Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

 

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare.

Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.
Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno 2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel 2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069 intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

 

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel. 328-6911.049
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

 

 

SANTINI E SANTITA'

NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 4 - 2017
Ottobre -Dicembre 2017

 

3 dicembre
San Francesco Saverio



Incisione Fiamminga del 1600 su pergamena con acquerellatura coeva ed applicata una elegante cornice floreale in paglia. Incisore Pieter Van Lysebetten (Anversa 1630 - 1678). Collezione M. F. Damato

 

 

4/2017 - SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI


1 -B.Vergine di Fatima -1° Cent.rio Apparizioni. Retro: Preghiera alla Vergine. Santino offerto da p. Michele M.GIULIANO, ofm

2-Odeghitria, Monastero di Pulsano - Gargano. Retro: Preghiera. Santino offerto da Margherita GRANDI.

3-San Feliciano martire. Retro: Preghiera. Santino (MG 48) offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm.

4-Santa Reparata, Vergine e Martire. Santino (MG 45) offerto da padre Michele M.GIULIANO, ofm.

5-N.S. di Fatima 1917-2017 a ricordo Mostra di Santini 2017 “Apparizioni Mariane” a Rovereto (TN) di Luciana Galli Calabri. Retro: Preghiera. Santino offerto da Luciana CALABRI.

6-Beata Emilia Fernàndez Rodrìguez, gitana Martire. Pieghevole: Preghiera e vita. Santino offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm.

7- Statua di San Francesco – Santuario di Sant’Antonio – Teano (CE). Retro: Preghiera. Santino offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm. da Giuseppe MILAZZO

9-Nascita di Gesù e adorazione dei popoli. Retro: Ricordo della Mostra di Santini di Natale 2017 a Rovereto (Trento) di L.Galli. Santino offerto da Luciana CALABRI.

10-Incarnatus Est: Gesù Bambino. Ricordo della Mostra di Santini di Natale 2017 a Rovereto (TN) di L.Galli. Santino offerto da Luciana CALABRI

11-Santa Teresa del Bambino Gesù. Retro: Preghiera. Santino (ristampa) biglietto Pasquale 1929 – Parrocchia di Sambucheto (MC), offerto da Giovanni BORDI.

12-Lourdes abbraccia la Basilicata. Retro: Preghiera. Santino offerto da Antonio MENNONNA.

 

AUGURI DI BUON NATALE E SERENO ANNO NUOVO
“Il vero senso del Santo Natale è incontrare ed accogliere Gesù che viene come un dono d’amore per poi portarlo ed annunciarlo
come unica fonte di verità e di vita nuova. Auguri vivissimi a tutti gli associati ed ai loro familiari di Buon Natale di Gesù e di un più sereno Anno nuovo.” (Giancarlo Gualtieri, Presidente AICIS)

3 OTTOBRE 2017: NUOVI ORGANI COLLEGIALI AICIS PER IL QUINQUENNIO 2017-2021
Il 3 ottobre 2017, alle ore 15.30, presso la Sala parrocchiale di Santa Maria in Campitelli, sede delle riunioni AICIS, si è riunita la commissione elettorale, nominata dal Consiglio Direttivo nella riunione del 12 settembre 2017 e composta dai soci Sandro Ercole, Rocco Fucà ed Ezio Bernardini, che ha proceduto allo spoglio delle schede elettorali pervenute da tutta Italia per il rinnovo quinquennale degli organi sociali per il quinquennio 2017-2021. Dal verbale della commissione e secondo quanto previsto dall’art.9 dello Statuto ed art.7 del Regolamento, risultano eletti nel CONSIGLIO DIRETTIVO i signori: Renzo Manfè, Giancarlo Gualtieri, Maria Gabriella Alessandroni, Antonio Mennonna, Gianni Zucco.
Sono eletti nel COLLEGIO DEI REVISORI i signori: Giuliana Faraglia, Stefania Colafranceschi, Luigi Zanot.
Nel COLLEGIO DEI PROBIVIRI sono eletti i signori: Paola Galanzi, Roberto De Santis e Francesca Campogalliani.
In data 9 ottobre 2017 Maria Gabriella Alessandroni ha trasmesso la propria rinuncia con la seguente lettera: “Esprimendo sentiti ringraziamenti per la fiducia accordatami e constatando, con soddisfazione, il favore dell’elettorato nei confronti di candidati più giovani che mi seguono nella graduatoria, anche per motivi personali, non senza rammarico, rinuncio alla carica di membro del Consiglio Direttivo“.

Nella 1a riunione del nuovo consiglio Direttivo tenutasi il 7 novembre 2017, a norma dell’art.12 dello Statuto e dell’art.7 del Regolamento AICIS, è stato convocato il primo dei non eletti: Antonino Cottone. I cinque consiglieri hanno poi proceduto alla elezione delle cariche interne.
Il nuovo Consiglio Direttivo, pertanto, è così formato: Presidente: Giancarlo Gualtieri; Vice Presidente: Renzo Manfè; Segretario: Antonino Cottone; Tesoriere: Gianni Zucco; Addetto alle Pubbliche Relazioni: Antonio Mennonna.

Il nuovo Consiglio Direttivo conferma come Assistente Ecclesiastico Padre Davide Carbonaro, OMD. Auguri a tutti i membri degli Organi Direttivi.

QUOTA SOCIALE PER L’ANNO 2018: EURO 38,50. INVIO MODULO CCP
Il Consiglio Direttivo del 12 settembre u.s. ha confermato la quota sociale per il 2018 come per l’anno corrente, vale a dire euro 38.50. I soci trovano il modulo di ccp in questa Rivista, ma senza l’importo, per dar modo a coloro che sono soliti aggiungere
una offerta, di poterlo fare. Comunichiamo anche il nostro IBAN = IT19 H076 0103 2000 0003 9389 069.

PROGRAMMA DELLE RIUNIONI 2018 NELLA SEDE DI PIAZZA CAMPITELLI - ROMA

Il Consiglio Direttivo del 12 settembre u.s. ha stabilito le date delle riunioni mensili a Piazza Campitelli per l’anno 2018.
Gennaio: 9 (2° martedì); Febbraio: 6; Marzo: 6; Aprile: 3; Maggio: 8 (2° martedì); Giugno: 5; Luglio: 3; Agosto = vacanza; Settembre: 11 (2° martedì); Ottobre: 2; Novembre: 6; Dicembre: 4.

VOTAZIONE RENDICONTO 2016 - RESTITUZIONE BUSTA CON SCHEDA VOTATA ENTRO IL
15 FEBBRAIO 2018

Alle pagine 4 e 5 di questo numero di “Santini e Santità” è pubblicato il rendiconto economico 2016. All’interno della rivista stessa i soci trovano sia la scheda da votare, sia la busta già predisposta per la restituzione della scheda in Segreteria entro il 15 febbraio 2018, previo affrancatura con francobollo di euro 0,95.

ROMA, 10.12.2017/7.1.2018: VI MOSTRA NAZ.LE DEL SANTINO NATALIZIO “LAUS TIBI SALVATOR MUNDI” - COMUNICATO

Il 10 dicembre p.v. alle ore 17,00 verrà inaugurata a Roma, presso il Convento di Santa Maria sopra Minerva a Piazza della Minerva 42, la VI edizione della mostra natalizia annuale dell’AICIS sui santini del Santo Natale. Riportiamo qui appresso il Comunicato
stampa previsto per questa manifestazione.
L’A.I.C.I.S. - Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, in collaborazione con la Comunità del Convento di Santa Maria sopra Minerva ed il Patrocinio delle Associazioni “Casa della Romanità”, “Salotto Romano” e “Roma Tiberina”, per il Santo Natale 2017 allestisce la VI Edizione di una mostra iconografica natalizia sui seguenti temi: “LAUS TIBI SALVATOR MUNDI -
Immagini sacre sul Natale dal XVI al XX secolo” e “IL CULTO DELLA BEATA VERGINE MARIA A ROMA”.
L’esposizione avrà luogo a Roma, nel Convento di Santa Maria sopra Minerva, con ingresso da Piazza della Minerva 42, dall’11 dicembre 2017 fino alle ore 19,00 del 7 gennaio 2018 ed osserverà il seguente orario 9,30/12,30 e 16,00/19,00, festivi compresi, e con sola apertura pomeridiana a Natale e Capodanno.
L’evento desidera mettere in risalto la celebrazione del Santo Natale di Gesù, Dio che entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi e, inoltre, sottolineare la devozione dei Romani verso la Madre di Dio.
Domenica 10 dicembre 2017, alle ore 17.00, con il taglio del nastro avrà inizio la cerimonia di inaugurazione.
Il Presidente Giancarlo Gualtieri per l’AICIS e Padre Riccardo Lufrani, O.P., Priore del Convento di Santa Maria Sopra Minerva per la Comunità Domenicana, porgeranno il loro benvenuto ai visitatori. Seguiranno gli interventi del Dr. Enrico Vizzaccaro e della Dr.ssa Giuseppina Licordari Gualtieri di Roma.

I soci AICIS che da tutta Italia hanno trasmesso il materiale espositivo sono: Maria Gabriella Alessandroni, Ezio Bernardini, Augustino Busato, Francesca Campogalliani, Carmelo M. Carollo, Stefania Colafranceschi, Antonino Cottone, Michele Fortunato
Damato, Roberto De Santis, Fra Angelo Di Marco, Giuliana Faraglia, Patrizia Fontana, Attilio Gardini, Giancarlo Gualtieri, Giuseppina Licordari, Giorgio Lombardi, Renzo Manfè, Antonio Mennonna, Orietta Palmucci, Germano Pistolesi, Mario Salatino, Armando Scalari, Marcello Vendemmiati.

Partecipa quest’anno all’evento anche la Prof.ssa Veronica Piraccini, docente di pittura, titolare all’Accademia delle Belle ArtiEmiliano Alessandrini, Francesca Cappelli, Greta Centra, Maria Ester Chiaravallotti, Andrea Ciccarelli, Federica Feleppa, Kang Huidong, Yuan Jianan, Iriana Mangoni, Marika Molinari, Roberta Pannozzo, Valeria Ricci, Sergio Saija, Giuseppe Vangone, Yin Yi.

Domenica 17 dicembre 2017, alle ore 17.00, nell’ambito della Mostra, il Gruppo di Musica Antica “La Fontegara” darà un concerto con brani dal XV al XIX secolo sul tema “Gaudete, Christus est natus”, con Augusto Mastrantoni, Dario Guerci e Pasquale Sculco. Ingresso gratuito.

Una ricca e variegata esposizione di materiale, dal seicento ad oggi, costituito da immaginette, immagini, dipinti e piccoli presepi, quali testimonianze della pietà popolare del tempo che hanno la capacità, ancora attualmente, di arricchire qualsiasi
visitatore che con semplicità di cuore vorrà compiere il percorso di questa sesta edizione di iconografia natalizia.




IL PRESIDENTE Giancarlo Gualtieri

 

 

RENDICONO AICIS 2016

 


Il Consiglio Direttivo AICIS, nella riunione del 4 luglio 2017 ha approvato la proposta di Rendiconto 2016 che sottopone ai soci con i seguenti atti:

1 Relazione del Consiglio Direttivo
2 Relazione dei Revisori
3 Stralcio del verbale della riunione del Consiglio Direttivo del 4 luglio 2017.
4 Il Rendiconto economico finanziario (prospetto).
5 Note integrative e chiarimenti al rendiconto 2016.

1 - RELAZIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

Il bilancio dell’Associazione per l’anno 2016 chiude con un saldo positivo di 1.672,40 E uro (2.147,32 euro nel 2015).

Le entrate ammontano a € 11.554,25 (€ 12.423,99 nel 2015), di cui € 10.405,25 per quote associative, € 1.096,75 per maggiori contribuzioni (offerte) e € 17,50 per nuove iscrizioni.

Le spese ammontano a € 9.881,85 (€ 10.276,67 nel 2015), di cui € 8.196,12 per la Rivista trimestrale “Santini e Santità” (stampa e spedizione).

L’andamento positivo della gestione, pur con una significativa diminuzione degli associati (37 unità rispetto al 2015)è il risultato di una gestione attenta ad un oculato contenimento delle spese non ritenute essenziali.

In ogni caso, il decremento degli iscritti costituisce un sintomo che non può essere sottovalutato, anzi questo ‘trend’ negativo deve essere tempestivamente contrastato.

Il fattivo impegno che tutti gli associati vorranno assumere per il reperimento di nuove adesioni consentirà di continuare l’attività intrapresa con fiducia e tranquillità, realizzando appieno gli obiettivi istituzionali.

Alla luce di quanto sopra esposto il Consiglio Direttivo sottopone il progetto di rendiconto dell’Associazione all’esame ed all’approvazione degli associati.

Roma 4 luglio 2017 IL CONSIGLIO DIRETTIVO

2 - RELAZIONE DEI REVISORI

I Revisori che nel corso dell’Esercizio hanno preso parte alle riunioni del Consiglio Direttivo – hanno esaminato la Proposta di Rendiconto 2016 approvata dal Consiglio stesso e constatato che il documento presenta un avanzo di Esercizio di € 1.672,40.

Hanno verificato, inoltre, la corrispondenza tra le scritture contabili, il conto corrente postale ed il bollettario delle ricevute, la corretta impostazione dei ricavi e delle spese, la continuità nel tempo dei criteri e dei metodi per la tenuta delle scritture stesse.

Avendo riscontrato l’assoluta regolarità della situazione rappresentata nei documenti esaminati, invitano i soci ad approvare il Rendiconto.

Roma, 14 luglio 2017 I REVISORI

3 - STRALCIO DEL VERBALE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 4 LUGLIO 2017

Il Consiglio Direttivo approva la Proposta di Rendiconto relativo all’anno 2016 e decide di indire, a norma dell’art.9 del vigente Statuto, il Referendum per la sua approvazione da parte degli associati. Il voto dovrà essere espresso in modo palese dai soci maggiorenni in regola con il pagamento della quota sociale 2017.

Le schede (che conterranno un apposito spazio per avanzare proposte ed osservazioni), trasmesse agli aventi diritto, dovranno essere restituite, utilizzando l’apposita busta preindirizzata, entro 40 giorni dalla spedizione della Rivista recante la pubblicazione del rendiconto.

4 - IL RENDICONTO ECONOMICOFINANZIARIO (Prospetto)

5-NOTE INTEGRATIVE E CHIARIMENTI AL RENDICONTO 2016

ENTRATE

1 - ISCRIZIONI: Sono le “quote d’ingresso” versate da sei nuovi soci. Cinque quote sono corrette (3 € ciascuna), una quota è
carente (2,50 €).
2 - QUOTE ASSOCIATIVE: 263 soci hanno versato l’importo previsto di 38,50 € (per un totale di 10.125,50 €); 8 soci hanno
corrisposto quote incomplete di vario importo (per un totale di 279,50 €).
3 - QUOTE ASSOCIATIVE DA ESERCIZIO PRECEDENTE: 1 quota anticipata nel 2015 di competenza 2016 (cfr. Rendiconto 2015)
è stata evidenziata separatamente.
4 - OFFERTE ATTIVE: oltre il cinquanta per cento dei soci ha versato una maggiore contribuzione rispetto all’ammontare della
quota annua.

USCITE
1 - RIVISTA E SPESE POSTALI: Spese di stampa e spedizione della Rivista trimestrale “Santini e Santità”.
L’ammontare della spesa è di € 8.196,12 (cioè: € 4.680,00 più € 3.516,12) riguarda per “competenza” tutti e 4 i numeri della
Rivista, anche se il pagamento di stampa e spedizione del quarto numero 2016 è stato effettuato nel 2017 (come indicato nelle
note 2 e 3 del Prospetto. Di conseguenza i relativi importi sono stati evidenziati nel dettaglio del “saldo finale” come “accertamenti
passivi”.
2 - ALTRE SPESE: Le ulteriori spese, analiticamente dettagliate, ammontanti complessivamente a € 1.685,73, sono quelle consuete
(cancelleria, postali, Tessera annuale, dominio (sito) AICIS, mostre, offerte).
In particolare, la voce “Offerte a Sacerdoti e Missioni” comprende quanto corrisposto per l’utilizzazione di una sala
presso la Chiesa di S.Maria in Campitelli a Roma per le riunioni sociali (170 €) e l’acquisto di 4 casule (paramenti
sacri con i 4 colori liturgici) donate per le Missioni dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

SANTINI E DEVOZIONI

 

DUE SINGOLARI CORONE
di Maria-Teresa Bise Casella

Chiediamoci: solo la nostra corona del rosario, quella che comporta la meditazione dei tre misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, a cui se ne volle aggiungere un quarto intitolato “della luce” (?!), ha avuto il privilegio di una così ampia diffusione? E perché?

Otteniamone la risposta ricordando dapprima che i Romani offrivano fiori e fiori in forma di corona ai loro cittadini che si erano distinti per azioni gloriose o in riconoscenza per i benefici da loro ricevuti.
E riconoscendo poi che anche oggi si offrono fiori per omaggiare persone care nei loro momenti felici (anniversari, cerimonie) o tristi (decessi).

Ammettiamo allora che la Chiesa stabilì di riconoscere che Maria, madre di Gesù, aveva diritto a uno stesso omaggio: a Lei, inoltre, dispensatrice di divine grazie, il diritto di ricevere fiori e fiori in forma di corona e di corona di rose (Rosa Mistica).

Per questo essa promosse la recitazione della corona che è oggi la nostra, la corona del rosario tanto viva nella tradizione popolare. Ma proprio solo a Maria aver concesso in omaggio una corona? No, altri ne beneficiarono, ma in contesti particolari, in forma diversa, in ricordo di situazioni a loro proprie.

Due di questi beneficiati voglio qui menzionare. Il primo me l’ha suggerito un santino sul cui retto si legge una preghiera a Maria affinché liberasse dal purgatorio le anime gementi e aprisse loro le porte del paradiso. E sul cui verso si legge: “Rosario di requiem in suffragio dei defunti”, rosario che novera non le 150 Ave Maria” da noi recitate, ma 150“Requiem aeternam” introdotti, come le nostre “Ave Maria”, da un “Pater noster”, uno però ogni decina; rosario che si conclude con la recitazione di un “De profundis” dopo il “Salve regina”.

Felice omaggio e doveroso tributo ai defunti! Sarà stata promossa questa devozione? Come sarebbe bello e augurabile che lo fosse stata e che vivesse ancora oggi per colmare il doloroso vuoto lasciato dai nostri cari defunti! Una seconda corona forse del tutto ignorata è menzionata negli scritti della clarissa Giovanna Maria della Croce Floriani (1603-1673).

Nel quarto libro delle sue ‘Rivelazioni’ ella riferisce, il 26 luglio 1643, che in un’apparizione Sant’Anna le espresse il suo compiacimento per una corona recitata in commemorazione della sua gioia nell’essere stata eletta a diventare la madre di Maria, una corona che auguro potesse essere recitata
da molti devoti a cui lei avrebbe promesso sicure intercessioni.

Prima di descriverne la recitazione la beata Giovanna (così fu ed è chiamata oggi la venerata clarissa)
precisa che Sant’Anna le aveva segnalato in una precedente apparizione che Dio anticipò la nascita di Maria, tanto forte era il suo desiderio di vedere nata la futura madre di suo figlio, cioè che Dio non rispettò il solito tempo dei nove mesi di attesa, ma lo ridusse a otto e cinque giorni.

Non ho rintracciato la fonte di questa curiosa dichiarazione. La beata Giovanna precisa però che è proprio in memoria di questo anomalo tempo di attesa che la recitazione della corona di Sant’Anna, come lei la chiama, doveva durare otto giorni. La santa gliela aveva infatti descritta così: il primo giorno si doveva recitare 35 “Ave Maria” e gli altri sette 30 e sempre si doveva commemorare il tempo in cui Maria era restata nel seno materno e la gioia che aveva provato sua madre non solo nell’averla partorita e allattata, ma unicamente nell’essere stata sua madre. [1]

Ignoro se questa corona che avrebbe comportato 245 “Ave Maria” (35 il primo giorno e 210 gli altri sette) fu soltanto rivelata alla beata Giovanna, se fu da lei praticata, da lei promossa o se, in assenza di una precisa indicazione di come recitarla, non poté esserlo.

Mi limito perciò a evocarla. Rileviamo comunque che la recita della corona è una devozione ampiamente professata, prova ne sono anche queste due corone poco note, quella di “requiem” e quella di Sant’Anna.

[1] Giovanna Maria della Croce “Rivelazioni”, SISMEL, edizioni del Galluzzo, libro IV, cap.XVI, cc. 42-43.

 

 

 

I SANTINI DI “LE CELLE” IN CORTONA
di Attilio Gardini

Il Monastero de “Le Celle” è uno dei primi insediamenti francescani scelto e voluto nel 1211 dallo stesso San Francesco, che vi fece ritorno solo nel 1226 prima di morire. Il Monastero è costruito all’interno di una stretta valle alle spalle di Cortona (AR), in posizione elevata a cavallo di un torrente scosceso.

Le abitazioni dei frati e le altre strutture di comunità sono disposti a gradoni su entrambi i versanti della valle. Si tratta di un posto estremamente suggestivo incastonato in un luogo che ne accentua fortemente la spiritualità.

Fu qui nella località chiamata sin da allora con il toponimo “Celle”, alle falde del monte Sant’Egidio che S. Francesco, frate Elia, il B. Guido, il B. Vito dei Viti ed altri seguaci del santo costruirono le prime nove celle.

Frate Elia, dopo la morte di Francesco, si ritirò a Cortona nel 1239 e, terminato il progetto della chiesa di San Francesco ad Assisi, per mandato del Papa Gregorio IX, che aveva santificato Francesco un anno e mezzo dopo la morte, apportò all’eremo notevoli restauri.
Il 30 settembre 1927 il Ministro della Pubblica Istruzione ha dichiarato il convento e il bosco dei lecci Monumento nazionale.

Attualmente il luogo è abitato da una fraternità di alcuni frati che continuano nel tempo l’esperienza di preghiera ereditata da San Francesco.

L’Oratorio di San Franceschino, (da non confondere con il primitivo oratorio all’interno dell’Eremo) è situato a fianco il cancello di ingresso del santuario, fu assegnata ai Cappuccini nel 1785 ed era già sede della Compagnia di San Francesco.
É a navata unica e all’interno conserva alle pareti delle tele di recente fattura raffiguranti la vita di San Francesco. Il Convento può ospitare all’interno giovani in ricerca vocazionale con l’impegno di partecipare a tutta la vita della fraternità.

La vita quotidiana ruota attorno a impegni di preparazione, intellettuale, lavori di mantenimento dell’ambiente che richiede non poca cura. apostolato all’esterno, giardinaggio, coltivazione dell’orto, produzione di icone, accoglienza di quanti ricercano assistenza sacerdotale, accoglienza di ospiti bisognosi, ospitalità a persone che vogliono condividere la vita di preghiera con i frati.

Padre Natanaele Theuma è il rettore del Santuario Ss.mo Crocifisso del Soccorso. «In questi giorni - spiega - sono stati numerosi i pellegrini che sono giunti in questo luogo di silenzio e di preghiera a meditare sulla realtà della Croce.
Una realtà che tocca la nostra esistenza non solo nella sofferenza, ma in ogni suo aspetto. Con la Croce Dio ha scelto di farsi debole, ha portato una rivoluzione nei nostri modi di pensare, di agire, di relazionarci».

Pr. “Eremo Le Celle, CORTONA AR”, R: “San Francesco d’Assisi (1181 – 1226), Stampa fotografica,
con margine e angoli retti. Privo di bordo, Icona scritta da fra Natanaele Theuma. V: Referenze e didascalia in 5 lingue. “S. Francesco l’uomo del Vangelo”. Proprietà artistica riservata. Opera contemporanea. Dimensioni: 150x105 vel (120x80) vel115x65 mm.


Il Convento di santa Chiara fu costruito per accogliere la Comunità delle Suore Clarisse francescane che si era stabilita a Cortona sin dal 1225, vivente San Francesco, in un romitorio in località Marignano, oggi Contesse. Lo stile vasariano è ben riconoscibile nella grande aula di ingresso e nella chiesa che si trova a destra della suddetta aula. La chiesa è un ambiente molto suggestivo. L’altare maggiore che la divide in due parti è uno scenario in legno scolpito e dorato di Stefano Fabbrucci.

Pr. “Oratorio di San Franceschino, CORTONA AR”, R: “San Francesco d’Assisi (1181 – 1226), Stampa fotografica, con margine e angoli retti. Privo di bordo, Tempera su tavol di Laura Bartolini: Referenze e didascalia in 5 lingue. “S. Francesco celebra il primo presepe a Greccio, Proprietà artistica riservata. Opera contemporanea.Dimensioni: 150x105 vel (120x80) vel 115x65 mm.

 

 

LETTERA APOSTOLICA “MARIOREM HAD DILECTIONEM”

Papa Francesco, con il Motu proprio ‘Maiorem hac dilectionem’ sull’offerta della vita, amplia la strada per la beatificazione nei confronti di quei cristiani che hanno offerto la loro vita senza essere martiri, introducendo in questo modo una quarta via alle tre canoniche per arrivare alla beatificazione.
“Papa Francesco ha aperto la via alla beatificazione di quei fedeli che, spinti dalla carità, hanno offerto
eroicamente la propria vita per il prossimo accettando liberamente e volontariamente una morte certa e prematura con l’intento di seguire Gesù: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”, sintetizza l’Osservatore Romano spiegando il succo della Lettera Apostolica del Papa.

“Il concetto classico di martirio - ricorda il quotidiano della Santa Sede - comprende: l’accettazione volontaria della morte violenta per amore di Cristo, da parte della vittima; l’odium del persecutore per la fede, o per un’altra virtù cristiana; la mitezza e il perdono della vittima che imita l’esempio di Gesù, il quale sulla croce invocò la misericordia del Padre per i suoi uccisori.
La via delle virtù eroiche, esercitate ‘speditamente, prontamente, piacevolmente e sopra il comune
modo di agire, per un fine soprannaturale’ (Benedetto XIV) e per un congruo periodo di
tempo, ossia fino a farle diventare un modo abituale di essere e di agire conforme al Vangelo”.

LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI «MOTU PROPRIO»
DEL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO
“MAIOREM HAC DILECTIONEM” SULL’OFFERTA DELLA VITA (11.07.2017)

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15, 13).

Sono degni di speciale considerazione ed onore quei cristiani che, seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo proposito.
È certo che l’eroica offerta della vita, suggerita e sostenuta dalla carità, esprime una vera, piena ed esemplare imitazione di Cristo e, pertanto, è meritevole di quella ammirazione che la comunità dei fedeli è solita riservare a coloro che volontariamente hanno accettato il martirio di sangue o hanno esercitato in grado eroico le virtù cristiane.
Con il conforto del parere favorevole espresso dalla Congregazione delle Cause dei Santi, che nella Sessione Plenaria del 27 settembre 2016 ha attentamente studiato se questi cristiani meritino la beatificazione, stabilisco che siano osservate le norme seguenti:

Art. 1 - L’offerta della vita è una nuova fattispecie dell’iter di beatificazione e canonizzazione, distinta dalle fattispecie suldelle virtù.

Art. 2 - L’offerta della vita, affinché sia valida ed efficace per la beatificazione di un Servo di Dio, deve

a) offerta libera e volontaria della vita ed eroica accettazione propter caritatem di una morte certa e a breve t
b) nesso tra l’offerta della vita e la morte prematur
c) esercizio, almeno in grado ordinario, delle virtù cristiane prima dell’offerta della vita e, poi, fino alla morte;
d) esistenza della fama di santità e di segni, almeno dopo la morte;
e) necessità del miracolo per la beatificazione, avvenuto
dopo la morte del Servo di Dio e per sua
intercessione.

Art. 3 - La celebrazione dell’Inchiesta diocesana o eparchiale e la relativa Positio sono regolate dalla Costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister del 25 gennaio 1983, in Acta Apostolicae Sedis Vol. LXXV (1983, 349-355), e dalle Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis facendis in Causis Sanctorum del 7 febbraio dello stesso anno, in Acta Apostolicae Sedis Vol. LXXV (1983, 396-

Art. 4 - La Positio sull’offerta della vita deve rispondere al dubium: An constet de heroica oblatione vitae usque ad mortem propter caritatem necnon de virtutibus christianis, saltem in gradu ordinario, in casu et ad effectum de quo agitur.

Art. 5 - Gli articoli seguenti della citata Costituzione Apostolica sono così modificati:

Art. 1: “Ai Vescovi diocesani, agli Eparchi e a quanti ad essi sono equiparati dal diritto, nell’ambito della loro giurisdizione, sia d’ufficio, sia ad istanza dei singoli fedeli o di legittime associazioni e dei loro rappresentanti, compete il diritto di investigare circa la vita, le virtù, l’offerta della vita o il martirio e la fama di santità, di offerta della vita o di martirio, sui presunti miracoli, ed eventualmente, sul culto antico del Servo di Dio, di cui si chiede la canonizzazione”.

Art. 2,5: “L’Inchiesta sui presunti miracoli si faccia separatamente da quella sulle virtù, sull’offerta della vita o sul martirio”.

Art. 7,1: “studiare le cause loro affidate con i collaboratori esterni e preparare le Positiones sulle virtù, sull’offerta della vita o sul martirio”.

Art. 13,2: “Se il Congresso giudicherà che la causa è stata istruita secondo le norme di legge, stabilirà di affidarla a uno dei Relatori; il Relatore, a sua volta, aiutato da un collaboratore esterno, farà la Positio sulle virtù, sull’offerta della vita o sul martirio, secondo le regole della critica agiografica”.

Art. 6 - Gli articoli seguenti delle citate Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis facendis in Causis Sanctorum sono così modificati:

Art. 7: “La causa può essere recente o antica; è detta recente, se il martirio, le virtù o l’offerta della vita del Servo di Dio possono essere provati attraverso le deposizioni orali di testimoni oculari; è detta antica quando le prove relative al martirio o le virtù possono essere desunte soltanto da fonti scritte”.

Art. 10,1°: “nelle cause sia recenti che antiche, una biografia di un certo valore storico sul Servo di Dio, se esiste, o, in mancanza di questa, un’accurata relazione cronologica sulla vita e le attività del Servo di Dio, sulle virtù o sull’offerta della vita o sul martirio, sulla fama di santità e di miracoli, senza omettere ciò che pare contrario o meno favorevole alla causa stessa”.

Art. 10,3°: “solo nelle cause recenti, un elenco delle persone che possono contribuire a esplorare la verità sulle virtù o sull’offerta della vitao sul martirio del Servo di Dio, come pure sulla fama di santità e di miracoli, oppure impugnarla”. Art. 15,a: “Ricevuta la relazione, il Vescovo consegni al promotore di giustizia o ad un altro esperto tutto ciò che è stato acquisito fino a quel momento, affinché possa preparare gli interrogatori utili ad indagare e mettere in luce la verità circa la vita, le virtù, l’offerta della vita o il martirio, la fama di santità, di offerta della vita o di martirio del Servo di Dio”.

Art. 15,b: “Nelle cause antiche gli interrogatori riguardino soltanto la fama di santità, di offerta della vita o di martirio ancora presente e, se è il caso, il culto reso al Servo di Dio in tempi più recenti”.

Art. 19: “A provare il martirio, l’esercizio delle virtù o l’offerta
della vita e la fama dei miracoli di un Servo di Dio che sia appartenuto
a qualche istituto di vita consacrata, i testimoni presentati
devono essere, in parte notevole, estranei; a meno che
ciò sia impossibile, a motivo della particolare vita del Servo
di Dio”.

Art. 32: “L’inchiesta sui miracoli dev’essere istruita separatamente dall’inchiesta sulle virtù o sull’offerta della vita o sul martirio e si svolga secondo le norme che seguono”.

Art. 36: “Sono proibite nelle chiese le celebrazioni di qualunque genere o i panegirici sui Servi di Dio, la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame. Ma anche fuori della chiesa bisogna astenersi da quegli atti che potrebbero indurre i fedeli a ritenere a torto che l’inchiesta, fatta dal vescovo sulla vita e sulle virtù, sul martirio o sull’offerta della vita del Servo di Dio, comporti la certezza della futura canonizzazione dello stesso Servo di Dio”.

Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera Apostolica in forma diMotu proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga promulgato mediante la pubblicazione sul quotidiano “L’Osservatore Romano”, entrando in vigore il giorno stesso della promulgazione e che, successivamente, sia inserito in Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 11 luglio, quinto del Nostro Pontificato.

FRANCESCO


 

 

L’aspetto fiabesco nelle immaginette sacre

GESÙ BAMBINO
di Orietta Palmucci

Non c’è, credo, festa religiosa che evochi in noi ricordi più dolci e cari del Natale.
La storia della nascita di Gesù ha davvero l’incanto di una fiaba ed è appunto quest’atmosfera magica che l’uomo ha sempre cercato di riprodurre: nel presepio come bei Bambinelli di cera riccamente vestiti, nelle cartoline come nelle immaginette sacre o nelle letterine di Natale. I santini che ho scelto per le illustrazioni vanno all’incirca dal 1850 al 1940 ed è interessante seguire la tecnica usata nelle varie epoche per rendere al meglio la divina bellezza e l’amore di Gesù Bambino.

Nel 1800 si usava ancora, specie nei conventi, creare dei manufatti: vere e proprie opere d’arte e d’infinita pazienza. Si intagliava la carta ad imitazione di un pizzo e su di esso si applicava un’immagine sacra, spesso un Bambinello dall’aureola in stagnola e dal vestitino o portainfante ornato con perline o altre decorazioni.
La bellezza del vestitino e la ricercatezza dell’intaglio sono un omaggio alla divinità del piccolo Gesù, che, come tutti i bambini, ci sorride teneramente col suo vestito paffuto, anche se dai lineamenti sembra più grande di un neonato. Ognuna di queste immagini si può dire un pezzo veramente unico ed io, pensando a come sia miracolosamente giunta intatta fino a noi, cerco di immaginare la persona che l’ha realizzata, la sua scatola di ritagli di stoffa e paillettes, le forbicine per l’intaglio, ecc.
Sul retro del manufatto non c’è alcuna preghiera stampata, quindi il messaggio d’amore di Gesù Bambinoè tutto affidato alla bellezza di un’immagine, a quella suggestiva e irrepetibile bellezza che tocca anche oggi i nostri cuori.


Con il passare del tempo i manufatti divennero sempre più rari, ma si stamparono dei bei santini dal
fondo traforato a merletto con una delicata siderografia al centro, spesso acquarellata a mano.
Tale immagine venne poi stampata in cromolitografia, mentre più appariscente divenne la cornice merlettata, con motivi sovraimpressi in oro. 0Nell’800 il merletto in carta era assai ricercato anche nella vita quotidiana, ad esempio come ornamento per il caminetto o per confezionare dolci.
Lo stesso Hans Christian Andersen (1805-1875) si divertiva ad intagliare nella carta i personaggi delle sue favole, così come Lunella, una bimba nata dalla fantasia di Gabriele D’Annunzio (1863-1938) e soprannominata“forbicicchia”.

Oggi purtroppo la fretta soffoca la fantasia, in Italia solo i bambini si divertono ancora a ritagliare tovagliette d’argento con l’involucro di alcune sigarette, o candidi cristalli di neve.
Un secolo fa la gente aveva più tempo per parlare, ascoltare, immaginare.
Il periodo dell’Avvento non era scandito dai ritmi frenetici dello ‘shopping’, ma vissuto intimamente con fede e poesia.

Molte immaginette erano dedicate alla parte che ciascuno doveva interpretare “alla corte del Re Gesù” nei quindici giorni che precedono la Sua nascita. Ogni giorno era dedicato a un personaggio o ad un oggetto ed alla relativa virtù da esercitare. Queste erano le parti: gli Angeli, i pastori che si recano a Betlemme, la stalla, la paglia, la mangiatoia, i doni dei pastori, il bue, l’asino, la Santa vergine, la stella cometa, i tre Re Magi, la mirra, l’incenso, l’oro, San Giuseppe.

Altri santini insegnavano come preparare nel cuore il corredino a Gesù: a seconda dei pezzi (le fasce, la camiciola, ecc.) veniva indicata una buona azione da compiere. Certo il piccolo Gesù era atteso con gioia anche perché, non essendo ancora conosciuto Babbo Natale, era Lui a portare i regali a tutti i bambini buoni e a leggere le loro letterine, come testimoniano antiche immaginette piene di poesia.

Agli inizi del ‘900 un vento di nuova e squisita bellezza investì anche il mondo delle immaginette in cromolito: è il trionfo del Liberty con i suoi inconfondibili motivi floreali, le eleganti sagomature, gli sfondi dorati o dai colori accesi…
E ancor più fiabeschi divennero i santini negli anni ’30, quando a disegnarli furono celebri illustratori di libri o cartoline quali Marina Battigelli (1896-1979) o Giovanni Meschini (1888-1977).


Dalle riviste di moda, soprattutto francesi, una nuova tecnica si era imposta nella grafica europea: il “pochoir”, cioè la coloritura a mano mediante stampini ritagliati all’interno. Nel suo laboratorio “Ars Nova” G.Meschini rimase l’ultimo e il più proficuo artista ad usare questa tecnica, apprezzato sia in Francia, per la quale produsse appositi esemplari, sia in America, dove lo stesso Walt Disney (1901-1966), nella colorazione dei fotogrammi di Cenerentola, venne influenzato dal suo stile.
Madonne e Bambinelli dolcissimi, sullo sfondo di luminose fioriture, sono messi in risalto dalle tinte pure e brillanti degli abiti o dei cieli notturni.


Nello stesso periodo l’editore Muller pubblicava libri per bambini, cartoline e immaginette, che vengono ancora oggi ristampati, illustrati da Ida Bohatta (1900-1992) [IBM] (Foto: Fuga in Egitto della Sacra Famiglia). Il suo è il mondo ingenuo e meraviglioso dei piccoli, dove tutto si anima, dalla bambola al fiocco di neve, alla stellina, è un mondo popolato da fate e angioletti, dove ogni scena è disegnata con la massima cura del particolare ed ha le calde tonalità dei colori pastello.


Anche se nel mondo dei collezionisti queste immagini sono poco ricercate, a me sono particolarmente care perché guardandole viene voglia di entrarci dentro; ed è questo, credo, lo scopo principale di qualsiasi immagine natalizia o di un presepio: il trasmettere con amore, immediatezza e poesia tutto l’incanto e la gioia che si prova stando vicini a Gesù.

 

 

S. Gaetano Thiene nel QuintoCent.rio dell’incontro con il Divino Infante

 

IL CULTO NELLA DEVOZIONE DEI SANTINI
Il Santo e gli altri

 

di Vincenza Musardo Talò

 

Pur se rari, non è difficile accostare alcuni santini che effigiano San Gaetano in compagnia di altri santi e beati, come la venerabile Orsola Benincasa (1547-1618), fondatrice delle Oblate e delle Romite teatine, ambedue coinvolti nella visione della Vergine col Bambino, o con altri fondatori dei nuovi Ordini della Riforma e del suo stesso Ordine, in specie Sant’Andrea Avellino (1521-1608) e il Beato Giovanni Marinoni (1490-1562).

Rari sono i santini che lo mostrano anche con i Santi dell’Ordine Serafico, Sant’Antonio e San Francesco soprattutto. Tanto, perché il suo tempo e nel seguito anche i suoi devoti lo hanno tenuto come il San Francesco dell’età moderna; e se è pur vero che egli non ebbe il dono materiale delle stimmate, tuttavia, portò impresse nel cuore tutte le sante piaghe del Crocifisso.
Ad accomunarlo all’Assisiate fu anche il suo radicale legame a Madonna Povertà, che lo portò a ricercare la povertà nella povertà; proverbiali sono alcuni suoi atteggiamenti estremi, come il proibire ai confratelli di elemosinare o accettare per il convento quanto potesse blandire o delegittimare il rigore della regolare osservanza di questo voto religioso.

Nel chiudere questo excursus tematico dei santini, non sfugge, invece, il silenzio iconografico o il tiepido interesse circa il suo instancabile operare fra i poveri, gli orfani, i carcerati, gli incurabili o la lotta contro l’eresia e il decadimento del clero, anche se proprio in tutto questo San Gaetano si spese intensamente, soprattutto negli anni napoletani (1533- 1547), fino ad alienare le sue povere energie fisiche, potenziate all’inverosimile solo dal fuoco della carità apostolica.
Rifiutò la contemplazione solitaria e il silenzio dell’eremo, che avrebbero nociuto ai suoi progetti di riforma integrale del sociale; una riforma che volle attuare dalla base, andando alla ricerca di più anime possibili da guadagnare salvezza. E comunque, era il suo cuore, con la sua intima e perenne preghiera, il tempio più bello per la contemplazione costante dell’ineffabile.

Questo suo attivismo, speso nelle chiese, all’altare e sul pulpito, come nelle piazze e per le strade, nei lazzaretti e negli ospedali, alle grate delle clausure e nei conventi, nei tuguri e nei luoghi di perdizione, non trova spazio nell’iconografia popolare, forse perché difettosa difettò la divulgazione di tale e tanto apostolato.

Più che i santini, saranno i dipinti e soprattutto i disegni a incisione a connotare questi ultimi aspetti del suo apostolico agito. E poiché l’attenzione di questa ricerca è volta soprattutto a indagare fondamentalmente la fortuna iconografica del Santo e il Bambinello nei santini, vale la pena rimarcare che tale scelta si legittima e si giustifica nel fatto che la pietà popolare costantemente ha mostrato di prediligere e ricercare simile tipologia figurativa, che inneggia a San Gaetano come il Santo dei miracoli e della provvidenza, senza mai disgiungerlo dal divino Infante, il Dio-Bambino, che niente può negare a quanti lo invocano tramite il patrocinio potente di Gaetano, il santo a cui si offrì, facendogli il dono di averlo tra le braccia, nel prodigio del Natale del 1517.

E’ dunque questa la ricca famiglia di santini che con la sua massiccia produzione attesta l’itinerario storico meglio documentato del suo culto e il legame filiale con suoi devoti. (continua)



[Fonte: Estratto da “Regnum Dei – Collectanea
Theatina” – Anno LXVIII (2012) pagg.143-146]

 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

7 LUGLIO 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI

Il 7 luglio 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza S.E. Rev.ma il Signor Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Nel corso dell’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti decreti riguardanti:

3 NUOVI CANDIDATI ALLA BEATIFICAZIONE

1-Il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Anna Chrzanowska, laica, per la quale verrà quanto prima stabilita la data della cerimonia di beatificazione.

1 - ANNA CHRZANOWSKA (1902-1973)
Hanna Helena Chrzanowska, nasce a Varsavia in Polonia il 7 ottobre 1902, da famiglia in parte cattolica, in parte protestante. Durante la rivoluzione russa si prende cura dei soldati feriti e comprese che quella doveva essere la sua missione: nel 1929 inizia gli studi da infermiera, approfonditi in Francia e al seguito della Croce Rossa americana.
Nel 1937 contribuisce a fondare l’associazione delle infermiere cattoliche polacche.
Nel corso della seconda guerra mondiale organizza un servizio infermieristico a domicilio e aiuta in vario modo i rifugiati. Terminato il conflitto, si occupa di una casa di cura dove, oltre alle questioni amministrative, segue personalmente gli ospiti, a fianco delle allieve infermiere.
Malata di cancro, muore il 29 aprile 1973 a Cracovia. (Fonte: www.santiebeati.it)

2 - Il Martirio dei seguenti servi di Dio uccisi in odio alla Fede, beatificati il giorno 8 settembre 2017 da Papa Francesco a Villavicencio in Colombia.

2 - Beato JESUS EMILIO JARAMILLO MONSALVE (1916-1989)
Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, nasce il 16 febbraio 1916 a Santo Domingo, nella provincia di Antioquia e in diocesi di Medellin. Entra nel 1929 nel Seminario dell’Istituto delle Missioni Estere di Yarumal. Il 1° settembre 1940 è ordinato sacerdote; si dedica a lungo all’insegnamento, prima ai novizi del suo Istituto, poi nel Collegio Ferrini di Medellin.
L’11 novembre 1970 è nominato Vicario Apostolico di Arauca e il 10 gennaio 1971 è ordinato vescovo, ma compie la presa di possesso il 21 settembre 1984.
La sua preoccupazione più grande è di affermare l’autenticità del Vangelo. Crea delle istituzioni proprio per i contadini e per gli indios, oltre a dare vita ad un ospedale. Mons. Jaramillo è calunniato in diverse occasioni, e si cerca di screditarlo proprio per il lavoro e le attività che fa sia a livello sociale che a livello umano.
Prende pubblicamente posizione contro la guerriglia portata avanti dall’Esercito di Liberazione Nazionale, d’impronta comunista: per questo motivo, il 2 ottobre 1989, viene sequestrato insieme a un seminarista, alla propria segretaria e a tre sacerdoti; sono poi tutti rilasciati, tranne lui e padre Helmer Muñoz. I due prigionieri vengono separati e al prete viene detto di tornare sul posto l’indomani mattina.
Quando si ripresenta, trova il cadavere di Jaramillo con diverse ferite da arma da fuoco e senza la croce e l’anello episcopale.
Monsignor Jaramillo è stato beatificato l’8 settembre 2017 a Villavicencio, da Papa Francesco, durante il viaggio apostolico in Colombia. La sua memoria liturgica è fissata al 3 ottobre, giorno della sua nascita al Cielo.

3 - Beato PIETRO MARIA RAMIREZ RAMOS (1899-1948)
Pedro María nasce il 23 ottobre 1899 in Columbia, a La Plata presso Huila. E’ ordinato sacerdote nel 1931. Riceve il mandato di parroco di Chaparral, poi di Cunday e poi di Fresno. E’ parroco di Armero-Tolima nel 1948 quando viene ucciso Jorge Eliecer Gaitán, candidato del partito liberale alle elezioni presidenziali.
Un’ondata di violenza esplode in tutta la Colombia e lo stesso padre Pedro ne fa le spese: circola, infatti, la voce che sia dalla parte dei conservatori, come tutti gli esponenti della Chiesa cattolica.
Messo in salvo dalle suore Mercedarie Eucaristiche, decide volontariamente di non mettersi in salvo nottetempo. Dopo che un folto grup po di sostenitori liberali di Armero-Tolima profana la chiesa e il convento delle suore, la folla inizia a gridare di consegnare il sacerdote poiché ritenuto «un conservatore fanatico e pericoloso»: le religiose sono fuggite e lui, rimasto solo, viene trascinato fuori, linciato e accoltellato a colpi di machete.
È il 10 aprile 1948 ed ha 68 anni. Poco prima aveva scritto il suo testamento spirituale, nel quale dichiara di voler versare il suo sangue per il popolo di Armero. Padre Pietro Maria è stato beatificato da papa Francesco l’8 settembre 2017 a Villavicencio, durante il viaggio apostolico in Colombia.
La sua memoria liturgica è fissata al 24 ottobre, giorno del suo Battesimo al Cielo.

B - CINQUE NUOVI VENERABILI

Sono stati promulgati 5 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.


1 - Ven. Servo di Dio ISMAELE PERDOMO (1872-1950)
Pedro Ismael nasce in Colombia, a Gigante (Huila) il 22 febbraio 1872. Entra nel seminario di Bogotà nel 1889. Dal 1895 studia teologia presso il Pio Collegio Latinoamericano di Roma laureandosi nel 1897. E’ ordinato sacerdote il 19.12.1896. Torna a Neiva nel 1899. E’ vice cancelliere del Seminario di Garzón (Huila), quindi cancelliere della diocesi di Tolima.
Nel 1903 è nominato vescovo di Ibagué. Dal 1908 al 1919 è Segretario della Conferenza episcopale a Bogotá e vescovo ausiliare con diritto di successione di Mons.Bernardo Herrera Restrepo, Arcivescovo di Bogotá. Con la morte di questi, il 2.1.1928, Mons. Perdomo diviene Primate di Colombia.
Nonostante le forti tensioni politiche e sociali del tempo, svolge un lavoro pastorale il cui scopo è rafforzare la fede, aumentare la cultura religiosa, promuovere i valori cristiani, la cura dei più poveri e la riconciliazione degli animi divisi. Intraprende la costruzione del Seminario Maggiore e fonda la Scuola Apostolica di San Benito Sibate.
A causa dei disordini del 9.4.1948, il Palazzo Arcivescovile, la Curia, sono saccheggiati e distrutti.
Con sentimenti di rassegnazione eroica, mostra grande fiducia in Dio; perdona i suoi nemici e persecutori, e si spegne nella pace del Signore il 3 giugno 1950.

2 - Ven. Servo di Dio LUIGI KOSIBA (1855-1939)
Luigi nasce il 29 giugno 1855 a Libusza, diocesi di Tarnów (Polonia), da poveri genitori contadini, ma ferventi cristiani. Dopo aver appreso il mestiere di calzolaio, nel 1878 entra tra i Frati Minori di Jaroslaw. Trasferito per il noviziato a Wieliczka, attuale Provincia di Santa Maria degli Angeli di Polonia, vi trascorre tutta la sua vita nelle umili mansioni di calzolaio, ortolano, infermiere e incaricato dell’accoglienza dei poveri. M
M a Fratel Luigi si santifica soprattutto esercitando in continuità il delicato incarico di questuante. Nel passare di porta in porta, edifica tutti con la sua umiltà e la sua francescana letizia. Annuncia la parola del Vangelo, istruisce nella verità della fede, distribuisce la buona stampa, rincuora gli ammalati, allieta i bambini. Circondato da vasta fama di santità muore a Wieliczka (Polonia) il 4 gennaio 1939, di ritorno dall’ultimo giro di questua.

3 - Ven. Serva di Dio PAOLA DI GESÙ GIL CANO (1849-1913)
Paola nasce a Vera (Spagna) il 2 febbraio 1849. Nel 1880 fonda in Murcia la Congregazione delle Suore Francescane della Purissima Concezione. E’ una donna semplice, povera di risorse umane, debole nel fisico, ma forte nello spirito e ricca di straordinaria carità.
Attraverso l’istituzione di molteplici opere assistenziali sa comunicare alle sue figlie spirituali la passione per Cristo povero e per i suoi poveri. Sostenuta dalla preghiera, sempre serena, mite, prudente, ancorata in Dio, si definisce “povera e ed umile figlia di San Francesco d’Assisi” e considera l’Istituto da lei fondato, un “piccolo gregge francescano”.
Nel 1912, esautorata dal governo dell’Istituto, è emarginata per la malattia e l’incomprensione, ma tutto perdona con eroica carità. Muore a Murcia il 18 gennaio 1913.

4 - Ven- Serva di Dio MARIA ELISABETTA MAZZA (1886-1950)
Maria Elisabetta nasce a Martinengo (BG) il 21 gennaio 1886. Nel 1904 aderisce al Terz’Ordine di San Francesco d’Assisi. A partire dal 1911 è insegnante elementare nella scuola pubblica. Nell’ambito dell’educazione dei ragazzi e nella relazione con le loro famiglie, agisce per diffondere la parola di Dio e i princìpi della morale cattolica.
A tal fine fonda una nuova istituzione religiosa che chiama Piccole Apostole della Scuola Cristiana, i cui membri esercitano come vocazione propria l’opera di misericordia dell’insegnamento, ma inseriti nell’attività della scuola pubblica. La Serva di Dio ha particolare attenzione agli alunni delle famiglie più povere, a quelli bisognosi di sostegno e a quelli con difficoltà psico-fisiche. Maria Elisabetta Mazza muore a Bergamo il 29 agosto 1950.

5 - Ven. Serva di Dio MARIA CROCIFISSA DELL’AMORE DIVINO (1892-1973)
Maria Gargani nasce a Morra De Sanctis (Avellino) il 23 dicembre 1892, da una influente famiglia del luogo. Riceve l’istruzione primaria in famiglia poi ad Avellino, ospite di uno zio, conseguendo il diploma magistrale nel 1913. La sua carriera di maestra si svolge a S. Marco la Catola (1913-1928), a Volturara Appula (FG) (1928-1945) ed a Napoli, dal 1946 all’età della pensione.
Nel 1915 viene presentata a Padre Pio che l’accoglie tra le sue figlie spirituali e che la incoraggia a fondare una nuova congregazione. Il 21.4.1936 a Volturara Appula, Mons.Giuseppe Di Girolamo insedia personalmente la nuova comunità le “Apostole del Sacro Cuore”.
Maria pronuncia i voti con il nome di Maria Crocifissa dell’Amore Divino. Tra il 1936 e il 1944, definisce gli scopi della Fondazione: apostolato parrocchiale, istruzione catechistica, diffusione della buona stampa, istituzione di scuole materne per i bambini e professionali per le ragazze, doposcuola. Nel 1945 trasferisce la sede della Congregazione a Napoli per favorire le vocazioni e e questa diviene di diritto diocesano; il 12 marzo 1963 diviene di diritto pontificio con fondazioni di case nel centro-sud Italia e in Africa.
Tutto ciò non distoglie la fondatrice dalla contemplazione del S.Cuore di Gesù e delle sue misericordie, raggiungendo un alto grado di perfezione in un costante impegno quotidiano.
Mistica della Croce, trasmette alle sue figlie questi insegnamenti (lett. circ. n. 33/ marzo 1948) “… Sappiamoci immolare per la gloria di Dio, affrontando i disagi, compiendo ogni sacrificio, adattandoci in quei posti disagiati, dove saremo chiamate per andare in aiuto di anime emarginate”.
Muore a Napoli il 23 maggio 1973.

 

Cerimonie di Beatificazione e Canonizzazione

Mese di Ottobre

1 - Venerabile Servo di Dio ARSENIO DA TRIGOLO. La cerimonia di Beatificazione avverrà il 7 ottobre 2017 nel Duomo di Milano (Italia) presieduta dal cardinale Angelo Amato.

2 - Beati ANDREA DE SOVERAL; AMBROGIO FRANCESCO FERRO; MATTEO MOREIRA e 27 COMPAGNI; CRISTOFORO, ANTONIO e GIOVANNI; FAUSTINO MIGUEZ; ANGELO DA ACRI
. La cerimonia di Canonizzazione avverrà il 15 ottobre 2017 in Piazza San Pietro a Roma (Italia) presieduta da Papa Francesco.

3 - Venerabili Servi di Dio MATEU CASALS MAS, TEOFILO CASAJUS ALDUAN, FERRAN SAPERAS ALUJA e 106 COMPAGNI. La cerimonia di Beatificazione avverrà il 21 ottobre 2017 nella Cattedrale della Sacra Famiglia a Barcellona (Spagna), presieduta dal cardinale Angelo Amato.

4 -Venerabile Servo di Dio GIOVANNI SCHIAVO. La cerimonia di Beatificazione è prevista per il 28 ottobre 2017 nel Pavilhões da Festa da Uva, Caxias do Sul (Brazil) presieduta dal cardinale Angelo Amato.


Mese di Novembre

1 - Venerabile Servo di Dio RANI MARIA VATTALIL La cerimonia di Beatificazione è prevista per il 4 novembre 2017 al Saint Paul Institute of Professional Studies, Indore (India), e sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato

2 - Venerabili Servi di Dio VINCENZO QUERALT LLORET e 20 COMPAGNI e GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ SANCHEZ e 38 COMPAGNI. La cerimonia di Beatificazione è prevista per l’11 novembre 2017 nel Palazzo Vistalegre Arena, Carabanchel, Madrid (Spagna)) e sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato.

 

 

NOTIZIE DAL MONDO

1937 - 27 SETTEMBRE - 2017: 80° ANN.RIO DELLA PRIMA STAMPA DELLE IMMAGINI DI GESÙ MISERICORDIOSO.


ll 27 settembre 2017 è stata la ricorrenza dell’80° anniversario da quando nella stamperia di J. Cebulski a Cracovia in via ul. Szewska 22 furono stampate, in presenza di Suor Faustina, le prime immagini nel mondo di Gesù Misericordioso con la scritta: “Gesù confido in Te”.

Oggi “Gesù Misericordioso” è il santino e l’immagine sacra tra i più diffusi nel mondo. Per commemorare questo evento, con un’apposita cerimonia, sulla casa dove si trovava la stamperia è stata posta una targa commemorativa, disegnata ed eseguita dallo scultore Piotr Idzi.
In tale occasione, il metropolita di Cracovia, mons Marek J draszewski, ha svelato e benedetto la targa commemorativa pronunciando un breve discorso. L’Arcivescovo ha sottolineato che la cerimonia è una delle tappe della proclamazione della verità sulla Misericordia Divina che cominciò con la stampa delle immaginette di Gesù Misericordioso.
Ha ricordato che il 28 settembre per le strade di molte città della Polonia e del mondo i fedeli pregavano, soprattutto nelle intenzioni che il Papa Francesco aveva indicato per quest’anno. “Preghiamo per la pace nel mondo, specialmente in Medio Oriente, ma anche per la pace nei nostri cuori”.



1927 - 5 NOVEMBRE - 2017: 90° ANN.RIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA A SAMBUCHETO DI MONTECASSIANO (MC)

ll socio Giovanni Bordi ha trasmesso per tutti i soci l’unita immaginetta di Santa Teresa del Bambino Gesù, riproduzione di un santino (Biglietto pasquale dell’Anno 1929) stampato nel 1929 dall’allora parroco della Chiesa di Sambucheto, Don Pietro Medici, in onore della Santa Patrona della Parrocchia (diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Treia).

La stampa del santino è stata offerta dal parrocchiano Enrico Marconi per contribuire alle celebrazioni del 90° di costruzione della Chiesa parrocchiale di Sambucheto. L’amministrazione comunale ha supportato i festeggiamenti che sono stati arricchiti con il 50° di sacerdozio dell’attuale parroco Don Quinto Farabolini. Sambucheto nasce nel 1886 con l’insediamento di case rurali in un territorio a carattere agricolo.
Solo nel 1927 inizia il cantiere per costruire la Chiesa che viene consacrata il 5 novembre 1927 e dedicata a Santa Teresa di Lisieux che nel 1887 aveva attraversato Sambucheto nel suo viaggio da Loreto a Roma; infatti la cittadina è attraversata dalla Via Lauretana, il percorso dei pellegrini dal Santuario della Madonna di Loreto e Roma.
Il prossimo 5 novembre 2017 la Chiesa compie il 90° anniversario della sua consacrazione, proprio in un periodo di cambiamenti sociali e religiosi quale la recente ufficiale incorporazione con la chiesa di Montecassiano.
Ogni anno il primo ottobre Sambucheto festeggia la sua patrona, che come cita una epigrafe nell’abside, continua con la sua intercessione a “far cadere dal cielo una pioggia di rose”. (Giovanni Bordi)

 

 

MOSTRE DI SANTINI

PALERMO, 3-9 luglio 2017
Mostra di santini “LE IMMAGINETTE DEVOZIONALI”


Per la festività di Maria Ss. del Carmelo, la parrocchia Santuario dei Decollati a Palermo ha inaugurato lo scorso 3 luglio una mostra significativa di santini d’epoca e moderni.
L’iniziativa è stata curata da Elio e Francesca Clausi ed è rimasta aperta al pubblico fino al pomeriggio del 9 luglio.
Questa esposizione nasce dall’antica passione dei coniugi Elio e Francesca Clausi che, fin dalla giovane età, hanno collezionato con amore e devozione queste piccole e preziose immagini sacre. I “Santini”, nati tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400 raffigurano immagini di Gesù, di Maria e di Santi e Beati, ma possono riportare anche preghiere, brevi testi sulla vita dei Santi, consigli edificanti, richieste di grazie e protezione o ancora espressioni di augurio, di ricordo, di dedica oppure semplicemente una firma o una data.
Nati inizialmente come piccoli oggetti di devozione, nel corso dei secoli, le immagini sacre cominciano a essere usate anche per altre finalità: per commemorare una ricorrenza, per allietare un anniversario, per annunciare un evento, per augurare gioie e benedizioni.

La collezione dei signori Clausi raccoglie Santini che vanno dall’ ‘800 fino ai giorni nostri, realizzati con tecniche artistiche differenti, monocrome o policrome, provenienti sia dalla locale tradizione siciliana, che italiana ed europea, raccolte personalmente in occasione di visite e viaggi o scambiate con altri appassionati collezionisti. Sono esposte alcune tra le più preziose immagini sacre della collezione. In particolare, un pannello è dedicato a immagini d’epoca, risalenti all’ ‘800 e
ai primi anni del ‘900, raffiguranti Santi e spesso arricchite da cornici merlettate che ne esaltano la bellezza.
Un altro è invece dedicato ai Santi e Beati della Sicilia e, in occasione della ricorrenza del 18 luglio, un pannello è stato dedicato a Maria Santissima del Carmelo.

(Fonte: http://www.chiesasantuariodecollati.it/…/mostra-di-santini)

 

PEDARA (CT) - 2-17 settembre 2017
Mostra “ECCE ANCILLA DOMINI”


Lo scorso 2 settembre a Pedara (CT) è stata inaugurata una Mostra iconografica in occasione dei Festeggiamenti di Maria SS. Annunziata.
La mostra è rimasta aperta al pubblico dal 2 al 17 settembre 2017. Infatti, all’inizio di settembre c’è stato il pellegrinaggio nella città di Pedara al Calvario fino all’edicola votiva dedicata alla Madonna.

La prima domenica di settembre c’è stata la benedizione dei portatori e la “ballata” delle Candelore (Ceri votivi) sul sagrato del Santuario, il sabato apertura dei Carri Mariani, la domenica svelata del venerato simulacro della Vergine Maria e processione dell’artistico fercolo ligneo dell’800 con il simulacro della Madonna, i fuochi d’artificio, le luci e le musiche. Il lunedì rientro della Madonna al Santuario dell’Annunziata.
La domenica successiva l’”Ottava” della festa.


(Fonte:www.siciliainfesta.com)

 

MONDRAGONE (CE) - 20-30 settembre 2017
Mostra “QUIS UT DEUS”


QUIS UT DEUS” è il tema della mostra inaugurata a Mondragone (Caserta) lo scorso 20 settembre nella Parrocchia di San Michele Arcangelo. E’ noto che il culto micaelico si è sviluppato presso i Longobardi dopo la conversione al cattolicesimo del popolo germanico, avvenuta nel 568 in seguito al loro stanziamento in Italia e progressivamente completata durante il regno di Cuniperto I, che è terminato nel 700.
I Longobardi riservavano una particolare venerazione per l‘Arcangelo Michele, al quale attribuivano le virtù guerriere che un tempo erano adorate nel dio germanico Odino.

All’arcangelo i Longobardi hanno dedicato diversi edifici religiosi in tutta Italia. Ricordiamo che nel territorio del ducato di Benevento sorgeva il santuario di San Michele Arcangelo, fondato prima dell’arrivo dei Longobardi, ma da questi adottato come santuario nazionale a partire dalla loro conquista del Gargano nel VII secolo.
Luogo topico del culto
micaelico presso i Longobardi è stato il santuario del Gargano, dal quale si irradia poi in tutto il regno longobardo e l’arcangelo guerriero è considerato in breve tempo il santo patrono dell’intero popolo longobardo.

 

SOGLIANO AL RUBICONE (FC), 18 nov.-3 dic. 2017
Mostra “CULTO DEI CROCIFISSI”


In occasione della “43^ Fiera Formaggio di Fossa” dal 18 novembre al 3 dicembre 2017, il Comune di Sogliano proporrà una mostra di santini antichi dedicata al “Culto dei Crocifissi” presso la locale Chiesa del Suffragio.
Collezionista espositore sarà il socio Lino Gualtieri che predisporrà 33 pannelli.

 

ROVERETO (TN), 25 nov. 2017-6 genn. 2018
Mostra “NATALE E GESÙ BAMBINO”


La socia Luciana Galli Calabri ci ha comunicato che dal prossimo 24 novembre parteciperà all’interno del mercatino di Rovereto (TN) “Natale dei Popoli” ad una Mostra organizzata dal Circolo Filatelico Numismatico Filatelico Roveretano con pezzi dedicati al Santo Natale provenienti dalla propria collezione di Immaginette devozionali.
L’esposizione che presenterà Luciana G.Calabri verterà sul tema “Natale e Gesù Bambino”
(vedi sopra il santino-ricordo di questa presenza, inviato da Luciana Calabri, e allegato al nr.4/2017
della Rivista “Santini e Santità”).

Alla stessa manifestazione saranno presenti sia la socia Luciana Recla con il tema: “Maria di Nazareth e Scorribande di Natale tra popoli e poeti”, sia il socio Giuseppe Verde con il tema “Natale nell’arte”.
Parteciperanno, inoltre, Ivan Damin con il tema “Natale in guerra sul fronte italo-austriaco”, che Carmelo Nuvoli con il tema “Natale di Guerra” e infine Franco Trentini con il tema “Frammenti di storia al Fronte”.

La mostra allestita a Rovereto, in Via Tartarotti 7, all’interno di Palazzo Todeschi, con ingresso gratuito, sarà aperta il pubblico fino al 6 gennaio 2018, i sabati, le domeniche e festivi con il seguente orario: 10-12, 14-18, escluso il giorno di Natale.

 

FOLLINA (TV), 8-10 dic. 2017
Mostra “I SANTINI DELLA COLLEZIONE
MARIO TASCA A COLORI D’INVERNO”


Nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione a Follina (Treviso) tornerà la nota manifestazione
“Colori d’Inverno”, cioè l’ormai tradizionale mercatino di Natale. E come di consueto
tornerà anche l’Esposizione di Immaginette Sacre del socio Mario Tasca.

E infatti quest’anno presenterà una sintesi delle tre ultime mostre, vale a dire: “Sant’Antonio di Padova”, “Santini– Pasta d’Ostia, Madreperla, Paillette” e “Santini – Ricordo della Comunione Pasquale dal 1785 al 1866”.
L’espositore, aspetterà gli appassionati e... in particolar modo coloro che sono digiuni del settore. Mario Tasca afferma che “E’ sempre questa categoria di persone che resta principalmente meravigliata e affascinata dalla scoperta del mondo sconosciuto delle antiche Immaginette Sacre, piccoli tesori di un tempo passato!”.

 


TORINO - 7 dic. 2017/11 febbraio 2018
Mostra “BEATA MARIA DEGLI ANGELI, POLITICA E SANTITÀ NELLA TORINO BAROCCA”


Presentazione della Mostra al Museo diocesano di Torino, Piazza S. Giovanni n. 4. L’inaugurazione si svolgerà giovedì 7 dicembre 2017, alle 17.30.

Nel trecentesimo anniversario della scomparsa, la mostra è dedicata ad una singolare e poco nota oggi, ma molto ricordata e venerata fino agli anni Cinquanta del Novecento, figura femminile torinese: Marianna Fontanella (1661-1717), divenuta carmelitana scalza con il nome di Maria degli Angeli.
L’esposizione aperta fino all’11 febbraio 2018, con i seguenti orari mercoledì dalle 15 alle 18 e da venerdì a domenica dalle 10 alle 18.

 

ROMA, 9-10 dicembre 2017
Mostra “I SANTINI DEL NATALE”
ROMA COLLEZIONA: 9-10 DICEMBRE 2017

- L’A.I.C.I.S. “Associazione Italiana Cultori Immagini Sacre” Presenta la Mostra: I “SANTINI DEL NATALE”.
- Espositori: G. Gualtieri - R. Manfè.
Presso Complesso Seraphicum - V. del
Serafico, 3 - Roma EUR - Sabato ore 10.00 -18.00 - Domenica ore 09-17.00 - Ingresso Libero

 

AUGUSTA (SR) – 9 dic. 2017/6 gen. 2018
Mostra “NATALE DI CARTA”


Nella città di Augusta (Siracusa) il prossimo 9 dicembre 2017 verrà inaugurata alle ore 18.00, un interessante esposizione sul tema “Natale di carta”, allestita nella chiesa delle Anime Sante di via Principe Umberto dove resterà aperta fino al 6 gennaio.
Si potranno ammirare immaginette devozionali e letterine di Natale, oltre che biglietti augurali, buste, francobolli, erinnofili, i cosiddetti francobolli senza alcun valore né postale né fiscale, conosciuti più semplicemente come chiudi lettera.
Il materiale esposto, raccolto in dieci pannelli, risale alla fine del XIX secolo e al Novecento.
La mostra verrà allestita con il contributo di diverse attività commerciali della città e consentirà di fare un viaggio nel passato quando, ancora non esistevano sms, email e messaggi via chat da cellulare, pc o tablet e gli auguri di Buon Natale ad amici e parenti lontani li si faceva scrivendo di proprio pugno cartoline augurali.

A curare la mostra sarà Giuseppe Carrabino, neo direttore del centro “Memorie – identità e tradizione”. “In effetti – dice – si tratta di una selezione ed in questa mostra ho voluto esporre le “carte” che rappresentano al meglio l’evoluzione del modo di formulare gli auguri. Sono cartoline disegnate da celebri illustratori che evocano quell’atmosfera del Natale non ancora intaccata dal consumismo.
Ricordo quando da bambino, con largo anticipo, la mamma andava ad acquistare in una vecchia cartoleria di via Principe Umberto, nel centro storico di Augusta, le cartoline da spedire ai parenti per le festività natalizie. C’era una non indifferente possibilità di scelta, tra quelle in esubero degli anni precedenti a quelle patinate “moderne”.
Non nascondo che già da allora le vecchie cartoline mi affascinavano molto di più di quelle degli anni settanta che andavano sostituendo l’immagine della Natività con Babbo Natale. Il passaggio successivo alla scelta delle cartoline era quello di scrivere con bella grafia il messaggio augurale e, per finire, il francobollo per la spedizione. Francobolli che qualche volta illustravano anch’essi dipinti celebri sul tema della Natività o svariate raffigurazioni natalizie. Da allora inizia questa mia passione per il “Natale di carta”.

(Fonte: www.augusta news.it)

 

PIACENZA – 15 dic. 2017/14 gennaio 2018
Mostra “ASTRO DEL CIEL - GESÙ BAMBINO
NELLE IMMAGINI DELLA COLLEZIONE
ZILIANI (XVII-XX SEC.)”


Il 15 dicembre 2017, alle ore 17,30 verrà inaugurata a Piacenza, a Kronos - Museo della Cattedrale la Mostra “Astro del Ciel. Gesù Bambino nelle immagini della collezione Ziliani (secoli XVII-XX)” curata dall’Ufficio beni culturali della diocesi di Piacenza-Bobbio.
L’esposizione sarà guidata dalla curatrice, Susanna Pighi.
La mostra sarà poi visitabile solo nei giorni di sabato ore 10-12 e 16-19 e domenica 16-19. Ultimo giorno domenica 14.1.2018.

In esposizione ci saranno una settantina di santini che porranno l’accento sull’iconografia natalizia e non solo di Gesù Bambino.
Tante e diverse le raffigurazioni del Bambino, come diverse sono le modalità di produzione: vari tipi di stampa, di incisioni, collages.
Scriveva don Sergio Ziliani nei suoi appunti, donati all’Ufficio beni culturali insieme alla sua collezione: “Ad un certo punto mi sono accorto di essere entrato in un mondo sconosciuto che non è il giardino incantato del paese delle meraviglie di Alice e i santini non ne sono i fiori. Ho capito di essere a contatto con testimonianze di quei sentimenti che scaturiscono dal profondo dell’animo umano di fronte al mistero o più semplicemente di testimonianze di affetti...”.

 

GAETA (LT) - 24 dic. 2017/7 gen. 2018
Mostra “PUER NATUS - IMMAGINI SACRE DALLA FINE ‘800 AI TEMPI D’OGGI”


Il 24 dicembre 2017 verrà inaugurata una mostra di immaginette devozionali natalizie nella Parrocchia di Santo Stefano Primo Martire di Gaeta.
Il tema natalizio “Puer natus” presenterà santini a soggetto natalizio provenienti dalla collezione di Ennio Albano da fine ‘800 ai tempi d’oggi.
L’immaginetta sacra, comunemente chiamata “santino”, è insieme un oggetto di devozione, di protezione e di istruzione catechistica.
La presente esposizione (circa 200 immaginette) ricoprirà un arco temporale di oltre cento anni.
Il suo valore è accresciuto dalla grande passione con cui ogni santino è stato raccolto e/o conservato, preservandolo dalla distruzione e dall’ oblio.
L’esposizione verrà allestita nel salone parrocchiale in via dei Frassini e osserverà il seguente orario di apertura al pubblico: 17.00 /19.00. La chiusura è prevista per il 7 gennaio 2018.

 

 

 

Santi Patroni di Regioni e Province italiane

 

I “SANTI PATRONI” DELLE REGIONI
E DELLE PROVINCE D’ITALIA

di Giancarlo Gualtieri

5a REGIONE: EMILIA-ROMAGNA


Province dell’Emilia: BOLOGNA, FERRARA,
MODENA, PARMA, PIACENZA E REGGIOEMILIA

 


 

Province della Romagna: FORLÌ, CESENA,
RAVENNA E RIMINI


Il territorio della Regione ecclesiastica dell’Emilia-Romagna corrisponde a quello della regione amministrativa Emilia- Romagna dello Stato italiano e al territorio della Repubblica di San Marino.
È composta da quindici diocesi raggruppate in tre province ecclesiastiche:

1) Provincia ecclesiastica di Modena-Nonantola: Arcidiocesi di Modena-Nonantola - Diocesi di Carpi - Diocesi di Fidenza - Diocesi di Parma - Diocesi di Piacenza-Bobbio - Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla.

2) Provincia ecclesiastica di Bologna: Arcidiocesi di Bologna - Diocesi di Faenza-Modigliana - Arcidiocesi di Ferrara- Comacchio - Diocesi di Imola.

3) Provincia ecclesiastica di Ravenna-Cervia: Arcidiocesi di Ravenna-Cervia - Diocesi di Cesena-Sarsina - Diocesi di Forlì-Bertinoro - Diocesi di Rimini - Diocesi di San Marino- Montefeltro.

Il Cristianesimo in Emilia-Romagna esisteva già in epoca precostantiniana, infatti si contano in questa Regione ben sei martiri: Apollinare di Ravenna, Vitale, Agricola e Procolo di Bologna, Cassiano di Imola, Antonino di Piacenza.
La tradizione ha sempre visto in S. Apollinare il primo evangelizzatore della Regione, e per questa ragione il Santo è stato scelto quale Patrono dell’Emilia-Romagna ma molti considerano S. Petronio Patrono dell’Emilia e Sant’Apollinare Patrono della Romagna.

La Regione Emila-Romagna ha due Santi Patroni:

Per l’Emilia: SAN PETRONIO (... – Bologna, 450).
Petronio, probabilmente di origine greca, guidò come Vescovo la Diocesi di Bologna dal 431 al 450. (Fig. 1).

Per la Romagna: SANT’APOLLINARE (Antiochia, I secolo – Classe-Ravenna, II secolo). Apollinare discepolo di San Pietro, fu da questi incaricato a ricoprire la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna. Si dedicò all’opera di evangelizzazione dell’Emilia-Romagna, per morire infine martire a Civitas Classis dove fu eretta nel VI secolo la chiesa a lui dedicata.
Le reliquie del santo furono nel IX secolo trasferite in città, nella chiesa che da quel momento prese il nome di Sant’Apollinare Nuovo. Successivamente le ossa furono portate in Germania, dove tutt’oggi si trovano.
A Ravenna rimasero il capo e la mano destra che, dal 1874 sono conservate nel Duomo. Il 23 luglio si celebra a Ravenna la festa del Santo Patrono, Sant’Apollinare. (Fig. 2).

Emilia: BOLOGNA, FERRARA, MODENA, PARMA, PIACENZA E REGGIO-EMILIA

I Santi patroni della città di BOLOGNA sono:

1 - SAN PETRONIO (... – Bologna, 450).
Petronio a Bologna fece ricostruire il complesso di S.to Stefano dove nel 1141 furono rinvenute le sue spoglie. Nel 1253, il libero Comune di Bologna decise di elevare Petronio a principale Patrono della città. Nel 1390 si iniziò la costruzione in Piazza Maggiore della grande Basilica a lui intitolata dove fu traslato il capo del Santo per volere di papa Benedetto XIV e, solo nel 2000, anche il resto del corpo.
Ogni 4 ottobre i Bolognesi celebrano la festa del loro Patrono. In questo giorno, dopo la messa in Cattedrale, si svolge la processione con il Ss.mo Sacramento fino alla Cattedrale di S.Pietro. (Fig. 3).

2 - SAN PROCOLO (... – Bologna, 304 circa).
Due sono e leggende che narrano di un Procolo martire a Bologna: la prima narra di un Procolo soldato, instancabile diffusore della fede nella città di Bologna, fu per questo condannato a morte per decapitazione dal prefetto Marino; Procolo col capo reciso tra le mani, si recò nel posto dove fu poi eretta una chiesa in suo onore.

La seconda parla di un Procolo che giunto a Roma dalla Siria, si recò prima a Terni, diventandone vescovo e poi a Bologna dove subì il martirio per decapitazione. Nel 1389, nella ricognizione dell’arca dove erano custodite le spoglie del Santo, furono rinvenuti due corpi, dando così corpo alle due differenti leggende, quella del Procolo soldato e quella del Procolo vescovo. Procolo è compatrono della città ed è festeggiato il 1º giugno. (Fig. 4).

3 - SANTA CATERINA DA BOLOGNA (Bologna, 8 set. 1413 - 9 mar. 1463).
Caterina de’ Vigri è stata la fondatrice e prima badessa del monastero delle clarisse del Corpus Domini di Bologna, canonizzata da papa Clemente XI il 22 mag. 1712. Fu seppellita il giorno stesso della sua ascesa al cielo nella nuda terra, ma dopo diciotto giorni fu dissotterrata, intatta e profumata.
Ogni anno, dall’8 al 16 marzo, al Monastero del Corpus Domini di Bologna si celebra un Ottavario in onore di Santa Caterina, compatrona della città. (Fig. 5).

4 - MADONNA DI SAN LUCA è un’’icona raffigurante una Madonna col Bambino del tipo odighítria “Colei che indica la Via” attribuita appunto a San Luca.
A questa sacra immagineè legato un episodio miracoloso avvenuto nel 1433 ricordato come il miracolo della pioggia: quell’anno molto piovoso minacciava di rovinare i raccolti.

Allora, per scongiurare una grave carestia, Graziolo Accarisi promosse la discesa dell’icona dal Santuario fino in città per implorare davanti alla sacra immagine la grazia per la fine delle piogge. Al suo arrivo, il 5 luglio, la pioggia cessò e quindi si fece una grande festa con una processione di tre giorni per la città, poi si riportò l’immagine al santuario. Per voto cittadino, da allora queste celebrazioni vengono ripetute ogni anno.
Nel 1603 la Madonna fu incoronata dall’arcivescovo A. Paleotti. (Fig. 6).

La Città di FERRARA ha due Santi Patroni

1 - SAN GIORGIO (Cappadocia, ~285 – Nicomedia, 23 apr. 303) è stato un martire cristiano, venerato come santo megalomartire.
La leggenda aurea narra di un giovane cavaliere che liberò la giovane figlia del re data in sacrificio ad un terribile drago, diventando così il simbolo della lotta del bene contro il male.
in Italia il suo culto è molto diffuso e le città e i comuni di cui è patrono sono più di cento.
La cittadina di Ferrara per la festa di San Giorgio, suo santo patrono, organizzò sin dal 1259 un Palio. Nel 1279 il comune di Ferrara stabilì che si dovessero svolgere due corse, una il 23 aprile in onore di San Giorgio ed un’altra il 15 agosto in onore della vergine assunta, alla presenza delle autorità cittadine. (Fig. 7).

2 - SAN MAURELIO (Edessa,... - Edessa, 7 mag. 644) fu un sacerdote siro, divenuto poi vescovo di Voghenza (presso Ferrara).
Figlio del re Teobaldo di Mesopotamia, per amore verso Dio, rinunciò, al trono in favore del fratello Ippolito. Questi fu però ucciso dall’altro fratello Rivallo. Maurelio si recò quindi ad Edessa per rimproverare il fratello del grave delitto di cui si era macchiato.
Fu però fatto arrestare e messo a morte, dopo indicibili torture.
Nel 1106 l’imperatore Enrico V, a seguito di una visione del santo, fece traslare le sue spoglie nella chiesa di San Giorgio a Ferrara. La traslazione della salma portò ad una più intensa venerazione della sua santità e nel 1463 venne indicato come santo protettore di Ferrara.
Le sue reliquie sono oggi custodite nel Monastero di San Giorgio degli Olivetani a Ferrara. (Fig. 8).

La Città di PARMA ha due Santi Patroni

1 - SANT’ILARIO DI POITIERS (Poitiers, ~310 - 367).
È stato un vescovo e teologo romano proclamato dottore della Chiesa. Secondo alcune fonti i parmigiani elessero a loro patrono Sant’Ilario di Poitiers nel 1266, dopo che la società dei crociati di Parma, insieme a Carlo I d’Angiò, sconfisse il ghibellino Oberto II Pallavicino, che voleva impadronirsi di Parma. Ciò in onore del fatto che Ilario di Poitiers era il santo protettore dell’esercito di Carlo d’Angiò.
La festa del santo è celebrata da sempre nel giorno della morte, ossia il 13 gennaio, e nella tradizione locale è legata al miracolo delle sue scarpe.
Secondo la leggenda, Ilario si trovò a passare a piedi da Parma in un giorno d’inverno con le scarpe rotte e consunte; un ciabattino, vedendolo, ne ebbe compassione e gli donò un paio di calzature nuove.
La mattina dopo ebbe la sorpresa di trovare le scarpe vecchie lasciate da Ilario trasformate in scarpe d’oro.
Ricordando il miracolo in occasione della festa si consuma il dolcetto detto scarpetta di Sant’Ilario fatto in foggia di calzatura. (Fig. 9).

2 - SAN BERNARDO DEGLI UBERTI (Firenze, ~1060 – Parma, 4 dic. 1133).
Di nobile famiglia fiorentina, divenne monaco benedettino della congregazione vallombrosana; fu creato cardinale da papa Pasquale II e fu vescovo di Parma dal 1106 alla morte. È stato proclamato santo nel 1139.
Ogni 4 dicembre, in occasione della ricorrenza a Santo patrono della diocesi di Parma, in Cattedrale il vescovo celebra la santa messa. (Fig. 10).

Il Santo patrono della città di MODENA

- SAN GEMINIANO (Cognento, 15 gen. 312 – Modena, 31 gen. 397). è stato vescovo di Modena, città di cui è anche patrono. È famoso per due leggende agiografiche.

La prima riguarda Attila, re degli Unni, disceso nel 452 in Italia, si apprestava a mettere a ferro e fuoco anche Modena. Gli abitanti della città fecero ricorso a san Geminiano che invocò l’aiuto di Dio e fece scendere la nebbia sulla città: Attila non riuscì ad individuarla e proseguì verso Sud.

L’altra leggenda riguarda l’apparizione a Carlo D’Amboise, comandante delle milizie francesi che
nel 1511 stavano minacciando Modena: la notte tra il 17 ed il 18 febbraio di quell’anno san Geminiano apparve ai francesi sotto aspetto terrificante, quasi di demone.
Alla vista del “glorioso vecchio” il capitano e le sue truppe retrocedettero precipitosamente verso Rubiera e molti soldati perirono annegati nel fiume Secchia.
L’esercito si disperse spaventato nelle vicine terre ed il comandante, atterrito a morte, si suicidò di lì a poco nella vicina Correggio.
La festa liturgica si celebra il 31 gennaio, giornata in cui, nella cripta del duomo di Modena, ogni anno viene esposto il corpo del Santo, all’interno del sarcofago che ne contiene le ossa ricomposte e vestite con abiti liturgici. (Fig. 11).

Il Santo patrono della città di PIACENZA

- S. ANTONINO DI PIACENZA (... – Travo, 303) è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e commemorato il 30 settembre. Nel IV secolo il vescovo Savino di Piacenza ritrovò le sue spoglie. Fu nominato patrono di Piacenza, ruolo condiviso con santa Giustina, e gli fu intitolata la prima cattedrale della città.
Al santo è dedicata una statua posta sulla rotonda davanti al Pubblico Passeggio di Piacenza, e grazie ad un automatismo la statua fa un quarto di giro ogni ora.
La città prevede due feste patronali: il 4 luglio, in primo grado, con l’omaggio delle autorità amministrative e religiose locali, e il 13 novembre, giorno dell’invenzione delle reliquie, in secondo grado. La sua devozione è diffusa in altre diocesi italiane (come a Ficarolo in provincia di Rovigo) e
in Gallia. A lui è intitolata l’omonima città Sant’Antonino (Svizzera). (Fig. 12).

Il Santo patrono della città di REGGIO EMILIA

- S. PROSPERO (... - Reggio nell’Emilia, 25 giu. 466) fu vescovo di Reggio Emilia, secondo la tradizione per 22 anni, e ne è il santo patrono. Il santo viene celebrato il 24 novembre, data che ricorda uno dei suoi miracoli.

Si dice infatti che nel 452, di ritorno dal mancato saccheggio di Roma, Attila l’Unno stesse depredando la pianura Padana. Il provvidenziale intervento di San Prospero fece calare una fitta nebbia sulla città permettendo quindi di sfuggire al saccheggio da parte dei barbari.
Ancora oggi in tale data a Reggio Emilia si tiene una tradizionale festa in piazza. Nelle varie chiese si susseguono le celebrazioni mentre per le strade non mancano bancarelle di prodotti tipici, artigianali e spettacoli. (Fig. 13).

Province della Romagna: FORLÌ, CESENA, RAVENNA E RIMINI

I Santi patroni della città di FORLÌ sono:

1 - BEATA VERGINE DEL FUOCO È un’immagine della Beata Vergine con Bambino, venerata a Forlì e considerata la protettrice della città.
L’immagine è una delle più antiche xilografie conosciute miracolosamente rimasta illesa ad un incendio divampato durante la notte di mercoledì 4 febbraio 1428 in una scuola della città.
A ricordo di tale evento, dalle finestre delle abitazioni forlivesi vengono esposti lumini rossi, lasciati ardere durante la notte tra il 4 e il 5 febbraio. Dove un tempo vi era quella scuola, sorge la chiesa del Miracolo della Madonna del Fuoco. (Fig. 1).

2 - SAN MERCURIALE (IV secolo). Fu il primo vescovo di Forlì, a lui si deve, secondo una leggenda, l’uccisione di un drago e la liberazione di alcuni prigionieri che ì Visigoti stavano deportando in Spagna. È stato il fondatore della Chiesa di Santa Maria in Laterano in Schiavonia.
Il Martirologio Romano ne fissa la memoria al 30 aprile anche se Forlì la ricorrenzaè il 26 ottobre, giorno del ritrovamento delle reliquie. (Fig. 2).

3 - SAN PELLEGRINO LAZIOSI (Forlì, 1265 – 1º mag. 1345), Pellegrino Laziosi è considerato il santo più famoso e venerato dell’Ordine dei Servi di Maria, che ne celebra la festa il 4 maggio; è compatrono della città di Forlì, dove ancora oggi si svolge una fiera in suo onore, il 1º maggio di ogni anno, caratterizzata dalla vendita di cedri. (Fig. 3).

4 - SAN VALERIANO MARTIRE ( - Forlì - ) è stato un soldato di epoca romana, morto martire nella sua città, probabilmente in località detta oggi San Varano, insieme a 80 suoi compagni, martiri forlivesi. Patrono della città di Forlì.
Viene ricordato localmente il 22 novembre ed è considerato il santo della pace e della protezione dalla guerra. (Fig. 4).

Il Santo patrono della città di CESENA

- SAN VICINIO VESCOVO (... – Sarsina, 28 ago. 330) fu il primo della diocesi di Sarsina (oggi unita a Cesena). Si ritirò come eremita su un monte che ora porta il suo nome. Il suo carisma era quello di scacciare i demoni e guarire i fedeli da infermità fisiche o dell’animo attraverso una catena che poneva loro al collo.
A san Vicinio è dedicata la festa che ricorre ogni anno il 28 agosto, in occasione della quale vengono distribuiti i tradizionali “curdlen”, costituiti da fili colorati di seta, benedetti e portati al collo da ammalati e devoti, come protezione celeste a somiglianza della famosa catena di ferro. (Fig. 5).

La Città di RAVENNA ha due Santi Patroni

1 - SANT’APOLLINARE (Antiochia, I sec. – Classe, II sec.). Originario di Antiochia di Siria, Apollinare è considerato il fondatore della Chiesa di Ravenna, città di cui è il santo patrono. Il suo dies natalis, o data del martirio, corrisponde al 23 luglio, mentre la memoria liturgica si celebra il 20 luglio. (Fig. 6).

2 - B. VERGINE GRECA La Madonna Greca è un’immagine artistica della Madonna custodita nella Basilica di Santa Maria in Porto nella città di Ravenna, di cui è anche patrona.
Si tratta di un bassorilievo bizantino scolpito in marmo pario, rinvenuto intorno al 1100 sulla spiaggia dai monaci di Santa Maria in Porto, e proveniente probabilmente da Costantinopoli.
Nel 1570 avvenne la solenne traslazione dell’immagine in una cappella laterale della Basilica dove si trova ancora oggi. Ogni anno nella domenica in albis viene celebrata la Festa della Madonna Greca, con una processione che dal canale si conclude all’interno della basilica. (Fig. 7).

I Santi patroni della città di RIMINI sono:

1 - SAN GAUDENZO (Efeso, ~280 – Rimini, 14 ott. 360) nato ad Efeso nell’Asia Minore si trasferì a Roma dove fu battezzato, poi ordinato sacerdote ed infine consacrato vescovo.
Inviato a Rimini come pastore, si oppose al paganesimo e all’eresia. Arrestato fu strappato dalle mani dei giudici e linciato dai seguaci di Ario.
San Gaudenzio è il patrono di Rimini dove è festeggiato ogni anno il 14 ottobre con musica, spettacoli e una tombolata nel centro storico, la “Tradizionale Tombola di San Gaudenzo”, organizzata dalla Croce Rossa Italiana di Rimini, che devolve il ricavato della vendita delle cartelle in beneficenza. (Fig. 8).

2 - SAN GIULIANO MARTIRE (Istria, III sec, - Flaviade in Cilicia, 22 giu. 249). Sin dal secolo IX è testimoniato a Rimini il culto di S. Giuliano, giovane istriano del III secolo. Secondo la tradizione fu martirizzato in Flaviade (Cilicia) dal proconsole Marciano.
Nel 962 circa il sarcofago contenente le reliquie del Santo giunse sul litorale di Rimini, nella località successivamente denominata “Sacramora” e da qui venne traslato nell’antica abbazia benedettina dei Ss. Pietro e Paolo (oggi Parrocchia di San Giuliano Martire).
Fu eletto Patrono del Comune e della Città di Rimini nel 1225.
Il giovane martire è molto venerato dalla città di Rimini; la Zecca locale coniò monete contrassegnate con la dicitura “Sanctus Iulianus”, la sua festa del 22 giugno è occasione di una sagra popolare e segnava un tempo l’inizio o la scadenza dei contratti. (Fig. 9).

3 - SANTA INNOCENZA V.M. (Rimini, sec. III - 16 set., ~303). Secondo la tradizione, Innocenza, nata in una famiglia nobile e ricca, fu martirizzata a Rimini dall’Imperatore Diocleziano all’età di sedici anni.
La Santa viene ricordata già nel 996, in una Cappella o “monasterium” nel centro religioso di Rimini, dove si riteneva fosse sepolta.
Secondo gli “Statuti” locali, nel giorno della sua festa, il 16 settembre, si faceva l’offerta di un pallio (mantello rettangolare usato nelle cerimonie solenni dal papa e da arcivescovi) in luogo dei ceri consueti del giorno della festa segnata con rito doppio. (Fig. 10).

4 - SANTA COLOMBA V.M. (Spagna, 257 – Sens, 273). Di famiglia nobile e pagana si convertì al cristianesimo a 16 anni. Dopo aver ricevuto il battesimo scappò dalla Spagna insieme ad altri cristiani per sfuggire alle persecuzioni dell’Imperatore Aureliano e si trasferì a Sens, in Francia.
Fu rintracciata e rinchiusa in carcere.
La leggenda racconta che, mentre Colomba si trovava in carcere, una guardia cercò di violentarla e un orso, usato per gli spettacoli in un vicino anfiteatro, arrivò in suo soccorso attaccando la guardia e liberando Colomba dalla sua cella. Condannata a perire sul rogo, fu salvata da un provvidenziale acquazzone che spense le fiamme.
Per questo è invocata per ottenere la pioggia e i suoi attributi iconografici sono un’orsa incatenata ed una penna di pavone al posto della palma dei martiri.
Il culto di santa Colomba giunse a Rimini provvidenzialmente: alcuni mercanti di Sens, che veleggiavano nell’Adriatico, portando con sè una reliquia di santa Colomba, furono costretti ad approdare a Rimini, dove la reliquia, accolta da Stennio, Vescovo di Rimini, fu posta nella Cattedrale. Considerata santa dalla Chiesa cattolica è ricordata il 31 dicembre. (Fig. 11)


I SANTI PATRONI DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA DI SAN MARINO


La Serenissima Repubblica di San Marino, pur essendo uno Stato, è situata nel centro-nord della penisola italiana, al confine tra le regioni italiane dell’Emilia-Romagna (provincia di Rimini) e delle Marche (provincia di Pesaro e Urbino), motivo per cui di seguito riporto i Santi Patroni:

1- SAN MARINO (Loparo, ~275 – Città di San Marino, 366) è stato, secondo la tradizione, uno scalpellino di origine dalmata che nel 301 fu il fondatore della repubblica di San Marino. È il patrono dei tagliapietre e la sua memoria liturgica ricorre il 3 settembre, giorno della sua morte e festa nazionale della Repubblica di San Marino. (Fig. 1).

2 - SAN LEONE (~275 circa – San Leo, 366). La leggenda narra che Leo, scalpellino originario dell’isola di Arbe (Dalmazia) venne intorno al 257 in Italia, insieme a Marino, per la ricostruzione delle mura di Rimini e per sfuggire alla persecuzione contro i Cristiani iniziata dall’imperatore Diocleziano. Gli scalpellini, giunti a Rimini, furono inviati per tre anni sul Monte Titano per estrarre e lavorare la roccia. In seguito Marino e Leo si divisero: mentre il primo tornò a Rimini, Leo si rifugiò sul Monte Feltro dove edificò anche una chiesa. Quest’insediamento prenderà poi il nome di San Leo.
Il vescovo di Rimini, Gaudenzio, convocò Leo e Marino per esprimere riconoscenza, consacrando anche il primo, sacerdote, e il secondo, diacono. Dopo la morte di Leone, il suo corpo viene deposto in un sarcofago di pietra di cui si conserva tutt’oggi il coperchio nel Duomo. San Leo, che la Chiesa cattolica ricorda il giorno 1º agosto, è patrono della Repubblica di San Marino, insieme a san Marino e sant’Agata, edè il patrono dei tagliapietre. (Fig. 2).

3 - SAN QUIRINO DI SISCIA (... – Szombathely, 4 giu. 309) è stato un vescovo e martire ungherese. Quirino subì la persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano e fu condannato a morte mediate annegamento. Nonostante fosse stato legato ad una pesante macina da mulino e buttato in un fiume il suo corpo non accennava ad affondare, fino a che Quirino non pregò il Signore perché lo lasciasse venire a sé.
Recuperato il corpo dalle acque, i cristiani di Sabaria lo seppellirono presso la porta Scarabatensis. Verso l’inizio del V secolo, papa Gregorio Magno fece traslare il corpo di san Quirino a Roma dietro l’abside della Basilica di San Sebastiano sulla Via Appia.
Nell’anno 833 papa Gregorio IV fece dono a Corrado I, signore di Correggio, del corpo di san Quirino. Nel 1654 il vescovo di Forlì, a nome della serenissima repubblica di San Marino, ottenne dai canonici della Basilica di San Quirino di Correggio una reliquia del santo, da inviare ai fedeli del monte Titano che da secoli veneravano il santo come compatrono del piccolo stato.
Il Martirologio geronimiano lo commemora il 4 giugno. (Fig. 3).

4 - SANT’AGATA (San Giovanni Galermo, 8 set. ~235 – Catania, 5 feb. 251) è stata una giovane vissuta, durante il proconsolato di Quinziano.
Famoso fu il suo martirio: venne fustigata e sottoposta al violento strappo delle mammelle, mediante delle tenaglie. La notte venne visitata da San Pietro, che la rassicurò portandole conforto e ne risanò miracolosamente le ferite. Venne infine sottoposta al supplizio dei carboni ardenti, il 5 febbraio 251, Agata spirò nella sua cella.
È patrona, tra l’altro, di Catania, della Repubblica di San Marino e Malta. L’episodio che la lega alla Repubblica di San Marino è il seguente: nel 1739 il cardinale Giulio Alberoni tentò l’annessione della Repubblica allo Stato della Chiesa.
Il Papa stesso, dubbioso sulla effettiva bontà dell’azione, inviò monsignor Enrico Enriquez a verificare l’effettivo appoggio della popolazione. Constatata l’unanimità in favore della Repubblica, San Marino riottenne ufficialmente l’indipendenza il 5 febbraio 1740, giorno di Sant’Agata. (Fig. 4).

 

 

 


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