ALUJA e 106
COMPAGNI. La cerimonia di Beatificazione avverrà il 21 ottobre 2017 nella Cattedrale della Sacra Famiglia
a Barcellona (Spagna), presieduta dal cardinale Angelo Amato.
4 -Venerabile Servo di Dio GIOVANNI SCHIAVO. La cerimonia di Beatificazione è prevista per il 28 ottobre 2017 nel
Pavilhões da Festa da Uva, Caxias do Sul (Brazil) presieduta dal cardinale Angelo Amato.
Mese di Novembre
1 - Venerabile Servo di Dio RANI MARIA VATTALIL La cerimonia di Beatificazione è prevista per il 4 novembre 2017 al
Saint Paul Institute of Professional Studies, Indore (India), e sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato
2 - Venerabili Servi di Dio VINCENZO QUERALT LLORET e 20 COMPAGNI e GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ
SANCHEZ e 38 COMPAGNI. La cerimonia di Beatificazione è prevista per l’11 novembre 2017 nel Palazzo
Vistalegre Arena, Carabanchel, Madrid (Spagna)) e sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato.
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NOTIZIE DAL MONDO
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1937 - 27 SETTEMBRE - 2017: 80° ANN.RIO DELLA PRIMA
STAMPA DELLE IMMAGINI DI GESÙ MISERICORDIOSO.
ll 27 settembre 2017 è stata la ricorrenza dell’80° anniversario da quando nella
stamperia di J. Cebulski a Cracovia in via ul. Szewska 22 furono stampate, in
presenza di Suor Faustina, le prime immagini nel mondo di Gesù Misericordioso
con la scritta: “Gesù confido in Te”.
Oggi “Gesù Misericordioso” è il santino e l’immagine sacra tra i più diffusi
nel mondo. Per commemorare questo evento, con un’apposita cerimonia, sulla
casa dove si trovava la stamperia è stata posta una targa commemorativa, disegnata
ed eseguita dallo scultore Piotr Idzi.
In tale occasione, il metropolita
di Cracovia, mons Marek J draszewski, ha svelato e benedetto la targa commemorativa
pronunciando un breve discorso. L’Arcivescovo ha sottolineato che la cerimonia è una delle tappe della proclamazione
della verità sulla Misericordia Divina che cominciò con la stampa delle immaginette di Gesù Misericordioso.
Ha ricordato
che il 28 settembre per le strade di molte città della Polonia e del mondo i fedeli pregavano, soprattutto nelle intenzioni che il
Papa Francesco aveva indicato per quest’anno. “Preghiamo per la pace nel mondo, specialmente in Medio Oriente, ma anche
per la pace nei nostri cuori”.
1927 - 5 NOVEMBRE - 2017: 90° ANN.RIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
A SAMBUCHETO DI MONTECASSIANO (MC)
ll socio Giovanni Bordi ha trasmesso per tutti i soci l’unita immaginetta di Santa Teresa del Bambino
Gesù, riproduzione di un santino (Biglietto pasquale dell’Anno 1929) stampato nel 1929 dall’allora parroco
della Chiesa di Sambucheto, Don Pietro Medici, in onore della Santa Patrona della Parrocchia (diocesi di
Macerata-Tolentino-Recanati-Treia).
La stampa del santino è stata offerta dal parrocchiano Enrico Marconi
per contribuire alle celebrazioni del 90° di costruzione della Chiesa parrocchiale di Sambucheto. L’amministrazione
comunale ha supportato i festeggiamenti che sono stati arricchiti con il 50° di sacerdozio dell’attuale
parroco Don Quinto Farabolini. Sambucheto nasce nel 1886 con l’insediamento di case rurali in
un territorio a carattere agricolo.
Solo nel 1927 inizia il cantiere per costruire la Chiesa che viene consacrata
il 5 novembre 1927 e dedicata a Santa Teresa di Lisieux che nel 1887 aveva attraversato Sambucheto nel
suo viaggio da Loreto a Roma; infatti la cittadina è attraversata dalla Via Lauretana, il percorso dei pellegrini
dal Santuario della Madonna di Loreto e Roma.
Il prossimo 5 novembre 2017 la Chiesa compie il 90° anniversario
della sua consacrazione, proprio in un periodo di cambiamenti sociali e religiosi quale la recente ufficiale incorporazione con
la chiesa di Montecassiano.
Ogni anno il primo ottobre Sambucheto festeggia la sua patrona, che come cita una epigrafe nell’abside,
continua con la sua intercessione a “far cadere dal cielo una pioggia di rose”. (Giovanni Bordi)
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MOSTRE DI SANTINI
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PALERMO, 3-9 luglio 2017
Mostra di santini “LE IMMAGINETTE DEVOZIONALI”
Per la festività di Maria Ss. del Carmelo, la parrocchia Santuario
dei Decollati a Palermo ha inaugurato lo scorso 3 luglio una mostra significativa
di santini d’epoca e moderni.
L’iniziativa è stata curata da
Elio e Francesca Clausi ed è rimasta aperta al pubblico fino al pomeriggio
del 9 luglio.
Questa esposizione nasce dall’antica passione dei
coniugi Elio e Francesca Clausi che, fin dalla giovane età, hanno collezionato
con amore e devozione queste piccole e preziose immagini
sacre. I “Santini”, nati tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400 raffigurano
immagini di Gesù, di Maria e di Santi e Beati, ma possono riportare
anche preghiere, brevi testi sulla vita dei Santi, consigli edificanti, richieste
di grazie e protezione o ancora espressioni di augurio, di ricordo, di dedica oppure semplicemente una firma o una
data.
Nati inizialmente come piccoli oggetti di devozione, nel corso dei secoli, le immagini sacre cominciano a essere usate
anche per altre finalità: per commemorare una ricorrenza, per allietare un anniversario, per annunciare un evento, per augurare
gioie e benedizioni.
La collezione dei signori Clausi raccoglie Santini che vanno dall’ ‘800 fino ai giorni nostri, realizzati con
tecniche artistiche differenti, monocrome o policrome, provenienti sia dalla locale tradizione siciliana, che italiana ed europea,
raccolte personalmente in occasione di visite e viaggi o scambiate con altri appassionati collezionisti. Sono esposte alcune tra
le più preziose immagini sacre della collezione. In particolare, un pannello è dedicato a immagini d’epoca, risalenti all’ ‘800 e
ai primi anni del ‘900, raffiguranti Santi e spesso arricchite da cornici merlettate che ne esaltano la bellezza.
Un altro è invece
dedicato ai Santi e Beati della Sicilia e, in occasione della ricorrenza del 18 luglio, un pannello è stato dedicato a Maria Santissima
del Carmelo.
(Fonte: http://www.chiesasantuariodecollati.it/…/mostra-di-santini)
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PEDARA (CT) - 2-17 settembre 2017
Mostra “ECCE ANCILLA DOMINI”
Lo scorso 2 settembre a Pedara (CT) è stata inaugurata
una Mostra iconografica in occasione dei Festeggiamenti
di Maria SS. Annunziata.
La mostra è rimasta aperta al pubblico dal 2 al 17
settembre 2017. Infatti, all’inizio di settembre c’è stato
il pellegrinaggio nella città di Pedara al Calvario fino
all’edicola votiva dedicata alla Madonna.
La prima domenica di settembre c’è stata la benedizione
dei portatori e la “ballata” delle Candelore
(Ceri votivi) sul sagrato del Santuario, il sabato apertura
dei Carri Mariani, la domenica svelata del venerato
simulacro della Vergine Maria e processione dell’artistico
fercolo ligneo dell’800 con il simulacro della
Madonna, i fuochi d’artificio, le luci e le musiche. Il
lunedì rientro della Madonna al Santuario dell’Annunziata.
La domenica successiva l’”Ottava” della festa.
(Fonte:www.siciliainfesta.com)
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MONDRAGONE (CE) - 20-30 settembre 2017
Mostra “QUIS UT DEUS”
QUIS UT DEUS” è il tema della mostra inaugurata a Mondragone (Caserta) lo scorso 20
settembre nella Parrocchia di San Michele Arcangelo. E’ noto che il culto micaelico si è sviluppato
presso i Longobardi dopo la conversione al cattolicesimo del popolo germanico, avvenuta
nel 568 in seguito al loro stanziamento in Italia e progressivamente completata durante
il regno di Cuniperto I, che è terminato nel 700.
I Longobardi riservavano una
particolare venerazione per l‘Arcangelo Michele, al quale attribuivano le virtù guerriere che
un tempo erano adorate nel dio germanico Odino.
All’arcangelo i Longobardi hanno dedicato diversi edifici religiosi in tutta Italia. Ricordiamo
che nel territorio del ducato di Benevento sorgeva il santuario di San Michele Arcangelo,
fondato prima dell’arrivo dei Longobardi, ma da questi adottato come santuario nazionale
a partire dalla loro conquista del Gargano nel VII secolo.
Luogo topico del culto
micaelico presso i Longobardi è stato il santuario del Gargano, dal quale si irradia poi in
tutto il regno longobardo e l’arcangelo guerriero è considerato in breve tempo il santo patrono
dell’intero popolo longobardo.
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SOGLIANO AL RUBICONE (FC), 18 nov.-3 dic. 2017
Mostra “CULTO DEI CROCIFISSI”
In occasione della “43^ Fiera Formaggio di Fossa” dal 18 novembre al 3 dicembre 2017, il Comune di Sogliano proporrà una
mostra di santini antichi dedicata al “Culto dei Crocifissi” presso la locale Chiesa del Suffragio.
Collezionista espositore sarà il socio Lino Gualtieri che predisporrà 33 pannelli. |
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ROVERETO (TN), 25 nov. 2017-6 genn. 2018
Mostra “NATALE E GESÙ BAMBINO”
La socia Luciana Galli Calabri ci ha comunicato che dal prossimo 24 novembre parteciperà all’interno del
mercatino di Rovereto (TN) “Natale dei Popoli” ad una Mostra organizzata dal Circolo Filatelico Numismatico
Filatelico Roveretano con pezzi dedicati al Santo Natale provenienti dalla propria collezione di Immaginette
devozionali.
L’esposizione che presenterà Luciana G.Calabri verterà sul tema “Natale e Gesù Bambino”
(vedi sopra il santino-ricordo di questa presenza, inviato da Luciana Calabri, e allegato al nr.4/2017
della Rivista “Santini e Santità”).
Alla stessa manifestazione saranno presenti sia la socia Luciana Recla con il tema: “Maria di Nazareth e
Scorribande di Natale tra popoli e poeti”, sia il socio Giuseppe Verde con il tema “Natale nell’arte”.
Parteciperanno, inoltre, Ivan Damin con il tema “Natale in guerra sul fronte italo-austriaco”, che Carmelo
Nuvoli con il tema “Natale di Guerra” e infine Franco Trentini con il tema “Frammenti di storia al Fronte”.
La mostra allestita a
Rovereto, in Via Tartarotti 7, all’interno di Palazzo Todeschi, con ingresso gratuito, sarà aperta il pubblico fino al 6 gennaio
2018, i sabati, le domeniche e festivi con il seguente orario: 10-12, 14-18, escluso il giorno di Natale.
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FOLLINA (TV), 8-10 dic. 2017
Mostra “I SANTINI DELLA COLLEZIONE
MARIO TASCA A COLORI D’INVERNO”
Nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione a Follina (Treviso) tornerà la nota manifestazione
“Colori d’Inverno”, cioè l’ormai tradizionale mercatino di Natale. E come di consueto
tornerà anche l’Esposizione di Immaginette Sacre del socio Mario Tasca.
E infatti quest’anno
presenterà una sintesi delle tre ultime mostre, vale a dire: “Sant’Antonio di Padova”, “Santini– Pasta d’Ostia, Madreperla, Paillette” e “Santini – Ricordo della Comunione Pasquale dal
1785 al 1866”.
L’espositore, aspetterà gli appassionati e... in particolar modo coloro che sono
digiuni del settore. Mario Tasca afferma che “E’ sempre questa categoria di persone che resta
principalmente meravigliata e affascinata dalla scoperta del mondo sconosciuto delle antiche
Immaginette Sacre, piccoli tesori di un tempo passato!”. |
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TORINO - 7 dic. 2017/11 febbraio 2018
Mostra “BEATA MARIA DEGLI ANGELI, POLITICA E SANTITÀ NELLA TORINO BAROCCA”
Presentazione della Mostra al Museo diocesano di Torino, Piazza S. Giovanni n. 4. L’inaugurazione si svolgerà giovedì 7 dicembre
2017, alle 17.30.
Nel trecentesimo anniversario della scomparsa, la mostra è dedicata ad una singolare e poco nota oggi, ma
molto ricordata e venerata fino agli anni Cinquanta del Novecento, figura femminile torinese: Marianna Fontanella (1661-1717),
divenuta carmelitana scalza con il nome di Maria degli Angeli.
L’esposizione aperta fino all’11 febbraio 2018, con i seguenti
orari mercoledì dalle 15 alle 18 e da venerdì a domenica dalle 10 alle 18. |
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ROMA, 9-10 dicembre 2017
Mostra “I SANTINI DEL NATALE”
ROMA COLLEZIONA: 9-10 DICEMBRE 2017
- L’A.I.C.I.S. “Associazione Italiana Cultori Immagini Sacre” Presenta
la Mostra: I “SANTINI DEL NATALE”.
- Espositori: G. Gualtieri - R. Manfè.
Presso Complesso Seraphicum - V. del
Serafico, 3 - Roma EUR - Sabato ore 10.00 -18.00 - Domenica ore 09-17.00 - Ingresso Libero |
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AUGUSTA (SR) – 9 dic. 2017/6 gen. 2018
Mostra “NATALE DI CARTA”
Nella città di Augusta (Siracusa) il prossimo 9 dicembre 2017 verrà inaugurata alle ore 18.00, un interessante esposizione sul
tema “Natale di carta”, allestita nella chiesa delle Anime Sante di via Principe Umberto dove resterà aperta fino al 6 gennaio.
Si potranno ammirare immaginette devozionali e letterine di Natale, oltre che biglietti augurali, buste, francobolli, erinnofili, i
cosiddetti francobolli senza alcun valore né postale né fiscale, conosciuti più semplicemente come chiudi lettera.
Il materiale
esposto, raccolto in dieci pannelli, risale alla fine del XIX secolo e al Novecento.
La mostra verrà allestita con il contributo di diverse attività commerciali della città e consentirà di fare un viaggio
nel passato quando, ancora non esistevano sms, email e messaggi via chat da cellulare, pc o tablet e gli auguri di
Buon Natale ad amici e parenti lontani li si faceva
scrivendo di proprio pugno cartoline augurali.
A curare la mostra sarà Giuseppe Carrabino, neo
direttore del centro “Memorie – identità e tradizione”.
“In effetti – dice – si tratta di una selezione
ed in questa mostra ho voluto esporre le “carte”
che rappresentano al meglio l’evoluzione del
modo di formulare gli auguri. Sono cartoline disegnate
da celebri illustratori che evocano quell’atmosfera
del Natale non ancora intaccata dal
consumismo.
Ricordo quando da bambino, con
largo anticipo, la mamma andava ad acquistare
in una vecchia cartoleria di via Principe Umberto,
nel centro storico di Augusta, le cartoline da
spedire ai parenti per le festività natalizie. C’era una non indifferente possibilità di scelta, tra quelle in esubero degli anni precedenti
a quelle patinate “moderne”.
Non nascondo che già da allora le vecchie cartoline mi affascinavano molto di più di quelle
degli anni settanta che andavano sostituendo l’immagine della Natività con Babbo Natale. Il passaggio successivo alla scelta
delle cartoline era quello di scrivere con bella grafia il messaggio augurale e, per finire, il francobollo per la spedizione. Francobolli
che qualche volta illustravano anch’essi dipinti celebri sul tema della Natività o svariate raffigurazioni natalizie. Da
allora inizia questa mia passione per il “Natale di carta”.
(Fonte: www.augusta news.it)
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PIACENZA – 15 dic. 2017/14 gennaio 2018
Mostra “ASTRO DEL CIEL - GESÙ BAMBINO
NELLE IMMAGINI DELLA COLLEZIONE
ZILIANI (XVII-XX SEC.)”
Il 15 dicembre 2017, alle ore 17,30 verrà inaugurata
a Piacenza, a Kronos - Museo della Cattedrale la Mostra “Astro del Ciel. Gesù Bambino nelle immagini della collezione
Ziliani (secoli XVII-XX)” curata dall’Ufficio beni
culturali della diocesi di Piacenza-Bobbio.
L’esposizione
sarà guidata dalla curatrice, Susanna Pighi.
La mostra sarà poi visitabile solo nei giorni di sabato
ore 10-12 e 16-19 e domenica 16-19. Ultimo giorno domenica
14.1.2018.
In esposizione ci saranno una settantina di santini che
porranno l’accento sull’iconografia natalizia e non solo
di Gesù Bambino.
Tante e diverse le raffigurazioni del Bambino, come
diverse sono le modalità di produzione: vari tipi di stampa, di incisioni, collages.
Scriveva don Sergio Ziliani nei suoi appunti, donati all’Ufficio beni culturali insieme alla sua collezione: “Ad un certo punto
mi sono accorto di essere entrato in un mondo sconosciuto che non è il giardino incantato del paese delle meraviglie di Alice e
i santini non ne sono i fiori. Ho capito di essere a contatto con testimonianze di quei sentimenti che scaturiscono dal profondo
dell’animo umano di fronte al mistero o più semplicemente di testimonianze di affetti...”. |
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GAETA (LT) - 24 dic. 2017/7 gen. 2018
Mostra “PUER NATUS -
IMMAGINI SACRE DALLA FINE ‘800 AI TEMPI D’OGGI”
Il 24 dicembre 2017 verrà inaugurata una mostra di immaginette devozionali natalizie
nella Parrocchia di Santo Stefano Primo Martire di Gaeta.
Il tema natalizio “Puer natus” presenterà santini a soggetto natalizio provenienti dalla
collezione di Ennio Albano da fine ‘800 ai tempi d’oggi.
L’immaginetta sacra, comunemente chiamata “santino”, è insieme un oggetto di devozione,
di protezione e di istruzione catechistica.
La presente esposizione (circa 200 immaginette)
ricoprirà un arco temporale di oltre cento anni.
Il suo valore è accresciuto dalla grande passione con cui ogni santino è stato raccolto
e/o conservato, preservandolo dalla distruzione e dall’ oblio.
L’esposizione verrà allestita nel salone parrocchiale in via dei Frassini e osserverà
il seguente orario di apertura al pubblico: 17.00 /19.00. La chiusura è prevista per il 7 gennaio 2018.
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Santi Patroni di Regioni e Province italiane
I “SANTI PATRONI” DELLE REGIONI
E DELLE PROVINCE D’ITALIA
di Giancarlo Gualtieri
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5a REGIONE: EMILIA-ROMAGNA
Province dell’Emilia: BOLOGNA, FERRARA,
MODENA, PARMA, PIACENZA E REGGIOEMILIA
Province della Romagna: FORLÌ, CESENA,
RAVENNA E RIMINI
Il territorio della Regione ecclesiastica dell’Emilia-Romagna
corrisponde a quello della regione amministrativa Emilia-
Romagna dello Stato italiano e al territorio della Repubblica
di San Marino.
È composta da quindici diocesi raggruppate in tre province
ecclesiastiche:
1) Provincia ecclesiastica di Modena-Nonantola: Arcidiocesi
di Modena-Nonantola - Diocesi di Carpi - Diocesi di
Fidenza - Diocesi di Parma - Diocesi di Piacenza-Bobbio -
Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla.
2) Provincia ecclesiastica di Bologna: Arcidiocesi di Bologna
- Diocesi di Faenza-Modigliana - Arcidiocesi di Ferrara-
Comacchio - Diocesi di Imola.
3) Provincia ecclesiastica di Ravenna-Cervia: Arcidiocesi
di Ravenna-Cervia - Diocesi di Cesena-Sarsina - Diocesi di
Forlì-Bertinoro - Diocesi di Rimini - Diocesi di San Marino-
Montefeltro.
Il Cristianesimo in Emilia-Romagna esisteva già in epoca
precostantiniana, infatti si contano in questa Regione ben sei
martiri: Apollinare di Ravenna, Vitale, Agricola e Procolo di Bologna,
Cassiano di Imola, Antonino di Piacenza.
La tradizione ha sempre visto in S. Apollinare il primo
evangelizzatore della Regione, e per questa ragione il Santo è
stato scelto quale Patrono dell’Emilia-Romagna ma molti considerano
S. Petronio Patrono dell’Emilia e Sant’Apollinare Patrono
della Romagna.
La Regione Emila-Romagna
ha due Santi Patroni:
Per l’Emilia: SAN PETRONIO (... – Bologna, 450).
Petronio, probabilmente di origine greca, guidò come Vescovo
la Diocesi di Bologna dal 431 al 450. (Fig. 1).
Per la Romagna: SANT’APOLLINARE (Antiochia, I
secolo – Classe-Ravenna, II secolo). Apollinare discepolo di San Pietro, fu da questi incaricato a ricoprire la carica episcopale
nella città imperiale di Ravenna. Si dedicò all’opera di
evangelizzazione dell’Emilia-Romagna, per morire infine martire
a Civitas Classis dove fu eretta nel VI secolo la chiesa a lui
dedicata.
Le reliquie del santo furono nel IX secolo trasferite in
città, nella chiesa che da quel momento prese il nome di
Sant’Apollinare Nuovo. Successivamente le ossa furono
portate in Germania, dove tutt’oggi si trovano.
A Ravenna rimasero il capo e la mano destra che,
dal 1874 sono conservate nel Duomo. Il 23 luglio si celebra a
Ravenna la festa del Santo Patrono, Sant’Apollinare. (Fig. 2).
Emilia: BOLOGNA, FERRARA, MODENA,
PARMA, PIACENZA E REGGIO-EMILIA
I Santi patroni della città di BOLOGNA sono:
1 - SAN PETRONIO (... – Bologna, 450).
Petronio a Bologna fece ricostruire il complesso di S.to Stefano
dove nel 1141 furono rinvenute le sue spoglie. Nel 1253,
il libero Comune di Bologna decise di elevare Petronio a principale
Patrono della città. Nel 1390 si iniziò la costruzione in
Piazza Maggiore della grande Basilica a lui intitolata dove fu
traslato il capo del Santo per volere di papa Benedetto XIV e,
solo nel 2000, anche il resto del corpo.
Ogni 4 ottobre i Bolognesi
celebrano la festa del loro Patrono. In questo giorno,
dopo la messa in Cattedrale, si svolge la processione con il
Ss.mo Sacramento fino alla Cattedrale di S.Pietro. (Fig. 3).
2 - SAN PROCOLO (... – Bologna, 304 circa).
Due sono e leggende che narrano di un Procolo martire a
Bologna: la prima narra di un Procolo soldato, instancabile
diffusore della fede nella città di Bologna, fu per questo condannato
a morte per decapitazione dal prefetto Marino; Procolo
col capo reciso tra le mani, si recò nel posto dove fu poi
eretta una chiesa in suo onore.
La seconda parla di un Procolo che giunto a Roma dalla
Siria, si recò prima a Terni, diventandone vescovo e poi a Bologna
dove subì il martirio per decapitazione. Nel 1389, nella
ricognizione dell’arca dove erano custodite le spoglie del
Santo, furono rinvenuti due corpi, dando così corpo alle due
differenti leggende, quella del Procolo soldato e quella del
Procolo vescovo. Procolo è compatrono della città ed è festeggiato
il 1º giugno. (Fig. 4).
3 - SANTA CATERINA DA BOLOGNA (Bologna, 8
set. 1413 - 9 mar. 1463).
Caterina de’ Vigri è stata la
fondatrice e prima badessa del monastero delle clarisse del
Corpus Domini di Bologna, canonizzata da papa Clemente XI
il 22 mag. 1712. Fu seppellita il giorno stesso della sua
ascesa al cielo nella nuda terra, ma dopo diciotto giorni fu
dissotterrata, intatta e profumata.
Ogni anno, dall’8 al 16
marzo, al Monastero del Corpus Domini di Bologna si celebra
un Ottavario in onore di Santa Caterina, compatrona della
città. (Fig. 5).
4 - MADONNA DI SAN LUCA è un’’icona raffigurante
una Madonna col Bambino del tipo odighítria “Colei che indica
la Via” attribuita appunto a San Luca.
A questa sacra immagineè legato un episodio miracoloso avvenuto nel 1433
ricordato come il miracolo della pioggia: quell’anno molto
piovoso minacciava di rovinare i raccolti.
Allora, per scongiurare una grave carestia, Graziolo Accarisi
promosse la discesa dell’icona dal Santuario fino in città
per implorare davanti alla sacra immagine la grazia per la
fine delle piogge. Al suo arrivo, il 5 luglio, la pioggia cessò e
quindi si fece una grande festa con una processione di tre
giorni per la città, poi si riportò l’immagine al santuario. Per
voto cittadino, da allora queste celebrazioni vengono ripetute
ogni anno.
Nel 1603 la Madonna fu incoronata dall’arcivescovo
A. Paleotti. (Fig. 6).
La Città di FERRARA ha due Santi Patroni
1 - SAN GIORGIO (Cappadocia, ~285 – Nicomedia,
23 apr. 303) è stato un martire cristiano, venerato
come santo megalomartire.
La leggenda aurea narra di un
giovane cavaliere che liberò la giovane figlia del re data in
sacrificio ad un terribile drago, diventando così il simbolo
della lotta del bene contro il male.
in Italia il suo culto è molto diffuso e le città e i comuni di
cui è patrono sono più di cento.
La cittadina di Ferrara per la
festa di San Giorgio, suo santo patrono, organizzò sin dal 1259
un Palio. Nel 1279 il comune di Ferrara stabilì che si dovessero
svolgere due corse, una il 23 aprile in onore di San Giorgio ed
un’altra il 15 agosto in onore della vergine assunta, alla presenza
delle autorità cittadine. (Fig. 7).
2 - SAN MAURELIO (Edessa,... - Edessa, 7 mag.
644) fu un sacerdote siro, divenuto poi vescovo di Voghenza
(presso Ferrara).
Figlio del re Teobaldo di Mesopotamia, per
amore verso Dio, rinunciò, al trono in favore del fratello Ippolito.
Questi fu però ucciso dall’altro fratello Rivallo. Maurelio
si recò quindi ad Edessa per rimproverare il fratello del grave
delitto di cui si era macchiato.
Fu però fatto arrestare e messo a morte, dopo indicibili torture.
Nel 1106 l’imperatore Enrico V, a seguito di una visione
del santo, fece traslare le sue spoglie nella chiesa di San Giorgio
a Ferrara. La traslazione della salma portò ad una più intensa
venerazione della sua santità e nel 1463 venne indicato
come santo protettore di Ferrara.
Le sue reliquie sono oggi custodite
nel Monastero di San Giorgio degli Olivetani a Ferrara.
(Fig. 8).
La Città di PARMA ha due Santi Patroni
1 - SANT’ILARIO DI POITIERS (Poitiers, ~310 - 367).
È stato un vescovo e teologo romano proclamato dottore
della Chiesa. Secondo alcune fonti i parmigiani elessero a
loro patrono Sant’Ilario di Poitiers nel 1266, dopo che la società
dei crociati di Parma, insieme a Carlo I d’Angiò, sconfisse
il ghibellino Oberto II Pallavicino, che voleva impadronirsi
di Parma. Ciò in onore del fatto che Ilario di Poitiers era
il santo protettore dell’esercito di Carlo d’Angiò.
La festa del
santo è celebrata da sempre nel giorno della morte, ossia il
13 gennaio, e nella tradizione locale è legata al miracolo
delle sue scarpe.
Secondo la leggenda, Ilario si trovò a passare a piedi da
Parma in un giorno d’inverno con le scarpe rotte e consunte;
un ciabattino, vedendolo, ne ebbe compassione e gli donò un
paio di calzature nuove.
La mattina dopo ebbe la sorpresa di trovare le scarpe vecchie
lasciate da Ilario trasformate in scarpe d’oro.
Ricordando
il miracolo in occasione della festa si consuma il dolcetto detto
scarpetta di Sant’Ilario fatto in foggia di calzatura. (Fig. 9).
2 - SAN BERNARDO DEGLI UBERTI (Firenze,
~1060 – Parma, 4 dic. 1133).
Di nobile famiglia fiorentina, divenne monaco benedettino
della congregazione vallombrosana; fu creato cardinale
da papa Pasquale II e fu vescovo di Parma dal 1106 alla
morte. È stato proclamato santo nel 1139.
Ogni 4 dicembre,
in occasione della ricorrenza a Santo patrono della diocesi
di Parma, in Cattedrale il vescovo celebra la santa messa.
(Fig. 10).
Il Santo patrono della città di MODENA
- SAN GEMINIANO (Cognento, 15 gen. 312 – Modena,
31 gen. 397). è stato vescovo di Modena, città di
cui è anche patrono. È famoso per due leggende agiografiche.
La prima riguarda Attila, re degli Unni, disceso nel 452 in Italia,
si apprestava a mettere a ferro e fuoco anche Modena. Gli
abitanti della città fecero ricorso a san Geminiano che invocò
l’aiuto di Dio e fece scendere la nebbia sulla città: Attila non
riuscì ad individuarla e proseguì verso Sud.
L’altra leggenda riguarda l’apparizione a Carlo D’Amboise,
comandante delle milizie francesi che
nel 1511 stavano
minacciando Modena: la notte tra il 17 ed il 18 febbraio
di quell’anno san Geminiano apparve ai francesi sotto
aspetto terrificante, quasi di demone.
Alla vista del “glorioso
vecchio” il capitano e le sue truppe retrocedettero precipitosamente
verso Rubiera e molti soldati perirono annegati
nel fiume Secchia.
L’esercito si disperse spaventato nelle vicine terre ed il
comandante, atterrito a morte, si suicidò di lì a poco nella
vicina Correggio.
La festa liturgica si celebra il 31 gennaio,
giornata in cui, nella cripta del duomo di Modena, ogni anno
viene esposto il corpo del Santo, all’interno del sarcofago
che ne contiene le ossa ricomposte e vestite con abiti liturgici.
(Fig. 11).
Il Santo patrono della città di PIACENZA
- S. ANTONINO DI PIACENZA (... – Travo, 303) è
venerato come santo dalla Chiesa cattolica e commemorato
il 30 settembre. Nel IV secolo il vescovo Savino di Piacenza
ritrovò le sue spoglie. Fu nominato patrono di Piacenza,
ruolo condiviso con santa Giustina, e gli fu intitolata la
prima cattedrale della città.
Al santo è dedicata una statua posta sulla rotonda davanti
al Pubblico Passeggio di Piacenza, e grazie ad un automatismo
la statua fa un quarto di giro ogni ora.
La città
prevede due feste patronali: il 4 luglio, in primo grado, con
l’omaggio delle autorità amministrative e religiose locali, e
il 13 novembre, giorno dell’invenzione delle reliquie, in secondo
grado. La sua devozione è diffusa in altre diocesi
italiane (come a Ficarolo in provincia di Rovigo) e
in Gallia. A lui è intitolata l’omonima città Sant’Antonino
(Svizzera). (Fig. 12).
Il Santo patrono della città di REGGIO EMILIA
- S. PROSPERO (... - Reggio nell’Emilia, 25 giu.
466) fu vescovo di Reggio Emilia, secondo la tradizione
per 22 anni, e ne è il santo patrono. Il santo viene celebrato
il 24 novembre, data che ricorda uno dei suoi miracoli.
Si dice infatti che nel 452, di ritorno dal mancato saccheggio
di Roma, Attila l’Unno stesse depredando la pianura
Padana. Il provvidenziale intervento di San Prospero fece
calare una fitta nebbia sulla città permettendo quindi di
sfuggire al saccheggio da parte dei barbari.
Ancora oggi in
tale data a Reggio Emilia si tiene una tradizionale festa in
piazza. Nelle varie chiese si susseguono le celebrazioni mentre
per le strade non mancano bancarelle di prodotti tipici,
artigianali e spettacoli. (Fig. 13).
Province della Romagna: FORLÌ, CESENA,
RAVENNA E RIMINI
I Santi patroni della città di FORLÌ sono:
1 - BEATA VERGINE DEL FUOCO È un’immagine della
Beata Vergine con Bambino, venerata a Forlì e considerata la
protettrice della città.
L’immagine è una delle più antiche xilografie
conosciute miracolosamente rimasta illesa ad un incendio
divampato durante la notte di mercoledì 4 febbraio
1428 in una scuola della città.
A ricordo di tale evento, dalle
finestre delle abitazioni forlivesi vengono esposti lumini rossi,
lasciati ardere durante la notte tra il 4 e il 5 febbraio. Dove
un tempo vi era quella scuola, sorge la chiesa del Miracolo
della Madonna del Fuoco. (Fig. 1).
2 - SAN MERCURIALE (IV secolo). Fu il primo vescovo
di Forlì, a lui si deve, secondo una leggenda, l’uccisione di un
drago e la liberazione di alcuni prigionieri che ì Visigoti stavano
deportando in Spagna. È stato il fondatore della Chiesa
di Santa Maria in Laterano in Schiavonia.
Il Martirologio Romano
ne fissa la memoria al 30 aprile anche se Forlì la ricorrenzaè il 26 ottobre, giorno del ritrovamento delle reliquie.
(Fig. 2).
3 - SAN PELLEGRINO LAZIOSI (Forlì, 1265 – 1º
mag. 1345), Pellegrino Laziosi è considerato il santo più famoso
e venerato dell’Ordine dei Servi di Maria, che ne celebra
la festa il 4 maggio; è compatrono della città di Forlì, dove
ancora oggi si svolge una fiera in suo onore, il 1º maggio di
ogni anno, caratterizzata dalla vendita di cedri. (Fig. 3).
4 - SAN VALERIANO MARTIRE ( - Forlì - ) è stato un
soldato di epoca romana, morto martire nella sua città, probabilmente
in località detta oggi San Varano, insieme a 80
suoi compagni, martiri forlivesi. Patrono della città di Forlì.
Viene ricordato localmente il 22 novembre ed è considerato il
santo della pace e della protezione dalla guerra. (Fig. 4).
Il Santo patrono della città di CESENA
- SAN VICINIO VESCOVO (... – Sarsina, 28
ago. 330) fu il primo della diocesi di Sarsina
(oggi unita a Cesena). Si ritirò come eremita su
un monte che ora porta il suo nome. Il suo carisma era
quello di scacciare i demoni e guarire i fedeli da infermità
fisiche o dell’animo attraverso una catena che poneva loro
al collo.
A san Vicinio è dedicata la festa che ricorre ogni anno il
28 agosto, in occasione della quale vengono distribuiti i tradizionali “curdlen”, costituiti da fili colorati di seta, benedetti
e portati al collo da ammalati e devoti, come protezione
celeste a somiglianza della famosa catena di ferro.
(Fig. 5).
La Città di RAVENNA ha due Santi Patroni
1 - SANT’APOLLINARE (Antiochia, I sec. – Classe,
II sec.). Originario di Antiochia di Siria, Apollinare è considerato
il fondatore della Chiesa di Ravenna, città di cui è il
santo patrono. Il suo dies natalis, o data del martirio, corrisponde
al 23 luglio, mentre la memoria liturgica si celebra il
20 luglio. (Fig. 6).
2 - B. VERGINE GRECA La Madonna Greca è un’immagine
artistica della Madonna custodita nella Basilica di Santa
Maria in Porto nella città di Ravenna, di cui è anche patrona.
Si tratta di un bassorilievo bizantino scolpito in marmo pario,
rinvenuto intorno al 1100 sulla spiaggia dai monaci di Santa
Maria in Porto, e proveniente probabilmente da Costantinopoli.
Nel 1570 avvenne la solenne traslazione dell’immagine
in una cappella laterale della Basilica dove si trova ancora
oggi. Ogni anno nella domenica in albis viene celebrata la
Festa della Madonna Greca, con una processione che dal canale
si conclude all’interno della basilica. (Fig. 7).
I Santi patroni della città di RIMINI sono:
1 - SAN GAUDENZO (Efeso, ~280 – Rimini, 14 ott.
360) nato ad Efeso nell’Asia Minore si trasferì a Roma dove
fu battezzato, poi ordinato sacerdote ed infine consacrato vescovo.
Inviato a Rimini come pastore, si oppose al paganesimo
e all’eresia. Arrestato fu strappato dalle mani dei giudici
e linciato dai seguaci di Ario.
San Gaudenzio è il patrono di
Rimini dove è festeggiato ogni anno il 14 ottobre con musica,
spettacoli e una tombolata nel centro storico, la “Tradizionale
Tombola di San Gaudenzo”, organizzata dalla Croce Rossa Italiana
di Rimini, che devolve il ricavato della vendita delle cartelle
in beneficenza. (Fig. 8).
2 - SAN GIULIANO MARTIRE (Istria, III sec, - Flaviade
in Cilicia, 22 giu. 249). Sin dal secolo IX è testimoniato
a Rimini il culto di S. Giuliano, giovane istriano del
III secolo. Secondo la tradizione fu martirizzato in Flaviade
(Cilicia) dal proconsole Marciano.
Nel 962 circa il sarcofago contenente le reliquie del Santo
giunse sul litorale di Rimini, nella località successivamente
denominata “Sacramora” e da qui venne traslato nell’antica
abbazia benedettina dei Ss. Pietro e Paolo (oggi Parrocchia
di San Giuliano Martire).
Fu eletto Patrono del Comune e della Città di Rimini nel
1225.
Il giovane martire è molto venerato dalla città di Rimini; la Zecca locale coniò monete contrassegnate con la dicitura “Sanctus Iulianus”, la sua festa del 22 giugno è occasione di
una sagra popolare e segnava un tempo l’inizio o la scadenza
dei contratti. (Fig. 9).
3 - SANTA INNOCENZA V.M. (Rimini, sec. III - 16
set., ~303). Secondo la tradizione, Innocenza, nata in una
famiglia nobile e ricca, fu martirizzata a Rimini dall’Imperatore
Diocleziano all’età di sedici anni.
La Santa viene ricordata
già nel 996, in una Cappella o “monasterium” nel centro religioso
di Rimini, dove si riteneva fosse sepolta.
Secondo gli “Statuti” locali, nel giorno della sua festa, il 16
settembre, si faceva l’offerta di un pallio (mantello rettangolare
usato nelle cerimonie solenni dal papa e da arcivescovi) in
luogo dei ceri consueti del giorno della festa segnata con rito
doppio. (Fig. 10).
4 - SANTA COLOMBA V.M. (Spagna, 257 – Sens,
273). Di famiglia nobile e pagana si convertì al cristianesimo
a 16 anni. Dopo aver ricevuto il battesimo scappò dalla Spagna
insieme ad altri cristiani per sfuggire alle persecuzioni
dell’Imperatore Aureliano e si trasferì a Sens, in Francia.
Fu rintracciata e rinchiusa in carcere.
La leggenda racconta
che, mentre Colomba si trovava in carcere, una guardia cercò
di violentarla e un orso, usato per gli spettacoli in un vicino
anfiteatro, arrivò in suo soccorso attaccando la guardia e liberando
Colomba dalla sua cella. Condannata a perire sul rogo,
fu salvata da un provvidenziale acquazzone che spense le
fiamme.
Per questo è invocata per ottenere la pioggia e i suoi attributi
iconografici sono un’orsa incatenata ed una penna di pavone
al posto della palma dei martiri.
Il culto di santa Colomba
giunse a Rimini provvidenzialmente: alcuni mercanti di Sens,
che veleggiavano nell’Adriatico, portando con sè una reliquia
di santa Colomba, furono costretti ad approdare a Rimini, dove
la reliquia, accolta da Stennio, Vescovo di Rimini, fu posta nella
Cattedrale. Considerata santa dalla Chiesa cattolica è ricordata
il 31 dicembre. (Fig. 11)
I SANTI PATRONI DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA DI SAN MARINO
La Serenissima Repubblica di San Marino, pur essendo uno Stato, è situata nel centro-nord della penisola
italiana, al confine tra le regioni italiane dell’Emilia-Romagna (provincia di Rimini) e delle Marche (provincia
di Pesaro e Urbino), motivo per cui di seguito riporto i Santi Patroni:
1- SAN MARINO (Loparo, ~275 – Città di San Marino, 366) è stato, secondo la tradizione, uno scalpellino di origine
dalmata che nel 301 fu il fondatore della repubblica di San Marino. È il patrono dei tagliapietre e la sua memoria liturgica
ricorre il 3 settembre, giorno della sua morte e festa nazionale della Repubblica di San Marino. (Fig. 1).
2 - SAN LEONE (~275 circa – San Leo, 366). La leggenda narra che Leo, scalpellino originario dell’isola di Arbe (Dalmazia)
venne intorno al 257 in Italia, insieme a Marino, per la ricostruzione delle mura di Rimini e per sfuggire alla persecuzione
contro i Cristiani iniziata dall’imperatore Diocleziano. Gli scalpellini, giunti a Rimini, furono inviati per tre anni sul Monte Titano
per estrarre e lavorare la roccia. In seguito Marino e Leo si divisero: mentre il primo tornò a Rimini, Leo si rifugiò sul Monte
Feltro dove edificò anche una chiesa. Quest’insediamento prenderà poi il nome di San Leo.
Il vescovo di Rimini, Gaudenzio,
convocò Leo e Marino per esprimere riconoscenza, consacrando anche il primo, sacerdote, e il secondo, diacono. Dopo la morte
di Leone, il suo corpo viene deposto in un sarcofago di pietra di cui si conserva tutt’oggi il coperchio nel Duomo. San Leo, che
la Chiesa cattolica ricorda il giorno 1º agosto, è patrono della Repubblica di San Marino, insieme a san Marino e sant’Agata, edè il patrono dei tagliapietre. (Fig. 2).
3 - SAN QUIRINO DI SISCIA (... – Szombathely, 4 giu. 309) è stato un vescovo e martire ungherese. Quirino subì
la persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano e fu condannato a morte mediate annegamento. Nonostante fosse stato
legato ad una pesante macina da mulino e buttato in un fiume il suo corpo non accennava ad affondare, fino a che Quirino non
pregò il Signore perché lo lasciasse venire a sé.
Recuperato il corpo dalle acque, i cristiani di Sabaria lo seppellirono presso la
porta Scarabatensis. Verso l’inizio del V secolo, papa Gregorio Magno fece traslare il corpo di san Quirino a Roma dietro l’abside
della Basilica di San Sebastiano sulla Via Appia.
Nell’anno 833 papa Gregorio IV fece dono a Corrado I, signore di Correggio,
del corpo di san Quirino. Nel 1654 il vescovo di Forlì, a nome della serenissima repubblica di San Marino, ottenne dai canonici
della Basilica di San Quirino di Correggio una reliquia del santo, da inviare ai fedeli del monte Titano che da secoli veneravano
il santo come compatrono del piccolo stato.
Il Martirologio geronimiano lo commemora il 4 giugno. (Fig. 3).
4 - SANT’AGATA (San Giovanni Galermo, 8 set. ~235 – Catania, 5 feb. 251) è stata una giovane vissuta, durante
il proconsolato di Quinziano.
Famoso fu il suo martirio: venne fustigata e sottoposta al violento strappo delle mammelle, mediante
delle tenaglie. La notte venne visitata da San Pietro, che la rassicurò portandole conforto e ne risanò miracolosamente le ferite.
Venne infine sottoposta al supplizio dei carboni ardenti, il 5 febbraio 251, Agata spirò nella sua cella.
È patrona, tra l’altro, di
Catania, della Repubblica di San Marino e Malta. L’episodio che la lega alla Repubblica di San Marino è il seguente: nel 1739
il cardinale Giulio Alberoni tentò l’annessione della Repubblica allo Stato della Chiesa.
Il Papa stesso, dubbioso sulla effettiva
bontà dell’azione, inviò monsignor Enrico Enriquez a verificare l’effettivo appoggio della popolazione. Constatata l’unanimità
in favore della Repubblica, San Marino riottenne ufficialmente l’indipendenza il 5 febbraio 1740, giorno di
Sant’Agata. (Fig. 4).
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